D O C U M E N T O D I P I A N O



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B C I T E R T A ' P G D E A I M M O I L L E G T P iano di Governo del T erritorio COORDINAMENTO UFFICIO PGT ARCH. GIORGIO CAVAGNIS COMUNE DI BERGAMO AREA POLITICHE DEL TERRITORIO DIREZIONE PIANIFICAZIONE URBANISTICA UFFICIO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO TEAM DI PROGETTAZIONE ARCH. GIORGIO CAVAGNIS ARCH. GIANLUCA DELLA MEA ARCH. MARINA ZAMBIANCHI CONSULENZA SCIENTIFICA PROF. ARCH. BRUNO GABRIELLI CONSULENZA ARCHITETTONICA PROF. ARCH. AURELIO GALFETTI UFFICIO PGT ARCH. SILVIA PERGAMI ARCH. ALESSANDRO SANTORO DOTT. SERGIO APPIANI DOTT. ANDREA CALDIROLI DOTT. RAFFAELE PICARIELLO DOTT. LARA ZANGA con DOTT. SILVIA CIVIDINI CONSULENZA ASPETTI AMBIENTALI, PAESISTICI E VAS ARCH. MARGHERITA FIORINA CONSULENZA ASPETTI GEOLOGICI E IDROGEOLOGICI DOTT. GEOL. RENATO CALDARELLI DOTT. GEOL. MASSIMO ELITROPI CONSULENZA ASPETTI LEGALI AVV. FORTUNATO PAGANO AVV. PAOLO BONOMI SIT (SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE) Modificato ai sensi dell art. 13 della L.R. 12/05 e s.m.i.: - VARPGT01 (Del. C.C. n. 221 Reg./ 82-2011 Prop. Del. in data 19/12/2011) - VARPGT02 (Del. C.C. n. 222 Reg./ 83-2011 Prop. Del. in data 19/12/2011) - VARPGT04 (Del. C.C. n. 223 Reg./ 84-2011 Prop. Del. in data 19/12/2011) - ARPGT03 (Del. C.C. n. 224 Reg./ 85-2011 Prop. Del. in data 19/12/2011) Pubblicato su Bollettino Ufficiale Regione Lombardia n. in data. AGGIORNATO AL 17.06.2013 Del. C.C. n. 81 Reg./30-2013 D O C U M E N T O D I P I A N O DP ALLEGATO 1.0 RE LA ZIONE

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo DOCUMENTO DI PIANO: ALLEGATO 1 INDIRIZZI E CRITERI PER IL SISTEMA COMMERCIALE Indice Introduzione 3 Capitolo 1 Quadro ricognitivo del sistema commerciale 5 1.1 Premessa 1.2 Struttura del commercio in sede fissa 1.3 Il commercio su aree pubbliche 1.4 Servizi integrati 1.5 Valutazione delle criticità e della sostenibilità del sistema commerciale a scala urbana 1.6 Il sistema commerciale di Bergamo riferito alla scala provinciale 1.7 Le polarità provinciali Capitolo 2 Quadro normativo di riferimento 11 2.1 I riferimenti normativi nazionali, regionali e relativi aggiornamenti 2.2 Disciplina transitoria per il sistema commerciale fino all approvazione del PGT 2.3 Distretto Urbano del Commercio - D.D.G. 7 agosto 2008 n. 8951 2.4 Conservazione degli esercizi e delle aree commerciali storiche Capitolo 3 Indirizzi e criteri per il sistema commerciale nel Piano del Governo del Territorio 17 1

Indice Indice Tabelle Tabella 1 - Tabella 2 - Tabella 3 - Tabella 4 - Tabella 5 - Tabella 6 - Tabella 7 - Tabella 8 - Quadro Ricognitivo della distribuzione delle Grandi Strutture di Vendita a scala comunale Quadro Ricognitivo della distribuzione delle Medie Strutture di Vendita a scala comunale Quadro Ricognitivo della distribuzione dei pubblici esercizi a scala comunale Quadro Ricognitivo della distribuzione degli esercizi di vicinato a scala comunale Quadro Ricognitivo della distribuzione delle attrezzature ricettive a scala comunale Quadro Ricognitivo della distribuzione delle edicole a scala comunale Quadro Ricognitivo della distribuzione delle farmacie a scala comunale Analisi Distributiva esercizi commerciali nel territorio comunale Indice Elaborati Grafici DP All. 1.1 DP All. 1.2 DP All. 1.3 DP All. 1.4 Quadro Ricognitivo - Grandi e Medie Strutture di Vendita a scala sovracomunale Indirizzi e criteri per il sistema commerciale Quadro Ricognitivo - Grandi e Medie Strutture di Vendita Indirizzi e criteri per il sistema commerciale Quadro Ricognitivo - Esercizi di vicinato, farmacie, edicole Indirizzi e criteri per il sistema commerciale Quadro Ricognitivo - Pubblici esercizi e strutture ricettive 2

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo Introduzione Il Programma Triennale 2006/2008 per lo Sviluppo del Settore Commerciale ha individuato nelle Medie Strutture di Vendita una componente essenziale per l equilibrato sviluppo della distribuzione commerciale in relazione alle caratteristiche geografiche e sociali degli ambiti territoriali di appartenenza, considerando il commercio come componente vitale dei centri urbani. In occasione della predisposizione del nuovo strumento urbanistico di governo del territorio è stato redatto il presene documento Piano delle Medie Strutture di Vendita, quale strumento di orientamento per le scelte di Piano, in coerenza con il rinnovato quadro normativo nazionale e regionale in materia di commercio. Il gruppo di lavoro interdivisionale all uopo costituito ha redatto questo piano che presenta caratteristiche profondamente innovative ed articolate e ha il compito di programmare la distribuzione sul territorio delle strutture commerciali, in coerenza con gli obiettivi strategici del redigendo Piano di governo del Territorio e con i criteri definiti dal mutato quadro di riferimento legislativo regionale, per consentire una corretta programmazione dei servizi, e con l obiettivo di migliorare la qualità della vita il funzionamento della nostra città. Il team ha espletato la fase di indagine conoscitiva e ha definito un quadro interpretativo necessario relativamente alle attività commercial,e è ha contribuito e delineare gli indirizzi strategici in merito al tema in oggetto. Il processo di definizione degli interventi è stato realizzato attraverso le seguenti attività: 1. lettura critica dei dati in possesso dal Comune di Bergamo e restituzione di un quadro sinottico degli stessi; 2. studio della composizione e della distribuzione della popolazione residente e realizzazione di un indagine conoscitiva dei dati relativi alla domanda di servizi di tipo commerciale attraverso il calcolo della densità commerciale suddivisa per quartieri; 3. definizione delle linee guida per la costruzione delle politiche di indirizzo compatibili con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia; 4. identificazione del quadro strategico e delle linee di sviluppo della funzione commerciale in relazione agli Ambiti di Trasformazione previsti all interno del Documento di Piano; 5. definizione dell atlante dei progetti e stesura degli elaborati del Piano (database e carte cronotopiche); 6. impostazione dell attività di rete: scambio di buone pratiche, informazione/comunicazione/animazione; 7. costruzione dei tavoli partenariali con i portatori di interessi per la verifica dei risultati; 8. armonizzazione dei suddetti indirizzi con i tre documenti costituenti il Piano di Governo del Territorio. La finalità generale è quella di governare il complesso insediativo e funzionale relativo al sistema commerciale mediante un processo di riqualificazione in grado di realizzare un programma propulsivo rispetto ai temi dello sviluppo locale, attraverso la sinergia di azioni concrete che indirizzino lo sviluppo del centro storico e del territorio verso la sostenibilità. L obiettivo è generare un processo flessibile e condiviso all interno del più ampio scenario delle politiche per lo sviluppo locale e in coerenza con gli obiettivi strategici assunti dal PGT, supportando, ove ritenuto necessario, la funzione commerciale con servizi e funzionalità integrate. 3

