PREMESSA La scelta dell argomento sviluppato in questo elaborato nasce da un personale interesse nei confronti di quelle nicchie di mercato turistico che, negli ultimi anni, si stanno affermando, distinguendosi dal turismo di massa. Il turismo archeologico ne è un esempio, esso rappresenta, per chi lo pratica, la ricerca di un esperienza, di uno stato d animo, di un emozione attraverso il fascino della storia del mondo antico. Il presente elaborato propone, dunque, una visita turistica che porta alla scoperta di uno degli aspetti dell antico mondo mediterraneo: la civiltà fenicio-punica. Il primo capitolo è un excursus storico-culturale di questa grande civiltà, la guida preziosa su cui mi sono maggiormente basata per trarne le caratteristiche principali è il libro di Sabatino Moscati, I Fenici, 1997. Oltre alla vicenda storica, si è posta l attenzione anche sugli aspetti culturali, economici e religiosi di questa popolazione. Il secondo capitolo propone la visita del sito archeologico di Kerkouane situato nel Nord-Est della Tunisia, all estremità della penisola di Capo Bon. La realizzazione del percorso ha richiesto la lettura di alcuni libri, in particolar modo i tre volumi di M hamed Hassine Fantar, Kerkouane, cité punique du Cap Bon, 1984-1986, oltre ad articoli specifici e guide. Ma ciò che da un lato, ha contribuito, in modo determinante alla mia conoscenza dell argomento e che, dall altro, ha accresciuto la mia curiosità è stata la visita personale del sito, che ho avuto l occasione di effettuare ad Ottobre 2007. E, perciò, il contatto diretto con le rovine, in ottimo stato di conservazione e di una bellezza spettacolare. Il sito è stato scelto perché rappresenta un caso unico in tutto il Mediterraneo, conservando una grande ricchezza d informazioni riguardanti: l urbanesimo, l architettura, i materiali e le tecniche di costruzione del mondo fenicio. Inoltre, con il suo museo e il giardino sempre fiorito, il sito di Kerkouane è stato inserito nella lista UNESCO dei Patrimoni Mondiali dell Umanità. L itinerario inizia dalla descrizione delle mura, vengono poi prese in considerazione alcune abitazioni, a mio avviso le più caratteristiche e meritevoli di nota tra le tante ancora visibili, infine, viene presentato un edificio dedicato al culto, il tempio della cittadina. La visita si conclude al museo che conserva sia elementi ritrovati in situ sia oggetti provenienti da qualche altro sito punico poco distante. 1
Capitolo 1 INTRODUZIONE STORICA 2
1.1 - I FENICI fig. 1 Principali siti del Tardo Bronzo nell area vicino-orientale tratta da Moscati S., 1997, p. 17 La storia fenicia ci è tramandata da fonti indirette che, nel totale naufragio di quelle dirette, ad eccezione di brevi iscrizioni in alfabeto fenicio, assumono, ai nostri occhi, una grande importanza. Tra queste, i frammenti di Filone di Biblo, scritti tra I e II sec. d.c., possono essere considerati la più importante documentazione indiretta sulla letteratura storica fenicia. Grande rilievo assumono anche i frammenti di un opera denominata gli Annali di Tiro che è giunta a noi attraverso la mediazione di uno scrittore greco, Giuseppe Flavio, il quale, nel I sec. d.c., riferisce notizie sulla storia della città attingendo da questi documenti ufficiali, che riportavano liste con i nomi e le imprese dei re di Tiro. 1 Non meno importanti sono: la testimonianza dell Antico Testamento e quella dei testi egiziani e mesopotamici, dai quali derivano resoconti delle campagne militari dei re neo-assiri, e ancora le testimonianze di autori greci come Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone - e latini - come Plinio e Giustino. 2 La civiltà fenicia si fa nascere, sulle coste siro-libanesi (fig. 1), nel 1200 a.c., con l inizio dell Età del Ferro, e si fa terminare nel 333 a.c., con la conquista del Vicino Oriente da parte di Alessandro Magno, quando ormai l influenza greca anche in questa parte del Mediterraneo diventa predominante. Il nome Fenici risale ai testi di Omero, se non oltre, ed è senza dubbio collegato alla parola phoinix che, in greco, significa rosso porpora, quindi il nesso semantico è con la tipica industria, 1 Le informazioni di questo capitolo sono tratte da: Moscati S., 1997, pp. 8-141. 2 Erodoto (484 a.c. - 425 a.c. ca.), Diodoro Siculo (80 a.c. - 20 a.c. ca.), Strabone (58 a.c. 21/25 a.c. ca.), Plinio (23 d.c. 79 d.c. ca.), Giustino (II secolo d.c.). 3
