SENATO DELLA REPUBBLICA



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Transcript:

SENATO DELLA REPUBBLICA X LEGISLATURA 7a COMMISSIONE PERMANENTE (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) 57 RESOCONTO STENOGRAFICO SEDUTA DI GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 1989 Presidenza del Presidente SPITELLA INDICE Interrogazioni PRESIDENTE Pago 2, 6 RUBERTI, ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica........... 3, 4 VESENTINI(Sin. Ind.)...................... 4 TIPOGRAFIA DEL SENATO (liso)

2 Per Al Al X Senato della Repubblica Legislatura 7a COMMISSIONE 57 RESOCONTOSTEN. (30 novembre 1989) I lavori hanno inizio alle ore 9,15. Interrogazioni PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interroga zioni. La prima interrogazione è dei senatori Vesentini e Callari Galli. Ne do lettura: VESENTINI, CALLARI GALLI. Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. conoscere, relativamente a ciascuna università non statale, quanti siano i professori associati e quanti i ricercatori inquadrati in conseguenza di giudizi di idoneità previsti dal decreto del Presidente della Repubblica Il luglio 1980, n.382. (300951) Su analogo argomento è iscritta all'ordine del giorno anche un'altra interrogazione dei senatori Vesentini e Callari Galli. Ne do lettura: VESENTINI, CALLARI GALLI. Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. Premesso: che l'articolo 122 ultimo comma del decreto del Presidente della Repubblica Il luglio 1980, n. 382, consentiva alle università non statali di conferire contratti di insegnamento anche a professori delle università statali in un periodo non eccedente l'anno accademico 19811982; che tale limitazione temporale non è stata modificata da successivi provvedimenti legislativi, si chiede di conoscere, relativamente a ciascuna università non statale, quanti siano stati nel 19881989 i professori a contratto, quanti tra essi siano professori di università statali ed in quanti casi sia stata concessa la deroga di cui al comma 7 dell'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica Il luglio 1980, n. 382. Si chiede infine al Ministro in indirizzo sulla base di quali norme di legge sia stata elusa fino ad oggi la sopra indicata limitazione temporale stabilita dall'ultimo comma del citato articolo 122. (300952) Se non si fanno osservazioni, le due interrogazioni verranno svolte congiuntamente. (Così rimane stabilito).

Senato della Repubblica 3 7a COMMISSIONE 57 RESOCONTOSTEN. (30 novembre 1989) RUBERTI, ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. Con l'interrogazione 300951 i senatori Vesentini e Callari Galli chiedono di conoscere, relativamente a ciascuna università non statale, quanti siano i professori associati e quanti i ricercatori inquadrati in conseguenza di giudizi di idoneità previsti dal decreto del Presidente della Repubblica Il luglio 1980, n. 382. Nei tabulati che ho messo a disposizione della Commissione sono riportati i dati (aggiornati al 13 novembre) relativi ai professori associati e ricercatori che hanno superato la prima o la seconda tornata dei giudizi di idoneità o siano vincitori di concorsi liberi. Da questi si può rilevare che per l'istituto di lingue di Bergamo il totale degli associati e dei ricercatori è rispettivamente di 22 e 13, per l'istituto universitario di magistero di Catania 21 e 36, per l'università «Bocconi» di Milano 25 e 40, per l'università Cattolica di Milano 239 e 470, per l'istituto universitario dilingue moderne di Milano 14 e 21, per l'istituto universitario di -magistero di Roma 3 e 2, per la Libera università internazionale di studi sociali (LUISS) di Roma 9 e 4, infine per l'università di Urbino 147 e 137. Quindi i dati pongono in evidenza la particolare condizione dell'università cattolica di Milano e dell'università di Urbino, nelle quali il numero dei professori associati e dei ricercatori risulta notevolmente superiore rispetto a quello delle altre università non statali. Con la seconda interrogazione (300952) si chiede di conoscere, relativamente a ciascuna università non statale, quanti siano stati nel 1988-89 i professori a contratto, quanti tra essi siano professori di università statali ed in quanti casi sia stata concessa la deroga di cui al settimo comma dell'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica Il luglio 1980, n. 382. Nella stessa interrogazione si chiede, altresì, sulla base di quali norme di legge sia stata elusa la limitazione stabilita per cui le università non statali avrebbero potuto conferire contratti di insegnamento anche a professori delle università statali non oltre l'anno accademico 1981-82. Innanzitutto giova ricordare che, non essendo stato approvato il disegno di legge sulle università non statali, per l'erogazione dei contributi si è proceduto con vari provvedimenti, per i quali sono stati previsti appositi accantonamenti nel disegno di legge finanziaria. Finchè tale provvedimento sulle università non statali non verrà approvato, - devono considerarsi operanti le disposizioni contenute nell'articolo 29 del decreto del Presidente della Repubblica del 1980, n. 382, che recita: «Le università non statali possono avvalersi di professori a contratto in percentuale superiore a quella indicata nell'articolo 25 e possono in casi particolari ed eccezionali conferire contratti di insegnamento ànche a professori delle università statali». I dati relativi al numero dei professori a contratto, anche di professori di università statali, sono indicati nel documento che ho messo a disposizione della Commissione. Comunque i dati sono i seguenti. Per la LUISS di Roma, 9 associati, 4 ricercatori e 189 contratti di cui 89 conferiti a professori delle università statali; per l'istituto di magistero «Maria SS. Assunta» di Roma, nessun associato nè ricercato re, 12 contratti, di cui nessuno conferito a professori di università statali; per l'istituto universitario di lingue e letterature straniere di

