Il Giornale di Santa Maria della Scala



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Il Giornale di Santa Maria della Scala 2 Periodico del Santa Maria della Scala di Siena Anno I numero 2 Giugno 2000 Direttore responsabile Enrico Toti Tassa pagata Stampe non periodiche Autorizzazione n. DC / DCI / 85 / CK del 5/4/2000 Così nascono i Musei della Città Museo della Civiltà Figurativa Senese, Museo della Città e del Santa Maria della Scala, Museo Archeologico: questi i percorsi museali previsti da una larga intesa istituzionale Il 10 aprile scorso, durante la manifestazione di inaugurazione per la riapertura degli spazi espositivi del Santa Maria della Scala, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giovanna Melandri, il Sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, il rettore del Santa Maria della Scala, Omar Calabrese, il Presidente della Provincia, Fabio Ceccherini hanno firmato il preliminare di intesa che consente di avviare le necessarie procedure organizzative per la realizzazione di un sistema di percorsi museali al Santa Maria della Scala. In particolare si tratta dell allestimento del Museo della Civiltà Figurativa Senese, del Museo della Città e del Santa Maria della Scala e del Museo Archeologico la cui realizzazione è frutto degli accordi e dei comuni obiettivi voluti dagli Enti stessi che hanno firmato il preliminare di intesa. L approvazione del preliminare si configura certamente come una tappa importante per Siena e per la sua immagine di città d arte che assume oggi una posizione di privilegio e di avanguardia nel panorama dei luoghi artistici italiani. Si riporta qui di seguito il testo completo del preliminare di intesa. Preliminare d intesa Premesso che: la Provincia di Siena ha avviato la realizzazione di un vasto Sistema dei Musei Senesi che coinvolge le principali sedi espositive presenti nel territorio; all interno di tale sistema sarà compreso anche il Sistema Museale di Santa Maria della Scala che, partendo dal recupero strutturale e da un adeguamento funzionale dell ex Spedale di Santa Maria della Scala, prevede la realizzazione di un sistema in cui sono rappresentate un insieme di attività e vari percorsi museali il progetto del predetto Sistema Museale di Santa Maria della Scala prevede la costituzione del: Museo della Civiltà Figurativa Senese; Museo della Città e del Santa Maria della Scala; Museo Archeologico; la costituzione di tale sistema museale assume un ruolo centrale nell insieme dei progetti che definiscono l obiettivo primario di consentire alla città di Siena e al suo territorio provinciale uno sviluppo, compatibile con le caratteristiche urbanistiche ed economiche, che ruoti sulla valorizzazione del patrimonio culturale; la Pinacoteca Nazionale di Siena, attualmente ubicata nel Palazzo Buonsignori, costituisce una delle più prestigiose raccolte di fondi oro del mondo e documenta in modo mirabile l evolversi della scuola figurativa senese a partire dalla prime testimonianze duecentesche fino ai dipinti del XVIII sec.; il nucleo storico delle collezioni esposte presso la Pinacoteca Nazionale è di proprietà della Provincia di Siena e che la medesima è vincolata all utilizzo dei Palazzi Buonsignori e Brigidi a sede espositiva e di beni storico-artistici; il Museo Archeologico Nazionale, attualmente ubicato in locali di proprietà del Comune di Siena, siti all interno dell ex Spedale di Santa Maria della Scala e concessi in comodato alla Soprintendenza Archeologica per la Toscana, espone alcune importanti raccolte archeologiche senesi pubbliche e private, costituitesi tra la fine dell ottocento e l inizio del novecento, di proprietà dello stesso Comune e concesso in deposito permanente allo Stato, a cui si sono nel tempo aggiunte nuove collezioni nonché materiali di provenienza del territorio senese, di Murlo, del Chianti e della Val d Elsa; I lstituzione del Santa Maria della Scala, la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Siena, la Curia Arcivescovile, il Comune di Siena e l Amministrazione Provinciale hanno manifestato la volontà di allestire, all interno del sistema museale del Santa Maria della Scala il Museo della civiltà figurativa senese; la suddetta Istituzione di Santa Maria della Scala, il Comune di Siena e la Soprintendenza Archeologica per la Toscana, da cui dipende il Museo Archeologico Statale di Siena, hanno manifestato la volontà di allestire, sempre all interno del sistema dei Musei Senesi, un Museo Archeologico in grado di valorizzare le collezioni archeologiche esistenti; Premesso quanto sopra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, I lstituzione del Santa Maria della Scala, il Comune e la Provincia di Siena convengono in via preliminare: 1 - di prevedere l allestimento di un Museo della Civiltà Figurativa Senese e di un Museo Archeologico all interno del Sistema Museale di Santa Maria della Scala, previa verifica delle strutture disponibili e del progetto di recupero in corso. 2 - di affidare ad un competente gruppo di studiosi, coordinato dai responsabili delle Soprintendenze, il progetto di ordinamento dei suddetti Musei, ferma la disciplina vigente per i Musei e le Gallerie dello Stato. 3 - di definire, in apposita convenzione, le modalità giuridiche in base alle quali le collezioni verranno collocate nel complesso di S. Maria della Scala, ferma restando la proprietà di ciascun Ente e la chiara pubblicizzazione di questa. Le parti si riservano, in particolare, di valutare la forma di gestione del sistema museale che risulti più idonea, anche in relazione all evoluzione della recente normativa ed in relazione alle problematiche legate alla organizzazione ed al rapporto di lavoro. 4 - I sottoscrittori concordano inoltre sulla opportunità di verificare, nell immediato, la possibile realizzazione di un sistema espositivo che preveda l integrazione delle collezioni, secondo un ordinamento scientifico da definire, concordando le funzioni e lasciando inalterate le titolarità giuridiche degli Istituti che concorrono a formare il sistema. 5 - Le parti si impegnano altresì a verificare nell immediato la possibilità di una bigliettazione unica, con un accordo sulla destinazione delle relative risorse. 6 - Le parti si impegnano quindi a verificare, secondo le indicazioni rese, i seguenti punti: la possibilità di un accordo istituzionale per definire stabilmente i rapporti tra gli Enti interessati e lo Stato; i contenuti e forme di una convenzione che consentano una tempestiva attivazione del sistema museale progettato; l ordinamento del futuro museo della Civiltà Figurativa Senese e del Museo Archeologico; la definizione dei ruoli del personale che dovrà essere occupato nel sistema segue a pag. 2

