AGGIORNAMENTO DEL PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE RISCHI E DEL PIANO DI EMERGENZA DELLA PROVINCIA

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2 AGGIORNAMENTO DEL PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE RISCHI E DEL PIANO DI EMERGENZA DELLA PROVINCIA Relazione INDICE CAPITOLO N.1 - INTRODUZIONE PAR PREMESSA PAR INQUADRAMENTO NORMATIVO PAR.1.3 PROCEDURE ATTUATIVE PER L ADOZIONE E LA SUCCESSIVA APPROVAZIONE PAR.1.4. COMPETENZE DEI PROFESSIONISTI INCARICATI DELLA REDAZIONE ED ATTIVITA SVOLTE PAR CRITICITA INSITE NEL P.P.P.R. APPROVATO NEL 2009 PAR.1.6 RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA PAR.1.7 FORMATO EDITORIALE CAPITOLO N.2 - AGGIORNAMENTO QUADRO CONOSCITIVO Pag.2 Pag.2 Pag.3 Pag.5 Pag.6 Pag.8 Pag.8 PAR TIPOLOGIA E SCENARI SPECIFICI DI RISCHIO CON RIFERIMENTO ALLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO Pag.10 PAR RISCHI NATURALI Pag rischio idrogeologico: frane ed alluvioni Pag rischio erosione costiere Pag rischio sismico Pag rischio Tsunami Pag rischio desertificazione e deficit idrico Pag rischio subsidenza Pag rischio Sinkholes Pag.25 PAR.2.3 -RISCHI ANTROPOGENECI Pag rischio sanitario Pag rischio ambientale Pag rischio di incidente rilevante Pag rischio d incendio Pag rischio erosione e consumo di suolo Pag.37 PAR I LUOGHI E LE AREE SICURE INDIVIDUATE PER IL PIANO D EMERGENZA PROVINCIALE CAPITOLO N.3 SCHEMA DELLE SCELTE PIANIFICATORIE Pag.38 PAR PREMESSA METODOLOGICA Pag.42 PAR AGGIORNAMENTO DEI DISSESTI IDROGEOLOGICI NEL PERIODO Pag.42 PAR DEFINIZIONE DEI RISCHI NATURALI Pag Fenomeni franosi Pag Fenomeni alluvionali Pag Fenomeni d erosione costiera Pag Fenomeni sismici Pag Fenomeni Tsunami Pag Fenomeni di desertificazione e deficit idrico Pag Fenomeni di subsidenza Pag Fenomeni di Sinkholes Pag.70 PAR DEFINIZIONE DEI RISCHI ANTROPOGENECI Pag rischio sanitario Pag rischio ambientale Pag rischio d incidente rilevante Pag rischio d incendio boschivo Pag rischio erosione e consumo suolo Pag.71 AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 1/71

3 CAPITOLO N.1 - INTRODUZIONE PAR PREMESSA Il Programma di Previsione e Prevenzione dei Rischi, approvato dal Consiglio Provinciale con Del.n.14 del 05/05/2009 come allegato B al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), a seguito delle calamità naturali che hanno colpito la provincia negli anni dal 2008 al 2012, è diventato non coerente con la condizione effettiva del territorio per cui si è reso necessario un puntuale e circostanziato aggiornamento. L aggiornamento si è reso necessario anche alla luce delle disposizioni contenute nel Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (QTRP) adottato dalla Regione Calabria con DCR n.300 del 22/4/2013, che: - al Capitolo n.6 del Tomo 1 Quadro Conoscitivo, definisce tipologia e scenari specifici di rischio con riferimento alla pianificazione del territorio ; - al Capitolo n.2 del Tomo 2 Visione strategica, pone quale obiettivo fondamentale la prevenzione ed il controllo dei rischi territoriali distinguendoli in : - Rischio Antropogenico: rischio sanitario, rischio ambientale, rischio incidente rilevante, rischio incendio boschivo, rischio erosione e consumo di suolo; - Rischio Naturale: rischio frana, rischio alluvione, rischio erosione costiera, rischio desertificazione e deficit idrico, rischio subsidenza e sinkholes, rischio tsunami, rischio sismico; - all Allegato n.1 del Tomo 4-Disposizioni Normative, definisce le Linee Guida per le analisi e le metodologie finalizzate alla prevenzione e riduzione dei rischi territoriali, cui devono attenersi i Comuni e le Province nella redazione dei PSC/PSA e dei PTCP nonché degli strumenti sotto ordinati. Le Norme del QTRP indicano le modalità ed i contenuti necessari per ridurre i rischi territoriali nella fase di redazione dei Piani Strutturali Comunali e dei PTCP ed indicano, tra i principali interventi di pianificazione, la formazione e/o l aggiornamento dei Piani Regionali, Provinciali e Comunali di Prevenzione e Previsione dei Rischi, nonché l adozione di norme e standard per la prevenzione attraverso il QTRP, i PTCP ed i PSC/PSA. PAR INQUADRAMENTO NORMATIVO Il QTRP adottato, conferma e puntualizza quanto prescritto: - nella Legge Urbanistica Regionale (L.R. n.19/2002 e s.m.i.fino alla L.R.n.35/2012) in cui si stabilisce che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.): - art.18 c.4 lett.c (come modificata dall art.14 L.R.n.35/2012) indica la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza provinciale, regionale e statale, programmati o in fase di realizzazione, nonché, in applicazione delle prescrizioni della programmazione regionale, la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza regionale ; - all art.18 c.4 lett.d individua, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le aree da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse ; - nelle Linee Guida della Pianificazione Regionale, in cui, al del Cap.IV, tra l altro si chiarisce che il PTCP assicura la difesa del suolo, la protezione civile e prevenzione dei rischi coordinando le azioni di settore e predisponendo eventuali piani di emergenza ; - nella L.n.225/1992, che ha istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile, all art. 13 c.1 precisa AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 2/71