4 Senato della Repubblica 7a COMMISSIONE 57 RESOCONTOSTEN. (30 novembre 1989) Bergamo, 20 associati, 15 ricercatori, 28 contratti di cui 7 a professori di università statali; per l'università di Urbino, 127 associati, 59 ricercato ri, 49 contratti di cui 2 conferiti a professori di università statali; per l'istituto universitario di lingue moderne di Milano, 7 associati, 4 ricercatori, 99 contratti di cui 32 conferiti a professori di università statali; per l'università cattolica di Milano, 349 associati, 312 ricercatori, 197 contratti di cui 106 conferiti a professori di università statali; per la «Bocconi» di Milano, 16 associati, 20 ricercatori, 122 contratti di cui 30 per professori di università statali. Mi auguro che questi dati soddisfino gli interroganti. VESENTINI. Desidero innanzitutto ringraziare il ministro Ruberti per i dati che ci ha fornito. Riguardo alla interrogazione 300951 devo dire che sono abbastanza soddisfatto, anche se fra i dati forniti dal Ministro e quelli in mio possesso vi sono alcune discrepanze soprattutto in ordine al rapporto tra l'organico e gli effettivi posti coperti. Per esempio, per la LUISS di Roma, a fronte di un organico di 16 associati, i posti effettivamente coperti sono soltanto 9, e così per altri dati. Inoltre sarei curioso di sapere se questi associati sono quelli che hanno ottenuto l'idoneità nel 1980 oppure si tratta di associati nominati successivamente, attraverso le varie procedure previste (concorsuali od altro). Questo chiarimento potrò, forse, ottenerlo consultando i dati che cortesemente il Ministro ci ha fornito. Vorrei però aggiungere una considerazione: la motivazione di questa mia interrogazione non è quella di far lavorare a vuoto gli uffici del Ministero; vi è una logica che trova conferma nei dati che, pur con certe discrepanze rispetto alla mia documentazione, fornisce il Ministro. L'articolo 122 del decreto del Presidente della Repubblica n.382 del 1980 stabilisce che alle università non statali in via eccezionale, dovendo si far fronte alle maggiori spese sostenute per inquadrare il personale, può essere concesso un finanziamento. Ho fatto un po' di conti per accertare se l'accantonamento di 70 miliardi previsto nella legge finanziaria del 1989 può essere giustificato solo in relazione al citato articolo 122 del decreto del Presidente della Repubblica n. 382. Secondo i dati in mio possesso, i 70 miliardi sono troppi se riferiti al costo complessivo del personale inquadrato a livello di professori associati e ricercatori in conseguenza dei giudizi di idoneità, immaginando che non vi siano stati incrementi dovuti ad altri concorsi. La documentazione fornita dal Ministro sembra confermare che questi 70 miliardi sono troppi; se è così posso certamente dichiararmi soddisfatto della risposta. Per quanto riguarda l'interrogazione 300952, devo riconoscere che le informazioni fornite dal Ministro confermano la mia valutazione. Infatti, non risulta che esistano provvedimenti di legge che proroghino la possibilità di conferire contratti di insegnamento. Sarò quindi lieto di conoscere quelle valutazioni che ha annunciato il Ministro e che rivelano una situazione non corretta dal punto di vista giuridico. Sempre per quanto riguarda l'utilizzazione del personale di ruolo docente a contratto nelle università non statali, vorrei aggiungere che alcuni anni fa ebbi l'onore di essere invitato ad un dibattito televisivo,

