CONVEGNO VERSO UN PIANO NAZIONALE AMIANTO: DAL PASSATO AL FUTURO FERRARA SABATO 16 NOVEMBRE 2013



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CONVEGNO VERSO UN PIANO NAZIONALE AMIANTO: DAL PASSATO AL FUTURO FERRARA SABATO 16 NOVEMBRE 2013 INTERVENTO DEL SINDACO LUIGI PARONI : LA STORIA DI BRONI Saluto tutti gli intervenuti ed in particolare gli altri relatori. Ringrazio per l invito il Sindaco Tagliani e l Assessore Zadro, che mi onora di una splendida amicizia. Non è solo un piacere essere qui oggi con voi, ma bensì anche un dovere, giacchè Broni è citta gemellata con Ferrara nel nome di San Contardo d Este, nobile estense morto pellegrino a Broni nel 1249 ed acclamato santo dal popolo. Il gemellaggio è stato firmato nel 2001 a seguito degli studi della Prof. Gianna Vancini, Presidente del Gruppo Scrittori Ferraresi, che ha riscoperto la figura di questo santo ferrarese. Da allora il gemellaggio vive con interessanti scambi di natura culturale e commerciale. Broni è una cittadina con poco meno di 10.000 abitanti situata nell Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia sulla direttrice Torino Piacenza. La sua economia è sempre stata in parte agricola con una importante produzione di vino ed in parte legata ad una monocultura industriale infausta, che è quella del cemento amianto. Alla chiusura di questa attività la città è risultata seduta, impoverita, quasi rassegnata. La storia La Cementifera Italiana Fibronit S.P.A., già produttrice di cemento fin dal 1919, intraprese la lavorazione dell'amianto nel 1932, e la mantenne fino al giugno del 1994, con deroga consentita dalla legge 257/92 che imponeva la cessazione di utilizzo dell amianto. I prodotti in cemento amianto erano principalmente tubi e lastre di copertura e pezzi speciali.durante l'intero arco produttivo (1919-1994) vi hanno lavorato 3.798 lavoratori dipendenti, di cui sono noti i dati anagrafici e la qualifica, risalenti all'epoca dell' assunzione. Negli anni di maggior produzione l azienda dava lavoro a più di un migliaio di abitanti. Non si devono dimenticare poi le ditte esterne che fornivano servizi. Il sito ha una estensione di circa 13,5 ha, di cui il 35% coperta da capannoni e palazzine per uffici; la restante parte, adibita a piazzale, è pavimentata quasi totalmente (cls/asfalto). L'insediamento, che originariamente era circondata da zona agricola, è stato raggiunto dall'espansione residenziale ed artigianale (le abitazioni ora sono presenti anche ad alcune decine di metri dalla recinzione); l area dista circa 600 metri dal nucleo storico di Broni, che presenta la maggior densità abitativa del Comune. L ASL scrive che a partire dalla metà degli anna settanta iniziò ad emergere il problema igienico-sanitario legato all esposizione a fibre di amianto aereodisperse, anche se non mi risulta che in generale ci fosse piena coscienza del problema. La Fibronit in proposito realizzò diverse unità filtroaspiranti costituite da filtri a maniche con lavaggio temporizzato in controcorrente al fine di ridurre il diffondersi delle fibre libere respirabili di amianto negli ambienti di lavoro. Solo dal 1980, con l avvento delle USSL, furono effettuate indagini nell ambiente di lavoro con campionamenti di aria per il dosaggio di fibre di amianto. Nello stesso anno venne progettato e realizzato un impianto automatico centralizzato per il trattamento e la preparazione delle miscele di amianti, dotato di un ciclo chiuso in completa depressione ed asservito da una serie di filtri con filtrazione assoluta delle emissioni a valle. Le nuove tecnologie impiegate non impedirono tuttavia gravi episodi di inquinamento indoor ed outdoor, quali quello occorso il 6 marzo del 1990 in seguito ad un malfunzionamento di una linea di produzione, che provocò un imponente diffusione di fibre sia all interno della fabbrica, con valori che superarono le 1200 ff/l., che all esterno, tanto che le aree più prossime alla Fibronit

