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Obiettivo 16-2010 in collaborazione con Mercato Italiano GRANO TENERO In un contesto da fine campagna il mercato nazionale del grano tenero fa registrare leggeri aumenti di prezzo determinati più che altro dal miglioramento dei mercati comunitari: il frumento nazionale rimasto è ormai pochissimo e la maggior parte degli scambi riguardano il prodotto Ue. Il mercato rimane nel complesso poco attivo e anche la domanda per il consumo mangimistico resta limitata. Da segnalare qualche affare su prodotto estero in arrivo via camion per il periodo di campagna del nuovo raccolto con valori in leggero aumento rispetto a qualche settimana fa. I prezzi nominali del prodotto nazionale sono pari a 145-148 euro/t per il misto rosso e 155 euro/t per i bianchi, mentre i prezzi del prodotto comunitario arrivo via camion sono pari a 150-152 euro/t dalla Francia e 148 euro/t dalla Germania. Per il nuovo raccolto i prezzi del prodotto estero sono pari a 145-148 euro/t in arrivo dal Nord Italia per il periodo estivo. Il grano foraggero sui porti vale poco meno di 150 euro/t per quello in partenza. Andamento dei prezzi nazionali ed esteri del grano tenero (2009) 350,00 325,00 300,00 275,00 Prezzi (euro/t) 250,00 225,00 200,00 175,00 150,00 125,00 100,00 17 feb. 24 feb. 3 mar. 10 mar. 17 mar. 24 mar. 31 mar. 7 apr. 14 apr. 21 apr. 28 apr. 5 mag. Ager BO N. Spring Ager BO Classe 1 Ager BO Classe 3 Francese partenza

GRANO DURO Anche se il mercato rimane tranquillo i prezzi sono in aumento di qualche euro/t. La situazione continua a essere pesante considerato che ormai manca poco ai nuovi raccolti. A questo riguardo si prevede una produzione nazionale intorno a 4 milioni di tonnellate in centro Italia ed è da segnalare qualche problema di cattivo accestimento dovuto alle basse temperature invernali. I prezzi per il prodotto in partenza vanno da 146 euro/t a 155 euro/t. Andamento dei prezzi nazionali ed esteri del grano duro (2009) 315 295 275 255 235 215 195 175 155 135 17 feb. 24 feb. 3 mar. 10 mar. 17 mar. 24 mar. 31 mar. Prezzi (euro/t) 7 apr. 14 apr. 21 apr. 28 apr. 5 mag. Ager BO Fino Centro Francese partenza 2 Hard Fob US Ager BO Fino Nord Andamento dei prezzi nazionali ed esteri MAIS E SOIA Il mercato nazionale del mais sembra essere giunto auna fase di stanca. Gli aumenti delle scorse settimane hanno portato i prezzi a un livello al quale diversi stoccatori ritengono conveniente cominciare ad alleggerire i magazzini,mentre la domanda rimane scarsa con il consumo poco disposto a comprare ai prezzi attuali, soprattutto all approssimarsi dei raccolti estivi. Gli scambi rimangono ridotti e si ricomincia a trattare merce estera in arrivo via camion a prezzi leggermente inferiori a quelli delle scorse settimane. I prezzi partenza sul pronto sono pari a 143 euro/t in Friuli, 146 euro/t in Veneto e 149-150 euro/t in Emilia-Romagna. Il prodotto estero vale da 155-160 euro/t in arrivo via camion. Per il nuovo raccolto il mercato è fermo con il mais estero offerto arrivo via camion a 156 euro/t per ottobre-icembre e 162 euro/t per gennaiogiugno. I prezzi del seme di soia rimangono sostenuti con valori partenza intorno a 340 euro/t per il vecchio raccolto e 310 euro/t per il nuovo.

