TAVOLO INTERISTITUZIONALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO GRUPPO TEMATICO SULL AGENDA POST 2015 RESOCONTO DEL PRIMO ANNO DI ATTIVITA



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TAVOLO INTERISTITUZIONALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO GRUPPO TEMATICO SULL AGENDA POST 2015 ALLEGATO 2 RESOCONTO DEL PRIMO ANNO DI ATTIVITA Roma, 9 dicembre 2013 Lo stato dell arte: Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs), Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e Agenda sviluppo Post-2015. Il biennio 2013-2015 rappresenta un momento cruciale di discussione e preparazione per il consolidamento, completamento e arricchimento delle politiche per lo sviluppo. Esso costituisce anche l'occasione per operare una svolta significativa nella direzione della integrazione dello sviluppo sostenibile nelle azioni di sviluppo. In questi due anni avrà luogo sia una valutazione sui seguiti da dare agli MDGs sia, in parallelo, l'elaborazione di nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile, gli SDGs. L'idea di identificare degli SDGs nasce alla Conferenza Rio+20 e ne è uno dei risultati operativi principali. La definizione degli MDGs nel post-2015 e degli SDGs procederà di pari passo con le discussioni in materia di reperimento, disponibilità, qualità, quantità, efficienza, differenziazione, accessibilità, redistribuzione e governance delle risorse finanziarie. Temi considerati centrali poiché rappresentano uno degli indicatori per misurare l'ambizione, la lungimiranza e la fattibilità della nuova agenda internazionale. Un ulteriore filone del dibattito internazionale ha ad oggetto gli indicatori per la misurazione del progresso beyond GDP che crea un raccordo strutturale tra sviluppo/sviluppo sostenibile e benessere e intende fornire all'agenda post-2015 strumenti di misurazione e valutazione adeguati. Tutte queste discussioni - che si svolgono sotto l'egida delle Nazioni Unite e ne coinvolgono l'intero sistema- troveranno una conclusione comune nell'ambito del Vertice delle Nazioni Unite sull'agenda per lo sviluppo Post-2015 (settembre 2015). La sfida consiste nel trasformare la riflessione sugli MDGs e sugli SDGs, così come sulle risorse finanziarie e sulla misurazione del benessere, in un prodotto politico coerente. A questo esercizio hanno già contribuito attori importanti, ciascuno con il proprio peso, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto del proprio mandato. I principali contributi sono rappresentati da (in ordine cronologico): il Rapporto del UN System Task Team Realizing the Future We Want for All (giugno 2012); il Rapporto dell'high Level Panel of Eminent Persons on the Post-2015 development agenda A new Global Partnership: Eradicate Poverty and Transform Economies through Sustainable Development (maggio 2013); il Rapporto del Sustainable Development Solutions Network An Agenda for Sustainable Development (giugno 2013); il Rapporto del UN Global Compact Corporate Sustainability and The United Nations Post- 2015 Development Agenda (giugno 2013); il Rapporto del Segretario Generale dell'onu A Life of Dignity for All (agosto 2013). A livello di Unione Europea, i principali contributi sull'agenda post-2015 sono rappresentati da: 1

la Comunicazione della Commissione, redatta congiuntamente dalla DG Sviluppo e dalla DG Ambiente A Decent Life for All: ending poverty and giving the world a sustainable future (marzo 2013). L Unione europea è stata dunque il blocco di Paesi che per primo ha esplorato le possibilità di convergenza tra MDGs e SDGs, aspirando a creare un quadro concettuale e operativo unico. Gli elementi strutturali e generali della Comunicazione della Commissione sono serviti a sviluppare le prime Conclusioni del Consiglio, approvate dai Ministri dell'ambiente e dello Sviluppo e poi adottate in sede CAGRE (giugno 2013); la Comunicazione della Commissione in materia di risorse finanziarie, Beyond 2015: towards a comprehensive and integrated