CARTA DEI SERVIZI ANNO 2014

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CARTA DEI SERVIZI ANNO 2014

Indice 1. Presentazione e mission 2. Informazioni sui servizi offer5 2.1. L'utenza 2.2. Le finalità perseguite a=raverso l'erogazione dei servizi 2.3. Gli obiebvi specifici e le funzioni prevalen5 dell'intervento 2.4. L'organizzazione e ges5one dei servizi 2.5. Le risorse professionali impiegate 2.6. Il Proge=o Educa5vo Individualizzato (PEI) 2.7. Le risorse di comunità coinvolte 2.8. Gli strumen5 e le forme di monitoraggio e di valutazione 3. Riservatezza dei da5 e sicurezza degli ambien5 4. Informazioni pra5che Allegato 1. Il Proge=o Educa5vo Individualizzato

Il presente documento è stato reda=o in o=emperanza alle disposizione della Legge 8 novembre 2000, n.328 ( Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interven5 e servizi sociali ; art. 13 Carta dei servizi sociali). Con questo documento l'ente gestore si impegna nei confron5 degli uten5, delle pubbliche amministrazioni e di chiunque ne abbia diri=o secondo le vigen5 norma5ve. Il documento può essere sogge=o a variazioni e/o integrazioni da parte dell'ente con riferimento alla fase di implementazione e definizione del servizio, dandone rela5va comunicazione secondo le modalità previste. La Carta dei servizi è il risultato di un processo condiviso e compartecipato da parte dei responsabili, dei coordinatori e degli operatori. La Carta dei Servizi è consultabile sul sito: www.la- madonnina.com 1. Presentazione e mission La Fondazione Casa del Giovane La Madonnina è un ente ecclesias5co civilmente riconosciuto. Is5tuita dall Arcivescovo di Milano, Card. Giovanni Colombo, il 22 se=embre 1965, è stata riconosciuta per decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, il 18 marzo 1969 (D.P.R. 192 del 18.03.1969). L'a=uale Statuto è stato approvato dall'arcivescovo, il Card. Dionigi Te=amanzi, il 27 o=obre 2010. E' inoltre iscri=a nel registro delle persone giuridiche presso la Prefe=ura di Milano al numero d'ordine 506 della pagina 885 del volume 3. Dal 13 novembre 2014 la Fondazione è iscri=a alla prima sezione del Registro delle Associazioni e degli en5 che svolgono abvità a favore degli immigra5 con il numero di iscrizione A/913/2014/MI, ai sensi dell'art. 54 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999 n. 394 così come modificato dal Decreto del Presidente della Repubblica 18 o=obre 2004 n.334. La Fondazione opera in prima linea nell affrontare e risolvere il disagio dei giovani migran5 in con5nuità con l'inizia5va intrapresa da don Abramo Mar5gnoni nel 1953 pur ada=andola alle esigenze dei tempi e dei fenomeni sociali. Il principio ispiratore è la centralità della persona secondo la concezione cris5ana, in conformità al quale essa è chiamata ad un percorso di integrazione, sia interiore sia sociale, che la por5 a ricostruire nuove radici per sé e a relazionarsi responsabilmente con le altre persone. In risposta al fenomeno dell'immigrazione straniera che cara=erizza l'italia negli ul5mi anni, i des5natari del servizio sono divenu5 ed a=ualmente sono i minori. Nel nostro caso ed al momento, si tra=a di adolescen5 maschi con età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenien5 da diversi paesi, ed in par5colare da Egi=o, Marocco, Bangladesh, Kosovo, Albania, sia da quar5eri periferici delle grandi ci=à ma sopra=u=o dalle zone rurali più povere. Essi hanno spesso intrapreso viaggi pericolosi e costosi, hanno vissuto diversi mesi nel nostro paese come 'sommersi' ed hanno programmi migratori specifici di 5po lavora5vo inteso come inves5mento, proge=o ed opportunità sia personale che, sopra=u=o, familiare.

