FESTIVAL INTERNAZIONALE ONDE MEDITERRANEE XII EDIZIONE. MUSICA, ARTE E INCONTRI AL CAPO NORD DEL MEDITERRANEO 2_12 Luglio 2009



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Medaglia d'argento della Presidenza della Repubblica Italiana FESTIVAL INTERNAZIONALE ONDE MEDITERRANEE XII EDIZIONE MUSICA, ARTE E INCONTRI AL CAPO NORD DEL MEDITERRANEO 2_12 Luglio 2009 Con il contributo di: Provincia di Gorizia (Assessorato alle Politiche Giovanili) Comune di Monfalcone (Assessorato alla Cultura) Comune di Cervignano del Friuli Comune di Duino Aurisina e con l adesione di: Banda Stella Maris di Marano Lagunare Bisiacaria.com Associazione Prima dello Spettacolo e Canton del Est Onde Mediterranee Expo a cura di: Trieste 1

Il Mediterraneo non è solo geografia. I suoi confini non sono definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo: sono irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali né nazionali: somigliano al cerchio di gesso che continua a essere descritto e cancellato, che le onde e i venti, le imprese e le ispirazioni allargano o restringono. (Predrag Matvejevic da Breviario Mediterraneo, Garzanti, 1991) Onde Mediterranee rinnova per la dodicesima volta la sua apparizione sul litorale monfalconese, aggiungendo una nuova tappa al suo lungo viaggio di avvicinamento tra genti diverse per natura, cultura e tradizioni, tutte destinate a convivere in un futuro prossimo. Questo futuro, necessariamente, mescolerà tutti verso un unica popolazione del mondo, un popolo nuovo di gente consapevole del fatto che tornare indietro vorrebbe dire barbarie e probabilmente la fine dell avventura umana sul pianeta terra. La strada dinanzi a noi sembra chiara e diritta e cercheremo di percorrerla senza esitazioni, nonostante non sia una strada visibile a tutti e la paura conduca molti a sbagliare di nuovo. Il Direttore Artistico Giancarlo Velliscig 2

XII Edizione del Festival Internazionale Onde Mediterranee - dal 2 al 12 luglio PROGRAMMA GENERALE Giovedì 2/7 Monfalcone (Go) - Piazza della Repubblica Ore 19.00 apertura Mercatino Mediterraneo e chioschi etno-gastronomici ore 21.30 MILKY WAY Una band tesa a rinnovare i fasti dell Hard Rock, memori si dei grandi maestri Deep Purple, Led Zeppelin, Rainbow ma pure desiderosi di saltare la barriera dell immobilismo di un genere spesso impaludato nel proprio passato. I Milky Way possono contare sulla solidità e sull impatto scenico proprio al loro cantante, Piero Pattay, oltre che su un repertorio basato su brani di propria composizione, innervati dalla volontà di ricerca e dalla determinazione al nuovo. Un modo originale per riuscire a stare a cavallo tra epica hard e New Wave, senza per questo deludere gli appassionati del genere in questione. ore 23.00 AKHTAMAR Gli Akhtamar sono una band molto particolare. La loro musica è una miscellanea raffinata di Metal Progressive con influenze etno e non solo. I testi sono per lo più impegnati, ma ciò non appesantisce il sound, che rimane comunque levigato e dalla struttura d impianto piuttosto solida. Le geometrie delle composizioni del gruppo danno la possibilità ai singoli membri di porre in mostra doti strumentali non comuni su un canovaccio d insieme già duttilmente rodato. Per chi ama volare alto Venerdì 3/7 Monfalcone (Go) - Piazza della Repubblica Ore 19.00 apertura Mercatino Mediterraneo e chioschi etno-gastronomici ore 21.30 WITZ ORCHESTRA Un sistema di fare comicità in musica Un Trio che reca un nome storico, quello della Witz Orchestra, l avanguardistico gruppo triestino che per primo seppe fondere il cabaret al rock demenziale in una formula tanto inedita quanto azzeccata. Riconosciuti antesignani di Elio e Le Storie Tese cosiccome di altri gruppi del genere, alcuni dei componenti originari del virtuosistico ensemble continuano, imperturbabili, a sfiancare di risate quanti assistono alle loro improbabili imprese, tra New Dada, Old Fashion e Surrealismo in musica. Attualmente la Witz Orchestra accompagna il tour di Enzo Iacchetti. Sabato 4/7 Monfalcone (Go) - Piazza della Repubblica NOTTE BIANCA MEDITERRANEA dalle 19.00 fino all alba in Piazza della Repubblica e nelle vie del centro di Monfalcone: - mercatino, chioschi etno-gastronomici, giocoleria, animazione per bambini - negozi aperti fino a tardi con i saldi estivi (in collaborazione con Ascom Monfalcone) - collegamento a cura dell APT di Gorizia, con bus navetta dal parcheggio Ospedale San Polo e parcheggio Centro Commerciale Via Pocar (Emisfero) al centro (circa ogni 10/15 minuti), dalle 20.30 alle 03.30. 3

ore 22.00 ENRICO CAPUANO E LA TAMMURIATAROCK Musica e solidarietà. Saltarelli e Tammurriate fuse sapientemente con il rock epico anni 70 ed integrate con testi al vetriolo che parlano di emigrazione, commistione, melting pot e luoghi comuni, in una miscellanea intrigante e molto peculiare. Enrico Capuano e la TammurriataRock, in tournee per presentare il nuovo album Fuori dalla stanza e per festeggiare i primi vent anni di attività. Oltre 100 concerti in tutta Italia dopo la grande performance del primo Maggio in Piazza San Giovanni a Roma. Divertimento e presa di coscienza in binomio inconsueto. ore 23.45 FABRIZIO CASALINO spettacolo di cabaret Un vero animale da palco, Fabrizio Casalino. Strumentista dotato, ma soprattutto grande capacità nel cogliere i vezzi e le stupidità del panorama pop nostrano, l artista genovese sa come fondere la sua musica con l intrattenimento e la dissacrazione, in un percorso intelligente e pieno di stimoli. Il suo universo artistico è ampio quanto la sua cultura, vagando tranquillamente dal Brasile di Giginho sino alla periferia mentale di Carmen Consoli o di Vasco Rossi, per il diletto suo e nostro. Ha partecipato alla prima edizione della trasmissione televisiva di Raidue Bulldozer. Fa parte del cast fisso di tutte le edizioni di Colorado condotte da Beppe Braida e da Rossella Brescia e delle edizioni 2008 e 2009 di Mai dire. condotte da Mr. Forest ed entrambe in onda da su Italia Uno. ore 01.00 CI RITORNI IN MENTE Musiche e parole dedicate a Lucio Battisti con ALBERTO FORTIS, ANDREA MIRÒ, MARCO FERRADINI - Regia Jose Luciano Orlando Prendete un quartetto d archi, posto a fianco degli strumenti propri al pop; create gli arrangiamenti giusti, scritti da chi queste cose le sa fare. Agli strumenti aggiungete tre voci importanti, quelle di Marco Ferradini, Andrea Mirò e Alberto Fortis, e quindi usate tutta quest organizzazione per rendere giusto omaggio all arte di Lucio Battisti e di Mogol. Quanto ne sortirà avrà il sapore di quelle magie che una volta passate non si riacciuffano più. Una notte bianca tra nostalgia e poesia. Sabato 4 luglio dalle 21.00 alle 02.00 Evento collaterale Notte Bianca Mediterranea: Galleria Comunale d'arte Contemporanea di Monfalcone presenta Focus on NICO VASCELLARI Una notte dedicata ai video di Nico Vascellari uno dei maggiori esponenti dell'arte contemporanea italiana Galleria Comunale d'arte Contemporanea di Monfalcone, piazza Cavour 44 Infoline 0481 46262 dal 6 al 10 luglio LETTERE MEDITERRANEE riflessioni e dialoghi sul Mediterraneo a cura di Neri Pollastri con la collaborazione di Tiziano Pizzamiglio e della Libreria Rinascita di Monfalcone Monfalcone Piazza Falcone e Borsellino lunedì 6 luglio ore 18.30 Margherita Hack: La laicità di un astronomo (M. Hack, Qualcosa di inaspettato. I miei affetti, i miei valori, le mie passioni, Laterza, 2007) ore 21.30 Silvana La Spina: Donne in una società in crisi (S. La Spina, Una bambina pericolosa, Mondadori, 2008) martedì 7 luglio ore 21.30 Giuseppe Ferraro: Crisi istituzionale, crisi morale: la responsabilità della filosofia (G. Ferraro, L innocenza della verità, Filema, 2008) mercoledì 8 luglio ore 21.30 Vauro: Dall Iraq all Afghanistan, nella crisi permanente (Vauro, Il mago del vento, Piemme, 2008) 4

