CHI HA PAURA E CHI FA PAURA ALLA RETE? OPPORTUNITA E RISCHI DEL WEB PER I MINORI



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Transcript:

CHI HA PAURA E CHI FA PAURA ALLA RETE? OPPORTUNITA E RISCHI DEL WEB PER I MINORI Report a cura del Centro Studi

Sommario Introduzione... 2 Le dimensioni del fenomeno: Bambini on line in Europa... 2 e in Italia... 3 1 Migliorare i contenuti del web... 4 2 Favorire l uso consapevole di Internet... 4 2.1 manuale per l uso consapevole di internet nella P.A....5 3 Il codice di autoregolamentazione... 5 i

CHI HA PAURA E CHI FA PAURA ALLA RETE? OPPORTUNITA E RISCHI DEL WEB PER I MINORI Introduzione La Rete fornisce un facile accesso a risorse educative, permette forme collaborative di apprendimento, offre opportunità di dialogo con esperti su determinati argomenti, facilita il contatto con il pluralismo delle culture. Tuttavia, fatti episodici, seppure diffusi, sembrano suggerire che i minori sono molto vulnerabili ai pericoli di Internet, strumento caratterizzato dall anonimato e da una grande facilità di accesso ai contenuti. Mentre solo una piccola frazione del materiale sulla Rete può essere classificato come inappropriato, questa piccola percentuale è altamente visibile e controversa. Ad esempio il fenomeno della pedopornografia ha assunto dimensioni preoccupanti: come rivela l indagine di Stop-It in quattro anni la Polizia Postale ha monitorato 85.699 siti, 100 i siti illegali residenti in Italia, 1.683 le persone denunciate, 101 gli indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi. Secondo questa iniziativa i bambini vengono adescati tramite la cosiddetta tecnica del Grooming, un metodo usato per manipolare il bambino in modo che l abuso possa avvenire sotto il massimo controllo dell'abusante. In questo processo, ancora scarsamente studiato in Italia, colui che abusa cura (grooms) la vittima, inducendo gradualmente il bambino a superare le resistenze attraverso tecniche di manipolazione psicologica. Il grooming viene anche usato per far tacere il bambino dopo l abuso. Questa tecnica è utilizzata in Internet soprattutto nelle Chat Rooms, nei Forum e nei Newsgroup 1. Dei siti esaminati da Stop-It e che effettivamente contengono materiale pedo-pornografico emerge chiaramente il carattere transnazionale del fenomeno: il 23,27% è infatti residente in Italia, il 42,42% negli Usa, il 17,49% in Russia, il 15,56% in altri Paesi Ue. Lo spamming è un metodo efficace per pubblicizzare il materiale pedo- pornografico: il 12% del materiale rivelatosi potenzialmente illegale è infatti costituito da e-mail indesiderate. La percentuale di segnalazioni relative a chat è bassa. Nonostante questo, le chat, secondo l.esperienza di Save the Children, sono fra i luoghi virtuali più pericolosi ed usati dagli abusanti per adescare le loro vittime. Le dimensioni del fenomeno: Bambini on line in Europa Secondo la recente ricerca di Nielsen i bambini on line in Europa sono circa 13 milioni con un tasso di crescita pari al 27%. Di questi 4 milioni hanno meno di 12 anni e 9 milioni tra i 12 e i 17. Il Regno Unito è leader con circa 4 milioni e mezzo di minori che usano la Rete e una crescita del 58% nell ultimo anno di minori che usano la Rete. 1 http://www.savethechildren.it/2003/download/stop-it/stop-it-mini.pdf 2

