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Federico Biondani 127 LE MONETE Federico Biondani Il sepolcreto di Casalandri di Isola Rizza ha restituito complessivamente 62 monete distribuite in 33 tombe: 47 assi, 11 semissi, due dramme padane, un denario e una moneta deformata dal fuoco identificabile probabilmente con un asse (rinvenuta nel riempimento della tomba 56) (cfr. tab. 1). Lo stato di conservazione è in qualche caso discreto, ma per lo più mediocre o pessimo. Gli assi, come nelle altre necropoli celtiche del veronese (cfr. tab. 3) e in generale della Transpad a n a 1, costituiscono la grande maggioranza delle monete rinvenute (ca. il 76%): gli esemplari di Isola Rizza si datano nel periodo che va dalla riforma sestantale (211 a.c. secondo la datazione del Crawford 2 ) alla metà circa del II sec. a.c.; in questo arco di tempo sono collocabili sia gli assi identificati, sia, sulla base del peso, quelli il cui cattivo stato di conservazione non consente un'attribuzione sicura. Alle emissioni anonime senza simboli appartengono quattro esemplari: quello della tomba 36/9 (g 41,213) dovrebbe datarsi al periodo immediatamente successivo la riforma sestantale del 211 a.c.; in epoca più tarda invece dovrebbero collocarsi gli esemplari delle tombe 28/4b e 56/24a di peso di poco superiore all'onciale (rispettivamente g 32,960 e 32,946) e quello della t. 27/9 di peso quasi onciale (g 25,26) 3. Gli assi con simboli o monogrammi e quelli con nome del monetiere che si sono riconosciuti appartengono ad emissioni della zecca di Roma (a parte l'esemplare con spiga della t. 54 coniato da una zecca siciliana 4 ) e si datano (secondo la cronologia del Crawford) fra il 211 a.c. e il 147 a.c. (in particolare negli anni 169-147 a.c.). Sono documentati esemplari delle seguenti serie: - 211-210 a.c.: Spiga (t. 54); - 194-190 a.c.: ME (t. 62) e AV (o AN?) (t. 56); - 189-180 a.c.: Uccello e T (t. 88); - 179-170 a.c.: Delfino (t. 99) e Matienus (t. 26); - 169-158 a.c.: C. SAX (t. 23), A. CAE (t. 12 bis e 51), PAE (t. 93), Grifone e testa di lepre (t. 21 e 108), Furius Purpurio (t. 9), VAL (t. 46), AT (o TA) (t. 12), Ancora (t. 46 e 87) e Asino (t. 79); - 153 a.c.: C. Maianius (t. 12); - 152 a.c.: L. Saufeius (t. 23 e 39); - 151 a.c.: P. Sula (t. 33); - 150 a.c.: SAFRA (t. 14 e 105); - 149 a.c.: C. Iunius C. f. (t. 56 e 97); - 148 a.c.: M. Atilius Saranus (t. 30); - 147 a.c.: C. Ter. Luc. (t. 28). Undici sono gli assi non identificati in cui si ravvisano (o sembrano ravvisarsi) delle lettere: sulla base del peso un esemplare dovrebbe collocarsi tra la fine del III e gli inizi del II sec. (t. 89/o: g 38,002), tre dovrebbero risalire al periodo fine III sec./primi decenni II sec. a.c. (peso superiore all'onciale: t. 12/16c e 12/16e, 12 bis/7a), cinque al secondo venticinquennio circa del II sec. a.c. (peso onciale o che si avvicina all'onciale: t. 27/9b, 39/8a, 46/17e, 56/24c, 84/1) e due alla metà circa del secolo (peso molto inferiore all'onciale: t. 12/16b e t. 46/17a). Fra questi uno è forse attribuibile alla serie MAT del 179-170 a.c. (t. 12/16c), uno alla serie di C. Scribonius del 154 a.c. (t. 12/16b) ed uno all'emissione SAR del 155 a.c. (t. 27/9b). Quattro sono gli esemplari troppo corrosi per un'attribuzione a serie anonime o con nome del monetiere: due, di peso "sestantale ridotto", sono databili tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.c. (t. 88/5b: g 36,655; t. 104/9l: g 32,309); gli altri due di peso inferiore all'onciale (t. 2/4 e 46/17c) dovrebbero collocarsi in pieno II sec. a.c. 1 Cfr. BERGONZI, PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 204, tab. 6. 2 Lo studioso inglese sottolinea che non si può parlare di un momento preciso in cui il peso standard dell'asse passa da due once (asse "sestantale") ad un'oncia (asse "onciale"); infatti verso il 211 a.c. il peso ufficiale dell'asse diventerebbe di due once, ma ben presto farebbero la loro comparsa serie notevolmente sottopeso; il peso andrà riducendosi progressivamente finché, già verso la metà del II sec. a.c., l'asse peserà meno di un'oncia; nel 91 a.c. infine il peso ufficiale della monetazione bronzea si baserà sulla mezza oncia (R R C, pp. 11, 596). Sulla questione delle emissioni bronzee sestantali e unciali cfr. anche AR S L A N 1996b, pp. 103-105. 3 Sulle variazioni di peso delle serie bronzee posteriori al 211 a.c. cfr. RRC, p. 50 ss.; 596. 4 Cfr. RRC, pp. 13-15.

