INSEGNARE LA SHAOH BIN DIEMSNSIONE EUROPEA. UN PERCORSO DIDATTICO SULLA DEPORTAZIONE DEI BAMBINI EBREI



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INSEGNARE LA SHAOH BIN DIEMSNSIONE EUROPEA. UN PERCORSO DIDATTICO SULLA DEPORTAZIONE DEI BAMBINI EBREI Beatrice Feder 1 Il progetto educativo Insegnare la storia del XX secolo in dimensione europea, destinato alla scuola secondaria di secondo grado e promosso in Italia dal MIUR nella primavera del 2002, è una realizzazione del progetto europeo Apprendre et enseigner l'histoire de l'europe du 20 ème Siècle ed è nato dalla Raccomandazione della Commissione Cultura del Consiglio d'europa, relativa all'insegnamento della storia in Europa nel XXI secolo (2001/15). Il progetto europeo, di durata triennale, è nato con l'intento di realizzare delle risorse didattiche innovatrici sui temi rilevanti della storia europea del XX secolo, sui quali i materiali per la scuola sono ancora carenti. In particolar modo si tratta di rafforzare l impegno del mondo della scuola su quei contenuti che, soggetti a contrastanti interpretazioni, rischiano di dividere le diverse culture europee. Le tematiche selezionate sono le seguenti: I flussi migratori L albero delle donne Casaeuropa La Shoah e il nazismo La crisi delle istituzioni liberali nel primo dopoguerra Cinema e storia All'interno di queste problematiche si possono individuare differenti contenuti specifici, adatti ai diversi ordini di scuola, ma ognuno di questi temi deve essere affrontato in un ottica europea, con materiali, ma soprattutto punti di vista, non solo italiani e in collaborazione con una scuola di un altro paese europeo. Il progetto italiano, assunto dalla Direzione Affari Internazionali del MIUR, facendo suoi gli indirizzi del Consiglio d'europa, ha coinvolto le Direzioni regionali e le Sovrintendenze ed ha lanciato alle istituzioni scolastiche un suo progetto specifico che, partendo dalle proposte dei materiali elaborati a livello europeo, integrati con altri strumenti, promuovesse l'innovazione metodologica sui temi selezionati e facesse incrociare sguardi diversi sugli stessi oggetti. La Valle d'aosta ha risposto alla proposta progettuale del MIUR; ha affidato ad un referente regionale, la professoressa Silvana Presa, l'articolazione delle azioni di promozione e di coordinamento ed ha individuato l'istituzione Scolastica Regina Maria Adelaide di Aosta come scuola polo, col compito di sostenere il collegamento tra le varie istituzioni scolastiche del territorio, anche ospitando incontri formativi e di confronto. L'Istituzione Scolastica ha accolto positivamente la proposta come un'azione del Laboratorio di Storia, formalmente istituito nel 2001/2002 ed operante nei successivi anni scolastici. Il tema individuato all'interno dell'istituto è stato La Shoah e il nazismo, la classe interessata al progetto, per una durata biennale, è stata la IV/VB del Liceo Scientifico Tecnologico. Il progetto è stato poi riproposto per il biennio scolastico 2004/2005 e 2005/2006 alla classe IV/V A del Liceo Scientifico Tecnologico, classe nella quale è ancora in fase di realizzazione. 1 Docente di italiano e storia, I.S. "Regina Maria Adelaide" di Aosta,

Le devoir de mémoire par delà les frontières/il dovere della memoria di qua e di là delle Alpi Sin dal momento della sua presentazione, da parte della referente regionale, ciò che più mi ha colpito del progetto Insegnare la storia del XX secolo in una dimensione europea è stata la possibilità di affrontare un tema della conoscenza da due differenti punti di vista, quello offerto dai libri di testo e dai materiali che vengono usati di solito e quello proposto nella scuola di un altro paese. Fare comprendere agli studenti, ai cittadini in formazione dell'europa, che uno stesso tema di studio, per esempio la Shoah, è affrontato da loro coetanei anche in altre parti del continente e che la stessa vicenda del Novecento è stata vissuta in altri paesi, con caratteristiche al tempo stesso uguali e differenti, ha un'alta valenza formativa, come il fatto che gli studenti colgano elementi di complessità per esperienza diretta, confrontandosi con ciò che i compagni di