LE ORIGINI DI AGENDA 21 LOCALE IL SIGNIFICATO DI AGENDA 21 LOCALE L APPROCCIO DI AGENDA 21 LOCALE I PRINCIPI GENERALI DELL AZIONE LOCALE



Documenti analoghi
Sviluppo sostenibile locale: Agenda 21 come processo partecipato e condiviso del nostro territorio

Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna

Sessione: CONTI FISICI, INDICATORI E REPORTING PER LA SOSTENIBILITA LOCALE Introduzione e conclusioni di Maria Berrini (Ambiente Italia)

COMUNE DI LANCIANO Provincia di Chieti Assessorato Sanità, Ambiente ed Energia Processo di Agenda 21 Locale Lanciano21

Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010

AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LECCE

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini.

L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane

PERUGIA SMART CITY IDEE E PROGETTI PER IL FUTURO Martedì 3 marzo - Confindustria Umbria

COMUNICAZIONE ESITI RAV PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE CAF. A cura del GAV

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt)

Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES -

CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA

1. opuscoli informativi di carattere scientifico e divulgativo; 2. azioni di coinvolgimento diretto dei cittadini.

LA CARTA DEI PRINCIPI PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: CONTESTO ED OBIETTIVI DELL INIZIATIVA CONFEDERALE

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO

I Laboratori per lo Sviluppo sostenibile

CARTA DEL TURISMO RESPONSABILE DI COMUNITA CONCA BARESE

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE NATURALI IN EUROPA. Silva Marzetti

Policy La sostenibilità

ALLEGATO B. Nel corso degli anni il monitoraggio ha previsto nelle diverse annualità:

SCHEDA PROGETTO - A 3. Assessorato della Difesa dell Ambiente. Servizio Sviluppo Sostenibile, Autorità Ambientale e Politiche Comunitarie

Comune di San Martino Buon Albergo

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

AGENDA 21 LOCALE DELLE PROVINCE D ABRUZZO

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Assistenza tecnica funzionale alla

C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O

La nuova logica di realizzazione dei progetti. Fabio Girotto Regione Lombardia

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

POLITICA DI COESIONE

Milano, 21 marzo Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP

schede di approfondimento.

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

Boccadoro. Porto Ercole. Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale. Sindaco: Arturo Cerulli Assessore all Urbanistica: Enzo Turbanti

Progettare oggetti di ecodesign

Dal FEP al FEAMP: quale transizione

WORKSHOP MOBILITA SOSTENIBILE E SICURA IN AMBITO URBANO

Piano delle Performance

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA

LIFE09ENVIT EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER

La RSA: introduzione metodologica

BSC Brescia Smart City

Dichiarazione di Intenti SARDEGNA CORSICA

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

INNOVAPPENNINO - un nuovo modo di fare formazione Castelnovo né Monti, 1 ottobre 2013 Alessandra Nironi M.Letizia Dini

Milano, 9 novembre Vincenzo Saturni

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

Accesso alla banca dati dell inventario delle emissioni in atmosfera

Piano di Azione Educativa sugli OdM attraverso i Gemellaggi Scolastici Nord-Sud. Università Ca Foscari. Venezia, 10 febbraio 2010

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

Europa per i cittadini

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

IL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Gruppo di Lavoro. Le scelte urbanistiche TERZO INCONTRO. Sala Polifunzionale della Biblioteca del Comune di Nembro, SCHEDE PROGETTO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

CARTA DEI SERVIZI ANG

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana

Master La pulizia sostenibile come opportunità. I Pilastri della sostenibilità: Ambiente Sicurezza Sviluppo ASSOCASA. FORUM PA Roma, maggio 2010

PROVINCIA DI BERGAMO Bergamo, 22 ottobre 2012

OSSERVATORIO Corporate Social Responsibility

A cura di Giorgio Mezzasalma

Provincia di Reggio Calabria

CHI SIAMO. Viale Assunta Cernusco s/n Milano

Ruolo e attività del punto nuova impresa

La Simbiosi Industriale nel contesto del Piano Gestione Rifiuti della Regione Emilia Romagna

Linee guida per le Scuole 2.0

CITTA DI BIELLA AGENDA 21 LOCALE REGOLAMENTO DEL FORUM PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA)

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

ANALISI. Questionario per il personale ASI. Data Sezione del documento / Motivo della revisione Revisione Prima emissione documento A

tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio

Manifesto IFLA Per la Biblioteca Multiculturale

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale

Policy. Le nostre persone

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS AV2/07/11 ARTEMIDE.

Comitato codau per il coordinamento degli uffici ricerca scientifica

Transcript:

LE ORIGINI DI AGENDA 21 LOCALE IL SIGNIFICATO DI AGENDA 21 LOCALE L APPROCCIO DI AGENDA 21 LOCALE I PRINCIPI GENERALI DELL AZIONE LOCALE I CONTENUTI DI AGENDA 21 LOCALE LA RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE IL FORUM IL PIANO DI AZIONE AMBIENTALE LO STATO DI ATTUAZIONE AGENDA 21 LOCALE GLI INDICATORI IL CONCETTO DI IMPRONTA ECOLOGICA

LE ORIGINI DI AGENDA 21 LOCALE AGENDA 21 A RIO Agenda perché fissa gli impegni per il futuro, 21 perché il futuro di riferimento è quello del 21 secolo. Documento costituito da 40 capitoli, riferimento globale per lo sviluppo sostenibile del 21 secolo. Articolata in 4 sezioni: - Dimensione economica e sociale - Conservazione e gestione delle risorse - Rafforzamento del ruolo degli attori (es. Cap.28 Iniziative delle autorità locali a supporto dell Agenda 21) - Strumenti per l implementazione CAPITOLO 28 DELL AGENDA 21 LE INIZIATIVE DELLE AUTORITA LOCALI IN SUPPORTO DI AGENDA 21 28.1 Dal momento che così tanti problemi e relative soluzioni indicati dall Agenda 21 trovano le loro radici nelle attività a livello locale, la partecipazione e cooperazione delle amministrazioni locali rappresenta un fattore determinante nell adempimento dei suoi obiettivi. Poiché gli enti locali rappresentano il livello di governo più vicino ai cittadini, essi giocano un ruolo vitale rispetto all educazione, alla mobilizzazione e alla responsabilizzazione del pubblico nella promozione dello sviluppo sostenibile 28.2 entro il 1996, la maggior parte delle autorità locali di ogni paese dovrebbe aver intrapreso un processo di consultazione con le popolazioni e aver raggiunto un consenso rispetto ad una specifica Agenda 21 Locale 28.3 Ciascun ente locale dovrebbe stimolare un dialogo con i cittadini, le organizzazioni locali, le imprese private al fine di adottare la propria Agenda 21 Locale. Tramite la consultazione ed un processo di costruzione del consenso, le autorità locali devono apprendere dai cittadini e dalle organizzazioni locali, civiche, industriali e di interesse, nonché dotarsi delle informazioni necessarie allo scopo di poter formulare le strategie più appropriate. Il processo di consultazione intende accrescere la coscienza delle famiglie rispetto alle problematiche dello sviluppo sostenibile

