Il 25 di Ottobre si è tenuto a Roma presso la sede della CGIL nazionale un seminario sulle Reti di Nuova Generazione, sul loro ruolo nello sviluppo e nella crescita del nostro paese. Si è dibattuto della loro realizzazione e del compito che governo ed enti locali hanno nel regolamentare la costruzione delle infrastrutture e sulla politica degli investimenti privati e pubblici. Il seminario, organizzato dalla Segreteria Nazionale della SLC CGIL e dalla CGIL confederale, ha visto, in apertura, il messaggio di benvenuto del Segretario Nazionale Generale della Slc CGIL, Emilio Miceli, successivamente si sono tenute le relazioni del Segretario Nazionale SLC-CGIL Alessandro Genovesi, del Presidente del comitato NGN Agcom, il prof. Francesco Vatalaro e il Consigliere del CNEL Paola Manacorda. Hanno partecipato al seminario e al dibattito Oscar Cicchetti per Telecom Italia, Giuseppe Gola per Wind, Marco Bragadin per Vodafone, Antongiulio Lombardi per H3G, Giorgio Proietti per Fastweb, Giancarlo Di Bernardo per Ericsson e Roberto Loiola per Huawei. L invito era esteso anche al Ministro per lo Sviluppo Economico, l on Paolo Romani, che non ha partecipato. Il quadro nel quale si instaura il progetto riguardante lo sviluppo della rete di nuova generazione, è un panorama di totale assenza di investimenti pubblici, se si pensa che 3 anni fa il governo aveva promesso 3 mld di euro di investimenti rispetto ai 7-8 necessari, ridotti a 800 mln 1 anno fa e totalmente scomparsi una settimana fa. L impoverimento degli Asset strategici è dovuto, da un lato all impoverimento della società Italia, e dall altro dall impossibilità delle aziende di TLC di fare grossi investimenti che prevedano recuperi degli stessi a medio lungo termine, in quanto strozzate dalle proprie esigenze di bilancio (vedi situazione debitorie di Telecom, H3g, Wind ecc.). Il problema reale è che almeno 58 distretti industriali pari a circa 70.000 aziende medie grandi sono sprovviste della possibilità di avere una connessione(100mbit/sec) che le reti di nuova generazione permetterebbero. La politica nazionale, ma anche quella locale (a parte qualche caso illuminato), è così miope da non cogliere che, dietro l accesso alle reti e quindi alle infrastrutture di nuova generazione, siano esse fisse o mobili, c è l opportunità di dare alle aziende, e quindi alla società nel suo complesso, di modernizzarsi, di competere attraverso la comunicazione interattiva con il resto del mondo, c è il superamento del mondo tradizionale di Internet e quindi delle TLC verso un nuovo mondo dato dalla convergenza di TLC(rete/hardware), IT(software, applicativi) e ITC (contenuti). 1
La consapevolezza che la rivoluzione è già in atto, come dimostra la sempre maggiore diffusione dei Cloud, del Mobile Computing, basti pensare che solo nel 2010 sono state scaricate, nel mondo, 15 mld di applicazioni per smartphone e 1,2mld di persone, pari al 20% della popolazione mondiale, frequentano i social network, deve far capire che una nuova forma di business è già in atto. L utente che si affaccia alla rete e soprattutto al social network, rivela una propria identità diventando un potenziale cliente, è ovvio quindi che, una sempre maggiore fetta di business e offerta di servizi si sposterà su questo Asset. Questa infrastruttura permette un nuovo modo di prestare servizi da parte della P.A., la velocità di accesso alla banda larga può permettere alle P.A. di prestare servizi migliori a costi contenuti e permette ai cittadini un notevole risparmio di tempo, senza considerare il fatto che dei servizi di facile comprensione permetterebbero l accesso a una parte della società italiana attualmente tagliata fuori dalla rete. Se si pensa che per rispettare l agenda digitale europea, la quale prevede che entro il 2020, almeno nei paesi Big five dell EU, nella quale speriamo l Italia