dalla crisi alla ripresa La risposta del territorio



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Regione dalla crisi alla ripresa La risposta del territorio Supplemento al Sir. n 40 del 10 giugno 2009 Se ogni nazione, ogni categoria, ogni famiglia si sintonizzeranno sull idea che la crisi è anche un opportunità concreta per cambiare in meglio e in modo più stabile gli equilibri del vivere comune e gli stili personali anche all insegna di una ritrovata, maggiore sobrietà allora questo tempo e le sue asperità non si saranno presentate invano. Card. Angelo Bagnasco Prolusione alla 59 Assemblea generale Cei - Roma, 25 maggio 2009 on line su www.agensir.it / Sir Regione

territorio e crisi economica Il ruolo delle Regioni Preoccupazioni ma anche interventi per contenere le difficoltà Come sottolineato dai dati elaborati dalla contabilità nazionale, la situazione economica del nostro Paese sta subendo gli effetti della recessione provocata dalla crisi economica internazionale. I dati forniti dalle istituzioni mondiali, europee ed italiane non risultano rassicuranti sullo stato di salute della nostra economia, ma anzi sottolineano l inadeguatezza di un sistema ingessato dalle mancate riforme strutturali. Le stime della Banca mondiale annunciano un segno meno per il prodotto interno lordo mondiale (dato peggiore dal 1945), con un calo del 15% della produzione industriale. In questo ambito intervengono i dati forniti da Confindustria, che sottolineano non solo la recessione nei consumi delle famiglie per il biennio 2009-2010, quanto un calo dell occupazione previsto nell ordine della perdita di circa 600.000 posti di lavoro con conseguente aumento della disoccupazione all 8,4 per cento. Ad evidenziare questi dati concorre il recente Rapporto sulla protezione e l inclusione sociale della Commissione Ue, che non solo attesta la disoccupazione all 8,2%, ma evidenzia come probabilmente in Italia salirà ulteriormente il tasso totale delle persone a rischio povertà, che nel 2007 era già intorno al 20%. Il Rapporto della Ue pone anche in evidenza come in Italia sia auspicabile una riforma del sistema previdenziale volta all innalzamento dell età pensionabile, che tenga conto dell importante e delicato ruolo sociale svolto della donna madre lavoratrice. Un ulteriore problema da non trascurare risulta anche quello che concerne i lavoratori cosiddetti precari. Si tratta di lavoratori privi di tutele, molto spesso con famiglie da mantenere. Un recente studio pubblicato dall Università La Sapienza di Roma calcola che siano oltre 800.000 gli atipici a rischio precarietà, vale a dire con un solo contratto e un solo committente. Il crescente problema legato alla disoccupazione è sottolineato, inoltre, da un robusto ricorso alla cassa integrazione, con conseguente appesantimento dei conti pubblici. I dati relativi al mese di dicembre 2008 evidenziano un incremento pari al 526% rispetto allo stesso mese dell anno precedente. In relazione al diffondersi della crisi finanziaria, lo Stato italiano ha adottato diversi provvedimenti, tra cui il decreto-legge n. 155/2008 (convertito con modifiche nella legge n. 190/2008) recante Misure urgenti per la stabilità del sistema creditizio nell attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali. Si tratta di misure adottate in sintonia con le decisioni assunte in ambito europeo e incentrate su una strategia finalizzata a contrastare la crisi finanziaria attraverso la garanzia di un adeguato livello di liquidità al sistema creditizio. 2

territorio e crisi economica Altri interventi hanno riguardato invece il sostegno della famiglia, del lavoro, dell occupazione e dell impresa, ridisegnando in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale (Legge 28 gennaio 2009, n. 2, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185). Tra le misure previste, il sostegno al reddito per i lavoratori sospesi e licenziati e la detassazione dei salari di produttività, il sostegno alle famiglie attraverso bonus e assegni famigliari e le agevolazioni per i figli. In questo quadro sommariamente delineato, si inseriscono anche le Regioni, le quali, autonomamente o in raccordo con il Governo, si sono dotate o si stanno dotando di provvedimenti volti a far fronte alla crisi economica mediante il sostegno al credito, la formazione e gli aiuti a chi perde il posto di lavoro, gli aiuti alle famiglie numerose. Un ruolo determinante viene sempre più assunto dal privato sociale non profit, che si sta rilevando di grosso aiuto sia per il settore profit, sia per lo Stato e gli enti locali. Stanno infatti moltiplicandosi in tutto il territorio i fondi di solidarietà messi a disposizione dalle Chiese locali nel tentativo di venire in soccorso delle famiglie in difficoltà. A questo riguardo, la Conferenza episcopale italiana ha promosso, lo scorso 31 maggio, la Colletta nazionale in tutte le parrocchie per dare vita a un Fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà. Inoltre, altri attori non profit stanno svolgendo un ruolo importante attraverso forme di intervento non limitate all emergenza, ma volte a trovare soluzioni strutturali: si tratta anzitutto delle fondazioni di origine bancaria, che finanziano almeno in parte molti progetti sociali e mantengono livelli accettabili di capitale sociale locale, e delle imprese sociali, intese sia come associazioni o fondazioni, sia come spa o srl senza distribuzione di utili. Le imprese sociali hanno una specificità d azione che consente di promuovere l occupazione delle fasce svantaggiate, ma hanno anche una struttura di costi e una produttività che permettono di vendere beni e servizi a prezzi contenuti. Alessandro Pertici

territorio e crisi economica a cura di Gigliola Alfaro Equità e priorità L'impegno degli enti locali e quello della Chiesa La crisi economica e finanziaria che ha travolto tutto il mondo chiede risposte da parte dei Governi nazionali, ma non solo. In Italia, anche le Regioni e gli altri enti locali hanno adottato provvedimenti per arginare le conseguenze della crisi, quali il sostegno al credito e alla formazione professionale, aiuti alle famiglie, alle imprese, a chi ha perso il lavoro, alle categorie svantaggiate, investimenti per le infrastrutture. Un ruolo non indifferente lo stanno giocando anche il privato sociale non profit e le diocesi italiane, che hanno adottato varie misure per sostenere le famiglie nella crisi, come i fondi di solidarietà. A Marco Olivetti, docente di Diritto costituzionale all Università di Foggia, abbiamo posto alcune domande. Quale ruolo e quale competenza hanno le Regioni, Province e Comuni in un settore come quello economico in tempo di crisi? L ambito di intervento delle Regioni, soprattutto in politiche di sostegno come quelle che possono riguardare la situazione di crisi, è stato notevolmente ampliato dalla riforma costituzionale del 2001. Il criterio per cui le Regioni possono intervenire in tutti gli ambiti del governo dell economia, che non è riservato alla potestà legislativa statale, ha aperto l intervento regionale in molti ambiti che tradizionalmente erano di competenza prioritaria dello Stato. Naturalmente, in tutte queste vicende il principale problema è la disponibilità di risorse finanziarie adeguate, che nel nostro sistema dipendono essenzialmente ancora da trasferimenti statali. Sono diverse le forme di aiuto adottate dalle Regioni, dal sostegno alle imprese all aiuto alle famiglie: si poteva fare di più? Le misure sono quelle giuste rispetto a questo momento, ma bisogna tener conto di alcuni fattori. Occorre tener conto, innanzitutto, della notevole diversità tra le Regioni italiane: alcune hanno un sistema produttivo che, pur essendo in sofferenza per le conseguenze della crisi economica internazionale, resta solido e quindi dovrebbero avere come priorità mantenere la capacità di questo sistema produttivo, una volta che sarà superata la crisi; altre Regioni hanno un sistema produttivo molto fragile e un ruolo enorme dell amministrazione pubblica. Il rischio è che un ulteriore aumento dell intervento pubblico, pur necessario in questo momento di crisi, porti a incrementare forme di assistenzialismo che sono già diffuse in molte Regioni. Da un lato, insomma, c è l esigenza di fronteggiare l emergenza con misure di sostegno alle persone e a categorie particolari di soggetti deboli; dall altro, c è l esigenza, di cui deve tener conto la politica regionale, che la struttura produttiva non esca ancora più debole dalla crisi. Ci sono altri elementi di cui tener conto? 4 Mi sembra anche importante che l intervento non sia indifferenziato. Vi sono, infatti, intere categorie di cittadini che non sono toccate da questa crisi, se non marginalmente; in particolare, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rischiano un licenziamento e nemmeno un indebolimento del potere di acquisto. 4

