DICEMBRE 2012 Nonostante la virtualizzazione abbia dato il via a una fase di investimenti nell ottica del consolidamento e della razionalizzazione dei data center, oggi molte imprese si trovano a metà del guado. Questa eguide di ICT4Executive, sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Milano, tratteggia lo stato attuale nell adozione delle tecnologie, gli step organizzativi e la roadmap da seguire per rendere più dinamica la propria infrastruttura per il data center e creare i prerequisiti per ottenere i benefici che il Cloud può portare. L evoluzione dei data center verso il cloud Il panorama dei data center tradizionali Survey sui data center in Italia: il punto di vista delle aziende utenti I passi da compiere per far evolvere il data center Il percorso tecnologico Il percorso organizzativo SPONSORED BY
.1. il panorama dei data center tradizionali Per essere competitive le aziende necessitano un allineamento sempre più stretto tra il proprio sistema informativo e le esigenze delle Line of business. In questo articolato percorso, un ruolo fondamentale è giocato dal data center, vero centro nevralgico e pulsante di ogni grande organizzazione. Se da un lato le tecnologie per il data center promettono di creare le condizioni per raggiungere un vero allineamento con il business, dall altro queste tecnologie devono essere implementate secondo modalità e condizioni precise LIMITI FISICI In particolare, gli analisti (fra gli altri Gartner, IDC, Politecnico di Milano) sono concordi nell affermare che ci sono una serie di limiti fisici dei data center tradizionali Spazio fisico. Oltre il 50% delle grandi imprese si troverà in difficoltà a garantire lo spazio fisico richiesto nei data center entro il 2013. Alimentazione e raffreddamento. Oltre il 50% dei data center esistenti non è in grado di ospitare nuovi impianti ad alta densità a causa di limiti alla rete dati, alimentazione elettrica o condizionamento. Storage. Il 90% dei CIO stima una crescita del budget per lo storage nel 2012, elemento che risulta essere sempre più critico per la crescita del data center Networking. L infrastruttura di comunicazione dovrà essere rivista e adeguata affinché non diventi un collo di bottiglia RIGIDITÀ E COMPLESSITÀ GESTIONALE Molte imprese stanno oggi pagando lo scotto di una crescita non pianificata, con isole tecnologiche onerose da aggiornare, gestire, integrare e proteggere. Oltre a dovere affrontare i problemi di infrastruttura, infatti, un labirinto di sistemi poco ottimizzati e di componenti implementati in modo non organizzato, rende molto difficile per l IT rispondere ad una pressante richiesta di competitività dell impresa. L operatività dei data center è divenuta quindi un vero limite per i CIO che cercano modi innovativi per gestire le esigenze di business. Tradizionalmente, per supportare le nuove richieste delle Line of business, si è portati a investire in nuove capacità computazionali o soluzioni applicative in modo disorganico. Il che spesso porta a un over-provisioning, sottoutilizzo e a una proliferazione di piattaforme disomogenee e disarticolate. Le risorse dell IT risultano spesso bloccate nello sforzo di coordinare una molteplicità di piattaforme e di silos tecnologici, con tutte le 2 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
conseguenze in termini di attività scarsamente efficaci e finalizzate. Una prima modalità per dare risposte a questi problemi è stato l uso della virtualizzazione. Anziché comprare un nuovo server o nuova capacità di storage per risolvere esigenze che arrivano dal business, si crea una macchina virtuale all interno di risorse già disponibili. In questo modo, si massimizza la capacità computazionale con maggiore flessibilità nello spegnere o accendere macchine virtuali a seconda della necessità. Peccato che le macchine virtuali molto spesso vengano accese, ma quasi mai spente. Il che ha portato a nuove isole tecnologiche, spesso sotterranee poco note allo stesso staff IT e che si sono tramutate in acceleratori di complessità. Col risultato che, paradossalmente, queste azioni hanno in diversi casi reso più complicata la gestione dell infrastruttura IT, anziché semplificarla. GLI ELEMENTI CHE RENDONO CRITICA LA GESTIONE DEL DATA CENTER La frammentazione del patrimonio informativo è in effetti al primo posto fra gli elementi di criticità nella gestione dei data center. Secondo un analisi della School of Management del Politecnico di Milano, in cima alla classifica troviamo appunto il patrimonio informativo frammentato e non integrato (citato dal 45% dei rispondenti alla ricerca). A seguire l infrastruttura obsoleta (44%), la complessità crescente delle tecnologie presenti (38%) e l inadeguatezza delle competenze delle risorse IT (33%). Nella valutazione degli elementi critici per gestire un daa center, è interessante notare come si mescolino sia considerazioni prettamente tecnologiche (infrastruttura obsoleta, assenza di standard) che organizzative (inadeguatezza delle competenze, mancanza di risorse). Come vedremo più nel dettaglio nel terzo capitolo, si assiste in effetti a una duplice spinta al cambiamento: una spinta tecnologica e una spinta competitiva del business che obbliga a rivedere le organizzazioni e i processi decisionali. 3 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