Mercato Estero GRANO TENERO Europa. Il deprezzamento dell euro che dovrebbe facilitare le esportazioni,e la scarsità di prodotto offerto dai produttori stanno determinando aumenti di prezzo di qualche euro/t sia in Francia che in Germania. Le licenze di esportazione della scorsa settimana sono state di 306.000 tonnellate portando il totale della campagna a 14,7 milioni (18,4 milioni di tonnellate nella passata stagione). Il totale di tutti i cereali finora esportati dall Ue è di 18,8 milioni di tonnellate contro 26,2 milioni dello scorso anno, mentre il totale dei cereali importati è di 6,9 milioni di tonnellate contro 10 milioni dello scorsa campagna. Lo stato delle colture è positivo in tutti i Paesi dell Ue ed è da segnalare solo qualche ritardo nello sviluppo. I prezzi sono in aumento con il Matif che in Francia ha raggiunto 131,5 euro/t, mentre in Germania il prezzo partenza del grano di base è pari a 117-118 euro/t. Mondo. Fonti governative indicano una produzione di cereali in Russia di 97 milioni di tonnellate; il dato sembra ottimistico (fonti private indicano 88 milioni di tonnellate) ed è basato sugli scarsi danni da gelo e sul buon andamento delle semine primaverili. In generale la situazione del grano rimane pesante: l IGC (International Grain Council) di aprile ha ridotto di 1 milione di tonnellate lo stock finale mondiale della campagna in corso (da 197 a 196 milioni di tonnellate), ma indica un livello per la prossima campagna di ben 199 milioni di tonnellate, grazie a un consumo di 654 milioni di tonnellate contro una produzione di 658 milioni. In termini generali ci vorrà ancora parecchio tempo per smaltire gli enormi quantitativi di grano accumulati nel mondo nelle ultime due campagne. I prezzi del grano sul Cbot si sono attestati intorno a 480 cent/bushel, mentre i valori Fob in dollari/t sono pari a 195 dagli Usa, 240 dall Argentina, 160 dall Ucraina e 172 dalla Russia. GRANO DURO Europa. Al 27 di aprile i dati sull import/export di grano duro nell Ue sono i seguenti: importazioni nella campagna in corso per 1,87 milioni di tonnellate ed esportazioni per 0,66 milioni, contro importazioni per 0,94 milioni di t ed esportazioni per 1,28 milioni della campagna scorsa. Questi numeri evidenziano uno sbilanciamento di ben 1,57 milioni di t fra una campagna e l altra; ciò spiega in buona misura il pesantissimo andamento di mercato avuto finora e determina uno stock finale di 1,2 milioni di tonnellate che ha buone possibilità di appesantire anche la prossima campagna. Il prezzo nominale del grano duro in Francia è pari a 150 euro/t partenza Sud-ovest e 170 Fob. Mondo. Il prezzo Fob Canada è sceso a 218 dollari/t.

MAIS E SOIA Europa. Il mercato comunitario del mais è sostanzialmente stabile. I prezzi del mais sembrano avere per il momento raggiunto un equilibrio con gli altri cereali in attesa di vedere l evoluzione dell andamento commerciale per l orzo e, soprattutto, per il grano. Con una produzione prevista in leggero aumento le poche possibilità di incremento del consumo del mais sono legate all impiego energetico, mentre per il consumo zootecnico la competizione con il grano rischia di rendere «pesante» il mercato del mais. I prezzi sul Matif si sono attestati fra 143 e 145 euro/t, mentre i prezzi Fob dalla Francia sono pari a 149,25 euro/t sia sull Atlantico che sul Mediterraneo. In Ungheria la poca merce offerta vale intorno a 120 euro/t per il prodotto in partenza. Mondo. Il mercato Usa trova supporto dai continui acquisti da parte della Cina; nell ultima settimana le vendite verso il Paese asiatico hanno riguardato 120.000 tonnellate con la possibilità che tale quantitativo venga raddoppiato in questi giorni. Si comincia a ipotizzare che la produzione sia stata sovrastimata dal Governo cinese (155 milioni di tonnellate) e qualche operatore stima per la corrente campagna importazioni per ben 3 milioni di t (negli anni scorsi praticamente nulla). Le semine negli Usa hanno raggiunto l 80% e sono molto più avanti degli anni scorsi; la situazione climatica è al momento ideale con la possibilità di ottime rese per il prossimo autunno. L IGC di aprile stima una produzione mondiale di mais nella prossima campagna di 809 milioni di tonnellate, mentre per quella corrente indica un quantitativo in aumento da 800 a 803 milioni di t. Nella campagna in corso il consumo energetico (etanolo) passa nel mondo da 110 a 128 milioni di t. I prezzi fob in dollari/t sono pari a 161 dagli Usa, 159 dal Sudafrica, 172 dall Argentina e 183 dal Mar Nero. varie I sei semi che sconvolsero l agricoltura Il 25 aprile potrebbe passare alla storia, si fa per dire, del nostro Paese per aver visto la prima semina in campo aperto di mais geneticamente modificato. Per la verità, trattandosi di sei piante, la dizione «campo aperto» è sicuramente eccessiva, ma il significato resta, ammesso che sia tutto vero. Ricapitoliamo per chiarezza gli eventi. Le danze sono aperte a fine mese da Giorgio Fidenato (Agricoltori Federati) e Leonardo Facco (Movimento Libertario) i quali annunciano