apparivano completamente imbiancate, con un aspetto del tutto simile a quello conseguente ad una nevicata. Con il tempo l'irreversibile crisi del mercato, connessa con la diffusione delle nozioni medico scientifiche sulla pericolosità dell'amianto raggiunse il culmine con la messa al bando dell amianto (L. 257/1992). Lo stabilimento subì una graduale e inesorabile crisi, che nel giro di pochi anni portò alla dismissione dell'attività produttiva avvenuta definitivamente nel 1993. In data 04/08/97 venne costituita la ditta ECORED tra la Finanziaria Fibronit Spa in liquidazione ed alcuni soci. La Società Finanziaria Fibronit cedette alla ECORED parte degli immobili con relativi impianti. L attività consisteva nella produzione di tubi e raccordi in fibrocemento, utilizzando in alternativa all amianto fibre di polivinilalcool e cellulosa. Erano occupati circa 32 lavoratori dei quali 26 operai. Ben presto emerse tuttavia un grave problema legato alla presenza di polvere ed incrostazioni di amianto come residuo delle lavorazioni precedenti sia negli immobili che sulle apparecchiature, per cui, non essendovi sufficienti garanzie di sicurezza per i dipendenti, la ditta fu chiusa nel 2000, e si iniziò a prendere in considerazione la necessità di una completa bonifica per tutta l area. Le attività di messa in sicurezza e di bonifica Nel 2002 il Comune di Broni, ai sensi del D.Lgs. n 22/97 attivò i poteri sostitutivi nei confronti dei soggetti obbligati, ormai inadempienti e affidò l incarico per il progetto preliminare di messa in sicurezza e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto. L area dismessa venne inserita nell elenco dei siti di Interesse nazionale il 31 luglio 2002. Successivamente dal 2002 al 2004 vennero assegnati in più tranches dalla Regione Lombardia e dal Ministero dell Ambiente rispettivamente 900.000 e 500.000. Nel 2005 il Ministero assegnò risorse per 2.272.727 spendibili dopo la stipula di un accordo di programma fra Ministero, Regione, Provincia e Comune per la messa in sicurezza e bonifica del sito, stipula che si effettuò il 22 novembre 2007. Nel 2008 Regione Lombardia concesse ulteriori 382.145 per poter appaltare la MISE 1 fase dell ex ECORED e, nel luglio 2008 venne sottoscritto un atto integrativo all accordo che aggiunse altri 3.000.000 di ai finanziamento del Ministero: questi denari sono stati impegnati ed entro il prossimo aprile saranno tutti spesi principalmente a fronte della messa in sicurezza d emergenza. Nel frattempo (2010) sono state acquisite ex lege alla Pubblica Ammnistrazione le proprietà delle aree,allora in capo a due fallimenti, evitando di spendere soldi pubblici in casa d altri. Inoltre per cercare di dare continuità abbiamo da mesi presentato al Ministero il progetto definitivo del secondo lotto che giace in attesa della conferenza dei servizi decisoria e che prevede sinteticamente le seguenti lavorazioni : 1. Completamento della bonifica dell interno di tutti i capannoni ancora contaminati da amianto; 2. Rimozione e smaltimento di tutte le lastre di copertura e tamponamento laterale degli edifici; 3. Rimozione, bonifica ed invio a smaltimento di una prima porzione di linee fognarie interrate ubicate sui piazzali esterni; 4. Rimozione, bonifica, smaltimento delle strutture metalliche (tubazioni e silos) collocati al di sopra del capannone B ed in parte del capannone C; 5. Rimozione e smaltimento del cumulo di scarti di lavorazione ubicato sul piazzale in adiacenza al capannone C (oggetto di messa in sicurezza nel corso dell appalto precedente). È previsto lo smaltimento di circa 15.000 tonnellate di rifiuti (amianto friabile derivante da bonifica, lastre di copertura in fibrocemento, terreni derivanti dalla rimozione delle fognature, rifiuti liquidi).

