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1 Copyright @ John M. Nomikos e Andrew N. Liaropoulos Tutti i diritti riservati Autori Dr. John M. Nomikos. Direttore del Research Institute for European and American Studies (RIEAS), con sede ad Atene, Grecia, e Presidente del Mediterranean Council for Intelligence Studies (MCIS). Il Dr. Nomikos è specializzato in studi di intelligence nell area Europea e Americana, riforma dell intelligence, ordinamento delle agenzie di sicurezza nazionale, e sicurezza nell area del sud-est del Mediterraneo. Dr. Andrew N. Liaropoulos. Docente all Università di Piraeus, Grecia, e Analista Senior presso il Research Institute for European and American Studies (RIEAS). È specializzato in analisi della politica estera, e in riforma dell intelligence e del settore militare. Vera riforma o semplice risposta ai fallimenti dell intelligence? Alcune considerazioni sulla modernizzazione del servizio di intelligence nazionale greco (EYP - Ethniki Ypiresia Pliroforion) Abstract Scopo del presente articolo è quello di mettere in luce le sfide che la comunità di intelligence greca sta affrontando, e di enfatizzare la necessità di una vera riforma del servizio di intelligence nazionale greco (EYP - Ethniki Ypiresia Pliroforion). Nel corso degli ultimi anni, lo EYP ha sperimentato diversi fallimenti e fino ad oggi gli sforzi per riformarlo sono risultati inadeguati. Uno sguardo più attento, infatti, rivela che i tentativi di riforma del passato erano fondamentalmente una spasmodica reazione a fallimenti e pressioni politiche, anziché il frutto di un approfondita analisi del nuovo ruolo che lo EYP è chiamato a svolgere.

2 Introduzione La fine della Guerra fredda ha dato luogo a notevoli cambiamenti nel contesto internazionale, aggiungendo nuovi argomenti all agenda della sicurezza globale e modificando quelli ormai superati. Al giorno d oggi la sicurezza è definita sia in termini militari che non militari. Quest ultima definizione include il conflitto etnico e religioso, la proliferazione di armi di distruzione di massa, il terrorismo, il crimine organizzato e l immigrazione illegale. La sicurezza non è più quindi vista solo in termini militari; inoltre non è più possibile tracciare una chiara linea di demarcazione tra sicurezza interna ed esterna. 1 Al fine di fronteggiare efficacemente le nuove minacce alla sicurezza, gli stati devono quindi trasformare il loro apparato di sicurezza. I servizi di intelligence sono una componente importante del c.d. comparto sicurezza, e la necessità di riorganizzare la comunità di intelligence è stata varie volte presa in considerazione nel corso degli ultimi anni. 2 È in tale contesto che il presente articolo evidenzia le sfide che la comunità di intelligence greca sta affrontando, e mette in luce la necessità di una riforma del servizio di intelligence nazionale greco (EYP). Lo scopo è quello di contribuire al dibattito sul (mal)funzionamento dello EYP, e suggerire una serie di raccomandazioni che ne possano incrementare l efficienza. A tal fine, per prima cosa occorre esaminare il concetto di riforma dell intelligence, definire la ratio delle riforme ed analizzare le relative problematiche. Dopo aver formulato il concetto summenzionato di riforma dell intelligence, procederemo con l analisi del caso studio dello EYP. L articolo esamina gli aspetti salienti della storia dello EYP, mettendo in rilievo gli sviluppi e i fallimenti occorsi durante l ultimo decennio. Oggetto di questa indagine sono le modalità con le quali il governo greco ha risposto a questi fallimenti e gli sforzi fatti per modernizzare lo EYP. La conclusione raggiunta è che la riforma dello EYP non deve essere una reazione spasmodica ai passati fallimenti ed alle pressioni politiche, quanto piuttosto il risultato di un approfondita analisi del nuovo ruolo che il Servizio è chiamato a svolgere.

