Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie. Scheda regionale TOSCANA

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1 Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie Strumenti a supporto della programmazione integrata Scheda regionale TOSCANA Analisi del fenomeno migratorio a livello territoriale Aggiornamento Novembre 2016

2 Sommario Premessa Dati demografici e flussi migratori Flussi non programmati Le giovani generazioni Il mercato del lavoro Il sistema di welfare Politiche per l inclusione socio-lavorativa Nota metodologica di 19

3 Premessa La presente scheda vuole essere uno strumento di analisi sintetica del contesto regionale, che si pone come obiettivo prioritario quello di osservare e descrivere il panorama migratorio che interessa lo specifico territorio, evidenziando, in particolare, attraverso una serie di dimensioni che attestano la strutturalità del fenomeno, le dinamiche relative alla presenza ed ai percorsi di inserimento socio-lavorativo dei cittadini stranieri (comunitari e non comunitari): Incidenza sulla popolazione autoctona Trend evolutivi della popolazione Distribuzione geografica e per nazionalità di provenienza della presenza Tipologie di soggiorno Presenza nel mercato del lavoro Inserimento nei percorsi di istruzione e formazione Accesso al sistema di welfare e tutele sociali Politiche attive e percorsi di integrazione sociale che indicano la tendenza all insediamento stabile Nel Report regionale si dà conto, pertanto, di: 1. dati demografici e flussi migratori, in termini di presenza complessiva, per genere e classe di età, province e comuni di insediamento, principali nazionalità di riferimento, tipologie del soggiorno; i dati relativi alla sezione socio-demografica sono aggiornati al 1 gennaio 2016, ultimo aggiornamento dei dati Istat sia di stock sia di flusso disponibile in merito alla popolazione non comunitaria. 2. Flussi non programmati, ovverosia minori stranieri non accompagnati, richiedenti e titolari di protezione; 3. le caratteristiche della presenza delle giovani generazioni, soprattutto nei percorsi di istruzione e formazione e relativamente al fenomeno dei NEET e della condizione occupazionale dei giovani under la condizione occupazionale, con particolare rilievo alla segmentazione per genere e classi di età, ai settori di attività economica, ai profili professionali e reddituali (per i soli lavoratori dipendenti), ai livelli di istruzione, alle tipologie contrattuali; nell analisi della presenza nel mercato del lavoro vengono considerate, inoltre, le assunzioni e le cessazioni relative al lavoro dipendente; 5. gli interventi di welfare in relazione al sistema previdenziale, assistenziale, ai trasferimenti monetari alle famiglie e alle misure di sostegno e tutela del reddito dei lavoratori (sistema degli ammortizzatori); 3 di 19

4 6. alcune dimensioni proprie delle Politiche per l inclusione socio-lavorativa e di integrazione che segnano la tendenza alla stabilizzazione: accesso ai servizi pubblici del lavoro, durata della disoccupazione, partecipazione a corsi di formazione regionali, accesso alla cittadinanza, matrimoni, rimesse, associazionismo. A chiusura della scheda è riportata una nota metodologica nella quale sono evidenziate le diverse fonti, di natura sia statistica sia amministrativa, ascrivibili ai soggetti istituzionali competenti in materia. 4 di 19

5 1. Dati demografici e flussi migratori 1 Gli stranieri residenti in Toscana al 1 gennaio 2016 sono , lo 0,2% in più rispetto all anno precedente ( ), variazione in linea con il dato medio nazionale. Rappresentano il 31% degli stranieri residenti nell area Centro ed il 7,9% degli stranieri residenti in Italia. Figura 1. Dato (in valori assoluti) relativo alla presenza di cittadini stranieri residenti su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat L incidenza sulla popolazione Regionale è pari al 10,6% (su base nazionale questo rapporto è pari all 8,3%). Quasi un terzo della popolazione straniera residente in Regione vive nella provincia di Firenze ( ), con un incidenza sulla popolazione cittadina del 12,7%. Seguono Pisa e Prato, entrambe con una presenza in valori assoluti di poco superiore alle unità, ma con un incidenza rispettivamente del 9,6% e del 16%. Anche a Siena e ad Arezzo l incidenza della popolazione straniera è superiore alla media regionale (11,1% e 1 Popolazione straniera (Comunitari/Non Comunitari) residente al 1 gennaio 2015 Fonte Istat; Nuovi Ingressi popolazione Non Comunitaria nel 2014 Fonte Istat. 5 di 19