giovedì 9 luglio ore 21.30 Angelo Ferracuti: La quiete della provincia (Angelo Ferracuti, Viaggi da Fermo. Un sillabario piceno, Laterza, 2009) venerdì 10 luglio ore 21.30 Francesco Gesualdi: Uscire dalla crisi è possibile! (F. Gesualdi, L altra via, Terre di Mezzo, 2009; F. Gesualdi, Dalla parte sbagliata del mondo, Terre di Mezzo, 2008; F. Gesualdi, Sobrietà, Feltrinelli, 2005) Sabato 11/7 Cervignano del Friuli (Ud) Parco Europa Unita ore 21.30 AFTERHOURS in concerto Sono passati quasi vent anni dall esordio discografico degli Afterhours eppure il sound del gruppo ha sempre saputo rimanere coerentemente fresco ed abrasivo, supportato da una filosofia consapevole ed autonoma. A Sanremo, l anno scorso, hanno dimostrato cosa significhi la piena consapevolezza autarchica, fungendo da esempio per quanti pensano che il successo sia sempre figlio del compromesso in musica. Ingresso: 15,00 intero/ 10,00 ridotto infoline 0432.523989 o prenotazioni@ondemediterranee.it Domenica 12/7 Marano Lagunare (Ud) Porticciolo ore 21.30 STORIA DI UN IMPIEGATO di Fabrizio de Andrè con il gruppo MILLE ANNI ANCORA Tre storici collaboratori di Fabrizio de Andrè. Un album, Storia di un impiegato, che dal 1973 ad oggi ha sempre continuato a far discutere, per uno spettacolo che vuole essere riproposizione, ricognizione e riconsiderazione di un epoca dove la parola veicolava pensieri ed i pensieri sentimenti. Mille Anni Ancora, a ricordo d un artista, Fabrizio de Andrè, la cui arte non smetterà mai di far riflettere. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero ad eccezione del concerto degli AFTERHOURS ORGANIZZAZIONE: Onde Mediterranee Associazione Culturale Infoline: 0432.523989 fax 0432.526156 Sede legale: Via Marconi, 7 - Gorizia Sede operativa: Via Gervasutta, 29-33100 Udine Direttore Artistico: Giancarlo Velliscig Coordinamento generale e Ufficio Stampa: Marina Tuni_3470112085 Coordinamento Lettere Mediterranee e Ufficio stampa: Clara Giangaspero _3492716041 Produzione: Giuliano Velliscig, Andrea Boscarol Segreteria Organizzativa: Angela Di Francescantonio, Adriana Velliscig, Chiara Tentor Webmaster: Luca Tarondi Realizzazione video: Davide Morandi Prenotazioni biglietti: prenotazioni@ondemediterranee.it e-mail: press@ondemediterranee.it Sito internet: www.ondemediterranee.it MySpace: http://www.myspace.com/onde_mediterranee 5

musica 6

Giovedì 2/7 Monfalcone (Go) - Piazza della Repubblica ore 21.30 MILKY WAY Piero Pattay, voce Stefano Alessandrini, tastiere e cori Davide Alessandrini, chitarra elettrica Marco Onofri, chitarra elettrica e cori Marco Rosa, basso elettrico Fabio Poian, batteria La band viene formata nel 2002 da Stefano Alessandrini (tastiere) e Marco Onofri (chitarra) con l'intento di suonare rock cover degli anni 70 (Deep Purple, Rainbow, Led Zeppelin); La prima formazione viene completata da Davide Alessandrini (fratello di Stefano, alla chitarra), Fabio Poian (batteria), Bruno Tagliapietra (basso), e Massimiliano Sirio alla voce. Dopo numerose esperienze live in giro per il Friuli Venezia Giulia la band cambia il proprio cantante, arriva Piero Pattay, che importa il suo bagaglio artistico per la composizione di pezzi propri, e Marco Rosa al basso. La band si lancia nella composizione di pezzi Hard Rock con l'intento di ravvivare un genere un po' sottotono negli ultimi anni, tramite il cambiamento delle strutture classiche delle canzoni hard rock e l'inserimento di testi non propri del genere, cioe' estranei alla chiave "sesso, droga e rock 'n' roll", ma mantenendo comunque la melodia accattivante ed il sound potente e graffiante di tale tipo di musica. Nel dicembre 2006 la band incide il suo primo demo "Don't break my wings", ascoltabile dal sito www.milkyway.altervista.org e dal profilo http://www.myspace.com/milkywayrockband. Oltre a tale lavoro la band continua la sua spettacolare attività live in giro per la regione, grazie alle ottime qualita' di frontman di Piero Pattay e la capacità d'assieme dei musicisti. La band ha registrato di recente il suo primo album ed è in cerca di un contratto discografico che lo valorizzi. ore 23.00 AKHTAMAR Giuliano Velliscig, voce Alessandro Toppano, tastiere, pianoforte, FX Guido Casarin, batteria e percussioni Alessio Velliscig, chitarra, mandolino e cori Gianni Chiarparini, basso Akhtamar è una progressive-metal band di Udine nata nel 2005. Il nome si traduce letteralmente dall armeno in Oh, Tamara. Questa semplice frase è divenuta simbolo per un popolo disgregato dalla diaspora ma forte nell identità. Un nome armeno come simbolo dell incontro tra alterità nel tentativo di raggiungere un nuovo soggetto: il cittadino del mondo. Dopo alcuni concerti inaugurali nel 2005, la band si è concentrata nella produzione del primo demo, completato nel settembre del 2006. Il disco ha ricevuto numerosi buoni consensi da parte di riviste e siti internet specializzati e il riconoscimento più prestigioso è arrivato dalla nota rivista Metal Hammer che lo ha giudicato demo del mese di aprile 2007. Gli Akhtamar hanno partecipato a tre edizioni del festival metal Rock Impact (2005, 2006, 2007) suonando con nomi importanti del panorama musicale italiano e non: SecretSphere, In Other Climes, Infernal Poetry, Slowmotion Apocalypse, Raintime, Tystnaden e Pathosray. Nell estate del 2007 hanno partecipato anche al festival SammardenchiaRock. Successivamente, tra ottobre 2007 e marzo 2008, la band ha prodotto il primo full-lenght ufficiale, chiamato Panta Rei. Dopo una lunga assenza dai palchi, la band ha ripreso la sua attività live partecipando al festival internazionale Festintenda 2009, forte del completamento della line-up con l arrivo al basso di Gianni Chiarparini. Ascoltabili dal profilo http://www.myspace.com/akhtamar 7

Venerdì 3/7 Monfalcone (Go) - Piazza della Repubblica - ore 21.30 WITZ ORCHESTRA Loretta Califra Tony Soranno Fabio Soranno Riconosciuti antesignani di Elio e Le Storie Tese, Loretta Califra, con Fabio e Tony Soranno formano attualmente la trascinante formazione comico-musicale "Witz Orchestra", un trio di bravissini artisti legati al moderno cabaret con incursioni briose e travolgenti anche nel folcore giuliano; annualmente infatti sono brillanti punti di riferimento nel Festival della Canzone Triestina. Hanno al loro attivo diverse apparizioni in tv e sono richiestissimi per il loro stile e la loro frizzante originalità. La Witz Orchestra, fondata 20 anni fa assieme a Mario Giacaz, vanta infatti innumerevoli collaborazioni con grandi nomi del teatro e della televisione (in passato ha lavorato anche con Dario Fo). Si esibisce con Enzo Iacchetti da 15 anni, fin dagli albori della sua carriera. Insieme hanno vissuto decine di esperienze artistiche, da Non Stop" (Rai 1, 1986) a "Proffimamente" a Titolo (Canale 5, 1998/'99). La Witz Orchestra sul palco da vita a un repertorio di musica comica, unico ed esilarante. I bravissimi musicisti scherzano con le note, con le parole, prendono in giro se stessi e il malcostume vigente, dissacrando e manomettendo tutti i tipi di musica, dai madrigali boccheriniani alla disco dance. 8

