Dott.ssa Federica Terzi



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CIRCOLARE SETTIMANALE DEL 14 gennaio 2013 Vediamo le principali novità fiscali intervenute in questo periodo. E stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 3 del 4 gennaio scorso l atteso Decreto del Ministero dell Economia e delle Finanze 24.12.2012 che dà attuazione al nuovo redditometro 2.0. Il nuovo strumento ridefinisce in modo significativo l operatività dell accertamento sintetico sui redditi, ampliando sia il paniere dei beni oggetto di osservazione, sia le modalità di pesatura degli acquisti. Lo strumento considera oltre 100 voci di spesa e si applica dal periodo d imposta 2009 in poi. La sua retroattività, oltre che la difficoltà di archiviare scontrini e fatture per un eventuale prova contraria, non convincono i professionisti. La Corte di cassazione, con la sentenza n. 23554/2012, depositata il 20 dicembre 2012, ha affermato che anche il nuovo redditometro (così come il "vecchio") è da inquadrare tra le presunzioni semplici, per cui non si inverte l'onere probatorio nei confronti del contribuente. La Corte precisa ulteriormente nelle sue conclusioni, favorevoli al contribuente, che «l'accertamento sintetico disciplinato dall'articolo 38 Dpr n. 600/1973, già nella formulazione anteriore a quella successivamente modificata dall'articolo 22 del Dl 78/2010 tende a determinare, attraverso l'utilizzo di presunzioni semplici, il reddito complessivo del contribuente mediante i cosiddetti elementi indicativi di capacità contributiva stabiliti dai decreti ministeriali con periodicità biennale». E infine da segnalare che negli ultimi giorni, in fase di campagna elettorale, da più parti si è messa in evidenza la necessità di apportare migliorie e modifiche al redditometro nella versione appena approvata, quindi non è da escludere un ulteriore restyling. E stato approvato con Provvedimento del direttore dell Agenzia delle Entrate del 7 gennaio 2013 il nuovo modello CUPE, lo schema di certificazione degli utili corrisposti e dei proventi a essi equiparati e delle ritenute e delle imposte sostitutive applicate, previsto dall articolo 4, commi 6-ter e 6-quater, del Dpr 322/1998. Dovrà essere utilizzato per attestare quanto distribuito a partire dal 1 gennaio 2012. Il modello sostituisce il precedente, approvato con provvedimento del 21 dicembre 2009, e recepisce le novità contenute nell articolo 2 del Dl 138/2011, cioè l unificazione delle aliquote riferite agli utili (o similari) assoggettati a ritenuta d imposta ovvero a imposta sostitutiva, percepiti dai soggetti non residenti nel territorio dello Stato e con riferimento a quelli derivanti dalle partecipazioni a Siiq (Società di investimento immobiliare quotate) e Siinq (Società di investimento immobiliare non quotate). Dal Rapporto 2012 della Commissione Ue su «occupazione e sviluppi sociali», diffusa l 8 gennaio, emerge una richiesta all Italia di correzione e miglioramento dell IMU. In realtà, non viene data una bocciatura piena dell'imposta municipale, anche perché l'imu nasce proprio per rispondere ad una richiesta Ue, ma vengono segnalati due difetti principali dell imposta così come definita dal decreto «Salva-Italia»: la «mancata progressività» del prelievo rispetto alla reale 1

capacità contributiva del contribuente e l'anzianità dei valori catastali, ormai poco rappresentativi dei reali valori di mercato. Il vizio caratterizzava anche l'ici, ma i nuovi moltiplicatori previsti nel calcolo dell IMU, più elevati, hanno ovviamente acuito il problema. Una Riforma del Catasto era stata prevista dal Governo Monti all interno della legge delega fiscale, arenatasi però in Parlamento. Sono molto importanti, poi, i chiarimenti forniti dall Agenzia delle Entrate nella Risoluzione n. 1/E pubblicata il 10 gennaio 2013 in merito alla numerazione delle fatture dal 1 gennaio di quest anno (art. 21 del Dpr 633/1972, come modificato dall art. 1, comma 325, lettera d), della Legge 228/2012). In particolare, viene precisato che la nuova numerazione delle fatture può avvenire sia con l azzeramento della numerazione progressiva all inizio di ciascun anno solare, sia proseguendo progressivamente la numerazione del 2012 per tutta la vita dell impresa. Un cordiale saluto Lo Studio Terzi 2