6 18,8%), mentre la provincia in cui pesa meno la presenza straniera è Massa-Carrara (6,9%). La componente femminile è maggioritaria in tutte le province (53,9% la media regionale). La cittadinanza maggiormente rappresentata è la rumena ( residenti, il 21,2% degli stranieri residenti in Toscana). Seguono albanesi (16,8%) e cinesi (11,6%). Confrontando la composizione per cittadinanza a livello regionale e nazionale, inoltre, appare particolarmente significativa la presenza delle comunità cinese (il 17% dei cinesi in Italia), albanese (il 14,2% degli albanesi in Italia) e senegalese (l 11,9% dei senegalesi in Italia). Figura 2. Quota (in valori percentuali) degli stranieri residenti in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat La sola componente non comunitaria è costituita da persone (l 83,6% degli stranieri residenti in Regione), con una variazione del -0,1% rispetto all anno precedente. Anche in questo caso la distribuzione su base provinciale conferma la preponderanza di Firenze con individui ed un incidenza sulla popolazione residente pari al 10,4%. Tuttavia si segnala una variazione nell area fiorentina pari a -4,8% rispetto all anno precedente. E certamente il territorio di Prato quello su cui impatta maggiormente la componente extra Ue: nel corso del 2015, infatti, i permessi di soggiorno registrati a livello provinciale sono stati , il 23,3% della popolazione residente sul territorio 6 di 19

7 provinciale 2. Si segnala infine che nella provincia di Lucca tra il 2015 ed il 2016 c è stata una variazione del +6,7% della presenza extra Ue. Tra gli stranieri non comunitari - una popolazione giovane in cui i minorenni rappresentano il 23,7% ed il 18,9% ha tra i 18 ed i 29 anni - risulta piuttosto equilibrata la composizione di genere (48,5% donne, 51,5% uomini). Il 57,1% dei cittadini non comunitari sono, inoltre, celibi/nubili. Il continente di provenienza del maggior numero di stranieri extra Ue presenti in Regione è l Asia (37,1%, in valori assoluti), cui seguono Europa (32,9%) e Africa (21,4%). La Cina e l Albania sono i due Paesi più rappresentati, entrambi con circa 70mila unità; terzo il Marocco (32.954). La comunità cinese arriva a rappresentare, nella provincia di Prato, il 66,7% degli extra Ue, mentre a Pistoia gli albanesi rappresentano il 49,8% dei non comunitari. Tra le 10 cittadinanze più rappresentate sul territorio regionale, quelle in cui prevale la componente femminile sono l ucraina (80,3%), la peruviana (58,9%) e la filippina (55,6%). Estremamente significativa la presenza maschile nelle comunità senegalese (76,7%) e pakistana (74,1%). Figura 3. Dato (in valori assoluti) relativo alla presenza di cittadini non comunitari su base comunale. Elaborazione Italia Lavoro su dati Istat 2 Questa anomalia è spiegabile a partire dalla natura diversa dei dati raccolti da Istat in relazione alla popolazione straniera (residenza) ed extra Ue (permessi di soggiorno). 7 di 19

8 I dati sui permessi di soggiorno evidenziano il consolidarsi di una immigrazione di popolamento. Tra i titolari di permesso di soggiorno, il 59,2% è lungo soggiornante ( ), incidenza in aumento rispetto al 2015 del 4,2% e al 2014 del 10,9%. Dei cittadini extra Ue che hanno un permesso a scadenza, invece, il 48,5% soggiorna per lavoro (per il 59,7% dei casi si tratta di uomini) ed il 37,5% per famiglia (in questo caso prevale la componente femminile con il 59,5%). I permessi di soggiorno riconducibili a qualche forma di protezione, nazionale o internazionale, sono 9.213, rappresentano il 6,8% del totale e riguardano nell 87,1% dei casi uomini. Analizzando i dati relativi al biennio si nota un calo dei permessi per lavoro (-8,7%) e per famiglia (-4,3%) ed un forte aumento di quelli per asilo/umanitari (+142,2%). Figura 4. Quota (in valori percentuali) dei cittadini non comunitari in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Elaborazione Italia Lavoro su dati Istat Nell ultimo triennio ( ) gli ingressi di cittadini non comunitari sono diminuiti, attestandosi nel corso del 2015 a ; rispetto all annualità precedente si assiste ad una variazione del -9,8% ( in valori assoluti), rispetto al 2013 la variazione è pari a -11,6%. Nella maggior parte dei casi i nuovi permessi di soggiorno rilasciati hanno durata 8 di 19