La mission della Fondazione è accogliere per educare, ovvero offrire un servizio di eccellenza nell'accogliere, accompagnare ed educare ques5 giovani, provvedendo alla loro crescita fisica, morale e spirituale, per res5tuirli al mondo con la dignità di uomini liberi (Documento di Buona Causa). Per a=uare la propria mission e sviluppare ulteriormente il livello dei servizi, i principali obieavi strategici sono: - l'accoglienza: provvedere al vi=o e all'alloggio e alla garanzia di uno spazio relazionale ed affebvo che favorisca una crescita psico- fisica sana ed armoniosa dei nostri ospi5; - l'educazione: garan5re ad ogni giovane accolto un livello adeguato di educazione e scolarizzazione per consen5rgli di crescere umanamente ed integrarsi socialmente e lavora5vamente nel nostro paese; - l'autonomia: supportare l'ospite in un percorso che conduca alla sua autorealizzazione e assunzione di responsabilità verso se stesso e verso gli altri. - la promozione della cultura dell integrazione e della solidarietà nell interesse generale della comunità. Al fine di raggiungere tali obiebvi, la Fondazione ha costruito ed implementato nel tempo la collaborazione con una fika rete di soggea pubblici e prival. In par5colare, sono sta5 sviluppa5 rappor5 formali con gli en5 ai quali la norma5va a=ribuisce 5tolarità delle funzioni amministra5ve rela5ve ai minori, come il Comune di Milano, Comune di Sesto San Giovanni, Comune di Brescia, Comune di Canegrate, Comune di Lodi, Tribunale dei minori. Si è costruita nel tempo una rete con i diversi en5 le cui competenze rientrano nelle aree del nostro intervento e le cui risorse sono necessarie per realizzare la nostra mission: servizi sociali territoriali, magistratura, questura, Asl, ospedali, centri per l'impiego, scuole, associazioni, stru=ure spor5ve. In par5colare si ricordano le collaborazioni con: ACF Associazione Comunità e Famiglia, la Coopera5va Farsi Prossimo, la Caritas Ambrosiana, il Decanato di zona, l'is5tuto dei Ciechi, il Politecnico di Milano, Fermata S. Leonardo per Mondo di Comunità e Famiglia. 2. Informazioni sui servizi offerl 2.1. L'utenza I des5natari principali dei nostri servizi sono minori che, secondo la valutazione e/o le decisioni degli en5 invian5, necessitano di una urgente risposta residenziale temporanea e di essere assis55 e supporta5 da personale qualificato nei loro percorsi di crescita in relazione alla loro età, al contesto ambientale e relazionale di appartenenza e di prospebva. La nostra stru=ura non è a=rezzata ed organizzata per accogliere minori con problemi accerta5 di dipendenza, con problema5che e disturbi psichiatrici e relazionali che richiedono misure conteni5ve di diverso 5po e/o con disabilità.