altri paesi leggono e studiano. Formativo è inoltre il processo di costruzione della conoscenza che si realizza contemporaneamente ad altri giovani, che comunicano (via Internet, come si è verificato nel nostro caso, o personalmente, come è accaduto nella maggior parte dei progetti di cui siamo venuti a conoscenza), si scambiano punti di vista e materiali, elaborano un prodotto finale comune (nel nostro caso un dossier sulla deportazione in Italia e in Francia negli anni 1940-1945). La scelta dell argomento da approfondire, tra i vari temi selezionati dal Consiglio d'europa e dal MIUR, non è stata facile, poiché tutte le proposte erano significative. Abbiamo infine scelto il tema della Shoah, per la sua unicità nel panorama della storia del 900 e per il significato che assume nella formazione del concetto di cittadinanza nelle giovani generazioni. Infine uno stimolo all approfondimento è stato costituito dalla conoscenza diretta, dalla competenza e dalla disponibilità del professor Ernesto Perillo, che è il coordinatore didattico individuato dal MIUR per quest area tematica La collaborazione con i partner francesi Il progetto Insegnare la storia del XX secolo in una dimensione europea prevede lo studio di un argomento, tra quelli indicati dal M.I.U.R., da effettuare secondo una dimensione europea e in collaborazione con gli studenti e gli insegnanti di una scuola di un altro paese europeo. Nostri partner sono gli studenti di una classe del penultimo anno del Lycée Agricole A.-M. Javouhey di Chamblanc (Côte d Or) e le loro insegnanti, Catherine Thevenin Dalmas e Blandine Leveillé. La ricerca della scuola partner non è stata facile, nel nostro caso è stato fondamentale il ruolo di un museo francese (con annessa sezione pedagogica), la Maison Musée d Izieu, Mémorial des enfants juifs exterminés. Gli operatori didattici del centro, ai quali mi ero rivolta per avere un aiuto, hanno informato del progetto alcune scuole che si sono recate lì in visita e due insegnanti, Blandine Leveillé, insegnante di storia, e Catherine Thevenin Delmas, professoressa di francese e filosofia, mi hanno scritto, chiedendomi ulteriori informazioni e offrendomi la loro collaborazione. Questa fase è stata particolarmente laboriosa e lunga, le due colleghe francesi naturalmente avevano già progettato le loro attività per l anno in corso (era il novembre 2003) e mi proponevano di rimandare l attuazione del progetto relativo alla Shoah all anno scolastico successivo. Questo rinvio ha comunque permesso che lo schema del progetto si costruisse un po per volta e si arricchisse grazie ai suggerimenti e alle esperienze già svolte dalle insegnanti. Ha permesso inoltre che la classe italiana realizzasse, nel corso del penultimo anno di scuola, un percorso sulla storia degli ebrei, italiani in particolare, ma con riferimenti anche ai francesi, nell età

moderna. Il percorso nella classe quarta ha contribuito a costruire le preconoscenze necessarie agli studenti per affrontare lo studio della Shoah. Essi hanno appreso infatti che le due comunità ebraiche erano abbastanza ben inserite nella società dei rispettivi paesi, in particolare in Italia numerosi ebrei avevano partecipato al Risorgimento italiano e numerosi patrioti italiani ( Giuseppe Mazzini, Vincenzo Gioberti, Carlo Cattaneo, Massimo D Azeglio) erano favorevoli all emancipazione degli ebrei. E apparsa quindi ancora più grave e del tutto priva di una qualsivoglia spiegazione, data la sostanziale convergenza tra gli interessi e gli ideali della maggior parte degli ebrei italiani e i valori laici e liberaldemocratici dell Italia unita, la persecuzione antisemita messa in atto dal regime fascista a partire dal 1938. Probabilmente il periodo di preparazione è stato molto lungo anche perché la progettazione del percorso si è realizzata tramite la posta elettronica: sarebbe forse stato più facile organizzare il lavoro durante un incontro, almeno tra gli insegnanti, inoltre anche per gli studenti un simile momento avrebbe forse favorito la motivazione e la comunicazione. Non è però sempre possibile spostarsi e, d altro canto, il lungo periodo di preparazione ha forse permesso una lenta, ma