9 pari o inferiore ai 6 mesi (38,7%), mentre il 33% ha durata tra i 6 e i 12 mesi ed il 28,3% ha durata superiore ai 12 mesi. Si tratta di ingressi per la maggior parte di uomini (56%), provenienti prevalentemente da Cina e Albania. Sono stati il 39,9% (a fronte del 44,8% su base nazionale) i nuovi permessi di soggiorno rilasciati per ricongiungimento familiare, mentre per il 5% si tratta di ingressi per lavoro (in Italia, invece, gli ingressi per lavoro sono stati il 9,1%). Oltre il 55% è legato ad altri motivi (tra cui i nuovi permessi per protezione internazionale o umanitaria). 2. Flussi non programmati 3 In Italia nel 2015 hanno fatto ingresso cittadini non comunitari; di questi, riguardano ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari), pari al 28,2% del totale. In regione, invece, gli ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari) nel 2015 sono stati (di cui uomini), pari al 7,7% del totale nazionale, con una prevalenza delle nazionalità nigeriana, pakistani e senegalesi. Sono , al 31 ottobre 2016, in Italia i minori stranieri non accompagnati accolti nelle strutture autorizzate/accreditate, con una variazione del +77% rispetto al mese di agosto 2015 (8.944 presenze). Nello stesso periodo i MSNA presenti in Toscana sono passati da 432 a 568. Pur essendo aumentati in valori assoluti di oltre 130 presenze, pari ad una variazione del +31%, la distribuzione percentuale a livello territoriale sul complessivo nazionale è scesa dal 4,8 al 3,6%, che ne fa la decima regione per presenze in Italia. A livello nazionale, inoltre, le strutture di accoglienza autorizzate/accreditate censite nella Banca Dati della Direzione Generale dell immigrazione e delle politiche di integrazione sono pari a e di queste 52 sono presenti in Toscana, pari al 3,9% delle strutture totali, in coerenza con il numero di MSNA presenti nel territorio. Gli stranieri alloggiati in strutture di accoglienza in Regione al 18 ottobre 2016 rappresentano il 7% del totale nazionale e sono (+47% rispetto a giugno 2016), prevalentemente inseriti in strutture temporanee (11.216, pari al 93% degli accolti sul territorio regionale e all 8,8% degli immigrati presenti in strutture temporanee su base nazionale). Gli ospiti dei centri Sprar sono 842 (il 3,7% degli ospiti Sprar complessivamente intesi). A Firenze è presente una Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che nel corso del 2015 ha analizzato domande di protezione. Il 3 Minori stranieri non accompagnati Fonte MLPS, giugno 2016; Cittadini stranieri accolti Fonte M.Int., 30 giugno di 19

10 riconoscimento in prima istanza di qualche forma di protezione, internazionale o umanitaria, ha interessato il 22,9% dei richiedenti; specificamente, il 4,4% delle audizioni si è conclusa con il riconoscimento dello status di rifugiato, il 4,2% con il riconoscimento della protezione sussidiaria, il 14,1% con il riconoscimento della protezione umanitaria. 281 richiedenti (il 15,5% del totale) non hanno ottenuto alcuna forma di protezione perché risultati irreperibili. E inoltre attiva una Commissione nell area di Firenze/Perugia, che ha trattato, nel corso del 2015, istanze; il 26,7% delle audizioni ha avuto esito positivo. 3. Le giovani generazioni 4 Sono i nuovi nati stranieri in Toscana nel 2015, pari al 19,6% del totale dei nuovi nati in regione. Nell anno scolastico , la componente straniera è rappresentata da alunni (+2,4% rispetto all a.s. precedente) ed incide per il 13% sul totale degli studenti toscani, dato sensibilmente superiore alla media nazionale pari al 9,2%. Di questi, il 6,3% ha fatto ingresso per la prima volta nel sistema scolastico italiano proprio nell a.s (la media nazionale è pari al 5,2%). Il 56,4% di questi studenti è nato in Italia, incidenza che risulta ancora maggiore nella scuola dell infanzia (85,1%) e primaria (71%). I Comuni in cui, a livello regionale, la componente straniera raggiunge il più alto tasso di incidenza sono Prato (22,9%) e Campi Bisenzio (24%), che sono peraltro tra i Comuni con la più alta concentrazione di alunni stranieri in tutta Italia. La ripartizione per grado d istruzione vede i ragazzi stranieri distribuiti per il 20,2% nella scuola dell infanzia, per il 33,9% nella primaria, per il 21% nella secondaria di I grado e per il 25% in quella di II grado. Il percorso di scuola secondaria di II grado scelto dagli studenti stranieri è prevalentemente quello professionale (39,7%), mentre il 35% ha optato per il percorso tecnico (a livello nazionale queste percentuali si ribaltano: il 38,5% degli studenti frequenta un istituto tecnico, il 36,9% uno professionale) ed il 25,3% per il percorso professionale. Gli studenti stranieri sono originari prevalentemente dell Albania (24,6%, il 15% degli alunni albanesi presenti in Italia), della Romania (16,5%) e della Cina (12%, il 18,9% degli alunni cinesi presenti in Italia). La Toscana è infine la settima Regione italiana (la seconda, dopo il Lazio, dell area Centro) per numero di alunni rom, sinti e caminanti (788, il 6,3% sul totale nazionale). Con riferimento all anno scolastico , l Istat ha condotto una Indagine sull integrazione delle seconde generazioni da cui emerge che il 49,1% dei neo 4 Nuovi nati - Fonte Istat 2015; Scuola - Fonte MIUR, 2014/15; Università - Fonte MIUR, 2015/16; Neet - Fonte RCFL Istat, di 19

