Massimo Minnucci. Amministratore Delegato Ktesios LA CESSIONE DEL QUINTO: PROSPETTIVE, PROPOSTE E SOLUZIONI



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Transcript:

Massimo Minnucci Amministratore Delegato Ktesios LA CESSIONE DEL QUINTO: PROSPETTIVE, PROPOSTE E SOLUZIONI Convegno ABI CONSUMER CREDIT 2005 Roma, 21 marzo

LA COLLOCAZIONE DEL PRODOTTO Vorrei cominciare da un luogo comune: la cessione del quinto sarebbe una forma di finanziamento obsoleta, la sopravvivenza di un passato da posto fisso e risparmio sotto il mattone, destinata a scomparire in un mercato di acquisti impulsivi, servizi personalizzati e transazioni avanzate. La realtà è, fortunatamente per chi lavora nel nostro settore, un po diversa. Credo che un dato, da solo, possa fornire la misura di questa differenza: se la crescita globale dei volumi erogati attraverso il credito al consumo è stata, lo scorso anno, pari al 14,5 per cento (dati Assofin), la cessione del quinto è salita del 26,6 per cento. In realtà questo dato non basta per comprendere il reale valore di questa soluzione di finanziamento dal punto di vista quantitativo: nel complesso generale del credito al consumo, il numero di operazioni è cresciuto del 16 per cento, dunque in misura superiore ai volumi; le dinamiche della cessione del quinto, invece, hanno seguito un segno opposto, con una crescita delle operazioni pari al 20,9 per cento, più di cinque punti al di sotto di quello che è successo ai volumi; e questa tendenza è stabile da cinque anni. La lettura di questa divergenza è chiara: se gli italiani fanno sempre più ricorso al credito al consumo, tanto che ormai, soprattutto con le carte revolving, si tratta di operazioni routinarie, il valore delle singole operazioni di finanziamento tramite cessione del quinto è mediamente cresciuto, attribuendo a questa forma di credito una valenza specifica, di prestito di entità cospicua con rateazione prolungata. La realtà è dunque ben più articolata di quanto potrebbe sembrare ad una prima impressione; proprio per questo, vorrei che si cambiassero anche i termini del discorso: invece di parlare di cessione del quinto, espressione che corre qualche rischio di inadeguatezza, vorrei che si usasse la definizione di finanziamento garantito, che coglie entrambe le peculiarità di questo tipo di prestito. IL BACINO DI UTENZA Non voglio ripetere quanto altri hanno detto, con dovizia di particolari e di spirito, circa la nuova collocazione del credito al consumo nella mentalità e nelle abitudini degli italiani. Vorrei solo sottolineare che oggi i consumatori scelgono e lo fanno con criterio, alternando le diverse forme di finanziamento in funzione delle esigenze specifiche; ciò significa, soprattutto, che la cessione del quinto o la delegazione di pagamento assumono un valore di programmazione della spesa e dei flussi finanziari, non dissimile da quello che potrebbe caratterizzare l emissione di obbligazioni per le imprese. Oggi stiamo assistendo a un cospicuo allargamento del mercato dei finanziamenti garantiti, che può contare su tre fattori convergenti. Il primo è la crescita del credito al consumo in quanto tale, nelle cui dinamiche i finanziamenti garantiti trovano uno spazio specifico e certo non marginale. In 2

