REAGISCO E MI RIMBOCCO LE MANICHE



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INDAGINE: COME I MANAGER VIVONO LA CRISI REAGISCO E MI RIMBOCCO LE MANICHE Il sondaggio effettuato a fine anno da Astra Ricerche per Manageritalia parla chiaro: i manager sentono la crisi sulla propria pelle e non hanno dubbi sulle sue cause. Aumentano tensioni e insicurezze, il reddito è colpito e i consumi sono in calo. Eppure, in azienda si reagisce e potrebbero nascere nuove opportunità Enrico Pedretti Ebbene sì, i manager sono toccati nel vivo dalla crisi. Tirano la cinghia e perdono il posto e allo stesso tempo mostrano una forte voglia di reagire. La crisi li colpisce e sono purtroppo parecchi quelli che hanno perso o perderanno il lavoro nei prossimi mesi. Anche da altre indagini abbiamo un quadro di estrema difficoltà: aziende e interi settori che tagliano spese e personale, cali del fatturato e dei profitti. Ma non c è solo l aspetto negativo. Tantissime aziende lavorano guardando al futuro e quindi progettano nuovi prodotti e servizi, l entrata in nuovi business e mercati. Proprio per questo tra i manager emergono aspetti positivi per la loro professione: dinamismo, nuove opportunità professionali fuori o dentro l attuale azienda. I manager, proprio nelle estreme difficoltà del momento, sono e saranno sempre più in prima linea per affrontare al meglio la crisi e buttare le basi per cogliere la futura ripresa. Anzi, è proprio in frangenti come questi che diventano sempre più necessari e indispensabili. Per fare questo devono oggi mettere in campo più concretezza, tempestività, capacità di competere e aggredire i mercati, dialogo e interazione con i vari stakeholder, chiarezza e responsabilità. 6 DIRIGENTE 1-2 2009

LA PERCEZIONE DELLA CRISI Partiamo dalla percezione dell impatto della crisi, che è giudicato (con un voto da 1 minimo a 10 massimo) più forte a livello generale che personale: i consumi degli italiani (7,4 voto medio), l economia italiana (7,4), il settore della mia azienda (7,0), i risparmi degli italiani (6,8), la mia azienda (6,7%), la mia famiglia (5,9). Una crisi che colpisce e preoccupa perché ha cause e risvolti pesanti. Infatti, non sono pochi quelli molto d accordo sul fatto che la crisi mostra che chi doveva controllare il sistema non l ha fatto (60,2%), è la peggiore che si sia mai vista (52,3%), mette in discussione molte certezze a livello economico, politico e sociale (46,7), è etica prima che economica e finanziaria (37,2%). Tant è che, a ribadire che si è esagerato, metà dei rispondenti spera che serva da lezione per il futuro. I manager intravedono soprattutto più protezionismo e meno libero scambio e una profonda riforma della governance della finanza mondiale. Mentre molto meno seguito trova l eventuale maggior peso dello Stato nel regolare l economia e il mercato e nell entrare temporaneamente o meno in settori economici strategici. LA CRISI IN AZIENDA E NEL PROPRIO SETTORE Tra i fenomeni in atto prevalgono tagli generalizzati dei costi (78,9% in azienda e 82,2% nel settore), calo delle vendite (66,3% e 71,8%), ripensamento delle strategie (64,9% e 60,9%), programmazione di ANCHE PER I MANAGER CONSUMI RIDOTTI TAGLI SU ABBIGLIAMENTO, VACANZE E AUTO Nell ultimo anno, il 59% dei manager ha diminuito i consumi e soprattutto sono tantissimi (58%) quelli che cercano sconti e offerte speciali. Tagli per le spese legate ad abbigliamento e calzature, pasti fuori casa, tempo libero, vacanze brevi e weekend, arredamento, telecomunicazioni e trasporto (carburanti auto/moto). Ma c è di più: oltre al 58% che cerca sconti e offerte speciali, c è chi rinuncia ai prodotti di marca, ha rinegoziato il mutuo per la casa, ha diminuito le spese alimentari, ridotto o rinviato le spese sanitarie, acquistato più a rate e chiesto un prestito alla banca. Per quanto riguarda le vacanze invernali, quasi metà dei manager non c è andato, di questi tre quarti (32% del totale) come già avvenuto nel 2007, ma un quarto contrariamente a quanto avvenuto due anni fa. Tra la maggioranza che è andata in vacanza prevale chi ha fatto gli stessi giorni del 2007 su chi ne ha fatti meno, mentre solo il 5% ha fatto più vacanze. CAMPIONE DELL INDAGINE Il sondaggio di Manageritalia in collaborazione con Astra Ricerche è stato proposto via internet tra il 12 e il 15 dicembre scorso. 1.073 gli intervistati, un campione ben rappresentativo dell universo dei dirigenti e quadri del terziario in attività. L indagine è rimasta attiva quasi solo nel fine settimana. DIRIGENTE 1-2 2009 7

