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Le tecniche colturali che permettono il controllo delle erbe infestanti Il tappeto erboso, come qualsiasi altra coltura, deve essere protetto dall ingresso di specie infestanti. La presenza di specie estranee al miscuglio di semina comporta principalmente una perdita di uniformità che riduce la qualità estetica del manto erboso. In alcuni casi la presenza di infestanti può compromettere anche la funzionalità del tappeto erboso. Un tappeto erboso ben gestito è in grado di proteggersi da solo dall invasione delle specie infestanti; ciononostante è molto difficile evitare completamente l ingresso della vegetazione erbacea spontanea. Se la presenza di vegetazione spontanea non pregiudica la funzionalità del manto erboso è preferibile cercare di convivere con essa piuttosto che instaurare una lotta indiscriminata. A questo scopo è necessario però conoscere le caratteristiche di queste specie: le infestanti non sono tutte uguali e soprattutto non procurano gli stessi danni al tappeto erboso. Per un campo da calcio, ad esempio, specie con fiori vistosi oppure con foglie che ostacolano il normale rotolamento della palla devono essere necessariamente eliminate. Nel giardino di casa, invece, molte specie dicotiledoni di piccola taglia possono essere accettate tranquillamente, soprattutto se sono annuali che completano il loro ciclo vitale in una stagione vegetativa. Le erbe infestanti che insidiano il prato La conoscenza approfondita delle caratteristiche delle specie infestanti permette di coglierne i punti deboli e di predisporre una gestione del tappeto erboso mirata a limitarne la diffusione Prima di tutto è indispensabile conoscere il ciclo vitale delle erbe infestanti: le specie erbacee si distinguono in annuali, biennali e perenni. Le specie annuali completano il loro ciclo in un anno con la produzione del seme. Nell ambito delle annuali si distinguono le estive e le invernali; le prime, come ad esempio Digitaria sanguinalis e Setaria viridis, germinano in primavera e muoiono nell autunno successivo; le seconde, invece, come ad esempio Stellaria media, Cardamine hirsuta, oppure Geranium dissectum, germinano alla fine dell estate o all inizio dell inverno e muoiono l estate successiva. Alcune specie, in grado di vivere più di un anno ma non più di due, vengono definite specie biennali, ad esempio Cirsium vulgare, Capsella bursa-pastoris e, in molti casi, Geranium molle. Le specie perenni vivono per più di due anni, si riproducono per seme e in molti casi anche per via vegetativa attraverso organi di propagazione (stoloni, rizomi); sono le specie che causano i maggiori problemi. Tra queste ricordiamo ad esempio: Plantago major, Trifolium repens, Taraxacum officinale, Agropyron repens, Cirsum arvense, ecc. Nel caso di specie annuali bisogna provvedere ad eliminarle prima che producano i semi: in questo modo si impedirà ad esse di propagarsi e procurare seri danni negli anni successivi. Le specie biennali durante il primo anno di vita solitamente non producono semi e si propagano preferibilmente per via vegetativa; il secondo anno, invece, si riproducono sia attraverso i semi che per via vegetativa. In questo caso è necessario rimuovere l intera pianta, compresi gli organi di propagazione sotterranei: è preferibile quindi intervenire il primo anno. Le specie perenni sono sicuramente le più difficili da combattere. Per poter controllare queste infestanti è necessario eliminare tutti gli organi di propagazione vegetativa presenti nel terreno prima che avvenga la maturazione dei semi. Tanto le specie annuali quanto le perenni possono far parte sia del gruppo delle microterme che di quello delle macroterme. Anche questa classificazione è utile per poter valutare le tecniche di intervento più opportune. Le specie microterme vegetano attivamente nei mesi primaverili ed autunnali. Le macroterme, invece, vegetano durante l estate; alcune di esse (macroterme annuali) muoiono prima dell inverno, altre (macroterme perenni) so- 1 2 3 7 8 9 24 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

