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XXX CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI UNO STRUMENTO DI SUPPORTO PER L'ASSEGNAMENTO DEGLI AIUTI IN REGIME "DE MINIMIS" A FAVORE DELLO SVILUPPO LOCALE Ilaria BAFFO 1,2, Giuseppe CONFESSORE 1 e Maurizio TURINA 3 1 Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Strada della Neve, 00016 Montelibretti (Roma) 2 Dipartimento di Ingegneria dell Impresa - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", Via del Politecnico1, 00133 Roma {ilaria.baffo, g.confessore@itia.cnr.it}, {maurizio.turina@uniroma2.it} SOMMARIO Il presente articolo propone un'analisi e valutazione degli esiti delle proposte di finanziamento giunte alla Regione Lazio nel quinquiennio 2002-2007 sotto il "regime de minis". Con lo scopo di ipotizzare un modello in grado di valorizzare le risorse sul territorio e rendere efficiente gli assegnamenti dei fondi, si propone l'utilizzo di uno strumento composto da tre tipologie di misure: (i) una relativa ai contenuti dei progetti, (ii) una descrittiva dell'azienda (iii) ed una riguardante la capacità dell'azienda/consorzio di portare a termine il progetto. Lo studio presenta una prima fase del progetto in cui si mettono in evidenza i primi risultati della ricerca e si propongono osservazioni e parametri su cui costruire lo strumento di supporto alle decisioni. 1

1 INTRODUZIONE Il presente lavoro si pone l'obiettivo di fornire alle pubbliche amministrazioni un strumento di supporto alle decioni relative all'assegnamento degli aiuti "de minimis" a favore dello sviluppo locale. Questo contributo si sviluppa sulle basi poste da Baffo, Confessore, Turina [1], in cui gli autori propongono una serie di misure atte a confrontare e misurare l'attrattività e la possibilità di sviluppo di diversi territori nazionali. L'avanzamento di questo contributo consiste nel valutare e utilizzare l'insieme delle misure proposte in [1] in uno strumento capace di indirizzare le scelte della Pubblica Amministrazione in materia di aiuti, ed in particolare nell'erogazione degli aiuti "de minimis". In base al Regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, e il relativo aggiornamento in data 1 gennaio 2007, si tabilisce che, al di sotto di una determinata soglia quantitativa, gli aiuti possano essere erogati alle imprese senza che l ente erogatore notifichi lo strumento alla Commissione Europea (notifica altrimenti obbligatoria). Per l ente erogatore applicare il "de minimis" significa non doversi fare carico delle lunghe procedure di notifica, acquisendo maggior efficienza ed efficacia normativa e gestionale [2]. Lo strumento matematico proposto permetterà alle pubbliche amministrazioni di raggiungere questi livelli di prestazione attravero: (i) una maggiore oggettività e trasparenza nell'assegnamento dei fondi; (ii) un maggiore rispondenza tra aiuto concesso e obiettivo di sviluppo locale; (iii) un monitoraggio dei costi progettuali al fine di migliorare progressivamente l'ammontare concesso per tipologia di intervento (massimo 200.000,00 euro in 3 anni). Il fine ultimo dell'applicazione di tale strumento dovrà essere quello di programmare e tenere sotto controllo lo sviluppo di un territorio a livello economico, sociale, e industriale. L'adozione di questo tipo di aiuti infatti, se da una parte agevola e snellisce i processi operativi dei benfeficiari e delle amministrazioni, dall'altra rischia di favorire una crescita poco controllata dei singoli e non del "sistema territorio" globale. In accordo con il Prof.Coco infatti gli autori ritengono che lo sviluppo dovrebbe essere concepito sulla base delle caratteristiche che fanno di quel territorio un entità relativamente omogenea, mettendone in evidenza l insieme delle risorse reali e/o potenziali: pertanto devono essere incoraggiate quelle iniziative che possono contribuire a valorizzare queste risorse in una dinamica prettamente locale. Ma, per fare questo bisogna avere il giusto bagaglio di informazioni, visto che la conoscenza dei dati di un territorio è essenziale per creare condizioni utili alla crescita quantitativa e qualitativa dei sistemi economici [3]. A tale fine, integrando i dati Istat in merito alle 16 aree informative proposte a valutare la salute di un territorio (Prezzi, Contabilità nazionale, Agricoltura, Ambiente, Imprese, Abitazioni, Attività edilizia ed opere pubbliche, Commercio, Trasporti e turismo, Mercato del lavoro, Condizioni economiche delle famiglie, Famiglie ed aspetti sociali, Popolazione, Sanità, Assistenza e previdenza, Istruzione, Cultura e tempo libero, Giustizia, Sviluppo sostenibile) e 2