.2. i data center in italia, l opinione degli utenti Per capire meglio come sta evolvendo il panorama dei data center in Italia, la School of Management del Politecnico di Milano ha realizzato una survey in collaborazione con Fujitsu e Intel. La ricerca ha riguardato 90 organizzazioni di medio-grandi dimensioni (il 49% ha più di 200 dipendenti), operanti in 12 settore industriali differenti (dal tessile al metalmeccanico, dai servizi all edilizia, giusto per citarne alcuni). Per inquadrare subito la questione, la prima domanda ha riguardato il budget dedicato ai data center. Positivo è il fatto che solo il 23% dei rispondenti ha visto il budget diminuire nel corso degli ultimi 3 anni. Per il 40% del campione il budget dedicato al data center è in crescita, e considerando la perdurante crisi degli investimenti in IT, il data center è fra le voci che meno risentono dei tagli di budget. La percentuale di budget dedicato ai data center cresce con l aumentare delle dimensioni dell azienda, a sottolineare un ruolo ancora più centrale in contesti complessi. Il modello di gestione del budget è prevalentemente ancora interno (73% del campione), seguendo uno schema con le seguenti definizioni: Attività gestite internamente: il data center è di proprietà dell azienda stessa e viene gestito da personale interno Modello Managed: asset fisici e server farm di proprietà dell impresa; gestione dei data center affidata ad un operatore terzo Modello Hosted: asset fisici di proprietà dell impresa, ospitati nel data center di un fornitore di servizi che si occupa anche della loro manutenzione e gestione Modello Full Outsourced: l azienda fruisce dei servizi erogati da un fornitore che possiede asset fisici e data center 4 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
In relazione al modello precedente, le aziende prevalentemente mostrano un atteggiamento in continuità con quanto fatto in passato (54%): solo il 16% vede una spinta verso una maggior esternalizzazione del modello di gestione, mentre il 30% verso una maggiore internalizzazione. Se le aziende sembrano attendiste sul modello di budgeting, sul versante dei progetti di trasformazione e di consolidamento sono sicuramente in prima linea: oltre il 50% del campione è in una fase di evoluzione o realizzazione di un nuovo data center/server farm. Solo il 20% delle organizzazioni intervistate non ha nei piani dei progetti di cambiamento del data center. In effetti, la virtualizzazione è oramai di casa presso le medio-grandi organizzazioni, soprattutto per quanto riguarda la capacità di storage (83% dei casi) e la capacità elaborativa (80%) meno per il networking (42%). Il 58% delle aziende del campione ha adottato la virtualizzazione in più di metà dei progetti di data center; il 22% ha implementato la virtualizzazione in una piccola parte del proprio data center; il 9% realizzerà progetti nel breve-medio periodo. Solo l 11% del campione dichiara di non avere intenzione di implementarla. Per quanto riguarda la virtualizzazione dei client ad oggi risulta più limitata, ma con un 21% di imprese che dichiara di avere progetti pianificati nei prossimi tre anni. Le principali ragioni che spingono all adozione della virtualizzazione sono da cercare nella maggiore flessibilità ed agilità nell uso e nei minori costi di amministrazione delle risorse IT. Da segnalare anche una sostanziale riduzione dei costi energetici del data center, misurabile soprattutto nelle aziende di maggiori dimensioni. 5 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
Per quanto riguarda le tecnologie del Cloud Computing un azienda su 4 sta già lavorando su iniziative Cloud per il provisioning di risorse infrastrutturali sebbene si tratti per la maggior parte di nuovi progetti molto focalizzati. Di queste, il 46% si sta orientando a un modello di private Cloud (l infrastruttura di servizio è di proprietà dell azienda, che può mantenerla presso il proprio data center, affidando a un provider la gestione, oppure trasferirla presso il data center del provider a cui demanda anche le attività di gestione), mentre il 29% ha adottato un modello public (l infrastruttura e le risorse sono di proprietà di un service provider, che eroga a consumo i servizi disponibili). Il restante 25% ha adottato un mix fra public e private. 6 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