INDICE LE SCHEDE INFORMATIVE NUOVE REGOLE PER LA FATTURAZIONE DAL 1 GENNAIO 2013 La Finanziaria 2013 ha introdotto dal 1 gennaio 2013 nuove regole per la fatturazione, che adeguano la legislazione italiana a quella Ue, come previsto dalla Direttiva comunitaria n. 2010/45. CONTRIBUTO REVISORI ENTRO IL 31.01.2013 Entro il prossimo 31 gennaio i revisori legali e le società di revisione legale che risultano iscritti nel Registro dei revisori legali al 1 gennaio 2013, devono versare il contributo annuale al Registro. SCADENZARIO SCADENZARIO BISETTIMANALE DAL 14.01.2013 AL 28.01.2013 3

INFORMAZIONE FISCALE Ai Sig.ri Clienti Loro Sedi OGGETTO: Nuove regole per la fatturazione dal 1 gennaio 2013 Il Decreto salva infrazioni (D.l. 216/2012), poi recepito dalla Finanziaria 2013, ha introdotto dal 1 gennaio 2013 nuove regole per la fatturazione, che adeguano la legislazione italiana a quella Ue, come previsto dalla Direttiva comunitaria n. 2010/45. Si tratta di modifiche rilevanti al decreto Iva, che impattano direttamente sugli ordinari adempimenti dei contribuenti, e che richiedono pertanto un allineamento dei sistemi gestionali. La fattura di vendita, prima numerata progressivamente per anno solare, dovrà contenere un numero progressivo che la identifichi in modo univoco. Sparendo il riferimento all anno solare sembrava che non fosse più possibile utilizzare il vecchio metodo di numerazione, ma che si dovesse seguire una modalità, sempre progressiva, che avesse però come arco di tempo la vita dell impresa. L Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 1/E del 10.01.2013, garantisce invece che sarà possibile continuare, laddove più agevole, ad utilizzare il vecchio metodo solare, purché venga indicata sempre la data della fattura. Diventa obbligatorio indicare in fattura il numero di partita Iva del cliente o committente, o il numero di identificazione Iva se si tratta di soggetto passivo Ue, e il codice fiscale se si tratta di soggetto nazionale privato. Poiché è diventato obbligatorio, sempre dal 2013, emettere fattura anche per le operazioni che non rispettano il requisito della territorialità (e quindi per questo non soggette ad Iva), è necessario in tali casi riportare in fattura la dicitura: inversione contabile se si tratta di operazioni effettuate nei confronti di soggetti passivi debitori in un altro stato UE (per rilevare che l Iva non è dovuta in Italia ma nello stato del committente/cessionario); operazione non soggetta se si tratta di operazioni effettuate fuori dall Ue, indipendentemente dallo status del committente/cessionario. NUOVE MODALITÀ DI FATTURAZIONE DALL 1.1.2013 NUMERAZIONE DELLA FATTURA Dal 1 gennaio 2013 è obbligatorio indicare in fattura un numero progressivo che la identifichi in modo univoco. La finanziaria 2013 ha così modificato il contenuto della fattura all art. 21 del D.p.r. 633/72. Anche prima della finanziaria era obbligatorio numerare progressivamente le fatture di vendita, ma il decreto Iva specificava che la numerazione seguiva l anno solare. Quindi ogni anno si iniziava la numerazione ripartendo da 1. 4