128 LA NECROPOLI GALLICA DI CASALANDRI A ISOLA RIZZA (VERONA) Abbastanza elevata rispetto alle altre necropoli celtiche transpadane 5 - ma in linea con la documentazione dei sepolcreti veronesi (cfr. tab. 3) - è la percentuale dei semissi (11 esemplari che corrispondono al 17,7% delle monete rinvenute). Cinque sono di peso superiore o equivalente allo standard onciale, sei hanno un peso nettamente inferiore. I primi sono testimoniati da un esemplare anonimo (t. 62/7b), databile tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.c. (peso di g 18,443), da un esemplare dell'emissione Vittoria con corona (t. 56/24e) attribuita dal Crawford ad una zecca dell'italia centrale (211-208 a.c.), da uno della serie OPEI (t. 85/5b) datato al 169-158 a.c. e da due esemplari di autorità non determinata di peso superiore all'onciale (t. 85/5a: g 15,422) e quasi onciale (t. 56/24f: g 12,795). Di peso molto inferiore allo standard onciale sono gli esemplari delle tombe 4 (g 5,710), 12 bis (g 6,170), 15 (g 4,955 e 4,176), 28 (g 5,910) e 97 (g 5,819). I semissi delle tombe 15 e 28 sono troppo consunti per ravvisare la presenza di simboli o lettere, invece i tre esemplari delle tombe 4/13a, 12 bis/7c e 97/4b con il segno I davanti alla prua al R/ sono confrontabili con alcuni semissi della collezione Barfieldt di Hannover 6, attribuibili ad una serie "non ufficiale", che sembra abbastanza diffusa nel veronese: infatti, oltre che nel sepolcreto di Isola Rizza, esemplari con un R/ analogo si sono rinvenuti nella necropoli di S. Maria di Z e v i o 7 e negli insediamenti di Monte Castejon (Colognola ai Colli) 8 e di Montorio 9. Tutti questi esemplari, attestati in tombe databili al LT C2-D1 e LT D1 in associazione ad assi e a dramme padane della prima metà (o poco dopo) del II sec. a.c., più che alle serie semionciali immediatamente successive alla promulgazione della lex Papiria del 92/91 a.c. 10, sembrerebbero appartenere ad emissioni precedenti non rispettose degli standard ponderali ufficiali; sappiamo infatti che a partire all'incirca dalla metà del II sec. a.c. di fatto la monetazione bronzea si basa su livelli di peso ben al di sotto di quello onciale 1 1. A questo proposito si segnala che nella vicina area lombarda risulta particolarmente frequente in scavo una monetazione "semionciale" (rappresentata soprattutto da semissi) che Arslan ritiene in gran parte ufficiale e circolante tra gli ultimi decenni del II sec. a.c. e i primi decenni del I sec. a.c. 12. Inoltre, per quanto riguarda il veronese, dove pure i semissi di livello semionciale o anche inferiore sembrano abbastanza diffusi sia in necropoli 13 che in abitato 14, è da segnalare il rinvenimento di un esemplare di g 3,065 nel sepolcreto di S. Maria di Zevio in un tomba che per la presenza di una fibula medio La Tène sembra attribuibile alla fase LT C2 15. I tre esemplari con I davanti alla prua (ma in generale tutti questi semissi "sottopeso") si possono inquadrare nel vasto fenomeno delle cosiddette "serie non ufficiali" (o "imitazioni") di epoca tardorepubblicana, emissioni che sembrano riguardare soprattutto semissi e quadranti, probabilmente per il bisogno di circolante spicciolo particolarmente carente nelle aree periferiche 16. La moneta d'argento è documentata da un denario e da due "dramme" di conio padano. Il denario (attualmente irreperibile) con testa di Roma al D/ si è rinvenuto in una tomba databile al periodo LT C2. Nelle necropoli celtiche transpadane questo nominale non risulta molto frequente 17 ; nel veronese è documentato a Povegliano/Fondo Bertolaso (un esemplare serrato della zecca di Narbonne del 118 a.c.) 1 8, a Povegliano/Ortaia (quattro esemplari tutti della seconda metà del II sec. a.c. rinvenuti nella tomba 225 scavata nel 1992) 19 e, in un numero elevato di esemplari, nella tomba inedita recentemente scoperta a S. Maria di Zevio/Lazisetta. La monetazione celtica padana 20 è rappresentata da un esemplare del tipo insubre con leggenda tou - 5 Cfr. BERGONZI,PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 204, tab. 6. 6 Cfr. CRAWFORD 1982, p. 154, n. 72A (tav. VI) = BERGER 1989, n. 2831; nel catalogo del Berger cfr. anche nn. 2832-2833. 7 BIONDANI 1996, p. 216, t. 91/9b (g 7,55). 8 SA L Z A N I 1983, p. 82: esemplare di g 5,50 rinvenuto in uno strato databile alla prima metà del I sec. a.c. 9 Rinvenimento di superficie inedito: l'esemplare pesa g 6,828. 10 Cfr. RRC, p. 340, n. 339/2. 11 GRUEBER, I, p. 117; RRC, p. 596. 12 ARSLAN 1996a, p. 226. 13 Oltre che a Isola Rizza sono documentati a Valeggio sul Mincio (BIONDANI 1995, p. 78) e a S. Maria di Zevio (BIONDANI 1996, p. 208). 14 Oltre agli esemplari di Colognola ai Colli e Montorio citati alle note 8-9, si segnalano altri due esemplari inediti raccolti in superficie sempre a Montorio e uno rinvenuto a Castel Sottosengia (Fumane) (SALZANI 1981, p. 101: peso g 4,395). 15 SALZANI 1996, p. 36, t. 30. 1 6 Su questo fenomeno (quanto meno tollerato dalle autorità) cfr. CR A W F O R D 1982, pp. 139-141: lo studioso inglese ipotizza una datazione nei primi tre quarti del I sec. a.c.; ma, come si è detto, è probabile che questa cronologia vada anticipata. Riguardo al luogo di emissione, secondo il Crawford è da escludere una loro produzione nella zecca di Roma. Winsemann Falghera ritiene però che alcuni fra gli esemplari considerati dal Crawford di imitazione possano far parte, nonostante le anomalie ponderali, di emissioni regolari della zecca di Roma (WI N S E M A N N FA L G H E R A 1991, p. 361). 1 7 PI A N A AG O S T I N E T T I 1987, p. 507, tab. 1 e p. 515; BE R G O N Z I, PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 204, tab. 6. 18 SALZANI 1986, p. 59. 19 Si tratta dell'unica sepoltura pubblicata fra le 75 rinvenute: BOLLA,C AVALIERI MANASSE,S ALZANI 1993. 20 Su queste monete imitanti la dracma massaliota ed emesse tra il IV e gli inizi del I sec. a.c. cfr. PA U T A S S O 1966; AR S L A N 1990; ID. 1991-92; vari contributi in Numismatica e archeolo - g i a 1994; sulle possibili funzioni di questa monetazione cfr. inoltre: C R A W F O R D 1987, p. 496; GO R I N I 1987, p. 232; AR S L A N 1993, pp. 329-331.

