Il rischio incendio è uno dei maggiori rischi per il luogo di lavoro
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- Rossana Brunetti
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1 Prevenzione incendi
2 Il rischio incendio è uno dei maggiori rischi per il luogo di lavoro
3 Principale legislazione D.M. 10/03/98 D.M. 18/09/02 D.Lgs 81/08 D.P.R. 151/11 Decreto
4 D.M. 10/03/98 Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro
5 Decreto 18/9/2002 La pubblicazione del Decreto 18/9/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione la costruzione e l esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private accomuna nei criteri di approccio le varie strutture sanitarie esistenti, raggruppandole in tre categorie: ospedaliere (art.1 comma a D.M. 18/9/2002) di ricovero (art.1 comma b D.M. 18/9/2002) ambulatoriali (art.1 comma c D.M. 18/9/2002)
6 D.P.R. 151/11 - Rinnovo CPI Un'altra importante novità riguarda le periodicità dei rinnovi dei CPI: le scadenze dei rinnovi sono tutte portate a cinque anni, tranne che per le attività di cui ai numeri 6, 7, 8, 64, 71, 72 e 77 dell Allegato I al decreto per le quali la scadenza è portata a dieci anni.
7 Decreto Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui al decreto Interventi progressivi di adeguamento ai requisiti di sicurezza con l adozione di misure compensative. Queste man mano che avanzeranno i lavori di adeguamento si ridurranno
8 Le principali cause d incendio
9 Interventi dei VV.F. per incendi negli ospedali
10 Fasce orarie incendi in ospedale
11 Principi della combustione La combustione è una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, gas, fumi ect.
12 L incendio Le condizioni necessarie per avere una combustione sono: presenza di combustibile; presenza di comburente; presenza di un innesco
13 Classificazione dei fuochi
14 Prodotti della combustione I prodotti della combustione si suddividono in 4 categorie: gas e vapori fiamme fumo calore
15 Gas di combustione Ossido di carbonio Gas molto tossico Si sviluppa in carenza di ossigeno Caratteristiche incolore inodore non irritante
16 Gas di combustione Gas asfissiante Anidride carbonica Si sviluppa in presenza di un incendio Caratteristiche incolore inodore non irritante
17 Gas di combustione Gas tossico Acido cianidrico Si sviluppa per combustione di lana, seta, resine acriliche Possiede odore caratteristico delle mandorle amare
18 Gas di combustione Gas tossico Fosgene Si sviluppa per combustione di materiale contenente cloro Il fosgene a contatto con l acqua si scinde in CO2 e Cl estremamente caustico
19 Effetti del calore L irraggiamento genera ustioni sull organismo umano che possono essere classificate a seconda della loro profondità in: ustioni di I grado superficiali - facilmente guaribili ustioni di II grado - formazione di bolle e vescicole consultazione struttura sanitaria ustioni di III grado profonde - urgente ospedalizzazione
20 Colore della fiamma
21 DEFICIENZE DI OSSIGENO
22 Principali parametri fisici della combustione La combustione è caratterizzata da numerosi parametri fisici e chimici, i principali sono: temperatura di accensione o autoaccensione temperatura di infiammabilità limiti di infiammabilità
23 Temperatura di accensione o autoaccensione E la temperatura minima alla quale un combustibile in miscela con l aria, inizia spontaneamente a bruciare: legno 220 C benzina 250 C acetone 540 C gasolio 220 C
24 Temperatura di infiammabilità E la temperatura minima alla quale i liquidi combustibili evaporano in quantità tale da incendiarsi in caso di innesco: legno 200 C Benzina - 18 C acetone -18 C alcool etilico 13 C gasolio 65 C
25 Campo di infiammabilità Con limiti di infiammabilità o campo di infiammabilità si intende la concentrazione in percentuale massima e minima di un vapore di un liquido che in presenza di comburente e innesco può prendere fuco.