Tali cifre sono confermate dal fatto che gli hacker sono spesso giovani o giovanissimi. A questo proposito si narra che Bill Gates abbia addirittura assoldato giovani hacker come consulenti per i problemi di sicurezza. Gli hacker spesso appartengono a un buon livello sociale e possiedono un grado medio-alto di istruzione. Lo hacker non si colloca dunque nel classico modello dell eroe negativo: il bullo di strada capo-banda, aggressivo e violento. e in Italia Nel 3 Trimestre 2003 sono stati più di 1,7 milioni i minori sotto i 18 anni che usano la Rete (- 4% su 3 trimestre 2002), di cui: 548 mila hanno meno di 12 anni (+ 3 % vs. 533 mila 3 trim. 2002): aumenta cioè il numero di piccoli navigatori. 1,2 milioni con più di 12 anni (- 6 % vs. 1,3 milioni circa 3 trim. 2002) aumenta la profondità di navigazione dei ragazzi: nonostante la lieve riduzione del numero di navigatori, i ragazzi sopra i 12 anni spendono più tempo in Rete: tempo medio sessione di un ragazzo che dai 12 a 18 anni passa dalle 8 ore e mezzo del 3 trimestre 2002 alle 11 ore e mezzo del 3 trimestre 2003. Di seguito illustriamo le possibili politiche per: - il miglioramento dei contenuti del web - la promozione di un uso consapevole di Internet - il codice di auto-regolamentazione, promosso dalla Commissione Internet@minori 3

1 Migliorare i contenuti del web Così come esistono programmi per bambini nella televisione, esistono (o dovrebbero esistere) siti per bambini sul web. Si tratta, più che altro, di siti commerciali (www.barbie.com, per esempio); è estremamente scarsa in Italia la produzione ad hoc di contenuti di qualità per bambini. Questa è una mancanza grave perché quanto più diffondiamo in rete contenuti positivi, di valore e di qualità, tanto meno i ragazzi saranno indotti ad esplorare casualmente il web in cerca di qualcosa che li interessi. E vero che in internet esistono contenuti di qualità ma sono quasi tutti in lingua inglese e ciò, di fatto, significa per i minori di lingua italiana un vuoto di contenuti. Detto per inciso, il problema dei contenuti riguarda tutte le fasce d età e rappresenta un forte ostacolo all alfabetizzazione informatica del nostro Paese. Un recente studio realizzato per la Commissione europea, infatti, rivela che tra i 50 siti internet più popolari negli Stati Uniti neanche uno è europeo: il contenuto utilizzato è esclusivamente americano, ma disegnato per un audience globale. Per contro solo il 10% dei siti consultati in Europa è prodotto in un altro Paese europeo, il restante 90% è americano o indigeno. Ad esempio in Italia nel 2002 il totale dei siti localizzati 2 (in percentuale sui primi 50) era del 23%, provenienti per il 18% dagli Stati Uniti - percentuale comparabile a quella dell Austria, del Belgio e della Danimarca- e solo per il restante 5% da altri Paesi europei. Quando parliamo di diritti dei bambini, non dimentichiamo che il bambino è anche un consumatore. Rendere la rete sicura non significa solo evitare al bambino traumi o sottrarlo a influssi diseducativi ma significa, anche, contribuire a formare ciò che l OCSE definisce l economia della fiducia. Un ambiente sereno, dove le transazioni sono tutelate, dove la privacy è garantita, diventa un valore aggiunto per chi fa la rete cioè per gli operatori. La sicurezza dei minori e lo sviluppo di contenuti per un utenza minorile non devono essere visti solo come obblighi. Si tratta infatti di fattori di leva economica. Perché? Perché, per esempio, se i genitori fossero tranquilli nel far utilizzare internet ai figli, il tempo di navigazione dei minori potrebbe allungarsi e, addirittura, potrebbe venir concesso ai minori di fare acquisti in rete. Nella scuola si potrebbe fare molto, non solo in termini di alfabetizzazione degli alunni ma anche di alfabetizzazione degli stessi insegnanti, costituiti per la maggior parte da donne alle elementari ben il 94% e il 59% alle superiori -, il che costituisce una doppia opportunità per l alfabetizzazione informatica, in quanto la loro funzione non si limita all ambito scolastico, ma continua all interno del ambito familiare con un effetto moltiplicatore di diffusione della conoscenza. 2 Favorire l uso consapevole di Internet Il Ministro Stanca ha a cuore questi problemi, tanto che un anno fa ha istituito un Comitato interministeriale per lo sviluppo dell uso consapevole di internet. Perché consapevole? Tralasciando l enfasi che certi media danno agli aspetti negativi della rete, noi crediamo che per internet si debba sviluppare una cyber-etica ossia un etica dello spazio virtuale. L anonimato di cui si gode e la forte sensazione d immaterialità data dallo spazio virtuale può spingere le persone ad assumere comportamenti che, nello spazio materiale, non adotterebbero mai. Faccio l esempio del software, che moltissimi scaricano dalla rete senza curarsi dei diritti d autore che dovrebbero essere pagati a chi quel software ha prodotto. 2 per localizzazione si intende l adattamento linguistico e culturale dei siti alle esigenze dei mercati locali. 4