Sabato 4/7 Monfalcone (Go) - Piazza della Repubblica NOTTE BIANCA MEDITERRANEA ore 22.00 ENRICO CAPUANO E LA TAMMURIATAROCK Enrico Capuano, voce Dunia Molina, voce Fabiano Lelli, chitarra Daniele Iacono, batteria Claudio Clementi, basso Valerio Conti, violino Stefano Ribeca, strumenti a fiato Enrico Capuano e la TammurriataRock ovvero il rock popolare. Una miscela di Saltarello e Tammurriate mixate con il suono del rock anni 70, con testi graffianti, ribelli e filastrocche legate ad estetiche tradizionali. Oltre 100 concerti in tutta Italia, dopo la grande performance del 1 Maggio a Piazza San Giovanni a Roma, per parlare di integrazione, "mescolanze", superamento delle barriere a ritmo di musica rock popolare. Dopo il successo del precedente album Lascia che sia, Enrico Capuano si ripresenta al pubblico con un nuovo lavoro, Fuori dalla stanza, quinto episodio discografico la sua carriera artistica. Si tratta di una raccolta di 11 brani, di cui 4 inediti, che fa emergere in modo efficace il coinvolgente sincretismo tra musica popolare e linguaggio rock. Fuori dalla stanza è la fotografia sonora di un percorso musicale che evidenzia le scelte di Capuano verso tematiche sociali, unitamente al suo impegno contro qualsiasi guerra. Sono da ricordare, per quanto riguarda la sua attività live, i concerti tenuti in Iraq in prossimità del conflitto, il tour a Cuba e le performance a favore di iniziative di solidarietà. Fuori dalla stanza vede la presenza di diversi ospiti, tra cui Lucio Violino Fabbri nel brano Mane, i Vox Popoli, Graziano Galatone e tanti altri. La traccia che da il titolo al CD, scritta da Enrico e Fabiano Lelli, porta anche la firma dell amico Piotta. Questo brano fu presentato in anteprima nel 2007 al concerto del 1 Maggio in Piazza San Giovanni a Roma, un appuntamento al quale Enrico partecipa dal 2002. L album è pubblicato da Fermenti Vivi, l etichetta diretta da Franz Di Cioccio. ore 23.45 FABRIZIO CASALINO spettacolo di cabaret Fabrizio Casalino nasce a Genova nel 70. Nel 94 viene scelto dal Premio Tenco come migliore artista esordiente della canzone d autore. Nel 96, mentre si laurea in giurisprudenza, pubblica un cd con la Polygram, intitolato Come un angelo. Con la canzone omonima arriva 2 al Disco per l estate 97. Nel 98 Come un angelo viene tradotto in spagnolo pubblicato in 11 nazioni sudamericane; nello stesso anno si esibisce in Argentina, Venezuela, Uruguay. Passa 6 mesi a Nashville, scrivendo canzoni country con un pool di autori americani. Nel 99 rientra in Italia e scopre la propria vena comica, grazie alla collaborazione con i Cavalli Marci. Nasce così Giginho, ospite frequente dei loro spettacoli. Partecipa alla tournée Cavalli Marci & Friends nel 2000/2001 e Chiacchiere e Distintivo nel 2002/2003. La sua canzone Sapevo il Credo è stata pubblicata sul CD di Cristiano de André ( Scaramante ). Dal 2002 è ospite fisso di Colorado Cafè con Diego Abatantuono. Ha partecipato alla prima edizione della trasmissione televisiva di Rai2 Bulldozer. Fa parte del cast fisso di tutte le edizioni di Colorado condotte da Beppe Braida e Rossella Brescia e delle edizioni 2008 e 2009 di Mai dire. condotte da Mr. Forest, in onda da su Italia Uno. Tra i suoi personaggi di maggior successo ricordiamo: Giginho viene da Rio De Janeiro, indossa sempre la maglia della nazionale di calcio del Brasile e canta famose sambe rivisitandone il testo in chiave comica: in un portoghese maccheronico, ma sotto l effetto costante della Saudagi, la tipica malinconia - allegria del Carnevale. Con il sorriso insondabile del popolo carioca e l inseparabile chitarra, canta d amore, guai con il fisco, storie delinquenziali. Su tutto aleggia l ombra di Luis Aldairton Fernando Ernesto Marcantonio Gilberto Primiziius Cassius Tapioca, fantomatico profeta della bossanova, che definisce U meu grangi maestru. Il cantautore responsabile - Cosa fa Vasco quando gli si rompe la lavatrice? Cosa direbbe Carmen Consoli ad un casellante? Non sono ipotesi di scuola. Il cantautore responsabile mette i grandi autori della canzone davanti alle proprie responsabilità: li costringe ad affrontare i veri problemi della vita. L esito non può che essere esilarante. Mirko Improbabile giovane musicista, viziato e coccolato in famiglia e senza progetti futuri e con la testa molto vuota!! La collaborazione con Enrique Balbontin e Andrea Ceccon, nata con la produzione televisiva Colorado Cafè Live, sfocia anche in uno spettacolo live Battitene la ciolla dove il trio ligure si esprime al meglio coinvolgendo il pubblico in un continuo e surreale cambio di situazioni comiche 9

ore 01.00 CI RITORNI IN MENTE Musiche e parole dedicate a Lucio Battisti con ALBERTO FORTIS, ANDREA MIRO, MARCO FERRADINI Regia Jose Luciano Orlando Un evento artistico che vuole riportare alla mente le indimenticabili note di un grande artista che ha saputo far fiorire in tutti noi emozioni eterne: Lucio Battisti. U n viaggio poetico ed evocativo attraverso le canzoni e i testi del periodo di collaborazione di Battisti con Mogol. Il concerto spettacolo vede un cast artistico di grande livello, costituito da musicisti che collaborano con nomi celebri del panorama musicale italiano, come Gatto Panceri, Paolo Conte, Francesco Baccini, ecc.. L'orchestra è costituita da un quartetto d'archi formato da due violini, una viola e un violoncello, affiancati da batteria, basso, chitarra, pianoforte e una voce solista. Gli arrangiamenti sono realizzati con l'intento di riprodurre le sonorità tipiche dello stile musicale di Battisti e le strutture dei brani originali, ovviamente con le dovute modifiche determinate dall'esigenza di rispettare l'organico strumentale utilizzato. MARCO FERRADINI, cantautore di origine comasche e milanese d'adozione, ha prestato la sua voce a jingle pubblicitari e a sigle di cartoni animati, oltre ad aver partecipato a diverse edizioni del Festival di Sanremo. È autore della famosa Teorema, scritta ed edita nel 1981, canzone rimasta a lungo nelle classifiche ed ancora oggi presente nella memoria del pubblico. ANDREA MIRÒ, polistrumentista e cantautrice che ha al suo attivo diversi album e partecipazioni al festival di Sanremo. Ha collaborato con importanti artisti del calibro di Roberto Vecchioni, Eugenio Finardi, Mango, Bruno Lauzi, Enrico Ruggeri, del quale è anche compagna nella vita, così come nel lavoro. ALBERTO FORTIS, cantautore presente nel panorama musicale italiano ed internazionale sin dal 1979, autore ed interprete di diversi album, alcuni dei quali premiati con il disco d oro. I concerti di Alberto Fortis sono un punto di forza della sua carriera, tanto nelle esibizioni per pianoforte e voce, quanto in quelle con la band. Gli incontri con Paul McCartney, Yoko Ono e con il regista Wim Wenders, lo hanno portato a esibirsi in concerti live anche a Los Angeles e a New York. Tra i suoi brani più belli ricordiamo La sedia di lillà, Milano e Vincenzo, A voi romani, Settembre. Josè Orlando Luciano, Direttore Artistico e Musicale, Pianoforte: fisarmonicista, pianista e arrangiatore, ha registrato per importanti case discografiche e lavorato in importanti produzioni televisive quali Cascina Vianello, Canale 5, Ciro figlio di Target, Italia 1, Natale sotto l albero, Canale 5 e programmi di Odeon TV. Ha collaborato e collabora con artisti quali Bruno Lauzi, Andrea Mirò, Filippa Gordano, Gatto Panceri, Eugenio Finardi, Francesco Baccini, Marco Guerzoni e altri. Mariella Sanvito, I Violino: diplomata in violino, ha collaborato e collabora con le più importanti orchestre del panorama italiano. Ha suonato con artisti del calibro di Paolo Conte, Claudio Baglioni, Ivana Spagna, Ivano Fossati, Francesco Renga, i Pooh (musiche per il musical Pinocchio), Gatto Panceri, gli Articolo 31, Franco Battiato. Giovanni Mirolli, Viola: diplomato in violino e viola, ha collaborato con l'orchestra dell'accademia del Teatro ala Scala, l Orchestra G. Verdi di Milano e diverse altre. Svolge intensa attività cameristica. Ha partecipato a diversi spettacoli teatrali, a produzioni Mediaset e suonato nei concerti di Gino Paoli, Franco Battiato e degli U2 nel loro ultimo concerto a Milano. Salvo Correri, Chitarra Elettrica e Voce: palermitano, è session man ed arrangiatore per molti artisti nazionali. Da anni braccio destro di Francesco Baccini, sia come arrangiatore che nella sua attività live. Tra le sue collaborazioni: Gatto Panceri, Bruno Lauzi, Enzo Iannacci, Eugenio Finardi, Alex Baroni, Giorgio Faletti, Andrea Mirò, Alessandro Haber, Laura Bono, Dirotta su Cuba. Partecipa da strumentista a diverse trasmissioni televisive quali Festivalbar, Superclassifica, Disco per l estate e molte altre. Massimo Scoca, Basso Elettrico: diplomato in contrabbasso, spazia attraverso i più vari stili musicali. Partecipa alle tournee italiane di noti artisti tra cui Stewart Copeland (Police), Dee Dee Bridgewater, Level 42, Bob Geldof, Bryan Adams, John Davis, Rossana Casale, Tullio De Piscopo, Gatto Panceri, Bruno Lauzi, Tosca, Enzo Iannacci, Enrico Ruggeri, Lucio Dalla, Francesco Baccini. Partecipa a varie rassegne jazz suonando con i migliori talenti italianii. E' colonna portante di orchestre televisive in trasmissioni Rai (Premio Tenco e Ci vediamo in TV con Paolo Limiti). Pietro Pizzi, Batteria: inizia la professione di batterista nel 1990 accompagnando musicisti, comici e cabarettisti (Enzo Iacchetti, Claudio Bisio ecc.). Entra a far parte della band di Gatto Panceri con il quale ha tenuto innumerevoli concerti in tutta Italia. Ha partecipato a videoclip e a trasmissioni televisive e radiofoniche su network nazionali. Ricca è l esperienza in studio di registra- 10