4 che le province, sulla base delle competenze ad esse attribuite dagli articoli 14 e 15 della legge 8 giugno 1990, n. 142, partecipano all'organizzazione ed all'attuazione del Servizio Nazionale della Protezione Civile, assicurando lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta ed alla elaborazione dei dati interessanti la protezione civile, alla predisposizione di programmi provinciali di previsione e prevenzione e alla loro realizzazione, in armonia con i programmi nazionali e regionali; - nella L.R.n.34/2002, che ha definito le competenze e riordinato le funzioni amministrative regionali e locali, all art. 121 attribuisce alle Provincie in materia di protezione civile le funzioni ed i compiti amministrativi concernenti: a) l attuazione, nel proprio ambito territoriale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi di previsione e di prevenzione dei rischi, redatti dalla Regione (art.120 lett.c) sulla base degli indirizzi nazionali, con l adozione dei connessi provvedimenti amministrativi; b) la predisposizione, sulla base degli indirizzi regionali, dei piani provinciali di emergenza; c) la vigilanza sulle attività delle organizzazioni di volontariato che operano in materia di protezione civile, svolte nell ambito delle funzioni di propria competenza; d) la vigilanza sulla predisposizione, da parte delle strutture provinciali di protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, da attivare in caso di eventi calamitosi di cui all art. 2, comma 1, lett. b), della legge n. 225/1992; e) la realizzazione dei sistemi di controllo e di allarme per una tempestiva segnalazione dell insorgere di situazioni di pericolo o di eventi calamitosi; f) la raccolta, nell ambito del proprio territorio e sulla base dei dati forniti dai Comuni, di notizie relative alle reti di collegamento e di accesso ai mezzi, agli edifici ed alle aree da utilizzare per interventi di soccorso e di assistenza. - nella L.R.n.4/ Legge organica di protezione civile della Regione Calabria emanata in attuazione di quanto disposto nell art.12 della L.n.225/1992; successivamente integrata e modificata dalla L.R.n.57/2012 e dalla L.R.n.3/2013; - nella L.n. 100 del 12 luglio 2012, recante disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile, che, ribaltando la precedente impostazione che prevedeva che fossero le attività di protezione civile a doversi armonizzare con i programmi territoriali, ha precisato che i piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con particolare riferimento ai piani di emergenza comunali e ai piani regionali di protezione civile, disponendo quindi che gli strumenti di pianificazione territoriale, ed in particolare i Piani Strutturali Comunali ed i Piani urbanistici di attuazione d iniziativa pubblica o privata, devono essere coordinati con le prescrizione dei Piani d emergenza di protezione civile, comunali, provinciali e regionali, in particolare vincolando la destinazione d uso dei siti sicuri, destinati ad aree di ammassamento, aree di ricovero, sedi COM e COC ed ogni altro luogo o struttura previste per la gestione dell emergenza. PAR.1.3 PROCEDURE ATTUATIVE PER L ADOZIONE E LA SUCCESSIVA APPROVAZIONE Il P.T.C.P. vigente all art.12 c.1 delle Norme d indirizzo per l attuazione del PTCP e per la redazione dei PSC e dei PSA, precisa che Il Piano di Previsione e Prevenzione dei Rischi di cui alla Delibera della Giunta Provinciale n.208 del 28/04/2004, è da considerarsi parte integrante e sostanziale del PTCP; pertanto sia le indicazioni di carattere tecnico sia gli indirizzi di carattere operativo, dovranno essere posti alla base delle scelte di destinazione d uso del territorio nella redazione dei PSC e dei PSA. AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 3/71

5 Dal momento che il Piano di Previsione e Prevenzione dei Rischi è un piano settoriale provinciale con valenza territoriale per cui non è prevista una specifica disciplina, il procedimento per l elaborazione e l approvazione delle sue varianti è quello definito nell art. 26 della L.R.n.19/2002, per come modificato ed integrato dall art.21 della L.R.n.35/2012 In ottemperanza a quanto sopra precisato, la Giunta Provinciale, su proposta del Direttore Generale, con Del.n.97 del 13/4/2012, ha autorizzato la redazione dell Aggiornamento del Programma di Previsione e Prevenzione dei Rischi e del Piano d emergenza Provinciale, dando mandato al D.G. per l attuazione del deliberato; pertanto, con successivi atti: - è stato organizzato un gruppo di lavoro multidisciplinare, formato dai dirigenti e da funzionari dei settori tecnici dell amministrazione provinciale, selezionati per la loro funzione e competenza in materia di: pianificazione territoriale, difesa del suolo e protezione civile, edilizia ed impiantistica sportiva, progettazione e gestione nuove opere, viabilità; - è stata stipulata una convenzione con il CNR-IRPI finalizzata all aggiornamento cartografico delle aree soggette a rischi naturali e l implementazione di un programma per il monitoraggio in tempo reale dei corpi franosi; - è stata stipulata una convenzione con l ing. Pietro Mari, libero professionista, per il coordinamento del gruppo di lavoro multisciplinare e la progettazione del Programma; - è stata acquisita ufficialmente dalla Provincia la Carta Tecnica Regionale su cui elaborare la cartografia aggiornata. Nel mese di agosto 2013 è stata consegnata agli amministratori dei Comuni della Provincia, su supporto magnetico, una prima bozza della mappatura preliminare attraverso aereofotointerpretazione, delle aree interessate da fenomeni franosi ed alluvionali nel quadriennio elaborata dal CNR-IRPI in formato QGis, al fine di dare inizio ad una prima fase di confronto ed interlocuzione di carattere tecnico con gli Enti locali. In data 19/12/2013 è stato consegnato il Documento Preliminare elaborato secondo quanto precisato nell art.26 della L.R.n.19/2002 così come modificato dall art.21 della L.R.n.35/2012. A seguito dell esame favorevole delle competenti Commissioni, il Documento Preliminare è stato adottato dal Consiglio Provinciale con Delibera n.4 del 18/03/2014. La Conferenza di Pianificazione, convocata dal Presidente della Provincia nelle forme previste dall art.26 c.4 della L.R.n.19/2002, si è riunita il 16/04/2014 per l esame congiunto del Documento Preliminare, che è stato: - depositato in originale, stampato su carta, presso gli Uffici dell Amministrazione Provinciale, per poter essere preso in visione da chiunque ne avesse fatto richiesta; - pubblicato sul Portale Web della Provincia, nel sito tematico denominato geoportale, ( - consegnato in copia ad ognuno dei partecipanti alla Conferenza di Pianificazione in formato digitale su CD-ROM; Il termine previsto dall art.26 c.5 della L.R.n.19/2002 così come modificato dall art.21 c.3 della L.R.n.35/2012, per la conclusione della Conferenza di Pianificazione è scaduto il 13/09/2014; in tale periodo : - sono stati effettuati, da parte dei tecnici incaricati dalla Provincia ed in contraddittorio con i tecnici e gli amministratori degli Enti e degli Organismi che ne hanno fatto richiesta, n. 311 sopralluoghi, in cui sono state verbalizzate le constatazioni e le eventuali osservazioni sullo stato effettivo dei luoghi; di ogni sopralluogo è stato redatto un verbale sottoscritto dalle parti intervenute; - sono pervenute n. 4 osservazioni scritte. AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 4/71