Federico Biondani 129 tiopouos (Pautasso 9/Arslan XI) 21 e da uno del tipo cosiddetto cenomane (Pautasso 6/Arslan IX) 2 2. Entrambi i tipi furono emessi probabilmente verso la metà del II sec. a.c. ed ebbero una diffusione più o meno contemporanea 2 3. L'esemplare insubre compare in una tomba (n. 15) databile al LT D1, la "dramma" cenomane in una tomba (n. 33) LTC2- D1. Sembra significativo che anche a Valeggio e a S. Maria di Zevio le dramme padane rinvenute compaiano in sepolture LT C2-D1 e siano assenti nelle tombe di fase LT D2 2 4, segno forse di una diminuzione della disponibilità di questa moneta con l'avanzare del I sec. a.c. 2 5 L'esemplare con leggenda t o u t i o p o u o s presenta una testa di "stile fluido" al D/ e leone ancora naturalistico al R/ 26 ; la leggenda in caratteri dell'alfabeto nord-etrusco indica con probabilità il nome di un principe (regu - lus) e/o magistrato responsabile delle emissioni 27. A differenza del tipo cenomane, il cui utilizzo come mezzo di scambio appare improbabile o comunque secondario, la moneta insubre presenta caratteristiche che fanno pensare ad una vera e propria circ o l a z i o n e 2 8. Questa moneta, ben attestata nella pianura milanese e bergamasca, è presente anche in territorio cenomane sia nel bresciano che nel veronese (sepolcreti di Valeggio sul Mincio e di Zevio e territorio di S. Anna di Alfaedo) ed è testimoniata inoltre in una stipe votiva di Este 2 9. La sua presenza a Isola Rizza conferma la diffusione verso oriente lungo la direttrice fluviale atesina. L'esemplare cenomane appartiene al tipo con capigliatura "a virgole" e presenta una pseudo-leggenda costituita da segni derivati da MA A; come per l'esemplare t o u t i o p o u o s il rinvenimento di Isola Rizza documenta la diffusione verso est del tipo, che al momento risulta attestato soprattutto nel bergamasco e nel bresciano 3 0 ; nel veronese è documentato nel sepolcreto di S. Maria di Zevio 31 e negli abitati di Castel Sottosengia (Fumane) e del Monte Loffa (S. Anna di Alfaedo) 3 2. Nelle necropoli galliche dell'italia settentrionale le monete d'argento di conio celtico sono poco numerose, anche rispetto alle monete d'argento romane (denari, vittoriati e quinari) 33. In tomba il tipo tou - tiopouos, oltre che a Valeggio e a S. Maria di Zevio, è testimoniato a Bolgare nel bergamasco 34 ; il tipo cenomane, oltre che a S. Maria di Zevio, è documentato a Treviglio 35. Nel sepolcreto di Isola Rizza, come nelle altre necropoli celtiche veronesi attribuibili alle fasi LT C2-D1/2 al momento meglio conosciute (Valeggio e S. Maria di Zevio), la percentuale di tombe con moneta (rispetto alle coeve necropoli della Transpadana occidentale 3 6 ) risulta abbastanza elevata: l'offerta monetale era presente in 33 sepolture su 111 (29,7%); all'incirca la medesima percentuale si riscontra a S. Maria di Zevio (44 tombe su 147), mentre a Valeggio sul Mincio essa raggiunge il 41,4% (12 sepolture su 29). Poche monete hanno restituito le aree funerarie rinvenute a Povegliano nel secolo scorso (Campi Magri della Bora e Madonna dell'uva Secca) 3 7 : va detto però che questi siti non furono oggetto di scavi accurati. Mancano dati per il sepolcreto scoperto di recente a Povegliano/Ortaia che è in corso di studio 3 8 (cfr. tab. 3). 2 1 Cfr. AR S L A N 1991-92, pp. 21-23. Questo tipo fa parte di un gruppo di tre emissioni - le altre due con leggenda p i r a k o s e rikoi (o rikos) - che il Pautasso definisce "leponzie"; Arslan sottolinea però che i tre tipi dominano la circolazione nell'area abitata dagli Insubri e che l'alfabeto utilizzato per le leggende poteva servire per esprimere la lingua celtica parlata da questo popolo: ARSLAN 1986, pp. 120-121. È probabile che la zecca sia da localizzare a Mediolanum, il centro principale del territorio insubre: ibidem, p. 118. 22 Cfr. ARSLAN 1991-92, p. 21. 23 Cfr. ARSLAN 1993. 24 Al LT D1 si data la tomba con esemplare insubre rinvenuta a Valeggio sul Mincio (SA L Z A N I 1995, p. 17: t. 4), al LT C2 la sepoltura con esemplare insubre di S. Maria di Zevio e al LT D1 la tombe con esemplare cenomane sempre di S. Maria di Zevio (BIONDANI 1996, p. 209). 