propria delle città fenicie, della colorazione dei tessuti con la porpora, ricavata dal murex, un mollusco di cui le coste di questa regione erano ricche. Fenici è dunque un nome straniero, ma come i Fenici chiamavano se stessi? Bisogna prima di tutto premettere che, nonostante le comuni caratteristiche linguistiche e culturali, non è mai esistita un unità nazionale fenicia, sono esistite, invece, delle singole città-stato, i cui territori non furono mai molto estesi, ed è sempre prevalsa, nella popolazione di questa regione, la coscienza cittadina, su quella nazionale; da ciò deriva probabilmente - l impossibilità di identificare nomi distintivi per essa. Le fonti locali registrano, in realtà, il nome di Cananei per gli abitanti e di Canaan 3 per la regione; nomi che, nella Bibbia, sono però estesi ad indicare genericamente un po tutte le popolazioni che gli Israeliti incontrarono nella regione, anche prima del 1200 a.c. Cananei fu, allora, verosimilmente, un nome che i Fenici usarono per designare se stessi, ma certamente esso non fu l unico, troviamo registrato, per esempio, anche quello di Sidonii, dal nome della famosa città di Sidone, a testimonianza di quanto l appartenenza ad una singola città fosse forte. La fascia costiera siriana, sin da tempi antichissimi e per tutta l Età del Bronzo, fu abitata da diversi popoli e vi sono indizi linguistici sufficienti per indicare che i semiti conosciuti col nome di Cananei ne costituiscono il nucleo principale già dal III millennio a.c.; scavi archeologici hanno, infatti, messo in luce come città come Biblo e Tiro risalgano sicuramente al III millennio a.c. Anche per le fasi successive non è possibile delineare una cartina precisa della Fenicia poiché i suoi confini, nel corso dei secoli, sono cambiati. Ma per i Greci dell VIII secolo a.c. il territorio era ben definito: era costituito dalla zona costiera compresa tra il monte Casius, a nord, e Haifa, sulle pendici del monte Carmelo, a sud (fig. 2); intorno al 450 a.c. il territorio arrivò a comprendere anche la pianura di Sharon, tra Haifa e Tel Aviv. All interno di questo territorio, le città di Biblo (Gebal), Berito (Beirut), Sidone (Saida) e Tiro (Sur) costituivano centri urbani di notevole importanza. 4 Sulla scorta degli spunti che offrono alcuni autori classici, qualcuno ha voluto ipotizzare che i Fenici provenissero, in realtà, da altre regioni. Le ipotesi sono diverse e tra loro contrastanti: Erodoto li fa abitare originariamente sul Mare Eritreo, che per gli antichi corrisponde all attuale Mar Rosso; Strabone afferma che sul Golfo Persico si trovano templi e città simili a quelli fenici e Plinio lo conferma; Giustino infine narra che, allontanati dalla loro patria per un terremoto, si sarebbero insediati sul lago Siro (forse il Mar Morto) e quindi sulla costa del Mediterraneo. 5 3 Secondo alcuni studiosi che interpretarono i testi biblici, la regione di Canaan, dagli incerti confini, è compresa tra il Mediterraneo e, verso est, la catena dell Antilibano e il fiume Giordano; in senso longitudinale, il paese si estende da Gaza, a sud, a Tell Sukas, a nord. 4 Gras M., Rouillard P., Teixidor J., 2000, pp. 18-20. 5 Gras M., Rouillard P., Teixidor J., 2000, pp. 22-23. 4
Ma il problema delle origini non ha un peso decisivo nella storia dei Fenici, che, nell area siropalestinese, si costituiscono come entità coerente intorno al 1200 a.c. L evento scatenante di profonde trasformazioni socio-politiche è, in quegli anni, l invasione dei Popoli del Mare, genti di lingua indo-europea, che provengono dai Balcani e che portano guerra e distruzione. A seguito di ciò, le città della costa vicino-orientale, prima di allora indistinguibili da quelle dell entroterra, resteranno isolate: mentre nell interno si affermeranno nuovi popoli (Filistei, Ebrei, Aramei) esse finiranno per rappresentare la continuità con il passato. I Fenici sono, infatti, all inizio dell Età del Ferro, i diretti continuatori della precedente civiltà siro-palestinese del Tardo Bronzo, e i fattori di continuità si possono cogliere nel sistema politico delle città-stato a guida monarchica, in alcune forme di produzione artigianale, in aspetti non secondari del sistema religioso e nei connotati linguistici. fig. 2 L area siro-palestinese nei secoli X-VIII a.c. tratta da Moscati S., 1997, p.31 Conseguenza dell invasione dei Popoli del Mare fu dunque la separazione dalle popolazioni dell entroterra, con le quali le comunicazioni erano rese difficoltose anche a causa dei rilievi montuosi; va detto, infatti, che la frammentazione del territorio ha giocato un ruolo importante, in questa fase, nella mancata formazione di uno stato unitario, e favorito invece la crescita di città autonome; la più facile via che si apre a queste popolazioni è il mare e, su di esso, mezzo 5