DIDAMATICA 2014 ISBN 978-88-98091-31-7



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Transcript:

LA DIDATTICA NELLE NUVOLE Data Visualisation e Word Cloud nella Glottodidattica 2.0 Antonella Elia LEND lingua e nuova didattica Piazza Sonnino, 13-00153 ROMA napoli@lend.it Nel presente articolo si intende presentare una riflessione metodologica sull utilizzazione, nella didattica delle lingue straniere, delle word cloud e nello specifico di Wordle un webtool che, come strumento 2.0 di rappresentazione testuale, per il forte impatto visivo, la semplicità di utilizzo e la gratuità della licenza d'uso ha registrato tra gli insegnanti un altissimo indice di gradimento generando vaste applicazioni anche altamente creative ed efficaci in ambito glottodidattico. 1. Introduzione: Cosa sono le word cloud Gli strumenti di visualizzazione testuale hanno recentemente generato, in molteplici discipline, un forte interesse grazie alla loro efficace capacità di rappresentazione visiva. Tra le tante possibili visualizzazioni (grafici, mappe concettuali, tag cloud, animazioni multimediali, etc.) le word cloud, hanno suscitato, per la loro immediatezza ed originalità, grande curiosità in ambito glottodidattico (Barret, 2010). Per word cloud (letteralmente nuvola di parole) si intende un generatore grafico-testuale dal forte impatto visivo, basato sugli indici di frequenza dei tokens e types presenti nell unità testuale fornita dall'utente. Differentemente dal web 1.0 che offriva all utente solo la possibilità di consultazione e lettura, le word cloud come strumento online appartenente alla seconda generazione del web (2.0) offrono la possibilità di manipolare e rappresentare graficamente ed in modo originale un contenuto testuale. Ne conseguono numerose applicazioni in ambito glottodidattico.tra le ricerche che hanno studiato le applicazioni delle word cloud come forme di analisi esplorativa di tipo qualitativo si ricordano, tra

LA DIDATTICA NELLE NUVOLE Data Visualisation e Word Cloud nella Glottodidattica 2.0 le tante, quelle condotte da Cidell (2010) e McNaught & Lam (2010). Per quanto riguarda, invece, le ricerche in ambito pedagogico la maggior parte della letteratura sulle modalità di utilizzo delle word cloud è rintracciabile nei blogs. Uno dei blog più dettagliati e ricchi di spunti per gli insegnanti è The Clever Sheep del canadese Rodd Lucier (2008) o il sito Gapminder che ha una sezione interamente dedicata agli strumenti di visualizzazione grafica. Tra i generatori di word cloud uno tra i siti sicuramente più popolari è Wordle (www.wordle.net) seguito da Tagul, Tagxedo, Wordsift, Tagcrowd. La nuvola generata da Wordle evidenza con un font di dimensione maggiore (e quindi più visibile) le parole che appaiono, con un più alto indice di frequenza nel testo di origine. Wordle offre la possibilità di personalizzare la visualizzazione della nuvola con una varietà di font, schemi e colori diversi. Il funzionamento del webtool è molto semplice. Non è richiesta alcuna registrazione al sito, ma unicamente una versione aggiornata di Java (1.6). Il testo da inserire, una volta selezionato sarà, con un copia e incolla, trasferito su Wordle. Dopo aver cliccato sul tasto GO, apparirà la cloud. Le immagini create sono di proprietà dell'utente che potrà usarle come desidera. Le cloud possono essere create da un testo o anche direttamente fornendo l url di un sito web. Le word cloud generate potranno essere stampate o salvate in una galleria online. La rappresentazione grafica è di forte impatto visivo. Se si vorrà cambiare l'impostazione grafica basterà cliccare sulle icone grigie nel quadro sopra la cloud. Anche il numero delle parole da visualizzare potrà essere controllato. È possibile, infatti, restringere la ricerca a un numero inferiore a 150 parole. Il risultato sarà una cloud meno affollata e più agevole da leggere. Questa opzione è molto interessante dal punto di vista didattico, poiché renderà possibile la gestione delle parole da visualizzare adattandole agli obiettivi formativi che si intendono perseguire e calibrando la difficoltà interpretativa della nuvola al livello dei discenti coinvolti nell attività proposta. Inoltre, l uso di un semplice espediente, cioè unire le singole unità lessicali con il simbolo ~ offrirà la possibilità di rappresentare sullo stesso rigo della nuvola, le collocation o i chunk di ns. interesse linguistico. 2. Il quadro teorico di riferimento Il quadro teorico di riferimento per l'utilizzo delle word cloud nella glottodidattica si basa sull'ipotesi di codifica duale di Paivio (1986). Lo psicologo definisce la sua teoria come "doppio codice" in quanto sostiene l'esistenza di due sistemi per la codifica dell'informazione appresa. Secondo la teoria del dual coding, esistono due sistemi di codifica dell'informazione nettamente distinti: uno specializzato nell'elaborazione di oggetti o eventi non verbali, l'altro specializzato nell'aspetto verbale.. Le unità di cui è composto il sistema verbale (logogeni) contengono informazioni di cui il soggetto si serve per esprimere parole in modo sequenziale. Invece, le unità che costituiscono il sistema non verbale (immageni) contengono informazioni per generare le immagini mentali. Quest'ultime sono esperienze di una visione che si produce nella mente; un'immagine ha, dunque, valore solo se induce facilmente ad una immagine mentale. L'informazione presente in uno dei due sistemi di codifica può attivare un processo nell'altro sistema, attraverso le connessioni