1994 CARTA DI AALBORG CONFERENZA EUROPEA SULLE CITTA SOSTENIBILI CARTA DELLE CITTA EUROPEE PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE - Primo passo per l attuazione dell Agenda 21 Locale - Firmata da oltre 300 autorità locali - Definisce i principi base uno sviluppo sostenibile delle città - Definisce gli indirizzi per i piani di azione locali PARTE 1 DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO: LE CITTA EUROPEE PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE 1 IL RUOLO DELLE CITTA EUROPEE Le città europee riconoscono la propria responsabilità per quanto riguarda molti dei problemi ambientali che l umanità si trova ad affrontare. Constatano che gli attuali livelli di sfruttamento delle risorse dei paesi industrializzati non possono essere raggiunti dall intera popolazione esistente e tanto meno dalle generazioni future senza distruggere il capitale naturale. 2 IL CONCETTO E I PRINCIPI DELLA SOSTENIBILITA Le città riconoscono che il concetto dello sviluppo sostenibile fornisce una guida per commisurare il livello di vita alle capacità di carico della natura. Pongono tra i loro obiettivi giustizia sociale, economie sostenibili e sostenibilità ambientale Sostenibilità a livello ambientale significa conservare il capitale naturale 3 STRATEGIE LOCALI PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE Le città sono convinte di rappresentare la più ampia unità in grado di affrontare inizialmente i molti squilibri urbani, e al tempo stesso la scala più piccola alla quale i problemi possono essere risolti positivamente in maniera integrata, olistica e sostenibile. Ogni città ha la sua specificità e pertanto occorre che ciascuna trovi la propria via alla sostenibilità. Il loro compito è quello di integrare i principi della sostenibilità nelle rispettive politiche e partire dalle risorse delle diverse città per costruire appropriate strategie locali. 4 LA SOSTENIBILITA COME PROCESSO LOCALE E CREATIVO PER LA RICERCA DELL EQUILIBRIO Le città riconoscono che la sostenibilità non rappresenta uno stato né una visione immutabili, ma piuttosto un processo locale, creativo e volto a raggiungere l equilibrio che abbraccia tutti i campi del processo decisionale locale. Esso genera una continua verifica nella gestione delle città 5 RISOLVERE I PROBLEMI ATTRAVERSO SOLUZIONI NEGOZIATE

6 L ECONOMIA URBANA VERSO UN MODELLO SOSTENIBILE Le città riconoscono che il capitale di risorse naturali, atmosfera, suolo, acqua e foreste, è divenuto il fattore limitante del loro sviluppo economico 7 L EQUITA SOCIALE PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE Le città intendono integrare i bisogni fondamentali dei cittadini con la protezione dell ambiente. 8 MODELLI SOSTENIBILI DI USO DEL TERRITORIO Le città riconoscono l importanza dell adozione da parte degli enti locali di efficienti politiche di pianificazione dello sviluppo degli usi territoriali che comprendano una valutazione ambientale strategica di tutti i progetti 9 MODELLI SOSTENIBILI DI MOBILITA URBANA Le città si impegneranno per migliorare l accessibilità e sostenere il benessere sociale e lo stile di vita urbano pur riducendo la mobilità 10 RESPONSABILITA RIGUARDANTI IL CLIMA A LIVELLO PLANETARIO Le fonti rinnovabili di energia rappresentano la sola alternativa sostenibile. 11 PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO DEGLI ECOSISTEMI 12 L AUTOGOVERNO LOCALE COME PRECONDIZIONE Le città ritengono di possedere la forza, la conoscenza e il potenziale creativo per sviluppare modi di vita sostenibili La capacità delle città di raccogliere questa sfida dipende dai diritti di autogoverno che vengono loro riconosciuti a livello locale conformemente al principio di sussidiarietà. È essenziale che gli enti locali dispongano di poteri sufficienti e di una base finanziaria solida. 13 IL RUOLO FONDAMENTALE DEI CITTADINI E IL COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITA Le città si impegnano a rispettare le raccomandazioni dell Agenda 21 di Rio Esse fonderanno pertanto la loro azione sulla cooperazione tra tutti gli attori interessati e faranno sì che tutti i cittadini e i gruppi interessati abbiano accesso alle informazioni e siano messi in condizione di partecipare al processo decisionale locale. Esse si preoccuperanno di predisporre opportunità di educazione e di formazione alla sostenibilità 14 STRUMENTI AMMINISTRATIVI E DI GESTIONE URBANA PER L ATTUAZIONE DI UN MODELLO SOSTENIBILE Le città si impegnano ad utilizzare gli strumenti tecnici e politici disponibili per attuare un approccio alla gestione urbana che tenga conto degli ecosistemi Si cercherà di istituire nuovi sistemi di contabilità ambientale

