Intervento del Dott. Costanzo Jannotti Pecci Presidente Federturismo - Confindustria



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Transcript:

30 settembre 1 ottobre 2006 Montesilvano - Pescara Intervento del Dott. Costanzo Jannotti Pecci Presidente Federturismo - Confindustria

III CONFERENZA ITALIANA PER IL TURISMO 30 settembre 1 ottobre 2006 Montesilvano-Pescara Relatore: Costanzo Jannotti Pecci Presidente Federturismo - Confindustria Desidero innanzitutto ringraziarvi a nome del Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo per l invito ad intervenire. Non ha potuto raggiungerci oggi e mi ha chiesto di portare, insieme al Suo saluto, un contributo specifico del sistema ad un dibattito che è stato ricco di argomenti, di aspettative, di esigenze. L appuntamento ormai consolidato con la Conferenza nazionale del turismo, introdotta dalla legge 135/2001, è rivolto a realizzare un confronto reale tra tutti gli stakeholders del sistema turismo, per costruire insieme le linee guida e per verificarne l attuazione, per fornire alle Commissioni parlamentari e a tutti i decisori politici elementi in grado di orientarli. E dobbiamo rilevare la mancanza di un adeguato confronto preparatorio per questa terza edizione. Lo abbiamo sempre considerato un appuntamento importante, abbiamo cercato, come sistemi di rappresentanza per le imprese, di prepararci non solo al meglio, ma di presentarci anche in maniera abbastanza coordinata, condividendo le indicazioni. Lo abbiamo fatto in occasione della prima conferenza, lo abbiamo fatto a Genova, abbiamo cercato di farlo anche in questa occasione. Devo dire però che i nostri sforzi, molto spesso, non sono stati coronati dalla necessaria attenzione. E approssimandosi la legge finanziaria 2007 non abbiamo fatto mancare al Governo le nostre indicazioni. Le prime anticipazioni ascolteremo con attenzione quanto ci dirà di qui a poco il Vice Presidente del Consiglio le prime notizie che trapelano sono incoraggianti, però non possiamo, e con questo non vorrei apparire ingeneroso nei confronti soprattutto di chi si è impegnato moltissimo, mi riferisco al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, non sottolineare alcuni aspetti che secondo noi corrono il rischio di vanificare gli sforzi che pure sono stati posti in essere, sul versante economico, in primis, come detto, da parte del Vice Presidente Rutelli. Vorrei soffermarmi alla luce delle prime e generiche informazioni che circolano oggi - su alcuni temi d interesse delle imprese: tassa di scopo e tassa di soggiorno, TFR, rivalutazione degli immobili a destinazione turistica. Sulla tassa di scopo e di soggiorno è già intervenuto - da par suo - Bernabò Bocca, per cui mi sembrerebbe inutile ritornarci, voglio dire però, che se lui ha parlato di iniziative di contrasto adeguate, noi da parte nostra ci impegneremo sul fronte parlamentare, facendo lobby in maniera trasparente ed efficace per evitare che questo tipo di provvedimento gravissimo possa andare in porto. Ma vorrei soffermare la vostra attenzione su un altro aspetto importante per le nostre imprese turistiche che è quello relativo al Trattamento di Fine Rapporto, che non è stato ancora evocato in questa sala. Caro Vice Presidente Rutelli, il TFR è un tema estremamente delicato, sul quale abbiamo avviato un confronto; noi condividemmo, quando fu fatta la riforma Maroni, l idea di un TFR diversamente allocato per quanto riguardava le imprese, perché il meccanismo era quello che il TFR andava ai fondi pensione ma i fondi -