I nostri servizi hanno anche altri des5natari, che, come descriveremo in seguito, svolgono un ruolo complementare al nostro nel sostegno alla proge=ualità di vita dei nostri ospi5. Essi sono: - gli en5 che inviano i minori ed i servizi sociali dei comuni, ai quali la norma5va a=ribuisce l obbligo dell assistenza ai minori ed ai quali compete, oltre all assunzione della re=a giornaliera, la collaborazione con gli educatori nella stesura della proge=ualità personalizzata, il monitoraggio e la verifica della stessa; - i vari en5 che offrono i servizi che sono finalizza5 all'accoglienza e all'educazione dei nostri ospi5; - la comunità locale al fine di fornire loro gli strumen5 per una partecipazione abva e proposi5va al contesto sociale. 2.2. Principi ispiratori dell'erogazione dei nostri servizi In coerenza con la mission e gli obiebvi della Fondazione, il nostro servizio è erogato avendo al centro la persona e il suo sviluppo come fine ul5mo. A questo proposito, nella sua azione la Fondazione osserva i principi defini5 dalla norma5va de=ata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del gennaio 1994 Principi sull'erogazione dei servizi pubblici (principi ispiratori e regole di comportamento per tub gli en5 erogatori di servizi). Nello specifico, i principi considera5 sono: Eguaglianza dei diri9 degli uten2 Le regole rela5ve al rapporto tra uten5 e servizi e l'accesso agli stessi sono uguali per tub. Nessuna dis5nzione nell'erogazione del servizio è compiuta per mo5vi riguardan5 sesso, razza, lingua, religione ed opinioni poli5che. L'eguaglianza è intesa come divieto di ogni ingius5ficata discriminazione e non come uniformità delle prestazioni so=o il profilo delle condizioni personali e sociali. Imparzialità I comportamen5 della Fondazione, nei confron5 degli uten5, rispe=ano criteri di obiebvità, gius5zia ed imparzialità. In funzione di tale obbligo si interpretano le singole clausole delle condizioni generali e specifiche di erogazione del servizio e le norme regolatrici di se=ore. Con2nuità L'erogazione dei servizi, nell'ambito delle modalità stabilite dalla norma5va regolatrice di se=ore, è con5nua, regolare e senza interruzioni. In caso di funzionamento irregolare o di interruzione del servizio vengono ado=ate misure volte ad arrecare agli uten5 il minor disagio possibile. Diri=o di scelta Il diri=o di scelta dell'utente è sempre tenuto in considerazione e riguarda, in par5colare, la condivisione dell'intervento messo in a=o per il raggiungimento dell'obiebvo della Fondazione.

Partecipazione L'utente è partecipe della formulazione dell'erogazione del servizio che lo riguarda. L'utente ha diri=o di accesso alle informazioni che lo riguardano nei limi5 e nella forma prevista dalla legge. L'utente può prospe=are osservazioni, formulare suggerimen5, produrre memorie e documen5 per il miglioramento del servizio. La Fondazione acquisisce periodicamente la valutazione dell'utente circa la qualità del servizio reso e ne dà riscontro all'utente stesso. Efficienza ed efficacia Il servizio è erogato in modo da garan5re l'efficienza e l'efficacia. La Fondazione ado=a le misure idonee al raggiungimento di tali obiebvi. 2.3. Gli obieavi specifici e le funzioni prevalenl dell intervento I servizi forni5 sono riconducibili a tre aspeb: 1. L accoglienza residenziale diurna e no=urna; 2. L educazione e la formazione; 3. L inclusione e l integrazione sociale. In relazione a ciascun aspe=o, i servizi e le prestazioni erogate sono: per l'accoglienza: Offerta di un alloggio in un luogo sicuro e salubre, dotato di adeguato numero di stanze e bagni, cucina, salone di incontro, magazzini, e una vasta area verde esterna. Somministrazione di almeno tre pas5 (colazione, pranzo e cena) al giorno nel rispe=o anche della cultura alimentare degli ospi5 di diversa nazionalità. I pas5 del pranzo e della cena vengono consuma5 nelle rispebve comunità prelevando dalla cucina centrale, che si trova al seminterrato, il cibo preparato da una di=a esterna secondo il menù stagionale convenuto. A chi frequenta scuole o svolge abvità pre- lavora5ve (5rocini o borse lavoro) vengono forni5 saccheb dal diverso contenuto a seconda che si trab di intervallo scolas5co o di pausa mensa. Le colazioni del mabno sono invece preparate in comunità coi prodob preleva5 dalla dispensa ges5ta centralmente e dire=amente. Dotazione di ves5ario e prodob per l'igiene personale. Dopo la dotazione di un corredo nel momento dell inserimento, il ves5ario rientra nel proge=o di progressiva cura di se stessi e, a tale scopo, agli ospi5 viene a=ribuita una somma mensile. Per la riparazioni dei ves55 ci si avvale della collaborazione di una sarta. I prodob per l igiene personale vengono forni5 con periodicità o in base all esigenze abngendo ai magazzini centrali.

