Applicazioni lineari



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Transcript:

Applicazioni lineari Esempi di applicazioni lineari Definizione. Se V e W sono spazi vettoriali, una applicazione lineare è una funzione f: V W tale che, per ogni v, w V e per ogni a, b R si abbia f(av + bw) = af(v) + bf(w) La parola applicazione è sinonimo di funzione. Definizione.2 Se f: V W è una applicazione lineare allora il sottospazio vettoriale di V definito come si dice nucleo di f. ker f = {v V f(v) = 0} Il nucleo di f è quindi l insieme dei vettori di V che vengono mandati da f nel vettore nullo; il nucleo misura quanto una funzione non è iniettiva: Teorema. Una funzione lineare f: V W è iniettiva se e solo se ker f = 0 (con 0 indichiamo al solito lo spazio vettoriale nullo, formato dal solo vettore 0). Dimostrazione: Supponiamo che f sia iniettiva, e dimostriamo che ker f = 0; se v ker f allora f(v) = 0; ma 0 = f(0) (dato che f è lineare) quindi f(v) = f(0), sicché v = 0 per iniettività; questo mostra che l unico elemento contenuto in ker f è il vettore nullo. Viceversa, se ker f = 0 mostriamo che f è iniettiva: supponiamo che f(v) = f(w); allora f(v) f(w) = 0, cioè, dato che f è lineare, f(v w) = 0, quindi v w ker f; ma stiamo supponendo ker f = 0, quindi v w = 0, cioè v = w. Dunque da f(v) = f(w) segue che v = w, quindi f è iniettiva. cvd

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 2 Quindi più piccolo è il nucleo, più la funzione tende ad essere iniettiva. Definizione.3 Il sottospazio vettoriale di W definito come si dice immagine di f. Im f = {w W v V f(v) = w} L immagine di f è quindi l insieme dei vettori di W che si possono ottenere come valori della funzione f su qualche elemento di v. L immagine misura quanto una funzione è suriettiva: più grande è l immagine, più la funzione tende ad essere suriettiva. Definizione.4 Una applicazione lineare iniettiva e suriettiva si dice un isomorfismo; ovviamente un isomorfismo ammette una inversa, che è ancora un isomorfismo. Quando fra due spazi vettoriali V e W esiste un isomorfismo allora V e W hanno le stesse proprietà: dal punto di vista dell algebra lineare sono indistinguibili, cioè l unico modo di distinguerli è considerandone i singoli elementi. Ad esempio la funzione f: M 2,2 (R) R 4 definita come ( ) a b f = c d è un isomorfismo; ne segue che dal punto di vista dell algebra lineare M 2,2 (R) = R 4. Quando due spazi sono isomorfi scriviamo V = W : questo simbolo è una specie di = che ci ricorda che i due insiemi in quanto insiemi possono non essere lo stesso, ma come spazi vettoriali sono completamente identificabili. Si noti che se f: V W è iniettiva allora V è isomorfo a Im f: infatti la funzione f può essere considerata come una funzione f: V Im f (gli elementi di W che non stanno in Im f non hanno alcun ruolo nella definizione di f) e questa è suriettiva, quindi, essendo per ipotesi iniettiva, è un isomorfismo. Teorema.2 Supponiamo che f: V W sia un isomorfismo. () v,..., v n sono linearmente indipendenti in V se e solo se f(v ),..., f(v n ) sono linearmente indipendenti in W. (2) v,..., v n generano V se e solo se f(v ),..., f(v n ) generano W. a b c d

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 3 Dimostrazione: ) Supponiamo che v,..., v n relazione di dipendenza lineare V e consideriamo una a f(v ) + + a n f(v n ) = 0 Dato che f è lineare questo vuol dire che e, dato che ker f = 0, f(a v + + a n v n ) = 0 a v + + a n v n = 0 Questo ragionamento dimostra che v,..., v n sono linearmente indipendenti se e solo se lo sono f(v ),..., f(v n ). 2) Supponiamo che v,..., v n generino V e dimostriamo che f(v ),..., f(v n ) generano W : prendiamo un qualsiasi w W ; dato che Im f = W deve esistere v V tale che f(v) = w, e quindi, dato che v,..., v n generano V, esistono a,..., a n R tali che v = a v + + a n v n da cui, per linearità di f, w = f(v) = f(a v + + a n v n ) = a f(v ) + + a n f(v n ) Quindi ogni w W è combinazione lineare di f(v ),..., f(v n ). Se invece supponiamo che f(v ),..., f(v n ) generino W, allora per ogni v V abbiamo che f(v) W e quindi esistono a,..., a n R tali che f(v) = a f(v ) + + a n f(v n ) = f(a v + + a n v n ) Sottraendo il primo membro dal terzo in questa equazione troviamo 0 = f(a v + + a n v n ) f(v) = f(a v + + a n v n v) (per linearità di f), quindi, dato che f è iniettiva: a v + + a n v n v = 0 e quindi v è combinazione lineare di v,..., v n. cvd Si noti che la () è vera nella sola ipotesi di iniettività della f. Per definizione di base abbiamo allora il seguente Corollario.3 Se f: V W è un isomorfismo allora {v,..., v n } è una base di V se e solo se {f(v ),..., f(v n )} è una base di W.