Il Giornale di Santa Maria della Scala pag. 2 Un modello di collaborazione istituzionale Preliminare d intesa continua da pag. 1 museale sentite le organizzazioni sindacali e previa verifica delle effettive necessità e delle dotazioni esistenti; l uso degli spazi al momento occupati dalla Pinacoteca Nazionale e la definizione delle sue funzioni; l eventuale creazione di ulteriori servizi, quali archivio, fototeca, biblioteca etc. 7 - Contestualmente, gli Enti firmatari si impegnano, ciascuno per le proprie competenze e titolarità giuridiche, a formulare una proposta di utilizzo degli spazi attualmente occupati dalla Pinacoteca Nazionale con la definizione delle sue funzioni, in un ottica di integrazione della politica di valorizzazione dei beni museali statali, provinciali e comunali, salvaguardando l alto valore culturale e storico-artistico che la Pinacoteca Nazionale ha rappresentato, dalla sua costituzione, nel panorama museale nazionale e internazionale. Siena, 10 aprile 2000 Il Giornale di Santa Maria della Scala Periodico del Santa Maria della Scala di Siena Anno Primo Numero 2 Giugno 2000 Direttore Responsabile Enrico Toti Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 693 del 17 marzo 2000 Hanno collaborato a questo numero Cecilia Alessi Alessandro Bagnoli Omar Calabrese Tatiana Campioni Guido Canali Massimo Ferretti Anna Maria Giusti Francesco Mallegni Maura Martellucci Federica Salvi Bruno Santi Enrico Toti Impostazione grafica Rauch Design Realizzazione lastre CTP e Stampa Alsaba Grafiche, Siena Giovanna Melandri: Santa Maria della Scala: un progetto strategico tra i grandi progetti culturali italiani... Riportiamo l intervento del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giovanna Melandri in occasione della cerimonia per la firma dell Intesa istituzionale per il Santa Maria della Scala. Mi fa davvero piacere ricordare in questa occasione che sempre più spesso si sta avverando un felice abbinamento, l abbinamento delle scommesse degli italiani con il Gioco del Lotto con la scommessa del governo per la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese. Sempre più spesso, infatti, questa cura, quest opera di recupero, di restauro, porta alla luce nuove e insospettate bellezze e tesori nascosti. Ho appena visto gli affreschi ritrovati in alcuni locali del Santa Maria, la cui attribuzione naturalmente ci deve lasciare prudenti e deve lasciare ancora il campo allo studio e alla ricerca degli esperti. Tuttavia essi costituiscono davvero un grande tesoro nascosto. Qualche volta anche installare un impianto di riscaldamento, come in questo caso, può portare alla luce meraviglie del passato. Accade anzi continuamente, come ad esempio qualche mese fa, quando durante un intervento a Roma alla chiesa dei Quattro Santi Coronati, sono riapparsi quasi cinquecento metri di affreschi della metà del Duecento. Potrei fare una lunga lista di importanti tesori che stiamo scoprendo e che stiamo restituendo alle comunità, anche in virtù dello sforzo straordinario che l Italia sta compiendo in questi anni. Io sono lieta e grata a voi di avere, con tanta determinazione, con tanta passione, con tanta tenacia voluto e avviato questo progetto. Il complesso di Santa Maria della Scala è un modello interessantissimo sotto molti punti di vista. Innanzitutto per la sua storia millenaria. Anche a me colpisce sentire quanto la comunità senese si identifichi con questo luogo. Questa è stata un istituzione ricca e potente allo stesso tempo, ed è grande testimonianza della storia del dolore di questa comunità e di questa città. Antico ospedale, casa di accoglienza per pellegrini, ma anche per gettatelli, per bambini abbandonati. Istituzione arricchita nel tempo dai lasciti delle famiglie senesi, ma anche istituzione committente di grandi artisti come Simone Martini e gli stessi Ambrogio e Pietro Lorenzetti. Istituzione a tutto tondo, insomma: e il fatto che questa città, questa comunità, questo Paese recuperi questo spazio per un progetto culturale davvero unico nel suo genere significa che ci siamo, per fortuna, lasciati alle spalle una stagione in cui l Italia sedeva inerte sul suo patrimonio culturale. Si stanno moltiplicando i progetti e le iniziative. I cantieri di restauro si aprono, ma si chiudono anche, riconsegnando alle comunità al nostro Paese, al mondo, capolavori ineguagliabili. Stiamo tentando di sperimentare non solo nuove forme di attivazione di risorse straordinarie come il Gioco del Lotto, come i fondi del Giubileo, che sono state così importanti per valorizzare il nostro patrimonio culturale, ma stiamo anche avviando forme inedite di collaborazione fra pubblico e privato e tra Stato e istituzioni locali e enti territoriali. Ritengo che questa esperienza, questo progetto di Santa Maria della Scala, sia estremamente importante anche da questo punto di vista, in quanto ci consente di superare barriere, non architettoniche ma istituzionali, ci consente collaborazioni tra istituzioni culturali che invece devono davvero convergere su un unico obiettivo: valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese. L intesa che oggi noi abbiamo pubblicamente, ma anche solennemente, firmato, è un primo passo molto importante verso il raggiungimento di uno scopo finale straordinario: lo spostamento della Pinacoteca Nazionale al Santa Maria. Un po di lavoro è stato fatto. Intanto, credo di poter affermare che questa intesa prefiguri un modello di collaborazione interistituzionale. Quando i cittadini visitano un museo, quando lo Stato, il Comune, la Regione e la Provincia si adoperano per valorizzare il patrimonio culturale, devono sempre avere a mente l unico interlocutore privilegiato: il pubblico. I musei senza visitatori sono luoghi morti, ed è per questo che negli ultimi anni in Italia abbiamo voluto davvero invertire una tendenza che aveva purtroppo caratterizzato il nostro Paese per decenni. Abbiamo voluto rendere più accoglienti i nostri musei, abbiamo voluto prolungare l orario dei musei nazionali. In questo caso mi riferisco, evidentemente, al patrimonio che gestisce lo Stato. Tre anni fa i musei pubblici nazionali chiudevano come gli uffici postali, alle 14,30. Oggi lo sforzo per rendere i luoghi della cultura meno lontani, meno iniziatici ma più comunicativi, è lo sforzo che sta determinando il nostro lavoro di tutti i giorni. Ai visitatori non interessa se un museo è statale o comunale, o fin dove è l una o l altra cosa. Ciò che conta è poter godere delle opere d arte, poter compiere percorsi cognitivi interessanti, poter verificare che si sono superati tutti quegli intralci burocratici che spesso si frappongono fra un idea moderna di visita al museo e la realtà del nostro patrimonio. Per questo il sistema dei nuovi musei del Santa Maria della Scala avrà un unico sistema di gestione, un unica biglietteria. Ecco uno dei contenuti di questa intesa, ecco uno degli obiettivi che ci siamo dati, anche se, evidentemente, ciascuno degli enti e delle amministrazioni coinvolte conserverà, e continuerà a conservare, la proprietà dei beni di cui dispone. Mi veniva in mente in questi giorni, leggendo un po di storia di Santa Maria della Scala, la tradizione secolare per cui le famiglie senesi si contendevano la carica di rettore, e il rettore doveva donare tutti i suoi averi all Istituzione. Naturalmente, non mi riferisco al rettore Omar Calabrese. Mi riferisco, però, ad uno sforzo comune: che in quello spirito gli enti e le amministrazioni che oggi hanno sottoscritto questa intesa donino, o comunque accettino, una limitazione nella propria sovranità su ciò che amministrano. C è una cessione di sovranità a cui tutti noi, Comune, Provincia e Stato, abbiamo aderito in funzione di uno scopo, che è uno scopo più alto, è lo scopo di avvicinare le esigenze del pubblico, di trasformare questo straordinario museo di se stesso in qualche cosa che possa continuare a vivere. Santa Maria della Scala è tante cose insieme, è un sistema straordinariamente complesso: è un museo di se stesso, un museo della sua storia e delle sue stratificazioni. Ed anche su questo voglio ancora soffermarmi, e poi salutare la presente occasione di corrispondere a un grande progetto culturale. Ranuccio Bianchi Bandinelli e Cesare Brandi, ebbero per primi l idea di trovare un luogo, cioè questo luogo, per realizzare quel museo della civiltà figurativa senese, che non solo questa comunità e questa città chiedono da tanti anni. Credo che questo sia un tassello importante di una politica culturale nazionale che riconosce a questo territorio e a questa importantissima stagione della storia dell arte nel nostro Paese, il ruolo che merita. Da oggi parte questo grande progetto di un museo nazionale, perché ritengo che questo debba diventare un museo nazionale. Su questo voglio concludere dicendo che, grazie alle risorse aggiuntive, alle risorse del Gioco del Lotto, alle risorse del Giubileo, noi abbiamo potuto invertire negli ultimi anni una tendenza, che è una tendenza triste per il nostro Paese, cioè la tendenza all incuria, la tendenza a non investire a sufficienza sul nostro patrimonio. Questo ci sta consentendo di avviare grandi progetti: il raddoppio delle Gallerie dell Accademia a Venezia, la grande Brera a Milano, il recupero di Venaria Reale a Torino. Partendo da nord, scendendo verso sud, il grande progetto degli Uffizi a Firenze, un centro per l arte contemporanea, e ancora tantissimi interventi disseminati su tutto il territorio italiano. Io credo che l intesa che abbiamo firmato oggi sia il primo passo per inserire a pieno titolo il progetto del Santa Maria della Scala tra questi grandi progetti culturali italiani, che ovviamente ci impegnamo fin da ora a sostenere con le risorse di cui avrà bisogno. Giovanna Melandri Ministro per i Beni e le Attività Culturali