5 Senato della Repubblica 7a COMMISSIONE 57 RESOCONTOSTEN. (30 novembre 1989) assieme al rettore allora in carica dell'università di Roma, che è facilmente identificabile e che fece certe affermazioni, che credo si possano riascoltare registrate, negli studi televisivi di RAI2: «Non capisco lo strano fenomeno per cui i professori della facoltà di economia e commercio dell'università La Sapienza, che sono bravi, appena ottengono un contratto alla LUISS diventano bravissimi». Il rettore Ruberti non riusciva a capire la ragione per cui, passando da una sede all'altra, vi fosse questa specie di lievitazione della qualità dell'inse gnamento. Mi chiedo allora se il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica voglia accogliere quel suggerimento implicito nella battuta dell'allora rettore dell'università di Roma, cercando di far sì che i professori universitari prestino maggiore impegno nelle sedi dove sono stati nominati con pubblici concorsi. Si dovrebbe, a mio avviso, abolire questa discrasia, in modo che il professore universitario faccia il proprio mestiere nella sede in cui è stato nominato e non si creino anomalie rispetto alle università non statali. RUBERTI, ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. Vorrei segnalare che la richiesta fatta nell'interrogazione 300952 sulla deroga alla norma di cui al comma 7 dell'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica n. 382 non ha avuto ancora una risposta. La risposta è la seguente: il comma 7 dell'articolo 25 e quindi la deroga al limite temporale riguarda le università statali; quelle private possono continuare a ricorrere ai contratti limitati o meno nel tempo e non è prevista deroga. Questo è un punto su cui intendo essere chiaro. Per quanto riguarda la qualità dell'insegnamento che i professori delle università statali svolgono in quelle private, devo dire che il problema attiene al tipo di impegno che i docenti intendono prestare. Quando l'università privata offre a certi professori di operare nelle sue strutture, questi oltre al riconoscimento avuto con il concorso pubblico vengono ad averne un altro in una struttura privata. Quindi ritengo che la situazione sia del tutto analoga a quella in cui il professore universitario viene chiamato dal Governo per svolgere attività collegate alla ricerca (vedi CNR) oppure per cooperare con qualche sistema produttivo. Dai dati testè esposti inoltre si evince che in alcune università non statali il numero dei docenti non è cresciuto in maniera adeguata, cosa che si è invece verificata per alcune altre università private, come la Cattolica di Milano e l'università di Urbino che hanno un numero di contratti limitato rispetto al numero dei professori. Questo classifica due diversi modi di operare: uno in cui si preferisce la docenza incardinata nell'università e si considera come aggiuntivo il ricorso ai contratti; l'altra in cui è prevalente il ricorso all'istituto del contratto specie con i professori delle università statali. Questi due modi di operare e la loro efficienza possono più o meno essere tenuti in considerazione quando si andranno a stanziare i finanziamenti per queste università. Naturalmente ogni università è libera di scegliere la politica del personale docente che ritiene più opportuna. Naturalmente

Senato della Repubblica 6 7a COMMISSIONE 57 RESOCONTOSTEN. (30 novembre 1989) questo elemento dovrà essere tenuto in conto dallo Stato quando attribuirà i finanziamen:ti. Il disegno di legge proposto al riguardo prevede margine di discrezionalità su tale questione. PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni è così esaurito. I lavori terminano alle ore 9,40, SERVIZIO DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Il Consigliere parlamentare preposto au'ùfficio centrale e dei resoconti stenografici DOTI. GIOVANNI LENZI