26 Campo di infiammabilità
27 Energia di accensione Energia richiesta per portare il combustibile alla sua temperatura di accensione in presenza di aria Innesco Elemento che a contatto con la miscela infiammabile determina l avvio della reazione di combustione (fiamma scintilla ecc.)
28 Temperature di alcune fiamme Sigaretta da 200 a 400 C Fiammifero 1000 C Scintille da 600 a 1000 C
29 Flashover
30 Classificazione liquidi infiammabili Categoria A liquidi aventi punto di infiammabilità inferiore a 21 C Categoria B liquidi aventi punto d infiammabilità compreso tra21 C e 65 C Categoria C liquidi aventi punto d infiammabilità compreso tra65 C e 125 C
31 Classificazione dei gas GAS LEGGERO Gas avente densità rispetto all aria inferiore a 0,8 (idrogeno, metano, etc.) Un gas leggero quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare verso l alto. GAS PESANTE Gas avente densità rispetto all aria superiore a 0,8 (GPL, acetilene, etc.) Un gas pesante quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare ed a permanere nella parte bassa.
32 Progetto di sicurezza Prevenzione incendi Misure di prevenzione Misure di protezione Misure precauzionali Protezioni attive Protezioni passive
33 Le misure di prevenzione Le misure di prevenzione consistono nell attuare tutte quelle misure, provvedimenti e accorgimenti atti a ridurre le PROBABILITA dell insorgere dell incendio
34 Le misure di prevenzione Realizzare un impianto elettrico a regola d arte norme CEI Collegare a terra impianti, strutture e serbatoi L adozione di dispositivi di sicurezza sugli impianti Verificare la necessità di installare attrezzature parafulmine Utilizzazione di materiali incombustibili; Ventilazione dei locali; Istruzione dei lavoratori sulla sicurezza; Segnaletica di Sicurezza;
35 Misure precauzionali L obiettivo principale dell adozione di misure precauzionali di esercizio è quello di permettere, attraverso una corretta gestione, di non aumentare il livello di rischio reso a sua volta accettabile attraverso misure di prevenzione e di protezione.
36 Misure precauzionali Le misure precauzionali di esercizio si realizzano attraverso: Analisi delle cause di incendio più comuni Informazione e Formazione antincendio Controlli degli ambienti di lavoro e delle attrezzature Manutenzione ordinaria e straordinaria
37 Misure precauzionali Il Personale deve adeguare i propri comportamenti ponendo particolare attenzione ai punti sotto riportati: deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili; utilizzo di fonti di calore; impianti ed apparecchi elettrici; divieto fumo; rifiuti e scarti combustibili; aree non frequentate; rischi legati a incendi dolosi;
38 Misure di protezione Le misure di protezione consistono nel mettere in atto tutte quelle misure, provvedimenti ed accorgimenti atti a limitare le CONSEGUENZE di un incendio e possono essere passiva o attiva.
39 Misure di protezione passive La PROTEZIONE PASSIVA è l insieme delle misure di protezione che hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell incendio nello spazio e nel tempo.
40 Misure di protezione passive Sono conseguibile attraverso i seguenti provvedimenti: Compartimentazioni tagliafuoco Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d incendio Sistema di vie d uscita commisurato al massimo affollamento ipotizzabile dell ambiente di lavoro ed alla pericolosità delle lavorazioni Sistemi di ventilazione Adozione di materiali certificati ai fini della reazione al fuoco
41 Compartimentazione La compartizione consiste nella realizzazione di barriere antincendio, ovvero di elementi strutturali muri, porte tagliafuoco, solai etc. che hanno la funzione di impedire la propagazione degli incendi all'interno dell'edificio.
42 Compartimentazioni D.M Le strutture sanitarie devono essere progettate in modo da circoscrivere e limitare la propagazione di un eventuale incendio. A tal fine devono essere osservate le prescrizioni di seguito indicate. - Le aree di tipo C aree destinate a prestazioni medico-sanitarie di tipo ambulatoriale (ambulatori, centri specialistici, centri di diagnostica, consultori, ecc.) in cui non e' previsto il ricovero; devono essere suddivise in compartimenti, distribuiti sul medesimo livello, di superficie singola non superiore a m2.