6 I verbali di sopraluogo e le osservazioni pervenute sono allegate nell elaborato denominato Osservazioni. Per come previsto dall art.26 c.6 della L.R.n.19/2002 modificato dall art.21 c.6 della L.R.n.35/2012, a conclusione della Conferenza di Pianificazione il Documento Preliminare del P.P.P.R. è stato completato ed implementato di tutti gli elementi necessari per conferire allo stesso il requisito di atto di pianificazione allegato al PTCP per farne parte integrante e sostanziale. PAR.1.4. COMPETENZE DEI PROFESSIONISTI INCARICATI DELLA REDAZIONE ED ATTIVITA SVOLTE Per la redazione del Programma, in attuazione del mandato affidatogli con Del.G.P.n.97/2012, il Direttore Generale: - con Determina Dirigenziale n 2 del ha nominato Responsabile Unico del Procedimento l Ing. Giovanni Greco, dirigente del Settore Programmazione del Territorio Urbanistica, responsabile tra l altro dell attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di cui il P.P.P.R. è parte integrante; - con Determine Dirigenziali n.3 dell 1/6/2012 e n.4 del 7/6/2012 ha chiamato a far parte del gruppo di lavoro multidisciplinare interno i sottoelencati dirigenti e funzionari dell Amministrazione Provinciale: - l ing. Francesco Molinari, dirigente del settore Edilizia ed Impiantistica Sportiva; - l ing. Francesco Basta, dirigente del Settore Difesa del Suolo e Protezione Civile; - l arch. Angelo Marcello Gaccione, per la competenza nella gestione del Sistema Informativo Territoriale (SIT); - l ing. Antonio Pezzi, per la competenza nella gestione del P.T.C.P. ed in materia urbanistica; - il geom. Guido Mario Amendola per la competenza in materia di normative urbanistiche-ambientali; - l ing. Paolo Papalino, per la competenza in materia di difesa delle coste e riqualificazione del litorale; - la dott.ssa Vilma Gaudio per la competenza in materia di pianificazione e gestione dell emergenza; - il dott. geol. Giovambattista Iaquinta per la competenza in materia di protezione civile; - il dott. geol. Luigi Rende, per la competenza in materia di progettazione e gestione nuove opere; - l ing. Michele Arcuri, per la competenza in materia di gestione e manutenzione della viabilità provinciale. All ing. Pietro Mari, libero professionista, con Convenzione stipulata in data 16/5/2012, è stato affidato l incarico di Coordinatore del Gruppo di Lavoro Multidisciplinare interno e di Responsabile della Progettazione del Programma. Con Convenzione in data 30/05/2012, successivamente integrata in data 27/11/2012, sono state affidate al CNR-IRPI, sotto la direzione scientifica del dott. geol. Carlo Tansi, le seguenti attività: - individuazione attraverso fotointerpretazione e successiva verifica in sito delle aree del territorio provinciale interessate da fenomeni idrogeologici, franosi ed alluvionali, nel periodo , con analisi delle correlazioni tra franosità superficiali ed incendi boschivi; - aggiornamento cartografico sulla Carta Tecnica Regionale ed implementazione in un Sistema Informativo Geografico consultabile online (WebGIS), delle aree interessate da fenomeni idrogeologici, delle aree percorse da incendio e degli aggiornamenti relativi agli altri tematismi predisposti dai componenti del gruppo di lavoro multidisciplinare, per le rispettive competenze; nel GIS sono stati riportati integralmente anche i dati relativi al PAI CALABRIA vigente, al fine di un confronto con i dati acquisiti; - progettazione ed implementazione di un sistema di monitoraggio in tempo reale delle frane su scala provinciale. Nelle attività di collaborazione tra CNR-IRPI e Provincia, sono state espletate le attività di concertazione e AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 5/71

7 verifiche sul territorio, in contraddittorio con i tecnici e gli amministratori degli Enti e degli Organismi che ne hanno fatto richiesta. Nell ambito delle attività svolte dal CNR IRPI, hanno attivamente collaborato: l ing. Donatella Magnelli, il dott. Piero Perrotta e l ing. Luigi Russo coadiuvati dal dott. Michele Folino Gallo, dalla dott.ssa Giulia Martini e dal dott. Aurelio Valentini. L attività svolta dal CNR-IRPI in collaborazione con la Provincia si è concretizzata anche con la pubblicazione di parte dei dati acquisiti nell ambito della Convenzione: è stata così ottenuta la Carta sismotettonica e della franosità della Valle del Fiume Crati in scala 1:50.000, relativa ad un area particolarmente esposta al rischio idrogeologico (per l elevata frequenza di frane ed alluvioni) e sismico (è stata colpita da 6 violenti terremoti storici che hanno prodotto migliaia di vittime), entro cui ricade gran parte della popolazione della Provincia di Cosenza. Nella carta sono state rappresentate le faglie sismogenetiche (generatrici di sismi) con gli epicentri strumentali e storici dei principali terremoti, le frane attivatesi durante le stagioni del quadriennio che sono state confrontate con le frane, antecedenti al 2000, riportate dalla cartografia ufficiale del PAI-Calabria. PAR CRITICITA INSITE NEL P.P.P.R. APPROVATO NEL 2009 Il P.P.P.R. allegato al vigente P.T.C.P. risultava suddiviso in tre fasi: - nelle prime due fasi erano state analizzate, con successivi aggiornamenti anche per tener conto del PAI, le situazioni di rischio d inondazione, frana, erosione costiera, sismico e incendio, e più in generale le condizioni di vulnerabilità del territorio, con schede e cartografie elaborate per i diversi tematismi; - la terza fase, rimasta non attuata, riguardava principalmente la prevenzione, attraverso l identificazione d interventi di tipo strutturale (interventi di sistemazione di versanti in frana e di difesa di aree soggette a rischio di inondazione) e non strutturali (Piano di Emergenza Provinciale). Ai fini della programmazione degli interventi in situazioni di emergenza il Piano approvato nel 2009 suddivideva il territorio provinciale in 18 ambiti territoriali, su cui implementare la organizzazione strutturata di un sistema di protezione civile provinciale con la realizzazione, in coordinamento con La Prefettura ed i Comuni, della Sala Operativa Provinciale e della rete delle n.18 sedi dei Centri Operativi Misti per la gestione delle Aree di Ammassamento e degli interventi locali di primo soccorso e sussistenza, sulla base di protocolli d intervento che sarebbero dovuti essere verificati sul territorio e condivisi dalle amministrazioni locali e dalle organizzazioni di volontariato, che dovevano essere selezionate, accreditate ed informate. Con riferimento ai Rischi Territoriali analizzati nel Programma approvato nel 2009 si evidenziavano le seguenti criticità: 1) A causa delle numerose e diffuse calamità naturali che hanno colpito negli ultimi anni il territorio provinciale, era necessario procedere all aggiornamento delle schede dei diversi tematismi, al fine sia di rettificare i limiti delle aree a rischio PAI pre-esistenti che hanno subito un aumento della superficie, sia d individuare e caratterizzare aree a rischio di neoformazione non segnalate nella cartografia PAI; 2) utilizzare un PPPR non aggiornato con riferimento alle condizioni attuali del territorio, non consentiva d individuare congruamente le aree da sottoporre a speciale misure di conservazione, per poter ottemperare alla norma precisata nell art.18 c.4 lett.(d) della Legge Urbanistica Regionale (L.R. n.19/2002 e s.m.i.), richiamata in premessa; AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 6/71