le informazioni messe a disposizione dalla Ficei (Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione) sui cluster industriali italiani, gli autori aspirano a proporre un sistema di assegnamento dei fondi tale da favorire la crescita di più fattori, promuovendo uno sviluppo dei singoli e contestualemente del territorio di cui fanno parte. Non solo promuovendo una distribuzione più efficace degli aiuti, ma anche favorendo azioni di collaborazione tra enti attivi nella stessa area geografica e operanti in un'ottica distribuita e multi agente [4]. A tale scopo, l'analisi ha preso avvio da uno studio riguardante i risultati, in termini di ammissibilità del finanziamento, ottenuti da imprese appartenenti alla Regione Lazio e richiedenti aiuti in regime "de minimis" nel quinquiennio 2002-2007. Il trattamento di tali dati ha messo in evidenza le caratteristiche delle singole azione permettendo di tracciare un modello di impresa adatta a ricevere aiuti e a sostenerli nell'ambito territoriale. Nei prossimi lavori saranno presentate delle osservazioni di maggior dettaglio sui contenuti e sulle capacità di portare a termine i progetti in modo tale da fornire agli amministratori di tali fondi uno specchio della realtà locale, delle sue problematiche e opportunità di sviluppo. Le sessione del presente articolo sono consì strutturate: nel Capitolo 2 si presenta la legislazione in materia di "de minimis" e le politiche attuative territoriali, mentre nel Capitolo 3 si forniscono i dati relativi all'analisi sopra citata. Il Capitolo 4 è dedicato alla presentazione delle conclusioni derivanti dall'analisi dei casi consultati e all'introduzione di alcuni principi basilari su cui poi andare a costruire il modello di supporto alle decisioni relative all'assegnamento dei fondi. 2 GLI AIUTI IN REGIME "DE MINIMIS" In materia di aiuti di stato la Commissione Europea si è espressa nel 1998 dichiarando negli articoli 92 e 93 del trattato che: "Salvo deroghe contemplate nel presente trattato, sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidono sugli scambi tra gli Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza." Le limitazioni a questo provvedimento sono rappresentate da aiuti concessi per agevolare regioni svantaggiate, o colpite da calamità naturali, o interessate da grandi progetti di interesse comune, o secondo la regola "de minimis" Sotto il limite "de minimis" non trovano applicazione le limitazioni sancite dall'articolo 92 del Trattato di Roma, poiché le agevolazioni sono concesse entro importi regolamentati e contenuti, che non possono quindi falsare la concorrenza tra gli Stati membri. Nel regime di aiuti "de minimis" è fissata la soglia massima di 200.000 su un periodo di 3 anni a decorrere dal momento di erogazione del primo aiuto "de minimis". 3