L eliminazione del riferimento all anno solare aveva portato a concludere che fosse necessario seguire a partire dall 1.1.2013- una numerazione, sempre progressiva, che avesse come arco di tempo la vita dell impresa (pertanto se l ultima fattura del 2012 era la n. 150, la prima fattura del 2013 sarebbe dovuta essere la n. 151). Seguendo questa modalità, tuttavia, si sarebbe prima o poi arrivati ad una numerazione eccessivamente lunga e ridondante. Per ovviare a tale inconveniente, la dottrina aveva formulato come soluzione possibile, quella di continuare a ricominciare da uno, come avveniva prima, inserendo però nel numero di fattura anche l anno di riferimento (esempio n. 1/2013 oppure 2013/1 e così via). Dall Agenzia delle Entrate è giunta abbastanza tempestivamente una risposta agli interrogativi generatisi dalla nuova disciplina Iva: è stata infatti pubblicata il 10.1.2013 la risoluzione n. 1/E con cui l Amministrazione interpreta la previsione contenuta nella nuova versione dell articolo 21. Dopo aver ribadito che la modifica al decreto Iva si è resa necessaria per recepire la nuova disciplina comunitaria in materia di fatturazione, l Agenzia precisa che è compatibile con la nuova formulazione della norma una qualsiasi numerazione progressiva che garantisca l identificazione della fattura, anche attraverso la data della fattura stessa. Secondo l Agenzia, pertanto, risulta possibile: a decorrere dal 1 gennaio 2013, adottare una numerazione progressiva che, partendo da 1, prosegua poi per tutti gli anni di vita dell impresa fino alla cessazione dell attività. In questo modo, infatti, l irripetibilità del numero attribuito alla fattura ne garantisce l univocità; continuare dal 1 gennaio 2013 con la numerazione a cui si è giunti nel 2012, proseguendo dal 2013 con il numero successivo a quello dell ultima fattura emessa nel 2012; se risulta più agevole è possibile continuare ad adottare il sistema di numerazione progressiva per anno solare, in quanto l identificazione univoca della fattura è garantita dalla data della fattura, che costituisce un elemento obbligatorio per questo documento fiscale. Pertanto, fermo restando l obbligo di indicare in fattura la data, è possibile utilizzare una numerazione progressiva che, rispetto a ciascun anno solare, sia svincolata dall indicazione dell anno di riferimento (es. Fattura n. 1, Fattura n. 2 ecc..) oppure che contenga all interno del numero fattura anche l anno di riferimento (Fattura n. 1/2013 oppure 2013/1, Fattura n. 2/2013 oppure 2013/2 ). Viene in questo modo data maggiore scelta al contribuente sul metodo di numerazione delle fatture, ferma restando la possibilità di continuare con il vecchio metodo solare. NUMERO DI PARTITA IVA DEL CLIENTE L indicazione della partita iva del cliente diventa un elemento necessario da riportare, e nel caso in cui il soggetto sia stabilito in un altro Stato Ue deve essere indicato il numero di identificazione Iva attribuito. Se il cessionario/committente è un soggetto privato, residente nel territorio 5

dello Stato, in fattura deve essere indicato il su codice fiscale. OBBLIGO GENERALIZZATO DI FATTURA PER LE OPERAZIONI NON TERRITORIALI E INSERIMENTO DICITURE La fattura deve essere emessa dai soggetti passivi in relazione all effettuazione di operazioni imponibili, non imponibili o esenti. Restano invece escluse da tale obbligo le operazioni escluse Iva, che per mancanza di almeno uno dei tre presupposti Iva, non sono considerate rilevanti ai fini dell imposta. Prima della finanziaria erano comunque previste alcune eccezioni a tale regola per alcune operazioni escluse per mancanza del requisito territoriale: cessioni relative a beni in transito o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale, non soggette ad Iva a norma dell articolo 7-bis comma 1; prestazioni di servizi rese a committenti soggetti passivi stabiliti nel territorio di un altro Stato membro della Comunità, non soggette ad Iva ai sensi dell articolo 7-ter. La finanziaria 2013 estende l obbligo di emissione di fattura per tutte le operazioni escluse Iva non territoriali, per le quali cioè non sussiste il presupposto territoriale, ai sensi degli articoli da 7 a 7 septies. È previsto inoltre l obbligo di indicare in fattura determinate diciture in luogo dell ammontare dell imposta, per i casi in cui in cui nonostante non si applichi l Iva scatta comunque l obbligo di emissione della fattura (operazioni non imponibili, operazioni esenti, operazioni escluse ecc ) 1. In sostanza, mentre prima si indicava solamente la norma di riferimento, ora devono essere riportate determinate diciture. Si riepilogano in questa tabella le diciture da utilizzare in fattura nei diversi casi previsti dalla legge, anche a seguito delle modifiche apportate dalla finanziaria 2013: Cessioni relative a beni in transito o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale, non soggette OPERAZIONE NON SOGGETTA OPERAZIONE NON IMPONIBILE OPERAZIONE ESENTE REGIME DEL MARGINE BENI USATI all imposta a norma dell articolo 7-bis comma 1 Cessioni di beni e prestazioni di servizi territorialmente non rilevanti che si considerano effettuate fuori dell'unione europea Operazioni non imponibili di cui agli articoli 8, 8-bis, 9 e 38-quater Cessione intracomunitaria di beni ex art. 41 del D.l. 331/1993 2 Operazioni esenti di cui all articolo 10 eccetto quelle indicate al n. 6 Cessione di beni usati rientrante nel regime del margine di cui al D.l. 41/1995 REGIME DEL MARGINE OGGETTI D ARTE Cessione di oggetti d arte rientrante nel regime del margine di cui al D.l. 41/1995 6

