DOCUMENTO INTERSINDACALE Nuova copertura assicurativa RCP per i medici dipendenti dell APSS. PREMESSA A partire dal 30 aprile 2013 la Cattolica Assicurazioni non garantisce più la copertura totale del rischio legato alla professione medica. La disdetta della polizza in precedenza in essere era stata preannunciata all Assessorato ed ai vertici dell Azienda Sanitaria già nel maggio 2012, ma solo nel dicembre scorso tale situazione è stata comunicata ai dirigenti sanitari. Con l inizio del nuovo anno è stato bandito un concorso per una nuova polizza assicurativa completamente diversa dalla precedente per caratteristiche tecniche di stipula (presenza di franchigia e intervento, pertanto, della Corte dei Conti in caso di risarcimento erogato direttamente dalla APSS). Tale decisione è stata presa in maniera del tutto unilaterale senza alcun confronto preventivo e coinvolgimento della classe medica. Per effetto di tali scelte si va configurando nell immediato una sanità trentina del tutto diversa rispetto alla condizione precedente, come esposto di seguito. CONSIDERAZIONI ALLA LUCE DELLA NUOVA POLIZZA ASSICURATIVA STIPULATA DALL APSS Il servizio sanitario ospedaliero del Trentino negli ultimi 30 anni si è basato, sul patto sociale esistente, di fatto, fra parte politica, componente gestionale amministrativa e classe medica. Tale patto sociale ha dato origine a contratti di lavoro siglati a livello provinciale che si sono succeduti nel tempo ma, cosa ancora più importante, esso è stato positivamente e fortemente irrobustito dalla qualità delle relazioni professionali ed umane, sia in epoca di USL che, più di recente, dopo la trasformazione di queste in un unica azienda sanitaria. Le relazioni fra professionisti e dirigenza aziendale hanno contribuito in maniera decisiva a che i medici percepissero la loro appartenenza ad un sistema sanitario prevalentemente pubblico, unitario, inclusivo, solidale ed equilibrato, retto da norme formalizzate come ovvio che sia ma anche da consuetudini regolatrici del confronto fra le parti, che hanno rinforzato nei medici stessi la percezione di integrazione e di coinvolgimento propositivo. In questo contesto i medici hanno risposto con disponibilità alle richieste dell assessorato e della amministrazione sanitaria permettendo alla sanità trentina di raggiungere standard di qualità elevati. La disponibilità dei medici si è manifestata anche rispetto alle richieste di aumento
del numero di prestazioni non sempre supportate da adeguato aumento delle risorse. All interno delle regole e delle consuetudini si è realizzata, in sintesi, l alleanza virtuosa e vincente fra chi ha il compito di progettare la sanità e chi, come i professionisti clinici, ha quello di rispondere alle esigenze di un utenza che ha ricevuto nel tempo standard professionali di alto livello, risposte tempestive e coerenti con le proprie esigenze di salute. Questo patto di alleanza fra le parti si è basato anche e in misura non trascurabile sul rapporto reciproco di fiducia fra clinici, gestori e politica rappresentando il necessario collante fra esigenze differenti protese al bene della collettività; collettività che si rivolge alle strutture ospedaliere del Trentino sapendo di potersi affidare con serenità a un sistema sanitario integrato e cooperante. Il raggiungimento degli attuali standard qualitativi e quantitativi ha inevitabilmente comportato un aumento del rischio clinico con cui quotidianamente i medici devono confrontarsi. Fino ad ora esso è sempre stato affrontato con la necessaria serenità di giudizio e la relativa tranquillità in virtù del sentirsi parte di un insieme proteso sia alla tutela dei pazienti che a quella degli operatori. La serenità del rapporto di lavoro fra medici, pazienti ed amministrazione sanitaria provinciale costituisce quindi un valore immateriale non quantificabile, ma fondamentale nel tradurre in operatività le aspettative di salute dell utenza e quelle programmatiche della politica sanitaria della nostra Provincia Autonoma. Il richiamo all autonomia legislativa della nostra Provincia non è in questo contesto casuale poiché è proprio da questa peculiarità