zione da batterista, arrangiatore e produttore. Ha al suo attivo diverse collaborazioni musicali con Dirotta su Cuba, Eugenio Finardi, Luisa Corna, Sagi Rei, Alberto Fortis e diversi altri. Marco Sabato 11/7 Cervignano del Friuli (Ud) Parco Europa Unita ore 21.30 AFTERHOURS in concerto Manuel Agnellli; voce, chitarre Giorgio Prette, batteria Giorgio Ciccarelli, chitarre Rodrigo D Erasmo, violino Roberto Dell'Era, basso Enrico Gabrielli, tastiere, fiati, percussioni E il 1990 quando gli Afterhours esordiscono con il mini-cd All the Good Children Go to Hell. Passeranno 5 anni e due album, riconosciuti internazionalmente (During Christine s Sleep, 1990, il mini LP Cocaine Head, 1991 e Pop Kills Your Soul, 1993) prima di passare all italiano con la cover di Mio Fratello è Figlio Unico di Rino Gaetano, per l album tributo legato ad Arezzo Wave e poi con una spettacolare versione de La Canzone Popolare per il tributo ad Ivano Fossati. Il primo album interamente cantato in lingua italiana, Germi, esce nel 1995 e l estratto Dentro Marilyn è stato reinterpretato dalla straordinaria voce di Mina, la quale lo ha intitolato Tre Volte Dentro Me. Nel 1997 gli Afterhours firmano un contratto discografico con la Mescal e registrano l album Hai Paura del Buio?, 19 canzoni nelle quali sviluppano completamente il teorema After : marchiare con la loro personalità ed il loro suono la ballata rock come l urlo hard-core, la sperimentazione su 4 piste e l HI-FI più evoluto. Inizia l incessante percorso live che li vede esibirsi sui palchi di tutta Italia. Nel 1999 esce Non è per sempre ; ancora una volta gli impegni live rappresentano il lavoro di buona parte dell anno. Il Non è per sempre tour (luglio 1999) approda anche a Bologna, dove allo stadio Dall Ara condividono il palco con i R.E.M. Nel 2001 esce Siam tre piccoli porcellin, album live della band contenente l inedito La Sinfonia dei topi. Il disco è formato da un cd elettrico e uno acustico per 71 minuti di musica. Al percorso discografico degli Afterhours si abbina quello parallelo di Manuel Agnelli come produttore (Cristina Donà, Pitch, Scisma, Marco Parente, Massimo Volume, Verdena), di produttore artistico (Tora! Tora! Festival) e di scrittore (raccolta di racconti Il meraviglioso tubetto, Mondadori). Nel 2002 viene pubblicato Quello che non c è, piazzatosi clamorosamente e in pochi giorni, alla 4 posizione della classifica ufficiale di vendita. Nel 2004 arriva un contributo cinematografico: il CDS di Gioia e Rivoluzione, brano storico degli Area, riproposto, oltre che in versione live durante i concerti e su supporto cd, anche all interno del film di Guido Chiesa, Lavorare con lentezza, ove gli Afterhours interpretano la band guidata da Demetrio Stratos. Nel 2005 esce Ballate per piccole iene, prodotto da Greg Dulli, già leader degli Afghan Whigs, album che entra nella classifica dei dischi più venduti in Italia direttamente alla 2 posizione. Nel 2006, dopo la distribuzione europea curata da One Little Indian di Ballads For Little Hyenas, la versione inglese dell album è stata pubblicata in Italia da Mescal. In contemporanea, tour italiano ed europeo, ai quali segue, da parte di One Little Indian America, la distribuzione di Ballads For Little Hyenas in Canada e Stati Uniti. Il Ballate per piccole iene Tour porta gli Afterhours ad esibirsi sui palchi d Italia ed Europa e prosegue nel 2007 negli U.S.A. Seguiranno altri 4 tour negli States. Sempre nel 2007 vengono pubblicati da Virgin due doppi DVD antologici che narrano la storia degli Afterhours. Entrambi scalano la vetta delle classifiche di vendita. Nel 2008 esce su etichetta Universal "I Milanesi Ammazzano il Sabato", che esordisce direttamente al terzo posto. Nel 2009 la band partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Il paese è reale : Io voglio far qualcosa che serva, Fammi far solo una cosa che serva, Dir la verità è un atto d'amore, Fatto per la nostra rabbia che muore. Da una parte un testo che va dritto al segno, un brano toccante, coinvolgente, inusuale: Il paese è reale, presentato dalla più importante rock band italiana, gli Afterhours. Dall altra, la più istituzionale manifestazione musicale nazionale, che tuttavia, attraverso Paolo Bonolis e l organizzazione, dimostra grande rispetto per un altro modo di pensare la musica. Al centro, un progetto discografico che coinvolge 19 artisti, diversi tra loro per esperienza e ispirazione musicale ma rappresentativi di quella che di fatto è la vera nuova musica italiana. Album: Germi (Mescal) 1995; Hai Paura del Buio? (Mescal) 1997; Non è Per Sempre (Mescal) 1999; Siam Tre Piccoli Porcellini, live (Mescal) 2001; Quello che non c è (Mescal) 2002; Ballate per piccole iene (Mescal) 2005; Ballads for Little Hyenas (One Little Indian/Mescal) 2006; I Milanesi Ammazzano il Sabato (Universal) 2008; Il paese è reale (AC Europerecords) 2009. Ingresso: 15,00 intero/ 10,00 ridotto infoline 0432.523989 o prenotazioni@ondemediterranee.it 11

Domenica 12/7 Marano Lagunare (Ud) Porticciolo - ore 21.30 STORIA DI UN IMPIEGATO di Fabrizio de Andrè con il gruppo MILLE ANNI ANCORA Ellade Bandini, batteria Giorgio Cordini, chitarra e bouzouki Mario Arcari, fiati Diego Maggi, tastiere Max Gabanizza, basso Giuseppe Rotondi, percussioni Enrico Mantovani, chitarra Alessandro Adami, voce Stefano Zeni, violino Belìn ma sei matto? Non si può mica tirar fuori una canzone o due da quell'album lì... È tutto un lavoro unico, non si può farlo a pezzi!... Ecco, questa era stata la risposta che Giorgio Cordini si era sentito dare da Fabrizio quando, nel 1991, stava nascendo la tournée de Le Nuvole e lui aveva chiesto a Faber se non si poteva inserire nel repertorio anche Il bombarolo, da Storia di un impiegato, appunto. E il ricordo di quella risposta perentoria è tornato vivo quando Mario Arcari ha telefonato un giorno a Giorgio per chiedergli di partecipare ad un concerto in cui si sarebbe eseguito per intero il concept album Storia Di Un Impiegato, con nuovi arrangiamenti scritti appositamente da Arcari. Per intero... Così è nato questo progetto, che oggi viene adottato dal gruppo Mille Anni Ancora di cui fa parte, oltre a Mario Arcari e Giorgio Cordini, anche un altro grande musicista che ha suonato per molti anni con Fabrizio de André, il batterista Ellade Bandini. Nel rispetto della volontà di Faber, la proposta si pone come voce fuori dal coro dei tributi a de André, che raramente e mai per intero hanno rivisitato questo manifesto politico. Un impiegato ascolta, 5 anni dopo, una delle canzoni del maggio francese, 1968. È una canzone di lotta: ricorda gli avvenimenti accaduti durante la rivolta nata dagli studenti... Questo, come descritto nel libretto del CD da Roberto Dané, l'ambiente in cui respira il concept album Storia di un impiegato del 1973. Con la sua grande maestria nel dipingere personaggi che incarnano vizi e virtù dell'umanità, Fabrizio riesce in questo lavoro a dar vita ai dubbi e alle certezze di quanti in quel periodo hanno partecipato alla lotta e di quanti si sono trovati ai margini, o ancora di coloro che si sono portati dietro il senso di inadeguatezza e il rimorso di non aver contribuito. Siete tutti coinvolti - dice più volte Fabrizio per bocca del suo impiegato - e non si può decidere di rimediare in solitaria, salvo arrivare allo stesso potere che si è cercato di esautorare, perché il potere ti controlla e ti fornisce le regole che lui stesso ha usato per instaurarsi e ti lascia arrivare alle leve di comando, ma solo come prestanome del sistema. Nella collettività si può trovare un altro modo di insorgere, un modo che tiene conto dell'altro facendosi un tutto con gli altri fino a cambiare l'io col noi, ripetendo la stessa posizione di lotta ma questa volta con la coscienza di appartenere alla stessa classe di sfruttati. Questo il modo che davvero può sovvertire il potere, cambiando a favore degli oppressi le regole del gioco. Un sogno, una speranza. Questo concerto, come il tributo che il gruppo Mille Anni Ancora ha interpretato negli ultimi due anni, è voluto da tre dei suoi musicisti storici. Per loro, suonare ancora insieme le canzoni di Fabrizio significa dichiarare l'affetto per lui, che li ha sempre accompagnati anche dopo la sua scomparsa. Il concerto si divide in due parti. Nella prima viene eseguito il concept album Storia di un impiegato. Arcari, che aveva a suo tempo vissuto i movimenti del '68, ha saputo dare accenti di forte impatto emotivo a questi arrangiamenti: le percussioni, che occupano un posto di primo piano, offrono cadenze e colori di alto potere descrittivo. Il bouzouki e gli strumenti a fiato etnici di Cordini riavvicinano questo lavoro alle sonorità di Crêuza de Mä', alla cui realizzazione Arcari aveva partecipato. Bandini imprime col suo drumming caratteristico quella sonorità che identifica le basi ritmiche della band originale di Fabrizio. Nella seconda parte vengono riproposte canzoni famose con arrangiamenti fedeli a quelli dei concerti che Bandini, Cordini e Arcari eseguivano con il grande cantautore poeta, così, con Marinella e Bocca di Rosa, il soldato Piero e Geordie, salgono sul palco i personaggi più amati del mondo di Faber. In modo spontaneo, durante lo spettacolo, Ellade, Giorgio e Mario si ritagliano momenti di racconto che rimandano alla loro esperienza accanto a Faber. Anche la scelta di suonare con musicisti di un altra generazione è voluta: significa passare ai giovani, speranza del futuro, il testimone del pensiero di Fabrizio e della sua attenzione per gli altri, più deboli e sfortunati. Dori Ghezzi, presidente della Fondazione Fabrizio de André, ha offerto il proprio sostegno al progetto, fornendo preziosi consigli e alcuni scatti autografi, uno dei quali è stato scelto per illustrare il progetto sui manifesti. 12