Tabella 1 - LA CRISI IN AZIENDA CONSIDERA SOLO LA TUA AZIENDA (%) Quali conseguenze la crisi ha in questo momento e/o avrà nel 2009? Contrazione del fatturato 66,1 Calo dei profitti 63,0 Abolizione o riduzione di gratifiche, bonus ecc. 49,6 Allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti 49,2 Peggioramento del clima interno all azienda 47,9 Emergere di nuove opportunità 39,0 Rinuncia a lavoratori precari, a collaboratori non assunti 36,0 Positiva ristrutturazione aziendale 31,5 Riduzione degli investimenti in comunicazione 29,4 Riduzione degli investimenti in formazione 27,8 Rinvio di progetti di sviluppo 27,6 Allungamento dei tempi di pagamenti dei fornitori 27,2 Licenziamenti 26,7 Positiva revisione dello stile di management 25,7 Perdita di quote di mercato 23,4 Rinuncia a società di consulenza, di certificazione ecc. 21,2 Difficoltà di accesso a finanziamenti 18,5 Forti perdite 17,7 Nuova governance dell azienda 16,4 Riduzione degli investimenti in R&D 13,0 Probabilità di cessione dell azienda 8,9 Rinvio di lanci di nuovi prodotti 8,7 Inedito o maggior ricorso alla cassa integrazione 7,2 Rischio/probabilità di chiusura dell azienda 6,0 EFFETTI NEGATIVI Licenziamenti e cassa integrazione Il 44,4% pensa sia molto forte anche l impatto sulle risorse umane: accanto ai tagli del personale basati sui costi e non sull utilità e la professionalità, licenziamenti dei lavoratori, dei manager e cassa integrazione. In azienda: tagli dei costi, calo delle vendite Tagli generalizzati dei costi, calo delle vendite. A rimetterci saranno soprattutto comunicazione e formazione. Ritardi anche nei pagamenti dei fornitori e ritiro da alcuni mercati e/o business. Emerge il problema etico Su un punto si è tutti d accordo: le cause della crisi sono chiare. Chi aveva delle responsabilità nella gestione finanziaria ha fatto speculazioni arbitrarie e non ha osservato un comportamento responsabile. La crisi mostra un problema etico. Aumenta tensione e stress A livello personale i manager sono angosciati. Aumentano infatti tensione e stress (74%) e si diffonde un clima di incertezza e di insicurezza. La preoccupazione è soprattutto legata al futuro professionale, con la paura di perdere il proprio lavoro o di avere difficoltà a trovarne uno nuovo. LE REAZIONI IN VISTA DELLA RIPRESA Nella stragrande maggioranza delle aziende (89,7%) nelle quali lavorano i nostri manager si sta operando con progettazione di nuovi prodotti/servizi, forti investimenti sulla rete di vendita, mantenimento delle spese di promozione e pubblicità, programmazione dell entrata in nuovi mercati nazionali, studio di nuove acquisiperiodi di ferie obbligati (36,3% e 38,3%), tagli nelle spese di comunicazione (33,2% e 36,1) e formazione (29,4% e 36%), ritardi nei pagamenti dei fornitori (29,2% e 49,8%) e ritiro da alcuni mercati e/o business in Italia o all estero (12,7% e 25,6%). Forte anche l impatto sulle risorse umane: tagli del personale basati sui costi e non sull utilità e sulla professionalità delle risorse umane (29% e 44,4%), licenziamenti dei lavoratori (24% e 47,2%), licenziamenti dei manager (20,3% e 38,5%) e cassa integrazione (7,7% e 24,4%). Soffermandoci ora solo su quanto sta succedendo in azienda, prevalgono conseguenze di carattere economico-finanziario (contrazione fatturato 66,1%, calo dei profitti 63%, abolizione di gratifiche e bonus 49,6%, al- LA PEGGIORE CHE SI SIA MAI VISTA Più della metà degli intervistati (52%) pensa che questa crisi economica e finanziaria sia la peggiore che si sia mai vista. Molte certezze a livello economico, politico e sociale sono messe in discussione. lungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti 49,2%, allungamento dei tempi di pagamento dei fonitori 27,2%, difficoltà di accesso a finanziamenti 18,5% e forti perdite 17,7%). Anche il vissuto delle persone si fa pesante, con peggioramento del clima interno (47,9%), rinuncia a lavoratori precari e a collaboratori non assunti (36%), licenziamenti (26,7%), rinuncia a società di consulenza (21,2%), inedito maggior ricorso alla cassa integrazione (7,2%), rischio/probabilità di chiusura dell azienda (6%). Non mancano però alcuni aspetti positivi: l emergere di nuove opportunità (39%), la positiva ristrutturazione aziendale (31,5%) e revisione dello stile di management (25,7%), una nuova governance dell azienda (16,4%). 8 DIRIGENTE 1-2 2009