PARTE 2 LA CAMPAGNA DELLE CITTA EUROPEE SOSTENIBILI Le città europee firmatarie della Carta si muoveranno di concerto verso un modello sostenibile grazie ad un processo di apprendimento basato sull esperienza e sugli esempi locali che hanno dato risultati positivi. La Campagna delle città europee sostenibili è volta ad incoraggiare e a sostenere le città che perseguono attivamente un modello urbano sostenibile. PARTE 3 L IMPEGNO NEL PROCESSO D ATTUAZIONE DELL AGENDA 21 A LIVELLO LOCALE: PIANI LOCALI D AZIONE PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE Le città europee firmatarie della Carta si impegnano a promuovere, nelle rispettive collettività, il consenso sull Agenda 21 a livello locale, in conformità con quanto stabilito dall articolo 28 dell Agenda 21 concordata a Rio nel 1992. Si propone che il processo di definizione dei piani locali di azione comprenda le seguenti fasi: 1 individuazione degli schemi finanziari e di programmazione esistenti; 2 individuazione sistematica, da realizzarsi facendo ampio ricorso alla consultazione dei cittadini, dei problemi e delle rispettive cause; 3 attribuzione di priorità per affrontare i problemi individuati; 4 formazione di un punto di vista comune per quanto riguarda un modello sostenibile di collettività attraverso un processo di partecipazione che coinvolga tutti i settori interessati; 5 valutazione delle opzioni strategiche alternative; 6 adozione di piani locali di azione a lungo termine orientati alla sostenibilità che contengano obiettivi misurabili; 7 programmazione dell attuazione del piano, compresa la realizzazione di uno scadenzario e l attribuzione delle diverse responsabilità tra le parti; 8 istituzione di sistemi e procedure di relazione e monitoraggio dell attuazione del piano;

IL SIGNIFICATO DI AGENDA 21 LOCALE - Processo di partnership attraverso il quale gli Enti locali operano in collaborazione con tutti i settori della comunità locale per definire piani d azione tesi a perseguire la sostenibilità a livello locale; - Processo di programmazione partecipata, capace di avviare strategie di sviluppo sostenibile, rispondenti alle caratteristiche locali, capaci di guardare al medio lungo periodo e strutturate in modo integrato; - È un processo e non solo un prodotto; - Processo che nasce da una scelta volontaria e condivisa tra più attori locali - Strumento difficilmente codificabile, considerata la diversa natura dei problemi da affrontare e le differenti priorità che contraddistinguono le autorità locali; - Non esistono regole fisse, ma esistono requisiti minimi e alcune componenti chiave - Risultato atteso: avvio di un percorso consapevole di miglioramento della qualità dell ambiente e dello sviluppo, dove ad azioni promosse e direttamente attivate dall autorità locale si affiancano azioni e programmi avviati su base volontaria da attori sociali ed economici, secondo principi di cooperazione e di integrazione;

L APPROCCIO DI AGENDA 21 LOCALE 1 IMPORTANZA DEL PROCESSO: meno importante il documento del processo che ha portato a definirlo 2 - INTEGRAZIONE DEI TEMI: obiettivi ambientali strettamente connessi ad obiettivi economici e sociali 3 INTEGRAZIONE DEGLI INTERESSI: coinvolgimento di tutti le componenti della società 4 OTTICA DI LUNGO TERMINE: progetti basati su obiettivi di lungo termine, coerenti con il principio di precauzione 5 DIMENSIONE GLOBALE: influenza dell azione locale sullo sviluppo globale 6 IMPLEMENTAZIONE DI NUOVI PROCESSI DECISIONALI: basati sulla trasparenza, la partecipazione e la multisettorialità

I CONTENUTI DI AGENDA 21 LOCALE PRINCIPI GENERALI E VISIONE LOCALE CONDIVISA ISTITUZIONE DEL FORUM AMBIENTALE PROBLEMI E RELATIVE CAUSE RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE OBIETTIVI DELL AZIONE AMBIENTALE PRIORITA DI INTERVENTO OPZIONI ATTUATIVE TARGET PROGRAMMI TEMATICI PIANO D AZIONE ATTUAZIONE E MONITORAGGIO VALUTAZIONE E REVISIONE

I PRINCIPI GENERALI DELL AZIONE LOCALE EQUITÀ L'idea di equità deve estendersi alle generazioni future: una giusta distribuzione di risorse materiali ed economiche agevola la sostenibilità locale. TRASPARENZA Il percorso di attuazione dell'agenda 21 Locale deve essere improntato alla chiarezza di comportamenti ed intenti e svilupparsi su regole condivise. Ai protagonisti deve essere garantita la visione limpida e globale di processo e di ruoli. ACCESSIBILITÀ ALLE INFORMAZIONI Ai soggetti interessati deve essere garantito in forma estesa il diritto di accesso e consultazione alle informazioni. Documenti sintetici e comprensibili renderanno manifesti gli obiettivi concordati e le azioni per raggiungerli. AZIONI DI PARTENARIATO L'ente locale ha un ruolo chiave nel processo di adozione dell'agenda 21 Locale, ma non può agire da solo. E' indispensabile la condivisione di azioni e responsabilità. COINVOLGIMENTO NELLE SCELTE PUBBLICHE Per la definizione di azioni locali improntate alla sostenibilità é necessario il coinvolgimento degli attori sociali.

RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE PERCORSO DI ADOZIONE DELLA RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 1 Analisi soggettiva dei problemi: stabilire la percezione dei problemi da parte della comunità locale e l assegnazione di priorità; 2 Analisi oggettiva dei problemi: ausilio di metodi di rilevazione standard e check-list; 3 Analisi delle tendenze in atto o prevedibili 4 Adozione di indicatori e standard: indicatori misurabili e confrontabili con dati standard; 5 Valutazione dei problemi 6 Descrizione dello stato dell ambiente locale (problemi, cause, effetti) = Relazione sullo Stato dell Ambiente COMPONENTI AMBIENTALI TRATTATE - Aria - Acque - Suolo - Energia - Rifiuti - Rumore - Mobilità - Biodiversità - Inquinamento elettromagnetico

LA STRUTTURA DPSIR DRIVERS RISPOSTE PRESSIONI IMPATTI STATO DRIVERS: attività sociali ed economiche PRESSIONI: sull ambiente STATO: dell ambiente IMPATTI: sulla salute umana e sugli ecosistemi RISPOSTE: politiche e/o sociali