Il Giornale di Santa Maria della Scala pag. 3 Le copie della Sindone tra storia e religiosità Oggetti di devozione popolare attraverso i secoli le copie sindoniche si prestano oggi ad un affascinate percorso all interno del sentimento religioso. Il contributo del Santa Maria della Scala al grande Giubileo del 2000 Come i pictores Veronicarum riproducevano, ad uso dei pellegrini che si recavano a Roma, il Volto Santo conservato nella basilica vaticana così, prima a Chambéry e poi a Torino, vi fu chi produsse, sovente a grandezza naturale, copie pittoriche della Sacra Sindone. Artisti in larga parte anonimi come del resto tutti i pittori di Veroniche, di diseguale valore e sensibilità, pur tuttavia quasi sempre testimoni oculari delle tante ostensioni che videro protagonista il presunto sudario di Cristo e forse essi stessi artefici, in qualche caso, di quei contatti tra copia e originale che trasformavano sotto i loro occhi una semplice pittura in una reliquia, lei pure carica di virtù taumaturgiche e dunque degna di rispetto e venerazione. La più antica copia sindonica a noi nota (qui in mostra, come anche le altre di seguito sommariamente descritte) è quella conservata a Lier, in Belgio, nella chiesa di Saint-Gommaire e datata 1516. L opera ora attribuita ad Albrecht Dürer ora a Barent van Orley fu realizzata sedici anni prima il devastante incendio che, a Chambéry, mise a repentaglio la reliquia. Si tratta dunque dell unico documento esistente relativo alla Sindone prima del rogo, di cui sono ancora oggi evidenti le tracce sull originale. La più antica copia del periodo italiano cioè realizzata quando la Sindone venne definitivamente traslata a Torino nel 1578 sembra essere quella conservata ad Inzago e donata, nel 1581, all arcivescovo milanese Carlo Borromeo da Carlo Francesco Bonomi, vescovo di Vercelli e nunzio pontificio in Svizzera. La copia sindonica che costituisce, a nostro parere, un vero e proprio spartiacque tra la prima fase di diffusione della celebre immagine caratterizzata dall assenza di elementi antiestetici, quali le bruciature, e di aggiunte arbitrarie come la corona di spine e la fascia femorale e la seconda dominata invece da tali elementi è quella conservata nella chiesa parrocchiale di Ripalimosani, nei pressi di Campobasso. L opera databile agli anni 1595-1601 è una delle copie più antiche a noi note e presenta, per la prima volta in modo evidente, sia le bruciature di Chambéry che una sorta di perizoma realizzato per coprire i glutei dell Uomo sindonico. Tale accorgi- mento sembra interpretare l istanza controriformistica che prevedeva l occultamento delle nudità nelle opere d arte religiose che avrà in papa Paolo V, sul soglio di Pietro di lì a qualche anno, un convinto promotore. Con le copie secentesche si afferma, invece, una vera e propria iconografia delle repliche sindoniche: i capelli dell Uomo assumono l aspetto di un casco, cinto da un essenziale ma ben visibile corona di spine; i glutei sono avvolti da una pesante fascia dalla quale discende una frangia, lontano ricordo di una traccia ematica; i segni dell incendio di Chambéry vengono arricchiti di fregi simili a fiammelle; il corpo dell Uomo è cosparso di un fitto manto di piccole ferite, memoria della flagellazione; il segno delle palpebre chiuse si è ormai definitivamente trasformato in due tondi, fissi ed inespressivi occhi. Sono qui esposte di questo periodo le copie di Casale Monferrato e Margarita, entrambe del 1643, e di Savona (1653, conservata nell oratorio dei Santi Pietro e Caterina). Personalissima appare invece l interpretazione del telo sindonico offerta dalla copia conservata nella chiesa di San Giuda Taddeo in Roma databile al 1692 e qui esposta: il sangue sgorga abbondante tra i capelli dell Uomo sindonico, così come dalle altre ferite e cola copioso anche sulla fascia femorale. Gli occhi appaiono invece chiusi e il volto descrive finalmente in modo efficace la fissità della morte. Assai caratteristiche della produzione tardo secentesca sono le copie realizzate dall unico pittore di Sindoni di cui sia noto il nome: Giovanni Battista Fantino. Si tratta di copie speculari, probabilmente provenienti da un vero e proprio ricalco dell originale. Due gli elementi che consentono un immediata identificazione della specularità: la ferita al costato, posta a destra, e la mano sinistra sovrapposta alla destra. Di Giovanni Battista Fantino sono esposte le copie di Savona (1697, proveniente dal monastero di Santa Teresa) e Gallarate (1710, dalla chiesa di Santa Maria Assunta). Al tipo fantinesco è anche riconducibile la copia conservata a Finalmarina (1728, proveniente dalla chiesa di San Giovanni Battista) e realizzata dal pittore locale Domenico Bocciardo. Scarsissime le notizie relative a copie ottocentesche, e in gran parte collegate ad esemplari prodotti durante la celebre ostensione del 1898, nel corso della quale Secondo Pia realizzò le prime fotografie della Sindone, rendendo così inutili le approssimative riproduzioni pittoriche. Qualche copia pittorica sarà ancora realizzata sulla base delle fotografie del Pia o di quelle scattate da Giuseppe Enrie nel 1931, ma si tratterà, come nel caso del dipinto di Oreste Visone (1933) esposto al Santa Maria della Scala, più del tentativo di misurarsi con l inimitabile originale che di opere realizzate con finalità devozionali. Ferdinando Molteni Curatore della mostra Nelle foto di questa pagina: particolari di due delle Sindoni esposte. In basso quella conservata a Lier, la più antica che si conosca. In prima e seconda pagina: alcuni aspetti del recupero del Santa Maria della Scala e i disegni di progetto di Guido Canali La memoria di Cristo. Le copie della Sindone: verità di fede e verità storica 26 maggio-30 luglio 2000 La mostra, allestita nelle sale San Leopoldo e San Giuseppe, propone quattordici delle più rappresentative copie sindoniche, oggetto di devozione, sia pubblica che privata, tra gli inizi del Cinquecento e la fine del secolo scorso, oltre ad alcuni dipinti provenienti dal territorio senese raffiguranti l immagine della Veronica e della Sindone. Promossa dal Santa Maria della Scala, dal Comune di Siena e in collaborazione con la Curia Arcivescovile, si avvale di un Comitato scientifico coordinato da Ferdinando Molteni e composto da autorevoli studiosi italiani e stranieri come Fabio Bisogni, Georges Didi Huberman, Paolo Fabbri, Alessandro Falassi, Francesco Mallegni e Gerhard Wolf, i quali hanno contribuito al catalogo con saggi specifici. La mostra è stata realizzata con la collaborazione e il sostegno della Banca Monte dei Paschi S.p.a.