Sostegno psicologico ed affebvo nella ricostruzione ed elaborazione della storia personale e del percorso e programma migratorio dell'ospite. Assistenza tecnica ed accompagnamento al disbrigo delle pra5che amministra5ve e burocra5che per la regolarizzazione del minore sul territorio italiano (ad esempio: permesso di soggiorno, codice fiscale, tessera sanitaria e a=ribuzione del medico di base). Assistenza e cure mediche secondo le necessità e nel rispe=o delle norme in materia sanitaria. per l'educazione e formazione: Sostegno educa5vo e didabco all'inserimento scolas5co per il completamento del percorso dell'obbligo scolas5co, così come per il proseguo degli studi, sia con la frequentazione di corsi di formazione o istruzione professionale, sia con l'apprendistato forma5vo presso aziende, a=raverso stage e 5rocini segui5 da tutor. Organizzazione di percorsi di alfabe5zzazione in italiano. Organizzazione, animazione ed assistenza per una fruizione ludica ma forma5va del tempo libero (abvità spor5ve, ricrea5ve e culturali,giochi di squadra, anche in ambien5 pubblici esterni in collaborazione con en5 e realtà del territorio). Coinvolgimento e partecipazione dei minori nell'organizzazione e nella ges5one delle abvità quo5diane rela5ve al mantenimento dell'ordine e della pulizia delle camere, degli spazi interni ed esterni delle comunità residenziali. Per l'inclusione ed integrazione sociale: Sostegno al minore nello sviluppo di posi5ve capacità relazionali e di socializzazione, assumendo la comunità e gli operatori come posi5vi modelli di riferimento educa5vo ed affebvo. Supporto al minore nell'uscita dalla comunità al compimento del dicio=esimo anno di età al fine di evitare situazioni di isolamento, emarginazione e clandes5nità sul territorio italiano. A questo fine si accompagna il giovane nella ricerca del lavoro e di una soluzione abita5va nei mesi che precedono il compimento della maggiore età. Promozione di inizia5ve, even5, incontri pubblici ed occasioni varie di scambio e socializzazione, u5li a favorire l'interazione tra gli ospi5 e le realtà del territorio, con par5colare a=enzione alle tema5che connesse al dialogo interculturale, alla cooperazione, solidarietà ed amicizia tra i popoli e alla tutela e promozione dei dirib dei minori.

2.4. Organizzazione e geslone dei servizi La Fondazione si stru=ura in cinque comunità educalve. Esse sono le unità ambientali ed organizza5ve predisposte per ospitare ed accogliere i ragazzi in camere a due o tre leb e con locali e servizi comuni. Le loro denominazioni sono le seguen5: Luigia e Giuseppe Mar5gnoni, Camilla Ciceri Falck, Il Seme, L Arbusto, La Quercia. Ognuna delle cinque comunità può accogliere 10 minori secondo le autorizzazioni al funzionamento rilasciate nel 2003 e i requisi5 fissa5 della Regione Lombardia per i servizi residenziali per minori 1 La capacità ricebva complessiva è pertanto di 50 pos5. Le cinque comunità svolgono anche la funzione di pronto intervento per complessivi 10 pos5. Pur nel raccordo complessivo, sono unità opera5ve dalla vita autonoma e collocate sui diversi piani dell edificio chiamato Casa dello studente secondo la denominazione storica. Ogni comunità è dotata di telefono, di collegamento ad internet e di indirizzo di posta ele=ronica. Il numero di telefono che rinvia agli interni è il 02.38100005. Per l accoglienza di pronto intervento la comunità Mar5gnoni risponde anche per le altre al 02.33916155. Gli indirizzi di posta ele=ronica delle cinque comunità sono i seguen5: ciceri.falck@la- madonnina.com; mar5gnoni@la- madonnina.com ; arbusto@la- madonnina.com ; seme@la- madonnina.com ; quercia@la- madonnina.com. Ogni comunità educa5va ha un gruppo di lavoro composto da sei educatori, di cui uno con funzione di coordinamento. La presenza degli educatori in comunità è regolata da una turnazione prefissata. I gruppi di lavoro fanno riferimento a un caposekore con funzione di riferimento pedagogico. Il gruppo di lavoro di ciascuna comunità si incontra sebmanalmente in riunioni di durata di 1,30/2 ore. Nelle riunioni vengono date informazioni, si affronta il funzionamento, l organizzazione interna e l andamento complessivo, si pianificano i compi5 e gli impegni, ci si confronta e si integrano le informazioni sul ragazzo al fine anche della