pravvivono durante il periodo invernale attraverso i rizomi e gli stoloni. Un ulteriore importante distinzione va fatta tra specie a foglia larga e specie a foglia stretta. Tale distinzione è fondamentale all atto della scelta degli erbicidi adatti. Le specie a foglia stretta sono rappresentate dalla specie appartenenti alla famiglia delle graminacee (come le erbe del prato) e pertanto sono quelle più difficilmente controllabili. Gli erbicidi che agiscono sulle specie a foglia larga normalmente non hanno effetto su quelle a foglia stretta. Esistono quindi diversi erbicidi selettivi in grado di eliminare le specie a foglia larga senza danneggiare il tappeto erboso; al contrario è più difficile controllare le specie a foglia stretta perché vi è il rischio di danneggiare anche il tappeto erboso le cui specie hanno le stesse caratteristiche di quelle da combattere. Il ricorso agli erbicidi rappresenta però l ultimo stadio della lotta alle infestanti. Nella maggior parte dei casi è sufficiente una corretta gestione per salvaguardare l integrità del manto erboso. La corretta gestione del tappeto erboso Taglio, concimazione, irrigazione e riduzione della compattazione del terreno sono pratiche che, se ben condotte, limitano la diffusione delle erbe infestanti Il taglio alto, grazie al maggior ombreggiamento prodotto, ritarda la germinazione dei semi, la nascita e la crescita della maggior parte delle infestanti annuali (a sinistra). Il taglio troppo basso favorisce la penetrazione della luce tra la vegetazione, il riscaldamento del terreno e quindi la nascita delle infestanti (a destra) Se le pratiche colturali sono condotte sapientemente è sufficiente una eliminazione manuale periodica delle specie più dannose per conservare l integrità del prato. È però necessario conoscere i principi base da seguire per limitare l ingresso di specie indesiderate. Innanzitutto bisogna eseguire correttamente il taglio. Generalmente il taglio alto è sempre da preferirsi rispetto al taglio basso. La nascita e, soprattutto, la crescita delle infestanti è favorita dai tagli bassi: quando si taglia il manto erboso a ridosso della superficie del terreno si favorisce la penetrazione della luce all interno della vegetazione e di conseguenza anche il riscaldamento del terreno. Viceversa, con il taglio alto si riesce a ritardare la nascita e la crescita della maggior parte delle specie annuali: il maggior ombreggiamento, infatti, mantiene più fresco il terreno ritardando la germinazione dei semi. Anche se il taglio basso può esercitare un effetto positivo per contenere le specie a foglia larga, perché comporta l asportazione di gran parte dei tessuti fogliari, esso però è sempre rischioso data la presenza spesso di specie infestanti in grado di tollerare molto bene i tagli bassi. Piuttosto che abbassare l altezza di taglio è quindi più ragionevole mantenere un elevata frequenza di taglio, che da sola riesce a ridurre il vigore di molte specie a foglia larga. Non dimentichiamo, inoltre, che la regolarità nell esecuzione dei tagli impedisce la formazione dei fiori e quindi la disseminazione. Anche la concimazione dovrebbe essere programmata in modo da svantaggiare le eventuali infestanti. Ad esempio, per contrastare le temute macroterme estive (Digitaria sanguinalis, Digitaria ischaemum, Echinochloa crusgalli, Eleusine indica, ecc.) la concimazione si dovrebbe effettuare in primavera ed autunno, in modo da favorire la crescita delle specie microterme di cui si compone il tappeto erboso, e la concimazione estiva si dovrebbe abolire o contenere il più possibile per non favorire la crescita delle suddette graminacee macroterme infestanti durante i mesi caldi. Se al contrario, il tappeto erboso è costituito di specie macroterme è consigliabile ridurre le concimazioni autun- 4 5 6 10 11 Alcune delle più comuni infestanti del tappeto erboso. 1-Digitaria sanguinalis. 2-Setaria viridis. 3-Stellaria media. 4-Geranium molle. 5-Capsella bursa-pastoris. 6-Cirsium arvense. 7-Plantago major. 8-Trifolium repens. 9-Taraxacum offi cinale. 10-Agropyron repens. 11-Poa annua SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007 25

