Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

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GOMMA E MATERIE PLASTICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore della gomma e della plastica; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il valore aggiunto prodotto dalla fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche rappresenta lo 0.7 per cento del Pil italiano; oltre un terzo della produzione è destinata all esportazione, denotando quindi una buona propensione all export del settore. Per tutti gli anni novanta la dinamica dell attività produttiva del settore ha mostrato un trend crescente. La tendenza positiva si è però interrotta con il nuovo decennio. Se tra il 1996 ed il 2000 il valore aggiunto era mediamente cresciuto del 2.7 per cento all anno, tra il 2001 ed il 2005 il tasso medio annuo di variazione è risultato negativo (-0.5 per cento). La flessione è andata accentuandosi nel periodo successivo (2006-2010), quando l attività produttiva si è ridotta del 4.4 per cento in media all anno. Tale risultato risente dell ampia caduta registrata nel biennio 2008-2009, quando il valore aggiunto si è complessivamente ridotto del 22 per cento. Il settore della gomma e della plastica, come altri settori produttori di beni intermedi, è stato pesantemente colpito dalla crisi, risentendo della contrazione della domanda industriale internazionale. Nonostante la ripresa osservata nel 2010, le perdite restano ampie e in buona misura strutturali. In prospettiva, si prevede un periodo di marginale ripresa dell attività per il settore: il tasso di crescita previsto nel medio periodo, tra il 2011 ed il 2015, è pari allo 0.9 per cento in media all anno. Tale ripresa non è però sufficiente perché le perdite 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1

subite nella produzione siano recuperate: il ridimensionamento nei livelli produttivi è pertanto permanente. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0 93 96 99 02 05 08 11 14 (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro 2 è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia Il livello della produttività nel settore della plastica è elevato, perché a parità di contenuto di lavoro, il capitale a disposizione di ciascun lavoratore è superiore rispetto a quello di settori industriali tradizionali, per cui risulta maggiore il prodotto per unità di lavoro. La dinamica seguita dalla produttività dell industria della gomma e plastica ha mostrato un trend positivo. Con la sola eccezione della seconda metà degli anni novanta, in cui s è osservata una stagnazione, la produttività è risultata crescente. Tra il 2001 ed il 2005 la produttività è difatti aumentata dell 1.1 per cento in media all anno. La crescita si è interrotta però nel periodo successivo: il tasso medio annuo di variazione nella seconda metà del decennio è stato pari al 0.7 per cento. Il settore è stato interessato dal fenomeno del labour hoarding, che ha consentito di assorbire parte della caduta del valore aggiunto mediante una contrazione della produttività, limitando così la correzione dei livelli occupazionali. Nel corso del 2010, però, si è osservata un primo rimbalzo ciclico. 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2

La correzione degli squilibri dovrebbe proseguire anche nel medio termine: inoltre, dovrebbe proseguire la ristrutturazione del settore, date le ampie perdite strutturali osservate nei livelli produttivi. In prospettiva, pertanto, la produttività è prevista crescente. Produttività del lavoro Livello, 1980=1 1,50 1,45 1,40 1,35 1,30 1,25 1,20 1,15 1,10 1,05 1,00 80 85 90 95 00 05 10 15 Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. L occupazione nel settore della plastica e della gomma ha evidenziato un trend crescente, a partire seconda metà degli anni ottanta fino all inizio degli anni duemila. Nel corso degli anni novanta il settore ha creato 31 mila posti di lavoro. L ultimo decennio, invece, è stato caratterizzato da una fase di ristrutturazione, con un espulsione dal settore di 39 mila occupati. La domanda di lavoro si è ridotta, in media, del 3.7 per cento all anno nella seconda metà degli anni duemila; la correzione congiunturale, pur contenuta dal labour hoarding, conseguente la crisi si è difatti andata a sovrapporre ad una tendenza già negativa. In prospettiva, date le esigenze di ristrutturazione del settore, si prevede un ulteriore calo della domanda di manodopera. 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3

L evoluzione dell occupazione è stata migliore di quella delle unità di lavoro: la caduta della domanda di lavoro non si è tradotta in un uguale contrazione degli occupati grazie alla riduzione delle ore lavorate pro capite, consentita dal ricorso alla Cassa Integrazione. In prospettiva, comunque, la ristrutturazione del settore porterà all espulsione di altri 11 mila occupati nel medio periodo, portando così le perdite rispetto ai livelli pre crisi a 28 mila 500 occupati. Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 240 Unità di lavoro Occupati totali 220 200 180 160 140 120 80 85 90 95 00 05 10 15 L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP 2001. 4

L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** 2010-2015** 10.425 10.438 14 1.863 1.701-162 32.583 32.917 334 18.454 16.920-1.533 3.388 3.181-207 17.083 15.560-1.523 83.135 74.765-8.370 14.769 14.943 174 Totale occupazione 181.700 170.426-11.274 *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5