approach to financing poverty eradication and sustainable development. La Comunicazione è riflessa nelle relative Conclusioni del Consiglio (in corso di approvazione). Anche la società civile europea ha prodotto delle riflessioni importanti. Tra questi contributi, particolare attenzione merita il documento di raccomandazioni pubblicato dalla Task Force europea Beyond-2015 di CONCORD Putting People and Planet First: Business as Usual is Not an Option. Alla luce di tali dinamiche, diversi sono i processi intergovernativi rilevanti ai fini delle attività del Gruppo Tematico e sui quali è necessario svolgere un lavoro comune. La lista, non esaustiva, è inserita in allegato. In vista dell avvio dei negoziati ufficiali sul Post-2015, previsti per l autunno del 2014, i prossimi mesi saranno cruciali per portare a conclusione i diversi processi di discussione sopra evidenziati che richiedono un dibattito approfondito, sia a livello internazionale ed europeo che nazionale, in modo da assicurare scientificità, coerenza e complementarietà dei messaggi in entrata e in uscita. Il lavoro del Gruppo Tematico Il Gruppo tematico sull Agenda post 2015 si pone come luogo di riflessione, confronto e consultazione tra i principali attori, pubblici e privati, della cooperazione internazionale e dello sviluppo sostenibile. Il Gruppo tematico nasce da una duplice esigenza: da una parte la spinta internazionale che vede la sua comunità impegnata a discutere e rivedere le politiche di sviluppo nel post-2015 collegandole in maniera più decisa allo sviluppo sostenibile e alle nuove sfide emerse negli ultimi decenni; dall altra, la necessità per l Italia di partecipare a questo momento di riforma attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori che a vario titolo ne sono interessati. Questo anche alla luce del ruolo che l Italia attualmente ricopre, come membro dell Open Working Group sui Sustainable Development Goals, e degli impegni che si troverà ad affrontare prossimamente, come presidente dell Unione Europea (secondo semestre 2014) e paese ospite dell EXPO 2015. Presieduto congiuntamente dal Ministero degli Esteri (DGCS) e dal Ministero dell Ambiente (DG SEC), il Gruppo, nel corso del 2013, ha tenuto quattro riunioni (febbraio, aprile, settembre, dicembre), che si sono svolte all insegna di un fruttuoso scambio di vedute e di un coinvolgimento attivo e interessato di tutti i membri. Gli incontri hanno avuto lo scopo di aggiornare i partecipanti sul dibattito, internazionale ed europeo, che ruota intorno all elaborazione dell Agenda post 2015, degli SDGs e agli altri processi nati dalla Conferenza Rio+20, condividere e commentare i documenti ufficiali, raccogliere osservazioni e suggerimenti. Ne sono emersi utili spunti, che contribuiscono al processo di individuazione dei punti di forza italiani e di elaborazione di una posizione italiana nell ambito del dibattito in questione. Proficuo in questo senso si è rivelato lo sforzo compiuto da numerose organizzazioni delle società civile che, attraverso reti come il GCAP, hanno attivato un canale unico di comunicazione con gli altri partner e arricchiscono il dibattito con seminari e documenti. 2

Il Gruppo ha lavorato anche a distanza, su impulso dei co-facilitatori, con diffusione di documenti e raccolta di commenti e osservazioni in vista dei principali appuntamenti internazionali, come le sessioni dell Open Working Group sugli SDGs. Il lavoro del Gruppo ha inoltre fornito un quadro di riferimento utile per diverse iniziative pubbliche promosse dai suoi membri, come l evento Dalla Conferenza Rio+20 al processo post-2015: le sfide dello Zero Hunger Challenge, della sostenibilità, della lotta alla povertà e dello sviluppo sociale, che si è svolto il 2 luglio a Roma, organizzato da Slow Food, Oxfam, CESPI, in collaborazione con il MAE/DGCS. Elementi emersi dalla discussione: priorità, sfide, aspettative Il Gruppo ha preso atto del fatto che, rispetto al 2000, anno di adozione degli MDGs, sono intervenuti