2 5 Si ricorda comunque che, come gli assi emessi nel II sec. a.c., anche le monete celtiche padane furono utilizzate come offerta funebre fino alla prima età imperiale: cfr. GIROLA 1994, p. 138. 26 Cfr. ARSLAN 1990, p. 87. 27 Cfr. ARSLAN 1991, p. 73. 2 8 Cfr. AR S L A N 1993, pp. 329-331: elementi che testimoniano per una effettiva circolazione sono la regolarità delle medie ponderali e la presenza di una leggenda che individua l'autorità emittente, caratteristiche che invece non troviamo nella moneta cenomane. 2 9 Per la diffusione del tipo cfr. PA U T A S S O 1966, p. 48; ID. 1973-75, pp. 338-341 (= ID. 1986, pp. 206-209); AR S L A N 1986, p. 116. Per le attestazioni nel veronese cfr.: SA L Z A N I 1981, pp. 120-122, nn. 3-4, 9, 12 (Monte Loffa presso S. Anna di Alfaedo); BI O N D A N I 1995, p. 81: t. 4 (Valeggio sul Mincio); ID. 1996, p. 217: t. 106 (S. Maria di Zevio); nel veronese le emissioni insubri sono testimoniate anche da una dramma r i k o i (o r i k o s) rinvenuta a Nogarole Rocca (SA L- Z A N I 1986, p. 89); per il rinvenimento di Este cfr. PA U T A S S O 1 9 6 6, p. 73 (tipo 9C). Si segnala inoltre un esemplare t o u t i o p o u o s ( P a u- tasso 9A) conservato al Museo di Aquileia il cui luogo di ritrovamento è però sconosciuto (GO R I N I 1984, p. 293, n. 26). 30 Cfr. PAUTASSO 1966, p. 47; Arslan ipotizza una produzione a Brescia, centro principale della popolazione cenomane (ARSLAN 1990, p. 86). 31 BIONDANI 1996, p. 218, t. 152. 32 SALZANI 1981, pp. 101 (n. 1) e 120 (n. 5). 33 Cfr. PIANA AGOSTINETTI 1987, pp. 509-510. 34 GIROLA 1994, p. 138: assieme a questa moneta furono rinvenuti tre assi di cui due emessi fra 169 e 158 a.c. 35 PAUTASSO 1966, p. 68. 36 Cfr. BERGONZI,PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 204, tab. 6; GRAS- SI 1995, pp. 83-84. 3 7 Per il sepolcreto in località "Campi Magri della Bora" cfr. CIPOLLA 1880, pp. 236-239; per le scoperte in località Madonna dell'uva Secca cfr.: ibidem, pp. 239-241. 3 8 BO L L A, CA V A L I E R I MA N A S S E, SA L Z A N I 1993. Alcune monete furono recuperate anche nell'area sepolcrale di Ciringhelli di Vigasio per la quale però mancano dati circa il numero delle tombe (SALZANI 1983-84, p. 356).

130 LA NECROPOLI GALLICA DI CASALANDRI A ISOLA RIZZA (VERONA) Fra le sepolture con moneta 30 (ca. il 91%) sono ad incinerazione e solamente tre ad inumazione (ca. il 9%), percentuali che rispecchiano all'incirca il numero complessivo delle cremazioni e delle inumazioni della necropoli. Le tombe che sulla base degli oggetti di corredo e/o dei resti ossei si possono ritenere sicuramente o con probabilità maschili sono 11 (compresa la tomba 56 che contiene anche i resti di un bambino o di una donna), quelle femminili 12, quelle di bambini o di individui giovani di sesso non determinato nove (a queste va aggiunta la sepoltura con deposizione doppia sopra ricordata). A differenza che nel sepolcreto di S. Maria di Zevio 3 9 e in generale nelle necropoli della Transpadana celtica 4 0, dove si nota una leggera prevalenza delle offerte monetali nelle sepolture maschili, ad Isola Rizza le deposizioni di monete sono presenti in numero pressoché uguale nelle sepolture maschili e in quelle femminili. È da segnalare inoltre la presenza abbastanza elevata in percentuale di offerte in tombe contenenti resti di bambini o di individui di età giovanile, secondo un uso già documentato nelle necropoli galliche della Transpadana 4 1 e testimoniato nel veronese nel sepolcreto di Valeggio 4 2. Circa la composizione delle offerte si riscontrano 11 combinazioni (cfr. tab. 2). Come vediamo nelle necropoli di Valeggio sul Mincio e di S. Maria di Zevio e in genere nelle necropoli celtiche transpadane soprattutto di epoca più tarda 4 3, la deposizione di gran lunga più diffusa è costituita da un solo asse, presente in 18 corredi (il 54,5% delle sepolture con moneta) sia maschili (in prevalenza) che femminili o di bambini/giovani. Percentuali simili troviamo a Valeggio sul Mincio (8 tombe su 12: 66,7%) e a S. Maria di Zevio (26 tombe su 44: 59,1%). Tre sepolture (probabilmente femminili) hanno