territorio e crisi economica Ovviamente, questo vale anche per quei lavoratori del settore privato che non rischiano il posto di lavoro. Quindi, è bene che le misure siano tarate sulle diverse esigenze. Poi, c è una priorità: quella della famiglia. Infatti, ci sono persone che si trovano ad avere uno stesso livello di reddito e la medesima occupazione, per le quali la differenza la fa l avere o il non avere figli. La protezione delle famiglie con figli dovrebbe essere, pertanto, la priorità delle politiche regionali. Si dovrebbe anche agevolare la formazione delle famiglie e la nascita dei figli. Assolutamente si deve evitare, poi, che crescano gli aborti per cause economiche. In questo momento di crisi, è stato approvato il federalismo fiscale. Questo inciderà, positivamente o negativamente, sulla situazione dei cittadini nelle diverse Regioni? Il federalismo fiscale è un insieme di misure destinate a produrre effetti in un tempo che avrà inizio quando la crisi sarà conclusa. La legge, appena approvata, è di delega; per introdurre cambiamenti operativi nel sistema di finanziamento delle Regioni e delle autonomie locali, richiede che il Governo adotti dei decreti delegati e questo avverrà entro ventiquattro mesi dall entrata in vigore delle legge delega. Tranquillamente si può dire, dunque, che il federalismo fiscale, qualunque saranno i suoi effetti, sarà introdotto dopo la crisi economica. Certamente, la filosofia di fondo del federalismo fiscale, se mai diventerà realtà, sarà quella di rendere efficiente la spesa regionale e responsabilizzare maggiormente la spesa. Questo dovrebbe avere dei vantaggi in termini di gestione del denaro pubblico; potenzialmente degli svantaggi per le Regioni che sono meno efficienti, come quelle del Sud. Per far fronte alla crisi risposte sono venute anche dalla Chiesa e dal privato sociale non profit, con un attenzione al territorio La dinamica è duplice di fronte alla crisi: da un lato, ci sono le iniziative istituzionali; dall altro, iniziative sociali, tra cui quelle ecclesiali sono tra le più importanti. Ciò conferma quanto è significativa la dimensione sociale della vita della Chiesa italiana, quanto essa è importante all interno della società civile italiana e quanto è importante che le istituzioni nell intervenire tengano conto di questa rete. Una rete che opera sul territorio indipendentemente da un input istituzionale e che è una ricchezza che va valorizzata, anche perché spesso riesce a interagire in maniera meno burocratica con i bisogni concreti delle persone. Dall analisi emersa nelle venti Regioni è restato colpito da qualche elemento in particolare? Vorrei sottolineare una contraddizione. Molti intervistati hanno sottolineato l opportunità di utilizzare questa crisi per cambiare gli stili di vita. Questo è un appello importante, soprattutto nella dimensione solidaristica. Al tempo stesso, riceviamo continuamente degli appelli a consumare di più per rilanciare l economia, il che significa la conferma dei tradizionali stili di vita. Perciò, è necessario riflettere sull economia e sul mutamento della concezione che noi abbiamo di questi fenomeni. Il risparmio che era un valore per la generazione dei nostri genitori oggi, nella crisi, sembra quasi un disvalore, perché chi reagisce alla crisi con il risparmio pare blocchi i meccanismi dell economia. 5

abruzzo: nella tragedia del terremoto a cura di Chiara Santomiero (anche Basilicata e Molise) Il terremoto del 6 aprile ha sconvolto in particolare L Aquila e dintorni, l intera regione ha vissuto e continua a vivere gli effetti della tragedia. Il Consiglio e la Giunta regionale dell Abruzzo avevano avuto poche settimane di tempo dall insediamento (dicembre 2008) per varare misure atte a fronteggiare la crisi economica. A questo proposito, il presidente regionale Gianni Chiodi aveva proposto un patto per la fiducia attraverso la costituzione di una task force operativa con il compito di condividere ed elaborare proposte e iniziative. Il patto sottoscritto da molte sigle di soggetti del mondo sociale, istituzionale e imprenditoriale abruzzese come Cisl, Uil, Ugl, Confartigianato, Confcommercio, Ance, Confindustria, Confcooperative - prevede la ricostituzione di un comitato d intervento per le crisi aziendali e di settore (Cicas), inteso come tavolo istituzionale per il confronto con le parti sociali per la gestione dei fondi previsti dal governo nazionale per gli ammortizzatori in deroga. Il Consiglio regionale, nella seduta del 3 marzo, aveva votato all unanimità un documento che impegna il presidente della Giunta ad assumere una serie di misure urgenti e di medio/lungo periodo. Tra quelle urgenti: l assunzione di interventi di sostegno agli investimenti attraverso la costituzione di un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese al fine di sbloccare i crediti alle imprese dalle banche e il consolidamento dei debiti a favore delle piccole e medie imprese con misure volte a garantire la trasformazione di anticipazioni, prestiti a breve e affidamenti in debito a medio/lungo termine; la definizione di un accordo con le principali associazioni di categoria per la individuazione di un paniere di beni essenziali scontati; la promozione di un tavolo con il sistema bancario per garantire un sistema creditizio che possa rispondere alle esigenze del sistema produttivo locale. A favore dei nuclei familiari in difficoltà, è prevista l individuazione di un pacchetto di misure con particolare attenzione a quelle famiglie che presentano espulsi dal mondo del lavoro - anche attraverso il finanziamento di contratti sociali -, nonché alle stesse che hanno contratto mutui per l acquisto della prima casa e alle famiglie numerose. Tra le misure di medio/lungo periodo sono indicate tra le altre la definizione di un piano case regionale per favorire l accesso alla residenzialità per le famiglie a basso reddito, giovani e studenti; la semplificazione per l esecuzione di lavori pubblici; azioni per rafforzare la rete dei servizi all infanzia; l incentivazione del riciclo dei rifiuti e dell industria ad essa collegata; l incentivazione e la promozione dell uso delle fonti rinnovabili. Tutte le misure saranno poste in essere compatibilmente con le disponibilità di bilancio e con le eventuali risorse attivabili. Eliminare gli sprechi. Nel programma di misure da porre in essere per combattere gli effetti della crisi ha sottolineato Lucio Paglione, presidente designato del Forum delle associazioni familiari abruzzese non è indicata la reperibilità dei fondi. Come Forum delle associazioni familiari ha proseguito Paglione - siamo consapevoli che le misure devono tener conto degli impegni già assunti, compreso il piano di rientro dal deficit sanitario, ma auspichiamo che nuove risorse siano attinte non più dalla soppressione delle spese sociali, ma dalla eliminazione di troppe spese inutili, quando non addirittura sprechi, non sufficientemente monitorati. Si apprezzano nel documento consiliare l incentivazione all uso delle fonti di energia rinnovabile e dell industria legata al riciclo dei rifiuti come occasione di risparmio e di nuova occupazione e l iniziativa per un piano casa regionale, rispetto al quale si vorrebbe una particolare attenzione alle giovani coppie. Il Forum ha aggiunto Paglione - vorrebbe inoltre che venisse data priorità ad una formazione etica e culturale alla famiglia e all attenzione a particolari situazioni di difficoltà, dovute alla necessità di assistenza di persone malate, di recupero di giovani in difficoltà o per la presenza di molti figli a fronte di spese sanitarie, scolastiche e di inserimento al lavoro. Situazione preoccupante. Sicuramente il documento del Consiglio regionale ha degli aspetti d interesse, ma siamo ancora alla dichiarazione di intenti, mentre la situazione diventa sempre più preoccupante : è quanto pensa don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne. L emergenza adesso ha proseguito Pagniello è quella dei molti lavoratori 6