Tale importo deve comprendere qualsiasi aiuto pubblico accordato, indipendentemente dalla forma e obiettivo (ad eccezione per gli aiuti all'esportazione), quale aiuto "de minimis" e non pregiudica la possibilità del beneficiario di ottenere altri aiuti in base a regimi autorizzati dalla Commissione. Le pubbliche autorità possono quindi erogare aiuti alle imprese di qualsiasi dimensione, in regime de minimis, senza obbligo di notifica, nel rispetto delle condizioni di cui, attualmente, al regolamento CE della Commissione n. 1998/2006. La Regione Lazio, in attuazione del presente regolamento, nel quinquiennio 2002-2007 ha erogato aiuti alle imprese sotto il regime "de minimis" attuando le seguenti misure: L.R. 23/86 Lazio (Qualità, Ambiente, Ricerca, Commercio Elettronico) [5]: a favore delle piccole e medie imprese industriali, artigiane e di servizi e loro consorzi, è stato per lo più utilizzato al fine di ottenere certificazioni ambientali e di qualità. Il finanziamento massimo a fondo perduto risultava essere pari al 50% ad eccezione delle spese per il rilascio dei certificati finanziabili al 15% del costo sostenuto. L.R. 36/2001 Lazio: a favore dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali e delle aree laziali di investimento. E' stato per lo più utilizzato per incrementare la capacità produttiva, riorganizzare la gestione, ammodernare i processi delle imprese presenti nelle aree interessate. Il finanziamento massimo a fondo perduto risultava essere pari al 50% del costo totale del progetto, relativamente a spese di formazione, consulenza, acquisto di immobili materiali e immateriali. DOCUP Lazio: Ob. 2 Lazio Misura IV.1.2 [6]: misura interna al Documento Unico di Programmazione del Lazio (DOCUP), a favore di aziende richiedenti Servizi reali per le pmi per l'aumento della competitività delle imprese laziali. E' stato concesso un contributo in c/esercizio nella misura massima del 50% delle spese sostenute nell'ambito del marketing, dei sistemi informativi, dei sistemi di gestione della qualità; Ob. 2 Lazio Misura IV.2.2 [7]: Aiuti per gli investimenti delle imprese artigiane e delle piccole imprese, a favore di artigiani e pmi in forma singola o associata, al fine di incrementare lo sviluppo industriale e competitivo delle imprese laziali. Ob.2 Lazio Misura IV.4: Incentivi per il "Terzo settore" aventi le medesime caratteristiche delle azioni sovra esposte ma diverso target di riferimento. Nel rispetto deii criteri di necessità e retroattività esposti dalla Commissione Europea, la Regione Lazio ha concesso agevolazioni in regime de minimis solo ad aziende che avessero presentato richiesta entro la data di scadenza e secondo i criteri previsti dal bando. Ogni spesa considerata ammissibile e meritevole di finanziamento doveva essere sostenuta in data posteriore alla presentazione delle domande di finanziamento. 4

3 UNA ANALISI NUMERICA NELLE PROVINCIE DELLA REGIONE LAZIO La regione è un sistema economico gravitazionale in cui solo il 21,9% del valore aggiunto1 viene realizzato nelle province di Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. In termini di contributi al prodotto regionale i sistemi economici di Latina e Frosinone rappresentano rispettivamente l 8,2 e il 7,6%; su quote inferiori si collocano le economie di Viterbo (4 %) e di Rieti (2,1%) sulle quali si concentra la presente analisi. In particolare, sono stati analizzati 238 progetti presentati da 172 aziende per rispondere ai bandi relativi ai finanziamenti esposti nel paragrafo 2 e rispondenti alle seguenti provincie: Tabella 1: Distribuzione dei progetti presentati e analizzati per singola provincia Provincia Progetti presentati FR 8 LT 11 RI 34 RM 47 VT 138 TOTALE 238 Una ulteriore suddivisione è stata effettuata in base alle domande presentate per singola chiamata di finanziamento: Tabella 2: Progetti presentati per singola legge regionale o misura L.R. 23/86 LAZIO Ambiente L.R. 23/86 LAZIO Comm. Elettr. L.R. 23/86 LAZIO Qualità L.R. 23/86 LAZIO Ricerca L.R. 36/2001 Ob. 2 Lazio Misura IV.1.2 Ob. 2 Lazio Misura IV.2.2 OB. 2 LAZIO MISURA IV.4 Importo totale FR 5 2 1 8 LT 7 1 3 11 RI 1 28 3 2 34 RM 13 6 21 7 47 VT 6 24 11 47 49 1 138 Importo totale 6 1 44 18 104 61 2 2 238 1 Cfr. nota 1. 5