11 alunni stranieri nati all estero ha avuto un primo inserimento regolare nel sistema scolastico toscano. Questa percentuale aumenta nella scuola primaria (57,7%), mentre nella secondaria il 76,7% dei primi inserimenti registra un ritardo. Il 30,8% degli alunni stranieri, inoltre, ha dovuto ripetere uno o più anni scolastici. Il dato aumenta in relazione agli alunni stranieri nati all estero (37,2%), mentre tra i nati in Italia l incidenza (19,1%) è più vicina agli alunni di cittadinanza italiana (16,6%). Gli alunni stranieri che stanno concludendo il percorso di istruzione secondario, infine, dichiarano nel 34,3% dei casi che hanno intenzione di iscriversi all Università (tra gli italiani la percentuale si attesta al 41,4%), mentre il 47,7% è orientato al mondo del lavoro (tra gli italiani la percentuale scende al 34,4%). Gli studenti stranieri iscritti alle università in Toscana nell anno accademico sono 6.693, pari al 9,1% del totale degli iscritti stranieri nelle università italiane e al 5,9% degli studenti universitari in Regione (l incidenza degli iscritti stranieri al totale delle università italiane è pari al 4,4%); di questi, l 82,2% (5.503) sono cittadini extra Ue (il 4,9% degli studenti universitari in Toscana ed il 9,6% degli iscritti di cittadinanza non comunitaria a livello nazionale). L incidenza dei cittadini stranieri sulla popolazione universitaria regionale aumenta tra gli immatricolati nell ultimo anno accademico, attestandosi al 6,6%. Le studenti tra gli iscritti stranieri sono la maggioranza, pari al 60,9%, e le Università più frequentate sono Firenze (che raccoglie il 55% degli iscritti stranieri in Toscana) e Pisa (26,5%). L area di studio prevalente per i cittadini stranieri è quella sociale (37,1%), cui segue l area scientifica (30,2%). Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015) il tasso di occupazione dei giovani extra Ue (15-29 anni) è pari al 34,4%, mentre tra i giovani Ue sale al 42,8%; il tasso della popolazione nativa è pari al 33,4%. I giovani occupati extra Ue sono , in prevalenza uomini (57,3%); tra gli italiani l incidenza maschile per quanto ancora maggioritaria scende al 55,7%, mentre tra gli occupati Ue prevale la componente femminile (53,7%). Il tasso di disoccupazione tra i cittadini extra Ue di età compresa tra i 15 ed i 29 anni (31,4%) è sensibilmente superiore al dato relativo all analoga popolazione italiana (21,5%) e comunitaria (24,7%). Il bacino dei giovani inattivi stranieri è costituito da individui, di cui extra Ue; il tasso di inattività dei giovani non comunitari è quindi pari al 49,9%, sale al 57,5% tra gli italiani mentre scende al 43,2% tra i giovani Ue. Le persone in cerca, infine, sono tra i giovani extra Ue e tra i comunitari. Rispetto al totale dei giovani occupati, la fascia di età prevalente è anni (54,4% tra gli extra Ue, 88,2% tra gli Ue, 63,8% tra i nativi) 5. Si tratta in prevalenza di persone con un titolo di istruzione di scuola secondaria; si evidenzia tuttavia una differenza significativa tra i giovani occupati extra Ue - che posseggono titoli secondari di I grado nel 51,1% dei casi e di II grado nel 40% - e i comunitari, che per il 13,3% possiedono un titolo secondario di I grado e per il 67% di II grado. L istruzione terziaria è poco rappresentata 5 Alcuni dati contenuti nella seconda parte di questo sono ad alto rischio di non significatività per la natura campionaria della rilevazione RCLF-Istat. 11 di 19