regione: abruzzo scheda cassintegrati e di quanti hanno perso il lavoro a causa della chiusura della propria azienda, soprattutto se hanno superato i cinquanta anni perché diventa molto difficile la loro ricollocazione nel mondo del lavoro. Al dramma delle molte aziende chiuse o che hanno posto in cassa integrazione i propri operai, con gravi ripercussioni sull indotto si aggiunge il grande calo nel settore edilizio che ha bisogno di essere urgentemente sostenuto. Il 69% delle persone che si sono rivolte ai Centri d ascolto della Caritas diocesana nel 2008 ha segnalato Pagniello ha lamentato la difficoltà lavorativa, cui si lega strettamente quella economica. La maggioranza di chi ha chiesto aiuto alle strutture diocesane è in situazione di disoccupazione, lavoro nero o sottoccupazione. Accanto alle nuove misure da individuare, secondo il direttore della Caritas di Pescara, è importante valorizzare l esistente, appoggiando iniziative già in atto come i progetti di microcredito per il sostegno alle famiglie, realizzati dalle Caritas diocesane e per i quali hanno dimostrato interesse le Province di Teramo e Pescara. L impegno di tutti. I dati dell Istat relativi all ultimo trimestre del 2008 ha rilevato Maurizio Spina, segretario generale della Cisl abruzzese - raffrontati al terzo trimestre precedente, registrano che in Abruzzo sono stati persi 13 mila posti di lavoro. Tra questi, ci sono i 360 lavoratori della Transcom de L Aquila, che ha licenziato l intero personale. Una vicenda che ha sconvolto tutti e messo subito in azione i sindacati. Attiveremo tutti i tavoli di confronto necessari fanno sapere dalla Cisl ma la Transcom farebbe bene a ritirare immediatamente i provvedimenti di licenziamento ed avviare subito il confronto con i sindacati. La città e il suo comprensorio non possono permettersi una tale perdita occupazionale ai danni di famiglie che in questo momento sono doppiamente colpite dalla perdita dell abitazione e del lavoro. Sulla questione è intervenuta anche Stefania Pezzopane, Presidente della Provincia de L Aquila, secondo cui in un momento così drammatico, licenziare 360 persone è davvero un assurdità. La cassa integrazione ordinaria, nella nostra regione, da 229.521 ore di gennaio e febbraio 2008, è passata a 3.202.389 ore nei primi due mesi del 2009 ha continuato Spina. In questo quadro i settori più colpiti sono il meccanico con 2.900.000 ore, l edilizia con 213.000 ore, carta e poligrafici con 178.000 ore, il chimico con 122.000 ore e il commercio con 930.000. I provvedimenti urgenti anticrisi ha proseguito Spina - a sostegno dei reddito dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie, oltre a interventi immediati per dare ossigeno all economia regionale in forte difficoltà, tardano ad essere assunti. La task force operativa proposta dalla presidenza regionale è in fase di formazione e può rappresentare una utile sede di convergenza sulle riforme. Il Patto non è ancora pienamente operativo in quanto alcuni interlocutori devono ancor sottoscriverlo. Intanto, lo scorso 18 marzo si è riunito il Cicas regionale, uno strumento utile che vede la presenza di tutte le parti sociali, delle provincie, delle direzioni regionali dell Inps e del Ministero del lavoro, per affrontare le crisi industriali e erogare gli ammortizzatori in deroga ai lavoratori. A questo organismo il Ministero ha assegnato una prima erogazione di 10 milioni di euro. 7

basilicata: si può fare di più La legge finanziaria per il 2009 della Basilicata, varata dal Governo regionale il 29 dicembre scorso (n. 31), ha previsto una serie di aiuti alle famiglie, ai lavoratori, alle imprese e al territorio, con dotazioni economiche aventi l obiettivo di alleviare, in un contesto di crisi internazionale, il disagio provocato dagli effetti che investono anche l economia reale della Basilicata. A favore delle famiglie sono previste risorse per 23 milioni di euro destinati alla riduzione del costo dell energia per tutti i cittadini lucani e un fondo regionale, di 8 milioni di euro, di sostegno al reddito per i lavoratori fuoriusciti dai processi produttivi. Nell ambito delle politiche sociali rientra un contributo per la stabilizzazione dei lavoratori Asu (attività socialmente utili) autofinanziati (500 mila euro), un fondo per la non autosufficienza (9 milioni di euro) e un contributo per l inserimento lavorativo dei soggetti diversamente abili (1 milione di euro). Viene anche riproposta l esperienza della cittadinanza solidale programmi per l inserimento sociale o lavorativo di soggetti svantaggiati - con un impegno di oltre 6 milioni di euro di fondi regionali. Per le imprese sono previsti 586 milioni di euro dal fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e dal fondo sociale europeo (Fse) e un nuovo fondo di garanzia regionale destinato al rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria delle imprese (20 milioni). Altri fondi sono destinati alla coesione interna dei Comuni (10 milioni di euro), la prevenzione e la solidarietà per le vittime dell usura e dell estorsione (400 mila euro), le comunità locali (2 milioni di euro) e i servizi di trasporto (99 milioni di euro). La Regione ha anche stabilito norme per semplificare l iter procedurale per la realizzazione degli impianti da fonte rinnovabile, introducendo la denuncia di inizio attività sia per il mini-eolico che per il fotovoltaico, con l obiettivo di consentire al territorio regionale di accedere agli incentivi disponibili a livello nazionale ed europeo per l attuazione del protocollo di Kyoto sull ambiente. Priorità lavoro. Si tratta di provvedimenti importanti ha affermato Nino Falotico, segretario generale della Cisl Basilicata, come la legge sulla competitività, ma non ancora sufficienti. Per questo la Cisl sta lavorando ad un pacchetto di misure integrative. Oggi ha proseguito Falotico la priorità è il lavoro, in un accezione ampia del termine: non si esce dalla recessione senza un patto sociale tra chi crea ricchezza e lavoro. Tra le misure da proporre strumenti innovativi che privilegiano la conservazione del posto di lavoro rispetto al licenziamento: dall estensione degli ammortizzatori sociali ai contratti di solidarietà, dall orario ridotto alla settimana corta, fino al coinvolgimento delle banche con misure di microcredito a costo zero per sostenere le famiglie che hanno un mutuo da pagare e l anticipazione degli ammortizzatori sociali per ovviare ai ritardi burocratici dell Inps. Per quanto riguarda la produttività delle imprese, bisogna puntare sul rilancio dell edilizia attraverso lo sblocco dei lavori pubblici che possono essere cantierizzati in tempi brevi. In questo caso, secondo Falotico, l effetto positivo sul lavoro e sulle imprese sarebbe quasi immediato. Infine, ha concluso il segretario regionale della Cisl, si dovrebbe accelerare entro il termine massimo di novanta giorni i pagamenti delle forniture per beni e servizi alla pubblica amministrazione, anche attraverso l attivazione di specifiche convenzioni con il sistema bancario. Accelerare l ordinario. E d accordo Donato Scavone, presidente di Legacoop Basilicata: In momenti di crisi, la misura messa in atto oggi è efficace, tra sei mesi può essere completamente inutile. Assicurare la puntualità della gestione ordinaria è già un provvedimento anticrisi. Ne deriva che se la pubblica amministrazione pagasse i debiti per forniture di beni e servizi già approvati e per i quali non è in corso contestazione, questo già darebbe ossigeno alle imprese. Ciò è tanto più importante in una regione come la Basilicata dove tra il 55 e il 60% del prodotto interno lordo è attivato da risorse pubbliche. Nell ordinario c è anche il varo di provvedimenti attuativi di leggi già esistenti come quella riguardante la cooperazione sociale: Non sono state ancora emanate le direttive riguardanti la legge 4 del 2007. I vecchi programmi sociali di zona sono scaduti e anche le gare d appalto dei servizi. Vige un regime di proroga nel quale non possono essere rinnovati i contratti di lavoro con ripercussioni anche sulla gestione dei servizi. Tutto questo rende gli utenti dei servizi sociali bambini, anziani, persone disagiate - ancora più vulnerabili di fronte alla crisi. Tra le misure varate dal governo regionale ha affermato Scavone - sono 8