cambiamenti sostanziali. Gli elementi principali che caratterizzano tale cambiamento sono: i. nuove capacità, e quindi responsabilità, dei c.d. Paesi emergenti, in linea anche con quanto emerso da processi come il G20 e l Efficacia dell Aiuto allo Sviluppo; ii. nuove e più acute emergenze ambientali dovute al cambiamento climatico e alle altre crisi legate alla mancata considerazione dei planetary boundaries; iii. nuove e drammatiche emergenze sociali legate alla crisi economica iniziata nel 2008 che coinvolgono i Paesi più poveri, ma anche quelli industrializzati. iv. una dimensione più complessa e sfaccettata della lotta alla povertà, che supera la componente prettamente economica. Nel discutere questi profili, il Gruppo ha esaminato tutti i molteplici filoni che sono coinvolti nella definizione dell Agenda Sviluppo Post-2015 sopra richiamati, esprimendo la necessità che l Italia crei un sistema Paese in grado di definire una posizione coerente in ciascuno di questi contesti. Il Gruppo si è espresso, sin da subito, a favore della definizione di un unico quadro politico di riferimento per il periodo post 2015, che sia caratterizzato da un solo set di obiettivi. Sintonia di vedute è stata registrata sull'opportuna convergenza dei processi "MDGs review" e SDGs, valutando dunque con favore il percorso che si è venuto delineando nel corso dei mesi in ambito internazionale e che ha portato a sancire, con lo Special Event di settembre 2013, l integrazione tra le due agende. Il dibattito in seno al Gruppo ha permesso anche di individuare le peculiarità e le eccellenze italiane, e mettere in luce così il contributo che il nostro Paese potrà offrire al quadro post 2015. Nel corso dei diversi incontri sono emersi alcuni elementi utili al dibattito sull'agenda post-2015, ai quali dedicare attenzione: - la riduzione della povertà dovrà continuare ad essere l obiettivo prioritario di fondo, da raggiungere nelle forme e nei modi di uno sviluppo sostenibile. - per questo, la nuova agenda post 2015 dovrebbe affrontare: la natura multidimensionale della povertà; le disuguaglianze all'interno degli Stati oltre che tra gli Stati; la sfida dell'occupazione piena a condizioni dignitose associata ad una trasformazione verso sistemi economici realmente inclusivi; il degrado degli ecosistemi, la gestione sostenibile delle risorse naturali e le altre sfide ambientali. - si dovrà privilegiare un approccio qualitativo incentrato sullo sviluppo umano, sull inclusione sociale, sulla lotta alle diseguaglianze e alla disoccupazione (leave no one behind), sulla tutela dei diritti (rights-based approach), con particolare attenzione ad aspetti come la giustizia, i diritti umani, l equità, il buon governo, la rule of law, l ambiente, la libertà, la pace, la prevenzione dei conflitti e la sicurezza, facendo leva sulla notevole esperienza acquisita dall Italia in molti di questi settori. 3

- le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile dovranno essere affrontate in modo sinergico. Ciò comporta la necessità di cogliere le interdipendenze, valorizzare le interconnessioni, mettere in luce i trade offs, in modo da assicurare la coerenza delle scelte politiche. Tra le questioni da tenere in maggiore conto vi sono: i modelli di produzione e di consumo sostenibili, gli aspetti occupazionali (decent jobs, green jobs, inclusione sociale), la dotazione di adeguate infrastrutture, la CSR, il nesso tra migrazione e sviluppo. - il nuovo quadro, in quanto unico e universale, ma diversificato a seconda dei contesti nazionali, dovrà implicare un ripensamento della governance e del policy-making, sia a livello internazionale che europeo e nazionale. Un primo passo dovrà essere quello di porre le basi per assicurare un maggiore coordinamento interistituzionale, con il più ampio coinvolgimento della società civile e di tutti gli attori interessati. Non si potrà prescindere da un nuovo partenariato globale che includa tutti gli stakeholders, dal non profit al settore