3 La riforma della comunità di intelligence Nell epoca post 11 settembre 2001, l intelligence è stata chiamata ad affrontare una serie di sfide senza precedenti. Il contesto internazionale ha subito delle trasformazioni e presenta maggiori complessità rispetto a quello nel quale operavano i servizi di intelligence nel corso della seconda metà del ventesimo secolo. In particolare, mentre la Guerra Fredda forniva un contesto ragionevolmente prevedibile e lineare per la comunità di intelligence, l inizio del ventunesimo secolo ha segnato un punto di svolta per la sicurezza nazionale. L intelligence ha infatti da allora dovuto affrontare una maggiore varietà di nemici e minacce, di complessità sempre più elevata. La comprensione lineare delle questioni di intelligence che tanto ha caratterizzato il periodo della Guerra Fredda è ormai un ricordo. 3 Le richieste di riforma dell intelligence, che emergevano piuttosto occasionalmente dopo la fine della Guerra Fredda, sono ora divenute un imperativo. La letteratura sulla riforma dell intelligence è piuttosto varia in termini sia di oggetto sia di metodologia. Gli argomenti maggiormente trattati sono quelli relativi all organizzazione della comunità di intelligence, al processo analitico, all utilità delle fonti aperte, al rapporto tra decisore e analista, alle covert operations, ed al ruolo svolto dalle tecnologie informatiche. Alcuni studiosi esaminano singole agenzie, mentre altri analizzano specifiche discipline dell intelligence come la human intelligence o la open source intelligence. Anche sotto il profilo metodologico la letteratura scientifica è piuttosto diversificata: alcuni studi adottano un approccio dall alto verso il basso o viceversa, mentre altri identificano modelli storici di mutamento. 4 Con riguardo al grado della riforma, William Lahneman, identifica tre ampie categorie. 5 Il primo gruppo di studiosi dell intelligence adotta una visione cauta della riforma dell intelligence. Essi infatti ritengono che gli sforzi fatti per cambiare in maniera incisiva il funzionamento della comunità di intelligence possa alla fin fine causare più danni che benefici. La riorganizzazione normalmente genera infatti nuove problematiche e necessità; la creazione di una nuova agenzia o di una unità specializzata genera uno spostamento dell attenzione su di un altra area, con il conseguente rischio di mettere in secondo piano le precedenti priorità e strutture. Tali studiosi inoltre affermano che i fallimenti dell intelligence non solo sono inevitabili ma anche naturali, e che il verificarsi, di tanto in tanto, di attacchi non previsti non debba minare il successo sostanziale della comunità d intelligence. 6 Un secondo

4 gruppo di esperti ritiene invece che la c.d. Revolution in Intelligence Affairs (RIA) è già in corso e che, pertanto, una riforma marginale non è sufficiente. I sostenitori di questa visione affermano che gli approcci tradizionali all intelligence non raggiungono oggigiorno lo scopo prefissato, e chiedono a gran voce una trasformazione radicale della comunità di intelligence. 7 Infine, il terzo gruppo, che costituisce la maggioranza, adotta una posizione più equilibrata rispetto a quelle più radicali appena enunciate. Essi ritengono che la decisione di riformare la comunità di intelligence può sì essere rivoluzionaria, ma la sua implementazione è sempre incrementale. Una riforma incisiva dell intelligence è vista come necessaria, ma a differenza dell approccio rivoluzionario, essi affermano che il cambiamento debba piuttosto essere evolutivo. È però opportuno chiedersi quando e come la comunità di intelligence debba essere riformata. La moderna comunità di intelligence che si è sviluppata nel corso della Guerra Fredda ha acquisito tutte le caratteristiche delle ampie burocrazie di matrice Weberiana. 8 Le amministrazioni principalmente vengono riformate in seguito ad un fallimento, al quale cercano di far fronte attraverso la creazione di nuove unità, e la richiesta di un aumento di fondi e di personale. Le agenzie di intelligence non fanno eccezione a questa realtà. Il modello storico di riferimento è piuttosto esemplificativo. Praticamente ogni intelligence failure verificatasi in passato, ha dato luogo alla creazione di una nuova agenzia di intelligence o di una unità per il coordinamento delle esistenti strutture. La Central Intelligence Agency (CIA), ad esempio, è stata creata in seguito all intelligence failure verificatasi a Pearl Harbor. Essa fu istituita con il National Security Act del 1947 al fine di coordinare le attività di intelligence. Similmente, nel 1986, in risposta agli attacchi terroristici contro obbiettivi americani verificatisi all inizio degli anni 80, l allora Direttore della Central Intelligence (DCI), William Casey, creò il Counter Terrorism Center (CTC). Nel 1994, in seguito al caso Aldrich Ames, fu creato il National Counterintelligence Center (NACIC) il quale, dopo il caso Robert Hansen del 2001, fu riorganizzato e rinominato National Counterintelligence Executive (NCIX). 9 Diversi cambiamenti introdotti successivamente all 11 settembre hanno seguito lo stesso schema. La creazione del Department of Homeland Security (DHS) e le nuove figure di Director of National Intelligence (DNI) e di Under-Secretary of Defense Intelligence (USDI), sono solo alcuni esempi. Le varie unità specializzate, come il Terrorist Threat Integration Center (TTIC), istituito nell ambito del DHS, il National