IL FORUM AMBIENTALE COMPITI DEL FORUM - Rappresentare gli interessi dell intera comunità nelle varie fasi del processo di definizione, di attuazione, di valutazione e di revisione delle politiche ambientali; - Promuovere un diffuso coinvolgimento della popolazione locale; - Sede per scambiare e diffondere informazioni; - Sede per confrontare e mediare opinioni diverse; - Supportare gli organi politici nelle decisioni ambientali; - La costituzione avviene su base volontaria; - Le risoluzioni del Forum hanno valore di raccomandazione per l Autorità locale; COMPOSIZIONE DEL FORUM - Autorità locale (consiglieri, funzionari, consulenti) - Popolazione locale (comitati di quartiere, associazioni di residenti e di volontariato, rappresentanze delle minoranze etniche, dei disabili, dei gruppi svantaggiati, scuole, organizzazioni sindacali, ONG, etc.) - Agenzie governative e centri di ricerca (università, centri di ricerca pubblici e privati) - Associazioni ambientaliste - Operatori del mondo rurale (agricoltori, allevatori, proprietari terrieri) - Imprenditori ed industriali (associazioni di industriali e commercianti, camere di commercio, società pubbliche e private che forniscono servizi ambientali) - Altri partecipanti (per es. le forze di pubblica sicurezza, laddove abbiamo specifici compiti di difesa dell ambiente) - I componenti sono designati dalle organizzazioni invitate a partecipare al Forum; - Criteri minimi per l ammissione al Forum: 1 rappresentatività dell organizzazione (verificata attraverso l analisi della qualità e della visibilità delle azioni svolte) 2 contenuto dello statuto associativo (che deve prevedere in via prioritaria attività legate allo sviluppo economico e sociale, l impegno per la tutela dell ambiente, la tutela dei consumatori, la promozione di uno sviluppo equo e solidale)

SESSIONI PLENARIE DEL FORUM SESSIONI TEMATICHE DEL FORUM - Mobilità sostenibile - Pianificazione del territorio - Risorse e territorio - Ambiente e territorio - Biodiversità, zone agricole e risorse naturali - Ambiente urbano - Città sostenibile (mobilità, energia, acqua) - Produzione e ambiente - Produzione e lavoro - Produzione e consumi - Economia attività produttive - lavoro - Qualità sociale e qualità del territorio - Società e cultura - Comunicazione informazione, partecipazione, educazione - Gestione delle risorse ORGANIZZAZIONE DELLE SESSIONI TEMATICHE - Fasi del lavoro 1 Introduzione al tema e breve sintesi degli incontri precedenti 2 domande e commenti 3 suddivisione in sottogruppi 4 lavoro dei sottogruppi 5 breve sintesi dell incontro 6 obiettivi dell incontro successivo - Attività di ciascun gruppo: 1 confronto sulle problematiche 2 condivisione delle problematiche prioritarie 3 definizione degli obiettivi strategici di riferimento e della visione tematica 4 definizione degli indicatori strategici 5 confronto collettivo sulla versione definitiva della visione tematica 6 definizione dell elenco delle azioni per ciascun ambito di approfondimento 7 riflessioni sulla struttura e sui dettagli delle azioni 8 votazione delle azioni da considerarsi prioritarie

REGOLE DI BASE DEL FORUM - Approccio costruttivo sui contenuti e sulle modalità di lavoro - Diversità dei punti di vista come arricchimento e non come conflitto - Pazienza e rispetto delle diversità / confronto sui contenuti - Comunicazione e trasparenza tra promotori e partecipanti - Rispetto degli orari e delle fasi previste - Continuità degli incontri - Equilibrio tra scetticismo e ottimismo - Forum come momento di collaborazione e non come momento di diffidenza e conflittualità - Evitare il voglio tutto e subito e partecipare attivamente al cambiamento RISULTATI ATTESI - Costruzione del consenso tra i partecipanti - Raggiungimento di una soluzione condivisa, attraverso una procedura approfondita e negoziale, sulla quale costruire gli impegni comuni; - Definizione degli obiettivi dell azione ambientale - Definizione delle priorità - Valutazione delle opzioni d intervento - Definizione dei target dell azione ambientale

OBIETTIVI PRIORITA OPZIONI TARGET DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI: - Forum è sede ideale per la loro individuazione - Punto di partenza = conoscenze acquisite (per es. Relazione sullo Stato dell Ambiente) - Obiettivi di breve, medio o lungo periodo; a prevalente contenuto ambientale, sociale o culturale; - Prima traduzione dell approccio locale alla sostenibilità; punto di partenza per la definizione dei target e dei relativi programmi di intervento; INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA DI INTERVENTO: - Attribuzione delle priorità è la fase più delicata del processo; - Tecniche di supporto per stabilire le priorità: grado di superamento degli standard; costi necessari per rimediare al danno ambientale; costi sanitari; analisi comparata del rischio; consulenza di esperti; valutazione di impatto; letteratura scientifica; fattori esterni (per es. disponibilità di finanziamenti); INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DELLE OPZIONI DI INTERVENTO: - Valutazione da svolgere in accordo con il forum ambientale; - Per ciascun obiettivo si individuano tutte le possibili opzioni di intervento, dalle opere fisiche alle tecniche di comunicazione, dalle disposizioni legislative agli strumenti economici e regolamentativi; - La valutazione deve avvenire in termini di impatto ambientale, efficienza economica e impatto sociale; DEFINIZIONE DEI TARGET: - Caratteristiche dei target (= traguardi) selezionati: 1 realizzabili 2 specifici e misurabili 3 dotati di dimensione temporale 4 condivisi

PIANO DI AZIONE AMBIENTALE PERCORSO - Bozza di piano predisposta dall Amministrazione pubblica = Linee guida dell azione ambientale - Pubblicazione, consultazione e discussione pubblica della Bozza all interno del Forum - Modifiche ed integrazione - Adozione del Piano d Azione - Attuazione dei programmi - Monitoraggio delle azioni - Adattamenti e revisioni se necessarie - Valutazione dei risultati del Piano d Azione - Aggiornamento del Piano d Azione

PIANO D AZIONE DI FERRARA Complessivamente le azioni proposte sono 128, così suddivise: Gruppo Produzione e Lavoro 26 Gruppo Gestione delle Risorse 40 Gruppo Qualità Sociale 39 Gruppo Pianificazione del territorio 23 Le 128 azioni elaborate dal FORUM scaturiscono dal dialogo e dalle idee dei diversi stakeholders. Esse riguardano sia aspetti programmatici e strutturali che iniziative specifiche, semplici e concrete. La ricchezza delle azioni proposte testimonia l'idea di sviluppo sostenibile basata sulla integrazione delle variabili ambientali, economiche e sociali. La maggiore parte di idee e azioni si è concentrata su alcuni ambiti più ricorrenti di altri: mobilità sostenibile responsabilità sociale e ambientale del mondo produttivo educazione dei giovani valorizzazione delle peculiarità del territorio. Tra le 128 azioni ogni partecipante ha scelto le 20 priorità al fine di favorire il percorso di attuazione evitando il rischio di una eccessiva dispersione informativa.