restituito due assi (ca. 9%), combinazione abbastanza c o m u n e 4 4, presente a Zevio con percentuale identic a 4 5. La combinazione costituita da cinque assi, che a Isola Rizza è testimoniata in due tombe, entrambe maschili (t. 12 e 46), è documentata in una sepoltura ad inumazione di Boffalora d'adda (Lodi) 4 6. In cinque tombe gli assi sono associati a semissi: due contenevano un asse e un semisse (t. 62 e 97: la prima femminile, la seconda di sesso non identificato), due presentavano due assi e un semisse (t. 12 bis e 28 probabilmente femminili) ed una quattro assi e due semissi (t. 56 con doppia deposizione: maschile e femminile /o di bambino). La prima combinazione è testimoniata in una tomba di Verdello (Bergamo) 4 7, in una di Remedello di Sopra (Brescia) 4 8, in due di Valeggio sul Mincio 49 e in due di S. Maria di Zevio 50, la seconda è documentata a S. Maria di Zevio 51, la terza invece non risulta attestata altrove. Sono poi documentate due tombe con soli semissi: una maschile con un unico esemplare (t. 4) ed una di giovane con due (t. 85). La prima combinazione compare in una sepoltura di S. Maria di Z e v i o 5 2, la seconda non risulta documentata in nessun altro sepolcreto di questo periodo. In alcune tombe infine la moneta di bronzo è associata a quella d'argento con le seguenti combinazioni: due assi/denario (t. 27), asse/dramma padana (t. 33) e due semissi/dramma padana (t.15). La prima associazione è presente in una tomba di Ornavasso/S. Bernardo 53, maschile come la nostra; la seconda è documentata in una tomba femminile di Ornavasso/Persona 54 (quella di Isola Rizza è attribuita ad un giovane); la terza, testimoniata in una tomba femminile, non risulta documentata altrove. In generale sembra di notare che l'offerta monetale nelle tombe maschili supera leggermente per quantità o qualità quella delle tombe femminili: in particolare si ricorda che entrambe maschili sono le due tombe con i cinque assi e che maschile è pure l'unica sepoltura con denario. La presenza della dramma padana (oltre che in una tomba forse di giovane) in una tomba sicuramente femminile viene forse a confermare un uso preferenziale di questa moneta nelle sepolture femminili, come vediamo ad Ornavasso 55. A livello diacronico è da dire che l'excursus cronologico piuttosto ristretto delle tombe rinvenute, 39 BIONDANI 1996, p. 209. 40 Cfr. PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 510. 41 Cfr. PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 510. 42 BIONDANI 1995, p. 79, tab. 1. 43 Cfr. PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 510; BIONDANI 1995, p.79: ID 1996, pp. 209-210; nel veronese è presente anche in una tomba di S. Pietro di Morubio della prima metà del I sec. a.c. (RIZZET- TO 1980, p. 179). 44 PI A N A AG O S T I N E T T I 1987, p. 513, tab. 2; cfr. anche GR A S S I 1995, p. 67, n. 57 (t. 2 di S. Giustina e Bissone nel pavese). In area veneta lungo la direttrice atesina si segnala la tomba maschile rinvenuta a Gomoria (Montagnana): VITALI 1989, pp. 9 e 17. 45 BIONDANI 1996, p. 213, tab. 2 (in tre casi l'identificazione di uno degli assi non è del tutto sicura: una t. probabilmente femminile, le altre di sesso non individuabile). 46 GRASSI 1995, p. 49, n. 6 (con bibl.). 47 GRASSI 1995, pp. 71-73, n. 64.1 (LT D1). 48 BERGONZI,PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 205 (tomba 2). 49 BIONDANI 1995, p. 79 (una t. maschile e una femminile). 50 BIONDANI 1996, p. 213, tab. 2 (una t. maschile e una di sesso non identificato). 51 BIONDANI 1996, p. 213, tab. 2 (due tombe di cui una probabilmente maschile); si segnala inoltre il rinvenimento di un asse, di un semisse ed di un bronzo non id. in una tomba di Povegliano (BERGONZI,PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 204, tab. 6). 52 BIONDANI 1996, p. 213, tab. 2 (t. di sesso non identificato). 5 3 PI A N A AG O S T I N E T T I 1987, p. 513, tab. 2: denari e assi sono presenti in altre tombe con diverse combinazioni. 54 PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 513, tab. 2. 5 5 Cfr. PI A N AAG O S T I N E T T I1985, p. 897; EAD. 1987, pp. 511, 513, tab. 2.