.3. i passi da compiere per un data center evoluto Come abbiamo accennato, si osservano due forti spinte al cambiamento accelerate da 2 percorsi convergenti: uno più tecnologico e uno più legato al business. PERCORSO 1: LA SPINTA TECNOLOGICA Il primo percorso, relativo alla tecnologia è motivato da elementi quali: possibilità di dotarsi di tecniche e strumenti per la pianificazione della capacità necessità di allocazione dinamica delle risorse e di ottimizzazione delle infrastrutture accesso a competenze tecniche possibilità di passare rapidamente a tecnologie allo stato dell arte Oltre a questi aspetti questo percorso deve considerare l impatto ambientale ed energetico delle scelte tecnologiche intraprese, nonché l aderenza e la compliance rispetto alle normative vigenti. Il risultato è il raggiungimento di step evolutivi sul fronte delle infrastrutture. PERCORSO 2: LA SPINTA COMPETITIVA DEL BUSINESS Il secondo percorso, legato alla spinta competitiva del business, è guidato da elementi quali: riduzione del time to market per nuove soluzioni maggiore agilità nell attivazione di soluzioni innovative TCO delle soluzioni semplificazione della governance possibilità di fornire all organizzazione servizi di qualità enterprise, fruibili in modalità consumer (es. BYOD) Il risultato dell evoluzione è la concentrazione verso modelli di sourcing che riflettono la maturità organizzativa dell azienda. LA ROADMAP TECNOLOGICA Il modello elaborato prevede un percorso in 5 fasi: la prima fase prevede l acquisizione di piattaforme hardware (server, storage, power&cooling e via dicendo) in moduli di componenti standard di mercato e l attivazione di macchine virtuali in un perimetro limitato dell IT aziendale. Nella fase successiva la virtualizzazione viene estesa in maniera pervasiva su tutta l infrastruttura data center. Si passa quindi alla migrazione e all accorpamento di macchine fisiche verso macchine virtuali. A questo punto si procede con una gestione dell infrastruttura con appositi strumenti di automazione ed orchestrazione dei servizi e all attuazione di policy di governance evolute per il governo delle risorse. L ultimo step è quello che prevede l erogazione 7 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
on demand, a consumo, in maniera scalabile, elastica e misurabile, di risorse IT, sulla base di SLA concordati, basandosi su un pool di risorse condivise interne (private) o erogate da un provider esterno (modello ibrido). Dal punto di vista evolutivo, il Cloud Computing rappresenterà quindi il naturale sviluppo delle principali componenti del data center (server e storage). LA ROADMAP ORGANIZZATIVA Nel percorso evolutivo analizzato esistono almeno tre modelli organizzativi: 1. ICT Focused Factory. In questo modello il ruolo dell ICT è prevalentemente di supporto operativo ai processi. La funzione ICT mantiene all interno le attività consolidate (in un ottica di maggiore efficienza) e delega, se necessario, all esterno competenze specifiche e di profilo elevato per cui non è possibile ottenere economie 2. Change Agent. In questo schema, l ICT si libera degli elementi di quotidianità, affidandoli all esterno e riducendo il nucleo operativo. Mantiene invece competenze di project management, reengineering e know how tecnologico ed architetturale. Acquistano particolare rilevanza le figure di project manager, service manager e demand manager 3. Open Lab. In questo caso le ICT assumono rilevanza strategica. L area si apre in rete ed acquisisce risorse di valore dall esterno. La struttura interna è numericamente snella, ma con elevata qualifica. I ruoli mantenuti internamente servono per captare e integrare energie e competenze presenti in rete. 8 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
A CHE PUNTO SIAMO? Per verificare l attuale situazione è stato coinvolto un panel ad-hoc di 40 aziende con un attività di self assessment. La situazione del campione intervistato non vuole essere esaustiva, ma ha permesso di individuare alcuni punti di resistenza lungo i due assi (tecnologico e organizzativo) del modello individuato. Sul fronte tecnologico, consolidamento e virtualizzazione sono stati ampiamente adottati, ma mancano meccanismi strutturati di governance che permettano di apprezzare i benefici e promuovere l adozione massiva delle tecnologie per l automazione integrata, anello evolutivo mancante verso forme di vero private cloud. Sul fronte organizzativo il modello prevalente resta quello dell ICT Focused Factory, con una forte prevalenza del modello di gestione interna ed una spinta evolutiva verso modelli selettivi di gestione esterna. Per le risorse interne, si rileva una sempre crescente attenzione alle competenze di demand management e governance. La carenza di competenze rappresenta quindi oggi il principale punto di resistenza ed inibitore, ma anche la sfida più importante che le aziende italiane dovranno cogliere. 9 ICT4E.Guide www.ict4executive.it
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