che nasce la forza della sanità ospedaliera trentina: medici che lavorano IN FORMA ESCLUSIVA in nome e per conto di una struttura sanitaria retta e finanziata con il contributo della collettività che ne usufruisce per le proprie esigenze, in un rapporto di fiducia fra le parti che costituisce, come già sottolineato, IL FULCRO DELLA SERENITA E DELLA PROPENSIONE AL FARE DEGLI OPERATORI. Il presupposto dell autonomia, cifra precipua della nostra provincia a tutt oggi declinata in tutti i suoi più vari aspetti socio politici, non può ora essere tradita introducendo una tale anomala novità in un campo così delicato quale quello della sanità, adducendo a sostegno di tale scelta una motivazione così poco autonomista quale l affermare, in sintesi, che in tal modo è gestita oggi tutta la sanità pubblica nazionale. I medici ospedalieri sono ben consci che, in questa epoca di crisi finanziaria generalizzata, le condizioni socio economiche sono mutate anche in Trentino; sono però altrettanto consapevoli del fatto che le risorse debbano essere allocate secondo priorità delle quali la politica deve e dovrà rispondere. A tale riguardo i medici ospedalieri del Trentino non condividono minimamente il supposto contenimento della spesa che si realizzerebbe con le nuove modalità
assicurative proposte dalla Direzione generale dell Azienda ed avallate dall Assessore alle politiche sanitarie della P.A.T. Il dissenso nasce da considerazioni di ordine generale, di tipo tecnico e, soprattutto, dalla consapevolezza del possibile effetto dirompente che tale riduzione di tutela assicurativa può comportare, fermo restando che non è affatto dimostrato e dimostrabile che il contratto di polizza stipulato realizzi un reale vantaggio in termini economici: la scelta dell Azienda Sanitaria di rispondere con propri mezzi alla grande maggioranza di richieste risarcitorie garantendosi una copertura assicurativa solo per importi estremamente elevati (superiori ad 500.000) predetermina la necessità che tutti i medici ospedalieri ricorrano a una copertura assicurativa individuale per rivalsa colpa grave ; le conseguenze che ciò comporta, ben prevedibili fin d ora, si identificano in un sicuro aumento della cosiddetta medicina difensiva e dei costi collegati a tale deleteria pratica medica, nell ingenerarsi di una altrettanto deleteria conflittualità fra medici nel tentativo di ridurre il proprio profilo di responsabilità individuale, nell aumento del contenzioso penale come scorciatoia legale per ottenere un più rapido risarcimento anche improprio; la riduzione del rischio clinico posto che esso non può essere eliminato è fortemente condizionata anche da variabili sulle quali i medici non possono esercitare alcun controllo: dotazioni di risorse umane e mantenimento delle competenze per casistiche troppo esigue a garantire la sicurezza dei pazienti nonché dotazioni di adeguate risorse strumentali la cui carenza può inficiare quegli standard ottimali che la giurisprudenza considera oggi imprescindibili per l esercizio della professione medica (specie in caso di urgenza o emergenza clinica) di cui gli esempi più eclatanti sono le attuali realtà sanitarie di Tione, Ala e Mezzolombardo; la mancata chiarezza giuridica in tema di profili di colpa contrapposta alla peraltro sempre più frequente corresponsione di più o meno cospicui risarcimenti anche in assenza di colpa del sanitario e la variabilità di giudizio del singolo magistrato nella valutazione dell operato medico; dubbi sul ruolo del nucleo di valutazione sinistri anche in considerazione del palese conflitto che indipendentemente dalla volontà e dalle intenzioni dei singoli di fatto sussiste fra l interesse proprio dell Azienda Sanitaria e quello proprio dei medici chiamati a rispondere. Si aggiunge a queste considerazioni lo stato di incoerenza apparente fra le varie direzioni delle strutture aziendali per cui mentre da un lato si riducono fortemente le tutele degli operatori, dall altra si richiedono alle varie unità operative sforzi comuni per aumentare i livelli di attività, inserendo nelle schede di budget obiettivi che non sono realizzabili a queste condizioni.
