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RELAZIONE ILLUSTRATIVA OGGETTO: SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE IL RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA 2014/89/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 23 LUGLIO 2014 CHE ISTITUISCE UN QUADRO PER LA PIANIFICAZIONE DELLO SPAZIO MARITTIMO. Il presente decreto è stato predisposto in base alla delega di cui all art. 1, allegato B, punto numero 46, della legge 9 luglio 2015, n. 114 (Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'unione europea - Legge di delegazione europea 2014). Esso intende recepire la direttiva 2014/89/UE, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, e favorire un quadro organico di gestione di un ambito particolarmente complesso, quale è quello marittimo sul quale insistono attività spesso in conflitto tra di loro. Il termine di scadenza della delega è fissato al 18 luglio 2016, come previsto dall articolo 31 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, che continua ad applicarsi nell originaria formulazione relativamente alle deleghe contenute nelle leggi di delegazione europee entrate in vigore in epoca antecedente alle modifiche apportate dall articolo 29 della legge 29 luglio 2015, n. 115. L elevato incremento della domanda di utilizzo di spazi marittimi per i diversi scopi civili e produttivi richiede una strategia integrata di pianificazione e gestione che riesca a coniugare lo sviluppo delle economie marittime con un utilizzo sostenibile delle relative risorse. La pianificazione dello spazio marittimo, infatti, consiste nel pianificare quando e dove svolgere le attività umane in mare e coinvolge le parti interessate in modo trasparente nella gestione delle attività marittime. Trattasi di uno strumento fondamentale di attuazione della politica marittima integrata (PMI) dell'unione europea. La PMI è, pertanto, un approccio multidisciplinare a tutte le politiche dell'ue correlate ai mari. Basandosi sull'idea che l'unione possa ottenere maggiori benefici dai mari e dagli oceani e causare un impatto ambientale minore mediante il coordinamento delle sue politiche, la PMI comprende settori altamente diversi come pesca, acquacoltura, trasporti marittimi, porti, ambiente marino, ricerca marina, energia offshore, cantieristica navale, industrie legate al mare, sorveglianza marittima e turismo marittimo. Questi settori attengono agli usi civili e non militari dei mari. Pertanto la PMI rappresenta un quadro preposto a facilitare lo sviluppo e il coordinamento delle diverse e talvolta contrastanti attività che si svolgono in mare. La pesca è una delle attività economiche che si praticano da più tempo nelle acque europee. Oltre ai problemi della sovraccapacità della flotta, del declino degli stock ittici e della ridotta redditività, il settore della pesca deve far fronte anche a una maggiore concorrenza per lo spazio. L'acquacoltura richiede che siano riservate aree specifiche a tale attività. Il settore delle catture necessita di un accesso flessibile al mare per far fronte ai cambiamenti degli schemi di distribuzione degli stock ittici. Un accesso allo spazio marittimo chiaramente definito a lungo termine è importante per entrambi i settori ed è 1

essenziale un quadro di riferimento che impegni le parti interessate e preveda una cooperazione transfrontaliera. Un'analoga necessità di coerenza e flessibilità spaziali risulta evidente in relazione alla tutela dell'ambiente marino, ossia nella definizione e nella delimitazione delle zone marine protette. Il ricorso alle energie rinnovabili è fondamentale per la politica europea in materia di cambiamento climatico come per altri obiettivi dell'unione. La direttiva del 2009 sulle energie rinnovabili fissa un obiettivo di quota pari al 20% per tali fonti energetiche entro il 2020. Le fonti di energia rinnovabile offshore, in particolare l'eolico offshore, vi contribuiranno in modo importante. I parchi eolici offshore e le altre fonti di energia rinnovabile devono essere connessi alla rete onshore. Tali impianti richiederanno notevoli risorse in termini di spazio, anche nelle zone transfrontaliere. I trasporti marittimi nelle acque dell'unione europea sono intensi. L'U.E. si è posta l'obiettivo di diventare un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva entro il 2020. I settori marittimi offrono ambiti propizi all'innovazione, alla crescita sostenibile e all'occupazione, atti a contribuire alla realizzazione di questo obiettivo. Nell'ottobre 2012, i ministri