12 tra i giovani extra Ue (3,4%), mentre tra i comunitari si attesta al 16,8% e tra gli italiani sale ancora al 18,3%. Si evidenzia una sostanziale corrispondenza tra questi dati e la categoria professionale di appartenenza dei giovani occupati. Il 35,1% dei lavoratori extra Ue è impiegato in Professioni non qualificate, il 38,6% sono Artigiani, operai specializzati ed agricoltori, mentre solo il 17,7% appartiene alle Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi ed l 1,3% sono Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche. Queste percentuali si ribaltano in riferimento ai giovani comunitari e nativi. Sono infatti Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche il 22,2% degli occupati italiani ed il 6,5% dei comunitari, ben rappresentati anche nelle Professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi (34% gli italiani, 60,1% i giovani Ue). Seguono poi Artigiani, operai specializzati e agricoltori (15,3% tra gli italiani, 10,8% tra i comunitari) ed infine le Professioni non qualificate (6,6% tra i nativi, 9,2% tra gli Ue). Il settore di impiego prevalente tra gli occupati extra Ue tra i 15 ed i 29 anni è quello degli Alberghi e ristoranti (22,3%), che impiega anche il più alto numero di giovani comunitari (29,9%). Segue, per i non comunitari, il Commercio (22,1%), che impiega anche il più alto numero di giovani italiani (22,8%), mentre il 20,1% dei giovani comunitari è occupato presso l Industria in senso stretto. Sono il 37% i giovani dipendenti comunitari che percepiscono un reddito mensile non superiore a 800 euro, percentuale che scende tra gli italiani (28,3%) e ancor più tra gli extra Ue (24,5%). I dipendenti di origine non comunitaria si collocano prevalentemente nella fascia di reddito tra gli 800 e i euro mensili (59,9%). In Toscana sono , i giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano né lavorano e rappresentano il 2,5% della popolazione, dato in diminuzione rispetto agli oltre 100mila NEET registrati nell anno precedente; del totale regionale, sono di origine straniera ( non comunitari, comunitari). In riferimento alla sola popolazione in età 15-29, quasi un giovane toscano su cinque è NEET (18,5%), mentre isolando la popolazione di origine straniera in regione tale rapporto sale ad uno su tre (34,3% per i comunitari e 31,8% per i non comunitari). I NEET stranieri presentano una distribuzione di genere marcatamente femminile (tra gli extra Ue il 68,2% donne, tra gli Ue le donne sono il 65,5%), nonostante nella popolazione corrispondente per origine e fascia di età la rappresentanza tra i generi sia sostanzialmente equilibrata. Per quanto riguarda le classi di età, i NEET stranieri si concentrano in particolare in quella più elevata (25-29 anni), sia per quanto concerne gli Ue (62,1%) che gli extra Ue (47,8%), mentre la fascia di età modale per i nativi è quella (44,7%). 12 di 19

13 4. Il mercato del lavoro 6 Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015), il tasso di occupazione della popolazione extra Ue (15-64 anni) è pari al 58%; un valore nettamente inferiore sia al dato regionale complessivo (64,8%) sia al tasso relativo alla componente comunitaria (67,1%). Gli occupati (15 anni e oltre) extra Ue sono , per il 56,6% uomini (dato sostanzialmente in linea con il valore regionale pari al 54,8%), mentre tra i cittadini stranieri di origine Ue il rapporto si inverte (le occupate rappresentano il 60,2%). Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) dei non comunitari è sensibilmente superiore al complessivo regionale (17,9% a fronte del 9,2%), più alto anche rispetto agli stranieri comunitari (16,8%). Il bacino degli inattivi stranieri (15 64 anni) è costituito da circa 82mila individui, di cui extra Ue (il 29,1% della popolazione di riferimento, valore in linea al complessivo regionale ma sovradimensionato rispetto al tasso di inattività della popolazione Ue pari al 19,2%). Le persone in cerca (15 anni e oltre), infine, sono oltre 41mila tra i cittadini Ue (13.308) ed extra Ue (28.196), in diminuzione di circa 2mila unità rispetto all anno precedente (il calo è da attribuire quasi interamente alla componente non comunitaria). Rispetto al totale degli occupati (15 anni e oltre), la coorte di età in cui si colloca la maggior parte deli lavoratori stranieri è quella anni (47,2% tra i comunitari e 48,4% tra i non comunitari), mentre con riferimento alla popolazione nativa pesa maggiormente la fascia di età (42,6%). Tra gli occupati extra Ue il 41,6% possiede un titolo di istruzione secondario di I grado ed il 5,5% ha concluso solo il ciclo dell istruzione primaria; tra i lavoratori Ue, invece, prevalgono i titoli di istruzione secondaria di II grado (60,6% a fronte del 32,4% degli extra Ue). Significativo il numero di coloro che, tra gli occupati non comunitari, non possiede alcun titolo di studio (7,2%, dato molto più alto rispetto alla media regionale pari all 1%). Il 13,2% degli occupati non comunitari ha, infine, un titolo di istruzione terziaria, a fronte del 15,6% dei lavoratori Ue e al 23,2% dei nativi. Il settore di impiego prevalente tra la popolazione straniera è quello dei Servizi collettivi e personali (27,2% tra gli extra Ue, 38,6% tra gli Ue), seguito dall Industria in senso stretto (14,2% tra gli extra Ue e 13,4% tra gli Ue) e da Alberghi e ristoranti (14,7% tra gli extra Ue e 10,6% tra gli Ue. Il 13,3% dei lavoratori non comunitari, inoltre, è impiegato nel Commercio, mentre tra gli stranieri di origine Ue è più rappresentato il settore delle Costruzioni (10,6%). 6 Mercato del Lavoro, Fonte RCFL Istat, media 2015; INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, 2015; C.O., Fonte Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie MLPS, di 19