8 3) l aggiornamento di cui al precedente punto risultava indispensabile per la valutazione delle scelte di destinazione d uso del territorio effettuate dai Comuni nella redazione dei PSC e dei PSA, in relazione a quanto precisato nell art.20 c.3 lett.(p) della Legge Urbanistica (L.R.n.19/2002 e smi) nel merito dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, e per la verifica di coerenza tra il P.T.C.P. ed i P.S.C./P.S.A. 4) gran parte dei siti in dissesto interessavano prevalentemente tratti della rete viaria provinciale inducendo, oltre a disagi nel sistema di mobilità, gravi condizioni di rischio per l incolumità di persone e cose, pertanto, anche per le difficoltà operative collegate all attuale congiuntura economico-finanziaria nazionale, un programma operativo degli interventi di messa in sicurezza delle infrastrutture primarie, concertato e condiviso con le autorità locali, appariva necessario per garantire scelte coerenti con le esigenze dei servizi primari e con i principi generali della trasparenza amministrativa; 5) la Regione Calabria si era nel frattempo dotata della Carta Tecnica Regionale su cui devono essere redatti tutti gli strumenti di pianificazione e di governo del territorio, ed in particolare i PTCP ed i PSC/PSA, per cui è comunque necessario eseguire l aggiornamento delle cartografie, sulla base cartografica consegnata dalla Regione alla Provincia; 6) il QTRP nel frattempo adottato inserisce nei tematismi da analizzare: il rischio sanitario, il rischio ambientale, il rischio d incidente rilevante, il rischio desertificazione e deficit idrico, il rischio subsidenza, il sinkholes, il rischio tsunami, non considerati nel PPPR vigente; tali tipologie di rischio devono comunque essere valutate in coerenza con le Linee Guida definite nell Allegato n.1 del Tomo 4 del QTRP. Pertanto si è dovuto prendere atto del fatto che solo attraverso l aggiornamento del P.P.P.R. le sopracitate criticità potevano essere superate. Con specifico riferimento al sistema di organizzazione e gestione delle situazioni di emergenza, si sono evidenziate le seguenti criticità: 7) in relazione alle condizioni attuali di uso del suolo rispetto a quelle del 2009, ed all affidabilità delle strade e delle condizioni di mobilità locale in fase emergenziale, era necessario precedere, in accordo con le istituzioni locali, alla verifica ed eventuale modifica della definizione del numero e della composizione degli Ambiti Territoriali Omogenei, nonché della dislocazione e delle caratteristiche dei COM e delle Aree di Ammassamento di competenza provinciale; 8) al fine di trovare soluzione alle problematiche di cui al punto precedente, su iniziativa del Prefetto di Cosenza era stato convocato un Gruppo di Lavoro composto: da personale della Prefettura, della Regione Calabria Protezione Civile e della Provincia di Cosenza in collaborazione con il CNR-IRPI, che, partendo da una rivisitazione del territorio in ordine alle peculiarità ed alla distribuzione dei rischi prevalenti su di esso, ha rimodulato la divisione del territorio provinciale individuando n.22 Centri Operativi Misti a cui afferiscono i 155 Comuni, raggruppandoli secondo criteri di omogeneità di rischi naturali ed antropogenici, di centralità territoriale, di accessibilità in situazione di emergenza, di copertura radio; in esito a tale studio il Prefetto di Cosenza ha emesso il Decreto n in data 24/03/2014. Pertanto si è reso necessario rimodulare il Piano d emergenza provinciale allegato al P.P.P.R., individuando Aree di Ammassamento di competenza provinciale e sedi COM, in luoghi sicuri, accessibili anche in situazione di emergenza ed in possesso dei requisiti funzionali e dimensionali prescritti dal Dipartimento di Protezione Civile. AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 7/71

9 PAR RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA Viene assunta come base cartografica la Carta Tecnica Regionale, consegnata ufficialmente dalla Regione alla Provincia di Cosenza in data 24/06/2013. Tutti i dati del Programma aggiornato sono pertanto georeferiti e confrontabili con i dati della programmazione regionale. PAR.1.7 FORMATO EDITORIALE In ossequio a quanto disposto dai D.lgs n.118/2011 e D.L.n. 102/2013, tutti gli elaborati del P.P.P.R. di nuova elaborazione, compreso il presente Documento Preliminare ed i suoi allegati, saranno editi in formato digitale, visionabili attraverso il sistema Windows e diffusi su supporto magnetico. Le carte tematiche saranno consultabili attraverso un software QGIS. Le informazioni visualizzabili sono le seguenti: 1. shape - Provincia CS: fratture al suolo 2008/2012; 2. shape - Provincia CS: frane non cartografabili 2008/2012; 3. shape - Provincia CS: frane 2008/2012; 4. shape - Provincia CS: aree inondate 2008/2012; 5. shape - PAI Calabria 2001: frane classi pericolosità; 6. shape - PAI Calabria 2001: alluvioni classi di rischio idraulico; 7. shape - PAI Calabria 2001: alluvioni aree attenzione; 8. shape - Corpo Forestale dello Stato: incendi 2004/2010; 9. shape - Provincia CS : linea costa 1958; 10. shape -Provincia CS : linea costa 1985; 11. shape -Provincia CS : linea costa 2008; 12. shape- Provincia CS : linea costa 2012; 13. shape -Provincia di CS : criticità strade provinciali, ponti e viadotti; 14. shape -Provincia di CS : criticità strade provinciali, scarpate e corpi stradali; 15. shape -Provincia di CS : edifici strategici; 16. shape -Provincia di CS : dislocazione aree di ammassamento in emergenza; 17. shape -Provincia di CS: distribuzione territoriale e dislocazione Centri Operativi Misti (COM). Per facilitare la consultazione dei dati, nel supporto magnetico vengono inoltre inserite n.6 cartelle di files, contenenti, in formato PDF: a) n.20 carte, in scala 1:25.000, con la mappatura preliminare delle aree interessate da fenomeni franosi e alluvionali verificatisi dal 2008 al 2012, nei centri abitati e lungo le strade provinciali (shape nn.1,2,3,4); b) n.20 carte, in scala 1:25.000, con la mappatura delle aree interessate da incendi boschivi nel periodo , (shape n.8); c) n.6 carte, in scala 1:25.000, che rappresentano l evoluzione della linea di costa dei litorali tirrenici e ionici cosentini dal 1958 al 2012 (shape nn.9,10,11,12); d) n.7 carte, in scala 1:50.000, con l ubicazione dei punti di criticità lungo le strade provinciali (shape nn.13,14); e) n.7 carte, in scala 1:50.000, con l ubicazione degli edifici strategici di proprietà della Provincia, rispetto alle aree interessate da fenomeni franosi ed alluvionali dal 2008 al 2012 (shape n.15); f) n.7 carte, in scala 1:50.000, con l ubicazione delle attuali n.22 Sedi C.O.M. istituiti con Decreto Prefettizio e delle Aree di Ammassamento individuate per ogni C.O.M. (shape nn.16,17); g) Scheda riepilogativa della situazione attuale dei litorali. Di seguito si riportano i quadri d insieme delle carte. AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 8/71