basilicata interessanti i piani di intervento per realizzare fonti di energia rinnovabile, ma anche qui si aspetta da un anno l approvazione del Piano energetico regionale (Pier) che attirerebbe molti investitori in quanto la Basilicata è la regione italiana più ventosa e adatta alla realizzazione di parchi eolici. Per fronteggiare la crisi in atto ha concluso Scavone - è necessario fare molto di più, sostenendo l investimento privato nella chiarezza delle regole e non limitandosi a fare affidamento sulle risorse pubbliche. L impegno della comunità ecclesiale. Già da diversi mesi ha osservato Giancarlo Grano, responsabile della Commissione regionale del laicato cattolico ci stiamo interrogando sulla povertà crescente nella nostra regione. Solo a Potenza la Caritas è in contatto con 1.020 famiglie che vivono in vario grado una situazione di disagio, principalmente economico e sociale. Per questo motivo le dotazioni economiche previste dalla legge finanziaria 2009 appaiono significative per una regione il cui bilancio è in gran parte ingessato da spese incomprimibili. Tuttavia nella gran parte dei casi si tratta di voci di bilancio già consolidate, non commisurate alla straordinarietà dell emergenza che vive la regione o tali da affrontare il problema della povertà solo in maniera indiretta. E il caso delle risorse destinate alla riduzione del costo dell energia che sono destinate alla generalità delle famiglie: la riduzione dovrebbe essere proporzionale al reddito, così da aiutare quelle più in difficoltà. Significativa la riproposizione in finanziaria dello strumento della cittadinanza solidale, rispetto alla quale si devono correggere alcuni limiti riguardanti l accesso, emersi nel primo triennio di sperimentazione. E importante, tuttavia, ha concluso Grano non aspettare solo dalle istituzioni delle soluzioni alla situazione di crisi in atto. Come comunità ecclesiale è necessario uno sforzo di sensibilizzazione e anche di fantasia per aiutare le persone o le famiglie più vulnerabili in questa fase sperimentando forme di adozione all interno di un condominio o nelle parrocchie. 9 9

CALABRIA: stimolare l intraprendenza a cura di Raffaele Iaria Al fine di fronteggiare l impatto della crisi economico-finanziaria sul sistema delle imprese la Regione Calabria ha avviato alcune misure per favorire lo sviluppo dell economia e l accesso al credito. Con la legge tegionale n. 15 del 21.06.2008 è stato approvato un programma di azioni integrate a favore delle imprese regionali. Tra queste l attivazione di un Fondo di garanzia regionale e una sottoscrizione di un patto per il credito e lo sviluppo con le rappresentanze delle organizzazioni imprenditoriali regionali e l Abi per migliorare le condizioni di accesso al credito per le imprese regionali in termini di contenimento del costo del danaro. La legge prevede, al fine di contrastare il problema del disagio economico delle famiglie e dei soggetti in stato di povertà, nonché per favorire l inclusione sociale delle famiglie e dei soggetti a rischio povertà, un piano di interventi volto a sostenere e a favorire le famiglie incapienti ed indigenti; le giovani famiglie con lavoro precario; le famiglie con anziani o disabili a carico in particolare stato di disagio socioeconomico; la qualità abitativa delle famiglie; l inclusione sociale dei soggetti a rischio. La spesa per tali interventi, da realizzare per il triennio 2008-2010 è quantificata in 120milioni di euro. No all assistenzialismo. Se fatte le programmazioni non si arenerà tutto nelle pastoie burocratiche e nelle lentezze estenuanti del Consiglio regionale, mi sembra un buon piano quello che è stato approntato dalla Regione Calabria per fronteggiare la crisi economica crescente, spiega don Piero Furci, segretario della Commissione per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale calabra. In questa fase critica, che si aggiunge a quella permanente nella nostra terra, continua don Furci, come Commissione della Cec per la pastorale sociale e del lavoro insieme alla Delegazione Caritas regionale ci stiamo attivando a rendere operative le linee di intervento pastorali e sociali in genere, frutto del recente convegno regionale sul lavoro, che sono in sintonia con gli interventi previsti dalla Regione. Comunque già da anni, sostenendo il Progetto Policoro che mira soprattutto a superare la logica dell assistenzialismo, noi giudichiamo favorevolmente tutte le iniziative riguardanti l occupazione che stimolano l intraprendenza anche nei momenti più critici, e l iniziativa regionale ci sembra segua questa logica. Contrastare la povertà. Le Caritas diocesane della Calabria concordano sul fatto che quello che manca alla nostra regione è una strategia organica di contrasto alla povertà ed auspicano che questa strategia divenga al più presto operativa da parte delle Regione con la massima partecipazione di tutti gli enti, le associazioni ed istituzioni ecclesiali che operano nel settore, si legge in una nota diffusa all inizio di aprile scorso dopo un incontro svoltosi a Lamezia Terme sotto la presidenza di mons. Luigi Antonio Cantafora, vescovo delegato della Cec per la Caritas, che ha ribadito l importanza di una Chiesa che possa essere profetica, recuperando autorevolezza come forza educante del popolo di Dio, attraverso la via dell uomo. Nella nota la Caritas calabrese sottolinea il dato allarmante che emerge dalla rilevazione Istat riguardante il 2007: più di un quarto delle famiglie calabresi risulta sotto la soglia di povertà. Si tratta di una povertà consolidata spiegano - indipendente dall attuale crisi economica (paradossalmente al Sud, non essendoci industrie, la riduzione dei posti di lavoro è inferiore). In Calabria non vi è mai stata una strategia organica di contrasto a questa povertà spiega la Caritas calabrese - attraverso interventi orientati in modo specifico alle situazioni di estremo bisogno. Pertanto il piano antipovertà promosso dalla Regione riconosce che occorre più lavoro e misure di sostegno al reddito. Da qui l impegno a dare supporto agli effetti concreti che il piano produrrà nei confronti delle persone e delle famiglie povere, soprattutto gli ultimi che abitano sul nostro territorio. Alla ricerca di contenuti. L acuirsi della crisi economica fa sentire i suoi effetti in Calabria anche se al sud non ancora così 10 forte come al nord-est. Qui fabbriche non chiudono perchè non ce ne sono, spiega don Antonino Pangallo, direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria-Bova, per il quale tuttavia, è quanto mai opportuno dare ampia prosecuzione agli annunci fatti dalla Regione Calabria. Il timore è che gli ammortizzatori sociali previsti si rivelino una scatola vuota senza contenuti. Gli ideali che sono sottesi nella legge regionale di lotta alla povertà sono splendidi ed elaborati con i suggerimenti della 10

calabria Conferenza episcopale calabra, ma è necessario dare concretezza ai programmi e sostenere ed accompagnare tante famiglie in difficoltà. Per don Pangallo è vero che occorre evitare l assistenzialismo ma c è da chiedersi se una riproposizione con adeguati correttivi del reddito minimo di inserimento non potrebbe avere la funzione di un buon ammortizzatore sociale. Un ponte per lo sviluppo. Mentre la crisi ci invita ad uno stile più sobrio di vita e più rispettoso dell ecosistema spiega ancora il sacerdote - il sud rischia di piombare in un ulteriore marginalizzazione. Il federalismo potrà essere una sfida ma anche un motivo di chiusura in atavici problemi di un benessere senza sviluppo. Ora il benessere viene meno e cosa resta?. Il recente convegno delle Chiese del Sud Italia, svoltosi a Napoli, chiede, per don Sangallo, un ulteriore impegno da parte delle nostre comunità ecclesiali perchè siano realmente antenne poste sul territorio, capaci di intercettare il disagio e dare risposte adeguate. Il fatto che la città di Reggio Calabria è stata riconosciuta come area metropolitana dello Stretto è una sfida concreta a gettare ponti di solidarietà ancor prima che il ponte sullo Stretto venga costruito. Le opere pubbliche in tempo di crisi conclude - sono un toccasana ma in tempi di crisi la solidarietà verso i deboli è il vero ponte dello sviluppo perché su queste corsie passa la carità di Cristo. 11 11

