Il terremoto di Anzio del 22 agosto 2005 alle ore Internal technical Report

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Il terremoto di Anzio del 22 agosto 2005 alle ore 12.02 Geol. Fabio Meloni Regione Lazio - Area Difesa Suolo Servizio geologico (D2/2A/08) Internal technical Report Il terremoto di Anzio del 22 agosto 2005, alle ore 14.02 (ora legale, 12.02 GMT), è stato un terremoto di debole-media energia (Magnitudo Ml=4.5) che ha causato deboli effetti sul patrimonio edilizio (leggerissimi danni tra Anzio e Nettuno) paragonabili al VI grado della scala macrosismica MCS (Mercalli Cancani Sieberg). La lievità degli effetti è dovuta sia al fatto che l area epicentrale di maggiore intensità si trova in mare e quindi lontana dai centri abitati, sia al fatto che il terremoto sembra essere stato discretamente profondo (circa 30 Km) e quindi le onde sismiche hanno raggiunto la superficie leggermente più attenuate. L energia del terremoto, associata alla sua profondità, è anche alla base della notevole estensione dell area di solo risentimento del terremoto (IV-V MCS e gradi inferiori) In figura 1 viene riportata la distribuzione degli effetti in superficie così come predisposta dall Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sulla base dei questionari macrosismici finora pervenuti. fig. 1 Campo macrosismico preliminare del terremoto di Anzio del 22 agosto 2005 come riportato nel sito dell INGV. Si nota la ristrettezza degli effetti di danno (VI grado MCS) e la notevole estensione dell area di risentimento. L asterisco indica l epicentro del terremoto a circa 15 km dalla costa (INGV, 2005b). Il meccanismo focale del terremoto è stato ricostruito dalla rete INGV come un sistema trascorrente con piani incrociati ad andamento circa E-W (o meglio ESE-WNW) e N-S (o meglio NNW-SSE), come riprodotto in figura 2. Tale andamento è compatibile con un sistema di faglie trascorrenti destre parallele all incirca alla linea di costa. fig. 2 meccanismo focale del terremoti di Anzio del 22 agosto 2005, che indica un movimento trascorrente lungo possibili faglie orientate ESE-WNW e NNW-SSE (INGV, 2005a).

L onda sismica è stata registrata dalle stazioni della rete sismica del territorio nazionale. A titolo conoscitivo si riporta in figura 3 il sismogramma del terremoto registrato alla stazione sismica di Roma, presso la sede dell INGV. Si nota l arrivo delle onde di compressione P e dopo circa 7 secondi l arrivo dello onde di taglio S, quelle con le ampiezza maggiori. fig. 3 sismogramma del terremoto di Anzio del 22 agosto 2005 ore 14.02 (ora legale) registrato dalla stazione sismica di Roma. (INGV, 2005a) Il presente terremoto è un evento caratteristico della costa laziale, come documentano i terremoti storicamente avvenuti lungo il litorale. Si tratta di terremoti di media energia e con effetti generalmente inferiori o pari al VII grado MCS, con possibilità di danni leggeri e medi agli edifici più vulnerabili. Inoltre, questi terremoti non sono in grado di generare onde anomale (tsunami) sia per la bassa energia del terremoto sia per la conformazione lineare del fondale, fattori entrambi sfavorevoli alla formazione del fenomeno. Storicamente è segnalato un solo caso di effetti anomali lungo le coste del Lazio, per la precisione alla foce del f. Tevere in occasione del terremoto appenninico del 1703. Esempi storici di terremoti simili a questo di Anzio si sono avuti nel 1919 tra Anzio e Nettuno (VII grado MCS) terremoto molto simile a quello attuale (figura 4). fig. 4 terremoto di Anzio del 22 ottobre 1919 alle ore 7.10 che ha raggiunto il VII grado MCS tra Anzio e Nettuno. A sinistra distribuzione degli effetti, a destra campo macrosismico (da INGV, 2005c).