14 Quasi un terzo degli occupati non comunitari trova impiego nella categoria professionale delle Professioni non qualificate (32,1%, percentuale che scende di 10 punti tra i lavoratori Ue e raggiunge il 6,1% tra i nativi). Tra i lavoratori comunitari, invece, sono le Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi quelle che risultano essere maggiormente rappresentate (30,8%, per altro la stessa percentuale registrata tra gli stranieri extra Ue). Oltre un quinto dei lavoratori stranieri (precisamente il 25% degli extra Ue e 23,4% degli Ue) sono inoltre Artigiani, operai specializzati e agricoltori. Risulta infine minoritaria la quota di Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche (12,3% tra i comunitari e 3,2% tra i non comunitari, a fronte del 36% degli italiani). L 81,6% dei lavoratori dipendenti non comunitari percepisce un reddito mensile inferiore ai euro (il 31,6% inferiore agli 800), mentre solo l 1,4% supera i euro mensili. Percentuali analoghe (per quanto più polarizzate) si registrano tra i dipendenti stranieri di origine Ue. La popolazione nativa, invece, si colloca con nettezza su classi di reddito maggiori. Tra i lavoratori extra Ue aumentano gli operai agricoli (da nel 2014 a nel 2015), in grande prevalenza uomini (84,8%). Si tratta del 22,9% dei dipendenti in agricoltura a livello regionale e dell 8,2% degli operai agricoli non comunitari impiegati a livello nazionale. Nel lavoro domestico si registra invece, nell ultimo biennio, un costante calo dei dipendenti non comunitari, che passano da nel 2013 a nel 2015 (-9,6%) e rappresentano il 42,9% dei dipendenti domestici toscani. I lavoratori parasubordinati in Toscana sono stati nel 2015, 182 in meno rispetto all anno precedente. Per quanto attiene al lavoro autonomo, si registra un aumento costante dei lavoratori extra Ue nell ultimo biennio. I commercianti (per il 70,7% uomini) passano dai del 2013 ai del 2015 (+16,5%), arrivando a rappresentare il 9,7% del totale regionale; gli artigiani aumentano di circa mille unità tra il 2013 ed il 2015 (+5,3%), raggiungendo la soglia dei 18mila (con un incidenza dell 11,9% sul totale regionale degli artigiani); gli agricoltori autonomi, infine, sono 311 nel 2015 (erano 299 nel 2013), per il 47,9% donne, pari all 1,1% del complessivo regionale. I titolari di imprese individuali nati in uno Stato estero all'interno della Regione sono , +3,8% rispetto al 2014; in particolare, gli imprenditori di origine comunitaria sono e gli extra Ue. Gli imprenditori individuali non comunitari presenti in Toscana rappresentano il 16,2% del totale degli imprenditori regionali ed il 9,9% dei titolari extra Ue di imprese individuali a livello nazionale. Dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie si rileva che, nel corso del 2015, i rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari sono stati (il 17,5% dei 637 mila 14 di 19

15 rapporti di lavoro attivati in Toscana). Si tratta prevalentemente di contratti a tempo indeterminato (48,8%) e determinato (45,1%), mentre tra lavoratori Ue e nativi prevalgono le attivazioni a tempo determinato (rispettivamente il 61,2% ed il 67,3%). La maggioranza della attivazioni che hanno interessato i lavoratori extra UE è nel settore dei Servizi (43,9%, dato che sale al 64,4% sul totale delle attivazioni in Regione), cui seguono Industria (34,4% 7, dato sensibilmente superiore al totale regionale pari al 17,7%) e Agricoltura (16,1%, mentre la media regionale scende al 10,3%). I rapporti di lavoro cessati nel , circa 30mila unità in meno rispetto alle attivazioni - hanno riguardato nel 17,2% dei casi lavoratori extra Ue ( in valori assoluti) e nell 8,4% lavoratori comunitari (50.857). In relazione alla tipologia di contratto ed al settore di impiego si rileva una sostanziale omogeneità con i dati delle attivazioni. 5. Il sistema di welfare 8 Nel 2015, secondo i dati Inps, i beneficiari extra Ue di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono stati (di cui solo 90 donne), pari al 14,6% dei beneficiari nella Regione (incidenza che aumenta di quasi un punto percentuale rispetto al 2014) e al 7,8% del totale nazionale dei non comunitari. I percettori extra Ue di cassa integrazione straordinaria (CIGS) sono stati invece 917 nel 2015 (di cui 150 donne), il 3,7% dei beneficiari regionali (in questo caso l incidenza sul dato complessivo regionale registra un -1,5%). I beneficiari di indennità di mobilità nel 2015 sono stati 707 (in larga maggioranza, 610, uomini), il 5% dei percettori in Toscana. I percettori non comunitari di NASpI sono stati , parimenti suddivisi tra uomini e donne, con un incidenza del 14,5% sul dato regionale e del 8,9% sui beneficiari extra Ue di NASpI a livello nazionale. Gli stranieri extra Ue che hanno beneficiato di ASpI sono stati , per il 52,3% donne, e rappresentano il 17,9% del totale dei beneficiari in Toscana (in costante crescita dal 2013, quando rappresentavano il 15,6% dei percettori in Regione). E pari invece a il numero di beneficiari di MiniAspi non comunitari, con un incidenza del 16% sui percettori toscani (a livello nazionale questa incidenza scende al 12,2%). La disoccupazione agricola (dati 2014) riguarda cittadini extra Ue, il 34,6% dei percettori a livello, in netta prevalenza uomini (85,5%). Nel corso del 2015 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari sono state 2.579, per il 66,8% donne. Sul dato si registra un incremento di oltre 19 punti percentuali rispetto al 2013, per quanto i beneficiari extra Ue di pensione IVS rappresentino solo lo 0,3% in Regione. Anche le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari (5.123 nel 2015) sono aumentate nell ultimo biennio, di quasi 7 Dato formato dall aggregato delle componenti Industria in senso stretto (28,6%) e Costruzioni (5,8%). 8 Gli ammortizzatori sociali, Previdenza e assistenza sociale Fonte INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, di 19

