Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie. Scheda regionale LIGURIA

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1 Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie Strumenti a supporto della programmazione integrata Scheda regionale LIGURIA Analisi del fenomeno migratorio a livello territoriale Aggiornamento Novembre 2016

2 Sommario Premessa... 3 Dati demografici e flussi migratori... 5 Flussi non programmati Le giovani generazioni Il mercato del lavoro Il sistema di welfare Politiche per l inclusione socio-lavorativa Nota metodologica di 20

3 Premessa La presente scheda vuole essere uno strumento di analisi sintetica del contesto regionale, che si pone come obiettivo prioritario quello di osservare e descrivere il panorama migratorio che interessa lo specifico territorio, evidenziando, in particolare, attraverso una serie di dimensioni che attestano la strutturalità del fenomeno, le dinamiche relative alla presenza ed ai percorsi di inserimento socio-lavorativo dei cittadini stranieri (comunitari e non comunitari): Incidenza sulla popolazione autoctona Trend evolutivi della popolazione Distribuzione geografica e per nazionalità di provenienza della presenza Tipologie di soggiorno Presenza nel mercato del lavoro Inserimento nei percorsi di istruzione e formazione Accesso al sistema di welfare e tutele sociali Politiche attive e percorsi di integrazione sociale che indicano la tendenza all insediamento stabile Nel Report regionale si dà conto, pertanto, di: 1. dati demografici e flussi migratori, in termini di presenza complessiva, per genere e classe di età, province e comuni di insediamento, principali nazionalità di riferimento, tipologie del soggiorno; i dati relativi alla sezione socio-demografica sono aggiornati al 1 gennaio 2016, ultimo aggiornamento dei dati Istat sia di stock sia di flusso disponibile in merito alla popolazione non comunitaria. 2. Flussi non programmati, ovverosia minori stranieri non accompagnati, richiedenti e titolari di protezione; 3. le caratteristiche della presenza delle giovani generazioni, soprattutto nei percorsi di istruzione e formazione e relativamente al fenomeno dei NEET e della condizione occupazionale dei giovani under la condizione occupazionale, con particolare rilievo alla segmentazione per genere e classi di età, ai settori di attività economica, ai profili professionali e reddituali (per i soli lavoratori dipendenti), ai livelli di istruzione, alle tipologie contrattuali; nell analisi della presenza nel mercato del lavoro vengono considerate, inoltre, le assunzioni e le cessazioni relative al lavoro dipendente; 5. gli interventi di welfare in relazione al sistema previdenziale, assistenziale, ai trasferimenti monetari alle famiglie e alle misure di sostegno e tutela del reddito dei lavoratori (sistema degli ammortizzatori); 3 di 20

4 6. alcune dimensioni proprie delle Politiche per l inclusione socio-lavorativa e di integrazione che segnano la tendenza alla stabilizzazione: accesso ai servizi pubblici del lavoro, durata della disoccupazione, partecipazione a corsi di formazione regionali, accesso alla cittadinanza, matrimoni, rimesse, associazionismo. A chiusura della scheda è riportata una nota metodologica nella quale sono evidenziate le diverse fonti, di natura sia statistica sia amministrativa, ascrivibili ai soggetti istituzionali competenti in materia. 4 di 20

5 Dati demografici e flussi migratori 1 La Liguria si attesta al 3 posto (dopo la Lombardia ed il Piemonte) all interno della macro-area Nord Ovest per stima della popolazione straniera residente. Figura1. Presenza (in valori assoluti) di cittadini stranieri residenti su base comunale Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat Al 1 gennaio 2016 gli stranieri residenti ammontano a ( non comunitari e comunitari). Rispetto all anno precedente si registra una diminuzione di unità, dovuta esclusivamente al calo della componente non comunitaria. L incidenza percentuale sulla popolazione residente in regione si attesta all 8,7%; resta stabile anche l incidenza sulla totalità degli stranieri residenti in Italia, pari al 2,7%. La componente femminile, sebbene in diminuzione, continua a prevalere su quella maschile, rappresentando il 53,8%. La Città Metropolitana di Genova è al primo posto per numero di stranieri residenti (70.752, pari al 51,9% sul totale regionale); seguono le province di Savona (23.817; 17,5%), Imperia (22.821; 16,8%) e La Spezia (18.826; 13,8%). Se si considera però l incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione residente a livello provinciale, al 1 posto troviamo la provincia di Imperia, con un incidenza pari al 10,6%; seguono le province di Savona e La Spezia, entrambe con un incidenza dell 8,5%, e infine la Città Metropolitana di Genova (8,3%). Gli stranieri di cittadinanza albanese conservano il primato numerico, con residenti; seguono gli stranieri con cittadinanza ecuadoriana (20.160), romena (19.583) e marocchina (13.706). Sono tuttavia i cittadini albanesi ed ecuadoregni a registrare il maggior calo numerico 1 Popolazione straniera (Comunitari/Non Comunitari) residente al 1 gennaio 2016 Fonte Istat; Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti al 1 gennaio 2016 Fonte Istat Nuovi Ingressi popolazione Non Comunitaria nel 2015 Fonte Istat 5 di 20

