Prot. 223/DS 17/04/2009 Al Al Direttore Generale Prof. Giorgio Assennato SEDE Direttore Scientifico Dr. Massimo Blonda SEDE Oggetto: Sopralluogo lungo il litorale jonico da Ginosa Marina a Taranto. Relazione tecnica circa la presenza quali-quantitativa di fanerogame spiaggiate. In data 16 Aprile 2009 i sottoscritti, Dr. Nicola Ungaro e Dr.ssa Anna Maria Pastorelli, in seguito alla richiesta di sopralluogo da parte della Direzione Generale e al relativo ordine di servizio prot. 8229 del 16/04/09, si sono recati presso le spiagge del litorale in oggetto al fine di valutare qualiquantitativamente la presenza e distribuzione di vegetali, di origine marina, spiaggiati a seguito di mareggiate. In particolare, il sopralluogo ha riguardato quattro distinte località, Ginosa Marina, Castellaneta Marina, Pino di Lenne, Lido Azzurro, distribuite dal confine con la regione Basilicata sino alla Città di Taranto. In termini generali, la prima evidenza riscontrata è che, almeno al momento del sopralluogo, gli unici vegetali di origine marina spiaggiati in maniera significativa erano foglie e rizomi di una fanerogama (pianta superiore), in particolare Cymodocea nodosa (Ucria) Asch. come da successive immagini fotografiche realizzate sul posto.
La citata fanerogama è inclusa nell Ordine sistematico delle Najadales, lo stesso della più nota Posidonia oceanica (L.) Delile, con la quale comunque non deve essere confusa. D'altronde, le caratteristiche oceanografiche dell area oggetto dello spiaggiamento, così come la composizione granulometrica e mineralogica dei sedimenti marini, possono consentire nella zona marino-costiera considerata l attecchimento di Cymodocea nodosa mentre sfavoriscono o impediscono la crescita e lo sviluppo di erbari di Posidonia oceanica, come anche verificabile dalla consultazione dell Inventario e Cartografia delle praterie di Posidonia nei compartimenti marittimi di Manfredonia, Molfetta, Bari, Brindisi, Gallipoli e Taranto (Progetto POR Puglia Regione Puglia). Comunque, analizzando nel dettaglio la situazione nei diversi siti visitati si può riportare quanto segue: Ginosa Marina Alla data del sopralluogo la spiaggia di Ginosa Marina risulta praticamente sgombra da vegetali spiaggiati, e solo rari e minimi accumuli erano presenti sul confine lato terra della stessa spiaggia (vedi immagini successive). Castellaneta Marina Alla data del sopralluogo la spiaggia di Castellaneta Marina è risultata quella più interessata alla presenza di residui organici di Cymodocea nodosa, che sono attualmente disposti in piccoli accumuli, posizionati trasversalmente alla linea di costa. Gli stessi accumuli comprendono essenzialmente rizomi della fanerogame in questione, frammisti a materiale di origine antropica ed altro materiale vegetale di origine terrestre (vedi immagini successive).
Pino di Lenne Alla data del sopralluogo la spiaggia di Pino di Lenne è risultata minimamente interessata alla presenza di residui organici di vegetali spiaggiati. Tra queste modeste quantità spicca sempre Cymodocea nodosa, anche se è stata rilevata la presenza, assolutamente irrilevante, di alcuni residui ascrivibili a Posidonia oceanica (rarissime formazioni aegagropili, e qualche sparuto frammento di
rizoma); tali residui di Posidonia potrebbero essere giunti sulla spiaggia di Pino di Lenne in maniera occasionale, provenendo probabilmente dagli erbari presenti nel Golfo di Taranto nei pressi dell isola di S. Pietro. Quanto appena descritto è visualizzato nelle immagini successive.
Lido Azzurro Alla data del sopralluogo la spiaggia di Lido Azzurro (in prossimità del complesso industriale tarantino) risultava praticamente sgombra da vegetali spiaggiati, e solo rari e minimi accumuli erano presenti sul confine lato terra della stessa spiaggia, peraltro composti essenzialmente da materiali diversi dai residui di Cymodocea nodosa (vedi immagini successive). Considerazioni finali sul sopralluogo effettuato Il sopralluogo effettuato in data 16 Aprile 2009 ha evidenziato una presenza di vegetali marini spiaggiati che può essere ritenuta nei termini generali abbastanza modesta, e solo nel caso di Castellaneta Marina si sono osservati cumuli di un certo rilievo. La specie di vegetale marino di gran lunga più rappresentata sulle spiagge è risultata Cymodocea nodosa, una fanerogama dell ordine delle Najadales. Tale fanerogama generalmente non crea accumuli sulle spiagge paragonabili a quelli di Posidonia oceanica (le così dette banquettes ); inoltre, i residui di Cymodocea nodosa, in relazione alla morfologia e consistenza delle sue piante, vengono plausibilmente degradati naturalmente in tempi più rapidi rispetto a quelli di Posidonia oceanica. La gestione delle biomasse vegetali spiaggiate è argomento attualmente dibattuto in ambiti nazionali ed internazionali; in passato venivano considerate allo stregua di rifiuti, assimilate ai rifiuti urbani e conseguentemente smaltite in discarica (codice 200201, CER 2002 Dec. 2000/532 CE; rifiuti urbani domestici e assimilabili rifiuti prodotti da giardini e parchi rifiuti biodegradabili; codice 200303, CER 2002 Dec. 2000/532 CE; rifiuti urbani domestici e assimilabili altri rifiuti urbani residui della pulizia stradale). Negli ultimi tempi si è rivalutato il ruolo di tali biomasse nell equilibrio dinamico delle spiagge sabbiose, in quanto da varie ricerche è stato dimostrato l effetto anti-erosione di tali depositi vegetali; allo stesso tempo, la movimentazione meccanica dei residui di fanerogame dalle spiagge, se condotta senza opportuni accorgimenti (tra cui l asportazione preliminare dei materiali di origine antropica e la
setacciatura), può provocare una asportazione netta di sabbia dalle spiagge che può arrivare al 37 % del volume delle biomasse vegetali movimentate (studio pilota della Provincia di Livorno, 2006). Anche sulla base di queste risultanze, il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con una sua specifica circolare (DPN/VD/2006/08123), suggerisce una gestione sostenibile di tali biomasse vegetali, proponendo diversi scenari, tra cui il mantenimento in loco o lo spostamento in aree attigue (ad esempio, il piede della duna retrostante). Nella specifica situazione rilevata nei luoghi visitati del litorale jonico, la natura ha già autonomamente cominciato la sua opera, ed infatti in alcune zone la matrice di residui vegetali ha già provveduto ad integrarsi con la spiaggia consentendo la sua stabilizzazione; a titolo di esempio si possono osservare alcune immagini fotografiche realizzate sul posto durante il sopralluogo (vedi immagini successive). Sulla base di tali premesse, gli scriventi ritengono che allo stato attuale i residui vegetali rimasti potrebbero essere lasciati in loco, o eventualmente spostati presso la base del piede dunale e/o ricoperti da un sottile strato di sabbia, questo allo scopo di non penalizzare l imminente stagione balneare. Dott. Nicola Ungaro (Dirigente Coordinatore Gruppo di Lavoro Acque ) Dott.ssa Anna Maria Pastorelli