privato e finanziario. - i nuovi obiettivi dovranno essere limitati nel numero, con indicatori declinati a livello nazionale, ma nel contempo fornire un quadro universale, più equilibrato, ambizioso e innovativo, capace di generare trasformazioni strutturali e di affrontare le sfide del futuro. Per fare questo la nuova agenda dovrà basarsi su una visione strategica di lungo termine ampiamente condivisa, che contribuisca a superare la crisi che attualmente interessa la governance globale, in difficoltà di fronte alle richieste di risposte concrete e urgenti. - si dovrà dare continuità e completezza a tutto l ingente lavoro messo in campo per realizzare gli MDGs, il cui pieno raggiungimento rappresenta una condizione imprescindibile. - tra i temi da affrontare particolare rilievo assumono la sicurezza alimentare, la nutrizione e l agricoltura sostenibile, che hanno sempre rappresentato una priorità per l Italia, ora ancor più in vista dell Expo 2015. - di particolare rilievo sono anche gli altri fattori che, insieme alla dimensione alimentare, sono necessari ad assicurare gli standard minimi di vita: salute, istruzione, acqua, energia sostenibile. - bisognerà lavorare sin da subito sull individuazione degli indicatori più adatti a misurare e monitorare i nuovi obiettivi, traendo beneficio dalle diverse esperienze in corso (anche in Italia) e dal lavoro sugli indicatori di benessere oltre il PIL. Secondo l approccio della global partnership, sarà inoltre necessario investire in capacity-building statistica per assistere i tanti Paesi che possono incontrare difficoltà nel rilevamento dei dati. - il sistema di monitoraggio dovrà anche essere tale da cogliere la dimensione qualitativa dei processi e valutare il modo in cui gli obiettivi stessi sono perseguiti, a partire dal ruolo attivo della società civile. - un attenzione particolare deve essere dedicata alle donne, non solo con l intento di combattere le disuguaglianze, le violenze e le discriminazioni (e tutti i gruppi vulnerabili in questi senso devono essere presi in debita considerazione), ma anche nell ottica di valorizzare il loro ruolo attivo e propositivo. Un aspetto cruciale è rappresentato dall'uguaglianza di genere e dalla promozione dell'eliminazione della violenza contro le donne e della violenza domestica, nello spirito della Convenzione di Istanbul, che l'italia auspica sia presto ratificata da tutti gli Stati firmatari. 4

- sarà utile inquadrare nel nuovo assetto alcuni principi cardine che caratterizzano il modello italiano di cooperazione allo sviluppo come per esempio la cooperazione tecnologica, l empowerment della società civile, il ruolo della piccola e media imprenditoria. La nuova Agenda post 2015 dovrebbe contenere approcci innovativi come il partenariato tra territori che - pur in Paesi diversi - condividono sfide, problemi e soluzioni comuni. L'esperienza europea e italiana in questo campo dimostra che la cooperazione territoriale e decentrata è uno strumento molto efficace per promuovere la governance e lo sviluppo locale. - l Agenda post 2015 richiede una riflessione approfondita sulle risorse finanziarie, in modo da delineare un quadro strategico complessivo, coerente e coordinato, che contempli la diversità delle fonti, pubbliche e private, nazionali e internazionali. Conclusioni e prossimi passi Il Gruppo Tematico ha sfidato le difficoltà legate alla trattazione di un processo riformatore, nuovo e complesso quale è quello che afferisce alla definizione di un'agenda Post-2015. Il Gruppo ha avuto il merito di integrare le rispettive conoscenze, facendo emergere assonanze e dissonanze. Il Gruppo dovrà continuare a lavorare in questa direzione con l'obiettivo di creare un linguaggio il più possibile comune, che superi le logiche individuali per approdare alla definizione di un progetto condiviso. Grazie al suo lavoro, è stato possibile fare emergere sia priorità settoriali che obiettivi condivisi. In questo senso, il Gruppo Tematico si colloca come una