6 rispetto all anno precedente, mentre romeni e marocchini confermano un trend di crescita sostanzialmente positivo. Figura 2. Quota (in valori percentuali) degli stranieri residenti in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Liguria alla data del 1 gennaio 2016 ammontano a e rappresentano il 3% della totalità dei cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia. Anche per questa componente della popolazione la distribuzione su base provinciale conferma il primato della Città metropolitana di Genova, con il 55,6% delle presenze; seguono le province di Savona (18,4%), Imperia (14,4%) e La Spezia (11,5%). La presenza delle donne si attesta al 63,1%, mentre i minorenni (27.147) rappresentano il 22,9% della popolazione non comunitaria di riferimento. Significative anche le classi di età anni (13.046) e anni (13.037). Circa il 60% dei cittadini non comunitari risulta, inoltre, celibe/nubile. 6 di 20

7 Figura 3. Presenza (in valori assoluti) di cittadini non comunitari su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat In linea con il dato degli stranieri residenti, la comunità più numerosa è quella albanese, con cittadini, cui seguono quella ecuadoriana (21.277) e quella marocchina (16.351). Le nazionalità caratterizzate da una maggiore incidenza di popolazione di genere femminile sono quella ucraina (l 82,5%), russa (l 80%) e brasiliana (73%), mentre le comunità pakistana, senegalese, ghanese, bangladese ed egiziana sono connotate da una maggiore presenza maschile, che supera il 70% di incidenza. In generale, circa il 30% dei non comunitari presenti in Liguria è di origine sudamericana, un altro 30% proviene dall Europa dell Est, il 26% dall Africa e il restante 14% circa dal continente asiatico e Oceania. Figura 4. Quota (in valori percentuali) dei cittadini non comunitari in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Fonte: elaborazione Italia Lavoro su dati Istat 7 di 20

8 I titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo (74.899) rappresentano ormai il 63,1% dei regolarmente soggiornanti in Liguria (erano il 62,2% l anno precedente). Cresce anche il numero dei titolari di permessi di soggiorno con scadenza raggiungendo la quota di , contro i del 2015 (tra 2014 e 2015 si era invece registrata una diminuzione di ca unità). Varia poi notevolmente il panorama dei motivi del soggiorno: al 1 gennaio 2016, tra i titolari di permesso con scadenza, il motivo prevalente è quello per motivi familiari, che ormai rappresenta il 44,7%, contro il 37% registrato l anno precedente; i titolari di permesso per motivi di lavoro scendono invece al 39,4%, contro il 52,3% del Stabile la presenza per motivi di studio, che si conferma al 3,6%, mentre quella per motivi di asilo/umanitari sale all 8,7% (era del 4,3% nel 2015 e del 2% nel 2014). Dei cittadini non comunitari regolarmente presenti con permesso a scadenza, il 52,7% è composto da uomini. Il dato si polarizza notevolmente se si considerano i permessi per motivi di Asilo/umanitari, per i quali si rileva una percentuale di genere maschile pari all 84,3%. La componente maschile si attesta invece al 62,3% per ciò che riguarda i permessi per motivi di lavoro, mentre la componente di genere femminile predomina tra i cittadini con permesso per motivi di famiglia (61%).La Liguria si attesta al 3 posto (dopo la Lombardia ed il Piemonte) all interno della macro-area Nord Ovest per stima della popolazione straniera residente. Al 1 gennaio 2016 gli stranieri residenti ammontano a ( non comunitari e comunitari). Rispetto all anno precedente si registra una diminuzione di unità, dovuta esclusivamente al calo della componente non comunitaria. L incidenza percentuale sulla popolazione residente in regione si attesta all 8,7%; resta stabile anche l incidenza sulla totalità degli stranieri residenti in Italia, pari al 2,7%. La componente femminile, sebbene in diminuzione, continua a prevalere su quella maschile, rappresentando il 53,8%. La Città Metropolitana di Genova è al primo posto per numero di stranieri residenti (70.752, pari al 51,9% sul totale regionale); seguono le province di Savona (23.817; 17,5%), Imperia (22.821; 16,8%) e La Spezia (18.826; 13,8%). Se si considera però l incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione residente a livello provinciale, al 1 posto troviamo la provincia di Imperia, con un incidenza pari al 10,6%; seguono le province di Savona e La Spezia, entrambe con un incidenza dell 8,5%, e infine la Città Metropolitana di Genova (8,3%). Gli stranieri di cittadinanza albanese conservano il primato numerico, con residenti; seguono gli stranieri con cittadinanza ecuadoriana (20.160), romena (19.583) e marocchina (13.706). Sono tuttavia i cittadini albanesi ed ecuadoregni a registrare il maggior calo numerico rispetto all anno precedente, mentre romeni e marocchini confermano un trend di crescita sostanzialmente positivo. I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Liguria alla data del 1 gennaio 2016 ammontano a e rappresentano il 3% della totalità dei cittadini non 8 di 20