Tra questi il 79% è risultato meritevole di finanziamento, il 14,3% risulta sospeso o inunciatario e il rimanente 6,7% del totale dei progetti finanziati è stato ritenuto non idoneo a ricevere il contributo previsto dalle suddette misure. Le aziende che hanno presentato i loro progetti rientrano per la maggior parte nella categoria di piccola e media impresa operante nei settori industria, servizi, artigianato e commercio secondo le percentuali mostrate in Figura 1: Figura 1: Settori delle imprese partecipanti ai bandi per l'erogazione dei finanziamenti in regime "de minimis" Il grado di innovazione proposto dalle singole imprese varia a seconda della misura sotto la quale veniva presentata la candidatura, comunque, ad eccezione delle proposte di progetto relative alla L.R.23/86 Ricerca, tutti i piani presentati avevano la caratteristica di proporre miglioramenti produttivi e gestionali volti ad aumentare: la produttività, la capacità produttiva, la conoscenza del marchio fuori e dentro il proprio territorio, l'abilità organizzativa, il grado di informatizzazione. Il tutto indipendentemente dalla dimensione dell'azienda o dal suo Capitale Sociale. Come mostrato in Figura 2 infatti, non esiste una esplicita correlazione tra il numero di dipendenti (assimilabile alla dimensione di impresa) con il Costo totale del progetto migliorativo sottoposto alla regione. Pertanto una prima conclusione dell'analisi potrebbe essere così esplicitata: l'impegno a sostenere dei costi per innovare la propria azienda non è un parametro correlato con la dimensione dell'impresa in termini di unità di personale. Il modello di attribuzione dei fondi alle imprese che gli autori realizzeranno quindi non potrà tenere in considerazione il numero di dipendenti delle singole aziende come driver di 6

allocazione deli finanziamenti in quanto questo non risulta essere un indice di incremento dell'innovazione complessiva a livello regionale o territoriale. Figura 2: Diagramma di correlazione tra numero dipendenti e Costo Totale del progetto La Figura 3 mostra come il ricorso a finanziamento per l'ottenimento della certificazione di qualità e per l'inserimento di un piano di gestione secondo i principi della qualità offerti dalle ISO, EFQM, SIX Sigma sia stato il maggiore nelle provincie di Viterbo e Rieti. Questo a dimostrazione di come essendo il finanziamento a fondo perduto erogata al 50% del costo totale del progetto, le imprese prediligono piccoli investimenti con ritorni di breve-medio periodo a investimenti più complessi e aventi benefici sul lungo periodo. Solo in alcuni progetti presentati per la L.R. 36/2001 si riscontrano acquisti di macchinari o strutture in grado di apportare sostanziali modifiche nei cicli di produzione e nella gestione. Figura 3:Costo Totale dei progetti presentati a FR(1), LT(2), RI(3), RM(4), VT(5) 7

A fronte di questa considerazione, quindi, il modello dovrà tener presente l'ammontare di risorse a disposizione delle pmi laziali e del loro potenziale accesso al credito. Affinchè i contributi vengano erogati nel modo più diffuso e trasparente possibile, i tetti di spesa minima e massima dovrebbero essere flessibili e appropriati al tipo di settore a cui le richiedenti appartengono. Altre considerazioni potrebbero esser fatte sul capitale sociale e le esperienze passate in progetti di ricerca, innovazione, sviluppo in modo da poter determinare in anticipo con un certo margine di errore la probabilità con cui il progetto sarà portato a termine. La solidità finanziaria delle pmi che richiedono di essere incluse in questo tipo di misura è un parametro significativo in quanto la maggior parte dei finanziamenti vengono erogati a fondo perduto ma per il 50% dei costi totali del progetto. In tal caso le aziende devono dimostrare di essere in grado di far fronte al restante 50% con risorse proprie o di terzi e i dati sul fatturato degli anni precedenti e sul Capitale Sociale possono costituire una garanzia in tal senso. Facendo un confronto tra Capitale Sociale, Fatturato e Costo totale del progetto presentato per concorrere al bando relativo a L.R. 23/86 Lazio Qualità, si può notare come anche in questo caso l'ammontare di spesa a carico dell'azienda non è influenzato dalla situazione attuale o passata dall'impresa ma probabilmente dalle possibilità di accedere al credito. Per questo motivo sarebbe utile inserire nei bandi o nelle misure di valutazione un parametro di credit analysis. Figura 4: Capitale Sociale (euro) delle imprese richiedenti un finanziamento con L.R.23/86 Qualità 8