referenziali. Paivio sostiene la sussistenza di una relazione tra immagine e parola che fa assumere un valore simbolico alla concezione mentale. Ne consegue che, impegnare il discente in discussioni sul significato delle parole e contemporaneamente essere in grado di osservare la loro rappresentazione visiva nella word cloud, esponendo contemporaneamente il discente all'input sia visivo che uditivo, può aiutare l apprendente ad elaborare e memorizzare in modo più proficuo quanto appreso. Anche le recenti scoperte empiriche sul modo in cui il cervello umano elabora l informazione, verbale e non verbale contribuiscono alla rappresentazione lessicale delle parole nella mente. A tal riguardo Genesee (2000, p.2) sostiene: as connections are formed among adjacent neurons to form circuits, connections also begin to form with neurons in other regions of the brain that are associated with visual, tactile, and even olfactory information related to the sounds of words. In conclusione, poiché la teoria di codifica duale presuppone che la mente processi e codifichi l informazione utilizzando diverse modalità e canali percettivi, ne consegue che l uso di un metodo che utilizzi un input multimediale come wordle dovrebbe agevolare la capacità degli apprendenti nel fare connessioni significative tra l informazione scritta, orale e visiva. Inoltre, questo strumento ha dimostrato in molti casi di essere un ottima risorsa per supportare l inclusione e il processo di apprendimento di alunni con difficoltà di apprendimento come BES e DSA. 3. Usi didattici di Wordle Saranno illustrate in questa sede alcuni possibili impieghi tra le tante applicazioni che possono essere realizzate con questo strumento. Wordle come organizzatore visivo avanzato offe la possibilità di creare attività ludiche dal forte impatto emotivo focalizzando l attenzione dell apprendente sul testo. Il docente, per far prevedere ed interpretare il contenuto testuale, in una fase di brain storming iniziale o di eliciting, avrà la possibilità di attirare l attenzione del discente, sulle keyword e sul lessico più ricorrente o, in alternativa potrà, per ampliare il patrimonio lessicale, focalizzare l attenzione dei discenti sulle parole meno note e familiari. Wordle potrà, inoltre, essere utilizzato per attività linguistiche di tipo lessicale per presentare, evidenziare e ripassare i chunk lessicali ritenuti più interessanti, per aiutare gli apprendenti a richiamare alla memoria, in modo divertente, quelle locuzioni che dovranno imparare come singole unità lessicali o le collocation, cioè le associazioni abituali di 2 o più parole all'interno di una frase che, per loro natura, risultano essere un terreno ostico per gli apprendenti di L2. Le word cloud potranno, inoltre, essere impiegate per la creazione di attività a supporto della produzione scritta e abbinate al dictogloss una tecnica di insegnamento che consiste nel chiedere agli studenti di ricostruire un testo, cercando di carpire il maggior numero di informazioni in esso contenute. Questa tecnica, task-based e learner-centred, è interessante perché riesce a conciliare l interesse per la lingua con quello per l apprendimento interattivo e cooperativo. Le word cloud con il dictogloss

LA DIDATTICA NELLE NUVOLE Data Visualisation e Word Cloud nella Glottodidattica 2.0 potranno essere utilizzate in una fase iniziale dell attività o nella fase di produzione scritta e ricostruzione testuale. Prima di iniziare questo tipo di attività, agli studenti potrà essere proposta una prima fase di avvicinamento e familiarizzazione al testo proprio attraverso la visualizzazione e l analisi della word cloud corrispondente. Le word cloud potranno essere utilizzate come scaffolding a supporto dell attività di ricostruzione testuale e condivisa con il gruppo di lavoro. Ancora le word cloud potranno essere utilizzate per attività di riordino di sequenze testuali (scrambled sentences), per creare attività ludiche come guessing games (ad esempio con testi descrittivi) o in laboratori di scrittura creativa partendo proprio dalle parole visualizzate nella nuvola e sviluppando il processo di libera e creativa associazione verbale. Wordle potrà, infine, essere utilizzato molto proficuamente in attività di analisi testuale learner centred effettuando word cloud degli elaborati prodotti dagli apprendenti per una revisione e/o riflessione sulle scelte lessicali e sui contenuti prodotti, individualmente o collettivamente, in attività di pre-reading, brainstorming, riflessione e autovalutazione. 4. Conclusioni Supportate dalla teoria di codifica duale di Paivio (1986) sono stati presentati in questo articolo alcuni possibili impieghi delle word cloud e, nello specifico, di wordle nella glottodidattica. Le word cloud si sono rivelate uno strumento interessante come scaffolding per attività di predizione del contenuto testuale, per lo sviluppo di attività lessicali, per supportare attività di produzione scritta e di produzione orale, ed infine, per l analisi testuale. L alto indice di gradimento, l entusiasmo ed impiego tra i docenti partecipanti ai laboratori di tecnologie educative tenuti dalla sottoscritta nei corsi di formazione ed aggiornamento (quali TFA, PAS, CLIL, e PON DIDATEC), sono una testimonianza diretta della ricaduta positiva della data visualization come buona pratica a sostegno della didattica delle lingue straniere. Bibliografia Barret T., Forty-five interesting ways to use Wordle in the classroom, in http://www.slideshare.net/boazchoi/fortyfive-interesting-ways-to-use-wordle-in-theclassroom, 2010 Cidell J.,Content clouds as exploratory qualitative data analysis. AREA, 42, 514-23, 2010 Genesee F., Brain research: Implications for second language learning. Eric Digest, EDO-FL-00012, 1-2, in http://www.cal.org/resources/digest/0012brain.html 2000 Gibbons P., Scaffolding Language, Scaffolding Learning, Portsmouth, NH: Heinemann, 2002 McNaught C., & Lam P., Using Wordle as a supplementary research tool. The Qualitative Report, 15 (3), 630 643, 2010, in http://www.nova.edu/ssss/qr/ Paivio A., Mental representation: A dual-coding approach. New York: Cambridge University Press, 1986