5 Clandestine Service (NCS) della CIA e l Open Source Center (OSC) che opera sotto il Director of National Intelligence, illustrano chiaramente la portata e l obbiettivo di tale cambiamento. La riforma dell intelligence community è un compito complesso che non trova soluzioni semplici. La pregressa esperienza dimostra che la riorganizzazione strutturale su larga scala implica una serie di compromessi tra obbiettivi e priorità tra loro in competizione. Il bilanciamento tra centralizzazione e decentralizzazione, la necessità di preservazione dei segreti, ma al contempo l esigenza di scambiare le informazioni, il rapporto tra produttori e consumatori dell intelligence, la necessità di bilanciare la protezione delle fonti e dei metodi da un lato con la salvaguardia delle libertà civili dall altro, sono solo alcuni dei dilemmi che i riformatori dell intelligence sono chiamati ad affrontare. La scelta tra le diverse alternative in conflitto, così come la decisione per una riorganizzazione radicale o incrementale, dipende dalla tipologia di minacce alla sicurezza nazionale che si prevede di dover affrontare. Un nuovo sistema di intelligence deve essere infatti adatto a far fronte a determinate minacce, ma al tempo stesso può risultare inappropriato per affrontarne altre. La riorganizzazione della comunità di intelligence attraverso la creazione di nuove agenzie e unità è una soluzione politica del problema frequentemente adottata. Essa permette ai politici di dimostrare che sono stati presi dei provvedimenti, ma non necessariamente questi si traducono in una intelligence nazionale migliore e più efficace. Tuttavia, tale modello persiste e solleva una serie di importanti quesiti. Anche se la riforma è necessaria, la creazione di nuove agenzie è davvero sempre la giusta soluzione? La riforma dell intelligence è solo uno stratagemma impiegato dai politici per dimostrare che si stanno impegnando a risolvere dei problemi? La riforma dell intelligence risponde ad una precisa agenda politica? Dopo aver delineato i termini del dibattito sulla riforma dell intelligence, andiamo ora focalizzare la nostra attenzione sulla riforma dell intelligence community greca. Perché si è deciso, in primo luogo, la riforma dello EYP? Ciò è avvenuto a causa del nuovo e maggiormente articolato contesto emerso nell era post Guerra Fredda? Alcuni fallimenti hanno costituito dei fattori scatenanti la riforma? Quali sono i fattori che hanno maggiormente influenzato i politici in Grecia? Il clima politico post 11 settembre che ha reclamato cambiamenti nei servizi segreti o i problemi in seno alla nazione, come il terrorismo interno e l organizzazione dei Giochi Olimpici del 2004?

6 L eredità del passato: dal KYP allo EYP Il primo tentativo di creare un unità di intelligence in Grecia avvenne nel 1926 con la l istituzione di una Sezione per la Sicurezza dello Stato. Tale unità di intelligence tuttavia operò solo per un anno e mezzo, facendo rapporto direttamente al presidente. Dieci anni dopo, fu creata una nuova sezione, l Unità di Intelligence della Difesa. Nel novembre del 1936, questa fu rinominata Direzione Generale dei Cittadini Stranieri e, nonostante le risorse limitate a disposizione, funzionò effettivamente durante le Seconda Guerra Mondiale. Nel 1946, fu poi costituita una nuova unità di intelligence militare, il Dipartimento di Difesa Militare, che nel 1949 fu rinominato Direzione Generale delle Informazioni. Da questo organismo discese poi, nel 1953, il Servizio di Intelligence Centrale (KYP). 10 Il KYP fu costituito, conformemente agli standard occidentali, come un autonoma agenzia alle dirette dipendenze del Primo Ministro, avente come obbiettivo la difesa della sicurezza nazionale. Durante la Guerra Fredda, il KYP aveva, tra i suoi obbiettivi, quello di far fronte alla minaccia del comunismo interno e internazionale, e di raccogliere informazioni di intelligence sugli stati confinanti con il paese. Il KYP cooperò con i servizi segreti occidentali, principalmente con quelli di Francia, Regno Unito e Stati Uniti, riferendo i movimenti della flotta sovietica nel Mar Egeo e le capacità delle Forze Armate del Patto di Varsavia. Come parte delle sue responsabilità interne, il KYP fu coinvolto negli sviluppi politici in favore della Destra, procedendo alla cattura dei comunisti e degli oppositori della monarchia. 11 Il personale del servizio segreto era costituito da ufficiali dell esercito di orientamento politico di destra, e alcuni di essi, come i colonnelli George Papadopoulos e Nikolaos Makarezos, divennero più tardi i rappresentanti primari della giunta militare nel periodo 1967-1974. 12 Benché il KYP non ebbe un ruolo diretto nel colpo di stato, esso fu uno tra gli attori chiave che contribuirono a supportare la giunta e che si adoperarono contro le organizzazioni di resistenza anti-dittatoriale. La restaurazione della democrazia, avvenuta nel 1974, cambiò nuovamente lo scenario politico in Grecia. La legalizzazione del Partito Comunista Greco e l assassinio del Capo Sezione della CIA ad Atene, Richard Welch, mutarono le priorità del KYP. Il suo obbiettivo principale non era più il comunismo interno bensì il terrorismo. 13 Verso la fine degli anni 80, i Socialisti succedettero al governo del paese e tentarono di tenere il KYP imbrigliato sotto il loro controllo, assegnandovi

