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La tipologia e le caratteristiche del progetto La Città Metropolitana di Firenze è caratterizzata, dal punto di vista insediativo, da una struttura policentrica, rappresentata da un nucleo centrale maggiore costituito dalla città di Firenze (350.000 abitanti circa in 102 kmq di superficie) e da una serie di centri abitati di media dimensione (da 15.000 a 50.000 abitanti) disposti intorno a formare una prima cerchia. Tale configurazione determina la presenza di una particolare morfologia di ambiti periferici corrispondenti ad un tessuto connettivo diffuso negli ambiti territoriali interstiziali fra il centro capoluogo ed i centri adiacenti, tutti sviluppati intorno ad una autonoma matrice storica. Nel contesto periferico così descritto si ravvisa la necessità di un recupero funzionale, sociale, nonché di una maggiore relazione fra i vari ambiti territoriali e si ritiene che tali obbiettivi siano raggiungibili attraverso il pieno funzionamento del sistema scolastico, e più in generale dell'istruzione, inteso anche come luogo di relazioni perfettamente integrato con una vivibilità sostenibile del quartiere, in sinergia con un adeguato sistema di verde pubblico e con un reticolo di mobilità ciclabile per una accessibilità dolce. L'obbiettivo è quello di creare una scuola che, anche al di fuori delle mura, diventi baricentro di un quartiere che vive e che si relaziona anche oltre l'orario scolastico e diventi perno di un indotto felice fatto di servizi, attrezzature e pubblici esercizi. La scuola che si propone, quindi, è intesa come elemento di riqualificazione sociale, sempre aperta, accogliente e che possa essere anche a servizio del quartiere, perché SCUOLA CHE FUNZIONA = QUARTIERE CHE FUNZIONA

Lo schema policentrico sopra descritto si manifesta con stessa intensità, seppur in diversa scala, anche nei comuni più distanti dal capoluogo e dai più importanti servizi infrastrutturali. Il territorio della Città Metropolitana ripropone quel rapporto fra tessuto urbano consolidato e tessuto connettivo descritto per i comuni più vicini a Firenze, anche per altre polarità minori, più distanti dal capoluogo, in un modello reticolare basato sulle stesse necessità, a cui si debbono dare nuovi spazi, relazioni, opportunità e strumenti adeguati di socialità e di interrelazione; si tratta dell'ambito territoriale che si è sviluppato intorno al medio/grande insediamento di Empoli, del Mugello sviluppato intorno a Borgo San Lorenzo, della Val di Pesa cresciuta intorno a San Casciano. Tali ambiti costituiscono quel tessuto connettivo periferico di policentri urbani e territoriali che una volta recuperato dovrà valorizzare, sostenere e integrare le singole identità locali; inoltre tutte le periferie, anche quelle più distanti, sono legate al capoluogo da un policentrismo di tipo reticolare, fatto di interazioni e interdipendenze, da connessioni basate da relazioni immateriali che ruotano attorno a meccanismi di reti capaci di connettere le specificità territoriali per mezzo di attività sociali, economiche, ambientali o culturali. Le aree in cui saranno svolte le attività progettuali La presente proposta progettuale localizzerà i singoli interventi all'interno di specifici ambiti territoriali periferici della Città Metropolitana di Firenze, riconosciuti come aree degradate da riqualificare e di seguito evidenziati. Un primo grande ambito è costituito dal margine Ovest del capoluogo, dove è localizzata la più grande area periferica di Firenze, che a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, è stata investita da intensi

processi di urbanizzazione che hanno profondamente alterato la struttura storica del territorio, con espansioni incontrollate e saldature degli abitati; il territorio è stato segmentato da infrastrutture, realizzate più o meno casualmente, che hanno innescato nuovi fenomeni insediativi; il suolo agricolo è risultato non solo drasticamente ridotto, ma spesso anche degradato e inutilizzato. Tuttavia possono essere ancora individuate, per quanto deformate, le identità storiche del territorio, sia come ruoli, sia come nuclei e strutture leggibili degli antichi insediamenti. La periferia Est del capoluogo è caratterizzata da un tessuto urbano meglio strutturato per la presenza sia di minori infrastrutture, sia di una minore densità insediativa, caratterizzata da promiscuità di funzioni, con la permanenza di aree agricole di rilievo. Si tratta tuttavia di un ambito periferico eterogeneo nei caratteri morfologici e disarticolato nelle parti, che per vari aspetti ha ancora forte quel carattere di provvisorietà che contraddistingue la periferia. Gli ambiti periferici più distanti dal capoluogo come il Mugello, l'area Empolese e il Chianti/Val di Pesa, seppur caratterizzati da contesti insediativi con densità edilizie non proprie della città, sono rappresentati da tessuti insediativi recenti la cui crescita è avvenuta per addizione di piccole lottizzazioni che hanno portato a saldature a volte casuali. In questi settori interstiziali si concentra pertanto un mix di funzioni e strutture di vario interesse (aree residenziali, aree produttive, direzionali, commerciali, scuole, giardini), che tuttavia trovano una collocazione non organica e non riescono a produrre una nuova centralità urbana, fisicamente riconoscibile.

In tutti gli ambiti sopra descritti si generano gli stessi inevitabili effetti nella vita della comunità, consistenti principalmente in pesanti disagi in termini di emergenza sociale, abitativa e anche sul fronte della mobilità. Per quanto sopra descritto, le aree di intervento corrispondenti agli ambiti periferici riconosciuti sono in sintesi le seguenti: Ambito 1 - Periferia Ovest (del capoluogo) Ambito 2 - Periferia Est (del capoluogo) Ambito 3 - Mugello Ambito 4 - Empolese Ambito 5 - Chianti e Val di Pesa Il progetto si sviluppa in una serie di interventi localizzati nei vari ambiti periferici sopra descritti e consistenti in lotti funzionali autonomamente fruibili. I singoli interventi di pubblica utilità, in coerenza con quanto sopra evidenziato, sono suddivisi in tre tipologie: progetti per istruzione e cultura; progetti per viabilità ciclo-pedonale; progetti per arredo urbano. I beneficiari diretti e indiretti Considerando le tre tipologie di intervento (progetti per scuole e biblioteche, per la viabilità ciclabile, per l'arredo urbano), risulta evidente considerare come diretti beneficiari i loro fruitori, e quindi studenti che avranno strutture migliori; cicloamatori e giovani sportivi che potranno spostarsi in modo sostenibile; bambini, adolescenti, anziani, turisti che potranno usufruire degli spazi di arredo e verde urbano per relax, tempo libero, socializzazione. Da sottolineare che

esistono anche i beneficiari indiretti di una periferia recuperata grazie alla cultura e alla sostenibilità: si tratta in particolare delle nuove generazioni che avranno a disposizione maggiori strumenti per vivere in un contesto sociale in cui regni l integrazione. I risultati attesi Il nostro auspicio è che, una volta riqualificate e valorizzate scuole, biblioteche e infrastrutture complementari come collegamenti pedo-ciclabili e arredo urbano, si possa dar vita ad un quartiere che si relazioni anche oltre l'orario scolastico e che lo faccia in sicurezza. Ciò potrà essere stimolo per perseguire uno sviluppo equilibrato dell'intero tessuto periferico della Città Metropolitana. Questo tipo di configurazione consentirà inoltre, attraverso la riqualificazione del connettivo interstiziale delle periferie, di produrre ordine e di potenziare il sistema delle relazioni tra il centro del capoluogo e quello dei comuni contermini, così da far sparire le periferie e creare un unico grande centro metropolitano.