POSSIBILI EFFETTI POSITIVI Riforma della governance della finanza mondiale Una delle principali conseguenze della crisi secondo i manager sarà un maggiore protezionismo e meno libero scambio (86,4%) e una profonda riforma della governance della finanza mondiale (78,4%). Cambiamenti nella conduzione aziendale Emerge la necessità di rivedere e riorganizzare l attività aziendale, che potrebbe portare con sé anche una positiva revisione dello stile di management (25,7%) e una nuova governance aziendale (16,4%). Aspetti positivi a livello professionale La crisi può essere anche un momento di nuovo slancio/dinamismo (24%) e di nuove opportunità professionali da cogliere nella propria azienda (17%) o muovendosi sul mercato per cambiare azienda (14%). zioni, aumento delle posizioni nel mercato italiano e programmazione dell entrata in nuovi mercati esteri. Pochissime le aziende che non stanno facendo niente di tutto questo o si stanno limitando solo ad abbassare i prezzi (vedi tabella 2). LE CONSEGUENZE A LIVELLO PERSONALE Su tutto prevalgono l aumento di tensione/stress (74%) e di incertezza/insicurezza (63%). A seguire, dopo la riduzione dei consumi personali e familiari, troviamo la riduzione del reddito, la forte contrazione del valore dei risparmi/investimenti, l aumento delle ore lavorate, le maggiori tensioni familiari, la perdita del lavoro e il peggioramento della salute fisica. Le preoccupazioni maggiori conseguenti alla crisi riassumono e riguardano invece l impatto sull economia reale, il futuro dei figli, la perdita del posto di lavoro e il crollo del valore dei risparmi (vedi tabella 3). Ma, come dicevamo, c è anche un lato positivo e quasi la metà degli intervistati vede in questa crisi anche un momento di nuovo slancio/dinamismo (23,7%) e di nuove opportunità professionali da cogliere in azienda (17,4%) o in altra sede lavorativa (17,3%). IL FUTURO PROFESSIONALE Rispetto al proprio futuro professionale, i manager sono moderatamente positivi, con estremi tra moderato ottimismo e forte preoccupazione (vedi tabella 4). Discriminando i nostri manager sulla base dell atteggiamento che hanno verso il futuro professionale e raggruppandoli in cluster possiamo definire 5 gruppi (vedi grafico): i tracollati disperati (8,7%), gli angosciati incerti (41,9%), i positivi allarmatissimi (10,5%), i positivi incerti (12,8%), i positivi sereni (26,1%). Emerge chia- Si colgono nuove opportunità Nella stragrande maggioranza delle aziende (89,7%) si stanno sviluppando azioni positive: investimento sulle reti di vendita (32,4%), si progettano nuovi prodotti e servizi (49,3%), si programma l entrata in mercati nazionali (21,4%), si studiano acquisizioni (21,2%) e l entrata in mercati esteri (19,3%). Efficaci ristrutturazioni aziendali Secondo il 39% dei manager intervistati ci saranno utili ristrutturazioni aziendali. La riorganizzazione del modo di fare business servirà a migliorare l efficienza, a ridurre i costi e allo stesso tempo a contenere le perdite. Tabella 2 - COME SI REAGISCE IN AZIENDA RISTRUTTURAZIONE E REVISIONE DELLO STILE DI MANAGEMENT (%) Come state affrontando la crisi nella tua azienda, in vista della futura ripresa? Stiamo progettando nuovi prodotti/servizi 49,3 Stiamo investendo fortemente sulla rete di vendita 32,4 Stiamo abbassando i prezzi 28,9 Stiamo mantenendo invariate le spese di promozione e pubblicità 22,6 Stiamo pensando di entrare in nuovi mercati nazionali 21,4 Stiamo studiando nuove acquisizioni 21,2 Stiamo incrementando le posizioni nel mercato italiano 20,4 Stiamo pensando di entrare in nuovi mercati esteri 19,3 Niente di