10 QUADRO D INSIEME DELLE CARTE SC.1: QUADRO D INSIEME DELLE CARTE SC.1: QUADRO D INSIEME DELLE CARTE DELLE LINEE DI COSTA AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 9/71

11 CAPITOLO N.2 - AGGIORNAMENTO QUADRO CONOSCITIVO PAR TIPOLOGIA E SCENARI SPECIFICI DI RISCHIO CON RIFERIMENTO ALLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO. Per come precisato al paragrafo 6.1 del Tomo 1 del QTRP adottato, La delineazione del Quadro Conoscitivo dei rischi territoriali nel contesto del QTRP è finalizzata a contestualizzare ciascuna tipologia di rischio nell'ambito degli strumenti di pianificazione del territorio con finalità di analisi, indirizzo, prescrizione e intervento sia negli strumenti generali di pianificazione regionale che in quelli provinciale (PTCP) e comunale (PSC/PSA e strumenti attuativi); ed ancora che: Per il territorio della Calabria i rischi naturali assumono maggiore rilevanza rispetto a quelli di origine antropica e rappresentano di conseguenza una componente rilevante nel contesto degli strumenti di governo del territorio a motivo delle specificità dei processi di sviluppo in Calabria che, rispetto ad altre regioni, è stata caratterizzata da un basso livello di industrializzazione e da dinamiche demografiche molto particolari. Sotto l aspetto metodologico nel QTRP adottato è evidenziato che: nell analisi dei rischi, occorre considerare la possibilità reale che eventi calamitosi possano accadere contemporaneamente o causare un innesco a catena tra loro provocando o ampliando altre situazioni di rischio (come ad esempio per le frane sismo indotte) e che le metodiche di analisi debbano condurre al superamento della logica per tipi nella costruzione delle carte dei rischi. Nella definizione del Quadro Conoscitivo dei rischi nel territorio della Provincia di Cosenza, si è utilizzato un approccio del tutto simile a quello utilizzato nel QTRP adottato. PAR RISCHI NATURALI rischio idrogeologico: frane ed alluvioni L aggiornamento cartografico delle aree a rischio idrogeologico del territorio provinciale, ha portato all individuazione, mediante aerofotointerpretazione, delle zone in cui si sono verificati frane ed alluvioni in concomitanza con gli eventi metereologici eccezionali che hanno caratterizzato le stagioni invernali , , e , relativamente ad un intorno significativo di agglomerati urbani con più di 200 abitanti ed a strutture ed infrastrutture d importanza strategica: scuole, ospedali e case di cura, edifici sedi di istituzioni amministrative, rete viaria provinciale, stazioni e linee ferroviarie. L attività di aereofotointerpretazione è stata effettuata su fotogrammi prodotti dalla Società BLOM CGR, relativi alla ripresa aerea con camera Vexcel inerente la copertura del territorio provinciale. Le aree a rischio di frana e di alluvione sono state individuate, classificate tipologicamente e rappresentate in ambiente GIS, tuttavia è opportuno precisare che, a causa delle oggettive limitazioni correlate alla individuazione attraverso foto interpretazione, si è ritenuto necessario ed opportuno effettuare le verifiche in situ, con accertamenti in contraddittorio tra i tecnici incaricati dalla Provincia ed i tecnici dei Comuni e di altri Organismi interessati. Allo scopo di agevolare la collaborazione istituzionale, ad ogni Comune della Provincia è stata consegnata la prima bozza dell aggiornamento, effettuato solo con fotointerpretazione, relativamente al territorio comunale di pertinenza, su un CD in cui i dati inediti classificati dalla Provincia erano visionabili attraverso un software QGis. Su tale base cartografica si sono svolte le attività di ricognizione e controllo sul territorio, che hanno consentito di elaborare le cartografie definitive dell aggiornamento del P.P.P.R. AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 10/71

12 rischio erosione costiera Il litorale della provincia di Cosenza risulta quasi equamente distribuito tra mare Tirreno (114 km) e mare Ionio (101 km). I due tratti, tirrenico e ionico, presentano caratteristiche diverse, sia per la loro esposizione che per il clima meteo marino, ma ambedue sono interessati dal fenomeno dell erosione costiera. L erosione risulta particolarmente estesa sulle spiagge del Tirreno, mentre su quelle dello Ionio, al momento, è meno diffusa. Nel periodo , soprattutto sul litorale tirrenico, sono state eseguite diverse opere a protezione della costa, la maggior parte delle quali a carattere puntuale (singole scogliere). Dal decennio scorso, avendo tecnicamente verificato l importanza di un approccio di tipo organico al problema dell erosione, si stanno attuando anche interventi cosiddetti morbidi, che mirano non solo alla difesa delle infrastrutture, ma anche alla ricostituzione degli arenili erosi. Le nuove tecniche, che prevedono sempre più l impiego di inerti per ricostituire gli arenili e meno il ricorso a scogliere emergenti (opere cosiddette rigide ), appaiono maggiormente in sintonia con uno dei principali obiettivi dell Unione Europea: quello della tutela e valorizzazione dell ambiente, tra cui figura la salvaguardia dell ambiente marino e costiero, comprendente la difesa dall erosione. Tuttavia i limiti all esecuzione di interventi organici di difesa e ricostituzione degli arenili erosi sono costituiti dalle ingenti risorse economiche necessarie per la loro attuazione e dalla difficoltà nel reperimento di materiali idonei. Con l aggiornamento del Programma di previsione e prevenzione del rischio di mareggiata e di erosione costiera viene evidenziata l evoluzione dei tratti costieri nella Provincia, tenendo conto degli interventi realizzati e degli eventi estremi occorsi nel periodo L evoluzione della linea di riva è stata dedotta dal Master Plan Erosione Costiera redatto, nel corrente anno, dalla Regione Calabria congiuntamente all Ufficio Opere Marittime per la Calabria ed alla Provincia di Cosenza (quest ultima per la parte territoriale di competenza) e dallo studio, redatto per conto della Regione Calabria, denominato Indagine conoscitiva dello stato delle coste calabresi, predisposizione di una banca dati dell evoluzione del litorale e individuazione delle aree a rischio e delle tipologie di intervento (A.T.I. Technical et al., 2003). In particolare sono state confrontate le linee di costa dei periodi 1998 e 2012 (l apposito elaborato planimetrico riporta anche le linee 1958 e 1985). Gli eventi estremi (mareggiate) sono stati estrapolati dai dati ondametrici, registrati dalle boe di Cetraro, per il Tirreno, e di Crotone, per lo Ionio, facenti parte della Rete Ondametrica Nazionale dell Ispra ( Sono state redatte, per ogni comune, apposite schede di rischio di danni da mareggiata che riportano sinteticamente i seguenti aspetti: stato attuale del litorale; opere di difesa esistenti; evoluzione della linea di riva nel periodo ; elementi a maggiore rischio; strutture danneggiate nel periodo Le schede sono allegate al presente documento preliminare per farne parte integrante. Per i comuni ove sono presenti elementi a rischio di danni sono state prodotte distinte planimetrie su base cartografica CTR, visionabili attraverso software QGis stato del litorale tirrenico. Il litorale tirrenico cosentino è stato suddiviso in quattro macro aree (sub-unità fisiografiche): AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 11/71