LE PRIORITA' DEL PIANO D AZIONE DI FERRARA 1. Incentivare le imprese che operano in campo ambientale e sociale e che realizzano innovazioni di prodotto e di processo 2. Effettuare una campagna di informazione rivolta ai ragazzi in età scolare e alle rispettive famiglie, per incentivare i mestieri artigiani e le produzioni di prodotti tipici tradizionali 3. Inserire l'educazione ambientale e sociale (con approfondimenti legati alla realtà territoriale), nei curricula, fin dai primi livelli d'istruzione, con aggiornamento costante dei docenti 4. Censire e recuperare le aree degradate o contaminate, urbane e periferiche, e fare un piano regolatore nell'ottica di città patrimonio dell'umanità (*) 5. Mantenere e migliorare le aree verdi urbane 6. Organizzare corsi di formazione per docenti e studenti sulla utilizzazione della energia e del trasporto, sulle normative sulla sicurezza ambientale, sull'ambiente domestico, sul consumo e utilizzo di acqua, sui rifiuti 7. Creare una rete di piste ciclabili protette e illuminate sia in ambito urbano che di collegamento con i centri periferici e i paesi limitrofi 8. Incentivare e promuovere tra i cittadini la cultura del risparmio energetico, dell'autoproduzione di energia, della raccolta differenziata dei rifiuti, e della difesa del territorio* 9. Valorizzare le vie d'acqua attraverso progetti specifici e attraverso l'incentivazione delle imprese 10. Incentivare la diffusione di marchi di qualità e di origine controllata sulle produzioni locali 11. Stimolare la partecipazione alla pianificazione del territorio 12. Migliorare la viabilità ciclabile nel centro cittadino e sulle strade di collegamento 13. Razionalizzare l'espansione della città 14. Formare i lavoratori delle imprese all'uso di strumenti orientati all'ottimizzazione dei processi produttivi sotto il profilo energetico 15. Sviluppare il turismo rurale e l'agriturismo (trasformando la campagna a coltivazione intensiva) e valorizzare i centri e le frazioni (via d'acqua, cicloturismo, emergenze "minori", ecc.) 16. Creare una rete di parcheggi e poli scambiatori fuori dalle mura 17. (**) Progettare laboratori didattici nelle scuole (in particolare in settori nuovi e critici) 18. Riqualificare i lavoratori in difficoltà 19. Proporre dei piani di formazione aziendali e territoriali concertati per una formazione continua 20. Creare imprese nei settori nuovi e critici (Net Generation e Trash Generation, servizi anziani) 21. Promuovere la realizzazione dei Bilanci Sociali e Ambientali e costruire un sistema di gestione ambientale per il territorio comunale e provinciale 22. Lanciare la Fiera dei prodotti eco.compatibili 23. Promuovere modalità e tecniche alternative di consumo e smaltimento in edilizia 24. Recuperare le abitazioni disabitate nella zona entro mura di Ferrara

LE AZIONI - PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO Valorizzare la peculiarità sociale, economica e ambientale della città e del territorio, conservando la biodiversità mantenere alti i livelli di qualità della vita nei centri ad elevata densità abitativa e turistica favorire l'interazione fra città e campagna e fra il centro e la periferia creare aree verdi e percorsi naturalistici e potenziare il verde urbano e territoriale Azione Indicatori Attori Territorio coinvolto N azione Priorità e N priorità N gg. feriali senza auto/anno Aziende di trasporto pubbliche e Provinciale 106 M - 57 N centri urbani coinvolti private N veicoli potenziali esclusi dalla Comuni circolazione Province Aumentare le giornate senz'auto e le domeniche ecologiche per mostrare i vantaggi di un sistema combinato di mobilità pubblica Fare la raccolta differenziata nei Lidi Comacchiesi Incentivare la costituzione di gruppi locali di protezione ambientale, civile, volontariato Promuovere modalità/tecniche alternative di consumo, smaltimento e costruzione in edilizia (incentivare, informare) Recuperare le abitazioni disabitate nella zona entro mura (incentivi e piano di recupero) Kwh consumati/abitante/anno % di rifiuti differenziati raccolti/tot rifiuti N di tipologie di raccoglitore N iniziative N corsi di formazione N concessionari edilizie rilasciate con oneri ridotti Quantità di materiale ecologico venduto/tot N richieste di detrazioni Irpef N enti locali che hanno istituito la tariffa sui rifiuti differenziati Enti locali Aziende di trasporto pubbliche e private Associazioni di categoria Circoscrizioni Enti locali Stato Comune Provincia N e mq. recuperabili Pubblica Amm.ne Imprese private (Consorzio Pubblico e Privato) Lidi Comacchiesi 107 A - 140 Provinciale 108 M/B - 117 Provinciale 109 M/A - 23 Comunale 110 A - 24