attraverso il sistema delle banche - avrebbero finanziato soprattutto le piccole, le piccolissime e le medie imprese per recuperare quel circolante finanziario fondamentale per la loro sopravvivenza. La norma di cui abbiamo avuto le prime anticipazioni è gravissima e lo è soprattutto per quelle aziende ad alta intensità di lavoro quali sono quelle del settore turistico. Noi ti invitiamo a spenderti al massimo perché questa norma che giudichiamo assolutamente inaccettabile, venga modificata, perché riteniamo che la Riforma del TFR così come è stata concepita sia un vulnus gravissimo al sistema delle imprese e alla loro capacità di essere sul mercato a condizioni competitive. Tra le questioni che determinano competitività c è anche il costo del denaro, al quale evidentemente loro dovrebbero far fronte per le loro esigenze di cassa. Ti avevamo segnalato anche, e speriamo che questa nostra indicazione possa essere ripresa nella discussione parlamentare, il tema della rivalutazione degli immobili a destinazione turistica, riforma che può essere affrontata senza oneri per il fisco e con significativi vantaggi per le imprese. Lo dico con semplicità perché so di rivolgermi ad una platea fatta anche in larga misura da imprenditori di questo settore. Noi chiediamo una norma che consenta agli albergatori e a tutti coloro i quali operano con immobili a destinazione turistica, di poter rivalutare i loro beni, con un trattamento fiscale di particolare favore, non per essere destinatari di un trattamento di riguardo, ma perché evidentemente tutti sappiamo che gli immobili destinati alle nostre attivita sono fortemente sottovalutati, all interno dei nostri bilanci, e con l approssimarsi dell entrata in vigore delle norme di Basilea 2, sarebbe utile poter in qualche modo riclassificare i nostri bilanci, nella parte relativa alla situazione patrimoniale, per avere delle opportunità di credito più adeguate alla nostra attività. Sarebbe un operazione a costo zero per le casse dello Stato, considerato che non comporta oneri, ma di grande, grandissima importanza per le imprese. In questo quadro mi sembra particolarmente utile il lavoro che può fare il Comitato per le Politiche turistiche. Cercando, caro Enrico, di superare la pletoricità che questo Comitato sta assumendo perché non credo che un organismo che si dilata così in maniera continua, anche per aspettative legittime, possa poi produrre delle proposte che siano ispirate ad efficacia ed efficienza e che siano massimamente condivise. E analoghe riflessioni vorrei fare per l Agenzia ENIT; mi pare assolutamente importante - e colgo l occasione per rinnovare gli auguri al Presidente designato Paolucci e naturalmente al Presidente onorario Bulgari al quale per certi versi spetta un ruolo ancora più impegnativo sul piano internazionale - che la nuova Agenzia ENIT riparta subito. Ma su questo versante vorrei essere molto chiaro, occorre che le Regioni si assumano, dal momento che hanno chiesto giustamente, in forza della delega costituzionale, un ruolo centrale all interno dell Agenzia, anche l onere importante di dotarla di ulteriori risorse. Ascolteremo poi cosa ci dirà il Vice Presidente del Consiglio in materia di risorse da destinare all ENIT per il 2007 e per gli anni a venire, ma occorre che anche le Regioni si impegnino a dotare finanziariamente l ENIT. E a chi chiede, come in qualche occasione ci è stato chiesto, che cosa mettono le imprese, posso dire che le imprese ci mettono il rischio d impresa! Fare l imprenditore del turismo in questo Paese, soprattutto se ci si rivolge ai mercati internazionali, è estremamente coraggioso, direi ardimentoso per cui l impegno, il rischio d impresa che ognuno mette è il miglior contributo che può dare anche all interno dell ENIT. Siamo pronti a fare la nostra parte, abbiamo dimostrato già nel 2006 di essere in grado di elaborare nuovi prodotti più competitivi sui mercati internazionali ma per fare tutto questo abbiamo bisogno che le

regole siano regole valgano per tutti e che vengano rispettate da tutti. Ieri abbiamo sentito un rappresentante di una organizzazione di Bed & Breakfast; siamo assolutamente aperti a nuove forme di ricettività e convinti che tali nuove forme possano rappresentare un elemento importante per il rilancio e per una migliore dotazione complessiva di offerta ricettiva, rispettando le regole a garanzia del servizio della ricettività. Però le regole vanno rispettate e devono valere per gli alberghi come per tutti;quindi chiediamo in primis alle Regioni che si facciano dei controlli seri per evitare che l abusivismo, non solo abbassi la competitività, ma deteriori ulteriormente l immagine del nostro turismo sui mercati internazionali. Il tema della formazione. Si è parlato molto questa mattina di formazione ed io vorrei dire una cosa veramente semplice: ho la sensazione che ci sia una proliferazione incredibile di master sul territorio nazionale, credo che ormai non ci sia università, non ci sia corso di laurea in economia che non immagini di avere un master in economia del turismo. E necessario tener conto delle capacità di assorbimento del mercato e delle esigenze reali delle imprese. Non potremo mai sostituire i nostri quadri intermedi con i manager del turismo. Occorre, e lo diciamo ancora una volta al sistema delle Regioni, tornare a formare adeguatamente i quadri intermedi che sono la spina dorsale dell industria del turismo e che oggi mancano nelle nostre strutture e in alcuni territori. Un buon direttore si può sostituire anche con un manager che viene da un altro settore, ma una governante che sappia fare il suo mestiere non sarà mai possibile sostituirla con una qualunque altra persona. Come vedete quindi, riemerge sempre l esigenza di un coordinamento delle iniziative a livello Paese, ma per fare questo e so di toccare per certi versi un nervo un po scoperto, occorre, cioè, superare il tabù del titolo V. La competenza esclusiva è stata una conquista? Non lo so! Io non credo che oggi le Regioni se potessero ritornare al 1999 2000 si batterebbero così pervicacemente come fecero all epoca per ottenere questa competenza esclusiva. Io credo che in materia di turismo e di industria turistica la competenza esclusiva non è appropriata - e lo sta dimostrando Francesco Rutelli in questi primi mesi della sua attività. A mio avviso occorre che vi sia una competenza concorrente nel turismo, e non possiamo, consentitemelo, affidare all Assessore di turno - cioè al fatto che in questo momento, grazie al coordinatore degli assessori al turismo, ma naturalmente grazie anche a tutto il corpo degli assessori, grazie ad un Vice Presidente del Consiglio che si sta facendo carico in maniera direi giornaliera di questo problema la responsabilità di assicurare una situazione in qualche modo di concordia che sta aiutando la nostra industria del turismo in tutte le sue componenti di filiera a uscire dalle secche. Noi non possiamo affidare alla buona volontà dei singoli il futuro del secondo settore industriale di questo Paese. Io credo che semmai si dovesse veramente metter mano alle riforme Costituzionali, una riflessione su questo versante debba essere fatta. Un altro tema che mi sta a cuore é l Europa! Nel Trattato europeo, rispetto al quale occorre assolutamente iniziare un azione di rilancio, era inserito per la prima volta il turismo. Noi non dobbiamo lasciare cadere questa grande opportunità, non lo dobbiamo