campania: combattere la quotidiana fragilità a cura di Gigliola Alfaro La Regione Campania ha adottato misure a favore delle imprese e delle famiglie per fronteggiare la crisi economica in atto. Per quanto riguarda le imprese, ci sono incentivi per le piccole imprese volti a favorirne il rafforzamento patrimoniale; l istituzione del confidi per la garanzia di II livello; il Fondo regionale di garanzia gestito; la sottoscrizione della convenzione relativa al Programma Jeremie con il Fondo europeo degli investimenti che prevede strumenti finanziari, tradizionali e innovativi studiati per il supporto al sistema produttivo; la promozione di forme di finanza innovativa (investimenti nel capitale di rischio delle imprese). Per le famiglie è prevista la lotta al caro-prezzi. In particolare, la Regione Campania il 2 ottobre 2008 ha sottoscritto un protocollo d intesa per il contenimento dei prezzi e delle tariffe con le associazioni dei produttori e distributori di beni e servizi, le associazioni rappresentative dei consumatori, gli enti, le associazioni e le organizzazioni sindacali a tutela del cittadino-consumatore campano e del corretto funzionamento delle dinamiche di sviluppo commerciale ed industriale del territorio regionale. Inoltre, nella finanziaria regionale, a tutela del consumatore, sono previste azioni per il monitoraggio ed il contenimento dei prezzi di beni e servizi di largo consumo e l istituzione di banchi alimentari. Ancora: un piano di interventi per contrastare la povertà estrema e sostenere le famiglie, specie quelle con minori, che versano in grave difficoltà economica (circa 12 milioni di euro). Infine, l assessorato regionale al Governo del territorio ha approvato, il 5 giugno, un bando di concorso per la concessione di contributi integrativi ai canoni di locazione a favore dei cittadini della Campania che abbiano perso il lavoro, o siano stati collocati in mobilità o in cassa integrazione. Le risorse regionali stanziate sono pari a 3 milioni di euro. Per quanto riguarda il sostegno all economia regionale, nel luglio 2008 la Regione ha avviato un programma di investimenti in infrastrutture per un importo di 1 miliardo di euro a valere sulle risorse Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2007-2013. Inoltre, ci sono due miliardi e mezzo di euro di liquidità per il sistema Campania: cioè pagamenti alle imprese già in programma ed ora sbloccati. E ancora, 100 milioni per i lavoratori stabili e precari. Subito, 10 milioni per gli operai Fiat. Sempre in sostegno di questi ultimi e del comparto auto in Campania il Consiglio regionale, nella seduta del 20 maggio, ha approvato all unanimità un documento politico, nel quale, oltre a ricordare che la Giunta regionale ha stanziato 128 milioni di euro quale misura di sostegno al reddito dei lavoratori dei diversi comparti produttivi, si evidenzia, tra l altro, che la difesa ed il potenziamento dei siti produttivi Fiat in Campania è precondizione fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno e si chiede al Governo la piena valorizzazione dei siti produttivi della Campania. Interventi per 60 milioni riguarderanno il risanamento delle imprese mentre con 227 milioni si accelerano gli investimenti per reddito cittadinanza, assistenza agli anziani e asili. A ciò si aggiunge quanto la Giunta regionale ha varato il 6 marzo, 76 milioni di euro, per potenziare il piano anticrisi. A fine di marzo hanno preso il via le attività di orientamento e formazione per i lavoratori cassintegrati, che hanno percepito un integrativo regionale di 350 euro nelle buste paga di aprile e maggio e che percepiranno 240 euro in più nei mesi successivi. Ci sono poi 50 milioni per mutui e affitti. Misure anche per precari, bambini e anziani. Necessari interventi immediati. Per don Carmine Giudici, delegato di Caritas Campania, le misure anticrisi messe in atto appaiono decisamente interessanti, ma l esperienza di questi anni ci insegna che le difficoltà maggiori esistenti nella nostra regione riguardano l attuazione degli impegni presi. Molto spesso la mancanza di un reale monitoraggio degli effetti delle misure adottate ha reso vano quanto di buono era stato progettato a monte. Basti pensare a quanto avvenuto con il reddito di cittadinanza, misura sperimentale, che di fatto si è trasformata in una misura assistenziale. Nel complesso, secondo don 12 Giudici, il piano sulla carta merita in ogni caso una valutazione positiva anche se risulta difficile esprimersi sulla congruità delle risorse stanziate e tenendo conto che se non si interviene con puntualità e immediatezza, rispettando i tempi ed il calendario indicati, diventerà sempre più difficile e arduo attivare politiche adeguate e strutturalmente rispondenti non tanto e non solo ad un emergenza quanto piuttosto ad una quotidiana fragilità che segna la nostra gente e i nostri territori. Per 12

campania quanto attiene gli interventi a sostegno dei lavoratori e delle fasce sociali deboli potevano essere estesi, incrementando le risorse, anche a coloro che non sono ancora entrati nel mondo del lavoro e a coloro che ne sono usciti da qualche anno. Non solo emergenza. Importante, per il sacerdote, risulta l impegno rivolto nei confronti degli anziani ed alle famiglie in particolare, laddove molto spesso nei confronti di questi soggetti le attenzioni sono state davvero marginali ed ancora una volta emergenziali. Certamente a riguardo occorre però fare molto di più e con maggiore convinzione politica. Occorre rendersi conto una volta per tutte chiarisce don Giudici - che l attenzione sociale soprattutto delle istituzioni e dei governi locali (regionale, provinciali e comunali) non può più rispondere ai criteri dell emergenza e della straordinarietà, né può più indugiare e arrivare in ritardo sulle tabelle di marcia e sui ritmi delle fasce fragili e più vulnerabili della popolazione. Le ferite della nostra gente sono sotto gli occhi di tutti; gli stessi dati del Dossier regionale sulle povertà in Campania della nostra Delegazione Caritas hanno messo in luce il sensibile incremento di domande e di appelli che pervengono ai nostri centri di ascolto e i primi mesi del 2009 ci inducono con preoccupazione a considerare abbondantemente superati e datati quei numeri. L auspicio del delegato della Caritas Campania è che le norme anticrisi messe in campo esprimano in maniera forte e decisa una scelta di campo del governo regionale e che nel corso dei prossimi mesi queste stesse misure siano monitorate costantemente affinché ottengano gli effetti desiderati. Sulla crisi la Delegazione campana della Caritas ha anche promosso degli incontri a Pompei presso la sede della Cec, l ultimo dei quali si è tenuto il 21 maggio con padre Giampaolo Salvini, direttore de La Civiltà Cattolica, economista e consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e ha avuto per tema la crisi economicofinanziaria e le ricadute sulle fasce deboli della popolazione. Non manca l impegno delle diocesi per fronteggiare la crisi. Tra le iniziative, quella dell arcidiocesi di Napoli, che ha istituito il Fondo Spes per il microcredito con la concessione di prestiti a tasso zero a persone rimaste senza lavoro o da sempre disoccupate, che abbiano una idea-progetto da realizzare per procurare lavoro e reddito a se stessi, alla propria famiglia e ad altra persona. Salvare il lavoro. Le misure anticrisi vanno bene, come tamponamento momentaneo. Ma è il lavoro che bisogna salvare e mettere al primo posto : è l opinione di don Aniello Tortora, incaricato regionale di Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale campana e anche della diocesi di Nola sul cui territorio c è lo stabilimento Fiat di Pomigliano. Qui a Pomigliano stiamo lottando, anche con la presenza del vescovo, perché non chiuda lo stabilimento Fiat. È una crisi gravissima, ma insieme speriamo di farcela, dice il sacerdote chiarendo: Oltre tutto quello che le Istituzioni possono mettere in campo, bisogna assolutamente evitare l assistenzialismo. È il lavoro che dà dignità. Il lavoro è dignità, non carità, hanno scritto i lavoratori. Coloro che detengono le leve del potere, anche a livello mondiale, evitino assolutamente la chiusura di fabbriche e la perdita del lavoro a tante persone. Se non si farà questo le conseguenze, anche sociali, saranno tremende e drammatiche. Credo che la Chiesa, e lo sta facendo anche il Papa, debba insistere su questo sostiene don Tortora -. Poi ben vengano anche misure di contenimento, ma da sole non bastano e soprattutto non sono dignitose. 13 13