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LETTERE MEDITERRANEE riflessioni e dialoghi sul Mediterraneo a cura di Neri Pollastri con la collaborazione di Tiziano Pizzamiglio e della Libreria Rinascita di Monfalcone Monfalcone Piazza Falcone e Borsellino dal 6 al 10 luglio 2009 Comprendere la crisi presentazione a cura di Neri Pollastri Giunge al terzo anno la serie di incontri con autori Lettere Mediterranee, con l intenzione di proseguire il discorso aperto nelle scorse edizioni, aggiornandolo con i temi dell attualità. E l attualità, purtroppo, ci parla di crisi. Crisi. Questa parola ritorna di continuo negli ultimi mesi: sui giornali, in TV, nei discorsi di politici, economisti, opinion maker e semplici cittadini. Ritorna a causa di scandali che hanno sgretolato un sistema economico che tutti sapevano essere perverso e gonfiato, ma al quale ciononostante non si ha perlopiù il coraggio di pensare alternative. Ritorna perché la crescita illimitata - questo mito della modernità, assurdo, se si pensa che l unica cosa che in natura cresce senza limiti è il tumore - pare essersi fermata e ciò mette a rischio l andamento ordinariamente perverso del sistema. Ritorna, perché tutto questo comporta perdita di posti di lavoro, diminuzione del potere d acquisto anche di coloro che, già prima, potevano acquistare a malapena l indispensabile, difficoltà dello Stato di far fronte alle spese sociali. Problematiche sociali che si traducono in disagi personali, che producono arretramento della cultura, criminalità, pregiudizi ed esclusione sociale. Non è facile, in questo quadro, parlare di crisi. Soprattutto, non è facile parlarne evitando la banalità, oppure i due inutili opposti atteggiamenti - da un lato il catastrofismo che porta a sostenere che non ne verremo mai fuori, perché non c è alcun modo di venirne fuori, e il conformismo ottimista, che porta viceversa ad affermare che, come è sempre accaduto, ne verremo fuori a breve e senza cambiar nulla del nostro mondo, anzi, ne siamo già fuori. Noi di Lettere Mediterranee vogliamo raccogliere questa sfida ed uscire dalla logica televisiva della comunicazione unidirezionale, nella quale chi informa non ha alcun rapporto con chi viene informato, che è mero spettatore di eventi che lo riguardano, ma sui quali non può mai dire la sua. Siamo infatti convinti che una crisi sia nient altro che una situazione inattesa, un fenomeno estraneo alle previsioni che è possibile fare con gli abituali strumenti di lettura del mondo, di fronte al quale le conoscenze cui siamo soliti fare affidamento non sono in grado di offrirci le risposte di cui abbiamo bisogno. E che, pertanto, di fronte a una crisi sia in primo luogo importante che tutti coloro che ne sono coinvolti collaborino per comprendere cosa stia accadendo. È per questo che, anche su questo tema, vogliamo dialogare assieme ai nostri ospiti, sentire sì la loro opinione su le diverse prospettive che ci apriranno a proposito del fenomeno della crisi, ma anche por loro domande e obiezioni, renderli partecipi del nostro particolare - e tuttavia fondamentale - punto di vista sulla crisi. Per fare tutto questo, con le modalità collaudate con piacere gli anni passati, abbiamo selezionato una serie di ospiti di tutto rispetto, provenienti da aree diverse della cultura. 14

Inizieremo lunedì 6 luglio, con due appuntamenti. Alle 18.30 avremo con noi l astrofisica Margherita Hack, nota per il suo lavoro scientifico, per la sua capacità di divulgatrice, ma anche per il suo impegno civile. Partendo dal suo tema - le stelle - ascolteremo il suo pensiero sulle criticità del nostro paese in materia di ricerca scientifica e di laicità, visto che la Hack è Presidente Onorario della Unione Atei Agnostici Razionalisti. Alle 21.00 incontreremo la scrittrice siciliana Silvana La Spina, autrice di romanzi, di un prezioso La mafia spiegata ai miei figli e, negli ultimi anni, delle avventure del commissario di polizia Maria Laura Gangemi, sbirro femmina che vive la sua critica vicenda esistenziale di donna moderna in una realtà in profonda crisi sociale ed economica qual è quella di Catania. Proprio a partire dall ultimo libro dedicato al personaggio del commissario Gangemi avvieremo il nostro colloquio con la scrittrice, per farci offrire il suo punto di vista su questi due momenti di crisi della nostra quotidianità: i rapporti tra i due sessi; il malcostume e la criminalità che si incuneano fin nelle strutture istituzionali del mondo in cui viviamo. Martedì 7 luglio individuo e collettività si congiungeranno nel significato che la filosofia ci può offrire della crisi, significato sul quale interrogheremo Giuseppe Ferraro, docente di filosofia all Università di Napoli, autore di interventi filosofici nelle carceri della Campania, dei quali ha poi dato conto nei suoi più recenti libri. Con Ferraro parleremo della crisi morale e istituzionale che sta attraversando il mondo contemporaneo e della responsabilità di cui può farsi carico la filosofia per contribuire al suo superamento. Mercoledì 8 luglio incontreremo un personaggio che, per le sue molteplici attività, il suo impegno e la sua verve polemica ha toccato con mano molti aspetti critici della società contemporanea: il vignettista, scrittore e giornalista Vauro. Prendendo spunto dal suo più recente libro, un romanzo ambientato in Iraq, ma muovendo poi alle sue esperienze in quel paese e in Afghanistan, per giungere poi alle vicende politico-mediatiche che lo hanno visto protagonista anche recentemente, dialogheremo con lui per comprendere meglio la crisi permanente di certi paesi e le difficoltà di metterla in concreta relazione con le crisi dell Occidente. Giovedì 9 luglio ci prenderemo una giornata di riposo dalla nostra esplorazione della crisi, incontrando lo scrittore marchigiano Angelo Ferracuti, che ci condurrà nelle sue terre. Una provincia tra le meno note d Italia, ma che forse può costituire l esempio di uno stile di vita, di un modo di guardare la realtà diverso da quello che, viceversa, ci ha condotto all impasse dell oggi. Venerdì 10 luglio, infine, chiuderemo la serie di incontri con una personalità unica, che difficilmente potrete incontrare in TV, ma che per molti è un vero e proprio mito : Francesco Gesualdi. Bambino di Don Milani a Barbiana, per alcuni anni in Asia per fornire aiuto alle popolazioni locali, Gesualdi è stato tra i promotori del consumo critico ed è un sostenitore della sobrietà come stile di vita individuale e come proposta politica generale. Nei suoi numerosi e chiarissimi libri ha mostrato come sia possibile immaginare ed iniziare a realizzare un mondo diverso, nel quale le ragioni della crisi che stiamo attraversando - economiche, politiche, ambientali, ma anche personali - vengano meno. A quest uomo semplice, ma chiaro e trasparente, proveremo a chiedere dettagli su come mettere in pratica, ciascuno per proprio conto, le sue indicazioni. 15