7 propri funzionari. In tal modo però il servizio di intelligence fu praticamente come paralizzato sotto il peso del patronato politico. 14 Il KYP fu poi riformato nel 1986 con un nuovo Decreto Presidenziale, il 1645/1986, che ne cambiò il nome in Servizio di Intelligence Nazionale (EYP). La sua missione, così come definita nell articolo 2, include la raccolta, l analisi e la disseminazione delle informazioni relative alla sicurezza nazionale, le attività di contro-intelligence e la sicurezza delle comunicazioni nazionali. 15 Al pari del KYP, il suo successore è un servizio che si occupa sia delle minacce interne (controspionaggio, antiterrorismo) sia di quelle esterne (politiche e militari). Occorre evidenziare al riguardo come durante la stesura del Decreto Presidenziale summenzionato, non ebbe luogo alcun dibattito politico in merito a quale tipo di servizio di intelligence la Grecia necessitasse, e se si dovesse mantenere il modello dell agenzia unica piuttosto che creare delle nuove agenzie. 16 La risposta ai fallimenti e la realizzazione della riforma Nell epoca post Guerra Fredda, le agenzie di intelligence devono ridefinire il loro ruolo e stabilire nuove priorità. Non è avvenuto così però per lo EYP. La comunità di intelligence greca, infatti, non prese in considerazione le necessità di modernizzazione e adattamento alle sfide che il nuovo contesto della sicurezza imponeva. Piuttosto, essa mantenne immutata la propria agenda, che prevedeva la raccolta di informazioni di intelligence sui paesi con essa confinanti, principalmente la Turchia, e sui gruppi terroristici interni. Diversi fallimenti nel corso degli anni hanno manifestamente dimostrato che lo EYP rassomiglia ad una organizzazione rigida e inflessibile, dotata di risorse e capacità operative limitate. Nel 1999, la credibilità dello EYP fu seriamente compromessa dal ruolo svolto nel caso Öcalan. Nel gennaio del 1999, il capo del movimento politico curdo, Abdullah Öcalan, richiese asilo politico all Italia, alla Russia ed infine alla Grecia. Tutti i governi, Grecia inclusa, non gli garantirono però alcun asilo politico. Nonostante questo, Öcalan fu trasferito da un agente dello EYP all ambasciata greca di Nairobi, in Kenya. Il 15 febbraio 1999, Öcalan fu catturato a Nairobi, attraverso un operazione condotta dall agenzia di intelligence nazionale turca (MIT), mentre veniva trasferito dall ambasciata greca all aeroporto internazionale. La cattura fu agevolata del flusso continuo di informazioni che il MIT ricevette dai satelliti statunitensi e da altre tecnologie, così come dall assistenza di agenti americani sul

8 campo. La decisione di Atene di scegliere il Kenya sollevò una serie di domande, vista la forte presenza americana in quella zona dopo l attentato dinamitardo compiuto contro l ambasciata americana a Nairobi, avvenuto solo un anno prima. Successivamente alla sua cattura, Öcalan fu trasferito in Turchia per essere sottoposto a processo. Arresto che causò le proteste di migliaia di curdi, che manifestarono davanti alle ambasciate greche di tutto il mondo. 17 Dopo il caso Öcalan, il governo greco fu criticato anche per l incapacità dimostrata nel contrastare il terrorismo interno e per non aver dato prova di progressi nel predisporre il servizio di sicurezza per i Giochi Olimpici del 2004. Fu solo dopo il 1999 che il governo Greco dimostrò la sua dedizione ed una sollecitudine senza precedenti nel far fronte alla minaccia del terrorismo, il quale divenne oggetto di un intensa attività di contrasto, la quale comportò una rivisitazione di tutte le politiche e misure contro di tale fenomeno. I Giochi Olimpici che si tennero ad Atene portarono il problema del terrorismo al primo posto nell agenda politica della sicurezza. Il governo era consapevole che la sua inabilità nel far fronte in maniera effettiva al terrorismo stava danneggiando l immagine del paese a livello internazionale. 18 Ed un attacco terroristico che in effetti minò l immagine internazionale del paese accadde il giorno 8 giugno 2000, quando il brigadiere Stephen Saunders, distaccato presso l ambasciata inglese ad Atene, fu assassinato dai membri del gruppo terroristico denominato 17 novembre. 19 Il fatto, che avvenne quando il governo stava cercando di persuadere la comunità internazionale dell impegno profuso e la sua abilità nel contrastare il terrorismo, provocò un forte choc nell ambiente politico locale. L assassinio del brigadiere Saunders diede luogo ad una svolta nella lotta al terrorismo, agendo come catalizzatore di cambiamenti radicali a livello operativo. Naturalmente, l intelligence inglese si interessò al caso Saunders e partecipò alla caccia del gruppo 17 novembre, fornendo un importante assistenza. Gli inglesi intervennero infatti in maniera sistematica, apportando un rilevante patrimonio di conoscenze, e fornendo intercettazioni e altre prove tecniche. 20 I fallimenti nel caso Öcalan nel 1999 e l assassinio dell addetto militare inglese Stephen Saunders nel 2000, così come la scarsa pianificazione della sicurezza in occasione dei Giochi Olimpici, generarono un enorme pressione politica sul governo Greco. In risposta a tali pressioni, sia interne che esterne al paese, il governo adottò una serie di misure nel tentativo di migliorare l efficienza del suo apparato di sicurezza.