emilia romagna: una cultura nuova a cura di Francesco Rossi Un tavolo di crisi regionale - con istituzioni, mondo economico, sindacati e sistema bancario - per seguire l evoluzione della crisi e promuovere nuove occasioni di sviluppo. È una delle iniziative che la Regione Emilia Romagna ha messo in campo per contrastare la crisi economica in atto, anche se la regione vanta una struttura produttiva e una solidità economica e occupazionale che le permettono di affrontare l attuale congiuntura con maggiore ottimismo rispetto alla media del Paese. Dal Rapporto 2008 sull economia regionale emerge che il Prodotto interno lordo (Pil) del 2008 registra un +0,1%, a fronte di una riduzione generalizzata nel resto d Italia (-0,2%). Estendendo lo sguardo agli ultimi tre anni, la crescita è del 4,7% contro una media nazionale del 3,1%. E, per il triennio 2009-2011, la previsione è di un trend di crescita dell 1,5%, superiore di mezzo punto alla media nazionale prevista. Tuttavia, la cassa integrazione guadagni ordinaria ha registrato, nel bimestre gennaiofebbraio 2009, un incremento del 544%, con 1.611.608 ore pagate, a fronte di 250.261 ore nello stesso periodo del 2008. Le province che ne hanno fatto maggior ricorso sono Reggio Emilia (+2013%), Rimini (+1205%) e Parma (+795%). Superiore alla media anche Bologna (+795 %); agli ultimi posti Forlì-Cesena (+184%) e Piacenza (+103,1%). Nel 2008 l Emilia Romagna ha erogato contributi al sistema produttivo per circa 100 milioni di euro; nel 2009, oltre ai bandi già aperti, sono state predisposte misure per ulteriori 50 milioni di euro, volti al sostegno degli investimenti delle imprese (industrie e artigianato). Inoltre, il Documento unico di programmazione presentato a febbraio mette a disposizione, tra il 2007 e il 2013, 1 miliardo e 479 milioni di euro tra fondi europei e risorse straordinarie del bilancio regionale. Da parte della Chiesa, invece, si registra un attenzione rafforzata verso quanti, con la crisi, non riescono più ad arrivare alla fine del mese: diverse diocesi hanno dato vita a fondi di solidarietà e forme di microcredito. Quando manca la rete parentale. È dall estate scorsa che vediamo giungere ai nostri centri d ascolto molte più persone del solito, compresi tanti italiani, spiega il delegato regionale della Caritas, Gianmarco Marzocchini. Le richieste riguardano la ricerca di un lavoro, un sostegno economico, generi alimentari e si registra un incremento di persone e famiglie che prima conducevano una vita normale, ma ora hanno perso il lavoro oppure si trovano in cassa integrazione con lo stipendio decurtato. Ad essere maggiormente colpiti, osserva la Caritas emiliano romagnola, i cinquantenni, mentre la provenienza geografica denota bisogni maggiori tra gli stranieri e quanti sono immigrati da regioni del Sud Italia : costoro, infatti, non hanno una rete parentale sul territorio che possa attutire gli effetti della crisi. Ma a fianco di un aiuto concreto, precisa Marocchini, la Caritas fa propria la preoccupazione educativa espressa più volte anche da ambienti ecclesiali, affinché questa crisi possa essere un opportunità per rivedere i propri stili di vita. Un legame stretto. I fondi di solidarietà attivati a livello diocesano, gestiti dalle Caritas e con un forte coinvolgimento delle parrocchie, ad avviso di don Ottorino Rizzi, responsabile della Consulta regionale per la pastorale sociale e del lavoro, sono un chiaro segno di un legame stretto tra la Chiesa e il territorio, che vede la Chiesa vicina alla gente, a chi si trova in difficoltà. D altra parte, guardando alle attività del mondo cattolico regionale, non vi è solo la raccolta di denaro, ma anche un opera culturale, con percorsi di riflessione sugli stili di vita che da più parti vengono proposti. Sembra che questa crisi suggerisca nuove modalità di esercitare la carità, osserva don Rizzi: la crescente importanza dei centri d ascolto è occasione di comunione tra le Caritas, le associazioni e gli altri enti che operano per i più bisognosi, sono nate iniziative, a livello territoriale, simili al banco alimentare e ve ne sono altre legate alla ricerca di lavoro per chi è rimasto disoccupato. A tal proposito, il responsabile della Consulta sottolinea l impegno di enti legati al mondo cattolico nel curare percorsi di 14 riqualificazione professionale per uomini e donne di mezz età che si trovano senza lavoro e scuole d impresa per formare imprenditori che possano creare occupazione. 14

emilia romagna I cristiani negli ambienti di lavoro. Due le attenzioni principali della Consulta di fronte all attuale crisi. La prima, spiega don Rizzi, è di tipo educativo: prende atto che l idea dominante di sviluppo è crollata e propone di ripartire dalla dottrina sociale della Chiesa per formare uomini nuovi. La seconda attenzione, invece, è legata alla valorizzazione e al rilancio dell esperienza dei gruppi di cristiani che si trovano negli ambienti di lavoro. Proprio ad essi è stato dedicato un recente documento della Consulta regionale, nel quale si parla dei luoghi di lavoro come terreno adatto alla diffusione della fede al di là dei confini etnici e culturali e s invita a individuare e inviare preti, religiosi e laici, tenendo presente l esperienza dei cappellani del lavoro che furono nelle aziende emiliano-romagnole nella metà del secolo scorso. Qui, afferma il sacerdote, i cristiani oggi sono chiamati ad avere un attenzione caritativa nei confronti dei colleghi che si trovano nel bisogno, dando risposte costruttive : ad esempio, possono fare da ponte tra un collega in cassa integrazione e la Caritas, oppure proporre contratti di solidarietà, con riduzioni degli orari di lavoro, e quindi dello stipendio, pur di evitare che qualcuno rimanga a casa. Costruire il futuro. Secondo il presidente del Forum regionale delle associazioni familiari, Ermes Rigon, la crisi può essere un occasione per delineare una cultura nuova, dove si recupera il ruolo e la credibilità della politica intesa come bene della polis, capace di costruire il futuro. In tale ottica, Rigon dimostra apprezzamento verso le misure con cui la Regione ha affrontato l emergenza sociale e cominciato a controllare l aumento del costo della vita : dai contributi alle imprese agli investimenti pubblici, dal potenziamento dei servizi per l infanzia all osservatorio regionale per monitorare prezzi e tariffe. Il bilancio del 2009 spiega è preparato con l attenzione rivolta alla difesa del welfare, e consente di agire sul potere d acquisto delle famiglie. D altra parte questi passi, pur positivi, non possono risolvere tutti i problemi, rileva il presidente del Forum, auspicando una sinergia più forte tra istituzioni e associazionismo. Quest ultimo, da parte sua, deve operare in rete e prestare attenzione alle istituzioni spingendole sempre più a operare per il bene comune. Il riferimento, in particolare, è alle famiglie e a quelle associazioni che le rappresentano, chiamate a portare avanti le loro istanze affinché gli organismi locali e regionali arrivino a considerare la famiglia un soggetto sociale. 15 15