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale A seguito dell approvazione del Piano di Governo del Territorio si provvederà alla definizione di un regolamento applicativo degli orientamenti assunti. In questo quadro, l obiettivo prioritario è la promozione della modernizzazione del sistema distributivo locale e la garanzia della relativa concorrenzialità, nel rispetto di un equilibrio tra una presenza omogenea sul territorio di un adeguato numero di medie strutture di vendita ed il mantenimento di una presenza diffusa del servizio reso dagli esercizi di vicinato. 4

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo Capitolo 1 Quadro ricognitivo del sistema commerciale 1.1 Premessa Si descrivono di seguito gli elementi costitutivi della struttura esistente del sistema commerciale a scala comunale - ai sensi dell art. 8,comma 1, lettera b della L.R.12/05 - al fine di delineare i criteri e gli indirizzi per un evoluzione di sviluppo territoriale complessiva. Si precisa che l indagine conoscitiva, di carattere urbanistico e commerciale, è stata condotta con l obiettivo di individuare il livello di sviluppo della struttura della rete commerciale, sia alla scala locale che alla scala territoriale, per identificare un efficace inquadramento delle politiche urbanistiche in atto e da attivare. Tale quadro è pertanto definito in coerenza con gli obiettivi strategici del PGT e con i criteri definiti dai rinnovati riferimenti legislativi in materia commerciale, con l obiettivo di consentire una corretta programmazione dei servizi e di migliorare la qualità dell offerta commerciale e delle esternalità ad essa associate. In riferimento a quanto previsto dalla normativa vigente sono state condotte le indagini statistiche che analizzano la composizione e la distribuzione della popolazione residente e determinano le densità commerciali. Tali indagini sono state effettuate comparando i dati del territorio comunale con quelli provinciali e regionali e sono contenute nelle alle tabelle allegate al presente documento. 1.2 Struttura del commercio in sede fissa L attuale rete del commercio in sede fissa della città di Bergamo è costituita da 4 grandi strutture di vendita, 104 Medie Strutture di Vendita e 1.900 esercizi di vicinato. Tale sistema è discretamente distribuito sul territorio comunale, con concentrazioni, per quanto concerne le Medie Strutture di Vendita, sugli assi a vocazione commercialeproduttiva e all interno della città consolidata, mantenendo una media si superficie sviluppata che si attesta intorno agli 800,00-1.000 mq. Per quanto concerne gli esercizi commerciali di dettaglio, la loro localizzazione è identificabile all interno del centro urbano, creando una sorta di centro commerciale naturale, con una discreta diversificazione dell offerta merceologica. In virtù della deliberazione di Giunta Comunale n.350 del 12/10/2001, la grande distribuzione all interno del territorio è rappresentata da 4 strutture di vendita, al di sotto della media regionale, di cui n.3 localizzate nell ambito del centro. La rete è completata da 595 esercizi di somministrazione di alimenti e bevande ed assistita oltre che dalle associazioni di categoria dei commercianti da numerosi comitati di quartiere che si sono costituiti allo scopo di promuovere attraverso l organizzazione di eventi la propria attività economica e di conseguenza di presidio del territorio. L attuale offerta ricettiva in città (2008) è costituita da 134 strutture di cui: 20 alberghi, 42 Bed & Breakfast, 61 case vacanze, 8 affittacamere, 2 agriturismi ed 1 ostello per la gioventù. 5

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale 1.3 Il commercio su aree pubbliche Il commercio su aree pubbliche costituisce una parte significativa del tessuto commerciale della città. Il principale mercato che si svolge il lunedì mattina, presso il piazzale della Malpensata, comprende 253 posteggi, ed è ormai diventato magnete anche per flussi di popolazione provenienti da diverse parti del territorio comunale. L altro grande mercato che si svolge il sabato mattina presso il piazzale dello stadio è composto da 54 posteggi ed attrae consumatori provenienti prevalentemente dalle varie zone della città. Il sabato mattina inoltre un altro importante appuntamento commerciale è quello del mercato ortofrutticolo ubicato n via Borgo Palazzo in prossimità del confine con Seriate. Altri 6 mercati rionali con cadenza settimanale, si svolgono in diversi quartieri della città. Vi sono poi, diffusi all interno del territorio comunale, circa 25 posteggi isolati occupati durante i giorni feriali. Nell arco dell anno, nella zona centrale della città, si svolgono numerose fiere e sagre, delle quali 9 sono istituite con provvedimento dell Amministrazione Comunale, tra le più importanti si segnalano: - la Fiera di Santa Lucia: nel mese di dicembre (11,12 e 13) con 95 posteggi; - la Fiera di Sant Antonio (17 gennaio) con 55 posteggi; - la Fiera di Carnevale con 36 posteggi. Altre manifestazioni dello stesso tipo vengono organizzate da soggetti privati e tra queste si segnalano: i Mercatanti in Fiera, con commercianti ed artigiani provenienti dai diversi Paesi CEE, la seconda domenica di ottobre, con 142 posteggi, il Mercato del Forte (prodotti artigianali toscani) le fiere d autunno e di primavera e la fiera di sant Alessandro organizzate dalle associazione dei commercianti su area pubblica. Per quanto concerne la regolamentazione degli stessi, si rimanda al Piano delle aree mercatali. 1.4 Servizi integrati Per quanto concerne i servizi si sottolinea come il fenomeno sia in continua espansione con particolare riferimento alla diffusione capillare degli sportelli bancari nelle diverse zone e quartieri della città. Di rilievo anche la presenza, nella zona centrale della città, delle sedi amministrative di importanti gruppi bancari, tra gli altri la Banca Popolare di Bergamo (BPU) ed il Credito Bergamasco, e di imprese industriali quali l Italcementi, la Siad e la ABB Sace. Un ulteriore caratterizzazione del centro cittadino è quella relativa alla concentrazione di molteplici servizi pubblici ( tribunale, uffici comunali, statali provinciali e regionali) che fungono da attrattore non solo per i residenti in città ma anche per i residenti della provincia e per i fruitori temporali. Il bacino potenziale di utenza gravitazionale della città secondo i più recenti studi è di circa 160.000 persone, derivante dalla somma della popolazione residente e dai city users che giornalmente si recano in città per lavoro, studio, turismo. Di rilevanza ai fini programmatori, si segnalano i notevoli mutamenti intervenuti in questi ultimi anni nella disciplina delle attività economiche che, seppur ancora condizionati da visioni localistiche ed orientate ad una stretta regolamentazione dell attività commerciale, consentono ora all Amministrazione Comunale di studiare una programmazione commerciale consona alle reali esigenze della città in un ottica di effettiva liberalizzazione dell attività commerciale. 6

