(Proposte incentivi_rel_fc.doc / 28/07/11) EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI Edilizia residenziale pubblica Premessa: incentivi ed aiuti mirati alla specificità dei soggetti Nel definire il quadro degli incentivi per l efficienza energetica occorre tener presente che non esistono ricette miracolistiche buone per tutte le situazioni, ma che occorre partire dalla specificità dei singoli soggetti del mercato per individuare le soluzioni più adeguate. In particolare il settore dell edilizia residenziale pubblica è portatore di problematiche specifiche per vari motivi: 1. Fa parte, a meno di esplicita esclusione in sede di PAE e di strumenti legislativi, del settore pubblico. A questo settore è attribuito un ruolo trainante da parte del Piano europeo per l Efficienza energetica che pone l obbligo di riqualificazione del 3% annuo del patrimonio e vincoli di non vendibilità o affitto del patrimonio non adeguato; questo concetto è ulteriormente precisato nella proposta di direttiva sull efficienza energetica che sta per essere pubblicata dalla Commissione e quindi lo Stato deve mettere a punto un Piano per far fronte a questo obbligo. 2. Il settore dell alloggio sociale pubblico in affitto, che rientra nell obbligo generale di cui sopra, ma ha una sua peculiarità nel fatto che l ente proprietario non ha la possibilità di recuperare l investimento che si traduce in un risparmio per l inquilino, quindi in un intervento di carattere sociale. In questo caso non è possibile intervenire massicciamente con interventi ESCO, ma occorre investire fondi pubblici pari almeno al 30% del costo per ridurre l onere da scaricare in bolletta; inoltre occorre dare certezza giuridica a questo approccio attraverso accordi fra i soggetti o una modifica normativa che lo preveda. 3. Questo stesso settore costituisce comunque un ponte verso il settore privato, in quanto la vendita del patrimonio ha portato alla costituzione di circa 20 mila condomini misti : occorre quindi tener presente il potenziale di estensione al patrimonio privato di qualsiasi investimento pubblico nel settore, ed evitare di creare una differenziazione nel trattamento della parte a proprietà pubblica rispetto a quella privata, quale oggi si verifica con l attuale meccanismo di deducibilità del 55% (cui il proprietario pubblico non accede). Incentivi ed aiuti per il settore dell edilizia sociale pubblica in affitto Il settore residenziale rappresenta circa il 20-22% dei consumi energetici per gli impieghi finali totali nazionali, quindi il settore dell edilizia residenziale pubblica, che rappresenta oggi dal 5 all 8% (se consideriamo l indotto sul patrimonio privato del patrimonio rappresentato dai condomini misti) dello stock occupato contribuisce per il 2% ai consumi energetici nazionali. In Italia il settore dell edilizia residenziale pubblica rappresenta circa 1 milione di alloggi, 760.000 dei quali in mano agli ex IACP. Considerando l obbligo del Piano d azione europeo si dovrebbe riqualificare la quasi totalità degli alloggi. Quindi circa 23.000 alloggi l anno per un investimento pari a 570 milioni di euro l anno. Considerato che il gettito annuo delle imposte pagate dagli Enti della Casa si attesta sui 220 milioni di euro l anno, l esborso per lo Stato non sarebbe comunque mai superiore a tale cifra annuale, mentre l entrata stimabile
sarebbe in totale nei 10 anni pari a 1,710 miliardi. Gli utenti di questi alloggi pagano mediamente 100 euro/mese di affitto e due/tre volte tanto per riscaldamento ed energia elettrica. Canoni così bassi non consentono nemmeno una corretta manutenzione ordinaria degli alloggi e quindi non è possibile per gli enti proprietari investire nella riqualificazione, non avendo la possibilità di rivalersi sugli utenti, che comunque non sarebbero in condizione di contribuire in modo sostanziale. Investire nel settore dell edilizia pubblica produce quindi effetti rilevanti sul piano dell economia (attivazione di interventi edilizi e di occupazione) ed ha sicuramente una valenza sociale oltre che ambientale. Inoltre, se teniamo conto del fatto che il patrimonio pubblico è frammentato in oltre 20.000 Condomini misti pubblico/privato, il potenziale di investimento si allarga ad ulteriori 300 mila alloggi privati. Poiché non è possibile pensare di aumentare l affitto sociale in modo da riassorbire l investimento dell Ente proprietario, occorre trovare una soluzione diversa. Nel caso dell edilizia sociale non è neppure possibile risolvere la questione consentendo all inquilino di investire direttamente, recuperando poi l investimento dal risparmio e dall incentivo fiscale (descritto di seguito), perché la maggior parte degli utenti non dispone di risorse sufficienti, e quindi sarebbe difficile assicurare un intervento complessivo a livello di edificio. Una possibile soluzione è quella di mettere a carico degli utenti solo una parte dell investimento, coprendo la differenza con fondi pubblici. Dalle prime esperienze si rileva che l importo necessario per