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REGIONE UMBRIA II Commissione consiliare permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali, Difesa del Suolo Progetto di apertura di una nuova discarica sul territorio orvietano Revisione del Piano Rifiuti dopo il recepimento della direttiva 98/2008 Audizione del Coordinamento Orvietano Rifiuti Zero (CORØ) Monica Tommasi Portavoce del CORØ Perugia, 6 dicembre 2010 1

Ringrazio il Presidente e la Commissione per questa audizione, dedicata all esposizione delle nostre osservazioni riguardo alla presentazione del progetto di apertura di una terza discarica in località Le Crete ad Orvieto, gestita dalla SAO/ACEA, riguardo alle esigenze di revisione del Piano Rifiuti regionale e all illustrazione di proposte in tema di gestione dei rifiuti nell ATI 4 (area orvietana) ben oltre i superati sistemi operativi ancora in essere. Comprendiamo benissimo che il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti è stato redatto nel 2008 con i dati 2006. Oggi dopo quattro anni il quadro è cambiato e bisogna prenderne atto. Il Ministero dell Ambiente ha predisposto lo schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva Quadro sui rifiuti 2008/98/CE, che interviene sulla parte quarta del Codice dell ambiente, relativa ai rifiuti e alla bonifica dei siti inquinati. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura il 16 aprile u.s. dal Consiglio dei Ministri, da maggio è iniziato l iter di valutazione in sede di Conferenza Unificata, conclusosi lo scorso 29 luglio. Il testo è stato approvato dal Consiglio dei Ministri in seconda lettura, dopo i pareri della Conferenza Unificata e delle Camere, il 18 novembre ed è ora alla firma del Presidente della Repubblica. Viene modificato l art. 179, stabilendo che la gestione dei rifiuti avvenga nel rispetto della seguente gerarchia: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento. Il recepimento italiano afferma nello stesso articolo che: In via eccezionale, può essere necessario discostarsi, con riferimento a singoli flussi di rifiuti specifici, dall ordine di priorità di cui al comma 1 qualora ciò sia giustificato, in applicazione del principio di precauzione e sostenibilità, in base ad un analisi in relazione agli impatti complessivi. L aggiunta nella norma italiana delle parole in via eccezionale, addirittura non presenti nel testo comunitario, di fatto penalizza il recupero di energia, mentre il piano regionale vigente privilegia proprio il ricorso all incenerimento Lo schema di decreto, in linea con la Direttiva quadro, affianca agli obiettivi di sostenibilità delle raccolte differenziate quelli per l effettiva qualità del recupero e del riciclo che, insieme all esplicito riferimento all estensione del principio di responsabilità dei produttori di beni nell ambito della gestione dei rifiuti, potranno portare indubbi vantaggi in termini ambientali per il sistema Paese. Tra i punti di interesse del decreto ci sono: la definizione degli obiettivi di avvio a riutilizzo e recupero per alcuni materiali quali vetro, carta, plastica e metalli, fissata al 2020 una soglia minima di recupero del 50%, 2

la regolamentazione, finalmente, del momento in cui un rifiuto, sottoposto ad un attività di recupero, esce dallo status di rifiuto (e dalla relativa regolamentazione) per essere trattato come un qualsiasi prodotto, la definizione di materia seconda, la definizione di sottoprodotto; Viene modificato l art. 199 stabilendo che debbano essere approvati o modificati entro tre anni i piani regionali. Alla luce di questo ci si auspica che il Piano di questa regione, anacronistico, venga rivisto, revisionato al più presto anche perché, nell inquadramento normativo, gli stessi redattori del Piano dichiararono che, la recentissima conclusione dell iter di approvazione, non consente ancora di effettuare una verifica rispetto all effettivo contenuto del documento finale approvato (direttiva 98). Per quanto riguarda la questione del territorio orvietano, cioè la discarica delle Crete si segnalano due grandi incongruenze. La prima è che il Piano di Gestione dei Rifiuti è in aperta contraddizione con il Piano del Paesaggio,in corso di approvazione, che promuove, in un atto di indirizzo, la salvaguardia e la messa in valore dei paesaggi collinari calanchivi tra Orvieto e Ficulle. La seconda è un incongruenza interna al Piano che riguarda dati contraddittori. Infatti a pagina 127, nella descrizione dell impianto delle Crete, viene riportata una capacità residua di 905.157,33 mc al 30/06/08, mentre assegna alla stessa, a pagina 374, una disponibilità residua al 31/12/2008 di 1.187.919 mc. Come se nel corso di sei mesi la discarica avesse incrementato la sua di disponibilità del 40% in più! Al 2013 il Piano prevede una capacità residua di 867.496 mc. Se si utilizzano i dati di una tabella nell arco di cinque anni a questa discarica saranno destinati 320.423 mc, se si usano i dati dell altra tabella saranno destinati 37.661 mc corrispondenti rispettivamente a 64.084 mc annui e 7.533 mc annui; peccato che il piano stesso a pagina 374 per questi stessi anni preveda conferimenti decrescenti compresi tra 84.019 mc annui e 15.895 mc annui. La Provincia di Terni (Prot. Gen. N. 30415 D del 14 maggio 2007) rileva una capacità residua della discarica di m 3 968.505 al 31/12/2006 ben inferiore ai dati inseriti nel piano. Il gestore della discarica invece ha ufficialmente dichiarato che la capacità residua effettiva della discarica è molto inferiore ai dati sopraelencati e che sarà esaurita nel corso del 2012, pertanto ha presentato a questa regione un progetto il 16 di giugno 2010, per un ulteriore ampliamento della seconda discarica e per l apertura di una terza, prevedendo ingressi in discarica dal 2012 al 2027 di 100.000 tonnellate all anno. Il Piano prevede che la discarica sia ampliabile ma non prevede in nessuna sua parte che si possa aprire una nuova discarica. Anzi lo stesso prevede: il potenziamento del sistema impiantistico con minimizzazione del ricorso a discarica. Se venisse accettato l apertura di una terza discarica alle Crete di Orvieto, si giungerebbe palesemente a contraddire questo evidente e chiaro obiettivo. contenimento della produzione: senza azioni che puntano alla riduzione dei rifiuti alla fonte l'obiettivo diventa vano e vuoto di significato, ancor più se il cittadino anzichè essere coinvolto in forme spinte di differenziazione del rifiuto, viene servito da un comodo servizio di smaltimento in discarica 3