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo 1.5 Valutazione delle criticità e della sostenibilità del sistema commerciale a scala urbana A seguito della definizione del quadro ricognitivo condotto sono stati analizzati ed evidenziati gli elementi critici che negli ultimi anni hanno condizionato lo sviluppo del sistema commerciale della nostra città, in particolare: 1. un centro urbano quasi esclusivamente destinato ad ospitare il settore terziario delle attività civili ed economiche (uffici pubblici e privati, banche), il cosiddetto centro direzionale; 2. la caratterizzazione delle attività commerciali, dislocate nelle zone centrali, quasi esclusivamente dedicate a supporto delle attività e delle funzioni ricche che ivi si svolgono (alberghi, bar, ristoranti, negozi prevalentemente dedicati a generi di lusso), con assenza o quasi del commercio di generi di largo consumo e primari; 3. conseguente fruizione pubblica del centro urbano esclusivamente nelle ore diurne, con progressiva cessazione delle attività direzionali in una fascia oraria compresa tra le 16.00 e le 18.00; 4. espulsione della residenza dalle zone centrali, con sua ricollocazione nei quartieri periferici delle città o addirittura fuori città nei Comuni dell hinterland; 5. pressoché totale assenza nei suddetti quartieri residenziali di attività commerciali di vicinato e dislocazione delle attività commerciali nei grandi centri commerciali posti in ambiti esterni alla città, ove trovano collocazione anche i luoghi di svago e di ricreazione, quali cinema e teatri; 6. perdita di sicurezza, determinata dalla mancanza di fruizione dei luoghi, soprattutto nelle ore serali e notturne, con conseguente implementazione dell uso del mezzo privato per gli spostamenti a scapito del trasporto pubblico, ritenuto non adeguatamente sicuro. Questo tipo di modello tende a separare le varie funzioni della città anziché integrarle: il territorio urbano risulta pertanto frammentato e settorializzato e non rappresenta più, nella sua unitarietà, naturale, l elemento centrale che consente ai centri storici di mantenersi punto di riferimento identitario per le collettività che ad essi fanno capo. Il patrimonio storico e la cultura locale perdono il ruolo di generatori di esternalità positive di un area. Pertanto, nel tempo, il commercio urbano, ha subito un progressivo indebolimento competitivo, poiché privo di una logica settoriale e di una gestione unitaria. L insieme di attributi di cui si dovrebbe comporre: servizi commerciali, servizi culturali, altri servizi di natura pubblica e/o privata nonché un patrimonio locale, risulta un sistema estremamente carente, condizionato, inoltre, da un lato dal grado di accessibilità dell area ( parcheggi, trasporto pubblico, viabilità) e, dall altro, dal livello di fornitura dei servizi di supporto offerto (sicurezza, raccolta rifiuti, pedonalizzazione e arredo urbano). Le dimensioni non particolarmente estese della città, inoltre, rendono ancora più evidenti ed anomali i suddetti elementi, con particolare riferimento al differente utilizzo delle zone urbane ed alla presenza - assenza delle diverse tipologie di esercizi commerciali. Tali fenomeni rappresentati hanno matrici diverse, tra le quali vanno sicuramente annoverati gli alti costi per l acquisto e/o la locazione degli immobili (non sostenibili dalla maggior parte degli esercenti, ma sopportabili da parte di altri soggetti forti del settore terziario), l accessibilità e la forte concorrenza dei centri commerciali, che si pongono sempre più come modelli di città chiuse che operano come unità integrate fornendo un offerta eterogenea e servizi complementari. Sebbene la presenza dell aeroporto di Orio al Serio, la città infatti non è ancora riuscita a dotarsi di quelle infrastrutture e di quei servizi in grado di intercettare in termini di benefici l enorme flusso di potenziali fruitori della città. In particolare è da segnalare la quasi totale assenza di trasporti pubblici dall aeroporto al centro cittadino e viceversa. 7

