Principali risultati degli studi di esopianeti

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Principali risultati degli studi di esopianeti Lezione SP 6 G. Vladilo 1 Principali risultati degli studi di esopianeti Proprietà statistiche Proprietà fisiche 2

Proprietà statistiche degli esopianeti Liste aggiornate di esopianeti possono essere trovate nei siti: exoplanets.org e exoplanet.eu 3 Proprietà statistiche degli esopianeti Principalmente basate sui pianeti scoperti con il metodo delle velocità radiali e dei transiti Per una corretta interpretazione è fondamentale tenere in conto dei vari effetti selettivi che influenzano la rivelazione di esopianeti Proprietà statistiche studiate delle orbite planetarie Periodi orbitali, semiassi maggiori, eccentricità dei pianeti Con il metodo Doppler, M p sin i Con il metodo dei transiti, R p delle stelle ospiti Di particolare interesse, la metallicità 4

Proprietà statistiche degli esopianeti Uno dei principali risultati degli studi di esopianeti è la grande varietà di proprietà osservate Come esempio vediamo in figura il grafico delle eccentricità e verso il semiasse maggiore a; le dimensioni dei simboli sono proporzionali alle masse minime dei pianeti (M sin i) Si può notare la grande dispersione sia nei due parametri orbitali (a, e) che nelle masse Udry et al. 2005 5 Distribuzione dei periodi orbitali Istogramma dei periodi orbitali P dell attuale campione di esopianeti scoperti con il metodo Doppler La distribuzione picca su periodi orbitali brevi Risultato di un doppio effetto selettivo La limitata base temporale delle osservazioni favorisce la scoperta di pianeti con periodi brevi A parità di massa, un pianeta più vicino alla stella (e quindi più piccolo P) introduce una maggior perturbazione gravitazionale sulla stella Evidenza di un picco a P! 3 giorni 6

Distribuzione dei semiassi maggiori Istogramma dei semiassi maggiori a dell attuale campione di esopianeti scoperti con il metodo Doppler La frequenza di distribuzione aumenta a piccoli valori È il riflesso della distribuzione dei periodi orbitali Il picco nella distribuzione di P si traduce in un picco dei semiassi maggiori centrato su a ~ 0.05 AU Se confermato, pone un vincolo molto particolare su modelli di formazione planetaria 7 Distribuzione delle eccentricità Istogramma delle eccentricità e dell attuale campione di esopianeti trovati con il metodo doppler La distribuzione mostra una grande dispersione con valori di eccentricità che coprono tutto il possibile intervallo tra 0 e 1 Eccentricità mediamente molto più alte rispetto a quelle dei pianeti del Sistema Solare 8

Il limite di rivelamento in massa diventa più stringente di anno in anno Saturni M ~ 0.3 M giove Nettuni M ~ 0.05 M giove Super-Terre M ~ 0.015 M giove M p ~ 5 M terra Terrestri M ~ 0.003 M giove Masse minime degli esopianeti 9 Masse planetarie e masse stellari La maggior parte delle stelle in cui sono stati scoperti esopianeti hanno masse attorno a quella solare I pianeti di massa minore sono stati scoperti in stelle di bassa massa Risultato influenzato da effetto selettivo: a parità di massa planetaria, la perturbazione gravitazionale è maggiore su stelle di piccola massa 10

Distribuzione delle masse planetarie Distribuzione in massa M sin i dell attuale campione di esopianeti esopianeti scoperti con il metodo Doppler La distribuzione aumenta verso valori più bassi di massa Nonostante il l effetto selettivo che favorisce il rivelamento di pianeti massicci Dall estrapolazione di tale andamento ci aspettiamo un grande frequenza di pianeti di piccola massa Rilevabili in futuro con il miglioramento delle tecniche osservative 11 Masse dei pianeti e semiassi maggiori orbitali Grafico di M sin i verso a dell attuale campione di esopianeti esopianeti scoperti con il metodo Doppler Scoperta popolazione di pianeti di massa gioviana a distanze! 1 AU dalla stella Chiamati Hot Jupiters Risultato inatteso sulla base delle nostre conoscenze del Sistema Solare 12

Masse dei pianeti e semiassi maggiori orbitali A grandi distanze dalla stella si trovano preferenzialmente pianeti massici Bias osservativo: pianeti lontani di piccola massa perturbano poco la stella In futuro si vuole cercare di capire quanto sia popolata la parte in basso a destra del grafico, dove cadono i pianeti del Sistema Solare Exoplanet Roadmap Advisory Team (ESA) 13 Raggi di esopianeti Campione di esopianeti studiati con il metodo dei transiti Scoperta di pianeti con raggi maggiori di quelli di giove a parità di massa Chiamati inflated exoplanets Risultato inatteso Giove e Saturno differiscono in raggio solo del 18% nonostante differiscano in massa di un fattore 3 Picco nella distribuzione a valori relativamente alti di R p Risultato influenzato da effetti selettivi la profondità del profilo di transito nella curva di luce scala con (R p /R * ) 2 Numero di pianeti R p (R giove ) 14

