Alfabeto fonetico Fonetica. Parlato e scritto L alfabeto fonetico Si basa sulla corrispondenza tra grafema e fono: una sola lettera per un solo suono e, viceversa, un solo suono cui corrisponde una sola lettera; l alfabeto fonetico più utilizzato è il cosiddetto alfabeto fonetico internazionale (international phonetic alphabet), inventato e proposto dall Associazione Internazionale di Fonetica. 1
L alfabeto fonetico Funzionamento dell alfabeto fonetico Ad esempio, la lettera dell alfabeto latino K rimanda sempre ad un suono di tipo occlusivo velare sordo: utilizzeremo lo stesso simbolo per trascrivere il suono iniziale della parola italiana casa così come dell inglese cat, dello spagnolo cabeza o del francese cuisine, ovvero una stessa lettera indipendentemente dal sistema linguistico di riferimento. L alfabeto fonetico Alfabeto fonetico internazionale Utilizza le lettere latine con l aggiunta di altri segni e di alcuni diacritici; utilizza molto le parentesi per la trascrizione, come parentesi quadre per la trascrizione fonetica, e parentesi uncinate per trascrizione grafemica. 2
Per un adeguato studio della Fonetica articolatoria, è necessario cominciare dalla descrizione dell apparato fonatorio umano. Solo l uomo è un animale parlante: gli animali possono comunicare tra di loro con un codice sofisticato ma che non arriva ad essere così articolato come quello umano. Studi di comparazione fisiologica tra la laringe umana e l analogo organo di produzione del suono nei primati: la laringe umana presenta caratteristiche specifiche marcate che collocano la natura umana su un piano completamente diverso rispetto a quello dei primati. L apparato fonatorio di un bambino appena nato assomiglia all apparato fonatorio di un primate: man mano che il bambino cresce, si ottiene una configurazione tipicamente umana assai distante da quella dell animale primate. 3
Suoni linguistici: sono prodotti sfruttando il flusso di aria che fuoriesce dai nostri polmoni; quelli delle lingue naturali vengono prodotti sfruttando la pressione dell aria in uscita dal nostro apparato respiratorio: si tratta di un tipo di flusso di aria detto polmonare egressivo in quanto origina nei nostri polmoni e fluisce verso l esterno dell apparato fonatorio stesso. Fonte del suono Si colloca nella laringe, all interno della quale si trova la glottide: contiene le corde vocali (pliche vocali), due membrane che modificano la loro posizione, aperta o chiusa: > se la glottide è chiusa, le pliche vocali sono accostate e possono vibrare al passaggio del flusso d aria in uscita; > se la glottide è aperta, le pliche vocali sono discoste e l aria può uscire durante l espirazione senza far vibrare le pliche vocali medesime. 4
Suoni linguistici: quelli prodotti mediante vibrazione delle pliche locali accostate sono detti suoni sonori; quelli nella cui produzione non è compresa una vibrazione delle pliche vocali sono detti suoni sordi. Dalla laringe l aria passa nella faringe, un organo che appartiene contemporaneamente sia all apparato respiratorio che a quello digerente; dopo la faringe troviamo il velo del palato (palato molle), un organo muscolare pendente dall alto verso il basso; proseguendo arriviamo alla cavità orale, fondamentale per la produzione dei suoni che di norma vengono utilizzati nelle lingue naturali. 5
Nella cavità orale troviamo gli organi fonatori propriamente detti: lingua: > è l articolatore più mobile tra quelli che entrano nell articolazione linguistica; > la sua funzione primaria non è una linguistica; palato: > cupola di carattere osseo rivestita di mucosa; Organi fonatori: alveoli dei denti e denti veri e propri; labbra; cavità nasali, separate dal setto nasale: a seconda che vi sia passaggio di aria espiratoria nelle cavità suddette si hanno suoni nasali oppure non nasali. 6
Nella classificazione articolatoria classica, una prima distinzione che viene operata è quella tra: le vocali: > si hanno quando il flusso di aria in uscita avviene senza che vi sia nessun tipo di occlusione; le consonanti: > si hanno quando c è ostruzione totale o parziale in punti diversi dell apparato fonatorio. Vocali Vengono classificate articolatoriamente secondo due parametri fondamentali: a) il timbro b) il grado di apertura Secondo questo parametro, vengono rappresentate in forma schematica geometrica, in: a) forma di triangolo, se c è una sola vocale aperta, come nel caso dell italiano; b) forma di trapezio, quando vi sono due vocali aperte, una di timbro anteriore e una di timbro posteriore, come nel caso dell inglese. 7
Timbro: si distinguono: > vocali anteriori o palatali > vocali posteriori o arrotondate Altezza della lingua: la lettera A è caratterizzata dal massimo grado di apertura ma anche dal fatto di essere la vocale più bassa poiché nella sua produzione la lingua occupa la posizione più bassa possibile nella cavità orale; le vocali chiuse sono considerate vocali alte poiché la lingua occupa la posizione più alta possibile nella cavità orale durante la loro produzione. Suoni approssimanti: vengono prodotti mediante l avvicinamento di un organo articolatorio ad un altro, senza tuttavia che vi sia un ostruzione della cavità orale tale da produrre un vero e proprio rumore, caratteristica tipica dei suoni consonantici; rientrano nella categoria quei suoni che la Fonetica tradizionale qualificava come semiconsonanti oppure come semivocali; secondo studi recenti, sarebbero suoni approssimanti anche i suoni cosiddetti liquidi. 8
Iato: incontro vocalico in cui ciascuna delle due vocali mantiene la propria funzione di apice sillabico: un esempio è in italiano la parola paura (pa u ra): > la prima vocale A costituisce apice sillabico, punto focale della prima sillaba; > anche la seconda vocale U forma apice sillabico; > la sillaba finale consiste in una consonante, la R, seguita da una vocale che è quella finale di parola. Dittongo: ascendente, in cui il suono approssimante precede la vocale apice sillabico: > in parole come uomo, ieri, piede siamo in presenza di dittonghi ascendenti; > la sonorità cresce e si passa da un suono approssimante ad una vocale piena. 9
Dittongo: discendente, in cui la vocale che è apice sillabico precede il suono approssimante e si chiama semivocale: > pausa e daino sono due esempi di dittonghi discendenti in cui la semivocale segue la vocale che funziona da apice sillabico; la sonorità decresce perché si passa da una vocale apice sillabico ad un elemento semivocalico. Copyright AVVISO - Ai sensi dell'art. 1, comma 1 del decreto-legge 22 marzo 2004, n. 72, come modificato dalla legge di conversione 21 maggio 2004 n. 128, le opere presenti su questo sito hanno assolto gli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi. Tutti i contenuti sono proprietà letteraria riservata e protetti dal diritto di autore della. Si ricorda che il materiale didattico fornito è per uso personale degli studenti, al solo scopo didattico. Per ogni diverso utilizzo saranno applicate le sanzioni previste dalla legge 22 aprile 1941, n. 633. Copyright UNIMARCONI 10