formulazione dei ProgeB educa5vi personalizza5 (PEI) e della loro modulazione. Con cadenza almeno mensile l équipe della comunità incontra il gruppo degli ospi5 sugli aspeb che riguardano la vita comunitaria, le sue regole e il suo funzionamento, la norma5va che li riguarda, i criteri di individuazione rispe=o ad abvità, opportunità, ed altro. Secondo gli argomen5 e le necessità le equipe si avvalgono del mediatore culturale. Rispe=o a quanto avviene durante la giornata, come pure per lo scambio di informazioni e il passaggio di consegne tra gli educatori, a fine turno, ciascun educatore redige il diario di bordo. In relazione a par5colari momen5 dell anno opera5vo o a contenu5, vengono organizza5 incontri plenari con tu=o il personale. Il capose=ore educa5vo, col Dire=ore, si incontra a cadenza sebmanale per riunioni con gli educatori di ciascuna comunità aven5 funzioni di coordinamento. In relazione agli argomen5 ed alle necessità, a tali riunioni possono essere chiama5 a partecipare lo psicologo, il responsabile dell area amministra5va o altro personale. Di queste riunioni viene reda=o un verbale. Una modalità organizza5va traversale alle cinque comunità è rappresentata dai referenl d area. Sulla base dei piani educa5vi individualizza5 (PEI, vedi 2.6) predispos5 dalle équipe delle comunità 1 Ci si riferisce alla d.g.r. della Regione Lombardia n. 20762 del 16 febbraio 2005, alla d.g.r. n.20943 del 16 febbraio 2005, alla d.g.r. 13 giugno 2008, n. 7437 e al citato decreto dirigenziale n. 6317 dell 11.07.2011.

per ciascun ospite, i compi5 dei referen5 sono quelli di interloquire ed interfacciare con l interno (le comunità) e con l esterno (altri servizi ed organismi) per rendere maggiormente funzionale ed efficiente il perseguimento degli obiebvi previs5 nei PEI. L intreccio delle relazioni tra i referen5 e le équipe delle comunità che hanno la 5tolarità del proge=o educa5vo può essere definito come modello organizza5vo a matrice. Lo scambio delle informazioni tra i referen5 e gli altri operatori avviene negli incontri di se=ore o con aggiornamento per via telema5ca. Le aree traversali sono quella scolas5ca, quella forma5va- lavora5va, quella culturale- ricrea5va- spor5va, quella di volontariato e quella di fundraising. Per garan5re professionalità ed efficienza nel servizio educa5vo è prevista la formazione e l aggiornamento del personale per almeno ven5 ore annuali e la supervisione dell équipe educa5va da parte di un consulente esterno. La Fondazione si avvale del contributo di uno psicologo che svolge abvità di prevenzione primaria e secondaria delle persone accolte. Pertanto, le aree di intervento sono: il supporto dei minori accol5 nelle cinque comunità; il supporto alla direzione ed al capose=ore educa5vo delle comunità rispe=o all accoglienza in relazione alla 5pologia e cara=eris5che dell utenza, alla direzione e conduzione del personale educa5vo, all aggiornamento e formazione del personale; il raccordo, in collaborazione con gli educatori delle comunità, coi servizi e le agenzie esterne che hanno in carico terapeu5co i minori; infine, altre aree possibili di intervento che la Fondazione potrà indicare. Rispe=o all organigramma dell ente, la posizione dello psicologo è quella di staff rispe=o alla direzione. Il sekore amministralvo provvede a tub quegli aspeb ed adempimen5 necessari e funzionali sia all abvità is5tuzionale che alla ges5one dei servizi (es. governo della dotazione economica alle comunità, ges5one amministra5va del personale, compi5 di segreteria, rappor5 amministra5vi con gli en5 invian5, con i fornitori, ecc.). La pulizia e la manutenzione della stru=ura sono affidate a personale specializzato e vi contribuiscono anche gli ospi5 in un'obca educa5va. Il processo di ingresso e di dimissioni. L ingresso: I minori vengono accol5 o perché colloca5 da pubblici ufficiali (art. 403 c.c., ecc. ) con disposizione del PM di turno o su richiesta dei servizi sociali dei comuni ai quali la norma5va a=ribuisce la 5tolarità delle funzioni amministra5ve anche per il collocamento operato da pubblici ufficiali. Compete a ques5 soggeb, in relazione alle diverse situazioni dei minori, provvedere alle segnalazioni alle diverse autorità previste dalla norma5va vigente (Dpcm 535/1999, L.184/85, L. 149/2001, ecc.)