Il Giornale di Santa Maria della Scala pag. 4 Conservazione e restauro: nasce a Siena il primo Centro europeo CERR: una nuova struttura che si propone di fornire a tutti coloro che lavorano nell ambito dei beni culturali informazioni, conoscenze, strumenti, assistenza scientifica e tecnico-storica sul restauro GIORNATA DI PRESENTAZIONE DEL CERR Restauro, Ricerca ed Europa Sabato 10 giugno 2000 Mattina Presiede il Rettore del S. Maria della Scala Omar Calabrese 9.30 10.30 Comune di Siena: Pierluigi Piccini, sindaco Ministero dei Beni Culturali: Giovanna Melandri, ministro Direzione Generale dei Beni Culturali: Mario Serio, direttore Soprintendenza dei BB SS AA: Bruno Santi, soprintendente Soprintendenza dei BB. AA. AA: Domenico Valentino, soprintendente 10.30 11.30 Cooperazione nazionale Istituto Centrale del Restauro: Alma Maria Tantillo, direttore Nazionale Opificio delle Pietre Dure: Cristina Acidini Luchinat, direttore Istituto di Patologia del Libro: Carlo Federici, direttore Centro Nazionale di Ricerca: Franco Piacenti, direttore Centro Opere d arte Associazione Giovanni Secco Suardo: Lanfranco Secco Suardo, presidente 12.00 13.00 Cooperazione internazionale Esattamente un anno dopo l approvazione degli statuti da parte del Consiglio Comunale di Siena, nascerà in questa città il 10 giugno 2000 il CERR, primo Centro Europeo di Ricerca sulla Conservazione e sul Restauro, per iniziativa del Sindaco di Siena Pierluigi Piccini e dell Assessore alla Cultura Marina Romiti. In un momento di necessaria ma non facile evoluzione della professione di conservatore- restauratore di opere d arte, è diventato di primaria importanza incrementare gli scambi professionali tra le diverse discipline che compongono il campo sempre più vasto della conservazione e del restauro dei beni culturali; favorire poi gli incontri tra professionisti già affermati e studenti, mediante l organizzazione di seminari, convegni o corsi di perfezionamento, in complementarità con gli organismi nazionali e internazionali specializzati e infine mirare ad occupare aree di ricerca e di riflessione lasciate libere dalle istituzioni esistenti. Siena, col suo modo unico di vivere intensamente il suo prestigioso passato, senza perdere mai d occhio le contingenze quotidiane di un mondo in rapido sviluppo, non poteva mancare di ricordare l importanza decisiva che le sue arti (pittura, scultura, oreficeria, miniatura ecc.) ebbero su quelle europee nel corso del Trecento e del Quattrocento così come non poteva ignorare il lento emergere della riconoscenza dei pittori di quadri antichi, la cui attività di restauratori e, a momenti, anche di falsari ha segnato il patrimonio di numerosissimi musei e collezioni nel mondo intero tra la seconda metà dell Ottocento e la prima del Novecento. Non poteva inoltre non interrogarsi sulla genuinità dell immagine che il suo immenso patrimonio artistico presenta agli occhi dei suoi visitatori e fruitori. Il CERR deve operare in riferimento alle problematiche di questo patrimonio in modo interdisciplinare e non pluridisciplinare attraverso una struttura specializzata nello studio, nella ricerca, nella divulgazione e nell assistenza alla formazione. In un contesto volutamente e necessariamente allargato all Europa, si propone di fornire a tutti i professionisti che lavorano nell ambito dei beni culturali le informazioni, le conoscenze, gli strumenti, l assistenza scientifica e tecnicostorica, ossia tutti quegli elementi necessari al corretto svolgimento della loro attività professionale nella preoccupazione primaria del rispetto dell opera e della sua storia. Una tale struttura dovrà ovviamente lavorare in stretta collaborazione col mondo della ricerca, dell Università e dell impresa. In considerazione del patrimonio bibliografico e fotografico di cui già dispone con l acquisto della biblioteca e fototeca di Giuliano Briganti - studioso e critico d arte che insegnò a Siena - con l uso della biblioteca e fototeca di Alessandro Conti - studioso in particolare della storia del restauro - concessa dagli eredi, e con la biblioteca del CERR che sarà consacrata alla conservazione ed al restauro, gli interessi di questo Centro si rivolgeranno in particolar modo verso le arti del colore (dalla miniatura agli arazzi, dall oreficeria alla policromia architettonica, dalla pittura su tela o su tavola all arte vetraria e dagli arredi alla scultura policromata), alla storia della conservazione e del restauro con un impegno particolare nei confronti della memoria dei restauratori, ed allo studio della diffusione dell arte senese in Europa. Nella costante preoccupazione di un arricchimento della conoscenza dell opera d arte nei suoi più diversi aspetti materiali, storici, e anche iconografici o stilistici, il CERR offrirà il supporto richiesto nella scelta degli interventi di conservazione e di restauro. Lo studio della tecnologia delle opere senesi dovrà non solo essere impostato a livello internazionale, ma dovrà anche essere completato da quello delle condizioni ambientali nelle quali si trovano le opere prese in considerazione e dagli aspetti della loro diffusione. In vista della realizzazione di questi vari scopi, saranno allestiti laboratori scientifici, di fotografia e di restauro, definiti di pronto soccorso per rispondere con la massima rapidità ed efficienza alle richieste presentate, in particolare dai restauratori senesi. Il metodo di lavoro scelto sarà inoltre basato sulla complementarità con gli organismi già esistenti nel campo la collaborazione con gli istituti ed organismi nazionali ed internazionali e verrà finalizzato con i vari seminari, convegni e corsi di perfezionamento già segnalati. Queste scelte porteranno il CERR ad assumere un ruolo di piattaforma interattiva a disposizione delle differenti discipline rappresentate nel campo del restauro. Il Centro, le cui attività sono sorrette, orientate, seguite da un Comitato Scientifico internazionale all interno del quale sono anche presenti le due maggiori istituzioni italiane per la conservazione ed il restauro che sono l Istituto Centrale del Restauro di Roma ICR e l Opificio delle Pietre Dure di Firenze OPD, disporrà al proprio interno di una struttura di ricerca composta da un numero variabile di professionisti scelti in funzione dei progetti specifici di ricerca da realizzare. Tra questi ultimi sono in corso il Questionario indirizzato ai restauratori che operano a Siena o sul territorio senese all inizio del 2000 per conoscere la loro situazione professionale, la Memoria vivente del restauro consistente in interviste fatte agli attori del restauro ora a riposo (storici dell arte, scientifici, restauratori, architetti, ecc.) e