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- Carolina Mele
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1 LOGO REGIONE LAZIO PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE TRA REGIONE LAZIO E REGIONE LOMBARDIA Pag. 0
2 PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE IN AMBITO SANITARIO TRA la Regione Lazio, con sede legale in Roma, Via Cristoforo Colombo n. 212, C.F , rappresentata dal Presidente On.le Nicola Zingaretti, nato a Roma l , domiciliato per la carica in Roma, Via Cristoforo Colombo 212, nella sua qualità di Commissario ad Acta per la realizzazione degli obiettivi di risanamento finanziario previsti nel piano di rientro dai disavanzi regionali nel settore sanitario E la Regione Lombardia, con sede legale a Milano, Piazza Città di Lombardia 1, C.F , rappresentata dal Presidente On. le Roberto Ernesto Maroni, nato a Varese il 15 marzo 1955, domiciliato per la carica in Milano, Piazza Città di Lombardia 1, nella sua qualità di Presidente della Regione. PREMESSO CHE - che nell ambito dei propri obiettivi di risanamento previsti dal piano di rientro Regione Lazio ha interesse nel confronto con pratiche sviluppate in Regione Lombardia nell ambito della gestione dell emergenza, dalle politiche di governo e controllo del sistema sanitario; - che entrambe le Regioni hanno sviluppato programmi e competenze proprie nei settori della valutazione e nel monitoraggio della qualità e degli esiti delle cure e delle tecnologie sanitarie, dello sviluppo di Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali della farmacovigilanza che hanno interesse a condividere; - si ritiene utile valorizzare le rispettive esperienze, attraverso una fattiva collaborazione/confronto, al fine di perseguire obiettivi di efficacia efficienza, ed economicità delle politiche sanitarie, con lo scopo primario di garantire la tutela della salute dei cittadini della Regione Lazio e della Regione Lombardia che, per territorio, popolazione e mission presentano delle significative analogie. Pag. 1
3 LE PARTI CONVENGONO E STIPULANO QUANTO SEGUE Articolo 1 (Premesse) Le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto, le parti condividono ed accettano il contenuto del Protocollo con riguardo alle finalità, agli obiettivi, alla direzione, al coordinamento delle relative attività, ribadendo l'impegno alla conduzione, nei tempi e modi stabiliti, delle attività da esse previste, ognuna per quanto di propria pertinenza. Articolo 2 (Oggetto) Il presente Protocollo ha per oggetto il rafforzamento dei rapporti di collaborazione tra la Regione Lombardia e la Regione Lazio, su diversi temi sanitari, da realizzarsi attraverso una sinergica azione che miri alla promozione di iniziative comuni volte alla valorizzazione e alla tutela della salute, quale bene primario costituzionalmente garantito, nonché alla revisione e qualificazione della spesa sanitaria. Articolo 3 (Ambiti d intervento e impegni delle Parti) Regione Lazio ha interesse a confrontarsi con Regione Lombardia riguardo ai temi di seguito riportati, riservandosi, con successivi provvedimenti non oggetto di questo accordo, di adottare atti convenzionali fra le parti: 1. la metodologia di costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell Emergenza (NUE) 112, in attuazione della decisione del Consiglio delle Comunità europee del 29 luglio 2012, (91/396/CEE), e della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio dell Unione europea del 7 marzo 2002 (2002/22/CE), così come modificata dalla direttiva del 25 novembre 2009 (2009/136/CE) secondo il modello del Call Center Laico; 2. le procedure di costruzione e attivazione del sistema regionale dell emergenza/urgenza sanitaria extraospedaliera (118); 3. il Sistema dei controlli di appropriatezza delle prestazioni sanitarie; 4. le regole di autorizzazione, accreditamento e accordi contrattuali con i soggetti erogatori; 5. le regole e modalità di governo del personale del SSR; 6. la gestione delle liste d attesa. Le Regioni Lazio e Lombardia si impegnano a condividere i propri programmi e le proprie esperienze in tema di: Pag. 2
4 1. gli strumenti di valutazione dei servizi e delle tecnologie sanitarie, in termini qualità degli esiti delle cure e la loro ricaduta sul sistema dei controlli; 2. lo sviluppo di modalità di diffusione di informazioni ai cittadini sui rischi della medicalizzazione, in particolare conseguente all uso dei farmaci e della sovradiagnosi. Le parti, di comune accordo, possono modificare/integrare gli ambiti d intervento ogni qualvolta lo ritenessero necessario. Articolo 4 (Modalità di svolgimento) Le parti demanderanno agli Assessorati e alle Direzioni Generali regionali competenti in materia, e all ARES e all AREU per le tematiche di propria specifica pertinenza, l attuazione degli ambiti di intervento individuati nel precedente articolo 3 del presente Protocollo. In particolare, si dovranno assicurare: - il coordinamento e il monitoraggio delle iniziative promosse, dalla fase della proposta sino alla fase dell effettiva loro realizzazione; - la collaborazione nei diversi ambiti di intervento, che sarà effettuata d intesa tra le parti ovvero tra i soggetti che verranno all uopo dalle parti stesse appositamente individuati; - la scelta delle misure di informazione e comunicazione da adottare, con particolare riferimento all utilizzo dei loghi istituzionali delle parti e di tutti i soggetti terzi eventualmente coinvolti. Le parti, in relazione a specifiche tematiche, potranno, di comune accordo, coinvolgere soggetti terzi del settore. Esse si impegnano, altresì, a redigere con cadenza semestrale una dettagliata relazione sulle attività poste in essere. Articolo 5 (Disposizioni finanziarie) L attuazione del presente protocollo non comporta oneri finanziari a carico delle finanze regionali, fatti salvi eventuali rimborsi spese debitamente documentati. Articolo 6 (Durata) Il presente protocollo, redatto in duplice originale, decorrerà dalla data di sottoscrizione dello stesso e avrà la durata di due anni. Le parti, di comune accordo, potranno apportare modifiche/integrazioni con le stesse modalità di approvazione del presente atto. Pag. 3
5 Roma li,. Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Ernesto Maroni Pag. 4
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