Le prospettive di applicazione della responsabilità da reato delle società al diritto penale dell ambiente

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1 Le prospettive di applicazione della responsabilità da reato delle società al diritto penale dell ambiente avv. Sabrina Apicella - s.apicella@sinthema.it Vicenza, 13 giugno 2011

2 La Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente In data 06 dicembre 2008 è stata pubblicata nella G.U.C.E. n. 328 la Direttiva 2008/99/CE del 19 novembre 2008 con l obiettivo dichiarato di ottenere l introduzione nel diritto penale interno di ciascun Stato membro di disposizioni in grado di garantire una più efficace tutela dell ambiente. La direttiva in questione (entrata in vigore il 26 dicembre 2008) ha imposto sostanzialmente agli Stati membri di provvedere a sanzionare penalmente le gravi violazioni delle disposizioni in materia di tutela dell ambiente nel diritto comunitario, con l obiettivo di rendere più efficace la tutela di tale bene giuridico e creare un armonizzazione dei vari sistemi sanzionatori dei singoli Stati membri in materia ambientale, fissando uno standard normativo minimo comune all interno dell unione. entro il 26 dicembre

3 ( segue) La Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente L approvazione della direttiva 2008/99/CE è nata dall esigenza (e preoccupazione) di fornire una adeguata risposta alla minaccia apportata dall aumento dei reati ambientali e delle loro conseguenze che sempre più frequentemente si sono estese al di là delle frontiere degli Stati in cui i reati vengono commessi. Secondo infatti il legislatore comunitario (cfr. III considerando), l esperienza ha dimostrato che i sistemi sanzionatori vigenti non sono sufficienti per garantire la piena osservanza della normativa in materia di tutela dell ambiente. Per tal motivo, al Comunità ha ritenuto opportuno rafforzare sensibilmente la tutela dell ambiente attraverso la previsione di adeguate sanzioni penali ( efficaci, proporzionate e dissuasive ), che siano indice di una riprovazione sociale di natura qualitativamente diversa rispetto alle sanzioni amministrative o ai meccanismi risarcitori di diritto civile. 3

4 ( segue) La Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente Obblighi per i singoli Stati membri: 1. La direttiva ha individuato all art. 3 un elenco di nove tipi di comportamenti illeciti che devono essere considerati reati da parte dei singoli Stati membri, allorché vengano posti in essere intenzionalmente (cioè con coscienza e volontà) o con grave negligenza. In particolare, a) lo scarico, l emissione o l immissione illeciti nell aria, nel suolo o nelle acque di un quantitativo di sostanze o radiazioni ionizzanti che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell aria, del suolo, delle acque, ovvero alla fauna o alla flora; b) la raccolta, il trasporto, il recupero o lo smaltimento di rifiuti, comprese la sorveglianza di tali operazioni e il controllo dei siti di smaltimento successivo alla loro chiusura nonché l attività di gestione dei rifiuti effettuata dal commerciante o dall intermediario, che provochi o possa provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell aria, del suolo, delle acque, ovvero alla fauna o alla flora; 4

5 ( segue) La Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente c) la spedizione di rifiuti transfrontaliera effettuata in quantità non trascurabile in un unica spedizione o in più spedizioni che risultino fra di loro connesse; d) l esercizio di un impianto in cui sono svolte attività pericolose o nelle quali siano depositate o utilizzate sostanze o preparazioni pericolose che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell aria, del suolo, delle acque, della fauna o della flora; e) la produzione, la lavorazione, il trattamento, l uso, la conservazione, il deposito, il trasporto, l importazione, l esportazione e lo smaltimento di materiali nucleari o di altre sostanze radioattive pericolose che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell aria, del suolo, delle acque, della fauna o della flora; f) l uccisione, la distruzione, il possesso o il prelievo di quantità non trascurabili di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette; g) il commercio di quantità non trascurabili di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette o di parti di esse o di prodotti derivati; h) qualsiasi azione che provochi il significativo deterioramento di un habitat all interno di un sito protetto; i) la produzione, l importazione, l esportazione, l immissione sul mercato o l uso di sostanze che riducono lo strato di ozono. 5