cittadini di quattro paesi europei (Italia, Belgio, Francia, Germania), la pubblicazione degli Atti del Convegno Cesare Brandi che commemorava lo storico d arte senese, conosciuto anche per la sua decisiva Teoria del restauro, l organizzazione di un convegno sul tema Carte, documenti e risoluzioni nel campo internazionale del restauro da tenersi a Siena entro la fine dell anno 2000 e il progetto Restauri a Duccio di Buoninsegna nella seconda metà del Novecento. Il Centro Europeo di Ricerca sulla Conservazione e sul Restauro, Servizio del Comune di Siena, sostenuto economicamente dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena e patrocinato dall Unione Europea, trova la sua sede provvisoria nel complesso storico architettonico dell antico Spedale del Santa Maria della Scala prima di entrare in possesso di quella definitiva prevista nel Palazzo del Capitano in Siena. Théo-Antoine Hermanès Nella foto: un volume della Biblioteca Nazionale di Firenze dopo l alluvione del 1966 (Foto di Giorgio Lotti) Gian Giuseppe Simeone: Le organizzazioni internazionali Direzione Generale Educazione-Cultura dell Unione Europea: Theodossios Mastrominas Servizio del Patrimonio Culturale dell Unione Europea: Josè Maria Ballester, direttore UNESCO: Azzedine Bechaouch ICCROM: Marc Laenen, direttore generale COMOS: Jean-Louis Luxen, segretario generale COM: Jacques Perot, presidente Pomeriggio Presiede l Assessore alla Cultura Marina Romiti 15.00 16.25 Storia dell arte Riccardo Francovich (Università di Siena) Bruno Toscano (Università Roma 3) Elizabeth Mognetti, direttore (Centre Interrégional de Conservation et de Restauration du Patrimoine, Marsiglia) Lettura del messaggio del prof. Paul Philippot (Bruxelles) 16.50 17.40 Conservazione Ulrich Schiessl, Formazione, professione e restauro ECCO: Mechthild Noll- Minor, vice presidente ENCoRE: Ulrich Schiessl, rettore HSBK, Dresda Ségolène Bergeon Langle: Aspetti della ricerca IIC: David Bomford, National Gallery, Londra Théo-Antoine Hermanès: Storia del Restauro: Antichi restauri

Il Giornale di Santa Maria della Scala pag. 5 Dal Giappone e dalla Cina la Via della Carta arriva in Europa. E a Siena arrivano da tutto il mondo le opere d arte che nascono dalla carta Paper road la via della carta Calendario Le principali attività del Santa Maria della Scala da giugno ad agosto 2000 2 giugno Percorsi d arte, musica e poesia Marco Torriti ore 18,00 visita guidata La chiesa della Santissima Annunziata, la Cappella della Madonna e la Sagrestia Vecchia Corticella - ore 19,00 Mario Castelnuovo Fabio Pianigiani and friends in concerto 7 giugno Conclusione del corso organizzato in collaborazione con il Centro Tempo Reale di Firenze presentazione del CD con le composizioni musicali realizzate durante il corso di alfabetizzazione musicale dei bambini delle scuole senesi, alla presenza del Maestro Luciano Berio 10 giugno Sala San Pio, ore 9,00 20,00 Presentazione del Centro Europeo di Ricerca sulla Conservazione e il Restauro CERR 16 giugno Percorsi d arte, musica e poesia Gabriele Fattorini ore 18,00 visita guidata L Oratorio di Santa Maria Sotto le Volte e la sede storica della Società di Esecutori di Pie Disposizioni Corticella - ore 19,00 Mario Castelnuovo Fabio Pianigiani and friends in concerto Da agosto a ottobre, al Santa Maria della Scala, si terrà una mostra di opere realizzate su carta da oltre cento artisti provenienti da tutto il mondo. L iniziativa è realizzata in collaborazione la Fondazione Abbazia di Spineto con sede a Sarteano, antico luogo di produzione della carta, dove, in agosto, si terrà, per la prima volta in Italia, il convegno mondiale dell International Association of Hand Paper Makers and Paper Artists (Iapma). Sin dalla sua costituzione, questa associazione no profit, ha tenuto i propri congressi annuali in prestigiose sedi come nel museo di Capellades in Spagna, nel Lleopold Hoesch Museum a Duren, a Montreal, a Noordwijkerhout in Olanda, a Kyoto, Copenhagen e ad Adelaide in Australia. La IAPMA ha l obiettivo di sostenere e diffondere le attività artistiche e culturali legate all universo della carta nelle sue varie manifestazioni, dalla produzione realizzata a mano all uso della stessa come mezzo di espressione artistica, meglio conosciuto come paper art. Fra i suoi membri essa annovera storici della fabbricazione della carta, produttori e numerosi artisti che operano nella Paper Art. Il percorso della carta iniziò in Cina per estendersi poi in Corea e in Giappone e seguire progressivamente la via della seta fino alla Persia, all Egitto e, successivamente al nord Africa, alla Spagna e all Italia dove ebbe inizio la produzione in Europa. Il Santa Maria della Scala, tappa fondamentale del percorso di una delle principali arterie viarie medioevali, costituisce quindi un luogo ideale in cui raccogliere il lavoro di questi artisti internazionali i quali hanno scelto la paper art come efficace mezzo espressivo e di comunicazione. Verranno infatti esposte piccole sculture e grandi installazioni, numerosi dipinti e due originali sezioni riservate ai gioielli e alla moda di carta. Alcune sezioni della mostra verranno allestite anche nell Abbazia cistercense di Spineto, a Montepulciano, a Cetona e nel settecentesco teatro dell Accademia degli Arrischianti di Sarteano. All iniziativa parteciperanno numerosi artisti noti nell ambiente legato a questo tipo di espressione artistica e in gran parte provenienti dai paesi scandinavi come Margareta Mannervik, Kerstin Svanberg, Anne Vilsboll, ma anche dalla Germania e dalla Svizzera come Sigrid Scraube, Lesley Haas e Therese Weber, e dall Argentina e Australia con Jorge Luis Giocosa e Mutsuko Bonnardeaux e Penny Carey Wells. Particolarmente nutrito sarà, infine, il gruppo di artisti proveniente dagli Stati Uniti, fra cui Catherine Nash, e dall Olanda, paese in cui si svolge una importante biennale di Paper Art presso Amsterdam. La mostra, corredata anche da un ampio catalogo, costituirà tra l altro una im- La carta è un materiale più tradizionale di quanto non si pensi, nell ambito della storia dell arte. Fin dall antichità, infatti, troviamo opere composte di supporti cartacei, magari in papiro, e più tardi, dopo l invenzione vera e propria della carta come oggi la conosciamo, in questa materia o nei suoi derivati (come la cartapesta). Si pensi che nel Medio Evo già si compivano veri e propri collage, come quelli a cui ci hanno abituato nel ventesimo secolo cubisti e dadaisti, con l inserimento di parti cartacee nei dipinti. Un esempio, fra i primi, è costituito dall affresco di Simone Martini nel Palazzo Pubblico a Siena, la Maestà, nel quale sono inseriti veri cartigli con relativa