SARAH GLIDDEN VOCI DAL BUIO REPORTAGE DA SIRIA, IRAQ E TURCHIA TRADUZIONE DI AURELIA DI MEO
A PROPOSITO DI QUESTO LIBRO Questa storia si basa su eventi e dialoghi reali. Ho trascorso due mesi con le persone ritratte in questo libro, le ho osservate e documentate, cercando di catturare il più possibile con un piccolo registratore digitale. Ho registrato le nostre conversazioni durante i pasti, mentre camminavamo in diverse città, nel corso di interviste e quando ci rilassavamo a fine giornata con qualche birra. Una volta tornata a casa, mi sono ritrovata con centinaia di ore di conversazioni registrate da trascrivere e vagliare. Il che significa che quasi tutti i dialoghi presenti nel libro sono tratti direttamente da quelle registrazioni, a cui ho apportato piccole modifiche per sistemare la sintassi o renderli più chiari. Alla fine del libro ho segnalato le occasioni in cui non è stato possibile usare il registratore. Voglio mettere in chiaro, comunque, che le conversazioni sono state modificate e riassunte solo per rendere questo fumetto comprensibile e il più conciso possibile. Come ogni giornalista, ho fatto del mio meglio per modificare i dialoghi senza cambiare il senso o il contesto di ciò che è stato detto. O, almeno, la mia interpretazione del senso o del contesto. Gli eventi e i dialoghi reali sono stati trasformati in una storia, ma le vite delle persone non sono storie. Tutti noi creiamo una narrazione della nostra esistenza, sottolineando alcune esperienze e dimenticandone altre. I ricordi sono storie che riscriviamo e modifichiamo ogni volta che ci tornano in mente, e non documenti riposti in una scatola nascosta chissà dove che attendono di essere tirati fuori e letti. Quando raccontiamo la nostra storia, chi ci ascolta presta attenzione ad alcuni dettagli e ne trascura altri; questo processo viene ulteriormente amplificato quando il nostro interlocutore racconta la storia a qualcun altro ancora. È per questo motivo che l oggettività assoluta è impossibile nel giornalismo narrativo (e forse in qualsiasi tipo di giornalismo). Mentre lavoravo al libro non ho preso alla leggera la consapevolezza che stavo trasformando la vita di alcune persone in una storia destinata al consumo altrui, e questo aspetto probabilmente mi metterà sempre in diffcoltà. Ma le storie sono il mezzo con cui tutti noi cerchiamo di dare un senso a questo mondo caotico: penso che valga la pena farlo, a prescindere dalle diffcoltà. UN APPUNTO SUI NOMI: Nel libro ci sono due personaggi di nome Sarah. La prima è Sarah Stuteville, una giornalista del Seattle Globalist, e la seconda sono io, Sarah Glidden. Per un lungo periodo, mentre lavoravo al libro, per evitare fraintendimenti ho cambiato con il suo permesso il nome del personaggio di Sarah Stuteville in Sal. Non mi è mai sembrato giusto, però, e alla fine ho seguito l istinto: cambiare il nome di una persona per ottenere maggiore chiarezza sarebbe stato scorretto. Sarah e io condividiamo da sempre lo stesso nome, quindi non c è nessun motivo di alterare la situazione. Tutti gli altri personaggi del libro sono chiamati con il loro vero nome, a meno che non abbiano chiesto che venisse modificato per ragioni di sicurezza. Questi cambiamenti sono riportati alla fine del libro.
Duma, Siria 19 dicembre 2010 Benvenuti. Ma Non mi siete mai piaciuti. Le va di parlare? No, no, parlo con voi, ma Non mi piace vostro governo. Non mi piace NeSSuno. Poi piango. Ho paura. Ci racconta ancora un po la sua storia? Se non le va non c è problema. No, no, vi parlo di mia storia, ma La capisco. Per favore. Capite, sì? Capite, per favore. Ma Afwan. Benvenuti. Cos è il giornalismo?
la partenza
Istanbul, Turchia Due mesi prima WOW! Eccoli qui! Dovremmo aver paura di questi Paesi E invece stiamo andando proprio lì. Tranquilla, Sarah, sono solo delle femminucce. DAN! Per favore. Scherzo. Andrà tutto bene. Ah ah. È l inizio di un viaggio di due mesi che dalla Turchia ci porterà in Iraq e Siria. Mentirei se dicessi che alcuni luoghi non mi rendono un po nervosa. Più che altro, non sono sicura di essere pronta. 11