9 A partire dal 2001, lo EYP fu portato sotto la direzione del Ministro dell Ordine Pubblico, affinché contribuisse alla campagna anti-terroristica e fornisse assistenza per la sicurezza dei Giochi Olimpici. Prima che ciò avvenisse, lo EYP era alle dirette dipendenze del Primo Ministro. Tuttavia, una vera riforma dei servizi di intelligence richiede più che un mero ripensamento dell organigramma della comunità di intelligence, anche se la risposta più comune ai fallimenti è proprio la riorganizzazione, la quale può però minare l efficienza dell intelligence. Quando infatti una nuovo livello burocratico viene inserito nella comunità di intelligence, questo può scatenare contese con gli organismi preesistenti, lotte per l assegnazione dei fondi previsti dal budget relativo all intelligence, e la demoralizzazione del personale di quelle agenzie che sono state surclassate dall introduzione della nuova amministrazione. 21 Questo è quanto accaduto per lo EYP. Il mero trasferimento della direzione dell agenzia dal Primo Ministro al Ministro dell Ordine Pubblico, non ha necessariamente beneficiato la comunità di intelligence. Questo nuovo assetto ha anzi contribuito ad un rafforzamento dell influenza delle forze dell ordine, che ha fatto scemare l indipendenza dello EYP dalla polizia. Inoltre, esso ha rivelato l antagonismo nella lotta al terrorismo tra lo EYP e l Unità Antiterrorismo della polizia. Lo EYP ha sempre avuto un budget limitato, ma ora deve anche competere con la polizia nella ripartizione dei fondi del Ministero. 22 Occorre al riguardo notare come il livello della contesa e l antagonismo, possono subire un impennata nel prossimo futuro. In seguito alle ultime elezioni amministrative, avvenute del settembre del 2007, il Ministero dell Ordine Pubblico è stato accorpato al Ministero degli Interni, e ancora resta da vedere se il ruolo dello EYP, come organismo di tale ultimo ministero, ne esca rafforzato o meno. Il passo successivo compiuto verso la riforma dello EYP, fu il Decreto Presidenziale emanato il 25 settembre 2002. 23 Tale Decreto fu emesso in un periodo in cui la polizia stava facendo grandi progressi nella lotta contro il terrorismo interno, mentre lo EYP ne era stato escluso a causa delle debolezze mostrate in passato in questo settore di intervento. Al fine quindi di promuoverne il ruolo, il summenzionato Decreto assegnò allo EYP un agenda più ampia, rendendolo responsabile anche per la lotta al crimine organizzato, l immigrazione illegale, e il traffico di droga: tutti settori che fino ad allora erano di esclusiva competenza della polizia. Il nuovo mandato operativo dello EYP è stato inoltre reso effettivo con un implementazione delle capacità di

10 sorveglianza elettronica. Nel tentativo di indebolire la componente militare e di polizia interna al Servizio, fu incrementata la consistenza di organico del personale civile del ruolo tecnico-scientifico. Un altra importante innovazione fu la previsione di un regime di accountability, ossia la responsabilizzazione dello EYP verso il Parlamento greco. Ogni anno infatti il Vice Ministro dell Interno, quale capo del Servizio, è tenuto a sottoporre al Parlamento un rapporto sulle attività condotte, rafforzando così il suo ruolo istituzionale nell ambito del sistema democratico. Il Decreto inoltre mirava a rendere lo EYP un Servizio flessibile ed efficiente, che cooperasse con gli altri ministeri ed agenzie ai fini della salvaguardia della sicurezza nazionale. Benché sia ancora presto per addivenire a delle conclusioni fondate circa l efficacia del suddetto piano di riforma, alcune considerazioni possono essere effettuate. Il rafforzamento delle capacità di sorveglianza elettronica e la sottoposizione dello EYP all intelligence oversight, rappresentano indubbiamente dei passi nella giusta direzione. Dall altro lato però l ampliamento dei compiti istituzionali dello EYP senza che questo sia stato dotato di adeguati mezzi e personale, risulta controproducente. Appare infatti irragionevole pretendere che il Servizio, da mal equipaggiato e rigido quale è diventi improvvisamente in grado di fronteggiare tutte le minacce, sia interne che esterne. A questo si aggiunga che l ampio mandato assegnatogli, ha ingenerato un contrasto con le singole unità della polizia che già si occupavano esclusivamente di quelle stesse minacce di cui ora si occupa anche lo EYP. 24 Fra l altro la prassi di reclutare il personale dello EYP tra gli ufficiali delle forze armate e i funzionari di polizia si è rivelata inadeguata. Occorre una nuova generazione di agenti operativi e di analisti di intelligence altamente preparati e qualificati. Nonostante ciò, la pratica di patrocinare il distaccamento presso lo EYP di funzionari militari e di polizia, così come l assunzione del personale civile, è tuttora in auge. Secondo Pavlos Apostolidis, Direttore dello EYP durante il periodo 1999-2004, i suddetti funzionari ambiscono ad essere distaccati presso lo EYP in ragione dei vantaggi dovuti al fatto di dover risiedere ad Atene, dell orario d ufficio, e del compenso extra. Lo EYP inoltre offre l opportunità di ricompensare quei funzionari che risultino fedeli ad un determinato partito politico o ad un singolo ministro. Ne consegue però che, con questo sistema, il Servizio raramente dispone del personale di cui ha effettivamente bisogno. Inoltre, i funzionari che vengono distaccati presso lo EYP di solito vi permangono per un periodo di tempo limitato, da tre a cinque anni,