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale Lo sviluppo delle compagnie low cost ha generato quello che potrebbe essere definito anche il fenomeno dello shopping low cost, che vede sempre più persone sfruttare questo tipo di voli per poter effettuare acquisti a prezzi inferiori a quelli praticati nelle città di origine, sfruttando la convenienza di un volo a basso costo. La realizzazione, quindi, di politiche commerciali finalizzate a questo potrà in futuro divenire un ulteriore elemento di sviluppo qualitativo della rete commerciale anche cittadina, che oltre agli esercizi commerciali potrà sfruttare il valore aggiuntivo costituito dalle attrattive turistiche presenti sul territorio. La fotografia della rete commerciale della città e dell area definita della Grande Bergamo sembra in definitiva essere ben dislocata anche se da un analisi più attenta emergono alcune criticità. Anzitutto occorre dire che la rete commerciale va ormai considerata a livello intercomunale in ragione all aumentata capacità di mobilità delle persone, in ragione delle politiche commerciali che necessariamente abbisognano di strutture di dimensioni più ampie per la realizzazioni di politiche di contenimento dei prezzi ma anche in ragione delle scelte urbanistiche di espulsione del residenziale dai centri cittadini in favore di un suo aumento nella prima periferia e dei comuni dell hinterland. La presenza di grandi centri commerciali principalmente sviluppati attorno ai nuovi assi viari è funzionale e più che sufficiente per la vocazione intercomunale degli stessi. Anche se si deve osservare che in alcuni casi è stata posta scarsa attenzione nella realizzazione di alcuni insediamenti commerciali, non prevedendo la realizzazione di adeguate opere viabilistiche di raccordo tra gli assi viari e i centri commerciali. In città la presenza di medie strutture funzionali alle esigenze della popolazione residente è avvenuta principalmente sulle storiche direttrici di penetrazione della città. Ciò è stato reso possibile grazie alla realizzazione di nuovi insediamenti abitativi che hanno sostituito i precedenti insediamenti produttivi. Sempre più frequentemente i piani integrati di sviluppo hanno visto la presenza di ampie superfici destinate al commercio. Nelle aree pedonali e nei centri storici le medie e le grandi strutture hanno invece una caratterizzazione merceologica più specialistica (abbigliamento, librerie) prevalentemente orientate al soddisfacimento di bisogni secondari, infatti i centri storici della città ad esclusione di alcuni casi quali, ad esempio, Borgo Santa Caterina, presentano uno sviluppo di merceologie commerciali non funzionale ad una popolazione residente, ciò in ragione della domanda prodotta dalla trasformazione del tessuto di queste zone. A conclusione di questa lettura si evidenzia che, anche con riferimento dell attuale impianto normativo risulta oggi impossibile determinare una politica commerciale avulsa dalle scelte di destinazione urbanistica delle varie zone della città. Infatti la fotografia evidenzia che lo sviluppo merceologico della rete commerciale ( lasciato esclusivamente al mercato) segue prettamente la logica vocazionale del territorio anche in ragione delle infrastrutture presenti nelle varie parti della città. 1.6 Il sistema commerciale di Bergamo riferito alla scala provinciale Ai fini di una lettura complessiva delle dinamiche di sviluppo commerciali è necessario inquadrare il ragionamento all interno di un quadro conoscitivo a scala provinciale, con particolare riferimento alla media e grande distribuzione. In tal senso è proceduto ad una lettura quali-quantitativa della distribuzione delle strutture commerciali e ad una interpretazione delle articolazioni territoriali e delle dinamiche del fenomeno commerciale a scala provinciale. Questo ha evidenziato la necessità di delineare, nel Piano di Governo del Territorio, politiche che siano rispondenti ad alcuni obiettivi e criteri di fondo, in coerenza con le previsioni del PTCP, e in particolare: 8

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo 1. la ricerca di un equilibrio territoriale nella strutturazione della rete dei servizi commerciali, con particolare attenzione agli equilibri delle reti di trasporto; 2. la minimizzazione delle esternalità negative, da ricondurre in particolare al contenimento del pendolarismo di spesa per gli abitanti dei diversi ambiti territoriali; 3. il rilancio e la rivitalizzazione dei centri storici e dei tessuti urbani, assumendo la rete dei servizi commerciali come fattore rilevante nelle politiche di rivitalizzazione urbana; 4. il rilancio del commercio nelle aree più deboli, come misura di sostegno all abitare, specie per alcune categorie sociali con scarsa possibilità/propensione allo spostamento con mezzo privato. 1.7 Le polarità provinciali Il capoluogo rappresenta la principale polarità urbana del contesto provinciale, sede dei principali servizi rivolti a popolazione e imprese. L articolazione urbana interna che connota la città da conto di contesti insediativi peculiari, storicamente connotati come città alta, piuttosto che espressione di significative dinamiche di trasformazione come manifestato in città bassa da processi di riqualificazione sia interni al tessuto compatto sia in ambiti periurbani. Per quanto concerne il sistema ambientale che caratterizza la città di Bergamo, è composto sostanzialmente dalle energie di rilevo dei Colli sui quali poggia il sistema insediativo della città e delle sue propaggini di costa e mezza costa e dalle tessere di un mosaico residuale degli spazi aperti in ambito perturbano, che in contesti territoriali come quello in questione, rappresentano elementi di potenziale qualificazione per i comparti urbani di riferimento. La rete infrastrutturale sulla quale poggia il sistema commerciale del capoluogo è riferibile sinteticamente a quattro situazioni. Sulla maglia extra urbana portante di adduzione si sono collocati, con modalità incrementale, gli esercizi di media e grande dimensione; sulla rete urbana reggente vi è una presenza molto articolata, nelle forme e nel rapporto con servizi e residenza, di medie strutture di vendita ed esercizi di vicinato. L asse centrale di via XX Settembre, ed alcune sue diramazioni, sono investite da processi di specializzazione merceologica, mentre la Corsarola in città alta mantiene un tessuto commerciale fortemente connotato, nell immagine e nelle modalità organizzative, alla specificità del luogo. La struttura commerciale del capoluogo provinciale manifesta un consolidato mix funzionale e tipologico atto a soddisfare una domanda consistente e altrettanto articolata (residenti, city users, turisti). A fronte di una situazione in cui anche gli esercizi commerciali di vicinato sembrano soffrire meno che in altri contesti la competizione con la distribuzione moderna, è opportuno segnalare la significativa presenza di strutture con media superficie di vendita, con addensamento in particolare lungo gli assi storici di città bassa. Tale sistema dà luogo ad una sorta di galleria commerciale naturale, all interno della quale si assiste a forti dinamiche di qualificazione dell offerta. Analoga situazione di sistema lineare è rappresentato dalla Corsarola in città alta, connotata però da esercizi di piccola dimensione e con merceologia più connotata, anche orientata alla domanda turistica. La scarsa presenza di strutture della grande distribuzione, esito di specifiche politiche di livello comunale, come precedentemente descritte, che ha comportato la localizzazione delle stesse appena al di là dei confini comunali, comportando una rilevante evasione spesa verso i comuni limitrofi, sede di grandi strutture di vendita. All interno del sistema territoriale provinciale è possibile individuare la specifica polarità di Treviglio e Caravaggio, che rappresenta una figura di consolidata aggregazione delle strutture di vendita in ragione del ruolo di riferimento dei due centri urbani rispetto all ambito 9