che il 30 aprile semineranno piante di mais geneticamente modificato come forma di protesta contro il divieto imposto dal decreto ministeriale firmato dai ministri delle politiche agricole Luca Zaia, della sanità Ferruccio Fazio e dell ambiente Stefania Prestigiacomo. Di fronte a questa provocazione si è subito attivato il fronte del no agli ogm. È sceso addirittura in campo, venerdì 30 aprile, Luca Casarini, noto esponente dei cosiddetti no global, che, insieme ad altri, ha consegnato un esposto ai Carabinieri di Maniago. Dopodiché il gruppo si è recato nell azienda di Fidenato dove si presumeva dovesse avvenire la semina. Iniziativa fallita perché, secondo quanto affermato da Fidenato, la semina era in realtà avvenuta il giorno 25, in un sito «segreto». Il tutto è documentato da un filmato visibile anche su Youtube. Avendo mancato il «momento clou» della semina, il gruppo capeggiato da Casarini si è recato nella sede di Agricoltori Federati a Pordenone, dove hanno fatto irruzione scrivendo slogan sui muri e insultando e spintonando Fidenato e altri presenti.

«Terrorismo ecologico» Fin qui i fatti. Ovviamente non c è alcuna certezza che la semina di mais gm sia effettivamente avvenuta, ma l obiettivo che Fidenato e soci si prefiggevano, cioè smuovere le acque, è stato certamente raggiunto. Le reazioni, infatti, non si sono fatte attendere e il loro tono conferma la totale incomunicabilità tra i due fronti. Cominciamo con il comunicato di «Per un Italia libera da ogm» (che raccoglie svariate organizzazioni, da Coldiretti a Legambiente, da Legacoop alla Cia, da Federconsumatori al Codacons): «Contro atti di terrorismo ecologico si legge - occorre reagire con la più ferma determinazione per ripristinare la legalità. Dopo l istigazione, il reato di messa a coltura di piante geneticamente modificate costituisce una manifestazione del disprezzo da parte del signor Fidenato e di uno sparuto gruppo di pseudo agricoltori non solo dell ordine pubblico, ma soprattutto dei beni comuni ambientali e della sicurezza alimentare». Si chiede quindi «l immediata convocazione del Comitato provinciale per la sicurezza e l avvio di indagini dirette a individuare l area coltivata per disporne il sequestro e procedere alle operazioni di bonifica». Rincarano la dose i Vas (Verdi, ambiente e società) secondo i quali «la semina di sei chicci di mais Mon810 avvenuta illegalmente non può assolutamente diventare un cavallo di Troia che fornisca a un ridicolo gruppo di agricoltori la possibilità di sedersi a un tavolo istituzionale a trattare del futuro della nostra agricoltura e alimentazione». Si potrebbe discutere, a questo proposito, su quale sia l autorevolezza dei Vas in materia, vista la scientificità di alcune loro affermazioni, e di conseguenza chi sia più ridicolo, ma soprattutto non si capisce perché dovrebbe essere impedito agli agricoltori favorevoli agli ogm di sedersi a un eventuale tavolo istituzionale. Futuragra sceglie le vie legali Sul fronte opposto c è da segnalare l opinione di Futuragra, l associazione che con il vicepresidente Silvano Dalla Libera ha condotto la battaglia che ha portato alla sentenza del Consiglio di Stato favorevole alla sperimentazione degli ogm. Pur dissociandosi dalla decisione di seminare piante gm, Futuragra sottolinea che «Le tensioni seguite alla manifestazione dei disobbedienti a Pordenone sono il risultato del clima da caccia alle streghe scatenato da quanti continuano ad alimentare false paure e posizioni ideologiche usando le biotecnologie in modo strumentale. Futuragra stigmatizza ogni atto di aggressione e ribadisce che la sua battaglia proseguirà per vie legali, auspicando che l invito al dialogo del ministro Giancarlo Galan si traduca rapidamente in iniziative concrete». Galan: non bloccare la ricerca L ultima parola la riserviamo appunto al nuovo ministro Giancrlo Galan che, confermandosi più sobrio nei toni rispetto al suo predecessore, ha dichiarato: «Non ho intenzione di mettere in discussione la linea seguita fin qui dal Governo. Ho semplicemente detto, e lo ribadisco, che anche per quanto riguarda gli ogm non si può rinunciare alla ricerca. Anche perché altrimenti la farà comunque qualcun altro. Le posizioni ideologiche come gli stop assoluti avrebbero impedito anche la ricerca sulla medicina nucleare, che si chiamerà pure così ma ha salvato la vita di milioni persone». «Io sono sempre stato a favore della ricerca e del sapere ha continuato Galan e ho intenzione di proseguire su questa strada anche per gli ogm. Non si può aver paura di conoscere, bisogna aprire le porte dei nostri laboratori. Vale la pena ricordare che anche in Italia ci sono fior di intelligenze che lavorano e hanno lavorato a progetti di sperimentazione in questo campo. Si tratta di personale altamente qualificato che, rischiando di rimanere disoccupato, potrebbe scegliere di trasferirsi altrove. Lamentarsi, poi, per la fuga dei cervelli diventerebbe complicato. Una delle principali condizioni che attira le intelligenze del mondo è la libertà di ricerca».