Condizioni preferenziali di insediamento per le principali specie infestanti dei tappeti erbosi Condizioni Specie infestanti Terreno ricco di azoto Poa annua, Lolium (varie specie). Nel periodo estivo: Digitaria sanguinalis, Digitaria ischaemum, Setaria viridis, Setaria glauca, Elusine indica, Echinochloa crusgalli Terreno povero di azoto Trifolium repens, Medicago lupulina Terreno costipato Portulaca oleracea, Poa annua, Lolium perenne, Polygonum aviculare, Elusine indica, Euphorbia supina Terreno sterile Agropyron repens, Medicago lupulina, Polygonum aviclare Terreno con ph alcalino (7,5-8) Plantago major Terreno con ph acido (inferiore a 5,5) Rumex acetosella Ombreggiamento Poa trivialis, Stellaria media, Capsella bursa-pastoris, Veronica arvensis, Galium (varie specie) Frequenza di taglio non regolare Taraxacum offi cinale, Hieracium pratense, Plantago lanceolata, Stellaria media, Potentilla reptans, Glechoma hederacea, Prunella vulgaris, Trifolium repens, Chrysanthemum leucanthemum Presenza di recinzioni o siepi Convolvulus harvensis nali per non favorire le specie microterme durante il periodo freddo. Molto importante nella lotta alle infestanti è anche la valutazione dei singoli elementi nutritivi che è necessario apportare al tappeto erboso. Un concime con elevato contenuto in fosforo, somministrato quando il tappeto erboso è maturo, favorisce l affermarsi delle infestanti perché consente alle giovani piantine nate da seme di accrescersi rapidamente e di sviluppare l apparato radicale. Nel periodo autunnale, ad esempio, la riduzione del fosforo consente di contenere l invasione di Poa annua; nel periodo estivo, invece, la sua riduzione limita la diffusione delle specie macroterme. Anche l azoto riveste un ruolo importante nella lotta alle infestanti: uno scarso apporto di azoto per un periodo di tempo prolungato, determina una riduzione della capacità competitiva delle graminacee che costituiscono il tappeto erboso nei confronti di eventuali leguminose che si sono insediate. In carenza di azoto è facile che specie come Trifolium repens e Medicago lupulina prendano il sopravvento sulla vegetazione esistente; questo è dovuto alla capacità che hanno le leguminose di fissare direttamente l azoto atmosferico grazie alla simbiosi con i batteri appartenenti al genere Rhizobium che consente loro di non essere dipendenti dalla concimazione azotata. Per quanto riguarda l irrigazione, interventi frequenti, e magari non abbondanti, favoriscono la germinazione dei semi e consentono alle giovani piante di sopravvivere. Viceversa, su un tappeto erboso maturo è consigliata sempre la somministrazione di elevati volumi di acqua ad intervalli di tempo lunghi: la superficie del terreno si asciugherà rapidamente, mentre l acqua si accumulerà negli strati profondi. Applicando questa tecnica di irrigazione si favoriscono le specie adulte (quelle seminate), dotate di un apparato radicale ben sviluppato e si danneggiano, invece, le giovani piante infestanti il cui apparato radicale è solo parzialmente sviluppato. In alcuni casi, come ad esempio nella lotta a Poa annua, può essere necessario interrompere per molti giorni duran- Il problema del muschio Il muschio si sviluppa prevalentemente nei terreni di scarsa fertilità, tendenzialmente acidi e facilmente compattabili, in condizioni di ombreggiamento e umidità elevate. La sua proliferazione può essere facilitata da una errata gestione. L insuffi - cienza di elementi nutritivi, l esecuzione di tagli al di sotto dell altezza ottimale per la specie impiegata ed in generale tutte le pratiche colturali che portano ad un indebolimento della vegetazione, favoriscono l invasione del muschio, il quale si propaga tramite spore che