Ma che storia è questa? Un percorso di didattica della storia con le fonti della comunità di appartenenza



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ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA DI BOLOGNA SCUOLA DI PSICOLOGIA E SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria Indirizzo Scuola dell Infanzia Ma che storia è questa? Un percorso di didattica della storia con le fonti della comunità di appartenenza Tesi di laurea in didattica della storia Relatore: Prof. Rolando Dondarini Presentata da: Maria Stefani Correlatore: Prof.ssa Beatrice Borghi Sessione: III Anno accademico: 2012/2013

INDICE Introduzione Pag. 7 Cap. 1 Dentro la storia Pag. 9 1.1 Storia, una parola con tanti significati Pag. 9 1.2 Storia, strutture e fatti Pag. 11 1.3 La storia e lo storico Pag. 15 1.4 Le fonti storiche Pag. 20 Cap. 2 Insegnare storia Pag. 27 2.1 L insegnamento della storia nella scuola italiana Pag. 27 2.1.1 La storia nella scuola dell Italia Unita Pag. 27 2.1.2 Dalla riforma Gentile ai Programmi del 1963 Pag. 29 2.1.3 Gli anni della scuola di massa Pag. 32 2.1.4 La «crisi» della storia nell era postmoderna Pag. 34 2.2 Perché insegnare storia oggi Pag. 38 2.3 Una didattica rinnovata Pag. 41 2.3.1 Le ricerche della psicologia cognitiva e gli studi di pedagogia Pag. 41 2.3.2 Le pratiche della didattica della storia Pag. 52 2.3.2.1 Il laboratorio di didattica della storia Pag. 53 2.3.2.2 La ricerca come metodo di apprendimento Pag. 57 2.3.2.3 L uso delle fonti nella didattica Pag. 60 2.3.2.4 La didattica del patrimonio Pag. 73 2.3.2.5 La spiegazione storica Pag. 80 Cap. 3 Dal mais alla polenta Un percorso interdisciplinare con le fonti Pag. 83 della comunità di appartenenza 3.1 Premessa Pag. 83 3.2 Il progetto Pag. 84 3.2.1 Il contesto Pag. 84 3.2.2 La motivazione Pag. 85 3.2.3 Le finalità Pag. 87 3.2.4 I contenuti Pag. 87

3.2.5 Gli obiettivi Pag. 87 3.2.6 Le metodologie Pag. 89 3.2.7 Gli spazi Pag. 91 3.2.8 I tempi Pag. 91 3.2.9 Le attività Pag. 92 3.2.10 La valutazione degli alunni Pag. 112 3.2.11 La valutazione del progetto e la validità dell uso delle fonti Pag. 122 Cap. 4 Conclusioni Pag. 125 Riferimenti bibliografici Pag. 129 Riferimento normativi Pag. 132 Riviste Pag. 133 Sitografia Pag. 133 Ringraziamenti Pag. 135

ABSTRACT Il lavoro di tesi proposto prende origine da un mio interesse personale per la didattica della storia, consapevole della situazione difficile che la storia sta attraversando da anni. Da alcune ricerche (Panciera, 2009) emerge che essa, nonostante sia ritenuta dagli alunni indispensabile nel processo di formazione, rimane poco apprezzata, poiché percepita come materia noiosa e prettamente mnemonica. La mancanza di motivazione alla studio e l inadeguatezza della didattica tradizionale, hanno portato ad uno scadimento progressivo della preparazione degli alunni. Alla luce di ciò, emerge la necessità di un rinnovamento della didattica della storia (Dondarini, 2007) secondo i principi dell approccio sociostruttivista. L insegnamento di tale disciplina non è finalizzato all apprendimento delle gesta di coloro che hanno reso grande la patria di appartenenza, ma concorrere alla formazione delle competenze necessarie all acquisizione attiva di conoscenze, attraverso un indagine critica e socialmente condivisa delle tracce del passato (Dondarini, 1999). Ciò permette di raggiungere una maggiore consapevolezza del presente (Carr, 2000), favorisce un radicamento rispetto alla comunità di appartenenza, la comprensione e la tolleranza di quelle differenti dalla propria (Dondarini, 2007). Una didattica rinnovata prevede inoltre una ridefinizione del ruolo dell insegnate che deve creare un contesto significativo in cui gli studenti, da passivi ricettori di informazioni, divengano costruttori della propria conoscenza in interazione con gli altri. Coerentemente con ciò, le metodologie di insegnamento devono essere attive, di natura sociale e favorire i processi metacognitivi. Queste indicazioni teoriche mi hanno guidata nella fase operativa della mia tesi, nella quale ho progettato e attuato un percorso di didattica della storia in una sezione eterogenea della Scuola dell Infanzia di Tezze (Tn), dove ho svolto il tirocinio del quarto anno. Il percorso realizzato, si è servito delle fonti, materiali e orali, della comunità di appartenenza per portare gli alunni a scoprire le origini del piatto locale, la polenta. I bambini hanno avuto modo di produrre la farina con gli strumenti di un tempo, guidati dal racconto avvincente di chi per molti anni l ha macinata a mano. L uso delle fonti a scuola si è rivelato particolarmente adatto ad un primo approccio alla storia (Borghi, 2009) e ha permesso agli alunni, non solo di acquisire mere conoscenze storiche, ma di sviluppare competenze metodologiche, di analisi e critica, necessarie per poter indagare e comprendere il passato. Lavorare con le fonti ha portato gli studenti ad apprendere attraverso il metodo della ricerca e una metodologia laboratoriale. In laboratorio gli alunni hanno avuto modo di operare attivamente con le fonti e in interazione con i compagni. Lo scambio con gli altri ha creato infatti un conflitto

cognitivo nel bambino che è costretto a rivedere le proprie conoscenze ingenue sostituendole con quelle più attendibili, generate in laboratorio. L utilizzo delle fonti a scuola, ha creato un contesto autentico e significativo in cui poter apprendere, andando ad incrementare l interesse e la motivazione per le attività proposte, e richiedendo la ridefinizione degli spazi. L aula ha infatti esteso i confini al territorio, collaborando con il locale Museo degli Usi e Tradizioni di Telve che ha messo a disposizione le fonti indagate, e ha offerto un occasione di educazione al patrimonio. Ciò ha incrementato il senso di appartenenza alla comunità. Studiare la storia attraverso le fonti, ha permesso di realizzare un percorso interdisciplinare con le scienze, portando gli alunni a cogliere come tale disciplina non sia settoriale, chiusa in se stessa, ma collabori con le altre alla formazione di una conoscenza unitaria del mondo. Inoltre hanno così concorso a sviluppare competenze trasversali, utili alla formazione integrale degli studenti. Le fonti, soprattutto quelle materiali, si prestano ad essere indagate attraverso la manipolazione e sono quindi risultate particolarmente adatte ad essere utilizzate con i bambini più piccoli, i quali, per conoscere, necessitano ancora di un approccio operativo e concreto. Dalla tesi proposta, appare quindi di indubbia validità l apprendimento attraverso le fonti che ha permesso di verificare come un rinnovamento della didattica della storia sia possibile.

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