6 ( segue) La Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente Obblighi per i singoli Stati membri: 2. Gli Stati membri devono - inoltre prevedere (art. 6 della direttiva) una specifica responsabilità in capo alle persone giuridiche per i reati di cui all art. 3 della direttiva 2008/99/CE, quando i reati siano stati commessi: - a vantaggio della persona giuridica; - da qualsiasi soggetto che detenga una posizione preminente in seno alla persona giuridica (soggetto apicale) ovvero da persone sottoposte alla direzione o vigilanza di uno dei soggetti apicali. Con la precisazione che: la responsabilità delle persone giuridiche non esclude comunque l azione penale nei confronti delle persone fisiche che siano autori, incitatori o complici dei reati di cui sopra 6

7 La legge comunitaria 2009 L art. 19 della legge 4 giugno 2010, n. 96 (cosiddetta Legge comunitaria 2009 ) ha delegato il Governo all adozione di uno o più decreti legislativi al fine di recepire le disposizioni della direttiva 2008/99/CE. Nello specifico, il Governo dovrà: introdurre nel novero dei cosiddetti reati presupposto previsti per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche di cui al d.lgs. 231/01, le fattispecie criminose indicate nella direttiva sopra richiamata; prevedere nei confronti delle persone giuridiche ( nell interesse o a vantaggio delle quali è stato commesso uno dei reati di cui sopra ) adeguate e proporzionate sanzioni amministrative pecuniarie, di confisca, di pubblicazione della sentenza ed eventualmente anche interdittive (nel rispetto comunque dei limiti massimi di cui agli artt. 12 e 13 del d.lgs. 231/01) 7

8 Schema di decreto legislativo In data 7 aprile 2011 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo volto a recepire le disposizioni della direttiva comunitaria sulla tutela penale dell ambiente (direttiva 2008/99/CE). Tale schema è stato trasmesso, in data 8 aprile 2011, alla Presidenza del Senato per raccogliere i pareri da parte delle competenti Commissioni Parlamentari. Tale schema di decreto dovrà essere approvato definitivamente entro il 9 luglio 2011 Lo schema di decreto in questione opera in due distinte direzioni: 8

9 ( segue) Schema di decreto legislativo Art. 1 modifiche al Codice Penale L art. 1 di tale schema di decreto legislativo introduce nel nostro codice penale due nuove fattispecie di reato contravvenzionale ed, in particolare: l art. 727-bis c.p. ( Uccisione, distruzione, prelievo o possesso di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette ) che sanziona la condotta di chi uccide, distrugge, preleva o possiede, fuori dai casi consentiti, esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette (pena alternativa dell arresto o ammenda ovvero della sola ammenda); e l art. 733-bis c.p. ( Danneggiamento di habitat ) che sanziona la condotta di chi distrugge o comunque deteriora in modo significativo un habitat all interno di un sito protetto (pena cumulativa dell arresto e ammenda) 9

10 ( segue) Schema di decreto legislativo Art. 2 modifiche al d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 L art. 2 di tale schema di decreto legislativo ha invece - allargato il novero dei reati presupposto ai fini della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ex d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 ai reati ambientali introducendo l art. 25-decies 10

11 ( segue) Schema di decreto legislativo I reati ambientali inseriti tra i reati presupposto ex d.lgs. 231/2001 reati di cui agli artt. 727-bis e 733-bis c.p. (uccisione, distruzione, prelievo o possesso di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette e danneggiamento di habitat); reati di cui all art. 29-quattuordecies d.lgs. 152/06 (AIA: esercizio di attività in assenza di AIA o con AIA sospesa o revocata; inosservanza delle prescrizioni AIA; esercizio dell attività anche dopo l ordine di chiusura dell impianto); reati di cui all art. 137 d.lgs. 152/06 (ACQUA: scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazione o con autorizzazione sospesa o revocata; effettuazione di uno scarico di acque reflue industriali con superamento dei limiti tabellari di legge; inosservanza delle prescrizioni di cui al provvedimento autorizzatorio, etc ); 11