13 - Area 18 Dalla foce del Savuto al torrente Laponte; - Area 19 Dal torrente Laponte al porto di Cetraro; - Area 20 Dal porto di Cetraro a Sangineto; - Area 21 Da Belvedere al fiume Noce. Dalla seconda metà del secolo scorso, sul litorale tirrenico si è registrato un notevole fenomeno erosivo che ha portato progressivamente all assottigliamento delle spiagge emerse e alla conseguente perdita di svariati milioni di metri cubi di arenile. Sui 21 comuni della riviera tirrenica cosentina in 15 di essi (Tortora, Diamante, Belvedere M., Sangineto, Bonifati, Cetraro, Acquappesa, Guardia P., Fuscaldo, Paola, S. Lucido, Fiumefreddo, Longobardi, Belmonte ed Amantea) è stato registrato un arretramento più o meno importante della linea di riva. Le principali cause del suddetto fenomeno sono prevalentemente di natura antropica. A titolo d esempio si possono citare la comparsa degli abitati costieri e dei porti, la massicciata ferroviaria della linea Reggio Calabria Napoli, le opere di ritenuta sui corsi d acqua e l estrazione abusiva di inerti dagli alvei. Inoltre, le stesse opere di difesa cosiddette rigide (scogliere) determinano inevitabilmente effetti negativi nel tratto di sottoflutto, con accentuazione dell erosione. Percorrendo la costa tirrenica cosentina si può osservare come le conseguenze dall antropizzazione sul litorale risultino maggiormente evidenti, per quanto attiene all erosione, nel tratto da Amantea a Diamante, con la sola eccezione della località Torremezzo di Falconara, che mantiene ancora una spiaggia naturale di rilevante ampiezza (circa 90 m). In alcuni tratti, le opere di difesa dal mare, molto diffuse da Amantea a Diamante, hanno sortito effetti di mitigazione del rischio da mareggiate, contrastando in maniera sufficientemente efficace il fenomeno erosivo. Restano tuttavia numerose aree litoranee nelle quali le infrastrutture presenti e l abitato sono ancora a serio rischio di danni. Procedendo verso nord, dal promontorio di Cirella fino al confine con la Basilicata, a parte un breve tratto esteso poche centinaia di metri a sud del Noce (oggetto di recenti interventi di ripascimento), si trovano invece spiagge più stabili ed in alcuni casi anche in accrescimento, perché evidentemente le portate solide provenienti dal Lao, dallo stesso Noce e dall Abatemarco risultano ancora sufficienti a mantenere il bilancio mediamente in pareggio. Nel periodo tra il 1999 ed il 2012 l ondametro di Cetraro, rappresentativo del clima meteomarino del litorale tirrenico cosentino, ha registrato numerosi eventi estremi i quali hanno prodotto danni in molte località litoranee. In particolare si segnalano gli eventi occorsi nel dicembre 1999 con valori di altezza significativa a largo (H s vicini agli 8 metri) e quello più recente del periodo 1-4 gennaio 2010, eccezionale non solo per i valori massimi, prossimi ai 7 metri, quanto per la durata (valori di Hs superiori a 5 metri per più di venti ore), con effetti devastanti sull intero litorale. A causa della precaria situazione in molti tratti della costa tirrenica cosentina, si sono verificati danni ad infrastrutture ed abitati anche in presenza di mareggiate meno rilevanti stato del litorale ionico. Il litorale ionico cosentino è stato suddiviso in tre macro aree: - Area 1 Da Rocca Imperiale a Villapiana; - Area 2 Da Villapiana alla foce del fiume Trionto; - Area 3 Dalla foce del Trionto alla foce del fiume Nicà. Il litorale ionico è interessato da un fenomeno erosivo meno diffuso rispetto a quello tirrenico, probabilmente anche a causa delle sostanziali differenze, sia per quanto attiene al clima ondoso, caratterizzato da eventi meno violenti, che per i maggiori apporti fluviali in termini di portata solida (sul AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 12/71