proficua maturazione delle idee e una progressiva mediazione tra le proposte delle insegnanti, mediazione che ha probabilmente arricchito il progetto di lavoro di spunti per la ricerca. L importanza dello studio della storia in dimensione europea Studiare un argomento di storia in una lingua differente da quella normalmente utilizzata può permettere di perseguire almeno due obiettivi: uno è rappresentato dal miglioramento delle competenze linguistiche che gli studenti già possiedono, mediante la proposta di un approfondimento di temi che l insegnante di lingua già provvede a trattare, un secondo, più legato alla specificità, alle caratteristiche e alle finalità dell insegnamento della disciplina storia, consiste nell opportunità di studiare lo stesso tema della conoscenza da due differenti punti di vista; ciò permette di confrontare lo sviluppo dei fatti storici, le modalità secondo le quali vengono studiati e, infine, la conservazione e la celebrazione della memoria nei due paesi presi in esame, al fine di contribuire a formare concretamente una visione dei problemi su scala europea Come insegnante di storia preferisco soffermarmi sul secondo obiettivo, perché mi appartiene direttamente. Inoltre ho delle perplessità sull uso di una lingua straniera non perfettamente conosciuta nello studio di una disciplina complessa come la storia. Temo che talvolta si possa semplificare eccessivamente ciò che non si riesce a capire o a spiegare bene a causa di problemi linguistici. A proposito di tale obiettivo, è veramente stato illuminante e fonte di riflessioni critiche, per gli studenti e per gli insegnanti, scoprire che ci sono analogie molto forti nella storia dell'organizzazione della persecuzione e della deportazione degli ebrei in Francia e in Italia, addirittura nelle singole retate. Per esempio la Rafle du Vélodrome d'hiver del 16-17 luglio 1942 a Parigi e la retata del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 hanno avuto non solo le stesse modalità di esecuzione, ma addirittura lo stesso organizzatore, il nazista Theodor Dannecker, passato nel frattempo dalla Francia all'italia. Altrettanto interessante è stato scoprire differenze anche molto nette nella celebrazione dei processi ai responsabili, nella scelta e nell'utilizzazione dei luoghi della memoria nei due paesi. I diversi destini, nel dopoguerra, della Maison Musée

Mémorial des enfants juifs exterminés d Izieu e di Villa Emma a Nonantola non potrebbero essere più emblematici. 2 Un discorso a parte merita poi la riflessione sui giorni della memoria. Gli studenti già sapevano che la data del 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell'armata Rossa, è ricordata in Italia come Giorno della memoria, in base alla legge n. 211 del 20 luglio 2000. Hanno potuto scoprire che ad essa si affiancano, e forse si sovrappongono per importanza, in Francia altre date, quelle dei giorni simbolo dei crimini commessi dai collaborazionisti francesi: il 6 aprile (anniversario della retata dei bambini di Izieu, del 6 aprile 1944) e il 16 luglio (anniversario della Rafle du Vélodrome d'hiver, effettuata a Parigi il 16 e 17 luglio 1942 e conclusasi con l internamento provvisorio degli ebrei rastrellati in un edificio adibito alle corse di biciclette). Il confronto e lo studio hanno fatto riflettere, hanno permesso di scoprire l'intreccio profondo tra la storia e la memoria, tra lo studio dei fatti storici e la loro celebrazione, nell ottica della costruzione di valori fondanti e condivisi all'interno di un istituzione democratica, oggi sovranazionale, come l Unione Europea. Descrizione delle attività didattiche Le attività didattiche della classe 5B del Liceo Scientifico Tecnologico di Aosta, all interno di questo progetto, sono state: una visita alla Maison Musée des enfants juifs exterminés a Izieu e al museo della Resistenza e della Deportazione nell Isère di Grenoble l'allestimento di una mostra in occasione del 27 gennaio la produzione di un dossier sulla deportazione in Italia e in Francia, in collaborazione con gli studenti francesi. Le prime due attività sono molto importanti dal punto di vista metodologico, in quanto hanno permesso