INTERVENTO DEL DR. FABIO CERCHIAI, PRESIDENTE FeBAF XLIV GIORNATA DEL CREDITO ROMA, 3 OTTOBRE 2012 Si può essere quotati in Borsa e avere un ottica di lungo periodo? E come recuperare un merito creditizio attento alla situazione delle piccole e medie imprese? Il senso del mio intervento va nella direzione di cercare delle risposte a queste sollecitazioni che provengono dagli altri interventi della Giornata di oggi. Credo che non vi sia un incompatibilità tra essere quotati in Borsa da un lato e avere una visione di lungo periodo dall altro. E una distorsione il pensare che il mercato spinga - anche se qualche volta è successo - le aziende quotate ad avere una visione di brevissimo periodo. Per trovare una strada di rilancio dello sviluppo economico bisogna possedere sia una visione di breve che una visione di lungo periodo. Avere solo una visione di breve termine, volta alla mera massimizzazione dei risultati, sarebbe un errore drammatico che porterebbe fuori dalla strada del rilancio durevole dell economia del Paese. Sono lieto di poterlo dire nella veste di Presidente della Federazione delle Banche, delle Assicurazioni e della Finanza, una sede di rappresentanza del sistema finanziario, non di interessi specifici di categoria che appartengono alle singole Associazioni (Abi, Ania e Assogestioni). Un alleanza quindi di sistema che appare indispensabile per sbrogliare una matassa quella che viviamo nell attuale congiuntura economica - che appare quanto mai intricata. Sappiamo tutti che la situazione è difficile e affrontabile soltanto attraverso un percorso che guardi lontano. E evidente che affinché un piano industriale di Paese, di sistema, sia concreto 1
esso debba essere ricondotto a parametri misurabili, e quindi anche di breve periodo. Tenendo però a mente che l obiettivo verso cui tendere è una ripresa stabile, durevole e sostenibile. Non credo sia consentito a nessuno, certamente non all industria finanziaria che io oggi qui rappresento, di poter avere una visione soltanto rivolta al recupero di redditività. L equità e l equilibrio sociale, la coesione, lo sviluppo sono condizioni di stabilità in assenza delle quali le terapie di oggi si rivelerebbero inutili e, addirittura, potrebbero generare nuove malattie domani (recessione economica). Il tema di questa tavola rotonda riguarda il finanziamento all economia, e con questo affrontiamo la seconda questione. Credo che la materia sia sostanziale, così come lo è l efficienza delle imprese. L Italia ha un sistema industriale fatto da piccole e medie imprese, che superano di gran lunga il 90% del totale del tessuto produttivo. Tutto ciò è indice di creatività, imprenditorialità, propensione al rischio, ma al tempo stesso di vulnerabilità della singola impresa. Il credito non può certamente prescindere da una valutazione attenta del merito creditizio: non si può quindi pensare che il processo di analisi possa essere meno rigoroso. Si può cercare di renderlo, sì, più compiuto attraverso altre iniziative. Desidero citare un indagine che abbiamo condotto nel 2009 quando ero Presidente dell Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Analizzando un campione rappresentativo delle singole imprese sul campo abbiamo verificato che di fatto le pmi che si erano assicurate risultavano quelle con minor rarefazione del credito e accesso al credito a minori costi. Qual è la ragione alla base di questi risultati? Essendo nato come assicuratore, penso sia importante non tanto la questione soggettiva dell inclinazione alla protezione del rischio, 2