buona pratica tra i processi che hanno l'obiettivo di costruire basi e prospettive adeguate a un Paese che vuole, e può, fare sistema. In quanto Presidente dell'unione europea, il secondo semestre del 2014 vedrà l'italia in primo piano. Nel 2015, poi, sarà l ospite dell'expo. La piattaforma così costituita rappresenta una base solida che consentirà di procedere con un lavoro comune in vista, ma anche dopo il 2015, quando la sfida da affrontare sarà quella legata all attuazione degli impegni. Per fronteggiare gli appuntamenti internazionali ed europei sopra evidenziati così come il negoziato sul Post-2015, che inizierà a breve, sarà comunque necessario un lavoro più intenso e approfondito all interno del Gruppo, per entrare tempestivamente nel dettaglio delle proposte che emergeranno via via che il 2015 si avvicina. A questo fine, il Gruppo ha deciso di procedere ad un approfondimento dei temi più significativi a partire dal mese di febbraio, quando il dibattito internazionale sugli SDG entrerà nella fase negoziale. Le prime discussioni verteranno sui temi sicurezza alimentare sostenibile e nutrizione e planetary boundaries, servizi ecosistemici, uso e gestione sostenibile delle risorse. 5

ALLEGATO Processi intergovernativi 1 1. Open-ended Working Group on SDGs. Il Gruppo rientra tra quelli lanciati alla Conferenza Rio+20. I lavori si concluderanno a settembre 2014 con la pubblicazione di un documento di proposta sugli SDGs. L'Italia gioca un ruolo di primo piano in quanto parte della membership; 2. Intergovernamental Committe of Expert on Sustainable Development Finance. Il Comitato rientra tra i seguiti della Conferenza Rio+20. I lavori si concluderanno a settembre 2014. 3. Friends of the Chair (FoC) Group on Broader Measures of Progress della Commissione Statistica delle Nazioni Unite. La costituzione del Gruppo rientra tra i seguiti di Rio+20. Il FoC contribuisce al dibattito statistico anche in ambito OWG e i suoi lavori serviranno ad ispirare due rapporti della Commissione Statistica, uno nel 2014 e uno nel 2015, quale contributo al Post-2015; 4. First High Level Meeting of the Global Partnership for Effective Development Cooperation: Building towards the Post-2015 Development Agenda. La preparazione di questo vertice è in preparazione presso uno Steering Committee. Il Vertice si terrà in Messico il 15-16 aprile 2014; 5. Processi legati al Financig for Development quali seguiti del Monterrey Consensus e della Dichiarazione di Dhoa. 6. High Level Political Forum on Sustainable Development, il nuovo organismo creato dalla Conferenza Rio+20 con il compito di rafforzare l integrazione dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile, fornire leadership poliltica e monitorare l attuazione degli impegni assunti (prima riunione in ambito ECOSOC: luglio 2014). A questi processi intergovernativi direttamente coinvolti nel processo di definizione dell'agenda Post-2015, se ne aggiungono altri che dovranno essere tenuti in debito conto: 1. le Conferenze delle Parti degli accordi internazionali ambientali (biodiversità, clima, desertificazione,...); 2. i lavori dell'ecosoc (Commissione sullo Stato delle Donne, Commissione Popolazione e Sviluppo, ecc..) e dell'assemblea Generale (Special Events on Post-2015 convocati dal PGA, marzo-settembre 2014; lavori del Secondo Comitato; 3. il G8/G20 (Gruppi di Lavoro Sviluppo), l'ocse (in particolare l'ocse/dac) e il WTO; 4. le decisioni degli organi assembleari e/o di gestione delle Istituzioni Finanziarie Internazionali e delle diverse Agenzie e Programmi ONU competenti per materia. In particolare: FAO, UNEA/UNEP, OMS, ILO, ecc... Per quanto riguarda la FAO, sotto presidenza italiana dell UE, si svolgerà la Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione, FAO-OMS (Roma, 19-22 novembre 2014). 1 Tale lista non costituisce una lista esaustiva di tutti i processi in corso. Deve essere considerata un work in progress da aggiornare via via che lo scenario 2014-2015 si andrà chiarendo. 6