rimanga, il 50% delle famiglie abbia l accesso UBB (ultra broad band), a 100 Mbit/sec, sono previsti investimenti per almeno 90 mld di euro. In questo contesto l Italia è chiamata ad investimenti per 15%20 mld/euro complessivi tra NGN e LTE Mobile. L obbiettivo del nostro paese, per rispettare questo traguardo è quello di connettere almeno 3,4 milioni di famiglie/aziende con connessione a 100Mbit/sec entro il 2015. Questo lo si può ottenere attraverso le reti di nuova generazione: cioè la convergenza e il concorso della rete fissa a fibra ottica(ftth: fiber to the home) nei poli industriali e le aree metropolitane e la rete mobile di quarta generazione (LTE, di cui la recente asta tenutasi), nelle aree a bassi ricavi che avranno in ogni caso necessità dell accesso in fibra: FTTBS(fiber to the Base Station). Abbiamo già parlato della pochezza dei capitali investiti in Italia, non abbiamo però ancora detto dei vantaggi socio-economici, che un ammodernamento delle TLC porterebbe all Italia, infatti, da uno studio eseguito dal prof. Vatalaro dell Università di Tor Vergata, si è potuto riscontrare che un aumento del 10% dell UBB porta con se un aumento del PIL paese pari all 1,25%, così come il raddoppio della velocità di trasmissione in base alla relazione presentata da Giancarlo Di Bernardo per Ericsson aumenta lo stesso PIL dello 0,3%. L apporto all occupazione non è trascurabile, il mondo di Internet ha generato 1,8 posti di lavoro su ognuno costituito, rispetto 2,5 del UK e i 5 dei paesi scandinavi. 1 Un altro fatto, non secondario, è che il tutto porta ad un aumento dello sviluppo umano( lo Human Development Index). 1 Rapporto McKenzie. 2
La società Italiana (pubblico e privato), oltre a fare gli investimenti, deve anche tenere conto dei limiti che sino ad ora hanno ritardato il superamento del Digital Divide. Alcuni di questi sono insuperabili, e sono appunto dei limiti che in ogni singolo processo ci ritroveremo, altri, di natura antropologica/sociale, vanno superati anche con il concorso delle nuove tecnologie e grazie alla rete: Paese vecchio, l età media è alta e tra questi il livello di scolarizzazione mediamente è basso, solo 8,8% degli ultra sessantenni è in possesso di una laurea. Il 40% degli italiani dice che Internet è inutile. Paese frammentato, costituito da 8101 comuni di cui 2000 sono al di sotto dei 500 abitanti. Il tessuto industriale è costituito per la maggior parte dalla piccola media impresa, che da sola non può sostenere i costi della modernizzazione. L occupazione femminile è ferma al 46%, ciò significa che il 54% delle donne non accedono quotidianamente alla rete per lavoro, il che significa che restano, tranne una piccola percentuale, in ritardo rispetto ai progressi in atto. Manca una scuola che sia in linea con la società, viene insegnata poca matematica, ad esempio. Manca una politica di orientamento della Pubblica Amministrazione che a livello generale indichi alle amministrazioni locali quale sia la strada maestra da seguire nella modernizzazione dei servizi da immettere in rete. Manca in agenda l elenco di tre o quattro servizi spiegati in modo semplice da immettere in rete creando un vero switch-off (alla stregua di quanto avvenuto per la trasmissione dei certificati medici on line), nei confronti dell utenza in modo tale che quest ultima sia costretta ad interagire con la rete. Servono, secondo la Dr.ssa Manacorda del CNEL: Un alfabetizzazione digitale di massa, attraverso l utilizzo degli strumenti di comunicazione di massa che in modo semplice insegni a coloro che oggi sono fuori dalla rete la fruizione dei servizi elementari. 3