europei per gli affari marittimi hanno adottato la "Dichiarazione di Limassol" per rafforzare la strategia Europa 2020 dotandola di una solida componente marittima. Come indicato dalla Commissione nella comunicazione "Crescita blu. Opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo", la direttiva costituisce un elemento essenziale di questa ambizione di sviluppare un'economia blu in Europa. Tuttavia, un uso crescente delle zone marittime, unito agli effetti dei cambiamenti climatici, delle calamità naturali e dell'erosione esercita altrettante pressioni su tutte le risorse presenti in esse. È necessaria una gestione integrata e coerente per garantire una crescita sostenibile e preservare gli ecosistemi marini per le generazioni future. La pianificazione dello spazio marittimo è comunemente considerata un processo pubblico di analisi e pianificazione della distribuzione spaziale e temporale delle attività umane nelle zone marine in vista del conseguimento di obiettivi economici, ambientali e sociali. L'obiettivo finale di una pianificazione dello spazio marittimo è di elaborare piani per determinare l'utilizzo dello spazio marittimo e permettere usi diversi del mare. Nel 2008 la Commissione ha pubblicato la comunicazione "Tabella di marcia per la pianificazione dello spazio marittimo: definizione di principi comuni nell'ue", seguita nel 2010 dalla comunicazione "Pianificazione dello spazio marittimo nell'ue risultati ed evoluzione futura", che ha aperto la strada alla direttiva cui si da attuazione. Dobbiamo tener presente anche gli attuali approcci esistenti in materia di pianificazione dello spazio marittimo negli altri Stati della UE. Il Regno Unito ha elaborato un progetto di legge marittima (Marine Bill) concepito come un quadro legislativo globale che istituisce un sistema di pianificazione marittima per tutte le acque britanniche. La Scozia ha redatto un progetto di legge relativo alla gestione dei propri mari. Entrambi i progetti di legge prevedono una nuova struttura amministrativa (Marine Management Organisation) intesa a semplificare le procedure di rilascio di permessi e licenze. In Svezia 2

l'adozione di una legge marittima è stata prevista fin dal 2009. Questi progetti di legge hanno in comune un approccio integrato alla politica marittima nazionale. In Portogallo la Strategia nazionale per i mari (2006) si prefigge di integrare le politiche settoriali e di definire i principi della gestione integrata delle zone costiere (GI.Z.C.). Nel 2007 è stato istituito un comitato interministeriale per gli affari marittimi. La Germania ha esteso alla zona economica esclusiva (Z.E.E.) il campo di applicazione della legge di pianificazione territoriale. Questa estensione è il risultato dello sviluppo del settore dell'energia eolica offshore. Il piano di gestione dello spazio marittimo recentemente messo a punto comprende tutte e tre le dimensioni quali (superficie acquatica, colonna d'acqua e fondale marino) e individua zone per attività marittime specifiche. I piani entreranno in vigore con l'adozione di un'ordinanza giuridica. Attualmente non è previsto un processo di valutazione. Il Belgio utilizza nell'ambito di un piano generale una ripartizione in zone per assegnare lo spazio marino a utilizzazioni specifiche. I fattori propulsivi sono in questo caso l'estrazione di sabbia e ghiaia e l'energia eolica offshore. Nell'ambito di una seconda fase di pianificazione verranno determinati i siti per le zone marine protette (rete NATURA 2000). Il piano autorizza il rilascio di permessi e licenze per un determinato tipo di attività solo all'interno delle zone individuate ed è oggetto di monitoraggio e valutazione periodici. In Polonia la legge sulle zone marine della Repubblica di Polonia e sulla amministrazione marittima disciplina la pianificazione spaziale delle zone marine. Nell'ambito di Interreg IIIB è stato di recente portato a termine un progetto pilota nella Baia di Puck comprendente uno studio sullo sviluppo spaziale dei terreni contigui. La Polonia intende modificare la propria legge nazionale di pianificazione per conferire valore giuridico ai piani di gestione dello spazio marittimo nonché elaborare tali piani per tutte le acque polacche. A tale scopo il governo si ispira ai risultati del progetto. Alcuni Stati membri e altri paesi europei hanno messo a punto piani integrati di gestione marittima che forniscono orientamenti per le decisioni relative alla zona marina interessata. I Paesi Bassi hanno elaborato un piano di gestione integrata per