di utilizzare una didattica dei luoghi della memoria e di realizzare un momento di restituzione, ai compagni e agli insegnanti delle altre classi del liceo, di una attività di laboratorio di storia sulla deportazione dei bambini in Italia e in Francia. (svolta, in particolare, attraverso uno studio e un confronto delle vicende accadute ai bambini di Izieu e ai ragazzi ebrei ospitati a Villa Emma (Nonantola) dal luglio 1942 al settembre 1943). Le due esperienze non rientrano a pieno titolo nelle richieste del progetto Insegnare la storia del XX secolo in dimensione europea, anche se ne sono state la necessaria premessa, perché hanno permesso agli studenti di avvicinarsi alla storia della deportazione, in Italia e in Francia e di utilizzare una pluralità di strumenti ( testi storiografici, manuali in uso nei due paesi, incontro con testimoni, videoregistrazioni, esposizioni in mostre e musei, visita al luoghi ) per costruire la loro conoscenza del tema. La produzione di un dossier in collaborazione con gli studenti di Chamblanc è invece la parte più rilevante del progetto, ha permesso agli studenti italiani e francesi di costruire un prodotto comune al quale ognuno doveva dare un suo apporto personale 2 ¹La Maison Musée di Izieu è uno dei luoghi della memoria in Francia, è stato acquistato dallo stato ed è divenuto monumento nazionale. Il complesso è costituito da un abitazione, dove sono stati ospitati numerosi bambini ebrei dall aprile 1943 al 1944, un museo con un esposizione permanente sulla storia della deportazione in Francia e in Europa e una attrezzata sezione pedagogico-didattica. Il luogo della memoria intende ricordare il sacrificio dei 44 bambini e dei 7 adulti ebrei che 6 aprile 1944 sono stati arrestati dalla Gestapo, guidata da Klaus Barbie, e poi deportati a Drancy ed a Auschwitz, da dove è tornata solo una educatrice adulta. Villa Emma, vicino a Nonantola (Modena), è stata la sede di una vicenda dall esito più fortunato, ma non è ancora una proprietà pubblica.

e ha reso possibile lo scambio di informazioni e il confronto tra gli studenti a proposito delle due realtà nazionali. Tale confronto ha messo in luce, già nel momento della progettazione del piano di lavoro operata dalle insegnanti, le differenze non tanto nello studio delle vicende storiche quanto nelle conseguenze che tali vicende hanno provocato. Le insegnanti francesi hanno posto subito come rilevanti due questioni che, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, non sono tanto spesso affrontate dai docenti italiani nello studio della Shoah e della deportazione: il dovere della memoria, i processi ai responsabili e i luoghi della memoria. L analisi delle vicende storiche è stata quindi sin dall inizio posta su due piani temporali: quello contemporaneo ai fatti e quello successivo, condizionato dalle situazioni storiche presenti in Francia e in Italia nel secondo dopoguerra che hanno influito pesantemente sulla ricerca e la punizione dei colpevoli e sulla individuazione dei luoghi e delle date da ricordare. Per quanto riguarda i contenuti da affrontare il piano di lavoro prevede: - un primo momento di studio legato in sostanza al presente, cioè alla storia e la cultura del popolo ebraico e alla conoscenza che di tale popolo hanno gli studenti; - un approfondimento del ruolo che lo stato francese e quello italiano hanno avuto nella legislazione antisemita, nella persecuzione e nella deportazione negli anni dal 1938 al 1945; - un analisi dei campi presenti nei due paesi, della loro tipologia, del ruolo, delle categorie di internati; - il problema del dovere della memoria visto sotto i due aspetti della punizione dei responsabili (i processi) e del ricordo delle vittime (i luoghi della memoria). Su tali argomenti gli studenti hanno lavorato (divisi in gruppi e utilizzando coma lingua veicolare il francese) su una traccia proposta dalle docenti e hanno prodotto dei brevi testi, che sono stati inviati via e mail ai loro compagni. Il prodotto finale è stato riorganizzato dai docenti, che hanno riunito i lavori dei vari gruppi, li hanno fotocopiati e uniti in un dossier distribuito a tutti gli studenti. Entrambe le