43 Compartimentazioni D.M Le strutture sanitarie devono essere progettate in modo da circoscrivere e limitare la propagazione di un eventuale incendio. A tal fine devono essere osservate le prescrizioni di seguito indicate. -Le aree di tipo D aree destinate a ricovero in regime ospedaliero e/o residenziale nonche' aree adibite ad unita' speciali (terapia intensiva, neonatologia, reparto di rianimazione, sale operatorie, terapie particolari, ecc.); devono essere suddivise in compartimenti, distribuiti sul medesimo livello, di superficie singola non superiore a m2.
44 Porta REI Sulle porte è riportato la scritta REI accompagnato da un numero che indica: R - stabilità E - tenuta I - isolamento termico
45 Resistenza al fuoco dei materiali
46 Compartimentazione
47 Compartimentazione
48 Impianti di climatizzazione
49 Vie d esodo La lunghezza delle vie d'uscita al piano è il percorso di esodo, misurato a partire dalla porta di ciascun locale e non puo' essere superiore a: 40 m per raggiungere un'uscita su luogo sicuro o su scala di sicurezza esterna; 30 m per raggiungere un'uscita su scala protetta.
50 Vie d esodo Per le aree tipo D deve essere possibile partendo da un qualsiasi punto raggiungere un compartimento protetto, con percorso non superiore a 30 m Sonno ammessi corridoi ciechi di lunghezza non superiori a 15 m
51 Scala di sicurezza esterna. Scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato servito, munita di parapetto regolamentare e di altre caratteristiche stabilite dalla norma.
52 Luogo sicuro. Spazio separato da altri compartimenti mediante spazio scoperto o filtri a prova di fumo - avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone
53 Scala protetta. Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto da ogni piano, con porte REI dotate di congegno di autochiusura.
54 Misure di protezione attive La PROTEZIONE ATTIVA è l insieme delle misure di protezione che richiedono l intervento umano o l azionamento di un impianto finalizzati alla rapida rilevazione dell incendio, alla segnalazione ed all azione di spegnimento dello stesso attraverso.
55 Misure di protezione attive Sono attuabili attraverso l installazione di: Estintori portatili e carrellati Rete idrica antincendio Impianti di rilevazione automatica dell incendio Impianti di spegnimento automatici Dispositivi di segnalazione e d allarme Evacuatori di fumo e calore
56 Rete idrica antincendio
57 Evacuatori di fumo e calore
58 Rilevatori automatici d incendio I rivelatori di incendio possono essere classificati in base al fenomeno chimico-fisico rilevato in rilevatori : di calore di fumo (a ionizzazione o ottici) di gas