lunedì 6 luglio Monfalcone, Piazza Falcone e Borsellino, ore 18.30 Margherita Hack: La laicità di un astronomo Biografia (tratta da Donne di scienza. 55 biografie dall'antichità al duemila, di Sara Sesti e Liliana Moro, edizioni Pristem-Università Bocconi, 2002, seconda edizione). Margherita Hack è una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana e ha vissuto lavorando in grande stile alla scienza astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un'importante attività di divulgazione e ha dato un valido contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. Il padre, di religione protestante, lavorava come contabile e la madre, cattolica, diplomata all'accademia di belle arti, era miniaturista alla Galleria d'arte degli Uffizi. Entrambi insoddisfatti delle loro religioni e chiese, aderirono alle dottrine teosofiche, intrecciando rapporti con un ambiente che sarebbe stato loro di sostegno nei momenti più difficili. Non simpatizzarono per il regime fascista e per questo subirono molte discriminazioni. Vegetariani convinti, trasmisero questa cultura alla figlia, che non ha mai mangiato carne e ha coltivato fin da piccola grandi amicizie a "quattro zampe". A undici anni Margherita conobbe tra i compagni di giochi Aldo, un ragazzo di due anni maggiore, che sarebbe diventato suo marito. Frequentò il liceo classico e iniziò a giocare a pallacanestro e a fare atletica, ottenendo ottimi risultati a livello nazionale nel salto in alto. Ritrovò Aldo dieci anni dopo, nel 1943, all'università di Firenze, dove frequentavano rispettivamente la Facoltà di Fisica e quella di Lettere. Si sposarono l'anno successivo e sono ancora uniti. A guerra finita, nel 1945, fu possibile laurearsi con una tesi di astrofisica relativa a una ricerca sulle cefeidi, una classe di stelle variabili. Il lavoro fu condotto presso l'osservatorio astronomico di Arcetri, dove la Hack iniziò a occuparsi di spettroscopia stellare, che sarebbe diventato il suo principale campo di ricerca. Iniziò un periodo di precariato come assistente presso lo stesso Osservatorio e come insegnante presso l'istituto di Ottica dell'università di Firenze. Il primo impiego le venne offerto nel 1947 dalla Ducati, un'industria di Milano che iniziava a occuparsi di ottica. Margherita lo accettò e si trasferì col marito, ma l'anno successivo preferì tornare all'ambiente universitario fiorentino. Dal 1948 al 1951, insegnò astronomia come assistente e nel 1950 entrò in ruolo. Nel 1954 ottenne la libera docenza e, sotto la spinta del marito, iniziò la sua attività di divulgatrice scientifica, collaborando con un quotidiano. Chiese e ottenne il trasferimento all'osservatorio di Merate, presso Lecco, una succursale dello storico Osservatorio di Brera. Nello stesso periodo, teneva corsi di astrofisica e di radioastronomia presso l'istituto di Fisica dell'università di Milano e iniziò le sue numerose collaborazioni con università straniere in qualità di "ricercatore in visita". Accompagnata dal marito, che la seguiva in ogni spostamento, collaborò con l'università di Berkeley (California), l'institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey), l'institut d'astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Olanda), l'università di Città del Messico; è stata anche "docente in visita" presso l'università di Ankara (Turchia). Nel 1964 divenne professore ordinario, ottenendo la cattedra di astronomia presso l'istituto di Fisica teorica dell'università di Trieste e come tale ebbe l'incarico della direzione dell'osservatorio astronomico. La sua gestione, durata fino al 1987, rivitalizzò un'istituzione che era l'ultima in Italia sia per numero di dipendenti e di ricercatori che per strumentazione scientifica, portandola a rinomanza internazionale. L'enorme sviluppo delle attività didattiche e di ricerca, che Margherita Hack aveva promosso in università, pose il problema di creare un Istituto di Astronomia. Fu istituito nel 1980 e sostituito nel 1985 da un Dipartimento di Astronomia, che la scienziata diresse fino al 1990. Dalla sua nascita, nel 1982, la studiosa ha curato una stretta collaborazione anche con la sezione astrofisica della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa). La carriera scientifica di Margherita Hack si è intrecciata a quella degli astronomi più importanti dell'ultimo secolo. Le sue ricerche hanno toccato diversi settori: ha studiato le atmosfere delle stelle e gli effetti osservabili dell'evoluzione stellare e ha dato un importante contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale delle stelle da 0 a F. I suoi lavori più importanti vertono sulle stelle in rapida rotazione, chiamate stelle a emissione B, che emettono grandi quantità di materiale e a volte formano anelli o inviluppi stellari, e sulle stelle a inviluppo esteso. Ha contribuito in particolare allo studio delle stelle di tipo Be, caratterizzate da uno spettro continuo solcato di righe scure. Le sue recenti ricerche includono la spettroscopia, nel visibile e nell'ultravioletto, dei sistemi a stelle binarie, nei quali le due componenti sono così vicine da interagire, e delle stelle simbiotiche. Straordinaria divulgatrice, ha collaborato a numerosi giornali, a periodici specializzati e ha fondato nel 1978 la rivista L'Astronomia che dirige tuttora. Nel 1980 ha ricevuto il premio Accademia dei Lincei e nel 1987 il premio Cultura della Presidenza dei Consiglio. È membro dell'accademia dei Lincei, dell'unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society. Nel 1992 la scienziata è andata fuori ruolo per anzianità e ha continuato l'attività di ricerca senza l'impegno dell'insegnamento. Nel 1993 è stata eletta consigliera comunale a Trieste. Dal 1997 è in pensione, ma dirige ancora il Centro Interuniversitario Regionale per l'astrofisica e la Cosmologia (CIRAC) di Trieste e si dedica a incontri e conferenze al fine di "diffondere la conoscenza dell'astronomia e una mentalità scientifica e razionale". 16

Bibliografia Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Le nebulose e gli universi-isole (Einaudi,1959), La radioastronomia alla scoperta di un nuovo aspetto dell'universo (Laterza,1960), L'universo. Pianeti, stelle e galassie (Feltrinelli, 1963), Esplorazioni radioastronomiche (Boringhieri, 1964), L'universo violento della radioastronomia (ed Scientifiche e Tecniche Mondadori, 1983), Corso di astronomia (Hoepli, 1984), L'universo alle soglie del Duemila (Biblioteca Universale Rizzoli,1992), La galassia e le sue popolazioni (Editoriale Scienza, 1992), Alla scoperta dei sistema solare (Mondadori Discovery, 1993), Cosmogonie contemporanee (Editoriale Scienza, 1994), Una vita tra le stelle (Di Renzo, 1995), L'amica delle stelle (Rizzoli, 1998), Sette variazioni sul cielo, (Raffaello Cortina, 1999), L'Universo alle soglie del III millennio (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2000), Origine e fine dell'universo (UTET Università, 2002) con Pippo Battaglia, Walter Ferreri, L idea del tempo (Utet, Collana Frontiere, 2006), Le mie favole (Dell Altana Edizioni, 2008). Margherita Hack. Qualcosa di inaspettato. I miei affetti, i miei valori, le mie passioni. Laterza, 2007 Da L Indice, recensione di Camilla Valletti Una vita può essere esemplare? Soprattutto se attraversa un secolo, il Novecento, così fratto, dall'ipertrofica offerta di stili di vita? La vita di Margherita Hack sì. Perché sembra essere ispirata da un principio di concretezza, da uno speciale attaccamento alla possibilità di comprendere ciò che umanamente ci è dato di comprendere, e perché si disegna come una linea diritta, netta, precisa nel conseguire gli obiettivi che si era inizialmente posta. Questo suo libro autobiografico, o meglio il racconto di alcuni elementi e svolte importanti della sua vita, è un ottimo esempio di come si possano trasmettere dei modelli, delle idee sui valori fondanti, senza però darlo a vedere, evitando di esibire certezze. La scrittura di Margherita Hack, prima di tutto, è un antidoto contro la retorica che purtroppo affatica questo genere letterario. Sembra quella di un buono scolaro dei primi anni di liceo: è puntuale, in parte ripetitiva, semplice, accessibile. È una vera qualità, dato che l'intento è quello di piegarsi ai contenuti, a ciò che davvero vuole dirci. Ci dice di un'infanzia povera, sobria, vissuta, di gioco, di sport, di vita all'aperto e ci dice di un amore di una vita, il marito Aldo, sempre descritto come migliore di lei, di una vocazione scientifica tardiva, di una carriera internazionale, di un pugno di amici carissimi, di animali e, su tutto, sempre, di politica. Margherita Hack è un donna profondamente legata a una scelta politica, quella comunista, tutto il suo racconto ne è permeato anche quando affronta temi diversi. Per lei essere comunista è anche uno stile di vita (e quale stile! la sua immagine è legata ai vestiti sfondati, al sorriso, a certa sportività che se ne infischia delle convenzioni, dell'ufficialità) che sovrintende al sua fare di scienziata e di donna impegnata sempre in battaglie fondamentali, per i diritti e per l'equità. Leggiamo il bilancio che lei stessa, l'astrofisica italiana più conosciuta nel mondo, traccia alla fine della sua testimonianza: "La morte non mi fa paura, anzi non ci penso proprio mai ( ) Mi sembra di aver svolto onestamente il mio lavoro, di avere la coscienza a posto. Ho avuto la fortuna di vivere una vita soddisfacente nel lavoro, in famiglia e nei rapporti con il prossimo. Credo di aver fatto quello che era giusto fare e ciò è sufficiente per farmi stare bene". lunedì 6 luglio Monfalcone, Piazza Falcone e Borsellino, ore 21.30 Silvana La Spina: Donne in una società in crisi Biografia Silvana La Spina è nata a Galliera Veneta in provincia di Padova. Durante l'adolescenza ha frequentato un collegio di suore domenicane, che "ha esasperato quella sorta di ateismo religioso che credo sia alla base del mio modo di essere". Si è sposata a diciotto anni dopo una fuga da casa (il matrimonio è stato poi annullato dalla Sacra Rota). Ha collaborato a vari quotidiani. Centro della narrativa di La Spina è la Sicilia di cui ricrea lingua e ambienti. Penelope è una rilettura del mito greco: emblema della pazienza e fedeltà femminili, Penelope diventa una donna viva, contemporanea, passionale. Ci racconta un passato pieno di orrori: un padre che abusava di lei, la nascita di un figlio mostruoso, la condanna a morte da cui viene miracolosamente salvata. Per sfuggire a tutto ciò si consegna al primo che passa, un furbetto dai capelli rossi di nome Odisseo. Costui la porterà sposa nel suo palazzo di Itaca, precaria regina spesso abbandonata. In questa solitudine Penelope inizia a sentirsi più libera, padrona di se stessa. Avrà un amante, intesserà rapporti con donne sapienti e terrà a bada le esigenze di un figlio troppo possessivo. Non finirà mai la sua mitica tela, ma si allontanerà abbandonando tutto verso un destino non previsto. Struttura di giallo ha Morte a Palermo: in una Palermo pezzente, voluttuosa e sporca, dove niente è decifrabile e tutto è possibile, il commissario Santoro indaga sulla morte misteriosa di un studioso di arte antica, esperto di mitologia. A chi poteva interessare la sua morte? E cos'hanno a che fare col delitto i labirinti trovati nella borsa della vittima? La creata Antonia è ambientato alla fine del XVIII secolo, a Catania. La serva Antonia Puglisi appartiene alla giovane e ribelle principessa di Roccaromana, costretta a farsi monaca contro la sua volontà. Antonia è stata educata dalla capricciosa principessa che, oltre a insegnarle a leggere e scrivere, le ha fatto leggere Rousseau e i classici proibiti, facendone una ragazza potenzialmente assai pericolosa. 17