il Mare del Nord per il 2015, la cui motivazione principale è l'esigenza di pianificare la produzione di energia eolica offshore. Il piano introduce un quadro di valutazione integrata per tutte le attività che necessitano di un permesso. È stata elaborata una cartografia delle zone più favorevoli per le attività marittime che si svolgono in luoghi fissi e che dovrebbero conoscere la crescita maggiore. La Norvegia ha elaborato un piano di gestione integrata per il Mare di Barents e per le acque al largo delle Isole Lofoten che fornisce un quadro per un uso sostenibile delle risorse e per le attività esistenti e nuove. Esso tiene conto del fatto che la vulnerabilità dell'ambiente marino varia nel tempo ed evidenzia l'importanza delle conoscenze scientifiche. La Norvegia intende mettere a punto piani di gestione integrata per il Mare di Norvegia e per la parte norvegese del Mare del Nord. La Francia ha introdotto lo schéma de mise en valeur de la mer per il lago Thau nel Mediterraneo e per il bacino di Arcachon nell'atlantico. Il piano, incentrato sullo 3

sviluppo delle zone costiere, comprende misure quali la ripartizione delle attività in zone e individua zone destinate ad utilizzazioni specifiche. La Francia sta attualmente mettendo a punto una legge quadro sull'ambiente che contemplerà disposizioni specifiche per la gestione delle attività marittime. Nel 2007 la Spagna ha adottato una strategia per lo sviluppo sostenibile delle coste. Le regioni spagnole delle Asturie, della Cantabria e dell'andalusia hanno messo a punto piani integrati per la gestione delle zone costiere. La Spagna ha inoltre avviato uno studio sulla ripartizione in zone delle proprie acque territoriali ai fini dello sfruttamento dell'energia eolica offshore. Lo schema di decreto è volto principalmente a promuovere la crescita sostenibile delle attività marittime e l'uso sostenibile delle risorse marine tramite la creazione di un quadro che consenta di attuare efficacemente la pianificazione dello spazio marittimo nelle acque nazionali. L'uso crescente e non coordinato di zone marittime porta ad una eccessiva concorrenza per lo spazio marittimo e a uno sfruttamento inefficiente e non sostenibile delle risorse marine. Le incertezze e l'imprevedibilità relative a un accesso adeguato allo spazio marittimo hanno creato un clima poco propizio agli investimenti, con un rischio di perdite occupazionali. Garantire la distribuzione ottimale dello spazio marittimo fra le parti interessate è essenziale per consentire alle attività concorrenti di realizzare pienamente il loro potenziale. Per garantire che questi vari usi siano sostenibili e non arrechino danni all'ambiente, la pianificazione dello spazio marittimo dovrà adottare un approccio ecosistemico che assicuri la tutela delle risorse naturali che costituiscono la base per lo svolgimento delle varie attività. Infatti, nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dei settori marittimi dell economia degli Stati europei ( blu growth policy), la direttiva prende in considerazione la necessità di favorire la coesistenza sostenibile dei diversi usi pubblici del mare attraverso una opportuna ripartizione degli spazi marittimi, effetto di una pianificazione condivisa delle diverse attività che hanno come ambiente di sviluppo il mare. Gli obiettivi perseguiti con l intervento normativo, pertanto, sono: - creare maggiore coerenza tra le diverse attività che si svolgono in mare; - sviluppare migliori strumenti regolamentari e trasversali (vigilanza marittima integrata, pianificazione dello spazio marittimo (P.S.M.), creazione di una base di dati e conoscenze integrata in ambito marino, strategie marine regionali); - sfruttare in maniera ecologicamente ed economicamente sostenibile ed efficiente il potenziale dei mari e del settore marittimo; - evitare la duplicazione del lavoro tra le diverse autorità nazionali o regionali degli Stati membri in materia di regolamentazione; 4