12 ( segue) Schema di decreto legislativo I reati ambientali inseriti tra i reati presupposto ex d.lgs. 231/2001 reati di cui all art. 256 d.lgs. 152/06 (ATTIVITA DI GESTIONE RIFIUTI NON AUTORIZZATA: attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in assenza di autorizzazione, comunicazione, iscrizione; realizzazione o gestione di una discarica non autorizzata; attività di miscelazione di rifiuti non consentita; inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie ovvero carenza dei requisiti e delle condizioni richiesti per le iscrizioni o comunicazioni, etc ); reati di cui all art. 257 d.lgs. 152/06 (BONIFICA DEI SITI: omessa bonifica; omessa comunicazione al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito); reato di cui all art. 258, comma 4, d.lgs. 152/06 (TRASPORTO DI RIFIUTI: utilizzo, fuori dal regime SISTRI, di un certificato di analisi falso durante il trasporto di rifiuti; predisposizione di un certificato di analisi rifiuti falso); 12

13 ( segue) Schema di decreto legislativo I reati ambientali inseriti tra i reati presupposto ex d.lgs. 231/2001 reato di cui all art. 259 d.lgs. 152/06 (TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI); reato di cui all art. 260 d.lgs. 152/06 (ATTIVITA ORGANIZZATA FINALIZZATA AL TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI: gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti al fine di conseguire un ingiusto profitto); reato di cui all art. 260-bis d.lgs. 152/06 (SISTRI: predisposizione di un certificato di analisi rifiuti, da utilizzare in ambito SISTRI, contenente false indicazioni; inserimento di un certificato di analisi falso nei dati da fornire al SISTRI; trasporto di rifiuti pericolosi senza la copia della Scheda SISTRI Area Movimentazione; utilizzo durante il trasporto di rifiuti di un certificato di analisi falso; trasporto di rifiuti con copia della Scheda SISTRI Area Movimentazione fraudolentemente alterata); 13

14 ( segue) Schema di decreto legislativo I reati ambientali inseriti tra i reati presupposto ex d.lgs. 231/2001 reato di cui all art. 279 d.lgs. 152/06 (ARIA: esercizio di uno stabilimento in assenza di autorizzazione alle emissioni in atmosfera o con autorizzazione scaduta, sospesa, revocata; effettuazione di una modifica sostanziale senza la preventiva autorizzazione; superamento dei valori limite di emissione; violazione delle prescrizioni autorizzatorie; esercizio di un impianto senza aver dato la preventiva comunicazione; omessa comunicazione dei dati relativi alle emissioni); reati previsti dalla Legge 7 febbraio 1992, n. 150 (protezione di specie animali e vegetali in via di estinzione e di animali pericolosi); reati previsti dall art. 3, comma 6, della legge 28 dicembre 1993, n. 549 (TUTELA OZONO); reati previsti dal d.lgs. 6 novembre 2007, n. 202 (inquinamento doloso e colposo provocato dalle navi) 14

15 ( segue) Schema di decreto legislativo Sanzioni pecuniarie ex d.lgs. 231/2001 Il Governo ha inteso suddividere tutte le condotte in tre classi di gravità ed ha calibrato le sanzioni pecuniarie in relazione alle stesse. In particolare ha previsto: (i) la sanzione pecuniaria sino a 250 quote 1, per i reati sanzionati con l ammenda ovvero con la pena dell arresto sino ad 1 anno alternativa o congiunta a quella dell ammenda ovvero con la pena dell arresto sino a 2 anni alternativa alla pena pecuniaria (es. emissioni in atmosfera in assenza di autorizzazione art. 279); (ii) la sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote, per i reati sanzionati con la reclusione sino a 2 anni ovvero con la pena dell arresto sino a 2 anni sola a congiunta a quella dell ammenda (es. gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi art. 256, 1^ comma lett. b)); (iii) la sanzione pecuniaria da 200 a 300 quote, per i reati sanzionati con la reclusione sino a 3 anni ovvero con la pena dell arresto sino a 3 anni (es. discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi art. 256, comma 3, secondo periodo); Per il solo reato previsto dall art. 260 del d.lgs. 152/2006 ( Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti ) in ragione del particolare rigore del trattamento sanzionatorio ha previsto la sanzione pecuniaria da 300 a 500 quote, per il caso previsto dal comma 1, e da 400 a 500 quote per il caso previsto dal comma 2 (rifiuti ad alta radioattività). 1 Valore quota: variabile da un minimo di Euro 258,00= ad un massimo di Euro 1.549,00= 15