secondo luogo, le innovazioni normative introdotte dalla Finanziaria, che equiparano finalmente i dipendenti privati a quelli pubblici e statali sotto il profilo dei finanziamenti garantiti, e che aprono il mercato delle garanzie assicurative per gli statali alla concorrenza del mercato, avranno certo un notevole effetto di sviluppo. Il terzo aspetto parte dalla specifica valenza sociale dei finanziamenti garantiti, erogati oggi in prevalenza a prenditori che rientrano nel segmento mediobasso del mercato, quel segmento che è maggiormente rimasto ai margini della crescita del credito al consumo e che, in molti casi, esprime una domanda di credito che difficilmente viene soddisfatta. Su questa valenza di credito al segmento sub-prime si svolge oggi gran parte del dibattito sugli sviluppi futuri dei finanziamenti garantiti, e si apre, per lo meno in prospettiva, un importantissimo nuovo bacino di mercato. IL CARICO NORMATIVO Al fondo di tutte le peculiarità che caratterizzano il profilo di questo tipo di credito, vi è un complesso quadro normativo che li orienta. La complessa legislazione, risalente al Testo unico del 1950, se determina un quadro di garanzie che permette l estensione dei finanziamenti a segmenti che in altro modo sarebbero difficilmente raggiungibili, d altra parte crea limiti e ostacoli. Basti pensare al tema dell accesso: in un contesto di forte trasformazione del mercato del lavoro, l esclusività di questo tipo di credito per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato è un forte elemento di criticità. Soprattutto, la normativa vigente ha il difetto di tutte le regolamentazioni eccessive: complica il funzionamento ordinario del sistema, fa lievitare i costi, genera confusione e, alla fine, lascia spazio a comportamenti ambigui e scorretti. Basti pensare che ogni pratica di cessione del quinto genera una quantità di documentazione cartacea notevolmente superiore ad ogni altro finanziamento: circa 16 diversi documenti, molti dei quali in doppia copia e uno, il contratto, in quadrupla copia, con uno spaventoso numero di firme. In questo modo, non è di fatto possibile fare ricorso alle reti informatiche per gestire integralmente i processi: se è vero che gli operatori del settore utilizzano, ovviamente, sistemi gestionali avanzati, essi si aggiungono alla carta e non la sostituiscono. CESSIONI E DELEGHE Un esempio particolarmente chiaro della discrasia che esiste tra la prassi e la norma è fornito dalla questione delle delegazioni di pagamento. La distinzione tra queste e la cessione del quinto propriamente detta è, ancora una volta, frutto della concezione della 180: in questo caso, la vecchia legge prevedeva un 3

limite all indebitamento che si poteva contrarre, fissato per l appunto nella misura del quinto dello stipendio, salvo casi particolari come l acquisto di alloggi. Di fatto, questa misura viene abitualmente superata, accendendo ulteriori finanziamenti sotto la forma delle delegazioni di pagamento senza distinzioni di scopo. La cessione del quinto e la delegazione di pagamento differiscono, nei fatti, solo da un punto di vista quantitativo; se è comprensibile che la propensione all indebitamento può, in alcuni casi, essere pericolosa, va anche detto che solo l accesso al credito legale può rendere praticabili i controlli e prevenire l usura; del resto, in un ottica di mercato non possono essere le occasionali distorsioni a definire la regola generale, ma questa deve essere sufficientemente elastica e trasparente per gestire con efficacia le distorsioni. D altra parte, la parificazione del regime di cessione e delega risponde a quella stessa logica che ci porta a parlare dei finanziamenti garantiti come un tutt uno: in entrambi i casi, il punto qualificante è la funzione del reddito da lavoro come garanzia per i finanziamenti, la cui gestione deve rispondere, in entrambi i casi, agli stessi criteri di efficienza, correttezza e trasparenza. L ORGANIZZAZIONE DEI PROCESSI La filiera del credito al consumo, e in particolare quella dei finanziamenti garantiti, si articola in tre operazioni fondamentali: il funding, la gestione e la distribuzione. Per quanto riguarda la prima operazione, la quota prevalente dei fondi viene movimentata dalle banche specializzate e dagli intermediari finanziari. Questo riferimento si fa ancora più incisivo negli altri due segmenti operativi, dove le banche generaliste contano per meno del 5 per cento, mentre il resto è appannaggio degli istituti specializzati. Le ragioni di questa discrepanza sono ovvie: si tratta di operazioni estremamente specializzate e complesse, che richiedono un organizzazione dedicata e una presenza capillare, capace di agire, soprattutto nel segmento distributivo, con un approccio retail. D altra parte, proprio l attenzione rivolta in questi ultimi anni da molte banche ad attività retail potrebbe indicare nuove possibilità di sinergie, che potrebbero modificare diverse realtà consolidate. In ogni caso, lo sviluppo raggiunto dal credito al consumo e la necessità di passare ad una nuova fase organizzativa e operativa rendono oggi possibile parlare di un industria del credito. Un industria che, come tale, deve fare i conti con esigenze di pianificazione, investimenti strutturali, regole, autonomie e capacità di relazione e di progetto: se il credito è un fattore di sistema esso deve, a sua volta, farsi sistema. Ciò significa partire dalla consapevolezza della centralità del credito per progettare le linee di uno sviluppo in armonia con il contesto sociale e produttivo, che sappia prevenire le conflittualità e, attraverso la promozione di comportamenti corretti, innescare un circuito 4