quanto il trasferimento dei rischi aziendali da quelle imprese a un soggetto economico più forte. In altri termini, l assicurazione può essere un elemento integrativo o, se volete, sostitutivo del capitale di un azienda nel momento in cui i rischi di impresa sono a lei trasferiti. La banca erogatrice del credito, che deve valutare la capacità di tenuta nel tempo dell azienda, ha un elemento di valutazione in più: sa infatti che, nel caso l evento negativo si verifichi, la perdita economica è in capo a un soggetto economicamente più forte diverso dall impresa. E un esempio, quello che ho fatto, per dire che il finanziamento all economia può avvenire attraverso il ricorso a tutti gli strumenti disponibili per migliorare il processo stesso. Fra questi strumenti c è ovviamente - il ruolo degli intermediari finanziari. Facciamo un altro esempio: le assicurazioni sono investitori istituzionali estremamente importanti in questo Paese. Il sistema assicurativo italiano investe infatti circa 570-580 miliardi di euro in Italia, pari a un terzo del PIL; quasi il 70% sono obbligazioni e Titoli di Stato. Non considero poco virtuoso l investimento in obbligazioni corporate o in Titoli di Stato perché sono una modalità di finanziamento del sistema Paese. Però in periodi difficili e complessi, che non saranno di breve durata - non volendo azzardare nessuna previsione sui tempi di ripresa - credo dobbiamo augurarci che la ripresa sia il meno lontana possibile e perché sia tale dobbiamo agire pensando che non sia vicina. Penso ad esempio ad investimenti facilitati per il finanziamento verso la piccola-media industria. La Francia ha ipotizzato dei prodotti di raccolta del risparmio, assicurativi e non solo, in cui le riserve, cioè gli accantonamenti, venivano canalizzati verso il finanziamento di piccole e medie imprese. Queste emettevano quindi titoli di debito con un merito creditizio preaccertato e prevalutato per piani di medio - lungo termine consentendo così che l incentivo fiscale fosse 3
riconosciuto ai risparmiatori, cioè ai sottoscrittori di questo tipo di prodotti, siano essi polizze di assicurazione o piani di risparmio di lungo periodo. Il meccanismo rendeva più attraente l investimento per il sottoscrittore; l intermediario finanziario aveva il suo vantaggio istituzionale e l economia si è messa così in moto. E un operazione che si può pensare di valutare. La Vigilanza su banche, assicurazioni e gestori del risparmio ha contribuito a far sì che il sistema finanziario italiano affrontasse su basi solide la crisi attuale, imponendo delle regole di patrimonializzazione per l erogazione del credito come nel caso delle banche, per l assunzione dei rischi nel caso delle compagnie di assicurazione e per il rispetto dei criteri di gestione del risparmio per quanto riguarda le sgr. Tutto ciò oggi ci permette di dire che il nostro sistema ha avuto meno bisogno di aiuti pubblici e dimostra di essere ancor oggi solido, anche se un pò ammaccato in termini di redditività. Oggi siamo qui a discutere del credito e dello sviluppo. Come rappresentante di una Federazione di associazioni di categoria, credo che la svolta verso una ripresa stabile e duratura consista nel non accontentarsi più soltanto di collaborazione tra Istituzioni politiche, Istituzioni finanziarie, intermediari, Autorità di vigilanza, imprese piccole, medie, grandi. Occorre fare un salto di qualità e passare ad un effettiva cooperazione e azione comune. Che sono qualcosa di più rispetto alla pur utile collaborazione. Dobbiamo in altri termini far diventare il problema di ciascun soggetto parte del problema di tutti. Il che vuol dire saper coniugare il pur legittimo interesse specifico con l interesse generale. Ci sono già degli sforzi sul piano associativo, con federazioni che si presentano verso le Istituzioni con proposte comuni di intervento, con un minor grado di contrapposizione fra sistema imprenditoriale e industria finanziaria, così come tra grande industria e piccola 4
industria. Sul fronte delle imprese si stanno facendo passi in avanti nell interesse del Paese, nell interesse del sistema, per ricercare e trovare soluzioni condivise e frutto di un alleanza di sistema. Senza di essa, continuerebbero ad esserci singole decisioni, forse utili al momento ma che non perseguono una logica di sistema né sono capaci di una visione di lungo periodo. Solo con una visione sociale, responsabile, etica in una parola, di interesse generale sarà possibile affrontare le nuove sfide che ci attendono. Fabio Cerchiai Presidente FeBAF 5