GLI INDICATORI - PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO Obiettivi strategici visione Parametro Indicatore Valorizzare le peculiarità sociali ed economiche e ambientali della città e del Recupero valorizzazione m 2, aree dismesse recuperate; territorio conservandone la biodiversità m 2 verdi/m 2 recuperati a verde Mantenere alti i livelli della qualità della vita nei centri ad alta densità abitativa e Facilità di accesso ai servizi n concessioni per recuperi / anno turistica n concessione per nuova edilizia n concessioni nuovi insediamenti industriali (anno per comune) Volume costruito: m 2 anno/totale abitanti Favorire l'interazione tra città e campagna e fra il centro e la periferia Interazione territoriale n. abitanti centro / abitanti periferia n. pendolari Creare aree verdi e percorsi naturalistici e potenziare il verde urbano e territoriale Verde m 2 superficie verde sul totale / totale abitanti m 2 verde su m 2 superficie territoriale m 2 verde attrezzato / totale abitanti m 2 verde pubblico / m 2 verde privato % pop. con accesso 20 min. agli spazi verdi / totale abitanti Operare una corretta gestione del traffico e della viabilità ciclabile Km. piste ciclabili sicure e continue n rastrelliere Dotare il territorio di una rete a basso impatto ambientale e funzionale alla qualità Forme alternative di trasporto n. auto circolanti/tot ab, della vita n. utenti mezzi pubblici al giorno/tot ab; n. posti auto/tot ab Diffondere e agevolare lo scambio tra i modi di trasporto n. posti auto in zona interscambio/tot utenti Facilitare lo spostamento verso i poli di attrazione del territorio con attenzione alle esigenze del mondo produttivo e delle fasce sociali deboli Promuovere forme alternative di trasporto per esempio incentivare l'utilizzo delle vie d'acqua Promuovere comportamenti e stili di vita rispettosi dell'ambiente, educando fin dall'età scolare alla conoscenza e all'uso consapevole e armonico del territorio Motivare i cittadini al consumo consapevole, al risparmio energetico e delle risorse naturali velocità tempi n. posti auto/utenti treno tempo medio percorso casa lavoro per tipologia di mezzo; tempo medio percorso casa principali strutture di servizio per tipologia di mezzo n. attracchi attrezzati per trasporto merci educazione e stili di vita n. iniziative di educazione per tipologia e per destinatari/anno n. famiglie, scuole che operano la raccolta differenziata % giovani che usano la bicicletta o i mezzi pubblici per andare a scuola

STATO DI ATTUAZIONE AGENDA 21 LOCALE ENTI PUBBLICI PARTECIPANTI ALLA CAMPAGNA EUROPEA CITTÀ SOSTENIBILI 1997: 27 (in Europa 383) 1998: 35 (446) 1999: 51 (627) 2000: 105 (880) 2001: 482 (1350) 2002: 513 (1521) - Il 72% degli Enti partecipanti sono Comuni; Nord (42%); Centro (23%); Sud (35%) STATO DI ATTUAZIONE: - Attivazione (29%) - Organizzazione (27%) - Forum partecipazione (19%) - Analisi dei problemi (14% - in Puglia: aggregazione dei Comuni della pietra leccese, Foggia, Nardò, Consorzio Intercomunale Nord Salento Valle della Cupa) - Definizione del Piano d Azione (6% - 14 Enti: Brescia, Empoli, Formigine, Lecco, Massa, Pavia, Perugina, Quattro Castella, S.Donato Milanese, Savona, Sesto S.Giovanni, Vernazza, Prov. Bologna, Comunità Montana Valtellina) - Attuazione del Piano d Azione (3.5% - 10 Enti: Bellusco, Celle Ligure, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, S.Teresa di Gallura, Prov. Lucca, Prov. Piacenza, Prov. Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna) - Monitoraggio del Piano d Azione (1.5% - 4 Enti: La Spezia, Prov. Ferrara, Prov. Modena, Prov. Torino) PARTECIPAZIONE AL FORUM SOGGETTI PIU PRESENTI - Enti pubblici - Associazioni ambientaliste - Associazioni di categoria - Organizzazioni sindacali - Imprese - Scuole - Associazioni imprenditoriali

TEMI DELLE SESSIONI TEMATICHE DEI FORUM 1 TEMI AMBIENTALI TERRITORIALI - Rifiuti (17.2%) - Gestione / programmazione territoriale (15.4%) - Acqua (15.4%) - Mobilità / trasporti (14%) - Aria (14%) - Energia (13.6%) - Biodiversità (10.4%) 2 TEMI ECONOMICI - Attività produttive (33.9%) - Turismo (21.1%) - Agricoltura (21.1%) - Lavoro e occupazione (11.9%) - Servizi / terziario (11.9%) STRUMENTI UTILIZZATI PER FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE - Incontri di formazione / informazione (19.4%) - Opuscoli informativi (19.4%) - Pagine web dedicate ad A21L (18%) - Questionari / indagini periodiche (14%) - Tavoli di lavoro e consulte già esistenti (11.7%) - Trasmissioni televisive (5.9%) - Mostre (4.5%) - Campagne radio (3.6%) - Riviste dedicate allo sviluppo sostenibile (3.6%)

PUNTI DEBOLI E CRITICITA DEL PROCESSO AGENDA 21 CRITICITA CONGENITE: 1 Il concetto di sviluppo sostenibile sotteso ad A21L, di per sé dinamico e generico, permette da un lato una condivisione generica da parte di un ampia gamma di soggetti, ma contemporaneamente diverse percezioni ed interpretazioni; 2 A21L ingloba elementi, strutture, meccanismi operativi di diversa natura (politici, sociali, economici, gestionali, territoriali), che aggiungono complessità e difficoltà gestionali e di comunicazione; 3 A21L è uno strumento di governance derivato da uno strumento strategico internazionale, volontario e quindi non vincolante da un punto di vista giuridico, tecnico ed economico rispetto ai contesti normativi nazionali; 4 Le principali caratteristiche di A21L, la trasversalità tematica interdisciplinare e la partecipazione al processo di tutti gli attori, rendono complessa la sua realizzazione per chi promuove, gestisce e partecipa al processo stesso; 5 Le fasi tipiche di un processo di A21L richiedono, in termini di risultati, in genere tempi medio lunghi; MOLTE ADESIONI MA POCHI PROCESSI MATURI - Su circa 550 adesioni volontarie in Italia alla Carta di Aalborg (rappresentanti circa 11 milioni di cittadini), solo 241 di esse hanno realmente avviato il processo di A21L; solo il 12% di questi ultimi hanno definito il proprio Piano di Azione locale; - L aumento delle adesioni è strettamente connesso ai bandi di co-finanziamento; - L incoerenza tra impegni ed operatività rischia di compromettere la credibilità e le potenzialità innovative dello strumento A21L; DIFFICOLTA POLITICHE - Il 70% delle A21L italiane sono promosse dagli Assessorati all Ambiente e solo raramente rappresentano un progetto trasversale strategico della Giunta, depotenziando l originaria natura trasversale del processo; SCARSA COLLABORAZIONE TRA I PARTNER INTERNI DEGLI ENTI - Prevalgono logiche progettuali settoriali, aspetti di visibilità, dinamiche personali e relazioni spesso conflittuali, con modelli organizzativi spesso verticali; - Diffusione di emergenze e scadenze progettuali che mettono in secondo piano iniziative e progetti di carattere volontario e non vincolanti o su temi trasversali; - Sindrome NIMO (not in my office), simile alla sindrome NIMBY (not in my back yard) - Scarsa conoscenza del progetto A21L, delle sue ricadute e dei possibili vantaggi, che produce spesso un diffuso scetticismo a priori;