Incentivare la cooperazione delle PMI su poli geografici, in modo tale da incrementare gli investimenti nella larga banda. Serve soprattutto un agenda digitale Italiana, che pianifichi gli interventi agevolando quelli degli operatori del settore. In tal senso è fondamentale l apporto degli enti locali che mettano a disposizione l usufrutto delle infrastrutture per la posa della Fibra ottica. Nei vari interventi che si sono succeduti, sono state evidenziate diverse criticità dai vari operatori TLC: Il costo dell infrastruttura che si vuole costruire è ripartito nel seguente modo: opera di scavo e posa pari 60-70% del totale; elettronica restante costo. E quindi necessario diversificare i tipi di investimento, pertanto sarebbe auspicabile sviluppare, dopo l aborto del tavolo su Fiber.coo presso il Mi.SE, la proposta di Vito Gamberale. Tale proposta prevede di creare un azienda (con partecipazione delle Telco a regole precise) che, tramite il finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti, si occupi della costruzione delle infrastrutture. Questo tipo di investimento prevede, a fronte di minori rischi anche minori ritorni sul medio lungo termine. Le aziende si occuperebbero, invece, di investire soprattutto nell elettronica che prevede appunto maggiori rischi e potenziali ritorni rapidi nel tempo. Sarebbe necessario forzare le P.A. su quanto previsto dalle Linee guida per la transizione verso le reti NGN pubblicato dall AGCOM il 2 ottobre dello scorso anno, per la fruizione delle proprie infrastrutture, non di meno per coordinare le opere di scavo di interesse pubblico (ad esempio far convergere durante gli scavi per le fognature, anche gli operatori delle TLC). Una sempre maggiore erosione dei ricavi dovuta alla corsa al ribasso delle tariffe (la frecciata a H3G) e dei costi di terminazione 2, determina una minore capacità di investimento. A questo si aggiunge l effetto disastroso sul mercato italiano degli Over the Top, che usufruendo della normativa sulla privacy dei paesi di origine, possono fare utili su reti e sevizi dei gestori Tlc senza spendere un euro (google, youtube, ecc). Serve quindi, a detta degli operatori Tlc, una normativa sulla privacy che sia simmetrica tra regole nazionali e internazionali. 2 Prezzo pagato dall azienda di Tlc del chiamante a quella del ricevente. 4
Cagliari, 3 novembre 11 A nostro avviso è necessaria una leva pubblica, magari Infratel, che porti la fibra fino alle antenne nelle aree scarsamente remunerative e una leva legislativa per abbassare il contenzioso con le tivù e liberare le frequenze. L Agcom potrebbe deliberare su un abbassamento delle tariffe di terminazione sul mobile, solo a fronte di un vincolo per gli operatori fissi di destinare una quota dei risparmi alla costruzione di reti Ngn in fibra. Potrebbe, inoltre, individuare una terza fascia di territorio, costituita dalle aree intermedie potenzialmente competitive, da aggiungere alle aree poco remunerative e a quelle a successo di mercato, superando così la rigida bipartizione imposta a livello europeo. Sarebbe una soluzione per incentivare investimenti, in particolare nei distretti industriali, che, di fatto, in base alle distinzioni meramente demografiche dell Ue, non rientrano nelle aree competitive, ma in Italia sappiamo che non è così. Un altra leva da usare è quella degli Over the Top, che, secondo noi, devono contribuire alla realizzazione delle Ngn (magari con la creazione di un chip elettronico), con una quota pari, ad esempio, allo 0,5% del loro fatturato. Il ruolo del sindacato 3 Confederale è quello di spingere perché tutti gli attori in atto si siedano intorno al tavolo politico, affinché ci sia una regia pubblica per coordinare i vari interventi sul territorio, evitando sovrapposizioni nella posa e costruzione delle reti. Si potrebbero superare, in questo modo, le divergenze tra i vari player. Una regia, purtroppo, anche in questo caso Assente 4. 3 Ha risposto all invito al seminario Vito Vitale, Segretario generale della Fistel Cisl. 4 Il ministro dello sviluppo economico non era presente. 5