11 con la conseguenza che nel momento in cui essi hanno acquisito la necessaria esperienza operativa, si ritrovano trasferiti nuovamente alla loro amministrazione di provenienza. 25 Alla luce di quanto appena detto, si può affermare che la modernizzazione dello EYP è ancora lungi dall essere raggiunta. Coloro che si oppongono al processo di riforma della comunità di intelligence, normalmente ne mostrano solo i successi, per dimostrare che le agenzie di intelligence agiscono efficacemente nella maggior parte dei casi. Se da un lato è però necessario riconoscere allo EYP il ruolo significativo da esso svolto nel dissolvimento del gruppo terroristico 17 novembre, avvenuto nel 2002, e per aver garantito la sicurezza dei Giochi Olimpici nel 2004, dall altro occorre notare come lo sviluppo di un apparato di intelligence più efficiente, e il coordinamento tra il governo, la polizia e l autorità giudiziaria, avrebbe potuto condurre ad una più precoce identificazione e smantellamento del gruppo stesso. La Grecia ha risentito per decenni della mancanza di una strategia dell intelligence che facesse effettivamente pervenire le informazioni ai servizi di sicurezza impegnati nelle attività anti-terrorismo. Il risultato finale della campagna anti-terroristica fu invece l espandersi dell autorità, il verificarsi di lotte intestine alla burocrazia, e una scadente attività di raccolta, analisi e disseminazione delle informazioni di intelligence. 26 I successi, in altre parole, non devono oscurare il fatto che lo EYP non è adeguatamente preparato ad affrontare le nuove sfide che il ventunesimo secolo pone. I fallimenti nel caso delle intercettazioni telefoniche del 2004-2005 27 e il caso Pakistan, anch esso del 2005 28, dimostrano palesemente l inabilità dello EYP di adattarsi alle nuove sfide e minacce alla sicurezza nazionale. Il caso delle intercettazioni telefoniche fu rivelato nel corso di una conferenza stampa del 2 febbraio 2006, tenuta da tre ministri (il Ministro di Stato, Theodoros Roussopoulos, il Ministro per l Ordine Pubblico, George Voulgarakis, ed il Ministro della Giustizia, Anastasis Papaligouras). Più di 100 utenze di telefonia mobile, riconducibili per lo più a membri del governo Greco e ad alti funzionari civili, furono illegalmente intercettati per un periodo di almeno un anno. Tra le utenze intercettate vi erano quelle del Primo Ministro, Kostas Karamanlis, e di membri della sua famiglia, quelle di alti funzionari del Ministero della Difesa, degli Affari Esteri, dell Ordine Pubblico, quelle di membri del partito di maggioranza e del partito dell opposizione, il Movimento Socialista Panellenico (PASOK), e quelle del personale dello Stato Maggiore della Marina greca. Il software impiegato permise l intercettazione delle telefonate private

12 effettuate dal Primo Ministro greco e da numerosi dirigenti politici e militari, incluso il capo dello EYP, durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici in Grecia. Un successivo rapporto del governo, rivelò che le antenne che resero possibile l intercettazione erano state collocate in un appartamento vicino all Ambasciata degli Stati Uniti ad Atene. Lo EYP fu costretto ad addossarsi la colpa per l incapacità dimostrata di non essere in grado di proteggere la riservatezza della classe dirigente della nazione. Lo EYP inoltre ricevette una pubblicità negativa quando i membri della comunità pachistana in Grecia accusarono agenti dell intelligence greca di essere gli autori di rapimenti e di interrogatori segreti, condotti ai danni di loro connazionali, volti a verificare eventuali legami con estremisti islamici all estero. I rapimenti, erano stati presumibilmente condotti prima dei Giochi Olimpici, ed erano probabilmente correlati con le attività volte a garantire la sicurezza dei Giochi stessi. Al riguardo però lo EYP negò ogni coinvolgimento nei rapimenti ed rifiutò di fornire ulteriori commenti. La controversia relativa al caso suddetto, che vide l asserito rapimento ed interrogatorio di 28 immigrati pachistani residenti in Grecia, ha sollevato una serie di importanti interrogativi. La legge, naturalmente, prevede che i servizi di intelligence abbiano il potere di interrogare sospetti terroristi. Tuttavia, le autorità scelsero la via dell illegalità, e lo fecero in un modo che non può assolutamente sembrare accidentale. Tali pratiche non sono evidentemente esclusive dei sevizi di intelligence greci. Sotto la spinta della lotta al terrorismo internazionale, diversi governi europei hanno ceduto alla tentazione di tollerare ed in alcuni casi approvare pratiche di dubbia liceità. 29 Così come è stato nel passato recente per il caso Öcalan e l assassinio dell addetto militare presso l ambasciata inglese, Stephen Saunders, i casi delle intercettazioni telefoniche e del rapimento degli immigrati pachistani hanno nuovamente sollevato il problema della riforma dello EYP. In seguito a tutto questo, un disegno di legge di riforma fu sottoposto al Parlamento nel gennaio 2008. Il progetto di riforma statuisce: 30 - La creazione di una Sotto-Direzione per il Crimine Organizzato ed il Terrorismo che permetta al servizio di intelligence nazionale di far fronte alle necessità della una nuova era;