recupero della materia: la Regione deve affiancare i Comuni nello sviluppo di politiche, volte al recupero e al riciclo della materia, vale a dire differenziare i rifiuti. Dato che le forme più efficienti sono quelle che lo stesso Piano individua nei modelli di intensità, ne viene che l'azione politica debba essere orientata in questo senso, in via prioritaria e nella forma più spinta possibile recupero di materia ed energia: il recupero energetico rappresenta sempre una forma di recupero da porre a valle del riciclo della materia e in ogni caso a monte dello smaltimento in discarica armonia con politiche ambientali locali e globali: la perdita di materia e di energia derivante dallo smaltimento in discarica di qualsiasi prodotto o bene destinato a diventare rifiuto, rappresenta la forma peggiore di risposta agli impegni cui è chiamata la comunità intera locale e mondiale nel rispetto del pianeta e della terra in cui viviamo conseguimento di migliori prestazioni energetico-ambientali rispetto all'attuale sistema: consentire il perpetuarsi del modello incentrato sullo smaltimento in discarica non può che peggiorare le prestazioni energetico ambientali (come dimostra anche lo scenario zero del PianoRGR) contenimento dei costi: le proiezioni del Piano riportano il problema in maniera eclatante. seguendo lo scenario zero (ossia senza cambiare lo stato delle cose e continuando ad usare le discariche come facciamo ora) la spesa complessiva prevista al 2013, nell'intera Regione, sarebbe di 114 milioni di euro; i vari scenari obiettivo, che prevedono tutti raccolta differenziata al 65%, portano invece, con una diminuzione sostanziale, ad una spesa di 110 milioni, quasi dimezzando i costi di smaltimento (da 26 milioni a 15 milioni circa) e aumentando sensibilmente i costi di servizio (da 60 milioni a 65 milioni) che però corrispondono a maggiore occupazione. favorire lo smaltimento dei rifiuti in luoghi prossimi a quello di produzione: questo principio contrasta sia con la possibilità di smaltire rifiuti da fuori regione sia con la possibilità di utilizzare una discarica come quella di Le Crete ad Orvieto a servizio dell'intera Regione garantire un'equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali: il territorio orvietano ha dato molto in questo senso e su si esso insistono le due discariche più grandi dell'umbria. Rispettare l'obiettivo di equità significa dunque, per questo territorio, evitare ulteriori carichi ambientali, quale l'ulteriore massiccio ampliamento della discarica. favorire la riqualificazione e l'adeguamento degli impianti esistenti per il pieno soddisfacimento dei bisogni e limitando l'ampliamento e la realizzazione di nuovi impianti: le Crete sono un importante complesso industriale e impiantistico per l'ati4 e per l'intera Regione. Gli interventi di cui necessita il sito vanno verso la bonifica delle due discariche e nello sviluppo di impiantistica utile al recupero e al riciclo della materia. Quest'ultimo inoltre potrebbe completare il quadro impiantistico per l'ati 4 compensando la gravosa presenza delle discariche ad Orvieto con la realizzazione di un impianto di riciclaggio sul modello di Vedelago (TV). 4