Le fasi e gli adempimen5 per l ingresso e per l accoglimento sono le seguen5: valutazione della capacità ricebva in risposta alla richiesta di inserimento presentata o dai pubblici ufficiali e/o dai servizi sociali dei comuni; ingresso, ospitalità ed accoglienza del minore come pronto intervento per 90 giorni in una delle cinque comunità educa5ve; in collaborazione col servizio sociale del comune e/o dire=amente da parte dei responsabili della Fondazione, acquisizione dell eventuale documentazione in loro possesso, raccolta delle prime informazioni circa la situazione familiare, parentale, il percorso migratorio, le scuole frequentate, ed altro mediante colloqui con la presenza, se necessaria, del mediatore culturale; avvio delle pra5che amministra5ve e burocra5che per la regolarizzazione del minore sul territorio italiano, l acquisizione di documen5 rela5vi all assistenza sanitaria, l esercizio del diri=o all istruzione. istruzione e predisposizione del fascicolo individuale e formulazione del PEI secondo lo schema predisposto; Le dimissioni Le dimissioni o l uscita dalle comunità educa5ve possono avvenire per: raggiunto livello di autonomia e capacità di autoges5one nel contesto territoriale in relazione al compito primario delle comunità e agli obiebvi personali indica5 nel PEI; compimento del dicio=esimo anno di età ; decisione univoca del sogge=o affidatario; assenza di condizioni e di condivisione del proge=o educa5vo convenuto col minore e col servizio inviante e col tutore (se sogge=o diverso dall ente inviante); incompetenza dell Ente rispe=o a problema5che sopraggiunte o riscontrate successivamente all inserimento (problema5che psichiatriche, disabilità, conclamata dipendenza, ecc.) trasferimento, a termine del periodo di accoglienza e di pronto intervento, ad altre comunità educa5ve o altre realtà/servizi interni ed esterni. Le fasi e gli adempimen5 connessi alla dimissione sono le seguen5: Formulazione della richiesta e della proposta al servizio sociale inviante. Accompagnamento o affiancamento del minore nell uscita o dimissione, se convenuto coi servizi sociali e in collaborazione con loro. Accompagnamento nel passaggio dalla comunità educa5va al servizio o all accoglienza alterna5vi.

Espressione di parere, previa valutazione e condivisione da parte dell équipe educa5va, circa la richiesta di prosieguo amministra5vo che il minore prossimo alla maggiore età può presentare al Tribunale per i minorenni; ciò in collaborazione, se nominato, col tutore e con l acquisizione del parere dell ente locale. Le reke Per i comuni singoli o associa5 la re=a per le comunità educa5ve è di 110 die e di 125 per il pronto intervento. Per il comune di Milano, col quale nel 2009 sono state s5pulate delle convenzioni scadute e in proroga, le re=e per il 2014 rimangono le seguen5: 80 per le comunità educa5ve e 90 per il pronto intervento. Tu=e le prestazioni ed i servizi eroga5 sono compresi nella re=a. Sono a carico dell Ente inviante eventuali spese sanitarie e den5s5che non a carico del sistema sanitario e quelle dovute o connesse alla regolarizzazione (passaporto, a=estazioni di individualità rilasciate dai consola5, ecc.). 2.5. Le risorse professionali e tecnologiche impiegate Tu=o il personale è assunto secondo contrab UNEBA. I dipenden5 sono tutela5 da copertura assicura5va RC con una delle maggiori compagnie di assicurazione italiane.