- facilitare la necessaria pianificazione coordinata delle attività marittime concorrenti e della gestione strategica delle zone marine; - garantire l'applicazione dell'approccio ecosistemico, stabilito dalla direttiva quadro dell'unione europea sulla strategia per l'ambiente marino; - raccogliere informazioni affidabili e statistiche comparabili per l'elaborazione delle politiche marittime a tutti i livelli. L obiettivo di lungo periodo è quello di fornire un opportunità per stimolare la crescita e l occupazione. Lo schema di decreto legislativo si compone di dodici articoli, che, di seguito, si illustrano: L articolo 1 indica le finalità del decreto di recepimento, consistenti nell istituzione di un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo al fine di promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime in conformità alle pertinenti disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), sottoscritta a Montego Bay il 10 dicembre 1982 e ratificata con legge 2 dicembre 1994, n. 689. L articolo 2 indica l ambito di applicazione del decreto. L articolo 3 specifica le definizioni del decreto. Tali definizioni riprendono anche quelle contenute nel d.lgs 152/2006 in materia ambientale e nel d.lgs 190/2010 di recepimento della direttiva 2008/56/CE. L articolo 4 individua gli obiettivi della pianificazione dello spazio marittimo nello sviluppo sostenibile dei settori energetici del mare, dei trasporti marittimi, della pesca e dell acquacultura. Tale pianificazione deve essere deve essere elaborata ed attuata mediante un approccio ecosistemico e multidisciplinare. L articolo 5 descrive lo strumento attraverso il quale è attuata la pianificazione dello spazio marittimo. Tale pianificazione viene attuata mediante i piani di gestione, che individuano la distribuzione spaziale e temporale delle attività e degli usi delle acque marine, presenti e futuri. 5

L articolo prevede, altresì, l armonizzazione, nei piani di gestione dello spazio marittimo, dei piani e dei programmi esistenti e delle attività terrestri utili coinvolte nella interazioni terra-mare. L'approccio ecosistemico e la pianificazione spaziale marittima non possono essere compiutamente realizzati senza una piena considerazione delle interazioni terra-mare. La VAS è condizione essenziale per la corretta e reciproca attuazione della cooperazione transnazionale, sia con i Paesi dell'unione europea che con i Paesi terzi, per il rispetto del principio ecosistemico. L articolo 6 istituisce il Tavolo interministeriale presieduto da un rappresentante del Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da rappresentanti designati dalle Amministrazioni competenti (Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti, dello sviluppo economico, delle politiche agricole, alimentari e forestali, dell ambiente e della tutela del mare e del territorio, dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo, della difesa, dell istruzione e della ricerca scientifica, della salute, del lavoro e delle politiche sociali, dell economia e delle finanze, degli affari regionali, dell Agenzia delle dogane e dei monopoli). Il Tavolo definisce le linee guida per la stesura dei piani di gestione dello spazio marittimo, individuando le aree marittime di riferimento, nonché quelle terrestri rilevanti per le interazioni terra-mare. Il documento individua le zone oggetto di pianificazione che di conseguenza determineranno il numero di piani da approvare; trattasi in sostanza di un documento di programmazione dello sviluppo marittimo sostenibile che, partendo da una analisi del contesto socio-economico-ambientale, definisce gli obiettivi strategici generali e i principali indicatori di risultato/performance. Dall istituzione e funzionamento del Tavolo interministeriale non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dal presente articolo con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. L articolo 7 istituisce presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il Comitato tecnico con il compito di elaborare per ogni area marittima individuata, i piani di gestione dello spazio marittimo. Tale organo, la cui presidenza spetta all autorità competente, è composto da rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da un rappresentante designato dalla Conferenza dei Presidenti delle regioni per ogni area marittima individuata. Le numerose e rilevanti competenze settoriali e intersettoriali non consentono l'attribuzione della 6