abbattere o mantenere invariata la quota di spesa a carico dell inquilino e contenere l ammortamento entro i 10-12 anni oscilla fra il 30 e il 40% nel caso di interventi non radicali, con risparmi fra il 50 e il 60% e intorno al 50% per interventi che consentano un risparmio dell 80%. Tali fondi pubblici possono essere reperiti: attraverso l uso dei fondi FESR disponibili nei POR Regionali (max. 4% della dotazione regionale) attraverso un fondo dedicato statale o regionale, che eroghi sovvenzioni agli interventi di questo tipo, graduate in base all intensità ed ai risultati dell intervento; attraverso l estensione degli incentivi fiscali al settore dell edilizia sociale. Questa modalità può consentire all Ente di accedere al mercato finanziario per anticipare la quota di agevolazione, che poi si ripagherà con il recupero fiscale. Per l edilizia popolare( Social Housing ) si valuteranno misure di premialità volumetriche e/o di superficie fiscali, per quegli interventi in cui, oltre al rispetto dei limiti di prestazione energetico-ambientale previsti dal quadro normativo vigente per gli edifici troveranno applicazione soluzioni e componenti tali da migliorare significativamente la prestazione energetica del sistema edificio-impinati in modo da avvicinarsi a valori più prossimi al NEZ Si fà riferimento in particolare a soluzioni innovative anche per interventi sull involucro ( cool roofs, serramenti, involucro attivo etcc.. ) e sugli impianti promuovendo applicazioni di sistemi solari termici e di tecnologie integrate con le fonti rinnovabili ( solar cooling, biomasse, accumuli termici stagionali etcc..). Nella realizzazione di tali interventi si promuoveranno l utilizzo di materiali e componenti ecocompatibili finalizzati anche all ottimizzazione delle risorse economiche del territorio. Per gli edifici pubblici o adibiti ad uso pubblici di nuova costruzione o oggetto di interventi di ristrutturazione si ritiene particolarmente efficace l utilizzo di Building Energy Management System. Il documento del Tavolo EPBD 2 individua una serie di fondi ed incentivi che dovrebbero contribuire all avvio degli interventi sul patrimonio edilizio. Questi strumenti sono adatti anche per il settore dell edilizia residenziale pubblica, con alcuni
adattamenti che si specificano di seguito: 1. Incentivo Fiscale del 55% premiante l intervento sull intero involucro, 2. Fondo Rotativo Nazionale per il finanziamento dell Audit iniziale sufficientemente approfondito nelle proposte di progetto di miglioramento 3. Fondo Rotativo Nazionale con la collaborazione delle Regioni per la partecipazione pubblica diretta agli impegni di equity a vantaggio delle ESCO 4. Fondo Nazionale con la collaborazione delle Regioni, nel quale affluisca il 5% di tutte le spese pubbliche di incentivazione del settore (controlli e sostegni) 5. Fondo Rotativo Regionale con funzioni di sostegno all avvio dell intero ciclo di efficientamento energetico degli edifici A fronte della situazione sopra descritta per il settore pubblico si propongo due tipologie di intervento: Fondo di rotazione Statale e/o Regionale (punto 5) Nel caso dell ERP si propone per il Fondo un finanziamento "a sportello" degli interventi sulla base dei parametri di efficienza raggiunta: Il Fondo eroga prestiti a tasso zero per il settore pubblico, con inizio del rimborso alla fine dell'ammortamento dell'investimento ESCO, eventualmente complementare. E possibile prevedere un bonus sotto forma di sovvenzione per l'adozione di schemi di qualità per prodotti e servizi. I requisiti richiesti per accedere alle agevolazioni possono essere i seguenti: - Abbattimento minimo dei consumi/miglioramento della classe energetica dopo l intervento 50%. L intervento, nel suo complesso, deve prevedere soluzioni integrate per migliorare il comportamento del sistema edificio/impianti. Per il settore dell ERP sarebbe necessario, in alternativa un: Fondo Statale e Regionale per sovvenzioni ai soggetti pubblici Il Fondo si compone di una quota statale a carico di un Fondo nazionale con dotazione annuale, (da definire) integrato con fondi regionali di pari entità. Il Fondo eroga contributi a fondo perduto attraverso un Bando annuale aperto ai soggetti pubblici del: 30% per abbattimento dei consumi del 30%; 40% per abbattimento consumi del 45%; 50% per abbattimenti dei consumi dell'60% Entrambi i tipi di finanziamento di cui sopra danno priorità ad interventi associati a Finanziamento tramite terzi (ESCO). In questo caso è possibile optare in alternativa a l Fondo di garanzia statale di cui al punto seguente. Agevolazioni fiscali L attuale sistema di agevolazioni fiscali all edilizia prevede tre modalità rivolte ai proprietari di immobili: 1. la deduzione del 36% per interventi di riqualificazione, manutenzione straordinaria delle parti comuni; 2. la deduzione del 55% in scadenza il 31 dicembre per interventi di riqualificazione energetica 3. L IVA ridotta al 10% per interventi sia di manutenzione/riqualificazione che per riqualificazione energetica.