2.6. Il ProgeKo EducaLvo Individualizzato (PEI) L accoglienza residenziale è subordinata alla definizione ed acce=azione da parte del minore di un proge=o educa5vo individualizzato (PEI). Al fine di garan5re un accoglienza ed un servizio di qualità viene realizzato un colloquio volto a raccogliere la storia del ragazzo e a valutare la possibilità di intraprendere un percorso di inserimento. Su questa base viene predisposto il PEI, che è un documeto nel quale si sinte5zza l'esito dinamico del processo conoscenza- azione- conoscenza e della co- proge=azione con l'ospite, tenuto conto anche delle indicazioni dell'ente inviante. Esso è dunque il mezzo che consente di a=endere e documentare il processo educa5vo e prevede diverse fasi quali: la valutazione funzionale iniziale; l individuazione dei problemi; la proposta di obiebvi a breve, medio, lungo termine; le azioni /interven5 da abvare, la modalità, i tempi, il monitoraggio, la modulazione e adeguamento del proge=o personalizzato 2. L'allegato n.1 riporta il modello del PEI che viene ado=ato. I referenl per il PEI. Se la proge=azione educa5va è compito dell intera équipe educa5va che vi dedica le riunioni sebmanali, a ciascun educatore è dato il compito di essere referente di più ragazzi rispe=o alla raccolta delle informazioni che li riguardano e poi alla stesura del PEI, al suo aggiornamento e alle predisposizione delle relazioni interne ed esterne alla comunità. Il coinvolgimento degli enl invianl. Agli en5 invian5 ed a chi esercita la tutela compete: indicare le finalità dell intervento e del proge=o personale complessivo valutare l andamento evolu5vo del minore; monitorare e verificare la proge=ualità personalizzata proposta dall équipe delle comunità. In par5colare, rispe=o alla proge=ualità del minore, il coinvolgimento degli en5 invian5 prevede le seguen5 fasi: in occasione della richiesta di inserimento o dell invio, si prevedono uno o più incontri nella fase di ingresso al fine di formulare congiuntamente l ipotesi di intervento secondo le informazioni e le valutazioni disponibili sul minore; incontro/incontri iniziali per la definizione del proge=o di intervento personalizzato e della predisposizione del PEI; costante condivisione e monitoraggio del vivere quo5diano a=raverso aggiornamen5 telefonici regolari con il referente del servizio inviante; aggiornamento periodico tramite l invio di relazioni o incontri sul percorso e sulla situazione del minore, con verifiche intermedie rispe=o al proge=o personalizzato al fine anche della sua modulazione ed adeguamento; 2 Per il contenuto del P.E.I. il riferimento è il Decreto Dirigenziale n.6317 dell 11.07.2011 della Regione Lombardia Indicazioni in ordine alla sperimentazione dei requisiti di accreditamento per le unità di offerta sociali di accoglienza residenziale per minori.