Federico Biondani 131 inquadrabili quasi tutte nella fase LT D1, non permette considerazioni significative. Si sottolinea solamente che l'unico denario rinvenuto si trovava in una delle due tombe con moneta collocabili nel LT C2, un elemento che sembra confermare, in linea generale, la progressiva diminuzione di valore dei nominali deposti in tomba nelle fasi più recenti 56. Riguardo alla posizione si segnala che nelle tre tombe ad inumazione le monete erano collocate in mano (t. 2) all'altezza del bacino (27) e sul petto (t. 84). Nelle tombe ad incinerazione l'offerta monetale si trovava assieme o vicino alle ossa combuste, una posizione analoga a quella riscontrabile nelle altre necropoli transpadane ad incinerazione 5 7 ; solamente nella t. 88 (femminile) le monete erano distinte dalle ossa. A differenza che nella necropoli di S. Maria di Zevio/località Mirandola dove si è rinvenuto un numero relativamente alto di esemplari con chiari segni di alterazione dovuta al calore della pira f u n e b r e 5 8, le monete di Isola Rizza, a parte una (rinvenuta nella terra di rogo della t. 56), non presentano tracce evidenti di bruciatura, segno di una offerta "secondaria" effettuata assieme agli altri oggetti di corredo dopo la cremazione; nella t. 56 con moneta bruciata la presenza di altre monete non combuste indica una duplice deposizione (la prima sul rogo funebre, la seconda dopo la cremazione). Dove sono presenti più esemplari, questi di norma si trovano accostati. L'offerta monetale che troviamo nelle tombe celtiche transpadane di II-I sec. a.c. costituisce un'importante testimonianza del processo di romanizzazione del costume funerario delle popolazioni locali: nelle tombe di questo periodo, infatti, accanto ad oggetti (in particolare le armi) legati alla tradizione indigena si diffondono materiali come il vasellame da mensa in bronzo e terracotta, gli strigili, le lucerne e le monete che lasciano intendere un'adesione a modelli culturali ellenistico-romani 5 9. Riguardo alle monete sappiamo dalle fonti antic h e 6 0 che nel mondo greco-romano dovevano servire al defunto per pagare il traghettatore infernale Caronte; tale interpretazione è stata messa in d i s c u s s i o n e 6 1 e rimane comunque incerto quanto questa credenza sia estensibile all'interno della civiltà classica e ancor di più se sia estensibile a popolazioni che vivono ai margini rispetto a questa civiltà come i celti transpadani di II-I sec. a.c. 6 2 Per questi la deposizione di monete nei corredi tombali potrebbe costituire un'adesione agli usi funerari dei romani senza particolari significati oppure con significato diverso rispetto a quello di origine: si è supposto, per esempio, con riferimento soprattutto alle popolazioni dell'area alpina che l'offerta monetale costituisca un simbolo di prestigio sociale e di ricchezza 6 3. Nel caso delle necropoli tardoceltiche veronesi, collocabili in una fase di contatti sempre più stretti con Roma 6 4, la posizione delle monete che nelle tombe ad inumazione sono collocate sul bacino, sul petto o in mano 6 5, la presenza nella maggior parte delle sepolture di un unico esemplare (quasi sempre un asse), come vediamo nelle necropoli romane tardorepubblicane e della prima età imperiale sono elementi che suggeriscono un uso dell'offerta monetale con significati analoghi a quelli presenti nel mondo grecoromano fra II e I sec. a.c.; e in questo periodo la deposizione monetale, nata forse con altri fini, nella credenza popolare quasi sicuramente è ancora collegata all'idea del nocchiero infernale. Per quanto riguarda la presenza di più monete nella medesima sepoltura (per esempio cinque esemplari sono stati recuperati nelle t. 12 e 46 e sette - compresa la moneta combusta del riempimento - nella t. 56 che però conteneva due incinerati), essa potrebbe derivare da una maggiore pie - tas dei familiari del defunto o dal desiderio di una maggiore garanzia per il pagamento a Caronte 66 ; non è da escludere tuttavia che possa essere interpretata come un segno del diverso livello sociale ed 56 PIANA AGOSTINETTI, p. 515. 5 7 Cfr. in particolare il vicino sepolcreto di S. Maria di Zevio dove, in quasi tutte le tombe, le monete sono mescolate o vicine alle ossa combuste (BIONDANI 1996, p. 210); la medesima posizione è testimoniata in una tomba di Remedello di Sotto; invece una collocazione al di sopra delle ossa combuste, su di una tavoletta in legno, è segnalata a Valeggio in Lomellina; dove è presente un ossuario l'offerta monetale è deposta di norma all'interno del vaso e quindi sempre a contatto con le ceneri: cfr. BERGONZI,PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 204, tab. 6 e p. 205 ss. (ivi bibl.). 58 BIONDANI 1996, p. 210 (in tutto nove esemplari su 70). 59 Cfr. GRASSI 1995, p. 79 ss. 60 Cfr. BIONDANI c.s. 61 Cfr. BERGONZI,PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 166. 62 Sulla questione cfr. PI A N A AG O S T I N E T T I 1987, p. 505; BE R- GONZI, PIANA AGOSTINETTI 1987, p. 164. 63 Cfr. PI A N A AG O S T I N E T T I 1985, p. 896; EAD. 1987, pp. 515-516: ivi sono discusse anche l'ipotesi della moneta come talismano (nel caso però di metalli preziosi) e una vecchia ipotesi di Ulrich Bansa, secondo cui, nella necropoli di Ornavasso, la moneta costituirebbe l'elemento discriminante fra cittadini romani o aventi uno ius italico e la popolazione autoctona. 6 4 Il processo di romanizzazione già in atto nel II sec. a.c. (favorito dai soldati transpadani utilizzati nell'esercito romano, dai mercanti e dagli immigrati dalla penisola) si intensifica dopo l'89 a.c. con la concessione ai transpadani del diritto latino: cfr. GRASSI 1995, pp. 31-32. 65 Queste posizioni ricorrono nelle tombe ad inumazione delle necropoli greco-romane. Per rimanere nel territorio veronese si segnala ad esempio che nelle tombe infantili ad inumazione della necropoli di Porta Palio la moneta è posta per lo più nella mano destra, in un caso nella mano sinistra e in un altro presso il cranio (in bocca?); una moneta presso il cranio si è trovata anche in una tomba femminile di II sec. (n. 1381): CA V A L I E R I MANASSE, BOLLA 1998, pp. 123-124, 130. 66 Cfr. SIMONETT 1971, pp. 46-47 (a proposito delle necropoli di età romana del Canton Ticino).