16 ( segue) Schema di decreto legislativo Sanzioni interdittive ex d.lgs. 231/2001 Lo schema di decreto legislativo prevede inoltre l applicazione delle sanzioni interdittive di cui all art. 9, comma 2, del d.lgs. 231/01 (interdizione dall esercizio dell attività, sospensione o revoca delle autorizzazioni, delle licenze o delle concessioni funzionali alla commissione dell illecito, divieto di contrarre con la pubblica amministrazione, esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi, divieto di pubblicizzare beni o servizi) in caso di condanna per uno dei seguenti reati: (i) art. 137, commi 2, 5, secondo periodo e 11 d.lgs. 152/06 (scarico non autorizzato con riferimento alle sostanze pericolose indicate nelle Tabelle 3/A e 5 dell Allegato 5; superamento dei valori limite tabellari fissati per le sostanze indicate nella Tabella 3/A dell Allegato 5; violazione del divieto di scarico sul suolo e di scarico di acque termali); (ii) art. 256, comma 3, secondo periodo d.lgs. 152/06 (discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi); (iii) art. 260 d.lgs. 152/06 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti); (iv) artt. 8 e 9, comma 2, d.lgs. 202/07 (inquinamento doloso provocato dalle navi ovvero colposo con danni permanenti o di particolare gravità alla qualità delle acque o a specie animali o vegetali) per una durata non superiore a 6 mesi 16

17 ( segue) Schema di decreto legislativo Sanzione dell interdizione definitiva Viene altresì previsto che Se l'ente o una sua unità organizzativa vengono stabilmente utilizzati allo scopo unico o prevalente di consentire o agevolare la commissione dei reati di cui all articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 [n.d.r. attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti ], e all articolo 8 del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 202 [n.d.r. inquinamento doloso provocato dalle navi], si applica la sanzione dell'interdizione definitiva dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'articolo 16, comma 3, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n

18 Il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e delle associazioni anche prive di personalità giuridica Introduce nel sistema giuridico italiano una forma di responsabilità degli ENTI per i reati commessi da soggetti ad essi appartenenti La responsabilità della persona giuridica è aggiuntiva e non sostitutiva di quella delle persone fisiche che resta regolata dal diritto penale comune (cfr. Cass. Pen., S.U., n ) 18

19 Natura della responsabilità AMMINISTRATIVA definizione data dalla legge sanzioni di carattere amministrativo RESPONSABILITÀ (sostanzialmente) PENALE accertamento nel processo penale rinvio alle norme processuali penali (art. 34) Ad onta del nomen juris la nuova responsabilità, nominalmente amministrativa, dissimula la sua natura sostanzialmente penale (cfr. Cass. pen., sez. III., , n. 3615, in Cass. pen., 2007, p. 74) 19

20 La disciplina Presupposti della responsabilità La legge prevede la responsabilità da reato degli enti, a titolo di illecito amministrativo, qualora ricorrano i seguenti presupposti (art. 5): 1. il reato commesso sia compreso tra quelli per i quali è prevista questa responsabilità; 2. il reato sia stato commesso da: a) persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso (soggetti apicali ); b) persone sottoposte alla direzione o vigilanza di uno dei soggetti apicali; 3. il reato sia stato commesso nell interesse dell ente o a suo vantaggio; 4. il reato non sia stato commesso nell esclusivo interesse di chi ha agito o di terzi. 20