tutto questo o stiamo solo abbassando i prezzi 10,3 Niente di tutto questo 1,6 Tabella 3 - LE CONSEGUENZE A LIVELLO PERSONALE (%) A livello personale, quali conseguenze delle seguenti la crisi ha in questo momento e/o avrà nel 2009? Maggiore tensione/stress 74,2 Maggiore incertezza, insicurezza 63,0 Riduzione dei consumi personali/familiari 58,6 Riduzione di reddito (anche per minori gratifiche, stock options, ecc.) 55,7 Forte contrazione del valore dei propri risparmi/investimenti 41,7 Aumento del numero delle ore lavorate 37,0 Nuovo slancio, dinamismo 23,7 Nuove opportunità professionali in azienda 17,4 Maggiori tensioni familiari 17,4 Nuove opportunità professionali cambiando azienda 17,3 Perdita del lavoro per licenziamento o per chiusura dell azienda 14,4 Peggioramento della salute fisica 13,0 Perdita di autostima 6,6 Entrata in depressione o suo aggravamento 4,1 Diminuzione del numero delle ore lavorate 2,7 DIRIGENTE 1-2 2009 9

DISPERATI, ALLARMATI O FIDUCIOSI? ramente come l atteggiamento verso il futuro professionale impatti e venga influenzato dalle ipotesi di cosa succederebbe in caso di perdita del lavoro. I più allarmati la vedono un poco più nera, ma tutti sono consci che le difficoltà nel ricollocarsi sono in aumento (vedi tabella 5). Positivi sereni 26,1% Tracollati disperati 8,7% UNA LEZIONE PER IL FUTURO La crisi è più forte a livello generale che personale: i manager pensano che tocchi i consumi degli italiani e l economia un po più che la propria azienda e famiglia. Nonostante ciò, la maggioranza pensa che questa crisi è la peggiore che si sia mai vista e preoccupa perché ha cause e risvolti pesanti: mostra che chi doveva controllare il sistema non l ha fatto. I manager prevedono un maggiore protezionismo e meno libero scambio, in sostanza una profonda riforma della governance della finanza mondiale. Molte certezze a livello economico, politico e sociale sono messe in discussione. Si tratta di una crisi etica, prima che economica e finanziaria. Metà degli intervistati osserva che servirà da lezione per il futuro. Positivi incerti 12,8% Positivi allarmatissimi 10,5% Angosciati incerti 41,9% Discriminando i nostri manager sulla base dell atteggiamento che hanno verso il futuro professionale possiamo raggrupparli in 5 cluster. LO STATO D ANIMO DEI MANAGER (%) TOTALE Tracollati Angosciati Positivi Positivi Positivi disperati incerti allarmatissimi incerti sereni 100 8,7 41,9 10,5 12,8 26,1 Tabella 4 - In generale qual è oggi il tuo atteggiamento rispetto al tuo futuro professionale? Sono angosciato: non ho più un lavoro e credoche non ne troverò un altro in poco tempo 1,6 18,0 Sono preoccupato: ho un lavoro e temo di perderlo 8,7 82,0 3,7 Sono sereno solo in parte, ho un lavoro e sono meno sicuro che in passato di mantenerlo 46,3 96,3 22,9 Sono speranzoso: non ho più un lavoro ma credo che ne troverò un altro in poco tempo 2,4 9,3 3,8 3,4 Sono del tutto sereno: ho un lavoro e sono certo di mantenerlo 24,9 40,2 64,9 47,4 Sono aperto al cambiamento: sarò io a cercare una nuova occupazione 16,2 50,5 31,3 26,3 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tabella 5 - Se tu dovessi perdere il lavoro pensi che oggi... Non ne troveresti più uno 2,7 10,1 2,6 2,8 2,3 0,8 Ne troveresti un altro ma con ruolo e reddito più bassi 32,2 46,1 40,3 30,8 27,5 17,3 Ne troveresti uno nuovo ma non in poco tempo 34,6 18,0 33,5 36,4 32,1 42,5 Non cercheresti né un altro lavoro fisso né consulenze 1,7 1,6 0,9 2,3 2,3 Non ne cercheresti un altro fisso ma cercheresti delle consulenze 9,0 9,0 6,8 12,1 13,7 9,0 Non ne troveresti un altro fisso ma avresti delle consulenze 12,1 16,9 14,1 10,3 12,2 7,9 Ne troveresti uno nuovo in poco tempo 7,7 1,2 6,5 9,9 20,3 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 I manager sono preoccupati ma nella maggioranza dei casi non sono vittime della disperazione. L atteggiamento prevalente è quello dell incertezza. I manager sono meno sicuri che in passato di mantenere il proprio lavoro. In caso di brutte sorprese, il 66,8% degli intervistati è convinto di trovare un nuovo lavoro, sebbene con un inquadramento/reddito inferiore e/o non in tempi brevi. 10 DIRIGENTE 1-2 2009