Dopo 5 mesi di congedo obbligatorio per la madre, si può fruire dell astensione facoltativa.

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A002867, 1 A002867 FONDAZIONE INSIEME onlus. Da ILSOLE24ORE del 4/11/2013, <<LA PAUSA PER I FIGLI RIGUARDA ENTRAMBI I GENITORI>> di Alessandro Rota Porta e Ornella Laqua, giornalisti. (legge 53/2000) Per la lettura completa del pezzo si rinvia al quotidiano citato. Dopo 5 mesi di congedo obbligatorio per la madre, si può fruire dell astensione facoltativa. Il congedo di maternità e il congedo parentale sono disciplinati dalla legge 53/2000, che ha poi dato luogo al Testo unico sulla maternità e sulla paternità (il Dlgs 15/2001). Vediamo, dunque, quali sono le caratteristiche dei diversi tipi di congedo. IL CONGEDO DI MATERNITÀ È la cosiddetta astensione obbligatoria: la lavoratrice in gravidanza alle dipendenze di un datore lavoro privato o pubblico, deve obbligatoriamente astenersi dal lavoro nel periodo di cinque mesi che intercorre tra i due mesi precedenti e i tre mesi successivi al parto, eventualmente nel periodo tra la data presunta e la data effettiva del parto stesso se quest'ultima cade dopo la data presunta. La lavoratrice può anche optare per il congedo «flessibile», vale a dire avvalersi della possibilità di svolgere l'attività lavorativa durante l ottavo mese di gestazione, per presentarsi il mese precedente il parto e i quattro mesi successivi. In questo caso, occorre il parere favorevole del medico specialista del Servizio sanitario nazionale e del medico competente in materia di sicurezza. La domanda di congedo flessibile deve essere presentata all'inps prima della fruizione del congedo o anche successivamente, purché le attestazioni del medico specialista siano state acquisite nel corso del settimo mese di gravidanza. Viceversa il congedo di maternità può essere anticipato se la lavoratrice è occupata in lavori gravosi, pregiudizievoli: per queste ipotesi è la direzione territoriale del lavoro (Dtl) che dispone l interdizione previo accertamento medico. Dall aprile 2012 (Dl 5/2012) entrata in vigore una nuova procedura in caso di gravi complicazioni di gravidanza o nel caso di condizioni di salute che possano essere aggravate dalla gravidanza: la lavoratrice deve presentare la richiesta con il certificato medico -alla Asl e non più alla Dtl. Se il certificato di gravidanza a rischio è rilasciato da un ginecologo libero professionista, la lavoratrice deve poi recar si presso un medico della Asl. Il congedo post partum spetta ai padri lavoratori nei casi di morte, grave infermità o malattia del la madre, abbandono del bambino da parte della stessa o affidamento esclusivo al padre. Durante l'astensione obbligatoria la dipendente ha diritto a un'indennità a carico dell'inps pari all'80% della retribuzione media giornaliera, senza vincoli di anzianità.

A002867, 2 Il datore di lavoro deve integrare la retribuzione per le giornate non indennizzabili dall'inps e nei casi in cui i Ccnl lo prevedano. Con la circolare 139/2011, l'istituto ha fornito le istruzioni sulla possibilità di ripresa anticipata del lavoro in caso di interruzione spontanea della gravidanza successiva al 180mo giorno dall'inizio della gestazione o di decesso del bambino alla nascita o durante il congedo di maternità: in pratica, le lavoratrici possono riprendere in qualunque momento l'attività lavorativa -con un preavviso di dieci giorni al datore di lavoroprevio via libera del medico specialista del Ssn o convenzionato e di quello del lavoro. IL CHIARIMENTO Stop alla penalizzazione I contributi figurativi relativi ai periodi di astensione dal lavoro per donazioni del sangue e congedo parentale sono conteggiati per determinare l'anzianità contributiva del lavoratore. Lo precisa Dl 101/2013 sulla pubblica amministrazione, convertito in legge la scorsa settimana. L'articolo 4-bis del decreto, aggiunto in sede di conversione, inserisce infatti questi periodi nelle fattispecie escluse dall'applicazione delle riduzioni dei trattamenti pensionistici previste dall'articolo 24, comma 10, del Dl 201/2011. IL CONGEDO PARENTALE. Il congedo parentale (la cosiddetta astensione facoltativa) spetta, nei primi otto anni di vita del bambino, a ciascun genitore lavoratore. Sono previsti al massimo sei mesi di astensione dal lavoro (continuativi o frazionati). L'astensione complessiva di entrambi i genitori non può eccedere i dieci mesi (si può arrivare a undici mesi, ma solo se il padre si astiene dal lavoro per un periodo non inferiore a tre mesi). La legge di stabilità 2013 ha introdotto la possibilità di fruire dei congedi anche a ore, secondo le disposizioni adottate dai Ccnl o dai contratti collettivi di secondo livello. Per effetto delle modifiche apportate al Testo unico dal Dlgs 119/2011, la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, per ogni figlio minore con disabilità grave, hanno diritto (entro il compimento dell'ottavo anno di vita del bambino) a prolungare il congedo parentale (continuativo o frazionato) per un periodo non superiore a tre anni. Questo a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che i sanitari richiedano la presenza del genitore.