Bibliografia Ha pubblicato il volume di racconti Scirocco (La Tartaruga 1992, premio Chiara) e i romanzi: Morte a Palermo (La Tartaruga 1987, Baldini Castoldi 1999; premio Mondello), L'ultimo treno da Catania (Bompiani 1992), Quando Marte è in Capricorno (Bompiani 1994), Un inganno dei sensi malizioso (Mondadori 1995), L'amante del paradiso (Mondadori 1997), Penelope (La Tartaruga 1998), La creata Antonia (Mondadori 2001), Uno sbirro femmina (Mondadori 2007). Silvana La Spina. Una bambina pericolosa. Mondadori, 2008 da Bol.it Catania, un afoso pomeriggio d'ottobre. Al giardino Bellini un gruppo di ragazzine è in lite e una di loro - vestiti fuori misura, anfibi rovinati, un cespuglio di capelli ispidi - sta avendo la meglio. Quando il commissario Maria Laura Gangemi interviene è tardi: la piccola "capatosta" Angelina si sta allontanando tra gli insulti delle compagne. Un gesto, una mano sulla spalla e Angelina le rivela singhiozzando di non poter più tornare a casa, pena la vita. È un attimo: in quell'attimo a Maria Laura scivola il portafoglio, la ragazzina lo afferra e subito dopo scompare. Le sue tracce portano dritte sulle pendici dell'etna, un luogo dove si agitano vecchie leggende, come il rito della trovatura: chiunque sacrifichi un bambino può trovare un immenso tesoro. È stato questo il destino di Angelina? E quale sarebbe il tesoro? Forse quello un tempo appartenuto a un colonnello nazista, come sussurrano i vecchi? Del resto non sarebbe la prima volta che in quei luoghi si scannano innocenti. Maria Laura, che sull'etna trascorreva da bambina estati felici, ricorda qualcosa, che però non riesce a ricostruire nei dettagli... Un passato insondabile, una storia che ha il sapore di una fiaba nera siciliana - fra trazzere di campagna e paesi chiusi nei propri segreti, dove vecchi dai volti di pietra bisbigliano di omicidi rituali. Nella sua ricerca Maria Laura non è sola: con lei la cugina Violetta, un concentrato di cinica femminilità, a Catania in cerca del marito traditore, una caccia che finirà per coinvolgere anche l'austera Maria Laura nella vita mondana della città. Al fianco del commissario, ad agitarle la mente e il cuore, ci sono poi il malinconico maresciallo Tuccari e il magnetico cardiologo Visconti. Con questo secondo romanzo dedicato al commissario Gangemi - cuore di donna e istinto da poliziotto, un vero e proprio "sbirro femmina" -, Silvana La Spina ci regala una storia appassionante, un mistero cupo e rovente come la lava dell'etna, ma anche il racconto delicato dei rapporti di affetto e complicità che solo le donne sanno costruire. Uno sguardo acuto e coraggioso sull'anima nera della Sicilia e sulla metà oscura di tutti noi. martedì 7 luglio Monfalcone, Piazza Falcone e Borsellino, ore 21.30 Giuseppe Ferraro: Crisi istituzionale, crisi morale: la responsabilità della filosofia Biografia Giuseppe Ferraro è docente di Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia A. Aliotta dell Università di Napoli Federico II, e al Philosophisches Seminar della Ludwigs Universitaet di Freiburg in Germania. È autore di studi di fenomenologia, leopardiani e nietzscheiani; ha pubblicato tra l altro La verità dell'europa, La filosofia spiegata ai bambini e Filosofia in carcere, di questi ultimi l uno è espressione di un esperienza didattica svolta in un paesino "a rischio" della provincia di Caserta e l altro di un esperienza di didattica dei sentimenti tenuto tra i ragazzi del carcere minorile di Nisida. È attualmente impegnato anche a Roma, specificamente sull educazione ai sentimenti. Bibliografia Tra le sue pubblicazioni si ricordano I contratti di lavoro, CEDAM 1998; I sacramenti della fede, Apostolato della Preghiera 1999; Aspetti dell'esistenza cristiana, Apostolato della Preghiera 1999; La gioia di Cristo nel quarto vangelo nelle lettere giovannee e nell'apocalisse, Libreria Editrice Vaticana 2000; Filosofia in carcere. Incontri con i minori di Nisida, Filema 2001; Gli autori divini dell'insegnamento: il Padre, Cristo, lo Spirito. Studi di esegesi e di teologia biblica, Libreria Editrice Vaticana 2001; La scuola dei sentimenti. Dall'alfabetizzazione delle emozioni all'educazione affettiva, Filema 2003; Ministri di salvezza. Per una teologia del ministero ordinato a partire dall'esegesi delle preghiere d'ordinazione, Lussografica, 2004; Tipologie di lavoro flessibile, Giappichelli 2004; Palpiti del cuore, Accademia Barbanera 2005; Agli estremi della filosofia, Tre Lune 2005; Il rapporto di lavoro, Giappichelli 2006; L' innocenza della verità. Corso di filosofia in carcere, Filema 2008; La politica e la filosofia per una democrazia sensibile, Città Calabria 2008; Lo Spirito Santo nel pensiero teologico di Antonio Rosmini, Rubbettino 2008; Il bacio delle terra. Il sacerdozio nell'insegnamento di Paolo VI, Sigma Libri 2008; Poesie al femminile, Sigma Libri 2008; Amore differenza mondo. Un'educazione sentimentale, Filema 2009; Anno sacerdotale. Sussidio per un itinerario di crescita personale e pastorale, Apostolato della Preghiera 2009. 18