A21L È ANCORA UNO STRUMENTO SETTORIALE - Prevalgono ancora gli aspetti ambientali e territoriali, sia nel quadro di analisi che nei Piani di Azione; - Principali aree problematiche discusse: mobilità e trasporti, acqua, rifiuti e qualità dell aria; molto meno dibattuta la biodiversità; CARENTE PARTECIPAZIONE AL FORUM - L effettivo coinvolgimento della comunità locale resta un aspetto critico; - Incompleta rappresentatività degli attori coinvolti; - Ancora prevalente l utilizzo di strumenti monodirezionali / informativi, mentre è ancora scarso l utilizzo di strumenti di comunicazione interattivi partecipati, quali workshop, forum, focus group o strumenti multimediali; SCARSITÀ DI RISORSE UMANE E FINANZIARIE - Il principale ostacolo per avviare il processo di A21L resta la carenza di risorse economiche; - Una volta partito il processo i nodi critici sono legati alle difficoltà gestionali, alla carenza di competenze e di esperienze, alla insufficiente motivazione e collaborazione tra i vari Assessorati, alla difficoltà di coinvolgere le comunità locali; SCARSA INTEGRAZIONE NELLE POLITICHE DEL TERRITORIO - Molto rare le esperienze di integrazione e coordinamento tra gli obiettivi, le azioni e i target del Piano di Azione di A21L con altri piani di settore di medio lungo termine (Prg, Ptc, Patti territoriali, etc.); - La difficoltà di integrare le indicazioni del Piano di Azione nelle politiche esistenti e future dell Ente rischiano di annullare l intero processo di A21L;

FATTORI DI SUCCESSO DEL PROCESSO AGENDA 21 - Volontà e motivazioni delle amministrazioni pubbliche locali - Coinvolgimento dei diversi attori - Strutturazione delle forme di progettazione partecipata (Forum) - Consultazione permanente - Disponibilità di informazioni e attività di diagnosi (Audit ambientale; Relazione sullo Stato dell Ambiente) - Visione strategica (condivisa) e target (obiettivi quantificabili e associati a scadenze temporali) - Costruzione di un Piano d Azione integrato, da attuarsi secondo i principi della sussidiarietà - Capacità di attuazione e di monitoraggio DINAMICHE POSITIVE IN ATTO - Consistente aumento delle adesioni - Distribuzione geografica più equilibrata - Distribuzione politica trasversale - Maggiore trasversalità tematica - Ruolo crescente dei Forum (quadruplicati negli ultimi 2 anni) - Costante aumento dei processi di A21L in ambito scolastico - A21L come laboratorio di partnership sul territorio - Maggiore coordinamento tra le A21L (osservatori) - Bandi e incentivi

GLI INDICATORI - Cap. 40 Agenda 21: invito a sviluppare ed identificare indicatori di sviluppo sostenibile per consentire una più solida base decisionale; - Commissione sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: 1996 pubblicato il Libro blu sugli indicatori di sviluppo sostenibile, che contiene schede dettagliate su 134 indicatori; - 2001 Commissione ONU sullo Sviluppo Sostenibile: individuato un set di 57 indicatori INDICATORE: strumento in grado di fornire informazioni in forma sintetica di un fenomeno più complesso; CARATTERISTICHE DEGLI INDICATORI: 1 gli indicatori quantificano l informazione; 2 gli indicatori semplificano le informazioni relative a fenomeni più complessi, favorendo la comunicazione e il confronto INDICATORI COME STRUMENTO PER: - Rappresentare in modo semplice problemi complessi - Aiutare a comprendere le correlazioni tra i diversi fenomeni locali e tra i problemi locali e quelli globali - Identificare ed analizzare in modo sistematico i cambiamenti, le tendenze, i problemi prioritari e i rischi ambientali - Permettere la comparazioni tra città - Supportare i processi decisionali locali - Promuovere l innovazione e l integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche locali - Aiutare ad anticipare i problemi e a promuovere strategie di lungo periodo - Fare un bilancio delle azioni adottate e monitorarne l efficacia - Effettuare una valutazione ambientale rispetto ad obiettivi e target di sostenibilità - Facilitare la partecipazione locale, definendo obiettivi e politiche condivise - Aumentare la possibilità di collaborazione tra le comunità locali e con i livelli superiori di governo CRITERI DI SELEZIONE DEGLI INDICATORI 1 RILEVANZA 2 CONSISTENZA ANALITICA 3 MISURABILITA

INDICATORI DESCRITTIVI INDICATORI GUIDA: descrivono gli andamenti sociali, demografici ed economici nella società e i relativi cambiamenti negli stili di vita; INDICATORI DI STATO: danno una descrizione della quantità e della qualità dei fenomeni fisici; fotografano la condizione attuale delle componenti ambientali (ES. temperatura, rumore), dei fenomeni biologici (ES. stock di risorse naturali) e dei fenomeni chimici (ES. concentrazione di CO2) in una determinata area INDICATORI DI PRESSIONE: descrivono gli sviluppi in relazione alle emissioni, all uso delle risorse e del territorio; descrivono le interferenze delle attività umane sull ambiente (ESEMPIO: emissioni di CO2 per settore, uso di materiali per costruzioni, territorio trasformato in strade, etc.) INDICATORI DI RISPOSTA: si riferiscono alle risposte attuate da gruppi e singoli per prevenire, compensare, migliorare o adattare i cambiamenti avvenuti nell ambiente (ESEMPIO: percentuale di auto dotate di sistemi catalitici, quantità di rifiuti riciclati, spese ambientali, etc.)