La durata dei servizi/lavori è prevista da progetto in 20 mesi ed il quadro economico (importo per servizi/lavori + spese tecniche ed imprevisti) è pari a 13 milioni di euro. Rimarrà poi un terzo lotto per l abbattimento delle strutture perimetrali della fabbrica e la bonifica definitiva delle aree su cui insiste. Ricordo che l Accordo di programma 2007 prevedeva il completamento delle operazioni entro il 2013, ma la mancanza di risorse e soprattutto la incredibile lentezza della burocrazia ha allungato i tempi in modo esponenziale, nonostante le pressioni esercitate sulle istituzioni preposte. La logica di gestione dei Sin si è dimostrata dunque poco efficace, ma a questo percorso forse non avevamo alternative. Oltre alla bonifica del sito di interesse nazionale, dobbiamo affrontare anche la presenza diffusa di amianto sul territorio. Conformemente a quanto previsto dalla Regione Lombardia per il raggiungimento degli obiettivi del PRAL (via l amianto dalla Regione entro il 2016) l Amministrazione comunale, dopo aver provveduto ad avvisare i residenti della necessità di segnalare la presenza di amianto sulle proprietà private ed a seguito di un risultato insoddisfacente ( 25% di risposte) ha effettuato direttamente il censimento delle copertura dei tetti in amianto utilizzando sia le foto aeree sia sopralluoghi, effettuati a tappeto. Si è calcolata la presenza di circa 150.000 mq di lastre di cemento amianto. Al fine di favorirne lo smaltimento andrebbero previsti incentivi, ma allo stato, nonostante le sollecitazioni avviate non si è pervenuti a soluzioni concrete. Il monitoraggio ambientale. Già negli anni 1991 1992 un indagine condotta dall allora USSL di Voghera e dal PMIP di Milano avevano dimostrato nell aria del territorio di Broni una concentrazione di fibre di amianto decisamente superiore rispetto a quella rilevata a Casteggio, un comune limitrofo avente caratteristiche demografiche analoghe, ma privo di insediamenti industriali che utilizzavano l amianto come materia prima. Nonostante in quegli anni i quantitativi di amianto lavorati dalla Fibronit fossero già decisamente inferiori rispetto agli anni precedenti, le concentrazioni rilevate a Broni erano comunque superiori ai limiti di sicurezza previsti a quel tempo dalle linee guida dell OMS (0.7 ff/l contro 0.5 ff/l). La stessa indagine aveva dimostrato che le variazioni delle concentrazioni di fibre aerodisperse avevano un andamento circadiano, settimanale e mensile sincronizzato con i tempi dell attività lavorativa che si svolgeva presso la ditta Fibronit. Dal 2004 è tuttora in corso, da parte del Dipartimento di Pavia dell ARPA Lombardia in collaborazione con l ASL di Pavia, il campionamento per la ricerca delle fibre normate aerodisperse nella città di Broni, ai fini del controllo della situazione ambientale legata alla presenza sul territorio dei rifiuti di amianto accumulati in seguito all attività produttiva della ditta Fibronit. Per quanto riguarda la ricerca in aria ambiente delle fibre di amianto ultrafini, dai primi risultati registrati nell area di Broni, risulta evidente che la loro concentrazione sia comunque molto bassa, come dimostrato dalla relazione finale dell ARPA di Milano sul monitoraggio ambientale delle fibre di amianto aerodisperse normate e ultrafini in attuazione del punto 3 del PRAL. Questo documento riassuntivo contiene tra l altro i risultati analitici più recenti dei campionamenti eseguiti nell area di Broni. Durante tutte le attività di bonifica pregresse e successivamente a queste non si sono notate variazioni di rilievo dei valori della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse né nel territorio del comune di Broni, né in particolare nelle immediate vicinanze del cantiere. E importante rilevare come anche durante l attuale intervento di bonifica non si siano registrate variazioni di rilievo. Al contrario i dati fornitici dall ARPA indicano negli anni un costante calo della concentrazione di amianto nell aria, calo che non si è arrestato neppure nel 2011 rispetto al 2010, nonostante le attività di bonifica. E noto infatti che in queste fasi vi sia un maggior rischio di

diffusione dell inquinante nell aria. In particolare ciò accade quando si movimentano materiali contenenti amianto come nel nostro caso. Tuttavia, è evidente che un puntuale rispetto delle normativa di igiene del lavoro da parte delle ditte incaricate ed una costante opera di controllo da parte dell Ente preposto sono necessari e sufficienti per far sì che tali delicate operazioni possano avvenire senza creare pericolo per i lavoratori e per la popolazione residente. E comunque tuttora in atto un programma di campionamenti dell aria ambientale sia in prossimità dei cantieri che nel territorio comunale tramite l utilizzo delle sopra citate centraline, che sono continuamente in attività, al fine di verificare che anche in futuro non vi siano significativi incrementi della concentrazione di fibre aerodisperse. E inoltre in atto una costante acquisizione dei dati relativi ai campionamenti che la ditta Ireos, responsabile delle attività, predispone nel corso dell intera durata