friuli venezia giulia: un altro stile di vita a cura di Maria Trevisan Si possono ricondurre a quattro punti fondamentali le proposte che la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha messo in pratica per far fronte alla crisi lavorativa ed economica: riduzione della spesa pubblica, credito, investimenti sulle infrastrutture e interventi di carattere sociale. Tra questi ultimi rientra la Carta famiglia, una misura di accompagnamento e sostegno rivolta a nuclei familiari con figli a carico e una situazione economica Isee inferiore ai 30 mila euro annui. Oltre 25 mila le Carte attive nel 2008; tra i benefici che esse comportano, uno sconto sulla bolletta dell energia elettrica. La Regione ha inoltre stanziato risorse (90 milioni di euro, oltre a 296 milioni di euro del Fondo sociale europeo per il periodo 2007-2013) per la valorizzazione della formazione professionale e delle potenzialità del sistema economico regionale, offrendo tra l altro la possibilità di utilizzare il tempo della cassa integrazione, delle sospensioni dal lavoro e della disoccupazione per sperimentazioni formative. Per quanto riguarda il sostegno alle imprese, sono stati predisposti piani d intervento per i settori più colpiti dalla crisi, come quello della gomma-plastica e del legno nella provincia di Gorizia, del legno e della meccanica nel pordenonese, delle attività portuali e chimiche a Trieste e dell industria udinese. Non sono mancati interventi diretti dell amministrazione regionale per venire incontro alle difficoltà di alcune imprese particolarmente radicate nel territorio, come la Caffaro di Torviscosa, le aziende del gruppo Safilo o la Stock. Infine, attraverso accordi istituzionali sono stati attivati strumenti di salvaguardia del reddito per i lavoratori che operano in imprese industriali e del terziario non tutelati dai tradizionali ammortizzatori sociali, con particolare attenzione a quanti hanno un contratto a tempo determinato, agli apprendisti e ai somministrati. A tale scopo sono destinate risorse statali e del Fondo sociale europeo per circa 45 milioni di euro, di cui 33 per gli ammortizzatori sociali e la parte restante per le politiche attive. Sempre su questo fronte s inserisce anche un Protocollo d intesa sottoscritto con i rappresentanti della Federazione delle Banche di credito cooperativo e le parti sociali per attivare un meccanismo di anticipazione del trattamento di Cassa integrazione ordinaria. Educare a qualcosa di diverso. Ci sarà un modello di vita diverso, sia nel lavoro sia per quanto concerne ciò che possederemo e spenderemo. Così don Giovanni Sponton, responsabile della Pastorale del lavoro dell arcidiocesi di Gorizia ed assistente ecclesiastico provinciale delle Acli, cerca di delineare gli scenari del dopo-crisi in Friuli Venezia Giulia. Sarebbe importante cominciare ad educare la gente a qualcosa di differente, avverte il sacerdote, per il quale chi ha delle professionalità alte e soprattutto tecniche troverà lavoro, mentre il problema sarà per alcune fasce di persone, ovvero i quarantenni, i cinquantenni e i giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Questi ultimi si abituano ad uno stile di vita precario, che diventa sì un sistema di vita, ma che non dà la possibilità di porsi obiettivi o spingersi nel futuro. Una precarietà che, alla fine, condiziona la vita, portando a scegliere modelli di vita che permettono di non essere sottoposti a rischi, come ad esempio la convivenza, rispetto al matrimonio. Per questi motivi, conclude don Sponton, ciò che ci attende è una battaglia difficile. Puntare a un effettivo inserimento lavorativo. Per don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas della diocesi di Udine, qualsiasi intervento a sostegno di chi perde il lavoro non può far dimenticare il fatto che dovrà essere provvisorio. Chi non lavora cambia la propria visione della vita e dopo un po si sente un assistito. Per questa ragione, tutti gli interventi dovranno puntare a un effettivo inserimento lavorativo. Il sacerdote ricorda che il lavoro è un valore per la realizzazione personale, per il ruolo positivo che fa assumere nei rapporti familiari, nel suo sostegno economico, per il compito nella costruzione della società, per 16 la costruzione del progetto di Dio. Pertanto la possibilità di lavorare, aldilà dei contesti e processi alienanti, è essenziale al mandato di continuare una creazione in cammino verso una pienezza, mentre chi non lavora non trova il suo posto, scivola verso l inutilità e la marginalità. 16

friuli venezia giulia I fronti della sobrietà. La Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e la salvaguardia del creato della diocesi di Trieste, in un messaggio, invita i politici, soprattutto quelli che si professano cristiani, a proporre leggi che sostengano le famiglie e i disoccupati, soprattutto se privi di tutele come i precari. Tali iniziative, prosegue la Commissione, devono trovare il consenso e l approvazione di tutti i cittadini, come pure ciascuno è chiamato ad adottare stili di vita sobri. Non c è solo la crisi economica ricorda il testo ma anche quella energetica. È necessario, allora, limitare i consumi elettrici, quelli telefonici, e l uso dell automobile, preferendo gli spostamenti a piedi o con il mezzo pubblico. Ci guadagnerebbe l ambiente e la salute. Ancora, è necessario impegnarsi seriamente nella raccolta differenziata dei rifiuti e, in campo economico e finanziario, è indispensabile cambiare mentalità scegliendo la finanza etica. Infine, la Commissione diocesana invita a sviluppare iniziative produttive nel terzo settore dove già operano, per esempio, le cooperative sociali, le aziende non profit, le imprese di comunione, tutte attività che mettono al centro la persona e non il profitto. 17 17

lazio: oltre l emergenza a cura di Alessia Meloni Forti le ripercussioni sull economia reale della Regione Lazio della crisi dei mercati finanziari. Ciò in quanto il tessuto produttivo, composto in larga misura da PMI, subisce il peso di gravi crisi dell Alitalia e nei settori dell edilizia e della sanità. Per far fronte a questa situazione la Regione ha realizzato iniziative per sostenere le imprese ed è stato costituito un Comitato straordinario per il credito alle Pmi. Alcune priorità sono già state definite, tra queste: un programma straordinario a sostegno della patrimonializzazione dei Confidi del Lazio (30 milioni di euro per il triennio 2009/2011); conversione dei debiti a breve termine in debito consolidato a medio termine; concessione di finanziamenti bancari agevolati riguardanti progetti di investimento coordinati con le iniziative del Por (Programma operativo regionale) Lazio 2007/2013; sostegno alla capitalizzazione delle imprese con la concessione di un co-investimento nel capitale di rischio. Si attendono strumenti attuativi della delibera di giunta regionale 611/2008 relativo alla Politica di sviluppo unitaria regionale 2007/2013. Approvazione degli indirizzi programmatici relativi alla individuazione dei settori strategici sui quali avviare la selezione delle operazioni, delle modalità attuative dell Asse I Ricerca, innovazione e rafforzamento della base produttiva e dell Attività 1 dell Asse II Ambiente e prevenzione dei rischi del Por Fesr Lazio 2007-2013 e delle procedure di accesso alle agevolazioni. Il Por pianifica l utilizzo dei finanziamenti europei: un totale di 743.512.676 euro, di cui 371.756.338 cofinanziati dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale). Per quanto riguarda la Ricerca, l innovazione e il rafforzamento della base produttiva, si punta a rafforzare le capacità innovative delle piccole e medie imprese, promuovere un sistema produttivo rispettoso dell ambiente, migliorare il collegamento tra ricerca e tessuto imprenditoriale regionale. Per l ambiente e la prevenzione dei rischi, si prevede la promozione dell efficienza energetica e della produzione di energie rinnovabili, bonifica dei siti inquinati, nonché la valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e artistico. La Giunta ha poi deliberato i criteri di accesso al fondo di solidarietà che permette a chi ha un basso reddito e ha contratto un mutuo per l acquisto della prima casa, di non pagare quest ultimo per un anno e mezzo. A metà maggio, infine, è stato siglato un protocollo di intesa tra Regione e Cgil-Csil-Uil, Il patto contro la crisi, che mira appunto a realizzare politiche di contrasto alla crisi in atto con azioni di lotta, tra l altro, contro la recessione e di sostegno al lavoro. Basta con l emergenza. Soluzioni e interventi legati ad una logica di ordinarietà e lungimiranza piuttosto che di emergenza e straordinarietà. È la ricetta di Lidia Borzì, presidente Acli Lazio, per risolvere lo stato di crisi in cui versa la Regione Lazio. Uno stato di difficoltà materiale e relazione crescente è quello che le famiglie del Lazio devono ogni giorno affrontare, secondo Borzì. A conferma di questa situazione: L indice Gini del Lazio, che misura la disuguaglianza del reddito, è il più alto d Italia afferma -. L incidenza della povertà relativa, che nel centro Italia è pari al 6,4% nel Lazio raggiunge il 7,9%. Per fare un esempio (dati Istat 2007) il 10,5% dei residenti nel Lazio è stato in arretrato con le bollette (a fronte di un 8,8% del resto Italia) e la percentuale delle famiglie che stentano ad arrivare alla quarta settimana è in aumento. Roma può essere definita la città dei precari. Sull emergenza casa nel Lazio, in particolar modo nella capitale dice Borzì - vi sono oggettive difficoltà nell acquisto: per comprare 50 mq nel centro di Roma servono 26 anni; in Germania, a parità di reddito ne bastano 5. I canoni d affitto sono proibitivi: aumentati tra il 1999 e il 2006 del 112% (dati Censis, Sunia, Cgil, 2007). Tutte queste difficoltà sono affrontate da un numero crescente di famiglie e sono amplificate per le famiglie straniere, che nella provincia di Roma sono oltre 321 mila (43 mila più dell anno scorso) pari all 82,3% del totale regionale. Le Acli Lazio non sono indifferenti a questi problemi e per il 18 aprile hanno convocato gli stati generali, per analizzare gli effetti della crisi sulle famiglie nel Lazio e per proporre, in un ottica di welfare promozionale, soluzioni e interventi. Tra questi, l avvio dei "Punto famiglia", per fornire servizi tradizionali e innovativi, dare sostegno concreto ai bisogni contingenti delle famiglie, mettendo a disposizione 18 spazi, risorse, competenze umane e professionali, servizi di accompagnamento socio-educativo, di mediazione culturale e di consulenza psicologica e psico-pedagogica, favorendo il protagonismo delle famiglie e attivando i Gaf (Gruppi acquisto famiglie). Le Acli Lazio inoltre stanno lavorando, d intesa con la Regione afferma Borzì - sulla messa in rete della Family 18

