IL VINO COME ALIMENTO



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Transcript:

IL VINO COME ALIMENTO

Il vino è una bevanda prodotta dalla fermentazione alcolica del mosto d uva Il mosto è il prodotto dell uva pigiata La fermentazione alcolica consiste nella produzione di alcol etilico a partire dai carboidrati : C6H12O6 2CH3 - CH2OH + 2CO2 glucosio alcol etilico

Un substrato di natura glucidica viene infatti trasformato in alcol etilico seguendo una serie di reazioni che, fino alla formazione dell acido piruvico, è la stessa del processo glicolitico proprio delle cellule a metabolismo aerobico. Ne diverge a partire dalla formazione dell acido piruvico in quanto questo anziché entrare nel ciclo di Krebs, va incontro a due ulteriori tappe metaboliche consistenti nella sua decarbossilazione ad acetaldeide e nella riduzione della acetaldeide formatasi ad alcol etilico: CH3 CO COOH acido piruvico CH3 CHO + CO2 acetaldeide CH3 CHO + NADH + H+ acetaldeide CH3 CH2OH + NAD+ alcol etilico

I tipici agenti della fermentazione alcolica si riscontrano tra gli Ascomicotini della famiglia Saccaromicetacee e specialmente nel genere Saccharomyces

Un po di storia e qualche curiosità

Il termine vino deriva dal verbo sanscrito vena (amare), da cui deriva anche il nome latino Venus della dea Venere. Lo stesso termine sanscrito deriva però dalla radice indoeuropea win-o; dal latino vinum ebbero poi origine molte denominazioni delle altre lingue. Diversi ritrovamenti archeologici dimostrano che la vite cresceva spontanea circa 300.000 anni fa; studi recenti fanno risalire i primi bevitori di vino già al neolitico; probabilmente la scoperta fu casuale e dovuta a fermentazione naturale avvenuta in contenitori dove erano riposta l uva. Le più antiche tracce di coltivazione sono state rinvenute sulle rive del mar Caspio e nella Turchia orientale.

Nel 1996 in un villaggio neolitico nella parte settentrionale dell Iran una spedizione archeologica ha rinvenuto una giara di terracotta dalla capacità di circa nove litri contenente una sostanza secca proveniente da grappoli di uva; tali reperti sono databili a circa 5100 anni A.C., quindi a circa 7000 anni fa. Gli specialisti affermano comunque che il vino sia stato prodotto per la prima volta fra i 9 e i 10 mila anni fa. I primi documenti riguardanti la coltivazione della vite risalgono al 1700 a.c ma è solo con la civiltà egizia che si ha lo sviluppo delle coltivazioni e di conseguenza la produzione di vino.

.prese il calice, gli rese grazie con la preghiera di benedizione e disse: rendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei eccati

UVA Calorie 61,4 Protidi 0,50 Glucidi 15,60 Lipidi 0,1 Etanolo 0 Acqua 80,3 Na 1 K 192 Calcio 27,0 Nichel 8,0 Retinolo 4,0 Ac. Ascorbico 6,0 Ac. Folico 2,0 VINO Calorie 75,0 Protidi 0 Glucidi 0 Lipidi 0 Etanolo 10 Acqua 89,2 Na 4 K 61 Calcio 0 Nichel 0 Retinolo 0 Ac. Ascorbico 0 Ac.Folico 0

Una volta ingerito l alcol arriva nello stomaco dove entra in azione una alcol deidrogenasi simile a quella epatica. Questa essendo situata sulla superficie della mucosa di tutto il tratto gastrointestinale, ma con massima concentrazione a livello gastrico, costituisce una prima barriera all assorbimento dell alcol riducendone la quantità che penetra nel circolo sistemico. Quest enzima è presente in concentrazioni significativamente diverse fra uomini e donne; per tale motivo la donna non può assumere le stesse quantità di alcol dell uomo, ma circa un 50% in meno, in quanto possiede una attività enzimatica che è pari a circa la metà di quella dell uomo. L alcol deidrogenasi è inoltre praticamente assente nei bambini e comincia a comparire solo nell adolescenza.

Una volta assorbito l alcol giunge al fegato dove viene metabolizzato da tre sistemi enzimatici diversi. Il primo e più importante vede coinvolte due deidrogenasi: Alcol deidrogenasi Aldeide deidrogenasi Questo sistema metabolizza circa il 90% dell alcol che arriva al fegato; la prima reazione trasforma l etanolo in acetaldeide con liberazione di idrogeno e consumo di NAD+, la seconda trasforma l acetaldeide in acetato con ulteriore produzione di idrogeno e consumo di NAD+

C2H5OH + NAD+ C2H4O + NADH + H+ etanolo acetaldeide C2H4O + NADH+ C2H4O2 + NADH + H+ acetato