Raggi dei pianeti e semiassi maggiori orbitali Campione di esopianeti studiati con il metodo dei transiti I valori minori di raggio sono stati trovati a piccole distanze dalla stella Risultato influenzato da effetti selettivi La probabilità geometrica di trovare un transito planetario scala con R * /a 15 Proprietà delle stelle ospiti Distribuzione delle metallicità stellari Numero di stelle ospiti di pianeti in funzione della metallicità stellare [Fe/H] In grande maggioranza, pianeti giganti Le stelle che ospitano pianeti giganti hanno un livello di metallicità più alto delle stelle senza pianeti Mediamente superiore alla metallicità del Sistema Solare Diverse spiegazioni sono state proposte le stelle con dischi protoplanetari accrescerebbero più materiali rocciosi Ipotesi non confermata dalle osservazioni effetto di inibizione della formazione planetaria quando la metallicità della nube protostellare è troppo bassa Attualmente accettata Non sappiamo se tale effetto è presente in pianeti di piccola massa Numero di stelle [Fe/H] 16

Masse dei pianeti e masse delle stelle Effetti selettivi: nelle stelle di grande massa si riescono a scoprire solo pianeti massicci Pianeti di piccola massa cominciano ad essere scoperti in stelle di piccola massa Proprietà fisiche degli esopianeti Caratterizzazione degli esopianeti Studio delle loro proprietà fisiche I pianeti osservabili mediante il metodo dei transiti sono i più promettenti per tale tipo di studi Mediante l applicazione di varie tecniche si possono ricavare: Densità media del pianeta Emissione termica e riflessione del pianeta Spettro di assorbimento dell atmosfera planetaria 18

Combinazione di diversi metodi osservativi L applicazione di diversi metodi di rivelazione di esopianeti ci permette di combinare i parametri osservativi ottenuti da ciascun metodo, aumentando la possibilità di caratterizzare del pianeta Metodo delle velocità radiali + metodo astrometrico Si determina il termine sin i e si misura quindi la massa del pianeta, anzichè un limite inferiore Poco utilizzato, data la scarsezza di casi ottenuti con il metodo astrometrico Metodo della velocità radiali + metodo dei transiti Si combina la massa, ottenuta con il metodo doppler e sin i ~ 1, con il raggio, ottenuto con il metodo dei transiti In tal modo si misura direttamente la densità media del pianeta Metodo in via di intensa applicazione 19 Densità media Densità media Lo studio della densità media,!, ci permette di discriminare tra pianeti di tipo gassoso, ghiacciato o roccioso Charbonneau et al. (2007) La maggior parte dei risultati sinora ottenuti indicano valori di densità media! ~ 1 g cm -3, o anche più bassa Indicativi di pianeti gassosi 20

Nella figura mostriamo raggi e masse per un campione aggiornato di 98 esopianeti Si possono identificare gli inflated jupiters, con raggio superiore a quello di Giove, a parità di massa Si cominciano a trovare esempi di pianeti rocciosi, con densità media comparabile a quella della Terra Emissione degli esopianeti Per quanto debole rispetto all emissione stellare, gli esopianeti emettono radiazione Emissione termica del pianeta Lo studio dell emissione termica, nella banda infrarossa, ci da informazione diretta sulla temperatura superficiale Riflessione della luce stellare Lo studio della riflessione della luce stellare, nella banda visibile, ci da informazioni sull albedo del pianeta Metodi per studiare l emissione degli esopianeti Imaging diretto Se il pianeta è risolto dalla stella si può misurarne l emissione termica Ma non l albedo data la grande distanza tra pianeti e stella nel caso di pianeti scoperti con questa tecnica Transiti secondari 22

Temperature ricavate dall emissione termica di esopianeti usando il metodo di imaging diretto Exoplanet Roadmap Advisory Team (ESA) Usando modelli di evoluzione planetaria si possono stimare indirettamente le masse dei pianeti 23 Transiti secondari Transito secondario Corrisponde al passaggio del pianeta dietro alla stella Se la configurazione geometrica e i parametri orbitali lo permettono Curva di luce del transito secondario Fuori dal transito: la luce del pianeta, seppur debole, si somma a quella della stella Durante il transito: si vede solo la luce della stella e c è quindi una lieve diminuzione nella curva di luce Importanza del transito secondario La differenza F-Ftr in questo caso ci da direttamente l emissività del pianeta L effetto è massimo nell infrarosso e ci permette di studiare l emissione infrarossa del pianeta 24

Modelli di esopianeti Utilizzando i vincoli osservativi disponibili dal metodo dei transiti (raggi, masse, temperature superficiali) si possono costruire modelli della struttura fisica degli esopianeti Il campo di radiazione stellare gioca un ruolo fondamentale nel determinare la struttura interna, data la vicinanza alla stella nei casi più facili da studiare Nei Giovi caldi il flusso stellare crea una zona radiativa sotto la superficie che controlla la contrazione del pianeta e quindi il suo raggio L incertezza principale dei modelli è l equazione di stato In vari casi si riescono a riprodurre i parametri osservativi con modelli di base In alcuni casi è però necessario invocare altre sorgenti di energia interna (come ad esempio riscaldamento mareale) per spiegare i parametri osservativi Charbonneau et al. (2007) 25