lazio card (nome ancora provvisorio) per offrire alle famiglie un paniere integrato di sconti, agevolazioni e convenzioni su diversi aspetti della vita quotidiana. Ricordarsi delle famiglie. Il pacchetto di priorità individuato dalla presidenza delle Regione per le Pmi è senza dubbio un tentativo valido di risposta alla grave crisi economica, ma rivela un carattere, per così dire, di pura emergenza. Ad affermarlo è Paolo Maria Floris, presidente del Forum delle famiglie del Lazio. La crisi, infatti, secondo Floris, si prospetta non solo di lungo periodo ma anche, come rilevato da quasi tutti i commentatori economici, generatrice di nuovi modelli di sviluppo economico. In questo senso la programmazione di un ente come la Regione afferma - dovrebbe tenere presente che la famiglia è una risorsa per la società locale e che coinvolgere e favorire la creazione di reti informali di solidarietà e di servizi attraverso l associazionismo può essere il primo passo per attivare quelle azioni di solidarietà su cui imperniare nuovi modelli di sviluppo. Il presidente regionale del Forum delle famiglie poi ricorda come lo scorso 9 gennaio il presidente della Regione Piero Marrazzo aveva parlato della costruzione di un percorso per affrontare la crisi economica coinvolgendo tutte le parti sociali perché ritengo sia il modo migliore per dare risposte ai cittadini, ma a tutt oggi non risulta che l associazionismo familiare sia stato ritenuto un interlocutore da ascoltare. Già a suo tempo abbiamo ripetutamente segnalato il totale stato di inerzia in cui versa l Osservatorio permanente sulle famiglie, organo statutario per monitorare le politiche familiari, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta. Floris conclude infine con un auspicio: Speriamo che nel futuro pacchetto di priorità si valuti più concretamente, almeno a livello programmatorio, l attuazione di concrete politiche familiari. 19 19

liguria: sfiorati dalla crisi a cura di Adriano Torti I principali interventi della Regione Liguria per fronteggiare la crisi in atto riguardano aziende e lavoratori. Per le aziende ci sono la manovra finanziaria straordinaria di 150 milioni di euro; 20 milioni dalle risorse del bilancio regionale 2009; 180 milioni per lo sviluppo urbano e la valorizzazione delle risorse naturali e culturali; 20 milioni per la ricerca; 10 milioni per servizi avanzati alle imprese; 20 milioni per l innovazione; 30 milioni per lo sviluppo locale; 5 milioni per il miglioramento della rete distributiva; 10 milioni per interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili. Per i lavoratori, 1 milione e 500 mila euro per cantieri scuola e lavoro e 3 milioni per progetti di pubblica utilità a favore di lavoratori in cassa integrazione; altri 11 milioni e 700 mila euro per la formazione di lavoratori costretti ad uscire dal mercato ai quali vanno aggiunti 1 milione e 800 mila euro della legge regionale 1/8/2008. Le somme erogate per le famiglie rientrano, principalmente, tra gli stanziamenti ordinari già previsti e riguardano: 19,5 milioni del fondo per la non autosufficienza; 23,4 milioni per il diritto allo studio; 10,4 milioni per gli interventi per la prima infanzia; 5,3 milioni per consultori, famiglie numerose e assistenti familiari; esenzione addizionale dell IRE per i redditi fino a 20 mila euro annui (soglia che salirà a 25 mila nel 2009 e 30 mila nel 2010). Esperti e politici sono piuttosto concordi nell affermare che, se confrontata con altre regioni, la Liguria, finora è stata toccata in modo relativamente marginale dalla crisi. Meno confortanti sono, invece, le previsioni per l anno in corso dal momento che in regione, un lavoratore su quattro è atipico e oltre 244 mila persone, il 68% dei dipendenti (a fronte di una media nazionale del 51%) non può ricorrere alla cassa integrazione ed alle altre forme di ammortizzatori sociali. Tale scenario sembra imputabile anzitutto alla frammentazione del tessuto produttivo nel quale l industria pesa sempre meno (11,2%) a fronte di un aumento di attività nei servizi e nel terziario (81,7%). La Liguria ha chiuso il 2008 con un Pil in crescita zero (tra lo 0,0 e il 0,3%). Resta comunque la performance migliore del Nord Ovest (tra -0,4% e -0,7%) e nazionale (-0,9%). Le previsioni per il 2009 parlano di un Pil oscillante tra il -1,8% ed il -2,5% (Nord Ovest e nazionale -1,9% / -2,6%). Un tavolo di monitoraggio sulla crisi è stato, inoltre, istituito a dicembre in occasione della firma del patto per lo sviluppo. Del tavolo fanno parte organizzazioni sindacali e datoriali ed associazioni di categoria. Una crisi che arriva in ritardo. La nostra regione non risente ancora appieno della crisi a motivo della sua conformazione produttiva, ha affermato il segretario generale della Cisl Liguria, Sergio Migliorini. Questo accade perché la maggioranza del nostro sistema produttivo non è collegata a beni di consumo ma a beni cosiddetti di investimento come la cantieristica, le macchine per la produzione di energia ed i sistemi di telecomunicazioni e queste aziende stanno ancora lavorando sull onda di ordini acquisiti prima dell inizio della crisi. Ma ha subito aggiunto Migliorini non è detto che la crisi non arrivi, seppure differita nel tempo, e questo dipenderà molto dalle politiche che, sia a livello governativo che a livello locale si metteranno in campo in particolare per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali ed il sostegno economico alle imprese. Il segretario della Cisl ha poi ricordato come andranno tutelati in particolare i lavoratori che non sono coperti da altri ammortizzatori sociali, le figure deboli del mercato del lavoro, coloro che hanno contratti atipici e contratti a tempo determinato. Fondamentale per la ripresa rimane anche la vicinanza tra lavoratori ed aziende perché tenere attaccate le persone all azienda, seppure utilizzando gli ammortizzatori sociali, vuol dire mantenere una valorizzazione del capitale umano delle imprese. Più teniamo legate le persone alla imprese ha spiegato e più non avremo nel lungo periodo una disoccupazione stabile. Infatti, non dobbiamo immaginare una crisi infinita ma dobbiamo immaginare di utilizzare il tempo della crisi per accelerare la ripresa. Un baluardo contro la crisi. Dello stesso avviso anche Alberto Montani, vice presidente della Fondazione antiusura S.M. 20 Del Soccorso. La nostra regione ha affermato ha un economia basata principalmente sulla produzione di servizi e non è ancora stata colpita in profondità dalla crisi in atto. A differenza di altre regioni, possiamo dire che, almeno per il momento in Liguria la situazione è relativamente contenuta. Le difficoltà per la popolazione ligure - ha aggiunto - sono previste per la seconda metà del 2009. Un altra motivazione del relativo impatto della crisi sul territorio ligure dipende dal fatto che la 20