INDICATORI DI SOSTENIBILITA - Indicatori di sostenibilità superano i tradizionali indicatori ambientali - Indicatori integrati: superano l approccio settoriale e riflettono le reciproche connessioni tra aspetti ambientali, economici e sociali I PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ equità e integrazione sociale (accesso adeguato per tutti ai servizi di base, quali educazione, occupazione, energia, salute, abitazioni, formazione, trasporto); governo locale/decentramento/democrazia (partecipazione di tutti i settori della comunità locale nella pianificazione locale e al processo decisionale); relazione tra il livello locale e quello globale (soddisfare localmente i fabbisogni locali, dalla produzione al consumo e smaltimento; soddisfare in maniera più sostenibile i fabbisogni locali che non possono essere soddisfatti localmente); economia locale (combinare gli obiettivi e i fabbisogni locali con la disponibilità di posti di lavoro e altri servizi in modo da ridurre al minimo le minacce per le risorse naturali e l'ambiente); protezione ambientale (adottare un approccio ecosistemico; minimizzare l'uso delle risorse naturali e del territorio, la produzione di rifiuti e l emissione di inquinanti, aumentare la biodiversità) patrimonio culturale/qualità dell'ambiente costruito (tutela, conservazione e restauro del patrimonio storico, culturale e architettonico; valorizzare e salvaguardare l'attrattività e la funzionalità degli spazi e degli edifici).

EUROPEAN COMMON INDICATORS 1. Grado di soddisfazione dei cittadini rispetto alla comunità locale; 2. Contributo locale al cambiamento climatico globale (a breve termine prioritario il calcolo relativo al bilancio delle emissioni di CO2, in attesa di una metodologia semplificata per il calcolo dell impronta ecologica); 3. Mobilità locale e trasporto di passeggeri (trasporto passeggeri quotidiano: distanze e modalità); 4. Disponibilità di aree verdi e servizi locali per i cittadini (accesso dei cittadini a parchi e giardini pubblici e ai servizi di base); 5. Qualità dell'aria (numero di giorni con qualità dell aria buona); 6. Spostamenti dei bambini verso e da scuola (modo di trasporto utilizzato dagli scolari per recarsi da casa a scuola e viceversa); 7. Gestione sostenibile degli enti locali e delle imprese locali (percentuale degli enti pubblici e privati che adottano e usano procedure di gestione sociale e ambientale); 8. Inquinamento acustico (percentuale di popolazione esposta a inquinamento acustico); 9. Uso sostenibile del territorio (sviluppo sostenibile, rigenerazione e tutela del territorio e dei siti collettivi o pubblici); 10. Prodotti che promuovono la sostenibilità (percentuale sul consumo totale di prodotti contrassegnati da marchi ecologici, prodotti biologici o provenienti dal commercio equo e solidale).

GLI INDICATORI AGGREGATI - Impronta ecologica (Ecological Footprint); - TMR (Total Material Requirements): riassuntivo dei flussi di materia e di energia nell economia; - LPI (Living Placet Index): media di indici inerenti la biodiversità; - HDI (Human Development Index): media tra longevità, aspetti culturali e reddito; - GPI (Genuine Progress Index): come PIL integrato da fattori che tengono conto della qualità della vita, dell inquinamento e del consumo di risorse non rinnovabili;

IL CONCETTO DI IMPRONTA ECOLOGICA - Modello per la misura dello sviluppo sostenibile - Indicatore aggregato che misura in forma quantitativa univoca ed onnicomprensiva l impatto dell uomo sulla terra; Formula classica è: I = P x A x T - I = impatto della specie umana sulla biosfera - P = popolazione presente sul pianeta - A = uso delle merci - T = tecnologia, ovvero misura della qualità tecnica delle merci prodotte (esprimibile per esempio in quantità di agenti inquinanti correlati alla produzione e al consumo di una certa quantità di beni materiali) Impatto ambientale = Popolazione x Consumo pro capite x Impatto per unità di consumo Esempio: - città racchiusa in una cupola di vetro: qual è la superficie totale di ecosistemi terrestri necessaria per sostenere continuativamente tutte le attività sociali ed economiche della popolazione di quella città Impronta Ecologica: la superficie totale di ecosistema indispensabile all esistenza continuativa della città Impronta Ecologica: proporzionale alla popolazione della città e ai consumi materiali pro capite Impronta Ecologica: traduce i complessi flussi di energia e di materia che caratterizzano la presenza e le attività umane sotto forma di domanda di superficie pro capite di terra ecologicamente produttiva

EDIZIONE 2000 DEL LIVING PLANET REPORT 2000 - Calcolata l impronta ecologica di tutte le nazioni della Terra; - Impronta ecologica globale è aumentata dal 1960 al 1996 del 50%, con un incremento dell 1.5% annuo; - Intorno alla metà degli anni Settanta l umanità ha sorpassato il punto in cui viveva entro i limiti della capacità rigenerativa globale degli ambienti del pianeta; - Nel 1996 (anno più recente per il quale sono disponibili i dati) vi erano 12.6 miliardi di terra biologicamente produttiva (1/4 della superficie terrestre), composta da 1.3 miliardi di ettari di terra coltivata, 4.6 miliardi di ha di pascoli, 3.3 miliardi di ha di foreste, 3.2 miliardi di ha di superficie marina disponibile per la pesca, 0.2 miliardi di ha di terreno edificato; questa disponibilità equivale a 2.2 ettari per ognuna delle 5.7 miliardi di persone che popolavano la Terra nel 1996; - L impronta ecologica media mondiale nel 1996 era di 2.85 ha a persona (circa il 30% superiore rispetto all area disponibile) - L Italia ha un impronta ecologica pari a 5.51 ha a persona, a fronte di una capacità di 1.92 ha a persona; - Per sostenere gli attuali livelli di consumo degli italiani, sono necessarie altre due Italie; - Altri dati: Stati Uniti (impronta ecologica 12.22 ha/persona; capacità biologica di 5.57 ha/persona); Etiopia (impronta ecologica 0.85 ha/persona);