reale scrittura. Nella cultura estremo orientale, portante occasione per presentare una forma d arte molto diffusa in molti paesi e quasi sconosciuta in Italia. L iniziativa, curata da Marco Borgogni e Luciano Pandiani prevede in sede poi, la carta è addirittura il sostegno principale delle opere, che non a caso ad esempio in Cina e Giappone non distinguono più di tanto fra scrittura e figurazione, come invece si fa in Occidente. Certamente, però, è il secolo delle avanguardie, il ventesimo, quello che ha riproposto la carta come materiale significativo per l arte. Quasi a rivendicare, attraverso la sua leggerezza, il sogno di un conflitto esplicito nei confronti della pesantezza dell arte tradizionale. È in questo spirito, quello della leggerezza dell arte contemporanea, che il Santa Maria della Scala ospita Paper Road, una mostra di oltre settanta opere di giovani e meno giovani artisti di tutto il mondo, che si cimentano di inaugurazione al Santa Maria della Scala una performance della Compagnia internazionale Corpus Rompu che, guiderà e coinvolgerà il pubblico in un percorso itinerante fra le opere della mostra. Da Simone alle avanguardie nelle più diverse manifestazioni figurative attraverso questo mezzo. Si va da opere da cavalletto di aspetto tradizionale fino a sculture, installazioni, gioielli, abiti: quasi a scoprire, o meglio riscoprire, le infinite possibilità della carta come materiale duttile, delicato, flessibile, e non solo fragile, effimero, instabile, come invece di solito la pensiamo. La carta riempie così con la sua amabile volatilità un luogo invece compatto e solido come il Santa Maria, con la sua pietra e i suoi antichi mattoni, creando una elegantissima dissonanza e un impatto estetico notevolissimo per il pubblico. Omar Calabrese 21 giugno Sala San Pio, ore 18,30 Rotary Club Siena Presentazione del restauro del Simulacro della Madonna di Provenzano 23 giugno Percorsi d arte, musica e poesia Marco Torriti ore 18,00 visita guidata alla mostra La memoria di Cristo. Le copie della Sindone: tra verità di fede e verità storica Corticella - ore 19,00 Mario Castelnuovo Fabio Pianigiani and friends in concerto 3 agosto Magazzini della Corticella Inaugurazione della mostra Paper road/ la via della carta 11 agosto Sala Sant Ansano Inaugurazione della mostra Bandiere, costumi e tamburi storici delle Contrade 2 settembre Inaugurazione della mostra dello scultore Massimo Lippi L orma del foco

Il Giornale di Santa Maria della Scala pag. 6 Le orme del fuoco : sculture di Massimo Lippi Le crete senesi, il legno, la cera d api, il bronzo, il carbone, la pietra, la terra cotta, prendono senso e vigore per ridare alla visione interiore la grazia e la potenza che è propria dello spirito... Dal 2 settembre al 15 ottobre al Santa Maria della Scala, si terrà una mostra dello scultore Massimo Lippi, L orma del fuoco, realizzata in collaborazione con il Comune di Siena. Lo scultore esporrà un ampia rassegna di opere, testimonianza della sua originale ricerca attraverso la poesia e la figurazione plastica, con l impiego di materiali incontrati durante la sua infanzia, tra la sua gente, carichi di emozioni, che l artista accompagna verso un nuovo significato espressivo. Le crete senesi, il legno, la cera d api, il bronzo, il carbone, la pietra, la terra cotta i bagliori e avanzi del costume antico, come Lippi sottolinea in una sua lirica, prendono senso e rinnovato vigore per ridare alla visione interiore la grazia e la potenza che è propria dello spirito; sottile e raffinato lavoro per conferire all esperienza tattile un puro richiamo ai valori che trascendono e al contempo esaltano la materia. Amnon Barzel curatore della mostra, privilegia dell artista quel carattere mistico e di primitiva forza tellurica, in bilico tra la civiltà del passato e la sofferta stagione del presente. Il critico rintraccia in lui anche le minime e felici orchestrazioni di accordi in quella intuitiva armonia dello spazio e talvolta in dissonanze espressive con le più rigorose leggi del comporre, ma l artista è sempre ricco di sorprese e di fervida immaginazione. Ne risulta un continuo gioco di equilibri tra fantasia e memoria; evocazioni sfuggenti e rinvii all altra più urgente e necessaria conoscenza del vero, come possibile iniziazione al puro canto. La mostra si avvale di scritti di alcuni autori che hanno esaminato a fondo l opera di Lippi, tra cui Enzo Carli, Vanni Scheiwiller, Giovanni Carchia recentemente scomparsi- e dei poeti Giorgio Caproni, Franco Fortini, Giovanni Raboni, Franco Loi, David Maria Turoldo, Pier Vincenzo Mengaldo, oltre ad Enrico Crispolti, Bruno Forte, Sergio Givone e lo stesso Amnon Barzel. Massimo Lippi è anche poeta. Nato a Ponte a Tressa nel 1951, alle porte di Siena, proprio vicino al suo studio, situato all interno di una delle più importanti e suggestive grance (fattorie fortificate) appartenute in passato al Santa Maria della Scala, che sarà aperto durante il periodo della mostra. L artista ha pubblicato tra i Nuovi Poeti Italiani, (2, Einaudi, Torino 1982), e successivamente nella collana All Insegna del Pesce d Oro di Vanni Scheiwiller: Non Popolo mio, con prefazione di Franco Fortini (1999) e Passi il mondo e venga la Grazia, (1999) con prefazione di Giovanni Raboni. Con questo volume Lippi è stato finalista al Premio Viareggio. L irrequieto modellato del bronzo L aggressiva volumetria del legno Pubblichiamo la nota di Enzo Carli, il grande storico dell arte recentemente scomparso, introduttiva al catalogo della mostra di Massimo Lippi. Considero un privilegio l accompagnare con le mie parole la prima mostra personale di Massimo Lippi che fu mio carissimo allievo quando insegnavo storia dell arte all Università di Siena: ma ancorché, come egli mi ricorda, avesse dato con me due esami guadagnandosi due trenta e lode, da quelle aule accademiche non usci uno storico d arte, perché Massimo era già scultore di sicura e confermata vocazione, nonché poeta. (...) Non. per niente egli scelse come argomento della sua tesi di laurea Alberto Sani, lo scultore cui dedicò un libro il famoso critico Bernard Berenson e, che costituisce il più autentico caso di una istintiva creatività, avvertendone tutta la primigenia forza ispiratrice e il fascino di quel mondo contadino e artigianale da lui con tanta schiettezza e veridicità rappresentati e che nella sensibilità di Massimo assume quasi un valore mitico soprattutto attraverso la figura dello zio Olinto, un semplice e geniale popolano dotato di singolari capacità inventive e manuali, alla memoria del quale il nostro artista ha voluto dedicare la presente mostra. Ma con questo non si deve credere che Massimo sia un naif