59 Estintori Gli estintori sono i mezzi di primo intervento e servono a spegnere i principi di incendio.
60 Estintori Gli estintori sono: A polvere A CO2 A schiuma A Halon
61 Azioni estinguenti Azione di raffreddamento Si agisce sulla temperatura del combustibile sottraendo calore al combustibile e portandolo ad una temperatura inferiore alla sua temperatura di combustione ( H2O, CO2)
62 Azioni estinguenti Azione di soffocamento Consiste nell eliminazione del contatto diretto fra combustibile e comburente ( polvere, schiuma, CO2)
63 Azioni estinguenti Azione chimica Si utilizzano agenti che esercitano una qualche azione inibente nei confronti delle reazioni di combustione( Halon)
64 Etichetta
65 Estintori a polvere Agiscono per soffocamento Fuochi di tipo A,B,C Struttura in lamiera Manometro Verifica semestrale per carica Verifica triennale per struttura
66 Estintori a CO2 Agiscono per soffocamento e raffreddamento Fuochi di tipo B,C Bombola Diffusore Verifica semestrale per carica Verifica quinquennale per struttura
67 Corretto impiego degli estintori Dirigere il getto con il vento alle spalle Iniziare l operazione di spegnimento sempre dal basso Se si opera in due non superare mai l anglo di 90 fra gli operatori lance componenti terminali di una rete e servono ad erogare acqua a getto pieno o frazionato
68 Errato impiego degli estintori Non dirigere il getto dell estintore conto vento Non dirigere il getto sulla parte alta del principio di incendio In caso di incendio di un liquido non dirigere il getto direttamente sul liquido
69 Coperta antifiamma Agisce per soffocamento
70 Tipologia di idranti Idranti a muro Idranti a pavimento Naspo Manichetta Soprasuolo Sottosuolo
71 Naspi Agisce per raffreddamento e soffocamento
72 Idranti a manichetta Agisce per raffreddamento e soffocamento
73 Idranti a colonna soprassuolo E una colonna in ghisa di colore rosso collegato alla rete idrica
74 Idranti a colonna sottosuolo E costituito da un idrante interrato collegato alla rete idrica
75 Impianti di spegnimento automatico Tali impianti possono classificarsi in base alle sostanze utilizzate per l azione estinguente: Impianti ad acqua SPRINKLER (ad umido, a secco, alternativi, a preallarme, a diluvio etc.); Impianti a schiuma; Impianti ad anidride carbonica; Impianti ad argon, halon ecc;
76 Impianti di spegnimento automatico Tipi di impianto Ad umido l impianto è permanentemente riempito d acqua A secco l impianto viene alimentato attraverso l apertura di una valvola solo al momento dell intervento A diluvio impianti con sprinklers aperti alimentati da una valvola
77 Rete idrica E costituita da: manichette tubazioni flessibili rivestite internamente in gomma con filettatura estremità maschio
78 La gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro
79 Emergenza Per emergenza si intende una qualsiasi situazione nell ambito della quale, indipendentemente dalle cause che l hanno generata, vengono a mancare parzialmente o totalmente le condizioni di sicurezza delle persone a qualsiasi titolo presenti.
80 Piano di emergenza Contiene le misure straordinarie, procedure e azioni, da attuare al fine di fronteggiare e ridurre i danni derivanti da eventi pericolosi per i lavoratori (e le altre persone eventualmente presenti)
81 Destinatari delle disposizioni Tutte le figure con ruolo attivo nell emergenza. Tutti i dirigenti e i preposti. Tutti i dipendenti in attività presso la struttura. ( imprese esterne)
82 Responsabile Gestione Emergenza R.G.E. E individuato nel Direttore di Presidio o suo delegato (Medico del Pronto Soccorso) il quale a sua volta viene sostituito (notturno e festivi) dal Medico di Guardia Interdivisionale o dal Medico di Guardia.
83 Centro gestione Emergenza C.G.E. E individuato nel centralino portineria o altre strutture in funzione del P.d.E.
84 Addetti all emergenza ADDETTI ALL EMERGENZA si distinguono fra - personale sanitario (AE s) - personale della manutenzione (AE t) Personale tutto formato per la lotta antincendio ed evacuazione
85 Responsabile di U.O. Nel normale orario di lavoro è il Responsabile di Unità Operativa, che ricopre tale funzione contestualmente alla normale attività di lavoro. La presenza di questa figura è però garantita durante tutto l arco della giornata con il passaggio di consegne al medico
86 N telefonici per l attivazione emergenza Presidi OLTREPO Presidi LOMELLINA Voghera Vigevano Varzi Mortara Stradella Mede Broni Casorate 20286
87 Segnaletica di sicurezza
88 La segnaletica di sicurezza Fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, a seconda dei casi, può essere un cartello, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale;
89 Segnali di divieto E un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo;
90 Segnale di avvertimento E un segnale che avverte di un rischio o pericolo;
91 Segnale di prescrizione E un segnale che prescrive un determinato comportamento;
92 Segnaletica antincendio E un segnale che fornisce indicazioni relative mezzi antincendio
93 Segnaletica antincendio E un segnale che fornisce indicazioni relative all emergenza ed evacuazione
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