classi hanno lavorato anche in prospettiva di un ritorno al presente, con l analisi di interpretazioni storiografiche revisioniste o negazioniste e con la discussione di un ritorno di idee antisemite. Tali tematiche non sono però oggetto del lavoro di scambio tra gli studenti I punti deboli e i punti forti del progetto Il momento dello scambio dei materiali via internet è stato particolarmente delicato. Forse il fatto di non conoscere quasi nulla dei giovani con i quali si instaurava una comunicazione non è stato particolarmente motivante (almeno per alcuni). Inoltre la necessità di usare il computer di casa (e non quelli del laboratorio della scuola) al di fuori dell orario scolastico ha impedito il coinvolgimento di tutti gli studenti negli scambi. I più motivati e i possessori di computer, di connessione a Internet e di un indirizzo di posta elettronica hanno svolto il ruolo di portavoce del gruppo, ma in realtà forse sono stati anche i più attivi. Gli altri si sono limitati a lasciare fare. La seconda grande difficoltà incontrata è di ordine istituzionale, perché gli studenti italiani e francesi affrontano il tema della Shoah in due differenti momenti del loro percorso scolastico. In Francia la seconda guerra mondiale si studia il penultimo anno di scuola. Questo permette che i ragazzi francesi dilatino i tempi della ricerca e della produzione, mentre per i ragazzi italiani è possibile dedicare al lavoro al massimo il primo quadrimestre della quinta. L attività non è andata avanti contemporaneamente, le e mail dei ragazzi francesi sono arrivate nei mesi di marzo- aprile-maggio, quando i nostri studenti stavano affrontando temi di studio della storia più recenti e, soprattutto, si stavano concentrando sulla preparazione agli esami di maturità. I

prodotti finali degli studenti francesi non sono neanche arrivati tutti prima della fine della scuola in quanto le scuole in Francia finiscono dopo. L unica possibile soluzione che si è per ora ipotizzata per la prosecuzione del progetto (con un altra classe) è una differente suddivisione dei temi di ricerca per gli studenti. Mentre i ragazzi italiani faranno un lavoro di storia sulla Shoah nei due paesi (utilizzando anche il dossier che gli studenti francesi hanno prodotto l anno scorso), quelli francesi approfondiranno delle tematiche sul valore/dovere della memoria. Le classi si scambieranno il materiale prodotto (e se sarà possibile lo esporranno nel caso si realizzi un incontro ad Aosta). Nonostante la presenza di molti punti deboli, la valutazione del progetto nel suo complesso risulta però molto positiva. Il punto forte è costituito proprio dalla collaborazione stessa, realizzata in particolare dai docenti, dalla capacità di realizzare una progettazione in comune e di portare a termine il lavoro previsto, nonostante le difficoltà presenti. Noi insegnanti, al momento de nostro incontro (avvenuto tardi è vero, ma comunque infine realizzato) ci siamo quasi stupite della mole di lavoro effettuato, delle conoscenze costruite, dei problemi sollevati e della relativamente facile comunicazione instaurata tra i giovani. I risultati si misurano non tanto e non solo in termini di informazioni acquisite, quanto nella formazione culturale e personale degli studenti. Alcune parole scritte dalla collega Catherine possono rappresentare molto bene quest idea, che io ritengo pienamente condivisibile: «Je me dis que déjà en communiquant entre eux, à l'heure de l'europe, pour les étudiants... c'est déjà un grand pas! C'est une belle réussite, Non? En plus nous en France nous avons des sondages réguliers qui disent que les français voteraient "non" à l'europe en mai prochain... C'est un peu la panique mais il faut dire que beaucoup de personnes sont mécontentes de ce gouvernement actuel et il y a beaucoup de manifestations, des grèves (nous sommes bien français pour ça!!...). Alors si à ma manière avec ces jeunes, on peut les faire se rapprocher : je contribue quelque part à une union européenne! En toute modestie.»¹

¹Il messaggio è stato scritto in aprile. Il riferimento è al referendum che a maggio si sarebbe tenuto in Francia a proposito della Costituzione Europea.