9 comunitari regolarmente presenti in Italia. Anche per questa componente della popolazione la distribuzione su base provinciale conferma il primato della Città metropolitana di Genova, con il 55,6% delle presenze; seguono le province di Savona (18,4%), Imperia (14,4%) e La Spezia (11,5%). La presenza delle donne si attesta al 63,1%, mentre i minorenni (27.147) rappresentano il 22,9% della popolazione non comunitaria di riferimento. Significative anche le classi di età anni (13.046) e anni (13.037). Circa il 60% dei cittadini non comunitari risulta, inoltre, celibe/nubile. In linea con il dato degli stranieri residenti, la comunità più numerosa è quella albanese, con cittadini, cui seguono quella ecuadoriana (21.277) e quella marocchina (16.351). Le nazionalità caratterizzate da una maggiore incidenza di popolazione di genere femminile sono quella ucraina (l 82,5%), russa (l 80%) e brasiliana (73%), mentre le comunità pakistana, senegalese, ghanese, bangladese ed egiziana sono connotate da una maggiore presenza maschile, che supera il 70% di incidenza. In generale, circa il 30% dei non comunitari presenti in Liguria è di origine sudamericana, un altro 30% proviene dall Europa dell Est, il 26% dall Africa e il restante 14% circa dal continente asiatico e Oceania. I titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo (74.899) rappresentano ormai il 63,1% dei regolarmente soggiornanti in Liguria (erano il 62,2% l anno precedente). Cresce anche il numero dei titolari di permessi di soggiorno con scadenza raggiungendo la quota di , contro i del 2015 (tra 2014 e 2015 si era invece registrata una diminuzione di ca unità). Varia poi notevolmente il panorama dei motivi del soggiorno: al 1 gennaio 2016, tra i titolari di permesso con scadenza, il motivo prevalente è quello per motivi familiari, che ormai rappresenta il 44,7%, contro il 37% registrato l anno precedente; i titolari di permesso per motivi di lavoro scendono invece al 39,4%, contro il 52,3% del Stabile la presenza per motivi di studio, che si conferma al 3,6%, mentre quella per motivi di asilo/umanitari sale all 8,7% (era del 4,3% nel 2015 e del 2% nel 2014). Dei cittadini non comunitari regolarmente presenti con permesso a scadenza, il 52,7% è composto da uomini. Il dato si polarizza notevolmente se si considerano i permessi per motivi di Asilo/umanitari, per i quali si rileva una percentuale di genere maschile pari all 84,3%. La componente maschile si attesta invece al 62,3% per ciò che riguarda i permessi per motivi di lavoro, mentre la componente di genere femminile predomina tra i cittadini con permesso per Nell ultimo triennio rilevabile ( ) gli ingressi di cittadini non comunitari hanno registrato delle oscillazioni infra-annuali, attestandosi nel 2015 a 6.062, contro i del 2014 e i del Tali valori risultano notevolmente distanti dal picco registrato nel 2010, con ingressi. Nell anno 2015 gli ingressi di cittadini stranieri, per il 60% uomini, hanno riguardato prevalentemente cittadini albanesi, ecuadoriani, nigeriani e marocchini. Rispetto al 2014, si evidenzia l aumento degli ingressi dalla Nigeria (526 nel 2015, contro i 147 del 2014 e i 137 del 2013), a fronte di una diminuzione numerica di ingressi dall Albania e dal Marocco. 9 di 20

