TUTTI CONTRO LA LEGGE DI STABILITÀ DI RENZI E PADOAN

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976 TUTTI CONTRO LA LEGGE DI STABILITÀ DI RENZI E PADOAN 4 novembre2015 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia Berlusconi Presidente Il Popolo della Libertà

EXECUTIVE SUMMARY 2 Tutti contro Renzi e Padoan: questa Legge di stabilità è un colabrodo, è una partita di giro, anzi di raggiro. Il duo Renzi- Padoan mette la polvere sotto tappeto. Noi lo abbiamo detto fin dall inizio, e adesso tutti se ne stanno accorgendo. Basta guardare alle audizioni tenute ieri in Parlamento sulla Legge di stabilità per capire il giudizio dei maggiori soggetti istituzionali italiani. Ecco cosa pensano: 1) l Ufficio parlamentare di bilancio; 2) la Corte dei Conti; 3) la Banca d Italia; 4) l Istat.

1) SERVIZIO DI BILANCIO DEL SENATO 3 Iniziamo con Ufficio Parlamentare di bilancio (Upb). Nel corso dell audizione il presidente dell Upb, Giuseppe Pisauro, ha esortato il governo a non sottovalutare i «rischi che riguardano il quadro delle variabili esogene internazionali» che potrebbero incidere sulla crescita dell economia italiana. Entrando poi nel merito, il Prof. Pisauro ha manifestato le sue perplessità sul quadro programmatico per il 2017 e 2018 che, dice, «non è chiaro».

1) SERVIZIO DI BILANCIO DEL SENATO 4 Secondo l Upb, infatti, «La manovra prevede a partire dal 2016 una serie di impegni a carattere permanente (come la riduzione della Tasi e dell Ires), che per il primo anno sono finanziate da risorse temporanee: la flessibilità di bilancio e dal gettito una tantum quale quello della voluntary disclosure. Ma Nel 2017 e anni successivi, cosa garantisce la tenuta dei conti?». Ne deriva che, prosegue l Upb, «La politica di bilancio relativamente espansiva per il 2016 adottata per far fronte a un quadro economico ancora relativamente fragile presenta tuttavia rischi non trascurabili negli anni successivi».

1) SERVIZIO DI BILANCIO DEL SENATO 5 «Rischi garantiti sostanzialmente da un andamento favorevole del quadro tendenziale di finanza pubblica e dalla presenza di una sostanziosa clausola di salvaguardia sull Iva. La nostra sensazione, pertanto, è che negli anni successivi al 2016 ci sia qualche motivo di preoccupazione». «La presenza delle clausole di salvaguardia per i prossimi anni rendono molto difficile riconoscere gli obiettivi della programmazione per gli anni successivi al primo».

1) SERVIZIO DI BILANCIO DEL SENATO 6 Il presidente Pisauro fa inoltre notare un altro «elemento di potenziale rischio». Per gli anni successivi al 2016, afferma, «non abbiamo informazioni circa le privatizzazioni che il governo intende effettuare e dalle quali sono attesi introiti per 0,5 punti percentuali di Pil».

2) CORTE DEI CONTI 7 Con la Corte dei Conti non va certo meglio. Anche in questo caso emerge la preoccupazione per l andamento dell economia internazionale. Nel corso dell audizione, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, ha sottolineato come «Nella valutazione del disegno di legge di Stabilità non si può prescindere dal quadro di incertezza che caratterizza l economia internazionale. Esso è destinato a riverberarsi su un economia italiana la cui ripresa, dopo una così lunga fase recessiva, è ora basata su dati incoraggianti ma non univoci». «Il rallentamento dell area dei Paesi emergenti, costituisce un rischio evidente per il consolidamento della ripresa in corso».

2) CORTE DEI CONTI 8 Sopracciglia alzate anche per quanto riguarda la politica economica del governo che secondo la Corte dei Conti «utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili riducendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici e pensioni) e questioni importanti (quali un definitivo riassetto del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali». «Nel percorso programmatico di finanza pubblica permangono aspetti critici che attengono innanzitutto alla tenuta del quadro di riferimento per i prossimi anni».

2) CORTE DEI CONTI 9 La Corte dei Conti esprime, inoltre, forti dubbi sulla gestione (meglio dire rinvio) delle clausole di salvaguardia: «La manovra 2016 sconta il carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro. Un loro riassorbimento nel 2017 e nel 2018 richiederà l individuazione di consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate».