Le prime due modalità devono essere sicuramente riviste ed aggiornate per tener conto del nuovo quadro di impegni nel settore dell efficienza energetica. L agevolazione del 36%, che continua ad essere un potente incentivo per l emersione del lavoro nero e per la riqualificazione del patrimonio, deve diventare parte del quadro di incentivi in modo più integrato. Si può pensare ad un riassorbimento di questo incentivo all interno di quelli per l efficienza energetica, anche tenendo conto dell estensione al recupero edilizio delle prestazioni energetiche della nuova costruzione prevista dalla seconda Direttiva EPBD. Ovviamente il 36% dovrebbe essere mantenuto per quanto riguarda gli interventi di costruzione/modifica di autorimesse o di altre pertinenze non riscaldate/raffrescate. L agevolazione del 55% deve essere mantenuta (ed assorbire il 36%) graduandola in base al livello di risparmio/efficienza conseguiti, come indicato nell allegato. Per quanto riguarda i soggetti, il novero dei soggetti ammissibili dovrebbe essere aumentato, estendendolo alla maggior parte delle persone fisiche e giuridiche sottoposte ad imposizione fiscale, secondo questi criteri: - proprietari di immobili che ne fruiscono direttamente; - Proprietari o gestori di immobili in affitto occupati a canone sociale (ex Iacp) o concordato (potrebbe diventare un incentivo all adozione di questo canale); - Inquilini in affitto (sociale, libero e concordato) che sostengano direttamente l investimento. Un piano per l edilizia pubblica a. Combinazione di agevolazione fiscale e ESCO Attraverso la combinazione di queste tipologie di aiuti è possibile proporre un piano per la riqualificazione dell ERP che si basa sui seguenti criteri: 2. Rispetto, fin dal 2012, dell obiettivo minimo di riqualificazione del 3% annuo del patrimonio: ciò vuol dire passare dal ritmo attuale di riqualificazione inferiore a 5.000 alloggi l anno a circa 25.000; 3. Contributo alla riduzione della povertà energetica, utilizzando le risorse pubbliche disponibili allo scopo della riduzione della bolletta per l utente finale; 4. Una quota dell investimento anticipata dal proprietario o finanziata attraverso il fondo di rotazione di cui sopra (30-40%), allo scopo di: Ridurre i tempi di ammortamento dell intervento; Ridurre la quota da ammortizzare sui consumi. 5. Il restante 70-60% può essere recuperato attraverso un contratto di Prestazione energetica affidato ad una ESCO e messo a carico degli utenti, attraverso un accordo quadro fra la proprietà e i sindacati inquilini; 6. Recupero della eventuale quota di investimento del proprietario attraverso la deducibilità del 50% (media fra 55 e 40%) su 10 anni. Un meccanismo di questo genere avrebbe i seguenti effetti finanziari (calcolo a valori correnti, al netto dell inflazione) (ipotesi di riqualificazione del 3,5% annuo): Riqualificazione di 25.000 alloggi l anno (250.000 nel decennio) Attivazione costante per un decennio di interventi per 625 milioni di euro annui, per un totale di investimento entro il 2020 di 6,25 miliardi; Entrate fiscali per lo stato nel decennio: 2 Miliardi di euro Costo totale delle deduzioni fiscali: Miliardi 1,093750 E quindi un saldo positivo per lo Stato di 906,250 Milioni al 2030.
b. Sola agevolazione fiscale D altra parte anche la sola agevolazione fiscale, che significherebbe affidare la totalità dell intervento all autofinanziamento o ad un fondo di rotazione, avrebbe un costo limitato per lo stato (ipotesi dello stretto rispetto del 3%): Riqualificazione di 22.800 alloggi l anno (228.000 nel decennio) Attivazione costante per un decennio di interventi per 570 milioni di euro annui, per un totale di investimento entro il 2020 di 5,70 miliardi; Entrate per lo stato nel decennio: 1.824 Milioni di euro Costo totale delle deduzioni fiscali: Milioni 2.855,6 E quindi un costo per lo stato di 1.031,6 Milioni al 2030, pari al 18% dell investimento attivato. Nella pratica, è pensabile che gli enti proprietari e gestori dell ERP si orientino su un mix delle due modalità operative ipotizzate, quindi, in caso di estensione del beneficio del 55% sono da ipotizzare impatti sul bilancio dello stato positivi, o comunque molto contenuti.