REGIME DEL MARGINE OGGETTI D ANTIQUARIATO O DA COLLEZIONE REGIME DEL MARGINE - AGENZIE DI VIAGGIO INVERSIONE CONTABILE AUTOFATTURAZIONE Cessione di oggetti d antiquariato o da collezione rientrante nel regime del margine di cui al D.l. 41/1995 Operazioni effettuate dalle agenzie di viaggio e turismo soggette al regime del margine previsto dall articolo 74-ter Cessioni di beni e prestazioni di servizi, diverse da quelle di cui all'articolo 10, nn. da 1) a 4) e 9), territorialmente non rilevanti effettuate nei confronti di un soggetto passivo che e' debitore dell'imposta in un altro Stato membro dell'unione europea. Operazioni soggette al regime del reverse charge interno ai sensi dell art. 17 commi 5 e 6. Cessione di rottami, cascami e avanzi di metalli ferrosi e materiali di scarto in generale ai sensi dell art. 74, co. 7 e 8 Le fatture emesse dal cessionario di un bene o dal committente di un servizio in virtù di un obbligo proprio (art. 21 comma 6-ter) Anche se non è più obbligatorio indicare la norma di riferimento che identifica il motivo dell esclusione (l art. 21 comma 6-bis del D.p.r. 633/72 utilizza la dicitura eventuale indicazione della relativa norma ), si consiglia di inserirla ugualmente in fattura. Lo Studio è a disposizione per ogni chiarimento Distinti saluti 7

INFORMAZIONE FISCALE Ai Sig.ri Clienti Loro Sedi OGGETTO: Contributo revisori entro il 31.01.2013 Entro il prossimo 31 gennaio: i revisori legali; le società di revisione legale; che risultano iscritti nel Registro dei revisori legali al 1 gennaio 2013, devono versare il contributo annuale al Registro dei revisori, pari a 26,00. Il contributo risulta dovuto anche dai soggetti iscritti nella Sezione separata dei revisori inattivi. Il versamento deve essere effettuato, a differenza di quanto avveniva in passato, alla Consip Spa, di cui il Ministero dell Economia e delle Finanze si avvale come ausilio nelle attività di gestione del Registro dei revisori legali, a seguito delle modifiche apportate dal D. Lgs. n. 39/2010 e dai suoi decreti attuativi. IL VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO ANNUALE 2013 AL REGISTRO DEI REVISORI IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Con il D. Lgs. n. 39 del 27.01.2010 è stata recepita in Italia la Direttiva 2006/43/CE, prevedendo la riforma della disciplina previgente della revisione legale e introducendo, conformemente alla direttiva europea, alcuni princìpi fondamentali. Il Registro dei revisori diventa unico per tutti i soggetti abilitati allo svolgimento della revisione, siano essi persone fisiche o società di revisione, con l abolizione, quindi, dell Albo speciale delle società di revisione previsto dal decreto legislativo n. 58/1998 (TUF). La gestione di tale Registro, in passato attribuita al CNDCEC dal Ministero di Giustizia, passa ora al Ministero delle Finanze (MEF). Gli iscritti nel Registro dei revisori, come previsto dall art. 21, comma 7, D. Lgs. n. 39/2010, sono tenuti al versamento del contributo annuale di iscrizione entro il 31 gennaio di ciascun anno. Tale contributo è finalizzato ora a finanziare lo svolgimento delle funzioni attribuite al Ministero dell Economia e delle Finanze e al Ministero della Giustizia. L entità del contributo, commisurata al mero costo del servizio reso, nonché la ripartizione dello stesso tra i due Ministeri, è fissata con decreto del Ministro dell Economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della giustizia. In ragione di tale disposizione, è stato pertanto emanato il Decreto MEF 24.09.2012, con cui sono definite l entità del contributo annuale dei revisori legali e le modalità di versamento. 8

