LA RICERCA INFERMIERISTICA



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Prof. ssa Eufemia Renzi LA RICERCA INFERMIERISTICA DIAPOSITIVA N. 2 IL SIGNIFICATO DI RICERCA INFERMIERISTICA La ricerca infermieristica opera su due grandi aree interdipendenti: quella teorica nursing research per la produzione di contenuti scientifici, disciplinari, e quella pratica research in nursing per migliorare la qualità dell assistenza. DIAPOSITIVA 3 QUALE SITUAZIONE IN ITALIA In Italia non c è una tradizione di ricerca contrariamente a quanto avviene all Estero, dove gli infermieri storicamente sono molto impegnati su questo fronte con importanti pubblicazioni sia nell area teorica che pratica. Gli infermieri italiani per principio riconoscono l importanza della ricerca per lo sviluppo della professione ma nel quotidiano la lasciano fare agli altri poiché si pensa che non appartiene alla disciplina infermieristica. In parte ciò è dovuto anche all orientamento della formazione di base che scarsamente orienta alla ricerca. Si rende allora necessario, in questo periodo di transizione non solo per quanto attiene ai titoli, dal diploma universitario, ieri alla laurea oggi ma soprattutto per i

metodi, implementare una formazione di base idonea ad acquisire le abilità relative alla ricerca e all autoformazione. Infatti sono i setting accademici i luoghi che meglio rappresentano le risorse per sviluppare una cultura della ricerca. DIAPOSITIVA N. 4 FONTI AUTOREVOLI In questa diapositiva notiamo che anche fonti autorevoli si pronunciano in merito alla necessità di orientare la formazione di base alla comprensione del processo di ricerca. DIAPOSITIVA N. 4 TUTTE LE RICERCHE SONO UTILI PER LA PRATICA? Le obiezioni che di solito vengono fatte quando si fa ricerca è che non sempre la ricerca è utile per la pratica. La ricerca dovrebbe consentire di comprendere meglio i problemi e trovare risposte alle difficoltà degli utenti e degli infermieri nel quotidiano, anche se le conoscenze acquisite non sono immediatamente spendibili nella pratica. La ricerca deve indagare il vissuto di malattia dell utente per collegarsi alla pratica e il collegamento più importante risiede nella formulazione delle domande di ricerca che devono essere rilevanti per l infermiere e il malato e di conseguenza nel metodo e nella scelta delle popolazioni su cui fare l indagine. DIAPOSITIVA N. 6

ELEMENTI DI BASE DI QUALUNQUE PROTOCOLLO DI RICERCA La ricerca è sempre un tentativo di risposte su un quesito formulato in modo esplicito e chiaro. La ricerca infermieristica è per lo più di tipo descrittivo, data anche la complessità e l eterogeneità delle realtà nelle quali si opera. Se gli elementi di base del protocollo non sono definiti in modo rigoroso, soprattutto la ricerca descrittiva rischia di essere fuorviante o di fallire poiché è facile descrivere quello che io. vedo e non quella informazione in più che è invece lo scopo della ricerca. Gli studi descrittivi producono numeri, descrivono fenomeni, frequenze e quantificano problemi ma non producono necessariamente risposte alle domande di nursing degli infermieri. Per valutare se una pratica è migliore di un altra si deve impostare uno studio sperimentale, o quasi sperimentale. DIAPOSITIVA N. 7 COSA DESCRIVERE L obiettivo delle ricerche è quello di descrivere un fenomeno, trasformare in informazioni, seguendo un metodo, i dati che si rilevano informalmente. Si può descrivere praticamente qualsiasi fenomeno come il bisogno che ha il malato di informazione, di privacy o i sintomi legati alle patologie, ai trattamenti o le caratteristiche dei malati con lezioni da decubito, con ictus o le caratteristiche psicologiche dei malati colpiti da anoressia o le caratteristiche cliniche degli utenti caratterizzati. Altri fenomeni che possono essere descritti riguardano le situazioni di difficoltà, errori o mancanza di conoscenze che possono incontrare agli