Seme non certificato: Assosementi mette in guardia contro le frodi Dopo il decreto del Ministero dello scorso 25 febbraio non è più obbligatorio utilizzare seme certificato per accedere ai contributi previsti dall art. 68 per il grano duro. A raccolti conclusi, entro fine estate, il problema entrerà nel vivo, tecnici dell industria di trasformazione e agronomi sono concordi nel consigliare il seme certificato, ma molti agricoltori, complice anche il basso prezzo del grano duro, potrebbero essere tentati dall utilizzare seme non certificato. «La legge sementiera italiana, così come quella comunitaria, permette il reimpiego di granella aziendale a uso seme solo ed esclusivamente all interno dell azienda in cui questo materiale viene prodotto». A mettere in guardia contro le frodi sulle sementi è Carlo Invernizzi, presidente del gruppo cereali di Assosementi. Invernizzi quali azioni in «ambito seme» sono illegali e a cosa danno origine? Le più comuni sono lo scambio o la compravendita di seme non certificato tra gli agricoltori, l acquisto di seme senza il cartellino ufficiale di certificazione da figure commerciali (stoccatori, rivenditori ecc..) o presentato o etichettato come «uso seme» o «uso zootecnico». A parte l impatto negativo sulla qualità delle produzioni, queste operazioni illegali sono motivo di concorrenza sleale nei confronti dei produttori di seme certificato e determinano cambi di destinazione d uso non ammessi e irregolarità nei documenti di trasporto e di magazzino. Inoltre, comportano chiaramente il mancato pagamento delle royalty che sono l unica forma per remunerare il lavoro di miglioramento che sta alla base di ogni varietà. E negli altri Paesi com è la situazione? In alcuni Paesi comunitari il tasso di impiego di seme non certificato ha raggiunto percentuali anche più elevate di quelle italiane, però in molti di essi (Francia, Olanda, Regno Unito, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, di recente anche Ungheria e Polonia) i costitutori e le aziende sementiere d accordo con le organizzazioni degli agricoltori sono riusciti ad attivare meccanismi di raccolta delle royalty sulla granella aziendale utilizzata come seme direttamente dagli agricoltori. Inoltre in molti Paesi, d intesa con gli organi ufficiali, sono state avviate campagne mediatiche per combattere le illegalità. Frodi sulle royalty: di che cifre parliamo in Italia? Si può stimare che per i cereali a paglia (frumento duro e tenero, orzo, riso, ecc.) il volume di risorse generato in Italia dalle sole royalty sulle sementi certificate sia di circa 4-5 milioni di euro all anno. Mi sembrano pochi per aiutare davvero la ricerca. Le aziende sementiere del nostro Paese raccolgono introiti limitati di royalty per motivi strutturali, le superfici agricole relativamente modeste coltivate in Italia, e per la scarsa diffusione delle varietà italiane in altri mercati europei o mondiali. L innovazione che il miglioramento genetico apporta è alla base delle agricolture più competitive. Per garantirsi programmi di ricerca ambiziosi e strutturati secondo le più moderne tecniche di breeding, l intero sistema agroalimentare italiano, dai produttori agricoli all industria di trasformazione e finanche ai responsabili politici, dovrebbe cominciare a riflettere e confrontarsi seriamente su come sia possibile migliorare la difesa della proprietà intellettuale e la capacità di innovazione.