o che tale si sforzi di apparire, e tanto meno che prenda a soggetto delle sue opere personaggi o scene dell ambiente nel quale è vissuto, facendosi, come suol dirsi, I interprete e cantore della propria terra. In realtà il richiamarsi alle proprie origini si configura per lui in una sorta di consapevolezza morale suggeritagli dall amore per un contesto umano e sociale di antiche e nobilissime tradizioni e in una costante ricerca di autenticità e di immediatezza nell esprimere i più intimi moti del suo animo di fronte al mistero dell essere e della vita che egli contempla religiosamente e cerca di tradurre in forme di schietta e libera elaborazione fantastica, ma allusiva a contenuti spirituali. Niente è infatti più lontano dalle intenzioni di Massimo del puro compiacimento estetico, della creazione del bell oggetto, anche se la sua capacità fabulatrice che sorge, dal profondo non senza tormento, si risolve in una rigorosa ed inconfondibile connotazione di linguaggio e di stile. Al quale riguardo occorrerà osservare come egli riesca a far convivere sen a incoerenza l irrequieto modellato dei suoi bronzi con la rude e quasi aggressiva volumetria dei suoi legni, nei quali è vivo il ricordo di rustiche travature e di umili utensili domestici, mentre il rapporto tra elementi verticali ed orizzontali, spesso così perentoriamente enunciato e da lui assunto a simbolo di un conflitto tra opposte situazioni esistenziali, si realizza in una nitida scansione spaziale dove forme ridotte ad una lineare essenzialità si compongono in aeree strutture librantesi al di sopra dei loro sostegni o germinanti dal suolo come sollecitate da interne energie. Questo si vede soprattutto in alcuni recenti bronzi non figurativi nei quali più chiaramente si manifestano le peculiarità del linguaggio dello scultore. Ma come egli si sente portato a sperimentare le più diverse tecniche La vocazione e la formazione di Massimo Lippi nei ricordi e nell analisi del grande storico dell arte Enzo Carli anche in relazione alle specifiche potenzialità espressive dei materiali di cui si serve, così con pari originalità e varietà di invenzioni si cimenta in creazioni che riflettono più direttamente una riconoscibile tematica rappresentativa a cominciare dai ritratti e dalle statue - ricorderò tra queste un bellissimo San Giovanni Battista in bronzo nella chiesa di San Fortunato a Vescovado di Murlo di straordinaria potenza drammatica nei profondi solchi d ombra che violano impetuosamente le tormentate superfici non meno che nel volto fieramente alloquente, e il candelabro per il cero pasquale nella Basilica dei Servi di Siena che si erge dalle spire crestate ed attorte di un mostruoso Leviatano - fino alle fantastiche figurazioni scavate entro blocchi di marmo e di pietra di cui viene conservata la geometrica struttura ed a certe poderose metope di soggetto biblico e simbolico nelle quali le massicce immagini costrette entro le anguste inquadrature si delineano con una veemenza plastica che trapassa lo spessore della lastra e le rende partecipi dello spazio retrostante. Tra le più notevoli opere in pubblico di Massimo ricorderò altresì, per il suo originale contenuto simbolico, il Monumento ai caduti di tutte le guerre a Caprese Michelangelo e i nove blocchi disposti in una piazza di Vitoria (Spagna) ispirati al motto dell artista Soprattutto mi è caro il destino dell uomo. Ma l attività artistica di Massimo, che si estende felicemente, sia pur con minor frequenza, anche alla pittura, mi sembra inscindibile da quella di poeta, della quale non parlerò avendo essa ricevuto fraterni riconoscimenti da parte di insigni e prestigiosi colleghi come Giorgio Caproni, Franco Fortini, Giovanni Raboni ed altri. È infatti una forte carica emotiva e poetica a determinare lo scatto della sua fantasia ed a conferire una sorta di segreta interiorità al suo operare: una interiorità insondabile e talvolta enigmatica che ci parla, scrive Massimo in una sua bella lirica, di un uomo / uguale ad altri / che aveva in bocca / il pane del mistero. Enzo Carli

Il Giornale di Santa Maria della Scala pag. 7 Tamburi, bandiere e costumi storici delle Contrade di Siena Oggetti preziosi, rari, curiosi. Dagli archivi e dai musei delle Contrade escono reperti che costituiscono, tutti insieme, uno spaccato significativo della storia e del costume della città rinascimentale, caratterizzati da ricami, intarsi e tessuti araldici. In mostra saranno esposti quelli degli alfieri della Torre, della Civetta e della Giraffa. Allo stesso rinnovo appartengono anche quattro tamburi della Civetta, dell Onda, del Valdimontone e del Nicchio. I costumi del 1955, salvo alcune varianti nei tessuti e nelle decorazioni, furono sostanzialmente le copie di quelli del 1928. Nella mostra saranno presenti le monture degli alfieri della Selva e della Tartuca, e quelle dei tamburini della Pantera e dell Onda, assieme ai tamburi della Selva, dell Oca, della Tartuca e della Giraffa e una bandiera appartenente alla Pantera. Oltre ai costumi e alle bandiere e ai tamburi, saranno esposte anche alcune curiosità tra cui una bandiera di cotone circa del 1920 e una da bambino, appartenenti alla Civetta, testimonianze della povertà causata dalla guerra e del desiderio di essere partecipi della tradizione senese anche in quei duri momenti, una montura ottocentesca da paggio completa di mantello appartenente al Leocorno e un libro con i bozzetti di costumi mai realizzati di proprietà del Valdimontone. La mostra sarà un occasione significativa in cui vedere, riuniti in un unica, inimitabile cornice, oggetti preziosi e curiosi, di solito, gelosamente conservati nei musei, negli economati e negli archivi delle Contrade. Maria Francesca Bicci Nella foto: bozzetto di A. Franchi per la Contrada della Chiocciola (1876) Dal 11 agosto al 1 ottobre prossimi, verrà allestita una mostra sui costumi, le bandiere e i tamburi storici delle contrade dalla fine del Settecento al 1980. L esposizione, nata da un idea del Comitato Amici del Palio e realizzata in collaborazione con il Comune di Siena, il Magistrato delle Contrade e il Santa Maria della Scala, consentirà a senesi e turisti di ammirare un tesoro cittadino unico, insolito e raramente visibile. I numerosi pezzi in mostra evidenzieranno l evoluzione avuta nei costumi, nei tamburi e nelle bandiere non solamente in relazione al tempo e quindi al loro rapporto con la storia e il costume, ma anche alla costante ricerca dei materiali, delle forme e delle tecniche, atte alla loro realizzazione. A partire dal Settecento, epoca cui è riferibile una bandiera della Chiocciola, l oggetto più antico in mostra, fino ad oggi, il Palio e il suo corteo