A002867, 3 Durante l'astensione facoltativa spetta un indennità pari a 30% della retribuzione percepita dal richiedente nel mese o periodo lavorato prima dell'inizio dell'astensione.

A002867, 4 LE OPZIONI DISPONIBILI. LE QUATTRO TIPOLOGIE DI CONGEDO A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA E DELLA GENITORIALITÀ. 1 CONGEDO DI MATERNITÀ E DI PATERNITÀ (ART 16, DLGS 151/2001). I lavoratori subordinati, sia privati sia pubblici, compresi gli apprendisti e i dirigenti. Lavoratrici disoccupate, sospese, agricole, a domicilio, colf o badanti che abbiano i requisiti richiesti. Iscritte alla gestione separata (con particolari requisiti). Due mesi prima della data presunta del parto (un mese prima in caso di congedo flessibile). Tre mesi dopo il parto (quattro in caso di congedo flessibile). Per tutti i periodi di interdizione anticipata disposta dalla Dtl o dalla Asl. È pari all'80%della retribuzione giornaliera (per le lavoratrici dipendenti) o del reddito (per le lavoratrici iscritte alla gestione separata dell'inps), per le giornate indennizzabili comprese nel periodo di astensione dal lavoro. Fino al 2015, il padre ha diritto a un giorno di congedo obbligatorio e a due giorni di congedo facoltativo. È riconosciuta un'indennità giornaliera a carico dell'inps pari al 100% della retribuzione che va anticipata dal datore di lavoro e conguagliata con l Inps. 2 CONGEDO PARENTALE (ART 32, DLGS 151/2001). Lavoratori dipendenti pubblici e privati in costanza di rapporto di lavoro, genitori naturali, adottivi o affidatari. Lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata dell'inps. Non spetta, invece, ai genitori disoccupati o sospesi, a colf e badanti e ai lavoratori a domicilio. Per un periodo complessivo che non superi i dieci mesi tra i due genitori e fruibili anche contemporaneamente, entro i primi otto anni di vita del bambino. E possibile fruirne a ore se questo è previsto dalla contrattazione collettiva (è una facoltà in stand-by nella Pubblica amministrazione). È il 30% della retribuzione del genitore che ne fa richiesta, percepita nel mese o nel periodo lavorato precedente l'inizio del congedo. Fino al compimento dei tre anni di vita del bambino e per un periodo massimo di sei mesi tra i genitori, se non ricorrono particolari condizioni reddituali. La legge 92/2012 ha introdotto per il triennio 2013-2015 la possibilità per la madre lavoratrice di chiedere, al termine del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, voucher di baby sitting da utilizzare negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi.

A002867, 5 3 RIPOSI GIORNALIERI PER ALLATTAMENTO (ART 39-41 DEL DLGS 151/2001). -- Madre lavoratrice dipendente, anche in caso di adozione o affidamento. -- Padre lavoratore dipendente in ipotesi specifiche, come l'affidamento esclusivo del figlio, il decesso o la grave infermità della madre. -- Decorre dal giorno successivo ai tre mesi dopo il parto, ed è fruibile fino al primo anno di età del bambino. -- Due ore al giorno (anche continuative) in caso di orario di lavoro pari o superiore alle sei ore. -- Un'ora al giorno se l'orario di lavoro è inferiore alle sei ore. -- L'indennità è pari all'ammontare dell'intera retribuzione spettante al lavoratore. La madre ha diritto ai riposi anche durante il congedo parentale del padre. Spetta anche alle lavoratrici che siano in distacco sindacate durante i periodi di aspettativa sindacale non retribuita. 4 CONGEDO MATRIMONIALE (REGIO DECRETO LEGGE 1334/1937). Spetta sia ai dipendenti del settore pubblico, sia a quelli del settore privato. -- In occasione del matrimonio spettano di norma quindici giorni di congedo. -- Deve sussistere almeno una settimana di dipendenza nell'azienda. -- Il congedo non spetta nel caso di solo matrimonio religioso. -- È prevista la normale retribuzione giornaliera del lavoratore. -- Spetta anche ai lavoratori extracomunitari che contraggono matrimonio all'estero. -- L'assegno è pagato direttamente dall'inps ai lavoratori disoccupati che abbiano presentato domanda entro un anno dalla data del matrimonio.