fare perché proprio la carenza da questo punto di vista sta rideterminando politiche statuali;mi riferisco in particolare alla Spagna, che tende a far ridiventare il tema del turismo un problema soltanto nazionale. Noi questo - come sistema Paese - non possiamo permettercelo. Nel 2003 lanciammo un idea di un Agenzia europea del turismo e questa potrebbe essere un occasione per rilanciarla. Noi riteniamo che nell ambito delle politiche dell Unione, un Agenzia europea del turismo possibilmente con sede nel nostro Paese, sarebbe un segno di inversione di tendenza di un sistema, quello europeo, che di fatto non ha mai visto nel turismo una grande leva di sviluppo. I primi risultati della scorsa stagione indicano una tendenza al bello che però non deve ingannare, non siamo ancora usciti dalle secche, da una crisi pesante, una crisi che è durata troppi anni. E allora dobbiamo cercare veramente di capitalizzare i risultati che abbiamo raggiunto, dobbiamo essere in grado realmente di valorizzare questo brand, questo Made in Italy e voglio dire al mio amico Bernabò Bocca, con il quale raramente polemizziamo e quindi non lo farò neanche in questa circostanza, che se oggi il Made in Italy è una realtà all estero lo si deve anche alla grande capacità dell industria italiana, anche alla FIAT. Voglio dire che non esiste un economia fiatcentrica, esiste un economia che non può fare a meno dell industria manifatturiera, come non può fare a meno dell industria del turismo, industria manifatturiera che comunque continua ad avere un suo ruolo centrale all interno dell economia del Paese. Quindi bisogna andare oltre queste logiche di contrapposizione terziario/industria che francamente mi sembrano un po superate. Occorre qui ribadire quanto dicemmo a Napoli, nel settembre dello scorso anno, alla Conferenza sul Turismo di Confindustria. Occorre un grande progetto Paese per il turismo, occorre che tutti ci impegniamo, andiamo all estero, noi l abbiamo fatto come sistema Confindustria, con tutta una serie di missioni, come in India e in Cina, che stanno dando significativi risultati alle nostre imprese. Ma la sfida sul grande progetto Turismo è sempre e ancora di forte attualità, come l urgenza di alleggerire le zavorre che affliggono da decenni la competitività del Paese: burocrazia, infrastrutture, criminalità, degrado del territorio, sottosviluppo del Mezzogiorno, abusivismo, sanità, fisco, e poi quel micidiale stillicidio di competenze tra decine di settori diversi. Questo è uno degli aspetti peggiori per chi fa impresa in questo Paese, ancora di più per chi fa impresa nel settore del Turismo. La scelta di affidare la delega del Turismo al Vice Presidente del Consiglio va nella direzione giusta, ma occorre a questo punto, lo ribadisco, far funzionare la cabina di regia che è stata messa a punto. Rilanciare il turismo è una sfida vitale. Dobbiamo affrontarla sapendo che è a rischio il nostro core business. Certo, la concorrenza morde, anche in questo settore, e morde più forte perché la globalizzazione ha rimesso in gioco le rendite di posizione di tutti Paesi, comprese le nostre. Per questo, ciascuno nel proprio ruolo, dobbiamo giocare di squadra, sapendo che non possiamo permetterci passi falsi e sapendo, soprattutto, che se sprechiamo quella grande, inimitabile, unica Passione Italia che con il nuovo Made in Italy stiamo riaccendendo nel mondo, difficilmente ci sarà data un altra occasione. Vorrei infine, concludendo, davanti ad una così qualificata e numerosa presenza di rappresentanze regionali ricordare lo spirito con il quale, nel 1970, salutammo l istituzione delle Regioni come grande

opportunità per avvicinare i cittadini ai meccanismi di decisione e di scelta, per dar loro gli strumenti per un più efficace controllo della qualità della spesa e degli investimenti. Vorrei che avessimo presenti, oggi e domani, quello spirito, quell entusiasmo, quella voglia di fare e di partecipare che considero fondamentali per contribuire ad un rilancio competitivo del nostro Paese. E questo sarà possibile solo se le Regioni dimostreranno - nei fatti - che la loro funzione non è autoreferenziale ma è quella di valorizzare realmente le specificità territoriali all interno di un grande e condiviso progetto nazionale.