21 Come può dimostrare la società di non essere colpevole? 1. Aver adottato ed attuato un efficace MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE e CONTROLLO. 2. Aver istituito un ORGANISMO DI VIGILANZA (OdV) interno all Ente che abbia compiti di iniziativa e di controllo sulla efficacia del modello e che sia dotato di piena autonomia nell esercizio della supervisione e del potere disciplinare. REATO COMMESSO DA SOGGETTI APICALI L ente si libera della responsabilità se prova che modello efficace nel prevenire i reati della stessa specie di quello commesso; modello attuato; istituzione di un OdV autonomo che abbia vigilato; volontaria e consapevole violazione o non osservanza dei modelli atti a prevenire la commissione dei reati. 21

22 ( segue) Come può dimostrare la società di non essere colpevole? L ente si libera della responsabilità se prova che modello efficace nel prevenire i reati della stessa specie di quello commesso; modello attuato; istituzione di un OdV autonomo che abbia vigilato. 10

23 La prevenzione dei reati ambientali In attesa di conoscere il testo definitivo del decreto delegato che verrà ad ampliare il novero dei reati presupposto ex d.lgs. 231/01 ai reati ambientali, si osserva in ogni caso - come il rischio di commissione di illeciti ambientali penalmente rilevanti da parte di soggetti facenti parte di un organizzazione aziendale rende altamente consigliabile per l imprenditore l adozione in via preventiva di adeguati presidi che consentano un adeguato monitoraggio del rischio ambientale e la conseguente gestione dello stesso Sistema di Gestione Ambientale (SGA) implementare un SGA significa realizzare un impostazione gestionale complessiva delle tematiche ambientali che consente all impresa di affrontarle in modo globale, sistematico, coerente, integrato e nell ottica del miglioramento continuo della prestazioni ambientali 23

24 ( segue) La prevenzione dei reati ambientali L ente è gravato da un dovere di auto-organizzazione, rivolto alla prevenzione del rischio-reato A livello preliminare, è importante quindi che l impresa: consideri una propria politica ambientale, appropriata alla natura ed alla dimensione dell azienda, da comunicare a tutti coloro che lavorano per l azienda (anche a livello di collaboratori esterni), tale da rappresentare se resa pubblica il biglietto da visita ambientale dell impresa; proceda ad una attività di pianificazione che una volta individuati gli aspetti ambientali di maggior rilievo (anche per macrocategorie, es. emissioni, scarichi, rifiuti prodotti,.) permetta di identificare le prescrizioni normative applicabili nonché adeguati obiettivi, possibilmente misurabili e comunque coerenti con la politica ambientale definita dall azienda; 24

25 ( segue) La prevenzione dei reati ambientali predisponga una griglia capillare di soggetti garanti, collocati nelle diverse fasi del processo decisionale e produttivo, cui devono essere ovviamente assegnate le risorse ed i poteri necessari al mantenimento del sistema delineato; definisca un sistema procedurale (seppur minimale ma adeguato alla propria realtà dimensionale) che tenuto conto delle attività sensibili a significato impatto ambientale descriva come devono articolarsi i processi aziendali, precisando chi fa che cosa tra le diverse unità, funzioni e reparti coinvolti, a garanzia della conformità aziendali ai requisiti di legge; definisca idonee procedure di registrazione (al fine della tracciabilità di ogni operazione, sì da risultare individuabile, verificabile, trasparente e non alterabile) e di informazione; preveda degli strumenti di verifica e controllo sul corretto funzionamento del SGA (seppur embrionale) e sul rispetto dello stesso, con conseguente previsione di un sistema disciplinare cui ricorrere in caso di inosservanza alle disposizioni aziendali ed alle procedure di sistema. 25

26 ( segue) La prevenzione dei reati ambientali In conclusione l implementazione di un sistema gestionale (che di fatto costituisce la base e la sostanza del modello organizzativo ex d.lgs. 231/01) non solo consente all impresa un più attento monitoraggio della normativa ambientale (e quindi una valida attività di prevenzione rispetto ai reati ambientali normativamente previsti) ma - altresì - agevola l ente nella difesa della persona fisica facente parte dell organizzazione, in caso di imputazione innanzi al Giudice penale. 26

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