virtuoso di crescita del mercato. Su questo tema si deve giocare il ruolo degli operatori specializzati che devono essere capaci di gestire la filiera produttiva e di stabilire relazioni autonome con i propri interlocutori istituzionali e commerciali e, soprattutto, con i consumatori. LE ASSICURAZIONI: OLTRE LA COPERTURA Ho accennato, appena di sfuggita, alle assicurazioni, ricordando che il nuovo quadro aperto dalla riforma della legge 180 le chiama direttamente in causa, mettendo fine al monopolio Inpdap sulle garanzie obbligatorie per i dipendenti statali, e aprendo una nuova opportunità di business anche grazie all estensione esplicita dell istituto della cessione del quinto ai dipendenti privati. Inoltre le sinergie realizzabili con gli operatori specializzati e con il lato della domanda, attraverso amministrazioni, imprese, consorzi e sindacati, può permettere un notevole rafforzamento dell efficacia globale e realizzare ulteriori riduzioni del rischio effettivo. Si tratta, con ogni chiarezza, di strade nuove, la cui esplorazione richiede una certa dose di spirito di avventura; ma credo che si possa dire che proprio per questo chi decide di entrare nel mercato oggi può disporre di un triplice vantaggio. Il primo è il classico vantaggio di chi arriva per primo su un nuovo mercato, che ha una grande importanza in ogni mercato in forte espansione; il secondo è quello di poter avviare, da subito, intese e confronti con gli attuali operatori del mercato, potendo godere di una posizione di privilegio nello sviluppo delle sinergie migliori; infine, si tratta di scrivere e sperimentare nuove regole, partecipando a un dibattito sulla normativa che deve anche estendersi al settore delle garanzie: anche in questo caso, sappiamo di quali vantaggi dispone chi ha già una certa esperienza. Del resto, credo che, al di là del business in sé, una partecipazione più stretta delle assicurazioni al credito al consumo, e in particolare ai finanziamenti garantiti, possa creare notevoli opportunità, legate in primo luogo al cross selling. Anche i parametri per la valutazione del rischio potrebbero trovare nuove basi di definizione da un confronto tra il merito creditizio e quello assicurativo, così come la gestione di pagamenti dilazionati delle assicurazioni obbligatorie, prima fra tutte la Rc auto. Non è questa, ovviamente, la sede per esplorare in profondità le possibili sinergie, ma credo che già questi primi elementi possano delineare una prospettiva di forte interesse in tal senso. LA GRANDE PROSPETTIVA Vorrei concludere con un argomento che oggi è al centro del dibattito sull innovazione del credito al consumo e che ha, come si è detto, la sua sede naturale proprio nell ambito dei finanziamenti garantiti: le nuove sfide che 5

nascono dalla trasformazione dei lavori. La massiccia introduzione della flessibilità nel mercato del lavoro si scontra, di fatto, con la rigidità del sistema creditizio, che a sua volta è più il frutto di normative obsolete e mancanza di tutele verso i creditori che di un effettiva cattiva volontà del sistema stesso. Di fatto, però, i lavoratori temporanei, flessibili o, a vario titolo, atipici, sono esclusi dall accesso ai finanziamenti garantiti, proprio perché, anche con le novità introdotte dall ultima Finanziaria, essi restano esclusivo appannaggio della categoria, sempre più ridotta, dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. È chiaro che qui si trova una diretta confluenza di tre grandi esigenze. La prima è quella dei lavoratori, che rientrano soprattutto nella fascia di età tra i 20 e i 35 anni e si trovano in quel fondamentale momento della vita in cui si esce dalla famiglia di origine per costruirsene una propria, e in cui si ha maggior bisogno di credito; in secondo luogo, vi è un evidente interesse del sistema creditizio, che ha tutta l intenzione di insediarsi in un nuovo segmento di business; infine, vi è il sistema Paese nel suo complesso che, se da un lato ha bisogno della flessibilità per aumentare i livelli occupazionali, dall altro necessita di un sistema di ammortizzatori, tanto di natura pubblica quanto privata, che permettano di gestire questa flessibilità senza subire eccessivi costi sociali ed economici. Sembra che anche su questo fronte vi sia, finalmente, una nuova coscienza dell utilità del credito e della necessità di agire in questo senso; quello che è certo è che, se si vuole davvero andare su questa strada, lo strumento giusto sono proprio i finanziamenti garantiti che, allo stato attuale, sono l unica forma di credito esplicitamente collegata al lavoro. 6