Figura 5: Fatturato (euro) delle imprese richiedenti un finanziamento con L.R.23/86 Qualità Figura 6: Costo Totale (euro) dei progetti richiedenti un finanziamento con L.R.23/86 Qualità A fronte delle osservazioni scaturite dall'analisi dei suddetti dati, lo strumento di supporto alle decisioni proposto potrà avvalersi di modelli di programmazione matematica al fine di misurare l'incremento di utilità delle imprese per effetto dell'aiuto in regime "de minimis" ricevuto. Sarebbe inoltre interessante realizzare delle funzioni incrementali in modo tale da prevedere a fronte di un certo investimento (Costo Totale del progetto) il possibile ritorno per singola impresa. In questo modo si avrà l'opportunità di valutare fino a che punto il limite apposto dalla Commissione Europea permette di sostenere lo sviluppo delle pmi nell'arco temporale prefissato (3 anni). 4 CONCLUSIONI 9

Il presente lavoro rappresenta il primo passo verso la definizione di un modello di supporto alle decisioni relative all'assegnamento degli aiuti in regime "de minimis". Il modello si basa sull'assunsione di tre indicatori chiave per la determinazione attraverso le tecniche di programmazione matematica della lista delle aziende meritevoli in un determinato territorio. Le tre misure risultano essere: (i) Contenuto del Progetto; (ii) Caratteristiche dell'azienda; (iii) Capacità dell'azienda/partenariato di portare a termine il progetto presentato. In questa prima fase sono stati analizzati i dati di 172 aziende attive nella Regione Lazio e aspiranti ad ottenere degli aiuti in regime "de minimis" con 238 progetti presentati. Dai risultati di una prima analisi è possibile affermare che le dimensioni delle aziende, il capitale sociale e il fatturato non costituiscono un fattore determinante nella scelta del budget di progetto, questo a mostrare come il ricorso a risorse di terzi rappresenta una chiave importante per l'avvio e il completamento di questo progetti. Questa dovrà essere una variabile da valorizzare nel modello di supporto che gli autori di questo lavoro si apprestano a realizzare. 5 Bibliografia [1] Baffo I., Confessore G., Turina M., 2008, "Studio dei processi di cooperazione per lo sviluppo locale", agli atti della XXIX Conferenza Scientifica AISRE "Conoscenza, Sviluppo umano e Territorio", Bari, 24-26 Settembre 2008. [2] Regolamento (CE) n. 1998/2006, in vigore da 1.1.2007 al 31.12.2013, GU L 379 del 28.12.2006 [3] Coco G., 2006, "Il paradigma dello sviluppo locale", Rivista dell'agenzia Umbria Ricerche, anno 3, vol.7. [4] Baffo I., Confessore G., Rismondo S., 2007, "Uno strumento di modellazione e simulazione della dinamica di una rete di attori operanti in un territorio", agli atti della XXIIX Conferenza Scientifica AISRE "Lo sviluppo regionale nell Unione Europea Obiettivi, strategie, politiche", Bolzano, 26-28 Settembre 2007. [5] Legge Regionale n. 23 del 03/07/1986, Bollettino Ufficiale Regione Lazio (BURL). [6] Obiettivo 2 2000/2006 - Regione Lazio, DOCUP, Asse IV Miglioramento della competitività delle imprese, Misura IV.2 - sottomisura IV.2.1 Fondo di preinvestimento, 2006. [7] Obiettivo 2 2000/2006 - Regione Lazio, DOCUP, Asse IV Miglioramento della competitività delle imprese, Misura IV.2 - sottomisura IV.2.1 Fondo di preinvestimento, 2006. 10