10 Nel 2015, i permessi di soggiorno rilasciati in occasione del primo ingresso sono stati principalmente di durata fino a 6 mesi (il 41%), mentre l anno precedente erano stati prevalenti quelli di durata da 6 a 12 mesi (39,7%). I permessi con durata da 6 mesi ad un anno hanno rappresentato nel 2015 il 30%, mentre quelli con durata oltre i 12 mesi hanno inciso del 29%, contro il 34,6% dell anno precedente. Flussi non programmati 2 In Italia nel 2015 hanno fatto ingresso cittadini non comunitari; di questi, riguardano ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari), pari al 28,2% del totale. In regione, invece, gli ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale nel 2015 sono stati (di cui uomini), pari al 3,2% del totale nazionale, con una prevalenza delle nazionalità nigeriana, bangladese e ucraina. In Italia, alla data del 31 ottobre 2016, i minori stranieri non accompagnati accolti nelle strutture autorizzate/accreditate sono , con una variazione del +77% rispetto al mese di agosto 2015 (8.944 presenze). Nello stesso periodo, i MSNA presenti in Liguria sono passati da 123 (agosto 2015) a 235 (ottobre 2016), registrando un incremento pari al 91%. Nonostante il raddoppiamento delle presenze, la distribuzione percentuale a livello territoriale rispetto al complessivo nazionale si è mantenuta stabile, attestandosi all 1,5%. A livello nazionale, inoltre, le strutture di accoglienza autorizzate/accreditate censite nella Banca Dati della Direzione Generale dell immigrazione e delle politiche di integrazione sono pari a 1.323, di cui 22 risultano attive in Liguria, pari all 1,7% delle strutture totali. Per ciò che invece riguarda il numero di cittadini richiedenti o beneficiari di protezione internazionale/umanitaria, la regione Liguria ne ospita complessivamente 5.444, pari al 3% del totale nazionale: alla data del 18 ottobre 2016, le persone accolte nelle strutture temporanee liguri sono 4.991, mentre i posti SPRAR occupati (al 12 ottobre) sono 453. Rispetto al 30 giugno dello stesso anno, il numero complessivo di cittadini accolti nelle strutture liguri è aumentato di unità. In riferimento all esame delle richieste per il riconoscimento dell Asilo/protezione internazionale, nel corso del 2015, la sezione di Torino-Genova della Commissione Territoriale competente per la Liguria 3 e per la Provincia di Alessandria ha esaminato complessivamente 616 domande, di cui 189 (pari al 30,7%) hanno avuto esito positivo con 2 Minori stranieri non accompagnati Fonte MLPS, settembre 2016; Cittadini stranieri accolti Fonte M.Int., 31 ottobre I dati riferiti alla sezione Torino-Genova ricomprendono anche i dati riferiti al territorio della Provincia di Alessandria. 10 di 20

11 conseguente riconoscimento di una forma di protezione, e 427 hanno avuto esito negativo. Complessivamente, le decisioni positive hanno riconosciuto la protezione umanitaria nel 60,8% dei casi; lo status di rifugiato è stato riconosciuto nel 27,5% dei casi, mentre la protezione sussidiaria ha riguardato il restante 11,6% 4. Le giovani generazioni 5 Sono i nuovi nati stranieri in Liguria nel 2015 (quasi il 20% delle nascite complessive in Regione). Nel triennio , il numero di nuovi nati stranieri registra una variazione percentuale negativa pari al -5,2%, a fronte di un dato nazionale pari a -6%. Nell anno scolastico 2014/2015, gli alunni stranieri ammontano a (di cui sono di provenienza extra-ue) e incidono per l 11,8% sul totale degli alunni iscritti nelle scuole liguri, a fronte di una media nazionale del 9,2%. Più del 49% degli alunni stranieri risulta nato in Italia (11.593), mentre gli alunni di cittadinanza non italiana entrati per la prima volta nel sistema scolastico regionale sono 949. La ripartizione per livelli di istruzione vede gli stranieri distribuiti per il 19,4% nelle scuole dell infanzia, per il 32,2% nelle primarie, per il 20,1% nelle secondarie di I grado e per il 28,3% nelle secondarie di II grado. Per ciò che riguarda la scuola secondaria di secondo grado, il 77,2% degli stranieri frequenta istituti tecnici e professionali, mentre il restante 22,8% frequenta licei. I principali Paesi di provenienza degli alunni stranieri presenti nel sistema scolastico regionale sono Albania (22%), Ecuador (21,1%), Marocco (10,3%) e Romania (10%) 6. Gli alunni rom, sinti e caminanti sono 204. Il Comune di Genova è quello con il maggior numero di alunni stranieri (10.256); se consideriamo invece il dato sull incidenza percentuale, al primo posto troviamo il Comune di Imperia con un incidenza di alunni stranieri pari al 16,3%; seguono i Comuni di La Spezia (15,3%), Genova (13,9%) e Savona (10,1%). Nel Comune di Savona è particolarmente rilevante la presenza di albanesi, che è pari al 47,4% (negli altri comuni la percentuale di albanesi oscilla invece tra il 14,7% di Genova e il 24,1% di La Spezia). Secondo l Istat 7, in Liguria, nel corso del 2015, su un totale di alunni stranieri nati all estero, il 53% ha avuto un primo inserimento scolastico regolare, mentre il restante 47% ha registrato un ritardo. La percentuale dei ritardi si alza al 71,3% se si considerano esclusivamente gli inserimenti nelle scuole secondarie. 4 Tali dati si riferiscono all esame delle domande in prima istanza e non sono quindi comprensivi degli esiti di eventuali ricorsi 5 Nuovi nati - Fonte Istat 2015; Scuola - Fonte MIUR, 2014/15; Università - Fonte MIUR, 2015/16; Neet - Fonte RCFL Istat, Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati MIUR - Ufficio di Statistica 7 Indagine sull integrazione delle seconde generazioni 2014/2015, Istat 11 di 20