Giuseppe Ferraro. L innocenza della verità. Filema 2008 da Libreriauniversitaria.it Il sapere è un possesso senza proprietà, occorre restituirlo a chi non lo ha avuto e ne è privo. Con questa dichiarazione, Giuseppe Ferraro continua il suo percorso per una filosofia fuori le mura accademiche, iniziato con la Filosofia in carcere, scritto con i minori di Nisida. L'innocenza della verità è ambientato nelle carceri di Bellizzi e di Carinola nelle province di Avellino e di Caserta, e racconta l'esperienza di un corso di filosofia rivolto a detenuti adulti. L'argomento è l'etica nella forma del rispetto, della relazione di verità, dei legami, dei sentimenti. Il corso è accompagnato da esercizi tenuti dai detenuti e da lettere di alcuni di loro che testimoniano non solo il disagio, ma anche l'urgenza di cambiare la visione carceraria, perché il carcere non sia più soltanto luogo di detenzione e privazione. Il libro si conclude con la costruzione della città ideale e legale da parte dei detenuti e con una critica della ragione penale che elabora una proposta alternativa per un carcere diverso. mercoledì 8 luglio Monfalcone, Piazza Falcone e Borsellino, ore 21.30 Vauro: Dall Iraq all Afghanistan, nella crisi permanente Biografia Vauro Senesi, noto semplicemente come Vauro (Pistoia, 1955) è un giornalista e vignettista satirico italiano. È stato allievo di Pino Zac con il quale, nel 1978, ha fondato Il Male. Dal 1986 al 2006 è stato editorialista e vignettista de il Manifesto, attualmente continua la sua collaborazione, ma in maniera più saltuaria. La sua satira graffiante ha lasciato il segno sulle più importanti testate nazionali e estere: Satyricon, Linus, Cuore, I quaderni del Sale, L Heco des Savanes, El Jueves. È stato direttore del settimanale satirico Boxer, collaboratore del Corriere della Sera e di Smemoranda. Nel 1996 vinse il Premio di Satira politica di Forte dei Marmi. Attualmente è vignettista e inviato di PeaceReporter.net e lavora per la ONG Emergency, occupandosi dell informazione e della comunicazione. Dal 14 settembre 2006 è ospite fisso, assieme a Marco Travaglio, nella trasmissione televisiva di informazione "Anno Zero" condotta da Michele Santoro. Bibliografia Tra le sue opere si ricordano: La satira alla guerra, Manifestolibri 1991; Foglio di via, Manifestolibri 1994; La satira dopo l Ulivo. Il meglio dello svignettamento di Vauro, Datanews 1998; L ulivo santo, Massari 1999; L ONU santo, Massari 1999; Giulietto Chiesa, Afghanistan anno zero 2001; Appunti di guerra. Pensieri e vignette di un mese sotto le bombe, Terre di Mezzo Editore 2001 (Premio Pieve - diario del presente, 2002); Premiata macelleria Afghanistan. Vignette dalla guerra, Zelig 2002; Sandro Ruotolo, Sciusciò. Dal Raggio Verde a Sciuscià edizione straordinaria, Zelig 2002; Geraldina Colotti, Scuolabus, MC 2002; Principessa di Baghdad, Guerini e Associati 2003; Johnny Palomba, Come non sopravvivere a un altro anno di merda. 2004; Antologica 19932002, Squilibri 2004; Giulietto Chiesa, I peggiori crimini del comunismo, Piemme 2005; Johnny Palomba, Il NostraVaurus, Piemme 2005; Papeide. Un papa tira l altro, Piemme 2006; Clandestino. 20 anni di vignette sull immigrazione, Terre di Mezzo Editore 2006; Giulietto Chiesa, Il libretto rosso, Piemme 2006. Vauro, Il mago del vento. Piemme, 2008 da bookshop.it Mentre i bagliori dei bombardamenti continuano a punteggiare il cielo di Baghdad, un giovane uomo cammina sui tetti a terrazza della città che sembra avvolta in un tempo dilatato e sospeso. Nessuna voce, nessun rumore se non quello dei tuoni sordi che rimbombano confusi e intermittenti sullo sfondo della scena. L uomo avanza nel nulla, come un miraggio, poi con la mano afferra un bastone lungo e sottile celato dietro a un muretto. Non appena lo alza, decine di piccioni spuntano dal niente del cielo e iniziano a danzare attorno a quel bastone, al ritmo di una musica che nessun altro può sentire. Fahim, questo è il nome del giovane uomo, a un tratto si ferma e guarda il cielo. Una piccola piuma bianca scende svolazzando e lui apre la mano per accoglierla. Un gesto semplice, che lo riporta indietro nel tempo, a quando era un bambino. Al giorno in cui suo fratello Ali gli ha regalato una fionda fatta con le sue mani, per sottrarlo ai suoi sogni a occhi aperti. Quello è il giorno in cui tutto è cambiato. Un piccolo dramma in mezzo a quelli grandi della sua terra, un evento che ha trasformato per sempre la sua vita, chiudendogli una strada e aprendogliene altre, inaspettate. 19

Recensione da www.wuz.it "Tutto ciò che devi sapere è già dentro di te. Nessuno può insegnartelo perché ti appartiene. Solo che devi scoprire di averlo, accettarlo e imparare a usarlo. Forse in quest'ultima cosa sì, io posso aiutarti, come la vita stessa nel suo accadere ti aiuta segnalandoti un cammino, il tuo cammino. Ma tu devi cogliere i segnali che ti dà, non dolertene o lamentartene perché altrimenti ti perderai per strada e sarai per sempre infelice, ché quando non si conosce ciò che si ha si desidera continuamente altro e il desiderare acceca lo spirito." Due uomini, incrociano per un attimo lo sguardo. Sono Mendez, un messicano andato in Iraq a combattere per ottenere la cittadinanza americana, e Fahim, un giovane uomo iracheno capace di guidare con la sua lunga canna stormi di piccioni e osservare il mondo attraverso i loro occhi. Baghdad è stata da poco conquistata dall'esercito americano, tutt'intorno solo macerie. La piuma di un piccione si posa sulla mano di Fahim che torna con la mente a tanti anni prima, alla fionda donatagli dal fratello Ali. Ripensa alle loro allegre sfide fino al giorno in cui ci fu uno strano incidente: un sibilo sempre più forte era esploso nella testa di Fahim che cade in una specie di trance. Ali vorrebbe scuoterlo, ma lui fugge terrorizzato, infuocato dalla febbre, con una piuma di piccione stretta in mano. Giunge la sera Ali torna a casa da solo, racconta l'accaduto e iniziano le ricerche di Fahim. Il ragazzo viene trovato ma non sente più nulla, il silenzio lo circonda. Viene chiamato un medico e viene diagnosticato il morbillo. La malattia è violenta e la prima conseguenza è la perdita dell'udito. Viene condotto a Baghdad da uno specialista per capire se è possibile fargli recuperare l'udito: tutto inutile, quella sordità non è reversibile. Iniziano giorni difficili, la menomazione lo riempie di rabbia e di diffidenza nei confronti degli altri, solo le saggie parole di Hasan, un vecchio senza una gamba, gli faranno capire che non può vivere in quel modo. Quella sordità crea fratture e problemi all'interno dell'intera famiglia, soprattutto al padre che inizia a bere in modo incontrollato. Fahim è in grande difficoltà ma Hasan gli insegna ad ascoltare e a dialogare con la natura: un rapporto salvifico per il piccolo sordo. La situazione in casa intanto precipita, Alì si è fatto grande e ormai disprezza apertamente quel padre perennemente ubriaco, così, per allontanarsi da lui si arruola come volontario. Hasan mostra a Fahim come i piccioni possano volare guidati dalle sue mani: un potere magico che gli resterà per tutta la vita. Passano gli anni, Ali, disperso in combattimento non è ritornato. Quella guerra finisce, siamo nel 1988, ma dopo poco più di un anno ne ricomincia un'altra. Muore il padre e per tre giorni parenti e amici invadono la casa per assolvere ai riti e alle cene funebri. Madre e sorella si trasferiscono dal nonno e Fahim resta da solo nella casa di famiglia non rinunciando ad attendere il ritorno del disperso Ali. La guerra si fa sempre più disastrosa e nella grande casa vuota Fahim accoglie molti profughi. Ma ecco che la guerra finisce all'improvviso senza che nessuno ne capisca il motivo e un giorno davanti a lui si presenta un uomo lacero e in pessime condizioni: è Ali. Un incontro gioioso con madre e sorella e poi di nuovo Ali se ne va, temendo una denuncia come disertore. Anche Fahim va via, alla ricerca del fratello, seguito dal suo stormo di piccioni. Giunge a Baghdad, città che lo ammalia, dove incombe un'altra guerra che puntualmente esplode. Ed ecco che il romanzo, circolarmente ritorna al punto di partenza: Fahim è sulla terrazza con i suoi piccioni, il carro armato con il soldato americano lo osserva. Ma da una finestra un miliziano spara e colpisce, il soldato cade. il miliziano è Ali. Fahim apre la mano e libera nel vento la piuma che stringeva. giovedì 9 luglio Monfalcone, Piazza Falcone e Borsellino, ore 21.30 Angelo Ferracuti: La quiete della provincia Biografia e bibliografia Angelo Ferracuti (Fermo, 1960) Il suo esordio letterario è la raccolta di racconti Norvegia (Transeuropa, 1993), cui è seguito il libro Attenti al cane (Guanda, 199), i romanzi Nafta (Guanda, 2000) e Un poco di buono (Rizzoli, 2001), la raccolta di reportage narrativi sul mondo del lavoro Le risorse umane (Feltrinelli, 2006) con il quale ha vinto il Premio Sandro Onofri e quelli di Viaggi da Fermo (Laterza, 2009), i racconti de Il ragazzo tigre (Abramo, 2006). Ha scritto anche per il teatro: Comunista! (Effigie, 2008). Collabora con Nuovi Argomenti, Diario e Il Manifesto. Per la casa editrice Ediesse dirige la collana Carta bianca. Angelo Ferracuti, Viaggi da Fermo. Un sillabario piceno. Laterza 2009 da ibs.it Mentre intreccia un paziente gioco di tessere liriche e narrative, Ferracuti scopre la sua regione, le Marche, come in un domino. Il racconto si inerpica da Ascoli Piceno e Fermo fino alla costiera, tra la vastità spaesata dei Monti Sibillini e i porticcioli di provincia, si confonde nella scia di un treno locale che sferraglia e nel mare silenzioso che abbraccia il vecchio faro di Pedaso, entra nelle case e nelle vite di artisti, scrittori, attori che hanno percorso e vissuto gli stessi paesaggi, da Paolo Volponi a Tullio Pericoli, si insinua nelle pieghe più crude dell'attualità, tra morti in fabbrica e sfruttamento delle ragazze dell'est, per poi tuffarsi nell'infanzia incontaminata, quando ancora non esisteva filtro tra l'io e il mondo. "Quelli erano tempi di paura e di natura. Lontani, bellissimi." 20