16 30 punti percentuali, pur mantenendo un incidenza molto contenuta sui destinatari della Toscana (2,6%). Il numero di beneficiarie di indennità di maternità, nel 2015, è pari a (il 10,4% del totale regionale), con una variazione del -4,3% rispetto all annualità precedente. Aumentano invece del 4,2% rispetto al 2014 i beneficiari di congedo parentale, che tra i lavoratori extra Ue sono stati nel 2015 (il 5,1% sul totale regionale), in netta prevalenza donne (821). Sono stati i lavoratori dipendenti non comunitari destinatari di assegni al nucleo familiare nel 2015, e rappresentano il 13,2% dei beneficiari in Toscana; mentre tra i pensionati, 294 cittadini non comunitari hanno usufruito di questa forma di sostegno al reddito (lo 0,5% su base regionale). 6. Politiche per l inclusione socio-lavorativa 9 Sono stati , in prevalenza non comunitari (61,2%), gli stranieri residenti in Toscana che hanno avuto contatti con il sistema dei servizi pubblici per il lavoro nel corso della vita; l incidenza sulla popolazione di riferimento (15 anni e oltre) è sensibilmente inferiore al dato dei nativi (30%) per la componente extra Ue (23,6%), mentre tra i cittadini comunitari si registra un 33,7%. Con riferimento all ultimo anno, dichiarano di aver avuto almeno un contatto con i servizi pubblici per l impiego stranieri, di cui comunitari e non comunitari (con un incidenza rispettivamente del 15% e del 11,9% sulla popolazione di riferimento, nettamente superiore al 5,3% dei nativi). La maggioranza assoluta degli stranieri extra Ue che ha dichiarato di essere in cerca di lavoro ( in valori assoluti) risulta disoccupata da oltre un anno (51,5%), sostanzialmente in linea sia con i comunitari che con i nativi (la media complessiva nazionale è pari invece al 58%). Per il 17,1% delle persone non comunitarie in cerca, invece, la durata della disoccupazione è tra i 6 ed i 12 mesi (percentuale che sale al 18,5% tra i comunitari e scende al 13,9% tra gli italiani). Risultano infine disoccupati da meno di 6 mesi il 30,3% delle persone in cerca non comunitarie, il 29,9% degli stranieri Ue ed il 33,4% degli italiani. Solo una porzione minoritaria della popolazione straniera ha dichiarato di aver conseguito una qualifica professionale a seguito della partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dalla Regione: stranieri, di cui non comunitari e comunitari (rispettivamente il 5,3% ed l 8,8% della popolazione 15 e oltre, a fronte di un incidenza del 7% presso la popolazione nativa). 9 Accesso ai CPI, Durata disoccupazione, Qualifica professionale Fonte RCFL Istat, 2015; Cittadinanza acquisita, Fonte - Ministero dell Interno; Matrimoni, Fonte - Istat 2015; Rimesse straniere verso l estero, Fonte Banca d Italia 2016; Associazionismo immigrati, Fonte MLPS. 16 di 19

17 Secondo il censimento 2011, su cittadinanze italiane acquisite, sono di cittadini non comunitari. Per il 37,2% si tratta di cittadini di origine americana, per il 29,7% di europei non comunitari, il 18,3% sono africani, il 13,5% asiatici e l 1,3% provenienti dall Oceania. Sono le cittadinanze acquisite nella sola annualità 2012 (l 8,1% sul totale nazionale), di cui la maggioranza per residenza (1.946) e per la fascia di età 40 anni ed oltre (1.422, il 40,5%). Sono i matrimoni misti rilevati in Toscana nel corso del 2015 (73 in meno dell anno precedente), in prevalenza con la sposa straniera (il 55%, di cui il 21% di nazionalità romena); il 27% sono matrimoni con entrambi i coniugi stranieri e il 18%, infine, matrimoni con sposo straniero (per il 10% originario dell Albania). Secondo i dati della Banca d Italia, le rimesse degli immigrati verso l estero nel 2015 ammontano, in Toscana, a 564,1 milioni di euro, dato in calo dal 2013, quando ammontavano a 603,7 milioni di euro (-6,6%). Nell ultimo decennio, il picco si registra nel 2009 (934,6 milioni di euro). Le rimesse destinate oltre lo spazio europeo (che rappresentano il 12% delle rimesse extra Ue nazionali) sono passate dai 510 milioni di euro del 2013 ai 470 milioni di euro del 2015 (-7,8%); 179,8 milioni di euro provengono dalla sola provincia di Firenze. Le sole rimesse destinate alla Repubblica Popolare Cinese (183,31 milioni di euro) coprono quasi il 40% delle rimesse extra Ue regionali. Significativi inoltre risultano gli importi relativi alla comunità filippina (32,7 milioni di uero) e marocchina (23,2 milioni di euro). Le associazioni straniere presenti in Toscana sono 81 (il 17,24% di quelle presenti nell area Centro) 10. Si tratta in prevalenza di associazioni pluricomunitarie (16), cui seguono associazioni afferenti alla comunità cinese (12) e senegalese (9). 10 Report della mappatura delle associazioni di migranti attive in Italia, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, giugno di 19