132 LA NECROPOLI GALLICA DI CASALANDRI A ISOLA RIZZA (VERONA) economico del defunto, come sembrerebbe suggerire il ricco corredo (armi e vasellame per il banchetto funebre) rinvenuto in tutte e tre le tombe sopra ricordate. Va comunque tenuto presente lo scarso valore venale 67 e il numero comunque limitato dei nominali deposti, ben diverso rispetto a quello di altre tombe celtiche transpadane come quelle di Treviglio 68 o di S. Maria di Zevio/Lazisetta 69 dove si sono rinvenuti dei veri e propri gruzzoli. È indubbio che nella necropoli di Isola Rizza, come in quelle di Zevio e Valeggio, per l'offerta funebre furono preferite monete di scarso valore (nominali bronzei e dramme padane certamente meno apprezzate rispetto all'argento di conio romano); tuttavia all'interno di questa moneta "spicciola" la documentazione offerta da questi sepolcreti sembra riflettere l'effettiva circolazione dei nominali deposti nel periodo fra la metà del II sec. a.c. e gli inizi dell'età augustea (LT C2- D1/2) 70. Infatti, anche se i rinvenimenti monetali riferibili a contesti abitativi di quest'epoca in territorio veronese o in territori limitrofi risultano piuttosto limitati, tuttavia pure dagli scavi di abitato sembra emergere la relativa abbondanza degli assi rispetto ai sottomultipli (rappresentati soprattutto da semissi come in necropoli) 7 1 ; inoltre, come nei sepolcreti, risulta documentata la contemporanea circolazione di moneta romana e moneta celtica 72 : la prima doveva essere utilizzata per transazioni a largo raggio, la seconda invece era usata per scambi a livello locale e nel corso del I sec. a.c. venne progressivamente soppiantata dalla moneta di conio romano 73. Riguardo ad un'eventuale preferenza per determinate emissioni, la larga documentazione relativa agli assi sembra indicare che le serie utilizzate per l'offerta dovevano essere quelle più diffuse sul mercato al momento della deposizione (cfr. tab. 4); il fatto che numerosi esemplari si trovino in sepolture di molti decenni posteriori rispetto all'epoca della coniazione sembra dipendere non tanto da una conservazione intenzionale a scopo funerario quanto dalla lunga vita della serie 74. A questo proposito è interessante notare che anche nella prima età imperiale, per la moneta bronzea, sembra esserci una sostanziale corrispondenza fra la documentazione in tomba e la massa circolante sia per i nominali che per i tipi 75. 6 7 Il calcolo del potere d'acquisto delle monete rinvenute non risulta facile; si ricorda che, secondo la testimonianza di Polibio, verso la metà del II sec. a.c. in Cisalpina con mezzo asse si poteva usufruire di vitto e alloggio in una locanda; ben presto però i prezzi aumentarono considerevolmente. A metà del I sec. d.c. con un asse e un semisse si compravano una pagnotta e un boccale di vino: cfr. PI A N A AG O S T I N E T T I 1987, pp. 511-514 (ivi bibl.). 6 8 Cfr. BE R G O N Z I, P I A N A AG O S T I N E T T I 1987, pp. 208-209. Riguardo alle monete di località Crodonsel non è sicuro se provengano da un'unica tomba o da più tombe adiacenti (cfr. GRAS- SI 1995, p. 72). 6 9 Tomba inedita rinvenuta di recente, in corso di studio da parte del dott. L. Salzani. Si segnala ancora in area veneta la tomba di Caltrano (Vicenza) con una dozzina di "imitazioni massaliote" (BE R G O N Z I, PI A N A AG O S T I N E T T I 1987, p. 209: ivi bibl.). 70 BIONDANI 1996, pp. 211-213. 7 1 Si segnala per esempio l'abitato di Monte Castejon (Colognola ai Colli) dove, negli strati attribuibili alla prima metà del I sec. a.c., si sono rinvenuti tre assi e un semisse "semionciale" (SALZANI 1983, p. 82); in Lombardia si vedano i casi di Milano e Bedriacum:ARSLAN 1996b, p. 104. 7 2 Si veda per es. l'abitato della tarda età del ferro di Castel Sottosengia (Fumane) dove si sono recuperati un asse, un semisse e una dramma padana: SALZANI 1981, p. 101. 73 Cfr. ARSLAN 1993, p. 330. 74 Come è noto, gli assi onciali rimasero in circolazione fin oltre l'età augustea: CRAWFORD 1985, pp. 72, 260-261. 7 5 Cfr. contributo di E.A. Arslan al Convegno di Neuchâtel (1995), in stampa; cfr. anche BIONDANI c.s.