colloqui in occasione di step importan5 del proge=o comunitario ed educa5vo del minore (come scru5ni scolas5ci, termine di uno stage lavora5vo, inizio di un corso di formazione, ecc.); aggiornamen5 reciproci e momen5 di condivisione rispe=o alla situazione sanitaria e in generale alla salute ed equilibrio psico- fisico dei minori; incontri in occasione di richiesta /proposta di dimissioni o a conclusione del percorso rispe=o agli obiebvi; partecipazione alla formazione e alla supervisione clinica del caso organizzata dalla fondazione per gli operatori delle comunità. Altre modalità di coinvolgimento degli en5 invian5 riguardano l'invio di informazioni sul funzionamento e sulle abvità della Fondazione e delle singole comunità, la diffusione e l invio aggiornato della carta dei servizi, l organizzazione periodica di momen5 di presentazione e di visita della Fondazione e delle comunità. 2.7. Le risorse di comunità coinvolte L ente e le comunità educa5ve sono aperte alla presenza e all apporto di volontari. A=ualmente l intervento ddei volontari riguarda: il supporto e l aiuto ai ragazzi nello svolgimento dei compi5 scolas5ci o nell alfabe5zzazione; l'accompagnamento all'esterno della comunità dei minori per il loro adempimento di impegni specifici; l'accompagnamento dei nostri ospi5 nell'abvità spor5va; interven5 per il funzionamento delle comunità e della Fondazione (ad esempio collegamen5 informa5ci, ecc.). L ente e le comunità educa5ve sono anche aperte alla presenza di studenl universitari, in par5colari di coloro che sono iscrib alle facoltà di scienze della formazione e dell educazione, che intendono svolgere 5rocini. L appartenenza e l integrazione al quarlere. L essere parte integrante del quar5ere è tes5moniato dalla significa5va presenza interna della chiesa, prima sede storica della parrocchia del quar5ere, dalla presenza del CSE per disabili quale espressione della prossimità del decanato ges5to dall ass.ne di volontariato Casa Famiglia Gerico, dall arrivo dell associazione Comunità Famiglia con qua=ro nuclei familiari. Per le comunità educa5ve, l appartenenza e l integrazione al quar5ere è rappresentata anche dalla partecipazione e apertura ad inizia5ve ed even5 promossi dai soggeb del quar5ere, dall essere iscrib e federa5 a gruppi spor5vi (es. Polispor5va San Luigi). Il 21 Se=embre è stata inoltre organizzata una giornata aperta alla partecipazione della comunità del quar5ere, In cor5le con... patrocinata dal Consiglio di Zona 8 del Comune di Milano, in cui sono sta5 propos5 momen5 di animazione, condivisione e di discussione con alcuni rappresenta5 di altre realtà associa5ve e delle autorità amministra5ve.

2.8. Gli strumenl e le forme di monitoraggio e di valutazione La fondazione ha o=enuto, a gennaio 2014, l accreditamento delle sue cinque comunità presso il comune di Milano che cer5fica la qualità del servizio offerto dall Ente. Inoltre, la Fondazione a=ua rilevazioni di soddisfazione da parte sia dei propri uten5 che del personale educa5vo. In par5colare, per quanto riguarda i minori, la rilevazione riguarda i servizi residenziali (vi=o, alloggio, ves5ario e altri servizi), la relazione con gli educatori ed il responsabile, la vita comunitaria e le sue regole, le relazioni coi compagni, la cura e l a=enzione dell équipe educa5va verso il proge=o personalizzato. Lo strumento per rilevare la soddisfazione è il focus group periodico ma almeno annuale. Per quanto riguarda il personale educa5vo, la rilevazione riguarda la chiarezza degli obiebvi, l adeguatezza dell organizzazione, la metodologia e gli strumen5 opera5vi, il rapporto coi responsabili, coi ragazzi, con la direzione, la formazione, la supervisione, ecc. Lo strumento è il focus group periodico ma almeno annuale per gli operatori educa5vi 3. Riservatezza dei dal e sicurezza degli ambienl La Fondazione opera: o=emperando a quanto previsto dal D.Lgs. 30 giugno 2003 n.196 per la raccolta, la conservazione e la sicurezza dei da5; o=emperando a quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 T.U. per la sicurezza e la protezione della salute sul luogo di lavoro. 4. Informazioni pralche L'indirizzo della sede amministra5va è: via Enrico Falck, n. 28, 20151, Milano. E' possibile conta=are la Fondazione a=raverso i seguen5 riferimen5: tel: 02 38100005 fax: 02 38100205 mail: la.madonnina@la- madonnina.com Il sito internet è visitabile al seguente indirizzo: www.la- madonnina.com Pagina Facebook: www.facebook.com/fondazionelamadonnina