18 Nota metodologica FLUSSI MIGRATORI E DATI DEMOGRAFICI Nelle elaborazioni della sezione della scheda dedicata all inquadramento del fenomeno dell immigrazione regolare sotto il profilo demografico sono presenti: dati sullo stock dei cittadini stranieri residenti in regione; dati sullo stock di permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi non comunitari (regolarmente soggiornanti); dati sui flussi anagrafici/trasferimenti di residenza in entrata (iscrizioni) dall estero ed in uscita (cancellazioni) in Italia e negli altri paesi della UE; dati sui flussi dei permessi di soggiorno rilasciati in un determinato anno dal nostro Ministero dell interno (2015). I dati demografici utilizzati sono di fonte Istat popolazione residente al 1 gennaio FLUSSI NON PROGRAMMATI I dati relativi alla presenza dei MSNA sono desunti dal Report mensile curato dalla Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, aggiornato al La fonte dei dati relativi alla presenza degli immigrati stranieri nelle strutture regionali è il Cruscotto statistico giornaliero curato dal Dipartimento delle Libertà civili e l Immigrazione del Ministero dell Interno, aggiornato al Gli esiti alle domande di protezione internazionale presentate alle Commissioni territoriali sono estrapolati dal Quaderno statistico per gli anni , curato dal Ministero dell Interno, Dipartimento per Liberta civili e l immigrazione. LE GIOVANI GENERAZIONI le informazioni sui nuovi nati stranieri sono di fonte Istat. La sezione concernente gli Alunni stranieri usa come fonte il notiziario Gli Alunni stranieri nel sistema scolastico italiano del Servizio statistico del Ministero dell istruzione, dell Università e della Ricerca; inoltre si riportano dati dell indagine Istat su L integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni, La popolazione universitaria straniera è estratta dal sito del Miur anagrafe.miur.it (2016) I dati relativi ai NEET sono desunti dalla RCFL di Istat, 2015 e i dati sul mercato del lavoro dei lavoratori stranieri under 30 anni, usando i dati Istat Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro. MERCATO DEL LAVORO La sezione della scheda dedicata al mercato del lavoro contiene dati desunti da tre fonti e segnatamente: Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro (RCFL, 2015) di Istat, sulla base di un indagine condotta su un campione trimestrale di lavoratori e ne stima lo stock.; il Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie del MLPS (SISCO) che gestisce il flusso informativo dei dati amministrativi relativo alle C.O.; 18 di 19

19 INPS (Coordinamento Generale Statistico Attuariale) che fornisce i dati di natura amministrativa raccolti negli archivi previdenziali. SISTEMA DI WELFARE La sezione della scheda concernente Gli ammortizzatori sociali contiene dati amministrativi di fonte INPS relativi ai fruitori dei sussidi di disoccupazione, delle prestazioni di mobilità e della cassa integrazione guadagni, Aspi, Mini-Aspi e Naspi, La sezione Previdenza e assistenza sociale è stato redatto utilizzando dati di natura amministrativa di fonte INPS, POLITICHE PER L INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA I dati relativi ai contatti con i Centri per L impiego, la durata della disoccupazione e la qualifica professionale sono desunti da dati statistici fonte Istat RCFL, I dati relativi alla cittadinanza acquisita sono di fonte Ministero dell Interno; i dati relativi ai matrimoni misti sono di fonte Istat. I dati relativi alle Rimesse verso l estero degli immigrati in Italia sono di fonte Banca d Italia, relativi al Per quanto riguarda i dati sulle Associazioni che si occupano di immigrazione iscritte al relativo registro nazionale, la fonte è la Direzione Generale dell Immigrazione e delle politiche di Integrazione del MLPS, Tutti i dati, a prescindere dalla fonte utilizzata, fanno riferimento all ultimo aggiornamento reso disponibile dall istituzione competente e sono stati elaborati dallo Staff del Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie di Anpal Servizi S.p.A. (già Italia Lavoro). 19 di 19

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