Il secondo sistema è costituito dagli enzimi microsomiali ( MEOS), rappresentato in maggioranza da una NADPH-ossidasi Il citocromo P4502E1 ha un alta affinità per l alcol che anche in questo caso viene trasformato in acetaldeide ed acqua Il MEOS è un sistema inducibile capace di aumentare la sua attività in caso di aumentata richiesta L ultimo sistema metabolico dell alcol è rappresentato da una catalasi cha porta alla reazione etanolo + H2O2 acetaldeide L escrezione dei prodotti del metabolismo dell alcol (CO2 e H2O) avviene attraverso il filtro renale, il sudore e l aria espirata

Sistemi metabolici della persona sana Alcol deidrogenasi 90% MEOS 8% Catalasi 2% Sistemi metabolici dell etilista cronico Alcol deidrogenasi 45% MEOS 50% Catalasi 5%

NADPH Acetaldeide MEOS NADP Alcol etilico Piruvato Lattato NAD Idrogenioni Lattacidemia Acetaldeide NADH Ac. Grassi Acidosi renale Iperlipidemia Trigliceridi Iperuricemia Steatosi epatica Gotta

Interazioni metaboliche dell alcol Zuccheri: Proteine: blocco della gluconeogenesi stato ipoglicemico potenziamento dell alcol sulla ß cellula iperglicemia da distruzione parenchima pancreatico livelli plasmatici aminoacidi a catena ramificata capacità epatica di captare gli aa intestinali alterazione del turnover proteico Grassi : idrogenioni blocco ossidazione lipidica; secrezione epatocitaria di lipoproteine accumulo di grassi nell epatocita

Alterazioni delle vitamine liposolubili Steatorrea, alterato immagazzinamento, diminuita attivazione da parte dell ADH sono le cause della diminuzione della vitamina A Malnutrizione, diminuito assorbimento intestinale, ridotta attivazione epatica, aumentata catabolismo per iperattivazione del citocromo P450, sono le cause del deficit di vitamina D Malassorbimento, diminuita attivazione da parte della flora intestinale e i danni epatici sono la causa del deficit di vitamina K

EFFETTI SULL ORGANISMO SISTEMA NERVOSO CENTRALE SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO SISTEMA GASTROENTERICO SISTEMA GENITO-URINARIO ONCOGENICITA EFFETTI SU FETO ED EMBRIONE INTOSSICAZIONE ACUTA

Effetti dell alcool su alcuni fattori della coagulazione e della fibrinolisi e sulla Lp(a) Fibr inogeno Fat t ore PAI-1 t -PA Lp(a) VIIc Fond. G. Lorenzini, 2002

937 1.387 152 23 307 534 1.044 385 138 60 Fibrinogeno (g/l) Fibrinogeno (g/l) Il vino come alimento Rapporto tra consumo di alcool e fibrinogeno plasmatico in due gruppi (donne ed uomini) dello studio DESIR 3,4 3,2 Sulle barrette è riportato il numero degli individui Alcool (g/die) 0 > 0-20 > 20-40 > 40-60 > 60-80 > 80 3,0 2,8 2,6 Fond. G. Lorenzini, 2002 Donne Uomini M ennen, ATVB, 1999

PCR (mg/l) PCR (mg/l) Il vino come alimento Concentrazione plasmatica della proteina C reattiva (PCR) e consumo di alcool 7 Alcool 0 > 20-40 > 60-80 (g/die) > 0-20 > 40-60 > 80 3 2 1 0 Uomini+ Donne Fond. G. Lorenzini, 2002 Uomini Donne Imhof, Lancet, 2001

Alcool e protezione coronarica: il peso dei meccanismi biologici sottostanti Aumento di H DL-c/Apo A- I (60% ) Aumento della sensibilità all insulina (5% ) Altro (20% ) Riduzione dei fattori emostatici (15% ) Colesterolo HDL Apo A- I Trigliceridi Plasminogeno Fibrinogeno Lipoproteina (a) t-pa Fattore von W illebrand Fond. G. Lorenzini, 2002-15 - 10-5 0 5 10 15 20 25 Variazione rispetto al basale (% ) p< 0,05 Rimm, BM J, 1999

Percentuale libera da eventi Percentuale libera da eventi Il vino come alimento Probabilità di incorrere in un evento coronarico in un gruppo di 943 diabetici di tipo 2, seguiti per 12 anni, in relazione al consumo di alcool 100 a 80 bc 60 40 0 Fond. G. Lorenzini, 2002 a: > 14 g alcool/die b: 2 14 g alcool/die c: < 2 g alcool/die d: ex bevitori e: astemi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Anni de Valmadrid, JAM A, 1999

Rischio relativo Rischio relativo Il vino come alimento Malattia coronarica e consumo di alcool nelle donne diabetiche del Nurses Study 1,2 1,0 0,8 Malattia coronarica: Eventi totali Eventi non fatali Eventi fatali 0,6 0,4 0,2 0,0 Fond. G. Lorenzini, 2002 N essuno 0,1-4,9 5,0 Consumo di alcool dichiarato (g/die) Solomon, Circulation, 2000