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale di pianura, che storicamente ha determinato meccanismi di polarizzazione che qui hanno raggiunto livelli sufficienti per la strutturazione di una rete commerciale articolata. I due centri urbani, i quali sono ancora oggi destinazione di gravitazioni di area locale, partecipano dunque ad un contesto geografico sostanzialmente policentrico, che ha manifestato dinamiche insediative diverse ma orientate, almeno per la domanda residenziale, alla qualificazione dei tessuti storici centrali e ad addizioni urbane tendenzialmente contigue ad essi. Il sistema di appoggio dei due centri urbani è quello tipico della pianura irrigua, percorsa da una fitta trama di canali e rogge che hanno formato una partizione poderale peculiare e che manifesta la profonda relazione con i processi di antropizzazione di più lunga durata. Il tema delle acque è quello anche più connesso alla sensibilità delle risorse fisico-naturali, nello specifico relativamente alle condizioni geologiche ed idrauliche. Il sistema infrastrutturale dell area è storicamente organizzato su una maglia viaria diffusa e sostanzialmente equipollente e sulla direttrice ferroviaria che da Milano porta a Bergamo e Venezia. Tale sistema è stato negli anni potenziato, attraverso varianti ai centri urbani e ridefinizione delle sezioni stradali e dei nodi della maglia. Lo scenario di infrastrutturazione introduce assi di grande rilevanza sovra locale ( BreBeMi, IPB, alta velocità, tangenziali esterne), che aumenteranno in modo significativo il livello di accessibilità dell area. La struttura commerciale del sistema Treviglio-Caravaggio si connota per una rete diffusa di esercizi di vicinato e di media distribuzione, in grado di rispondere ad una domanda locale espressa anche dai comuni limitrofi. Il ruolo, soprattutto di Treviglio, di riferimento per una domanda d area locale si è articolato anche attraverso processi di qualificazione commerciale degli assi storici, sui quali insiste una buona dotazione di medie strutture di vendita merceologicamente articolata. I centri commerciali esistenti, con formati che danno conto di una loro non recente apertura, sono ben integrati con i tessuti urbani e rispondono anch essi ad un bacino di gravitazione locale. 10

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo Capitolo 2 Quadro normativo di riferimento 2.1 I riferimenti normativi nazionali, regionali e relativi aggiornamenti I riferimenti normativi nazionali e regionali (e i relativi aggiornamenti) utilizzati per la pianificazione della sistema commerciale sono quelli di seguito elencati. D. Lgs. 31 marzo 1998 n. 114 Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 L.R. 23 luglio 1999 n.14 Norme in materia di commercio in attuazione del D. L.gs 31 marzo 1998 n. 114 Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 (abrogata dalla L.R. 2 febbraio 2010 n. 6 Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere ) D.C.R. 2 ottobre 2006 n. VIII/215 Programma Triennale per lo Sviluppo del Settore Commerciale 2006/2008 D.C.R. 13 marzo 2007 n. VIII/352 Criteri urbanistici per l attività di pianificazione e di gestione degli Enti Locali in materia commerciale D.G.R. 4 luglio 2007 n. 8/5054 Medie strutture di vendita: disposizioni attuative del Programma Triennale per lo Sviluppo del Settore Commerciale 2006-2008 D.G.R. 21 novembre 2007 n.8/5913 Criteri urbanistici per l attività di pianificazione e di gestione degli Enti Locali in materia commerciale D.G.R. 5 dicembre 2007 n. 8/6024 Medie Strutture di Vendita. Disposizioni attuative del PTSSC 2006-2008 D.G.R. 23 gennaio 2008 n. 8/6494 Medie strutture di vendita - Integrazioni alla D.G.R. n. 6024/2007 D.G.R. 24 aprile 2008 n. 8/7182 Criteri di valutazione delle grandi strutture di vendita previste in strumenti di programmazione negoziata o in Piani d Area o in altri progetti di rilievo regionale, di cui al paragrafo 5.3-5 capoverso della D.C.R. n. VIII/215 e successive modifiche e integrazioni D.D.G. 7 agosto 2008 n. 8951 Approvazione del bando relativo al progetto strategico Distretti del Commercio per la competitività e l innovazione del sistema distributivo nelle aree urbane della Lombardia D.G.R. 20 gennaio 2009 n. 8/8886 Modalità di riconoscimento e valorizzazione dei luoghi storici del commercio in Lombardia L.R. 29 giugno 2009 n. 9 Modifica a leggi regionali e altre disposizioni in materia di attività commerciali L.R. 2 febbraio 2010 n. 6 Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere 11

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale La normativa quadro nazionale del D.Lgs. 31 marzo 1998 n. 114 (cosiddetto Decreto Bersani ), emanata ai sensi della legge delega 59/1997, ha profondamente modificato ed innovato la materia della programmazione commerciale e urbanistica, precedentemente disciplinata dalla legge 426/1971 che assegnava al Comune un ruolo preminente di pianificazione. Il decreto di riforma, in particolare, dando applicazione al principio della sussidiarietà, attribuisce alla Regione il compito di sovrintendere alla direzione ed alla definizione delle scelte, mentre demanda al Comune di programmare e gestire operativamente la distribuzione commerciale sul proprio territorio, conformandosi agli indirizzi regionali in materia commerciale ed urbanistica. Si assiste inoltre ad un passaggio dalla programmazione economico-commerciale dei piani comunali alla programmazione territoriale-urbanistica, prevista dagli indirizzi e dai criteri che le stesse Regioni sono chiamate a stabilire. La norma inoltre semplifica tutte le procedure inerenti i cosiddetti negozi di vicinato (con superficie massima di vendita pari a mq 250), e rimette alla normativa regionale di disciplinare tutte le procedure relative al rilascio di autorizzazioni per le medie strutture di vendita (da mq 251 a mq 2.500) e le grandi strutture di vendita (da mq 2.500 in su). La piena esecutività di gran parte della normativa di riforma è strettamente connessa alla preventiva determinazione con propria legge degli indirizzi e dei criteri da parte della Regione, cui è assegnata la principale competenza in materia di indirizzo della pianificazione dell'attività commerciale non solo in senso proprio, ma anche rispetto al rapporto con la disciplina urbanistica, mentre al Comune è rimesso il compito di programmazione, che si concretizza nella necessità di adeguare i propri strumenti urbanistici agli indirizzi ed ai criteri prefissati dalla stessa Regione. In attuazione del D.Lgs 114/1998 la Regione Lombardia ha emanato la L.R. 14/1999 (ampiamente modificata dalla successiva Legge Regionale di semplificazione legislativa, L.R. n. 15/2002 e definitivamente abrogata dalla L.R. 2 febbraio 2010 n. 6 Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere ): tale testo normativo definiva le competenze in materia di programmazione urbanistica e commerciale assegnate a Regione, Province e Comuni e fra i diversi organi regionali. Tale legge è stata integrata con l approvazione del successivo regolamento di attuazione (R.R. n. 3/2000). Ai sensi dell articolo 3 comma 1 della L.R. 14/1999 (poi sostituito dall articolo 2, comma 5, della L.R. 15/2000, successivamente abrogata dalla L.R. 2 febbraio 2010 n. 6 Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere ) competeva al Consiglio Regionale l approvazione del Programma Triennale per lo sviluppo del settore commerciale e degli Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commercio, strumenti con cui la Regione deve operare le scelte in materia di disciplina del commercio. Veniva invece attribuita alla Giunta Regionale l approvazione degli ulteriori adempimenti di disciplina del settore e la definizione dei criteri urbanistici necessari ai comuni per localizzare, nei propri strumenti urbanistici, le aree da destinare agli insediamenti di medie e grandi strutture di vendita, nel rispetto dei limiti derivanti dalla necessità di tutelare i beni artistici, culturali e ambientali, programmando una corretta integrazione fra le strutture commerciali, servizi e attrezzature pubbliche, e previa verifica della disponibilità di spazi pubblici o di uso pubblico e le quantità minime di spazi per parcheggi. In attuazione della normativa sopra richiamata, per il triennio 2003-2005, il Consiglio Regionale ha approvato il Programma Triennale per lo Sviluppo Commerciale e gli Indirizzi generali per la programmazione urbanistica (deliberazione n. VII/871 in data 30/7/2003) e, di seguito, la Giunta Regionale, con deliberazione n. VII/15716 del 18/12/2003, ha emanato le modalità operative del Programma Triennale, nonché i criteri urbanistici per l attività di gestione degli enti locali in materia commerciale. 12