13 - L importanza dell istruzione attraverso l istituzione di una Direzione per la formazione, volta a fornire una moderna preparazione e specializzazione del personale; - La creazione di un unità speciale focalizzata sul contrasto degli attacchi informatici, che agisca in collaborazione con la polizia; - La previsione di un magistrato, interno al Servizio, con il compito di autorizzare o meno l effettuazione di operazioni speciali; - La creazione di un mini Consiglio per la Sicurezza Nazionale (interno al Servizio) che valuti le informazioni ricevute dal Ministro degli Interni, degli Affari Esteri, dell Economia, della Difesa, della Salute, dei Trasporti e Comunicazioni, e della Marina Mercantile; - La costruzione di un moderno sito web che fornisca informazioni al pubblico circa la storia, la missione, e le modalità di assunzione del Servizio, congiuntamente ad un forum di discussione come strumento di comunicazione con la cittadinanza; - L adozione di norme più severe per il personale del Servizio che riveli a terzi, ad esempio a giornalisti, informazioni riguardo al lavoro svolto o i nominativi di agenti del Servizio; - Per la prima volta, la legge contiene un articolo che fa riferimento alla cooperazione con organizzazioni scientifiche come università e istituti di ricerca specializzati, sia in Grecia che all estero; - Infine, una particolare enfasi viene posta sulla cooperazione internazionale, attraverso la previsione di un maggiore scambio di informazioni con i servizi di stati alleati. In netto contrasto con il precedente disegno di legge, quello attuale sembra avere un programma più ambizioso, che potrebbe essere da alcuni definito addirittura rivoluzionario se comparato con quello antecedente. Tale progetto di legge predispone il terreno di lavoro affinché la vera riforma abbia inizio. Ciò non toglie però che le nuove leggi e le innovazioni apportate alla struttura organizzativa costituiscono solo una parte di un complessivo progetto di riforma. Una vera riforma dipende innanzitutto dagli sforzi compiuti dalla stessa comunità di intelligence per la sua attuazione. Oltre alle innovazioni a livello strutturale e gerarchico, altri importanti aspetti critici di riforma riguardano poi il grado di cooperazione tra le agenzie di

14 intelligence e i vari ministeri interessati, la rivisitazione della prassi e della cultura dell intelligence, così come della sottostante infrastruttura di supporto, e l effettiva attuazione delle innovazioni da parte dei leader e del personale di tutta la comunità di intelligence. La complessità di quest ultima e degli equilibri in gioco, suggerisce che la riforma non sarà facile e non potrà soddisfare i difensori delle opposte esigenze in conflitto. Alla fin fine, il conseguimento dell equilibrio desiderato, richiederà più arte che scienza. 31 Conclusioni Per concludere, la riforma dello EYP si è rivelata, ad oggi, inefficiente e debole. La cosiddetta modernizzazione dello EYP è fondamentalmente una reazione spasmodica ai fallimenti ed alla pressione politica anziché il frutto di un approfondita analisi del nuovo ruolo che lo EYP è chiamato a svolgere oggigiorno. L esigenza di reagire alle intelligence failures ed alla pressione politica, esercitata sia a livello nazionale che internazionale, ha innescato una modernizzazione incompleta anziché un piano di riforma volto ad ottenere cambiamenti strutturali nella comunità di intelligence greca. Lo sforzo di modernizzazione ha dimostrato che le autorità volevano apportare alcuni cambiamenti piuttosto che implementarli effettivamente. Il mondo con cui si confronta la intelligence community richiede che le informazioni e le analisi di intelligence siano condivise, e che le prime provengano da diverse fonti, non solo da quelle riservate. 32 L ultima legge di riforma punta nella giusta direzione, tuttavia, indipendentemente dalle misure adottate, lo EYP non sarà mai in grado di fornire un intelligence accurata e tempestiva fino a quando il governo non decida una volta per tutte quale tipo di servizio di intelligence necessiti realmente. Un presupposto indispensabile per determinare la missione del servizio di intelligence nazionale, è un pubblico dibattito incentrato sulle nuove sfide alla sicurezza e sulle priorità di politica estera con cui la Grecia si sta confrontando.