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 4 e, per definizione di dimensione: Corollario.4 Spazi vettoriali isomorfi hanno la stessa dimensione. Notiamo che dare una base in uno spazio vettoriale V è la stessa cosa che fissare un isomorfismo V = R n. Infatti se abbiamo una base {v,..., v n } possiamo usarla per definire una applicazione lineare f: V R n definita come f(v) = dove a,..., a n R sono i numeri univocamente associati a v in modo che a a 2. a n v = a v + + a n v n (cioè a,..., a n sono le coordinate di v nella base {v,..., v n }). Questa applicazione è ovviamente lineare, dato che se v V allora esistono unici a,..., a n R tali che v = a v + + a nv n, e, per ogni a, b R, abbiamo af(v) + bf(v ) = a(a v + + a n v n ) + b(a v + + a nv n ) = (aa + ba )v + + (aa n + ba n)v n = f(av + bv ) dato che av + bv = (aa + ba )v + + (aa n + ba n)v n. Quindi f è lineare. Che ker f = 0 è ovvio, dato che f(v) = 0 vuol dire che v = 0 v + + 0 v n = 0. Infine f è suriettiva, dato che ogni n-pla di numeri reali (a,..., a n ) è immagine, per tramite di F, del vettore v = a v + + a n v n V. Viceversa, se abbiamo un isomorfismo f: V R n allora possiamo usarlo per determinare una base di V ; consideriamo la base canonica (e,..., e n ) di R n ed i vettori v,..., v n V tali che f(v ) = e,..., f(v n ) = e n : questi vettori esistono (perché f è suriettiva) e sono unici (perché f è iniettiva); per il teorema precedente questi vettori sono una base di V. Teorema.5 Se V e W sono spazi vettoriali di dimensione finita, {v,..., v n } è una base di V e w,..., w n W sono elementi qualsiasi allora esiste un unica applicazione lineare f: V W tale che f(v ) = w, f(v 2 ) = w 2,, f(v n ) = w n

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 5 Dimostrazione: Dato che {v,..., v n } è una base di V, ogni vettore v V si esprime in modo unico come v = a v + + a n v n con a,..., a n R. Vogliamo definire f: V W lineare, e quindi dobbiamo dire quanto vale su ciascun elemento di V : poniamo f(v) = f(a v + + a n v n ) = a w + + a n w n Questa applicazione è lineare, dato che se v V allora esistono unici a,..., a n R tali che v = a v + + a nv n ; quindi, se a, a R f(av + a v ) = f(aa v + + aa n v n + a a v + + a a nv n ) (per linearità di f) (per ipotesi) = f((aa + a a )v + + (aa n + a a n)v n ) = (aa + a a )f(v ) + + (aa n + a a n)f(v n ) = (aa + a a )w + + (aa n + a a n)w n = a(a w + a n w n ) + a (a w + a nw n ) = af(v) + a f(v ) cvd Teorema.6 Se f: V W è lineare allora dim ker f + dim Im f = dim V Dimostrazione: Consideriamo il nucleo ker f: è un sottospazio vettoriale di V ; abbiamo due possibilità: ker f = 0 oppure ker f è un sottospazio vettoriale di dimensione almeno uno. Se ker f = 0 (e quindi dim ker f = 0), la funzione è iniettiva, quindi è un isomorfismo fra V ed il sottospazio Im f W ; in particolare V = dim Im f, come si voleva. Se m = dim ker f > 0 allora consideriamo una base {v,..., v k } di ker f, ed una base {w,..., w m } di Im f; per definizione di Im f, esistono v k+,..., v k+m V tali che f(v k+ ) = w, f(v k+2 ) = w 2, f(v k+m ) = w m