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo La legge regionale per il governo del territorio (L.R. 12/2005) si inserisce nel quadro normativo come elemento di novità nelle modalità di programmazione e pianificazione del territorio, individuando nel Piano di Governo del Territorio (PGT) il nuovo strumento di pianificazione comunale. Attribuendogli la funzione di definire l assetto dell intero territorio comunale, la legge costruisce il PGT come uno strumento complesso, attraverso il quale vengono definite le strategie, gli obiettivi e le azioni che consentono di disegnare un quadro complessivo del territorio, valorizzando le risorse ambientali, paesaggistiche e culturali a disposizione. In tale contesto la programmazione per l insediamento di nuove strutture commerciali non può restare componente a sè stante, avulsa dal contesto complessivo di pianificazione del territorio, ma diventa un elemento trasversale che si inserisce e si coordina con tutti gli atti di cui si compone il PGT, condividendone i principi ispiratori e gli obiettivi finali. I nuovi strumenti di pianificazione introdotti dalla LR 12/2005 hanno quindi determinato effetti anche sugli strumenti regionali di programmazione per la disciplina del commercio stabiliti dalle normative di settore specifiche. Con deliberazione VIII/215 del 2/10/2006 il Consiglio Regionale ha successivamente approvato il Programma Triennale per lo Sviluppo del Settore Commerciale 2006/2008 (PTSSC), che rappresenta il documento di indirizzo, da cui derivano le modalità attuative, ovvero la concreta disciplina delle attività commerciali nella Regione per il triennio di riferimento. Nello specifico, il Programma Triennale determina lo scenario di sviluppo del sistema commerciale, gli obiettivi di presenza e sviluppo delle Grandi Strutture di Vendita, e i criteri per il rilascio di autorizzazioni per Grandi Strutture di Vendita. La novità più rilevante consiste nell introduzione di un meccanismo di valutazione globale di impatto delle nuove medie e grandi strutture di vendita a livello economico, viabilistico e ambientale, con l obbiettivo di ridurre al minimo il consumo di nuovo territorio, e con lo scopo finale di consentire solo operazioni ad impatto zero, che non comportino uso di nuovo territorio. La Regione ha posto quale obiettivo di sviluppo la crescita zero della grande distribuzione; conseguentemente, il PTSSC sottolinea in più punti la necessità di prevedere forti limitazioni per queste attività, previsione che ha portato a un aggravio delle procedure per il rilascio di autorizzazioni per Grandi Strutture di Vendita, attraverso la previsione di un apposita sezione destinata a valutare la sostenibilità dell iniziativa. Per quanto attiene specificatamente la grande distribuzione commerciale, la pianificazione comunale deve quindi avere particolare attenzione alla localizzazione delle Grandi Strutture di Vendita, per le quali il Comune è chiamato a garantire, ai fini dell inserimento di tali previsioni nel proprio piano, l effettuazione di congrue valutazioni preliminari dei nuovi insediamenti a livello di compatibilità urbanistica, territoriale e infrastrutturale (flussi di traffico, accessibilità, parcheggi, indotto conseguente all intervento). Con successiva deliberazione, n. VIII/352 del 13/3/2007, il Consiglio Regionale ha approvato gli indirizzi generali per la programmazione urbanistica, in cui vengono indicate le strategie, le azioni e le nuove previsioni urbanistiche relative al settore commerciale che i Piani di Governo del Territorio (PGT) devono elaborare in coerenza con i contenuti della pianificazione sovracomunale, tenendo conto dei principi della riduzione del consumo di suolo, della compatibilità ambientale, dell adeguatezza del livello di accessibilità e di dotazione di servizi, della conservazione degli esercizi e delle aree commerciali storiche. Il documento affronta quindi il ruolo degli strumenti di pianificazione, definiti ai diversi livelli dalla L.R. 12/2005, rispetto allo sviluppo del settore commerciale e definisce gli indirizzi generali per le politiche commerciali a livello comunale. Tale strumento attribuisce al Piano di Governo del Territorio la verifica delle problematiche della distribuzione commerciale in relazione con le strutture esistenti, con le esigenze di sviluppo, di riorganizzazione o di contenimento del settore commerciale, con le previsioni di carattere commerciale che presentano ricadute a livello sovracomunale, nonché con la progettazione di nuovi insediamenti, garantendo la necessaria valutazione ambientale e paesaggistica. 13