disseminano in estate attecchendo dove l erba è rada e sofferente. Il muschio si presenta come un cuscino che ricopre completamente la superfi - cie del terreno senza lasciare spazio alla vegetazione erbacea. La presenza del muschio riduce fortemente l uniformità del tappeto erboso e di conseguenza il suo valore estetico. Per prevenire la sua diffusione bisogna assicurarsi che la vegetazione abbia sempre un adeguato rifornimento di elementi nutritivi, evitare i tagli bassi, l eccessivo calpestamento del terreno, come pure le irrigazioni frequenti e, nel caso di terreni non drenanti, anche troppo abbondanti. Nelle zone maggiormente frequentate si raccomanda di effettuare carotature o forconature periodiche per favorire l allontanamento dell acqua dalla superfi cie del terreno. In sede di realizzazione del tappeto erboso, in presenza di terreni facilmente compattabili, è consigliabile mescolare sabbia al terreno esistente, al fine di facilitare l infiltrazione dell acqua ed impedire l eventuale ristagno superficiale. In presenza di alberi, è opportuno intervenire con potature per sfoltire la chioma e permettere alla luce di raggiungere il terreno. Quando le pratiche colturali e la prevenzione non sono sufficienti ad impedire la proliferazione del muschio, la cura migliore è rappresentata dall impiego del solfato di ferro che deve essere distribuito direttamente sui «cuscini» di muschio, alla dose di 50-100 grammi per metro quadrato. La proliferazione del muschio è favorita da un errata gestione del tappeto erboso, da un terreno poco fertile, acido, compattato e in condizioni di ombreggiamento e umidità elevate L operazione va effettuata in primavera ed in autunno e può essere ripetuta anche più volte, senza necessità di bagnare in quanto un lento assorbimento risulterà più effi cace. Dopo pochi giorni il muschio assumerà una colorazione scura e potrà essere facilmente rimosso con l ausilio di un rastrello. È possibile anche effettuare delle distribuzioni preventive nelle zone più a rischio utilizzando metà dose. 26 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

te il periodo estivo la somministrazione di acqua, poiché questa specie è particolarmente sensibile alla mancanza d acqua ed alle alte temperature si riesce facilmente ad eliminarla senza danneggiare la vegetazione del tappeto erboso. Infine, ricordiamo che tutte le tecniche colturali che prevedono la riduzione della compattazione del terreno (carotature, vibroforconature, verticutting, ecc.) consentono di limitare la diffusione di specie infestanti che prediligono suoli compattati. Tra queste ricordiamo soprattutto Polygonum aviculare, Portulaca oleracea, Poa annua ed Elusine indica. L impiego del verticutting può essere utile anche in presenza di Poa annua per recidere le infiorescenze che riescono a sfuggire anche ad un taglio molto basso. Questa specie, infatti, è in grado di produrre fiori anche a 1-2 centimetri dal suolo. La stessa tecnica si può utilizzare per contenere l invasione di Cynodon dactylon: l azione delle lame, infatti, determina il sollevamento degli stoloni e dei rizomi più superficiali, che saranno poi asportati con il taglio. Il momento ottimale per effettuare questo intervento è la fine dell estate, quando il Cynodon si sta preparando alla dormienza. Tali pratiche colturali non devono essere però effettuate indiscriminatamente, perché se da un lato servono per ridurre la presenza di specie adatte a terreni sodi, dall altro possono favorire lo sviluppo di altre specie infestanti perché aprono il cotico erboso, portano in superficie i semi e riducono la competizione esercitata dalla vegetazione esistente. È sempre bene quindi non abusare di queste tecniche di manutenzione, utilizzandole solo se strettamente necessario e scegliendo il momento più opportuno, che corrisponde ai periodi di ripresa vegetativa e cioè alla fine dell estate (settembre) oppure a inizio della primavera (marzo). SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007 27