14 versante ionico sfocia il fiume Crati, principale corso d acqua della Calabria). Nel periodo il settore ionico cosentino è stato caratterizzato da generali condizioni di stabilità, ad eccezione del tratto a sud della foce del Trionto nei comuni di Rossano e Crosia. Durante il periodo successivo dal 1978 al 1990 si è assistito invece ad una tendenza all arretramento più diffusa, molto probabilmente come diretta conseguenza di interventi antropici che hanno modificato gli equilibri costieri, come ad esempio il porto di Cariati che ha innescato un fenomeno erosivo a sud e la costruzione di alcuni lungomari. Durante il periodo successivo all intervallo si è assistito invece ad una tendenza all arretramento più diffusa e molto probabilmente diretta conseguenza di interventi antropici che hanno modificato gli equilibri costieri, come ad esempio il porto di Cariati che ha innescato un fenomeno erosivo a sud. A partire dal 1995 ad oggi sono stati realizzati alcuni interventi a carattere strutturale che hanno interessato i comuni di Amendolara e Cariati e più di recente Roseto Capo Spulico, Montegiordano e Crosìa. Le opere realizzate (barriere semi-sommerse e ripascimento) hanno aumentato la fruibilità di spiaggia emersa nei tratti interessati e mitigato il rischio da mareggiata ed erosione costiera. Negli ultimi tempi, oltre alle suddette località, arretramenti sono stati registrati anche in alcuni tratti delle spiagge di Trebisacce, Calopezzati e Mandatoriccio. In definitiva, su 16 comuni costieri in 9 di essi si registra erosione: Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Amendolara, Trebisacce, Rossano, Crosia, Calopezzati, Mandatoriccio e Cariati. Particolarmente rilevanti sono: gli eventi occorsi nel febbraio 2012 con numerose mareggiate, la più violenta delle quali con valori di Hs vicine ai 6 metri, e la mareggiata del 28 gennaio 2011, con valori analoghi. Più in generale nel periodo dal 2009 (per il quale si dispone di pochi dati) al 2012 si sono registrati eventi estremi che hanno prodotto danni sul litorale. L ondametro di Crotone può essere assunto come indicativo del clima meteomarino del litorale ionico. Nella sottostante tabella, vengono riportati gli eventi registrati dall ondametro di Cetraro nel periodo e da quello di Crotone nel periodo , con valori di Hs superiori a 2 metri. Eventi registrati alla boa onda metrica di Eventi registrati alla boa onda metrica di ANNO CETRARO CROTONE Numeri di eventi per valori HS in metri Numeri di eventi per valori HS in metri >2 >3 >4 >5 >6 >7 >2 >3 >4 >5 >6 > AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 13/71

15 Rischio sismico Con l'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo 2003, aggiornata al 16/01/2006 con le indicazioni delle Regioni, gli Enti Locali sono stati delegati a definire la classificazione sismica di ogni territorio, in modo molto dettagliato, al fine di prevenire eventuali situazioni di danni a edifici e persone a seguito di un eventuale evento sismico. In base alla zona di classificazione sismica, i nuovi edifici così come quelli già esistenti durante le fasi di ristrutturazioni, devono adeguarsi alle corrispondenti normative vigenti in campo edilizio. Il provvedimento legislativo del 2003, classifica i Comuni e li inserisce in 4 categorie, in relazione al rischio sismico del territorio, calcolato in base al PGA (Peak Ground Acceleration, ovvero picco di accelerazione al suolo) e per frequenza ed intensità degli eventi. Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 sismicità alta, PGA oltre 0,25 g sismicità media, PGA fra 0,15 e 0,25 g sismicità bassa, PGA fra 0,05 e 0,15 g sismicità molto bassa, PGA inf. a 0,05 g è quella di pericolosità più elevata, potendosi verificare eventi molto forti, anche di tipo catastrofico dove gli eventi sismici, seppur di intensità minore, possono creare gravissimi danni dove gli eventi sismici, in particolari contesti geologici possono vedere amplificati i propri effetti dove sono possibili sporadiche scosse che possono determinare danni ma con bassissima probabilità La classificazione dei Comuni viene aggiornata dalla Regione man mano che vengono effettuati nuovi studi ed acquisiti nuovi dati in un determinato territorio. Per la normativa antisismica nazionale vigente, recepita dalla Regione Calabria con Del.G.R.n.47 del 10/02/2004, il territorio della provincia di Cosenza è interamente compreso nelle Zone 1 e 2, ed in particolare inserisce: n.71 Comuni in Zona 1 (45,8%) e n.84 Comuni in Zona 2 (54,2%). La mappa nazionale di pericolosità di base individua il territorio provinciale tra quelli esposti a valori di accelerazione massima attesa tra i più alti del territorio nazionale, con un massimo, per quanto riguarda la pericolosità sismica, nell area della Valle del Crati. Nella tabella sono riportati i dati relativi alla valutazione di massima della vulnerabilità sismica del patrimonio abitativo della Provincia di Cosenza, elaborati dal Gruppo Nazionale Difesa Terremoti (GNDT) in collaborazione con l Istituto Nazionale di Geofisica (ING) e il Servizio Sismico Nazionale (SSN). Dall analisi emerge che: in 124 Comuni (80%) la percentuale di abitazione ad alta pericolosità sismica è maggiore del 20%, e tra questi in 44 Comuni (28%) la percentuale è maggiore del 40%. I dati, particolarmente significativi ai fini della programmazione degli interventi nel settore edilizio, sono da considerarsi approssimati per difetto, perché elaborati su dati Istat Nelle tabelle e sono riportati i dati dei più importanti eventi sismici, con Magnitudo > 3.0 M, registrati nel territorio della Provincia di Cosenza nel periodo La tabella riporta gli eventi che si sono verificati nel centro-sud del territorio. La tabella riporta gli eventi che si sono verificati nella zona nord del territorio; particolarmente rilevante è stato lo sciame sismico che ha interessato il circondario di Mormanno a partire dal mese di maggio 2012, con effetti dannosi di notevole rilievo. AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 14/71

16 TAB AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 15/71

17 TAB Sismi di magnitudo superiore a 3 registrati nella zona centro-sud della Provincia di Cosenza nel quadriennio Data Latitudine Longitudine Profondità Magnitudo Zone interessate Bisignano, Santa Sofia D Epiro Mar Ionio (Pietrapaola, Calopezzati, Crosia) San Vincenzo la Costa, Montalto Uffugo Marano Marchesato e Principato, Castiglione C., Cosenza, Rende, Luzzi, Lattarico, Castrolibero. San Vincenzo la Costa, Marano Marchesato e Principato, Castiglione C., Cosenza, Rende, Luzzi, Lattarico, Castrolibero Corigliano C., Rossano C., Crosia Parenti, Rogliano, Colosimi Mar Tirreno (San Lucido, Fiumefreddo Bruzio, Longobardi) San Giovanni in Fiore Coloveto, Pietrapaola, Calopezzati Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Colosimi Santa Sofia d Epiro, San Demetrio Corone San Giovanni in Fiore Fiumefreddo Bruzio, Longobardi San Demetrio Corone, Santa Sofia d Epiro San Giovanni in Fiore Fiumefreddo B., Longobardi Parenti, Rogliano, Colosimi Parenti,Bianchi,Colosimi,San Giovanni in Fiore Parenti,Bianchi,Colosimi,San Giovanni in Fiore Parenti,Bianchi,Colosimi,San Giovanni in Fiore Parenti,Bianchi,Colosimi,San Giovanni in Fiore Parenti,Bianchi,Colosimi,San Giovanni in Fiore Parenti,Bianchi,Colosimi,San Giovanni in Fiore AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 16/71