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale Il PTSSC 2006/2008 è divenuto operativo a seguito dell approvazione delle modalità applicative con Delibera della Giunta Regionale n. VIII/5054 del 4/7/2007 e s.m.i. L obiettivo della crescita zero della media e grande distribuzione è subito evidente già al comma 2 del paragrafo, che introduce una serie di definizioni decisamente restrittive.riguardanti le domande di apertura di medie e grandi strutture. Per quanto riguarda il raccordo con la disciplina urbanistica (paragrafo 3.2), viene sottolineata la necessità, stabilita dalla D.C.R. VIII/351 del 13 marzo 2007, di procedere, nell ambito del procedimento di formazione del PGT, alla programmazione specifica delle attività commerciali : i Comuni sono pertanto tenuti ad adeguare i propri strumenti urbanistici agli indirizzi di urbanistica commerciale, anche perché la generica destinazione ad attività terziarie o commerciali permette solo l insediamento di esercizi di vicinato. La delibera stabilisce, in buona sostanza, che le domande di autorizzazione per medie e grandi strutture, quando non localizzate in ambiti per i quali lo strumento urbanistico vigente non prevede una specifica destinazione in tal senso, non possono essere accolte. Questa disciplina tende, in modo evidente, all obiettivo più volte dichiarato in sede di programmazione triennale di riduzione del consumo di nuovo territorio, fino a giungere all auspicato impatto zero. La L.R. 2 febbraio 2010 n. 6 Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere, redatta ai sensi della L.R. 9 marzo 2006 n.7 Riordino e semplificazione della normativa regionale mediante testi unici, riunisce le disposizioni regionali in materia di commercio e fiere, abrogando, anche integralmente, alcune disposizioni normative contenute nei testi normativi precedentemente richiamati e descritti. In ottemperanza alle normative vigenti, il Comune di Bergamo ha predisposto il nuovo strumento di pianificazione urbanistica generale, che contiene al proprio interno specifiche prescrizioni e indirizzi relativi alla disciplina commerciale, in coerenza con i criteri stabiliti dalla normativa regionale. 2.2 Disciplina transitoria per il sistema commerciale fino all approvazione del PGT Per quanto attiene alla definizione delle tipologie commerciali e delle relative superfici di vendita, in forza della Deliberazione assunta dal Consiglio Comunale n 30 Reg. n. 17318 P.G. del 19/02/2001, il Comune ha dato atto che il proprio strumento urbanistico generale vigente è perfettamente coerente con i principi e i criteri fissati dal Regolamento Regionale n. 3 del 21/7/2000, attuativo della Legge Regionale n 14/1999 per il settore del commercio. Con il medesimo provvedimento è stato inoltre chiarito che nuove Grandi e Medie Strutture di Vendita, se non espressamente previste nel PRG vigente, potranno essere autorizzate solo previa approvazione della relativa variante urbanistica, sempre nel rispetto dei criteri di cui al regolamento regionale citato. Con successiva deliberazione di Giunta Comunale n.350 del 12/10/2001 sono stati approvati solo i criteri per il rilascio di autorizzazioni relative alle medie strutture di vendita, ed è stata prevista di conseguenza la possibilità di insediare tipologie commerciali che non abbiano una superficie di vendita superiore a mq 2.500. Nel periodo intercorrente fra i due provvedimenti regionali, delibera G.R. n. VII/15716 del 18/12/2003 e delibera G.R. n. VIII/5054 del 4/7/2007, che danno dettato le modalità attuative, rispettivamente, del Programma Triennale 2003-2005 e del Programma Triennale 2006-2008, il Comune di Bergamo ha autorizzato la localizzazione di Medie Strutture di Vendita nel rispetto del regime di cui ai provvedimenti regionali sopraccitati. Inoltre, ai sensi dell articolo 3.2, comma 2, della delibera G.R. n. VIII/5054 del 4/7/2007, fino all approvazione del nuovo strumento urbanistico generale (PGT) il rilascio di eventuali nuove autorizzazioni per l insediamento di Medie Strutture di Vendita è consentito solo 14

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo quando le stesse non risultino in alcun modo in conflitto con le modalità attuative stabilite dalla Regione con la più volte richiamata deliberazione n. VIII/5054 del 4/7/2007. Nel caso del Comune di Bergamo, quindi, la disposizione si applica avendo come riferimento le Norme Tecniche di Attuazione del vigente Piano Regolatore Generale (PRG), norme coerenti con le modalità attuative di cui sopra, che costituiscono pertanto riferimento normativo per il periodo transitorio. 2.3 Distretto Urbano del Commercio - D.D.G. 7 agosto 2008 n. 8951 Da diversi anni in Europa si sono sviluppate iniziative finalizzate a individuare soluzioni che consentano ad agglomerazioni spontanee di offerta di poter competere con i centri commerciali pianificati extraurbani, attraverso la realizzazione di strategie che determinino una regia e una gestione coordinata di tali agglomerazioni. La loro valenza strategica, pertanto, sta nel rappresentare uno strumento organizzativo capace di riconciliare lo sviluppo della città e quello del commercio. La città di Bergamo, ed in particolare il suo centro, sta assumendo in maniera crescente il ruolo di centro direzionale e di servizi nei confronti di un ambito territoriale più esteso, la provincia, che invece mantiene una forte vocazione produttiva in virtù della consistente presenza di attività manifatturiera, industriale e artigianale. Si aggiunga a questo una crescente vocazione turistica derivante dalla valorizzazione dell offerta esistente a favore della domanda interna e, dall altro, dalla crescita della domanda generata dallo sviluppo del vicino aeroporto di Orio al Serio. Il riposizionamento verso l alto dei negozi del centro ha annullato l effetto di attrattività sinergica che questo instaurava con il centro piacentini ano (l area a forte vocazione commerciale collocata tra il centro di Bergamo Alta e Bergamo Bassa, che rientra nel distretto), il quale ha vissuto di conseguenza una forte crisi, vedendo la chiusura di molti negozi, un calo dell offerta commerciale e una vera desertificazione in alcuni periodi e fasce orarie (serali) che pongono anche un problema di sicurezza. Il Distretto del commercio è un area in cui l Amministrazione comunale, le imprese e altri soggetti pubblici e privati lavorano insieme per definire azioni di promozione e valorizzazione. Nel distretto, il commercio assume un ruolo centrale quale elemento di sviluppo locale, di integrazione dell offerta e di coesione sociale. L obiettivo è realizzare progetti finalizzati a migliorare la capacità di attrazione dell area come luogo piacevole da vivere e frequentare, mirando a creare un ambiente di qualità, negli spazi e nel tempo, per accrescere la vitalità e la vivibilità della città, garantendo un piano di intervento più strutturato, coerente e organico, per assicurare il supporto necessario agi obiettivi prefissati. Con la partecipazione al Bando di Finanziamento Regionale è stato costituito sul Centro Cittadino il primo Distretto Urbano del Commercio. Per gli elementi relativi al quadro ricognitivo e progettuale di tale ambito, si rinvia integralmente alla documentazione allegata al Bando e in atti dell Amministrazione Comunale. 2.4 Conservazione degli esercizi e delle aree commerciali storiche Particolare attenzione è stata posta alla presenza di negozi storici, ovvero di esercizi commerciali che presentano caratteristiche di eccellenza sotto il profilo storico-architettonico e che costituiscono significativa testimonianza dell attività commerciale comunale e lombarda. 15