dei lavori. La situazione sanitaria La patologia asbesto correlata non riguarda solo il mesotelioma, ma è noto che l inalazione di fibre di amianto è responsabile di altre patologie spesso ad esito infausto, quali il carcinoma polmonare e l asbestosi. Tuttavia il mesotelioma, per la sua elevata specificità per l esposizione ad amianto è un indice epidemiologico assai preciso nella dimostrazione di un inquinamento ambientale da asbesto. La mortalità per tumore maligno della pleura a Broni (Pavia), relativamente ad un indagine riferita al periodo 1980-1997, si rilevava che i tassi di mortalità della provincia di Pavia sono più elevati di quelli della Lombardia e dell Italia. E tuttora costantemente in atto un monitoraggio di tutti i nuovi casi di mesotelioma, che vengono segnalati alla nostra ASL da parte di medici competenti, ospedali, medici di famiglia, associazioni di cittadini, COR, nonché ricerca attiva da parte degli stessi sanitari dell ASL. I risultati aggiornati sono riassunti nella tabella qui sotto rappresentata. Risulta evidente dall esame dei dati in tabella come nella piccola cittadina di Broni (meno di 10.000 abitanti) vi sia un incidenza che varia da un terzo alla metà dei casi di tutta la provincia di Pavia che conta all incirca 550.000 abitanti. Inoltre, confrontando i valori relativi ai residenti nel comune di Broni rispetto agli ex dipendenti Fibronit si nota che si è verificata nel corso del decennio scorso un inversione dei dati, per cui attualmente la patologia colpisce più frequentemente la cittadinanza rispetto agli ex lavoratori. Un altro aspetto allarmante è il costante aumento del numero di nuovi casi, tanto che si prevede che il picco verrà raggiunto intorno al 2018 2020. Questo dato sembra in contrasto con i valori rassicuranti dei campionamenti, che dimostrano un calo progressivo della concentrazione di fibre aerodisperse nell aria del territorio comunale. In realtà la ragione di questo fenomeno e facilmente spiegabile con il lungo periodo di latenza (anche oltre i 40 anni) che decorre tra l esposizione ad amianto ed l insorgenza del mesotelioma. E evidente che le persone si ammalano nei giorni nostri in quanto subiscono le conseguenze di gravi inquinamenti ambientali pregressi. A fronte di questa situazione ci si è attivati con azioni mirate a migliorare l assistenza ai soggetti colpiti da malattie asbesto-correlate, che purtroppo ad oggi non hanno speranze di guarigione e specificatamente : 1. grazie all allora Ministro della Salute Balduzzi, che colgo l occasione per ringraziare ancora, si è ottenuto di estendere alla Provincia di Pavia il progetto pensato per la Regione Piemonte e denominato Modello operativo per la presa in carico globale del paziente affetto da mesoltelioma maligno, nelle fasi diagnostiche,terapeutiche, di affiancamento durante la terapia attiva e le cure palliative, in cui ora sono state coinvolte tutte le strutture sanitarie operative nell ambito provinciale; 2. è stata attivata una collaborazione tra il Dipo di Pavia (Dipartimento interaziendale Provinciale Oncologico) e la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per uno studio prospettico per la diagnosi precoce del cancro polmonare in soggetti esposti ad amianto e fumatori;

3. attraverso il Consiglieri Regionali pavesi si sono ottenute modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 17 /2003 con la previsione di politiche di sostegno ai soggetti ex esposti colpiti da malattie asbesto correlate. I procedimenti penali I procedimenti penali in corso per sono tre, nell ambito del quale il Comune si è costituito parte civile, insieme a diverse centinaia di cittadini ed enti. Due procedimenti (per 809 vittime tra deceduti ed ammalati ancora viventi piu altre 64) sono stati riuniti in un unico procedimento a carico di 10 imputati ex dirigenti della fabbrica ma suddivisi in due tronconi : due imputati infatti hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati per disastro colposo ex art. 434-449 c.p. a 4 anni di reclusione oltre al risarcimento, che si teme non possa concretizzarsi in quanto gli imputati sono nullatenenti. Peraltro la famiglia proprietaria si è estinta e non ci sono eredi. Per gli altri otto imputati il processo è ancora in corso. Conclusione. La città sta faticosamente cercando di chiudere questa grave ferita e di risollevarsi attuando un piano di sviluppo locale che dia nuova speranza. Dopo 28 anni a settembre abbiamo riaperto un teatro; a breve apriremo un nuovo centro culturale ; stiamo costruendo una nuova scuola elementare in sostituzione di quella prefabbricata in pannelli di cemento amianto; abbiamo realizzato nuove aree produttive e commerciali per creare lavoro. Nonostante le forti difficoltà imposte dalla crisi economica stiamo dunque guardando con l ottimismo della volontà al futuro delle giovani generazioni. Vedo qui oggi tanti giovani, cui rivolgo l invito ad essere protagonisti anche della lotta all amianto senza paura e senza creare panico, ma con determinazione, coscienti che la battaglia sarà lunga, forse decenni, ma è possibile vincerla. Grazie per la cortesia con cui mi avete ascoltato.