3) BANCA D ITALIA 10 Anche l intervento della Banca d Italia lascia spazio a molte perplessità. Per via Nazionale la situazione economica internazionale non deve essere sottovalutata: «i rischi maggiori sono che il rallentamento delle economie emergenti si aggravi e abbia effetti più seri sulle economie avanzate di quanto successo finora».

3) BANCA D ITALIA 11 Sul tema deficit a Palazzo Koch non hanno dubbi: «La riduzione del rapporto deficit/pil è un impegno chiave di cui terranno conto osservatori, mercati, autorità e partner europei: non va mancato. Negli anni recenti il calo del peso del debito sull economia è stato più volte previsto e poi posticipato». «Se si vuole mantenere e consolidare la fiducia di mercati, è importante assicurare una riduzione del debito chiara, visibile e progressiva nel tempo».

3) BANCA D ITALIA 12 Nell audizione della Banca d Italia si è poi fatto riferimento all innalzamento del tetto al contante voluto da Renzi e Padoan. A tal proposito, il vicedirettore generale della Banca d Italia, Luigi Federico Signorini, ha affermato che «I limiti all uso del contante non costituiscono un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, specie per il grande riciclaggio, ma introducono un elemento di difficoltà e di controllo sociale che può ostacolare forme minori di criminalità e di evasione. Pertanto sembra consigliabile mantenere un regime più severo per le attività più esposte a contaminazioni, quali i money transfer». Cosa che il governo non ha fatto.

3) BANCA D ITALIA 13 Sulle clausole di salvaguardia, anche Bankitalia ritiene che «I ripetuti cambi di direzione in materia di clausole di salvaguardia sono un elemento di incertezza». «È importante che la disattivazione delle clausole sia accompagnata da tagli alle erogazioni, al fine di non indebolire la credibilità del processo di revisione della spesa e di consolidamento dei conti pubblici, tanto più che per gli anni successivi al 2016 permangono clausole di salvaguardia per circa un punto percentuale del prodotto interno lordo (essenzialmente riguardanti l Iva)».

3) BANCA D ITALIA 14 Il vicedirettore generale Signorini pone, infine, la questione dei tagli alla spesa, che definisce «fondamentali». «Il contenimento della spesa primaria corrente, prosegue Signorini, è una condizione fondamentale per il risanamento dei conti pubblici. Anche alla luce del fatto che l incidenza sul Pil è ancora lievemente aumentata, data la contrazione del prodotto e ha raggiunto il 43% nel 2014».

4) ISTAT 15 Nel corso dell audizione dell Istat, il presidente Giorgio Alleva ha certificato il crollo degli investimenti fissi lordi locali, «inferiori del 33,5% rispetto a quelli realizzati nel 2009». «Un calo di quasi 10 miliardi di euro che ha interessato tutte le più importanti voci di spesa: è in calo sia la spesa per fabbricati (-44%), sia quella per investimenti in opere stradali e in altre opere del genio civile, scesi rispettivamente del -30% e del -46%».

4) ISTAT 16 Secondo il presidente Alleva, inoltre, nell insieme delle amministrazioni pubbliche «La spesa per investimenti fissi lordi è scesa dagli oltre 54 miliardi del 2009 ai quasi 36 miliardi del 2014, per cui una ripresa della spesa pubblica in conto capitale risulterebbe uno strumento di rilancio della domanda, ferma restando la necessità di garantire una qualità elevata delle scelte di investimento e una maggiore efficienza nella gestione delle risorse pubbliche».

CONCLUSIONI 17 I dubbi sono tanti. Gli italiani sono sempre più preoccupati. Renzi sa bene che quei lumicini di crescita del Pil di cui si vanta tanto potrebbero essere spazzati via da un eventuale acuirsi della crisi di Cina e Paesi emergenti. Questa Legge di stabilità, così come scritta dal governo è imbroglio, tutta in deficit. È come se una famiglia già indebitata chiedesse un altro prestito alla banca aumentando così il proprio debito, che prima o poi dovrà comunque pagare. Allo stesso modo Renzi e Padoan hanno rinviato le clausole di salvaguardia, prima o poi pagheremo il conto. Lo pagheranno le future generazioni. Questa non è una cosa seria.