Federico Biondani 133 n. rito tipo di cronologia posizione sesso semissi denari tomba tomba assi dramme tot. monete 2 inum. fossa LT C-D mano F? 1 1 4 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa M 1 1 9 inc. fossa LT D2 vicino alle ossa bambino 1 1 12 inc. cassetta LT D1 assieme alle ossa M 5 5 12bis inc. fossa LT D1 assieme alle ossa F? 2 1 3 14 inc. fossa LT D1(?) assieme alle ossa giovane 1 1 15 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa F 2 1 3 21 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa M 1 1 23 inc. fossa LT D1 vicino alle ossa F? 2 2 26 inc. fossa LT C2 assieme alle ossa F? 1 1 27 inum. fossa LT C2 bacino M 2 1 3 28 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa F? 2 1 3 30 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa F 1 1 33 inc. fossa LT C2-D1 vicino alle ossa giovane? 1 1 2 36 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa bambino? 1 1 39 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa F? 2 2 46 inc. cassetta LT D1 assieme alle ossa M 5 5 51 inc. cassetta LT D2 assieme alle ossa M? 1 1 54 inc. fossa LT C-D assieme alle ossa M 1 1 56* inc. fossa LT D1 assieme alle ossa bambino o F e M? 4 2 6 62 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa F 1 1 2 79 inc. fossa LT C-D vicino alle ossa giovane? 1 1 84 inum. fossa LT C-D petto bambino? 1 1 85 inc. fossa LT C-D vicino alle ossa giovane 2 2 87 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa M 1 1 88 inc. fossa LT C-D distinta dalle ossa F 2 2 89 inc. fossa LT C-D? M? 1 1 93 inc. fossa LT C-D assieme alle ossa giovane 1 1 97 inc. fossa LT C-D vicino alle ossa? 1 1 2 99 inc. fossa LT D1 vicino alle ossa M 1 1 104 inc. fossa LT D1 vicino alle ossa F? 1 1 105 inc. fossa LT C-D vicino alle ossa F 1 1 108 inc. fossa LT D1 assieme alle ossa bambino 1 1 47 11 2 1 61 *Nel riempimento della tomba grumo di bronzo derivato da moneta fusa (probabilmente un asse). Tab.1 - Le tombe con moneta combi- assi semissi denari tot. tot. tombe M tombe F tombe di Sesso n. tombe nazioni dramme monete tombe bambini non id. o giovani A 1 1 18 4+2? 2+3? 4+3? 2, 9, 14, 21, 26, 30, 36, 51, 54, 79, 84, 87, 89, 93, 99, 104, 105, 108 B 2 2 3 1+2 23, 39, 88 C 5 5 2 2 12, 46 D 1 1 2 2 1 1 62, 97 E 2 1 3 2 2? 12bis, 28 F 4 2 6 1 1? 1 56* G 1 1 1 1 4 H 2 2 1 1 85 I 2 1 3 1 1 27 L 1 1 2 1 1? 33 M 2 1 3 1 1 15 *Nel riempimento della tomba grumo di bronzo derivato da moneta fusa (probabilmente un asse). Tab. 2 - Le combinazioni di monete presenti nelle sepolture.

134 LA NECROPOLI GALLICA DI CASALANDRI A ISOLA RIZZA (VERONA)

Federico Biondani 135 Emissione cronologia Valeggio Zevio/ Zevio/ Povegliano* Vigasio/ Isola Rizza S. Pietro Sorgà totale Mirandola Fenil Nuovo Ciringhelli di Morubio Anonimi fine III-II a.c. 1? 7 4 12 Spiga 211-210 a.c. 1 1 AV (o AN) 194-190 a.c. 1 1 ME 194-190 a.c. 1 1 Toro e MD 189-180 a.c. 1 1 2 Uccello e T 189-180 a.c. 1 1 Vittoria e punta di lancia 189-180 a.c. 2 2 M. Titinius 189-180 a.c. 1 1 Mosca 179-170 a.c. 1 1 Delfino 179-170 a.c. 1 1 Matienus 179-170 a.c. 1 1; 1? 3 Lupa e gemelli 169-158 a.c. 1 1 Ancora 169-158 a.c. 1 1 1 2 5 Asino 169-158 a.c. 1? 1 2 Cappelli dei Dioscuri 169-158 a.c. 1 1 Grifone e testa di lepre 169-158 a.c. 2 2 A. Cae 169-158 a.c. 2 2 4 CINA 169-158 a.c. 1 1 PAE 169-158 a.c. 1 1 Furius Purpurio 169-158 a.c. 1 1 2 P. Blasius 169-158 a.c. 2 2 C. SAX 169-158 a.c. 1 1 VAL 169-158 a.c. 2 1 3 Turdus 169-158 a.c. 1; 1? 2 AT o TA 169-158 a.c. 1 1 SAR 155 a.c. 1? 1 C.Scribonius 154 a.c. 1? 1 C. Maianius 153 a.c. 2 1 3 L. Saufeius 152 a.c. 1 2 3 P. Sula 151 a.c. 1? 1? 1 3 SAFRA 150 a.c. 2 2 4 C. Iunius C. f. 149 a.c. 2 2 2 6 C. Antestius 146 a.c. 1? 1 2 M. Atilius Saranus 148 a.c. 1 1 C. Marcius Libo 148 a.c. 1 1 C. Ter. Luc. 147 a.c. 1 1 C. Font 114/113 a.c. 1 1 simboli o lettere non id. fine III-II a.c. 2 8 1 8 19 anonimi o con nome fine III-II a.c. 3 15 7 4** 3 4 1 2 39 del monetiere *Si considerano tutti i rinvenimenti editi effettuati nell area di Madonna dell Uva Secca (Corte Ortaia, Fondo Novaglia e Fondo Bertolaso) e di Campi Magri della Bora. ** Fra questi un mezzo asse. Tab. 4 - Gli assi rinvenuti nelle aree funerarie veronesi di II-I sec. a.c.