Rischio relativo Rischio relativo Il vino come alimento 1,2 1,0 0,8 Consumo di alcool e rischio di sviluppare diabete di tipo 2, in 12 anni, in una coorte di medici USA di sesso maschile 0,6 0,4 0,2 0,0 < 1 /mese 1-3/mese 1/sett. 2-4/sett. 5-6/sett. 1 o + /al dì Assunzione di alcool Fond. G. Lorenzini, 2002 Ajani, Arch Int M ed, 2000

Rischio di ipoglicemia dopo consumo serale di alcool nel diabete di tipo 1 Il consumo di 0,75 g/kg di alcool serale sotto forma di vino bianco, in 6 soggetti con diabete di tipo 1, ha indotto, in uno studio controllato, 5 casi di ipoglicemia dopo la colazione del mattino dopo. Dopo il consumo di vino bianco (ma non di acqua) si è osservata, tra le 0.00 e le 4.00 del mattino, una significativa riduzione della concentrazione di GH nel plasma. L insulinemia non è stata invece influenzata. I soggetti con diabete di tipo 1 dovrebbero essere informati che il consumo serale di alcool, anche se non eccessivo, può indurre ipoglicemia la mattina successiva, dopo la colazione. Fond. G. Lorenzini, 2002 Turner, Diabetes Care, 2001

Variazione del tempo di latenza (%) Variazione del tempo di latenza (%) Il vino come alimento 500 400 Correlazione tra la concentrazione di fenoli totali nel vino rosso ed il tempo di latenza dell ossidazione delle LDL R= 0,6752 p< 0,001 300 200 100 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 Fond. G. Lorenzini, 2002 Fenoli totali nel vino rosso (mg/ml) Itakura, M oderate Alcohol Consumption and CVD, 2000

Dopo i carboidrati e gli acidi, i composti fenolici rappresentano il gruppo più numeroso tra i costituenti dell'uva. La quantità totale di fenoli nell'uva dipende dal vitigno e dalle condizioni climatiche. Il contenuto medio negli acini (espresso in acido gallico equivalente, GAE) è di circa 4 g/kg nei vitigni bianchi e 5,5 g/kg in quelli rossi. Circa il 65% dei fenoli si trova nei vinaccioli, il 30% nella buccia ed il 4-5% si trova nel mosto. I composti del mosto sono quasi interamente non flavonoidi, mentre i fenoli delle bucce sono maggiormente polimeri e flavonoidi

La produzione dei vini bianchi prevede la pigiatura, la diraspatura e la pressatura del mosto al fine di separare il mosto dai vinaccioli e dalle bucce. La fermentazione non avviene quasi mai in presenza delle bucce, quindi i fenoli dei vini bianchi sono rappresentati essenzailmente da quelli presenti nella polpa degli acini. La quantità di fenoli, flavonoidi e non, nel mosto di uva bianca e nei vini bianchi raggiunge un valore variabile tra 100 e 400 mg/l.

I fenoli del vino rosso comprendono, oltre a quelli del vino bianco, altre classi di flavonoidi ( catechine, quercetina), gli antociani ed i tannini. La quantità degli antociani è molto variabile e può andare da 0 (uve bianche) a 3000 mg/l (uve rosse). La loro sintesi è sotto il controllo genetico, ma sono importanti anche l annata e la crescita della vite. I tannini sono un altro importate gruppo fenolico dei vini rossi; si tratta di polimeri di flavonoidi, soprattutto catechine ed epicatechina. La polimerizzazione avviene durante il processo di invecchiamento del vino

Nei vini rossi l estrazione fenolica totale dipende da vari fattori. In primo luogo, dal tipo di vitigno; alcune varietà infatti presentano un alta concentrazione di fenoli, mentre altre no. Poi, dal clima, in quanto alte temperatura durante la maturazione tendono a ridurre la quantità finale di fenoli; ma dipende anche dal grado di maturazione dell uva e, infine, dalla tecnica di vinificazione. La normale vinificazione consente in media l estrazione di circa il 25-50% dei fenoli contenute nelle bucce. Per quanto riguarda la fermentazione parametri quali la temperatura, l aggiunta di SO2, la gradazione alcolica e, soprattutto, la durata del contatto con le bucce prima della pressatura, influenzano in modo decisivo sull estrazione fenolica.

Il Resveratrolo è un fenolo non flavonoide rinvenuto nella buccia d uva; è una delle fitoalessine prodotte dall uva in difesa di agenti patogeni quali batteri o funghi. - Attività antiossidante (inibisce la perossidazione delle LDL) - Attività antinfiammatoria (blocca la produzione di cicloosigenasi 2) - Attività endotelio protettiva - Attività antiaging - Paradosso francese

GRAZIE PER L ATTENZIONE