12 Gli alunni stranieri che hanno dovuto ripetere uno o più anni scolastici sono stati 2.815; si tratta prevalentemente di alunni nati all estero (2.374), mentre gli alunni stranieri ripetenti nati in Italia sono stati 441. Secondo l indagine Istat, il 40,8% degli alunni stranieri delle scuole secondarie di I grado intende proseguire gli studi optando per un liceo, il 38,6% per un istituto professionale ed il 20,6% opterà per un istituto tecnico. Più elevata la percentuale di alunni italiani che dichiarano di preferire il liceo (il 54,8%). Per ciò che riguarda la scelta dopo la scuola secondaria di II grado, gli alunni stranieri delle scuole secondarie di II grado interrogati sulle loro intenzioni mostrano di prediligere l iscrizione all Università (il 42,2%), mentre il 35,8% vorrebbe cominciare a lavorare. Tali dati risultano più o meno allineati alle risposte degli studenti italiani, per i quali il 45,1% predilige l università e il 35,8% intende iniziare a lavorare. Gli studenti stranieri iscritti all Università degli Studi di Genova nell anno accademico 2015/2016 sono 2.680, pari al 3,6% degli stranieri iscritti nelle università italiane. Di essi, sono cittadini non comunitari, di cui 477 immatricolati nell ultimo anno accademico. Le facoltà maggiormente frequentate dagli studenti di cittadinanza extracomunitaria sono Lingue e culture moderne e Scienze dell economia e della gestione aziendale. Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015), in Liguria il tasso di occupazione dei giovani extra Ue (15-29 anni) è pari al 39,1%, risultando nettamente superiore al dato regionale complessivo (30%) e a quello riferito ai giovani italiani (28,2%), mentre il dato nazionale si attesta al 28,6%. Il tasso di occupazione dei giovani Ue in Liguria risulta ancora più alto: 64,5%. Gli occupati extra Ue (15-29) sono 8.114, distribuiti equamente tra uomini e donne, mentre per gli occupati Ue prevalgono nettamente le donne (64,5%). Il tasso di disoccupazione (15-29) dei giovani cittadini extra Ue è superiore a quello relativo ai lavoratori stranieri comunitari (24,5% contro il 14,2% dei comunitari), restando tuttavia inferiore al dato regionale complessivo riferito alla popolazione di riferimento (26,3%) e al dato nazionale (29,9%). I giovani stranieri extra-ue in cerca di lavoro sono 2.627, su un bacino di forza lavoro extra-ue costituito da giovani. I giovani comunitari in cerca sono invece 414, su un bacino di forza lavoro costituito da giovani UE. Gli inattivi stranieri (15 29 anni) sono complessivamente , di cui la stragrande maggioranza è di cittadinanza non comunitaria (10.003). Il tasso di inattività dei giovani non comunitari è infine pari al 48,2% e risulta inferiore al tasso di inattività registrato a livello regionale (59,3%); tale tasso scende al 24,8% per i giovani comunitari, mentre per gli italiani è pari al 61,4%. La coorte di età prevalente tra i giovani occupati è anni (il 77,7% tra i cittadini extra Ue e il 61,1% tra i cittadini Ue). I titoli di studio maggiormente diffusi tra gli occupati stranieri sono quelli di istruzione secondaria di I grado (44% per gli stranieri extra Ue e 56,6% per i comunitari), mentre per gli italiani prevalgono i titoli di istruzione secondaria 12 di 20