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 6 Vogliamo dimostrare che {v,..., v k, v k+,..., v k+m } è una base di V, e questo implica chiaramente la tesi: dim V = k + m = dim ker f + dim Im f. Intanto mostriamo che {v,..., v k, v k+,..., v k+m } generano V : sia v V, e consideriamo f(v) W ; esistono unici a k+,..., a k+m R tali che f(v) = a k+ w + + a k+m w m = a k+ f(v k+ ) + + a k+m f(v k+m ) = f(a k+ v k+ + + a k+m v k+m ) Dunque f(v) f(a k+ v k+ + + a k+m v k+m ) = 0, cioè f(v a k+ v k+ a k+m v k+m ) = 0 vale a dire v a k+ v k+ a k+m v k+m ker f, e quindi esistono unici a,..., a k R tali che cioè v a k+ v k+ a k+m v k+m = a v + + a k v k v = a v + + a k v k + a k+ v k+ + + a k+m v k+m sicché ogni v V è combinazione lineare di {v,..., v k, v k+,..., v k+m }. Vediamo ora che {v,..., v k, v k+,..., v k+m } sono linearmente indipendenti, col che avremo dimostrato che sono una base. Supponiamo di avere una relazione di dipendenza lineare a v + + a k v k + a k+ v k+ + + a k+m v k+m = 0 ed applichiamo f ad entrambi i membri di questa equazione: f(a v + + a k v k + a k+ v k+ + + a k+m v k+m ) = 0 Ora usiamo il fatto che f è lineare e che v,..., v k ker f: a k+ f(v k+ ) + + a k+m f(v k+m ) = 0 Ma w = f(v k+ ),..., w m = f(v k+m ) sono una base di W, in particolare sono linearmente indipendenti, quindi a k+ = = a k+m = 0. Resta da provare che anche a,..., a k sono zero: torniamo all equazione a v + + a k v k + a k+ v k+ + + a k+m v k+m = 0 da cui eravamo partiti: ora sappiamo che gli ultimi m coefficienti sono zero, quindi a v + + a k v k = 0 Ma {v,..., v k } sono una base di ker f, in particolare sono linearmente indipendenti, quindi a = = a k = 0. cvd

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 7 La formula appena dimostrata è di grande utilità nel calcolo delle immagini delle applicazioni lineari. Teorema.7 L insieme delle applicazioni lineari f: V W fra due spazi vettoriali fissati è a sua volta uno spazio vettoriale, rispetto alla somma di applicazioni definita come (f + g)(v) = f(v) + g(v) ed al prodotto per uno scalare definito come (af)(v) = af(v) Esempio. Identifichiamo tutte le applicazioni lineari f: R R: si tratta di determinare le funzioni f tali che f(ax + by) = af(x) + bf(y); per a = e b = 0 abbiamo (dato che sia gli scalari che i vettori sono in questo caso elementi di R) f(x) = f( x) = f(x ) = xf() Quindi se f() = α la nostra applicazione lineare è della forma f(x) = αx In altre parole una applicazione lineare f: R R è completamente determinata dal valore f(), che può essere un numero reale qualsiasi. Precisamente, lo spazio delle applicazioni lineari R R è isomorfo a R come spazio vettoriale. Esempio.2 Identifichiamo tutte le applicazioni lineari f: R n R: consideriamo un vettore qualsiasi e notiamo che x f. = f(xe + x 2 e 2 + + x n e n ) = x f(e ) + x 2 f(e 2 ) + + x n f(e n ) x n dove {e,..., e n } è la base canonica di R n ; quindi f è completamente determinata dai valori che assume sugli elementi della base canonica; ciascuno di questi valori è un numero reale a, a 2,..., a n, quindi f è della forma x f. = x a + x 2 a 2 + + x n a n x n e lo spazio delle applicazioni lineari R n R è isomorfo a R n.

ESEMPI DI APPLICAZIONI LINEARI 8 Esempio.3 Una applicazione lineare f: R n R m è sempre della forma f(v) = Av dove A M m,n (R). Infatti possiamo scrivere x v =. = x e + x 2 e 2 + + x n e n x n Ciascun f(e i ) è un vettore in R m, quindi si scrive, rispetto alla base canonica di R m come f(e i ) = a i e + a 2i e 2 + + a mi e m (dove a ji R). Da ciò traiamo, per linearità di f: f(v) = f(x e + x 2 e 2 + + x n e n ) = x f(e ) + x 2 f(e 2 ) + + x n f(e n ) = x (a e + a 2 e 2 + + a m e m ) + x 2 (a 2 e + a 22 e 2 + + a m2 e m )+ + + x n (a n e + a 2n e 2 + + a mn e m ) = (x a + x 2 a 2 + + x n a n )e + (x 2 a 2 + x 2 a 22 + + x n a 2n )e 2 + + + (x n a m + x 2 a m2 + + x n a mn )e m a a 2 a m x = a 2 a 22 a 2m....... x a n a n2 a n nm Quindi una applicazione lineare R n R m è determinata da una matrice reale con n righe e m colonne; lo spazio vettoriale di tali matrici è isomorfo a quello delle applicazioni lineari R n R m. Esempio.4 Un esempio di applicazione lineare f: M n,m (R) M l,m (R) è dato dalla f(x) = AX dove A M l,n (R). Esempio.5 Non ogni applicazione lineare M n,n (R) M n,n (R) è della forma f(x) = AX: ad esempio è una applicazione lineare. Anche è una applicazione lineare. f(x) = AX XA f(x) = AX + XA