Da una parte, in definitiva, si viene chiamati alla condivisione responsabile come ci si attende da dirigenti partecipi e consapevoli del proprio ruolo all interno dell azienda e dall altra ci si pone nei loro confronti con chiusura a quel rapporto dialettico tipico di un azienda di professionisti, in cui le varie componenti hanno ruoli definiti e caratterizzati da forte interscambio delle competenze specifiche delle varie posizioni. Ulteriori motivi di profondo dissenso sono sorti per le modalità ed i tempi con cui l Azienda Sanitaria ha gestito la materia assicurativa. La problematica era nota da un anno circa termine previsto per la disdetta del contratto assicurativo precedentemente vigente ma solamente nell ultimo mese dello scorso anno i sindacati medici sottoscrittori ne sono stati informati. Questo ritardo di comunicazione ha reso impossibile qualsiasi tipo di confronto costruttivo fra parte amministrativa e medica, teso alla ricerca di soluzioni condivise e, probabilmente, migliorative delle nuove condizioni assicurative. Le sotto firmatarie associazioni mediche sono state, di fatto, escluse da ogni tipo di apporto costruttivo e messe di fronte a scelte compiute in ritardo e portate alla conclusiva definizione dell attuale polizza. Anche il confronto con la parte politica di riferimento non ha dato altro esito se non l evidenza di una chiara e deliberata rigidità, del tutto tecnicistica e poco attenta alle ricadute pratiche sulla sanità trentina, rispetto alle istanze presentate, come se queste fossero tentativi di negoziazione contrattuale di tipo meramente economico. Come considerazione a margine si intravede infine in tutto questo, il serio rischio che in un imminente futuro ci si orienti sempre più verso una sanità meno solidale, caratterizzata invece da una maggior individualità nei rapporti fra medico e cittadino ammalato in una logica meramente assicurativa. IN DEFINITIVA, LE SOTTOSCRIVENTI RAPPRESENTANZE DEI MEDICI OSPEDALIERI LAMENTANO LA ROTTURA DI QUEL PATTO SOCIALE PIU VOLTE RICHIAMATO E DENUNCIANO LO SCORAMENTO CHE COINVOLGE TUTTI I MEDICI OSPEDALIERI. Per tale motivo si intende sollecitare tutti i membri del Consiglio Provinciale ad una seria e circostanziata riflessione sulle conseguenze socioeconomiche e sanitarie che si vengono profilando per la collettività trentina e sulla possibilità di risolvere questo spinoso problema in maniera utile a ricreare quelle condizioni di fiducia e di serenità che come già detto sono alla base dell esercizio della professione medica in un sistema sanitario pubblico, finora ampiamente condiviso dai vari attori che ne fanno parte. Le scriventi OO.SS. esprimono pertanto con forza la necessità di riconsiderare non solo la valutazione del rischio e dell aspetto assicurativo, che in questo momento rappresentano solo la punta dell iceberg delle problematiche della nostra sanità, ma
tutta l organizzazione della sanità Trentina partendo da una razionale e condivisa allocazione delle risorse e dalla piena valorizzazione delle professionalità. SU QUESTO SI CHIEDE L IMMEDIATA APERTURA DI UN TAVOLO DI CONFRONTO POLITICO, PENA IL DOVER RICHIEDERE PER IL 2014 UNA ASSICURAZIONE CON CARATTERISTICHE ANALOGHE A QUELLA APPENA SOSTITUITA. In caso contrario, profondamente traditi e francamente irritati dal modo in cui è stato affrontato tale assai delicato problema, ci proponiamo di sensibilizzare in maniera più incisiva di quanto fino ad ora fatto, la popolazione trentina circa il suo futuro sanitario. Si vuole tutelare il modello di sanità solidale in cui ci riconosciamo e denunciare lo smantellamento dello stato sociale da parte di quelle istituzioni che per prime dovrebbero difenderlo, sorde alle segnalazioni da noi più volte sollevate. Si intende altresì tutelare maggiormente, anche in termini di medicina esasperatamente difensiva, i sanitari frequentemente ed isolatamente esposti a strumentali denunce a scopo risarcitorio, in cui in malafede si confonde sempre più spesso la mera complicanza medica con la colpa professionale. Per concludere, si vuole rimarcare come l attuale legislatura si sia aperta con la dichiarata volontà di istituire una camera conciliativa e si concluda invece con l introduzione di un sistema assicurativo che si configura quale presupposto di un ineluttabile aumento del contenzioso oltre che con i pazienti anche fra i medici ospedalieri stessi e l APSS. AAROI EMAC (Alberto Mattedi) ANAAO Assomed (Romano Nardelli) ANPO (Enzo Galligioni) CIMO (Paolo Dorigotti) FASSID AIPaC (Severino Dazzi) FASSID SIMeT (Franco Guizzardi) FASSID SiNaFO (Giorgio Temporin) FASSID SNR (Luisa Manes) SDS SNABI (Enzo Polla) SIVeMP (Sandro Guella)