18 TAB Sismi di magnitudo superiore a 3 registrati nella zona nord della Provincia di Cosenza nel quadriennio Data Latitudine Longitudine Profondità Magnitudo Zone interessate Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Mar Ionio (Trebisacce, Villapiana) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo,Laino Castello,Morano C., Mormanno) Pollino (Morano, Castrovillari, Frascineto) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Mar Tirreno (Acquappesa, Belvedere, M., Bonifati, Diamante, Maierà, San Nicola Arcella) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino Mar Ionio (Villapiana, Trebisacce, Amendolara) Pollino (Laino Borgo, Laino Castello, Morano C., Mormanno) Pollino Mar Tirreno (Belvedere M., Bonifati, Diamante, Buonvicino, Santa Maria del Cedro) Civita, Francavilla Marittima, Cassano allo Ionio AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 17/71

19 Rischio Tsunami Le aree comprese tra la Calabria e la Sicilia Nord Orientale e la Calabria e la Grecia Nord Occidentale è particolarmente esposta al rischio Tsunami, essendo caratterizzata dalla presenza di numerose faglie attive, frane e vulcani che, interagendo con l ambiente marino, possono causare maremoti. Quanto sopra si evince dai dati riportati nel Catalogo dei Maremoti Italiani di Tinti, Maramai e Graziani (Ed.2004) e dagli studi effettuati presso il CNR-IRPI di Rende dal gruppo di lavoro coordinato dai geologi ricercatori Giulio Iovine e Carlo Tansi. La Calabria, ed in particolare le aree costiere della Provincia di Cosenza sono a rischio tsumani perché, sia a largo della costa tirrenica meridionale, sia a largo di quella dell alto Ionio, vi sono diverse faglie attive, proprio nei tratti colpiti da eventi di maremoto del passato. Nel Tirreno insistono, inoltre, i vulcani dell arco eoliano, anch essi responsabili di maremoti, sia per l innesco di frane, sia direttamente per l attività eruttiva. Alcuni degli epicentri dei terremoti connessi con i maremoti ricadono sulla terra ferma: in tal caso lo scuotimento sismico ha innescato frane sottomarine, a loro volta responsabile dei maremoti. Nella Fig.n.2.1 sono schematizzate le cause scatenanti del maremoto: a) per faglia sottomarina; b) per frana sottomarina; c) per frana subaerea che precipita in mare; d) per eruzione vulcanica sottomarina. FIG.2.1: SCHEMA DELLE CAUSE SCATENANTI IL MAREMOTO. (Fonte: G.Jovine C.Tansi CNR-IRPI) Ai fini della valutazione del rischio si deve evidenziare che il potenziale distruttivo non dipende dall altezza delle onde, che pure possono raggiungere altezza di oltre 10 m, quanto piuttosto dagli enormi volumi d acqua mobilizzati dall evento scatenante. La massa d acqua che si sposta orizzontalmente con velocità che possono raggiungere gli 800 Km/ora, ha una estensione di centinaia di chilometri ed è pertanto più AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 18/71

20 difficilmente arrestabile nell impatto con la costa, rispetto alle comuni onde marine di altezza similare. Pertanto mentre le comuni onde marine, pur raggiungendo altezze considerevoli, esauriscono la loro energia subito dopo l impatto con la costa, gli tsunami riescono a spingersi distruttivamente per molti chilometri nell entroterra. In mare aperto le onde di maremoto non superano l altezza di qualche decimetro, tuttavia, avvicinandosi alla costa, vengono rallentate dai bassi fondali e si amplificano fine ad altezze di decine di metri. Per stabilire l'intensità di uno tsunami si usa la scala Sieberg-Ambraseys, introdotta nel 1927 da August Sieberg e poi modificata da Nicholas Ambraseys nel 1962, che è adottata nei cataloghi europei e che viene qui riprodotta. CLASSIFICAZIONE TSUNAMI - SCALA SIEBERG-AMBRASEYS I Molto debole onde deboli registrate solo dai mareografi. II Debole le onde sono notate solo dagli abitanti costieri che hanno esperienza di fenomeni marini; vengono notate generalmente solo su spiagge molto basse. III Abbastanza forte osservabile quasi ovunque; inondazione di spiagge basse e piatte. Piccole barche vengono trascinate sulla spiaggia. Danni lievi alle strutture che si trovano sulla costa. Negli estuari c'è inversione della corrente e risalita del mare lungo l'alveo dei fiumi. IV Forte Inondazione della costa fino a una certa profondità. Leggera erosione alla base di strutture esposte. Argini e banchine sono danneggiati. Sulla costa le strutture leggere subiscono danni rilevanti, ma sono danneggiate anche le strutture più solide. Imbarcazioni grandi e piccole trascinate a terra o portate al largo. Le coste vengono ricoperte di detriti trascinati dalle onde. V Molto forte Completa inondazione della costa per una certa profondità. Moli e strutture solide vicino al mare danneggiati. Le strutture leggere sono distrutte. Forte erosione dei terreni coltivati. Le coste sono ricoperte di detriti e di pesci. Ad eccezione delle grandi navi, tutte le altre imbarcazioni sono trascinate a terra o portate al largo. Forti onde di marea ("bore" in inglese e "mascaret" in francese) risalgono gli estuari. Cantieri portuali danneggiati. Persone muoiono annegate. Onde di maremoto sono accompagnate da un forte boato. VI Disastroso Distruzione parziale o completa delle opere costruite dall'uomo, fino a distanza considerevole dalla linea di costa. Inondazione fino a grandi distanze dalla costa. Grandi navi molto danneggiate. Alberi sradicati o spezzati. Si contano molte vittime. Che l area calabro sicula sia particolarmente esposta al rischio tsunami trova conferma nei dati storici: dei 54 maremoti verificatisi in Italia lungo le sue coste ne sono stati registrati ben 25 (46,3%). Tra di essi, il più catastrofico avvenne il 28 dicembre 1908: esso fu causato da un forte terremoto di Magnitudo sc. Ricther 7,1 ed epicentro nello Stretto di Messina, che provocò oltre 100 mila vittime. Circa 3 minuti dopo la scossa, il maremoto colpì la costa, causando gran parte dei morti, con un intensità massima (VI grado della scala Ambraseys-Sieberg) a Pellaro (onde alte 13.5 m). L ultimo tsunami nell area calabro-sicula, si è verificato il 30 dicembre 2002 quando dallo Stromboli, a seguito di una intensa attività vulcanica, con sviluppo di colate laviche lungo la Sciara del Fuoco e l innesco di movimenti franosi di grandi dimensioni, sia subaeree che sottomarine, si sono mobilizzati circa di metri cubi di materiali. Le frane hanno generato un treno di onde di maremoto che in pochissimo tempo ha interessato le coste di Stromboli, propagandosi nell arcipelago eoliano fino a AGGIORNAMENTO PROGRAMMA DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI - DOCUMENTO DEFINITIVO - RELAZIONE - Pag. 19/71

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