2 ESERCIZI 9 2 Esercizi ) Dire quali fra le seguenti applicazioni sono lineari ed in ogni caso dire se sono iniettive e/o suriettive e, per quelle ( ) lineari, ( calcolare ) nucleo e immagine: x x + y a) F : R 2 R 2 definita come F =. ( y ) x x b) F : R 2 R definita come F = xy. y ( ) x c) F : R 2 R 3 definita come F = x + 2y. y x + y d) F : R 3 R definita come F x y = 2x 3y + 4z. z ) e) F : R 3 R 2 definita come F. x y z = ( x 0 2) Consideriamo l insieme P = {x R x > 0} dei numeri positivi; dimostrare che, rispetto alle operazioni x+y = xy λ x = x λ è uno spazio vettoriale. Calcolarne dimensione e base e dire se l applicazione exp : R P che porta x in e x dall usuale retta reale in questo spazio vettoriale è lineare, iniettiva, suriettiva. 3) Dato lo spazio delle matrici M n (R) ed una matrice fissata A M n (R) dire se le applicazioni F ± A : M n(r) M n (R) sono o no lineari: F ± A (B) = AB ± BA 4) Dimostrare che se A e B sono matrici allora il rango di AB è minore o uguale sia al rango di A che al rango di B. ( ) 5) Esiste una applicazione lineare F : R 2 R tale che F = 3 e ( ) 0 F = 2? Se sì determinarla. 6) Trovare una applicazione lineare F : R 3 R 4 la cui immagine sia generata 2 dai vettori 2 0 e 0. 4 3

2 ESERCIZI 0 7) Consideriamo le applicazioni lineari f t : R 4 R 3 date da f t (v) = A t v con v R 4 e A t = 2 2 0 t t 3 + t Dire se esistono dei valori di t R per i quali dim ker f t = 2. 8) Si consideri la funzione f: R 4 R 3 definita come f(x, y, z, w) = (2z y + 5x w, y + 2x + 4z 2w, x 3y + 5w 6z) Dimostrare che f è lineare, determinare una base del nucleo e una dell immagine, e dire se il vettore v = (2,, 0) appartiene o no a Im f. 9) Esistono, e se sì quante sono, delle applicazioni lineari f: R 3 R 4 tali che Im f sia generato dai seguenti vettori? In caso affermativo scriverne esplicitamente almeno una. 0 0 0 2 3, 0 0 0) Esistono, e se sì quante sono, delle applicazioni lineari f: R 2 R 3 tali che Im f sia generata dal seguente vettore? In caso affermativo scriverne esplicitamente almeno una., 5 6 2 ) Esistono, e se sì quante sono, delle applicazioni lineari f: R 3 R 3 iniettive e la cui immagine sia generata dal seguente vettore? In caso affermativo scriverne esplicitamente almeno una. 0 2) Esistono, e se sì quante sono, ( delle ) applicazioni( lineari ) f: ( R 2 ) R 2 il cui 2 5 nucleo sia generato dal vettore e tali che f =? In caso 2 3 2 affermativo scriverne esplicitamente almeno una.

2 ESERCIZI 3) Sia f: R 3 R 4 data da f x y z = y + z 2x + y z z 2x + 2y Determinare una base del nucleo e dell immagine di f. [Le risposte nella pagina seguente]

3 RISPOSTE 2 3 Risposte ) a) è lineare, iniettiva e suriettiva; b) non è lineare; c) non è lineare; d) è lineare, il suo nucleo sono i vettori del tipo (3a/2 2b, a, b), è suriettiva; e) non è lineare. 2) L applicazione esponenziale è un isomorfismo fra P e R. 3) Sono entrambe lineari. 5) L applicazione esiste ed è F (x, y) = 5x 2y. 6) F (x, y, z) = (x + 2y, 2x, y, 4x 3y). 7) t =. 8) dim ker f = dim Im f = 2; sì. 9) Ci sono infinite applicazioni siffatte. 0) Ci sono infinite applicazioni siffatte. ) Non ci sono applicazioni siffatte. 2) Ce n è solo una, precisamente f(x, y) = (0x 5y, 2y 4x). 3) Il nucleo è 0, l immagine è l insieme {(x, y, z, t) x + y t = 0}.