storico sono profondamente cambiati. Si passa infatti dai cortei con carri allegorici e comparse ispirate a temi mitologici o storici in voga fino al primo quarto dell Ottocento, ai costumi di foggia rinascimentale per ricordare i fasti dell antica repubblica senese. Durante il diciannovesimo secolo avvenne quindi la rivoluzione completa delle monture e delle insegne delle contrade. Il primo segnale di cambiamento si ebbe nel 1839, quando per la prima volta furono realizzati i costumi, detti alla spagnola, ispirati al Rinascimento. Essi furono creati riferendosi alle opere dei maestri della pittura del Quattrocento, del Cinquecento e anche del Seicento. Le prime monture storiche furono fatte a spese del Comune e vennero usate esclusivamente per le feste del Palio di Agosto, cui assisteva spesso, e anche volentieri, il granduca di Toscana con la famiglia. Le contrade erano tenute, per disposizione comunale, a mantenere i costumi in buone condizioni e a sottoporli al controllo annuale di una speciale commissione. La pena per i rioni negligenti consisteva nell esclusione dal Palio di agosto. In riferimento a quel periodo saranno esposte le monture dei paggi del Drago e della Lupa del 1839. Sempre della stessa epoca sarà possibile vedere un raro tamburo della Chiocciola. Alla metà dell Ottocento costumi e bandiere divennero anche un veicolo con il quale sostenere l idea risorgimentale, poiché i primi moti rivoluzionari furono considerati quasi una possibilità di affrancarsi dal sempre mal tollerato dominio di Firenze, e alcune Contrade s ispirarono alle divise dell esercito pie- montese. Tra di esse il Nicchio ha messo a disposizione un costume alla piemontese completo di ogni accessorio e in buono stato di conservazione. La moda delle monture, ispirate alle divise militari dell esercito dei Savoia, durò solamente pochi anni e risale al 1878 la scelta, rivelatasi poi definitiva, di ispirarsi al Rinascimento. Da quel momento in poi saranno gli artigiani e le donne della contrade a occuparsi della loro fattura e dei preziosi ricami che decorano i costumi, mentre i bozzetti saranno affidati agli artisti più prestigiosi residenti a Siena. Le monture di quell anno si rifanno palesemente agli indirizzi dettati dalla scuola pittorica purista sviluppatasi nella seconda metà dell Ottocento a Siena che prendeva ispirazione dai grandi maestri medioevali e rinascimentali toscani. Il supervisore nominato dal Comune per controllare la corrispondenza al periodo dei bozzetti prodotti fu Alessandro Franchi, uno dei più importanti pittori senesi, appartenente a quella corrente artistica. I costumi dell epoca, tuttora conservati nelle Contrade, sono pochi, tra queste la Torre e la Chiocciola che esporranno i costumi da alfiere. Un solo tamburo del 1878 è giunto fino a noi ed è quello della contrada del Drago. Tra le bandiere risalenti all Ottocento ce ne sono alcune particolarmente interessanti e curiose, tra cui una dell Onda con una piccola barca a vela, una del Bruco con lo stemma di un capitano ancora da identificare e una della Selva con un grande albero di quercia e lo stemma della Contrada piccolo e in un angolo. Il Novecento si apre con il rinnovo del 1904. I costumi risultano sostanzialmente uguali a quelli del 1878, e le modifiche consistono, quasi esclusivamente, in perfezionamenti e dettagli. Sono molte le Contrade che conservano ancora i primi costumi del XX secolo. Sarà possibile ammirare i paggi del Bruco, dell Istrice, del Valdimontone e dell Aquila, e il tamburo del 1904 della Lupa. Sono da evidenziare due bandiere, risalenti al primo quarto del Novecento, di cui una dell Aquila, a scacchi, particolarmente rara, e una della Torre, datata 1919, commemorativa della liberazione di Trieste. Il rinnovo successivo al 1904 fu quello del 1928, i costumi vennero completamente rifatti ex-novo. La realizzazione dei bozzetti fu affidata ad alcuni artisti senesi, fra i quali Federico Joni, Vittorio Giunti e Arturo Viligiardi, ultimi esponenti della scuola purista. I costumi furono ancora di stampo Percorsi d arte, musica e poesia Nel mese di giugno, al Santa Maria della Scala, verranno realizzati tre incontri sull arte, la musica e la poesia, accompagnati da storici dell arte, compositori e poeti che hanno dedicato parte delle loro opere a Siena e al suo territorio. Mario Castelnuovo, senese di origine, ha dedicato alla magia di Piazza del Campo e alle suggestioni delle Crete senesi, alcune delle sue più belle composizioni. Autore di canzoni, produttore e collaboratore di cantanti come Paola Turci, Rick Wakeman o di attori come Alessandro Haber, Mario Castelnuovo ha realizzato, a partire dal 1982, una decina di raccolte tra cui Sette fili di canapa, Nina, Piazza del Campo, Signorine adorate e l ultimo, in uscita in questi giorni, Buongiorno. In occasione dei tre concerti al Santa Maria della Scala, verranno presentati anche alcuni brani del suo nuovo impegno con un pezzo di grande suggestione dedicato a Monteaperti, con voce recitante di Athina Cenci. Il suo legame con la terra di Siena, durante il concerto verrà ulteriormente sottolineato dalla lettura di alcuni brani poetici tratti da scritti di autori come Mario Luzi e Federigo Tozzi. Fabio Pianigiani, l altro compositore sempre senese che parteciperà insieme ad altri due musicisti, Daniele Fusi e Filippo Pedol, a questi appuntamenti al Santa Maria della Scala, è molto conosciuto anche per i consolidati legami professionali e d amicizia con Gianna Nannini, per la quale ha scritto la musica di numerose canzoni. Laureato in storia della musica contemporanea, Pianigiani ha studiato a lungo negli Stati Uniti alla Manhattan School of Music e al Mannes College of Music. Sempre negli Stati Uniti ha poi tenuto numerosi corsi, seminari e conferenze tra cui alla Guitar School nel New Jersey. Ha composto musiche e collaborato con Franco Battiato, Alice, Riccardo Fogli, Donatella Rettore. In particolare per Siena sta componendo un lavoro dedicato al tema dell acqua, partendo da una delle sue fonti più celebri, la Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, attualmente esposta al Santa Maria della Scala, dove si sta completando anche il suo restauro. Si tratta di un lavoro particolarmente originale e suggestivo che il compositore sta dedicando a uno dei più celebri capolavori dell arte senese del Rinascimento e che verrà presentato durante gli incontri. I concerti, che si terranno nei nuovi spazi della Corticella, saranno preceduti da una visita guidata condotta da giovani storici dell arte senesi ad alcuni degli ambienti recentemente restaurati e alla mostra La memoria di Cristo. Le copie della Sindone: verità di fede e verità storica.