Lungo la costa del Lazio centro settentrionale si sono avuti altri eventi: nel 1909, Terremoto di Roma (VI grado MCS), e lungo il litorale di Tarquinia nel 1819 (VII grado MCS), vedi figura 5. fig. 5 terremoto di Tarquinia del 26 maggio 1819 alle ore 17.30; ha raggiunto il VII grado MCS, con danni segnalati lungo il litorale prospicente Tarquinia. Il tratto di costa a sud di Anzio-Nettuno, in base ai dati storici finora conosciuti, risulta essere invece asisimico. Mentre, procedendo verso l interno, per fasce circa parallele alla costa il grado di sismicità e la frequenza dei terremoti aumenta fino ad avere i maggiori terremoti nel tratto appenninico (figura 6). Fig. 6 sismicità del territorio regionale dall anno 1000 al 1992 e zone sismogenetiche - Relazione allegata alla DGR 766/2003 (Colombi, Meloni, Orazi, 2003) E evidente la forte sismicità delle aree appenniniche dell alto reatino e del basso frusinate, i cui maggiori terremoti, unitamente a quelli delle Regioni appenniniche limitrofe, risultano fortemente risentiti anche lungo la costa, a volte con danni (vedi p. es. i terremoti del 1349 di Cassino, del 1703 di Norcia-L Aquila, del 1915 di Avezzano, indicati con cerchi di colore rosso e viola). Sismicità minore, anche se molto frequente, è infine associata alle strutture vulcaniche dei Colli Albani e dei Monti Vulsini. La distribuzione complessiva degli effetti dei terremoti sia con epicentro nella Regione Lazio che al di fuori sono mostrati nella figura 7, che evidenzia la distribuzione delle intensità per fasce ad andamento NW-SE, parallele alla costa ed al fronte appenninico.

Fig. 7 risentimenti dei terremoti (anno 1000-1992), con epicentro sia all interno della regione, che fuori di essa. E evidente l andamento per fasce parallele alla costa ed all appennino. Comuni di grandi dimensioni mal si adattano a questo tipo di rappresentazione (vedi Roma). I massimi risentimenti si hanno nelle aree epicentrali dei grossi terremoti (reatino e frusinate), (Colombi, Meloni, Orazi, 2003). L area interessata da questo evento sismico è stata recentemente classificata da questo Ufficio regionale, durante operazione di riclassificazione dell intero territorio regionale (Gruppo di Lavoro Meloni, Orazi, Colombi, 2003), in zona sismica 3, con la DGR 766/2003 (figura 8). Fig. 8 classificazione sismica vigente (DGR 766/2003). L andamento segue molto la figura 7 ( massimi risentimenti) e mostra come il comune di Anzio e Nettuno siano stati inseriti in zona sismica 3, come la maggior parte del litorale laziale (Colombi, Meloni, Orazi, 2003). Nella Precedentemente classificazione l area non era classificata sismica (figura 9) nonostante, come visto (figura 7), fosse caratterizzata da discreti risentimenti macrosismici dovuti sia a terremoti locali che a terremoti appenninici. Fig. 9 classificazione sismica dei Comuni della Regione Lazio in vigore fino al 2003 (Colombi, Meloni, Orazi, 2003).

Questa differenza, che caratterizza tutto il tratto costiero laziale, è legata al fatto che la precedente classificazione si basava essenzialmente su dati provenienti dal Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR (Postipschl, 1980). Quella attuale recepisce invece gli studi, effettuati successivamente al 1980, portati avanti dal Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti del CNR, dall Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dal Servizio Sismico Nazionale. Rispetto alla precedente classificazione il passo avanti è stato quindi notevole, avendo meglio definito l area a maggiore pericolosità sismica, zona sismica 1, ed inserito in zona sismica 3, quella a minore pericolosità, la maggior parte dell area costiera prima non classificata sismica. Gli effetti di questa nuova classificazione sono che, i comuni precedentemente non classificati, al pari di quelli già classificati, debbono richiedere alla Regione Lazio, in occasione della predisposizione dei piani regolatori e particolareggiati, e delle loro varianti, il Nulla Osta di compatibilità geomorfologica in funzione della pericolosità sismica, delle aree interessate dai piani urbanistici. L aggiornamento della classificazione sismica della Regione, come previsto dalla normativa vigente, dovrà tener conto sia degli ulteriori studi sismologici disponibili, sia delle specifiche peculiarità dei comuni, differenziando il territorio comunale, in base a studi di microzonazione sismica, in fasce a diversa zonazione sismica (p.es. la zona sud ed est di Roma più vicina alle aree sismiche dell Appennino e dei Colli Albani, potrebbe essere classificata in zona sismica 2 ed il resto del territorio mantenuto in zona sismica 3). Bibliografia: INGV (2005a) - Il terremoto del 22/08/2005 nel litorale laziale. Comunicazione del Centro Nazionale terremoti. Sito Web INGV. INGV (2005b) Map evento del 22.8.2005 ore 12.02.09. Rete Mednet. Sito Web INGV, 23.8.2005. INGV (2005c) - Il terremoto nel litorale laziale del 22/08/2005. Comunicato Stampa del Centro Nazionale terremoti. A cura di Patrizia Bertelli. Sito Web INGV, 24.8.2005. INGV (2005d) - Terremoto del 22 agosto 2005 costa laziale. Quick Earthquake Survey Team. Sito Web INGV. Colombi A., Meloni F., Orazi A. (2003) Riclassificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20 marzo 2003. Prime disposizioni. Delib. Giunta Reg. Lazio 766/2003.