SOGGETTI OBBLIGATI Sono tenuti al versamento del contributo annuale: i revisori legali; le società di revisione legale; che risultano iscritti nel Registro dei revisori legali al 1 gennaio di ogni anno, anche se iscritti nella Sezione separata dei revisori inattivi. Il registro comprende, infatti, una sezione (c.d. degli inattivi ) in cui sono collocati gli iscritti che non svolgono incarichi di revisione legale per almeno tre anni, nonché coloro che, privi di incarichi, ne facciano espressa richiesta, non essendo ancora trascorsi i tre anni. SOGGETTI ISCRITTI IN CORSO D ANNO Fermo restando il contributo di iscrizione posto a carico dei nuovi iscritti (contributo fisso di 50,00 a copertura delle spese di segreteria), i revisori e le società di revisione che in corso d anno sono iscritti per la prima volta nel registro dei revisori legali sono tenuti al pagamento del contributo annuale a partire dall anno successivo a quello di iscrizione. MISURA DEL CONTRIBUTO Per l anno 2013, il contributo annuale dei revisori legali è fissato nella misura di 26,00 e non è frazionabile in rapporto alla durata di iscrizione nell anno. Per gli anni successivi al 2013, l ammontare del contributo può essere aggiornato nella misura necessaria alla copertura delle spese. TERMINI E MODALITA DI VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO 2013 Per il 2013, il contributo obbligatorio dovuto al Registro dei revisori legali deve essere versato in unica soluzione, unitamente alle spese postali ed alle eventuali commissioni di incasso, entro il 31.01.2013, mediante bollettino postale premarcato, su apposito conto corrente intestato a Consip S.p.A., che ne tiene distinta contabilità anche al fine della rendicontazione al Ministero dell Economia e delle finanze. I bollettini premarcati non sono, tuttavia, ancora stati resi disponibili. Nel frattempo, la Ragioneria Generale dello Stato, con avviso pubblicato sul proprio sito (www.rgs.mef.gov.it) l 8 gennaio, ha comunicato che, al fine di agevolare l utenza nel versamento del contributo annuale, il Ministero dell economia e delle finanze, per il tramite di Consip S.p.A., provvederà ad inviare agli indirizzi risultanti sul Registro dei revisori legali bollettini premarcati per l accredito diretto sul conto corrente postale e sulla singola posizione di ciascun revisore. La Ragioneria raccomanda, pertanto, di non utilizzare bollettini premarcati di altri revisori o di anni diversi. Solo in caso di mancata ricezione del bollettino premarcato, gli interessati potranno effettuare il versamento di 26,85 utilizzando un bollettino postale in bianco. L'importo dovrà essere versato sul c/c postale n. 1009776848 intestato a Consip S.p.A. e nella causale dovrà essere riportata l annualità di riferimento ed il numero di iscrizione al Registro od il codice 9

fiscale. OMESSO O TARDIVO VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO ANNUALE Nel caso di omesso o tardivo versamento del contributo annuale al Registro dei revisori, sono dovuti gli interessi nella misura legale, con maturazione giorno per giorno dalla data ordinaria di scadenza e sino alla data dell effettivo versamento, oltre agli oneri amministrativi connessi alla relativa attività di riscossione. Decorsi 3 mesi dalla scadenza prevista senza che sia stato effettuato alcun versamento, l'ispettore generale Capo dell'ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato assegna al revisore o alla società di revisione un termine, non superiore ad ulteriori 30 giorni, per effettuare il versamento. Decorso tale ulteriore termine senza che il pagamento risulti ancora effettuato, si applicano i provvedimenti sanzionatori di cui all art. 24 del D. Lgs. n. 39/2010, ovvero, a seconda della gravità: applicazione al revisore legale o alla società di revisione legale di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 150.000; sospensione dal Registro, per un periodo non superiore a 5 anni, del responsabile della revisione legale dei conti al quale sono ascrivibili le irregolarità; revoca di uno o più incarichi di revisione legale; divieto al revisore legale o alla società di revisione legale di accettare nuovi incarichi di revisione legale dei conti per un periodo non superiore a 3 anni; cancellazione dal Registro del revisore legale, della società di revisione o del responsabile della revisione legale. Distinti saluti Lo Studio è a disposizione per ogni chiarimento 10