Perché dunque cyber-etica? Perché riteniamo che lo sviluppo di un etica del web sviluppi anche la sicurezza in internet. Certi comportamenti scorretti che si attuano in rete determinano infatti problemi di sicurezza (virus, spamming, circolazione di immagini scabrose). E per questo che un anno fa, sul sito del Ministero dell Innovazione e sul portale italia.gov.it, in collaborazione con la Polizia delle comunicazioni (che ci ha fornito i testi), abbiamo creato uno spazio informativo chiamato Chi ha paura della rete? Questa iniziativa vuole dimostrare che non si deve aver paura della rete ma, piuttosto, della mancanza di strategie di controllo della rete. Per motivi dovuti alla formazione, all età e alla mancanza di alfabetizzazione, a molte persone la rete appare incontrollabile. Queste persone, in realtà, non sanno cosa fare per rendere controllabile l ambiente virtuale; a loro, dunque, va rivolto un lavoro informativo sui temi della sicurezza. 2.1 manuale per l uso consapevole di internet nella P.A. Il Comitato interministeriale ha anche redatto un manuale per l uso consapevole di internet nella Pubblica Amministrazione. Il motivo di questa iniziativa è che, spesso, i comportamenti scorretti si tengono durante le ore di lavoro. 3 Il codice di autoregolamentazione In questo ambito è fondamentale l iniziativa del Ministero delle Comunicazioni per la realizzazione di un Codice di autoregolamentazione per gli operatori del web. L iniziativa lanciata dalla Commissione Internet@minori insieme al Comitato tecnico per l uso consapevole di Internet rappresenta un primo passo verso la definizione di alcune regole per rendere più sicura la circolazione sulle autostrade virtuali. Il codice è ispirato al principio della coregolamentazione e rappresenta un passo avanti rispetto a quello di auto-regolamentazione poiché implica una condivisione di responsabilità attraverso un accordo tra pubblico e privato, una sorta di autoregolamentazione regolata la cui logica è semplice ma efficace poiché introduce anche meccanismi sanzionatori e di premialità definiti dagli stessi operatori sul mercato. Le istituzioni fissano una serie di regole e di obiettivi politici. Le imprese e le parti interessate elaborano in dettaglio gli strumenti per l ottenimento di questi obiettivi. Le istituzioni si limitano quindi a partecipare al controllo dell effettivo risultato finale. La co-regolamentazione è così uno strumento più flessibile, più adattabile e più efficace delle norme soprattutto per quanto riguarda la protezione dei minori. Nessun governo può regolare la rete isolatamente, per questo si è cercato un confronto con esperienze analoghe in Europa. Il codice è stato sottoposto al Programma in Comparative Media Law and Policy presso la Oxford University. Il progetto è stato finanziato dalla Commissione europea attraverso il Piano di Azione Safer Internet e ha la finalità di valutare le iniziative di autoregolamentazione e co- regolamentazione europee volte a favorire maggiore protezione in rete per gli utenti e per i minori. Molti sostengono che il contenuto in rete non debba essere sottoposto a nessuna forma di limitazione o controllo. Tuttavia, il pericolo più serio per il mantenimento della libertà di 5

espressione sulla rete e per il libero accesso ai contenuti è rappresentato proprio dalla difficoltà dei governi di sviluppare nuove forme di regolamentazione adeguate ai nuovi media. Il codice rientra in una strategia che tiene conto delle più moderne istanze di sicurezza sociale, di diffusione della fiducia e di tutela della dignità umana, ma anche della necessità di creare condizioni favorevoli allo sviluppo del settore ICT di rilevanza centrale per la crescita economica e socioculturale del nostro Paese. 6