funzione di pianificazione a un solo Ministero per il necessario bilanciamento dei rispettivi interessi istituzionalmente assegnati. Le funzioni di segreteria del Comitato sono svolte da personale della Direzione per la vigilanza sulle autorità portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per vie d acqua interne. Il Comitato può avvalersi di un numero non determinabile di esperti per lo svolgimento delle proprie attività. Dall istituzione e funzionamento del Comitato e della relativa segreteria non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dal presente articolo con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. L articolo 8 individua il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti quale Autorità competente per l attuazione della direttiva ed in tale veste provvede ad inviare alla Commissione europea e agli altri Stati membri interessati copia dei piani di gestione dello spazio marittimo e di tutti gli aggiornamenti successivi entro tre mesi dalla loro pubblicazione e a trasmettere alla Commissione europea le informazioni previste dall allegato della direttiva 2014/89/UE. Inoltre, l Autorità competente svolge ulteriori compiti, sia nella fase preparatoria all elaborazione dei piani, come la ricognizione degli atti e delle ordinanze dell Autorità marittima, che in quella successiva, come il monitoraggio sullo stato di attuazione dei piani di gestione. L articolo 9 prevede che, al fine di assicurare la coerenza del processo di pianificazione, sia svolta un attività di consultazione con i soggetti amministrativi interessati a livello centrale e territoriale, nonché con il pubblico. L Autorità competente, sin dalle fasi iniziali dell elaborazione dei piani di gestione dello spazio marittimo, informa tutte le parti coinvolte e consulta i soggetti interessati e le autorità competenti, nonché la popolazione interessata. L articolo 10 attribuisce all Autorità competente la definizione, la gestione e l aggiornamento del sistema informativo integrato a supporto dell attività di pianificazione dello spazio marittimo. Il momento della pianificazione deve basarsi su dati ed elementi scientifici certi in modo da individuare le problematiche specifiche per area da affrontare. Le attività saranno valutate alla luce delle considerazioni economiche, sociali e ambientali. L utilizzo del sistema GIS (Geographic Information Sistem) rende il processo più rapido. Le amministrazioni centrali e locali che detengono le informazioni devono assicurare l accesso ai dati all Autorità competente, nel rispetto dei profili sensibili. Per quanto concerne, poi, l'attuazione della direttiva è previsto di avvalersi delle tecnologie utilizzabili. La direttiva cui si da attuazione prevede esplicitamente l'obbligo di organizzare ed utilizzare i dati rilevanti per la pianificazione dello spazio marittimo e come organizzare lo scambio delle relative informazioni. Tra i dati citati come rilevanti vi sono i dati ambientali, sociali ed economici relativi alle attività previste nonché i dati sulle acque marine. 7

Molti di questi dati sono già disponibili presso gli elencati pertinenti strumenti dei vari Ministeri interessati: il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (VTMIS - S.I.D. Sistema Informativo Demanio); il Ministero dell ambiente e della tutela e del territorio e del mare (portale Natura e connesso SIDIMAR, dati ISPRA per la Strategia Marina) e sono inoltre inclusi nei Programmi di monitoraggio previsti per l'attuazione della Strategia Marina; il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (ARCHEOMAR); il Ministero dello sviluppo economico (data base delle zone di estrazione e titoli minerari per ricerca, coltivazione, prospezione ed estrazione idrocarburi liquidi e gassosi in mare); il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Raccolta Dati Alieutici); l Agenzia delle dogane e dei monopoli (AIDA Automazione integrata accise). La disponibilità dei data del predetto sistema informatico AIDA non potrà riguardare accessi e trattamenti generalizzati o massivi. E stato quindi previsto quale principio e criterio per il recepimento della citata direttiva, il pieno coordinamento dell'acquisizione e utilizzo dei dati e lo scambio delle informazioni, anche a livello transnazionale, tra la strategia marina e la pianificazione spaziale marittima, incluso i dati che si riferiscono alla VAS. L articolo 11 disciplina l attività di cooperazione con gli Stati membri e gli Stati terzi che l Autorità competente dovrà svolgere d intesa con il MAECI, sentito il Comitato tecnico. In particolare, nella cooperazione con gli Stati membri con i quali si condividono bacini marini, si evidenzia la necessità di garantire la coerenza ed il coordinamento dei rispettivi piani di gestione. Inoltre, nella cooperazione con i Paesi terzi è previsto l utilizzo delle sedi internazionali e della cooperazione istituzionale regionale. L articolo 12 stabilisce che le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dall emanando decreto mediante risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, in quanto dal decreto in questione non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 8