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale Tale realtà è stata oggetto di una specifica indagine ricognitiva finalizzata alla rilevazione puntuale, riconoscendo tali presenze come vere emergenze storiche del tessuto urbano, ai sensi del D.G.R. 20 gennaio 2009 n.8/8886. 16

Documento di Piano: Allegato 1 Comune di Bergamo Capitolo 3 Indirizzi e criteri per il sistema commerciale nel Piano del Governo del Territorio A seguito delle indagini conoscitive e del quadro interpretativo costruito, è stato possibile sviluppare indirizzi e criteri per il sistema commerciale, programmandone la riqualificazione e valorizzazione quale importante risorsa per migliorare la qualità della vita e urbana, in coerenza con gli obiettivi esplicitati nel Programma triennale 2006/2008 per lo sviluppo del settore. Conseguentemente le previsioni urbanistiche del nuovo Piano del Governo del Territorio propongono una regolamentazione per la distribuzione delle medie strutture di vendita sul territorio comunale, una efficace e coerente regolamentazione delle strutture commerciali all interno della città consolidata e nuovi servizi a sostegno e integrati al sistema commerciale esistente e di previsione. Si precisa infatti che nel Documento di Piano sono stati individuati gli Ambiti di Trasformazione idonei a prevedere l inserimento di funzioni commerciali con particolare attenzione ai livelli di accessibilità e coerenza con le valutazioni effettuate attraverso la costruzione del quadro ricognitivo e interpretativo dei diversi comparti urbani coinvolti. All interno del tessuto consolidato, sulla base della classificazione dei tessuti effettuata all interno del Piano delle Regole, è stato assegnato un dimensionamento massimo di superficie di vendita sviluppabile, ritenuto compatibile con le superfici commerciali esistenti rilevate dall indagine ricognitiva, al fine di un corretto inserimento delle stesse nel sistema dell offerta di vicinato, con l obiettivo di rafforzarne la competitività. Il Piano dei servizi supporta e integra il sistema commerciale attraverso la previsioni di nuovi servizi soprattutto per migliorare l accessibilità alle strutture commerciali esistenti e determina i parametri quali-quantitavi dei servizi per le strutture commerciali di previsione. Di seguito si specificano gli indirizzi e i criteri assunti nei tre atti costitutivi del Piano di Governo del Territorio per la definizione del sistema commerciale. Il Documento di Piano identifica gli obiettivi e le strategie secondo una nuova idea di città, che abbia caratteristiche di vivibilità, qualità e competitività per ogni funzione presente e di previsione. Le strategie individuate nel Piano di Governo del Territorio per il sistema commerciale sono coerenti con le linee di indirizzo del Programma triennale 2006/2008 per lo sviluppo del settore commerciale, orientano la diffusione della distribuzione commerciale sul territorio comunale mediante una razionalizzazione localizzativa e dimensionale delle strutture commerciali e con l individuazione delle condizioni per un evoluzione sostenibile del sistema commerciale. In questo quadro, l obiettivo prioritario è la promozione della modernizzazione del sistema distributivo locale e la garanzia della relativa concorrenzialità, nel rispetto di un equilibrio tra la presenza omogenea sul territorio di un adeguato numero di Medie Strutture di Vendita ed il mantenimento di una presenza diffusa del servizio reso dagli esercizi di vicinato. Gli Ambiti di Trasformazione del Documento di Piano prevedono un mix funzionale di attività finalizzato all integrazione ed alla varietà di offerta. L ammissibilità delle funzioni commerciali è riportata nella tabella contenuta in ogni schedaprogetto degli Ambiti di Trasformazione, che stima la percentuale massima di Slp per ogni destinazione. 17

Indirizzi e Criteri per il Sistema Commerciale La classificazione delle strutture commerciali utilizza il parametro della Superficie di Vendita, come definito dal D.lgs. 31 marzo 1998 n. 114, e come disciplinato all art. 8.2.2 delle Norme del Piano delle Regole, classificando le Media Strutture di Vendita in : C2.a: MSV di prossimità (da 251,00 mq a 1500,00 mq) C2.b: MSV di rilevanza locale ( da 1.501,00 mq a 2.500,00 mq). L esatta definizione del format commerciale insediabile avverrà in sede di pianificazione attuativa determinando la SV consentita sulla base della Slp effettivamente insediata, rimanendo all interno della categoria commerciale prevista. La Superficie di Vendita ammessa è determinata dalla somma delle Superfici di Vendita previste all interno del comparto. Si prediligono, all interno di questi comparti, i sistemi organizzati in forma unitaria, ai sensi del D.G.R. 4 luglio 2007 n. 8/5054, al fine di variegare l offerta merceologica in più comparti commerciali.. Il Piano delle Regole, in coerenza con gli obiettivi definiti all interno del Documento di Piano, regolamenta il dimensionamento delle Medie Strutture di Vendita all interno del tessuto urbano consolidato, sulla base della classificazione per Sistemi (Insediativo, Ambientale, Infrastrutturale), Ambiti e Componenti che lo strutturano. Il Sistema Insediativo è costituito dagli Ambiti della Città Storica antica e moderna, dalla Città Consolidata, dalla Città delle Attività e dalla Città dei Servizi e delle Attrezzature (art. 6.1.1 delle Norme del Piano delle Regole). La classificazione delle Funzioni commerciali è definita all art. 15.6 delle stesse Norme del Piano delle Regole. Per ogni ambito identificato viene prescritta una Superficie di Vendita massima ammissibile, definita secondo il parametro della densità commerciale esistente, calcolata nell indagine ricognitiva, per assicurare la competitività nell offerta e il corretto inserimento di nuove strutture nella morfologia del territorio. Il Piano dei Servizi prescrive per ogni tipologia di struttura commerciale, i parametri qualiquantitativi da rispettare al fine di garantire una dotazione corretta di servizi a supporto dell intervento ed eventuali servizi integrativi al fine di garantire la sostenibilità complessiva dell intervento. Il Piano dei Servizi prevede infatti, nel Catalogo dei Servizi di Progetto, i servizi, le azioni e gli interventi infrastrutturali necessari a garantire la sostenibilità delle trasformazioni individuate dal Documento di Piano. Il Piano di Governo del Territorio costituisce strumento di riferimento per la programmazione del sistema commerciale, individua le modalità per la localizzazione e la realizzazione delle Grandi e Medie Strutture di Vendita, definisce azioni e interventi per il potenziamento del commercio di vicinato, assume come obiettivo strategico l attivazione dei Distretti Urbani del Commercio e complessivamente orienta la riqualificazione del sistema commerciale, demandando agli specifici Regolamenti attuativi le modalità operative per conseguirla. 18