Quindi bisogna mettere in atto nuove prospettive pena dover affrontare costi e danni ambientali e sanitari. Il bilancio regionale dell Umbria è occupato per il 70% dai costi della sanità e sappiamo bene che i costi della sanità vengono anche dalla qualità dell ambiente. I rifiuti insieme ai trasporti sono uno dei maggiori impatti. Pensiamo che si debba operare per avere risultati positivi a partire dal versante economico, facendo azioni che riducano i costi della sanità ma anche i costi di bonifica, non dimentichiamoci che le discariche sono causa di impatti ambientali rilevanti e saranno un grande problema per le generazioni future soprattutto per le discariche in pendio come quella delle Crete. Puntare sulle discariche vuol dire calpestare in modo pesante e proditorio le disposizioni europee e nazionali. E ormai dimostrato da molte realtà italiane che una raccolta differenziata porta a porta con il recupero e il riuso come metodo unico, non prioritario, funziona, soprattutto in ambiti territoriali dove si ha una concentrazione di abitanti per chilometro quadrato bassa. Nell ambito dell Ati4, Terni si è già mossa in questa direzione. Il progetto di aprire una nuova discarica in un territorio pregiato come Orvieto non può essere preso in considerazione. Chiedo di mettere agli atti anche il progetto che abbiamo redatto e che si chiama ORØ (Orvieto Rifiuti Zero). Intendendo con questo titolo due cose, che si può arrivare ad obiettivi di riuso e riciclo di oltre l 80% e che Orvieto è una città che ha il valore dell oro per la sua storia, per la sua importanza nel mondo. Orvieto ha già dato molto, è stata ferita da due discariche, è stata solidale accettando i rifiuti da altre regioni che hanno provocato indagini giudiziarie non ancora concluse, non è più accettabile usare suolo pregiato come i calanchi per continuare a buttare immondizia. Noi abbiamo fatto i passi formali consentiti, presso l Ati4, con la presentazione di un documento nella fase della VAS del Piano d ambito e presso la Regione con le osservazioni alla VIA del progetto presentato da SAO/Acea. Il progetto è basato essenzialmente sullo smaltimento di rilevanti quantità di rifiuti speciali non pericolosi (ceneri, scorie, fanghi ), ben superiori ai rifiuti urbani, e sul ravamping dell impianto di compostaggio di dimensioni sproporzionate all ATI4 di riferimento. La voracità con cui è stato consumato territorio è impressionante (oltre 1,5 milioni di mc per il I gradone, oltre 2,2 milioni di mc per il II gradone), per di più in zone che hanno acquisito nel frattempo maggiore valenza paesaggistica, come risulta dal PTCP dell Provincia di Terni e dal Piano Paesaggistico preadottato dalla Regione Umbria nel 2009. L utilizzo delle aree calanchive per la coltivazione di discariche è in contrasto con le normative nazionali e comunitarie di settore. Anche il sindaco di Orvieto si è formalmente espresso contro l apertura di una nuova discarica. Il modello da seguire è quello dei molti comuni virtuosi in Italia come Ponte nelle Alpi o Capannori che hanno raggiunto una raccolta differenziata e un riciclo di oltre l 80%. Noi abbiamo promosso circa un mese fa un incontro tra le amministrazioni del territorio orvietano e quelli di Ponte nelle Alpi per sensibilizzare le amministrazioni e l opinione pubblica. Alcuni comuni del territorio oggi si stanno orientando verso questo modo di gestione dei rifiuti perché si sono resi conto della sua convenienza. Invitiamo i membri di questa commissione ad effettuare gite 5

studio in realtà come quella di Ponte nelle Alpi o Capannori dove sono stati raggiunti in breve tempo ottimi risultati sia dal punto di vista ambientale che economico. In questi due anni di crisi il settore della green economy e del riciclo non solo ha retto ma è riuscito a fare passi avanti significativi come riportato dall ultimo rapporto Fise-Unire sul riciclo. La regione insieme alle aziende si devono impegnare per un sistema efficiente che è quello della convenienza ad investire in tecnologie avanzate, altrimenti si corre il rischio che, come è avvenuto per altri settori economici, anche il riciclo si sposti all'estero, in particolare nelle economie emergenti, sottraendo occupazione e risorse attualmente impiegate nel nostro Paese. Le discariche in Umbria devono essere usate solo per la parte residuale a valle di trattamenti di riuso e riciclo. E stato valutato che l ampliamento della discarica di Orvieto consentirà un attività residua negli anni a venire che potrà coprire le esigenze dell Ati4. E inaccettabile fare 4 ambiti con il presupposto politico e normativo che ognuno debba risolvere i problemi a casa sua e poi portare i rifiuti in uno, in questo caso a Orvieto. E concludo dicendo che è sbagliato puntare sull incenerimento per risolvere il problema dei rifiuti, che va subito impedito che rifiuti facilmente recuperabili e riciclabili come vetro, acciaio, plastica ed alluminio, vengano seppelliti in discarica e che in questo momento è impensabile smaltire in Umbria i rifiuti prodotti in un altra regione. 6