infermieri durante l attività. Gli stessi interventi di nursing possono essere oggetto di descrizione per la ricerca come i cambi di medicazione, i cateterismi praticati o la mobilizzazione degli utenti. Anche i fenomeni creativi alla capacità dei malati comprendere le informazioni date e di eseguire tecniche di self-care così come i risultati di interventi di nursing e il livello di soddisfazione dei malati stessi. L infermiere può descrivere per conoscere ad es. quanti sono i malati con lesione da decubito presenti in Ospedale e in tal caso basterà definire cosa si intende per lesione da decubito, definire il metodo di raccolta dati (indagine di incidenza, prevalenza, periodo di osservazione ecc./e contare i malati. Se invece si vuole conoscere, oltre al numero di malati con lesioni da decubito presenti in ospedale, anche di quali utenti si tratta, allora si renderà necessario raccogliere anche alcuni dati sui malati, come per esempio l età, il sesso, reparto di degenza e la durata anche delle condizioni generali e quant altro. Quando si vuole valutare la diversa insorgenza delle lesioni da decubito in reparti diversi, allora si desideravano le principali caratteristiche dei reparti (numero di personale, durante delle degenza, i diversi presidi usati per il trattamento e le diverse patologie) per qualificare i reparti e si quantifica la diversa incidenza o prevalenza di malati con lesioni da decubito. I dati raccolti vanno poi confrontati per sottogruppi di malati (per esempio quanti malati con lesione da decubito tra gli anziani, tra i malati a rischio e tra i lungodegenti ecc.). Quando si vuole esprimere un giudizio come per esempio sulla qualità degli interventi di nursing erogati, allora si devono confrontare solo realtà simili.

SPERIMENTARE E VALUTARE La sperimentazione non è solo farmacologia, oggetto di sperimentazione possono anche essere le pratiche di nursing o le politiche di gestione degli utenti. Sperimentare richiede la modificazione attiva di una realtà come provare un nuovo intervento di nursing e confrontarlo con la routine e valutare quale intervento consente di raggiungere risultati migliori sull utente. Per poter attribuire un rapporto di consequenzialità (ovvero poter dire che è stato l intervento a provocare le modifiche) occorre dimostrare che le modifiche non sono dovute al caso. Occorre che i gruppi di malati oggetto dello studio siano comparabili e per questo si ricorre alla randomizzazione. DIAPOSITIVA N. 9 IL RACCONTO: UNA TECNICA DI RICERCA RICCA Il racconto può essere collocato tra i metodi non solo legittimi, ma necessari, della ricerca. Le regole del raccontare sono quelle della chiarezza, della completezza, dell esplicitazione e del limite di quello che si propone. Infatti subito si riconosce il racconto che cerca di comunicare da quello che chiacchera su qualcosa come curiosità occasionale. Il racconto può suggerisce ipotesi, sul se e quanto gli elementi inclusi nel racconto sono riconducibili a una conoscenza di tipo causaeffetto (classicamente ritenuta scientifica) e non può per definizione avere come obiettivo quello di stabilire nessi più o meno causali tra le variabili o i fatti che sono della storia. Può anche provocare idee di ricerca più formali ed essere la

documentazione viva di quanto alcune conoscenze possono diventare rilevanti in e per questo malato o questa situazione. Rispettando tali regole il raccontare diventa una delle tecniche di ricerca più produttiva, più esigente e più facilmente accessibile. I racconti possono essere utilizzati con gli obiettivi più diversi: per identificare i problemi e quindi modificare i comportamenti, per stimolare e offrire consigli, per analizzare il vissuto individuale di malattia, l efficacia a meno dei trattamenti e il contributo dei protagonisti all evoluzione e alla gestione degli episodi di malattia.