La gestione della frazione organica dei rifiuti urbani: gli aspetti igienico sanitari

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Transcript:

XIV Edizione della Conferenza Nazionale sul Compostaggio e Digestione Anaerobica Rimini 08 novembre 2012 La gestione della frazione organica dei rifiuti urbani: gli aspetti igienico sanitari Loredana Musmeci

IL TRATTAMENTO BIOLOGICO DELLA FORSU Il primo quesito sul trattamento: Aerobico od Anaerobico? Le premesse Fino ad oggi in Italia il compost da trattamento biologico della FORSU è stato prevalentemente prodotto da digestione aerobica, sebbene la digestione anaerobica potrebbe costituire una grande opportunità stante che l Italia è un grande consumatore di gas naturale, ma non è un produttore. L auto-approvvigionamento risulta residuale, pertanto la produzione di biometano potrebbe rappresentare una risorsa emergente, dal contesto del trattamento dei rifiuti, con grosse potenzialità di sviluppo.

IL TRATTAMENTO BIOLOGICO DELLA FORSU Nel contesto del ciclo integrato dei rifiuti e delle possibilità di scelta degli operatori, questo possibile tipo di gestione comporta precise scelte impiantistiche integrate sul territorio e tra differenti operatori Si debbono dunque trovare solide risposte normative supportate dalla ricerca attuale e futura che sia aderente agli scenari possibili di una vera e consolidabile GREEN ECONOMY

VANTAGGIO LA DIGESTIONE ANAEROBICA DEI RIFIUTI La digestione anaerobica comporta il vantaggio della riduzione delle emissioni odorigene: infatti nella digestione anaerobica le fasi degradative (dove maggiore è la produzione di mercaptani e degli intermedi solfurici, maggiormente odorigeni) avvengono all interno dei digestori, che sono completamente sigillati, completando il loro ciclo sino a metano e anidride carbonica.

SVANTAGGI LA DIGESTIONE ANAEROBICA DEI RIFIUTI Il digestato prodotto dalla FORSU ad oggi viene classificato come un rifiuto speciale. Pertanto si rende necessario integrare il processo di digestione anaerobica con quello di compostaggio, come peraltro già esposto graficamente in precedenza, permettendo di trasformare il digestato in un ammendante utilizzabile direttamente in agricoltura come prodotto. NOVITA RECENTISSIME: il D.L. Misure per la crescita Legge di conversione n. 134 del 07/08/2012 del D.L. n. 83 del 22/06/2012 Art. 52 Disposizioni in materia di tracciabilità dei rifiuti 2-bis. Ai sensi dell'articolo 184-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è considerato sottoprodotto il digestato ottenuto in impianti aziendali o interaziendali dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri trattamenti di tipo fisicomeccanico, di effluenti di allevamento o residui di origine vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall'agro-industria, conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati fra loro, e utilizzato ai fini agronomici. Con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparabile, per quanto attiene agli effetti fertilizzanti e all'efficienza di uso, ai concimi di origine chimica, nonché le modalità di classificazione delle operazioni di disidratazione, sedimentazione, chiarificazione, centrifugazione ed essiccatura.

UTILIZZO DEL DIGESTATO COME COMPOST Oltre a quanto detto in precedenza, risulta opportuno, al fine anche di incentivare la digestione anaerobica della FORSU, porre precise regole e limiti normativi, peraltro previsti, al fine di un corretto utilizzo in agricoltura, per valutare e parametrizzare la qualità igienico sanitaria del digestato che in tal modo assurgerebbe direttamente al rango del Compost sinora normato ASPETTI IGIENICO SANITARI PROBLEMATICI Presenza contaminanti organici persistenti

CONSIDERAZIONI SU COMPOST, DIOSSINE E ALIMENTI I livelli di contaminazione da PCDD e PCDF delle superfici coltivabili e/o destinate al pascolo, su cui possono insistere differenti attività agricole, costituiscono un punto critico perché, nell intervallo temporale legato alla vita zootecnica degli animali, si potrebbe avere un sistematico bioaccumulo di tali contaminanti a concentrazioni superiori ai limiti di legge. È infatti da considerarsi che la contaminazione da PCDD e PCDF dei suoli può avere un impatto sugli animali che vengono allevati a terra, che possono assumere insieme al foraggio quantità non trascurabili di suolo potenzialmente contaminato, come peraltro descritto in bovini al pascolo.