15 Notes 1 Circa l ampliamento del concetto di sicurezza si veda Barry Buzan, People, States and Fear (Brighton: Harvester Wheatsheaf 1983). 2 Sul dibattito in merito alla riforma dell intelligence si veda Deborah G. Barger, Toward a Revolution in Intelligence Affairs (Santa Monica CA: RAND 2005), Amy B. Zegart, An Empirical Analysis of Failed Intelligence Reforms Before September 11, Political Science Quarterly, 121 1 (2006) pp.33-60 e Arthur S. Hulnick, Intelligence Reform 2007: Fix or Fizzle?, International Journal of Intelligence and Counterintelligence 20, 4 (2007) pp.567-582. 3 Per un analisi delle sfide che la comunità di intelligence è chiamata ad affrontare nel ventunesimo secolo si veda Gregory F. Treverton, Reshaping National Intelligence in an Age of Information (Cambridge: Cambridge University Press 2001) e Len Scott e Peter Jackson (a cura di) Understanding Intelligence in the Twenty-first Century (London: Routledge 2004). 4 William J. Lahneman, Is a Revolution in Intelligence Affairs Occurring?, International Journal of Intelligence and Counterintelligence 20 1 (2007) p.1 5 Ibid, p.5. 6 Richard K. Betts, Enemies of Intelligence. Knowledge & Power in American National Security (New York: Columbia University Press 2007). 7 Bruce Berkowitz e Alan Goodman, Best Truth. Intelligence in the Information Age (New Haven and London: Yale University Press 2000). 8 Michael Herman, Intelligence. Power in Peace and War (Cambridge: Cambridge University Press 1999) p.324. 9 Stan A. Taylor e David Goldman, Intelligence Reform: Will More Agencies, Money and Personnel help?, Intelligence & National Security, 19 3 (September 2004) pp.418-421. 10 John M. Nomikos, The Internal Modernization of the Greek Intelligence Service, International Journal of Intelligence and Counterintelligence 17 3 (2004) pp.436-7. 11 I vincitori della Guerra civile greca (1946-1949), che ricevettero ampio supporto da parte degli Stati Uniti, organizzarono uno stato di polizia e un oppressivo sistema di controllo socio-politico anticomunista. Il KYP, la polizia e i militari si avvalsero di un network di informatori sparsi su tutto il territorio nazionale, al fine di sorvegliare sistematicamente singoli individui e raccogliere, catalogare e aggiornare le relative informazioni in appositi schedari. Si veda Minas Samatas, Studying Surveillance in Greece: Methodological and Other Problems Related to an Authoritarian Surveillance Culture, Surveillance and Society 3 2/3 (2005) p.182. 12 Pavlos Apostolidis, Intelligence Services in the National Security System: The Case of EYP, ELIAMEP Occasional Paper OP.07.03 (Athens: Hellenic Foundation for European & Foreign Policy 2007) p.4. 13 Ibid, p.5 14 Nomikos, The Internal Modernization of the Greek Intelligence Service, pp.437-8. 15 Per maggiori informazioni sulla storia, missione ed organizzazione del servizio di intelligence nazionale greco si veda la sua pagina ufficiale http://www.nis.gr. 16 Apostolidis, Intelligence Services in the National Security System: The Case of EYP, p.18. 17 Spiros Kaminaris, Greece and the Middle East, Middle East Review of International Affairs 3 2 (1999) pp: 41-42. 18 John M. Nomikos, Terrorism, Media and Intelligence in Greece: Capturing the 17 November Group, International Journal of Intelligence and Counterintelligence 20 1 (2007) pp.70-71. 19 Ibid. 20 Ibid. 21 Richard Posner, The Reorganized U.S Intelligence System After One Year (Washington DC: American Enterprise Institute for Public Policy Research 2005) pp.4-5. 22 Apostolidis, Intelligence Services in the National Security System: The Case of EYP, p.18. 23 Presidential Decree - N.D. 255/2002. 24 Apostolidis, Intelligence Services in the National Security System: The Case of EYP pp.18-20. 25 Apostolidis, Intelligence Services in the National Security System: The Case of EYP p.22. 26 George Kassimeris, What not to do when dealing with terrorism: The Greek Experience, Democracy and Security 1 1 (2005) pp.109-111. 27 Cassell Bryan-Low, Vodafone, Ericsson Get Hung Up in Greece s Phone Tap-Scandal, The Wall Street Journal (21 June 2006), http://online.wsj.com/article_email/sb115085571895085969- lmyqjaxmde2ntiwmtgynte1wj.html

28 Alan Cowell, U.K. probe sought intoclaims of terror abuse, International Herald Tribune (30 December 2005), http://www.iht.com/articles/2005/12/29/news/britain.php 29 Kathimerini (quotidiano - versione in inglese), When the State Breaks the Law, 28 December 2005, http://www.kathimerini.gr Il quotidiano greco To Thema pubblicò il 31 dicembre 2005 i nomi di sette agenti dei servizi segreti greci, che sostenevano di aver preso parte al rapimento e interrogatorio di 28 pachistani in seguito all attentato dinamitardo terroristico di Londra (7 luglio 2005). 30 Intervista con il Direttore dello EYP, Dr. Ioannis Korantis (16 aprile 2007), Atene, Grecia. 31 John D. Bansemer, Intelligence Reform: A Question of Balance (Center for Information Policy Research, Harvard University August 2005) p.114. 32 Treverton, Reshaping National Intelligence in an Age of Information p.20. 16