CONSIDERAZIONI SU COMPOST, DIOSSINE E ALIMENTI In particolare, per quanto riguarda animali al pascolo o galline ruspanti: 1) è noto che galline allevate all aperto (free range) possono produrre uova con un livello medio di contaminazione da diossine più alto della contaminazione media rilevata nelle uova di animali allevati in gabbia secondo i canoni dell allevamento intensivo. Si stima che (dati di G. Brambilla) al di sopra dei 2-3 pg WHO-TE/g di suolo già si abbiamo superamenti dei tenori massimi di legge. Accanto all ingestione di suolo contaminato, anche alcune dinamiche biologiche, possono essere responsabili dell uptake di diossine da parte del pollame, quali ad esempio il bioaccumulo di diossina in organismi tellurici quali i lombrichi e in vari insetti, che costituiscono una preda naturale per il pollame allevato all aperto Da studi sperimentali è stato provato che i vermi alimentati con cibo contaminato sono in grado di accumulare soprattutto i PCB a più alto grado di clorurazione, in virtù della lenta eliminazione che caratterizza tali congeneri.

CONSIDERAZIONI SU COMPOST, DIOSSINE E ALIMENTI 2) I bovini al pascolo ingeriscono una quantità giornaliera di terreno che va dall 1 al 20% della materia solida ingerita (corrispondente approssimativamente a 0.3-0.5 kg, US EPA, 1998). Per gli ovini la quantità è di circa il 30%. E stato stimato che a concentrazioni di 30 pgwho-te/g, l intake di PCDD/PCDF dal suolo per un bovino corrisponde ad almeno 9 ng WHO-TE (da aggiungersi a quelli assunti con la dieta). Già a contaminazioni di suolo superiori a 4-5 pgwho- TE/g si hanno, per il latte bufalino, valori di contaminazione mediamente superiori al limite di legge. In generale, la contaminazione del latte ovino/bovino/bufalino è correlata in modo significativo con quella del suolo. Il latte ovino, in particolare, è ritenuto il migliore indicatore della contaminazione del suolo. In numerosi studi di letteratura è stata mostrata per PCDD/PCDF una correlazione lineare altamente significativa tra contaminazione del suolo e livelli negli animali da pascolo. Questo anche a livelli bassi di contaminazione addizionale del suolo. Il passaggio dal suolo al latte, e l entità del bioaccumulo sono fortemente congenere-dipendente. I congeneri a più alto grado di clorurazione sono generalmente meno assorbiti, e quelli a più elevata tossicità sono quindi i più bioaccumulabili.

CONSIDERAZIONI SU COMPOST, DIOSSINE E ALIMENTI Tabella: Sommario di dati di concentrazione di PCDD + PCDF e PCB nel compost di alcuni Paesi Europei, del Canada, e degli USA. In parentesi le stime medie. Paese PCDD + PCDF (pgteq/g dw) DL-PCB (pgteq/g dw) Bibliografia Austria 87 [6.4] a Groeneveld & Hébert, 2003 Canada 1.0 31.1 [9.5] 0.1 12.4 [2.3] Groeneveld & Hébert, 2003 Germania [11] [38] Groeneveld & Hébert, 2003 Norvegia 1 11 [4] Groeneveld & Hébert, 2003 Switzerland 10 20 [15] Groeneveld & Hébert, 2003 USA b 4.0 39.6 [21.4] 1 65 [21] 18 96 [39] 13 113 [41] Groeneveld & Hébert, 2003 (a) (b) Valore massimo e mediana. Sono rappresentate diverse tipologie di compost.

Grazie per l attenzione Loredana Musmeci loredana.musmeci@iss.it