13 di II grado (59,7%). La categoria professionale che raccoglie il maggior numero dei giovani lavoratori non comunitari è quella di Artigiani, operai specializzati e agricoltori (52,3%), mentre per i giovani lavoratori comunitari prevale l occupazione nelle Professioni qualificate, nelle attività commerciali e nei servizi (75,9%). Più contenuta l occupazione nelle Professioni non qualificate (21,1% tra i non comunitari e 10,2% tra i comunitari). Decisamente residuale, infine, l occupazione nella categoria di Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche, pari al 2,2% per i non comunitari e del tutto irrilevante per i comunitari. Il settore di impiego prevalente tra gli occupati under 30 non comunitari è quello di Alberghi e ristoranti (41,1%), seguito dai Servizi collettivi e personali (24,5%). Significativa anche l occupazione dei giovani non comunitari nel settore delle Costruzioni (20,8%), mentre risulta più residuale l occupazione nei settori del Commercio (6,5%) e dell Industria in senso stretto (5,6%); irrilevante infine per i non comunitari il settore dell Agricoltura. Per i giovani comunitari si registra invece una maggiore occupazione nel Settore dei Servizi collettivi e personali (36,4%), cui segue il settore delle Costruzioni (27,8%) e di Alberghi e Ristoranti (13%). Simile ai non comunitari la percentuale di occupazione nel settore dell Industria in senso stretto e del Commercio, mentre in Agricoltura risulta occupato l 1,7% dei giovani lavoratori comunitari. La maggioranza dei giovani non comunitari che svolgono un lavoro da dipendente percepisce un reddito compreso tra 801 e 1200 euro (il 47,7%); rilevante anche la percentuale di coloro che percepiscono un reddito che non supera gli 800 euro (il 47,3%). Peggiore la situazione reddituale dei giovani lavoratori comunitari: il 58,4% percepisce un reddito non superiore agli 800 euro e il 37,4% un reddito compreso tra 801 e 1200 euro. Una quota ancora molto residuale di giovani stranieri riesce a percepire un reddito compreso tra 1201 e 1600 euro (il 4% dei comunitari e il 5% dei non comunitari, contro il 21% dei giovani italiani). I NEET (Not in Employment, Education and Training) in Liguria sono , circa 2mila in meno rispetto all anno precedente, e incidono del 20,5% sul totale della popolazione regionale anni. I NEET stranieri sono 6.573, di cui sono di origine non comunitaria. La componente non comunitaria dei NEET registra una diminuzione del 35,3% rispetto all anno precedente, e pesa per il 27,6% sul totale dei pari età di origine non comunitaria, contro il 37,6% dell anno precedente. I NEET tra i giovani stranieri comunitari sono invece 855, ovvero il 22% della popolazione di riferimento; nel 2014 il tasso dei NEET comunitari era pari al 50,5%. La fascia di età con l incidenza maggiore è quella più elevata (25-29 anni), sia per i non comunitari (57,5%), sia per i comunitari (60,5%). Rispetto alla distribuzione di genere, prevalgono le giovani donne, sia tra i non comunitari (58,8%) sia tra i comunitari (53,3%), mentre tra i NEET italiani prevalgono i maschi (55,6%). 13 di 20

14 Il mercato del lavoro 8 Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015), il tasso di occupazione (15-64 anni) degli stranieri non comunitari è pari al 58%; un valore di circa 4 punti percentuali inferiore a quello regionale complessivo (62,4%). Tra i comunitari, invece, il tasso di occupazione è del 69,4%. Gli occupati (15 anni e oltre) non comunitari sono , per il 51,5% uomini; questa lieve polarizzazione di genere non si riscontra tra i comunitari, dove prevalgono invece le donne (56,3%). Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) degli stranieri non comunitari è pari al 20,1%, valore più che doppio rispetto al dato complessivo regionale (9,2%), e significativamente superiore rispetto a quello degli italiani (7,9%). Tra i comunitari il tasso di disoccupazione è del 14,5%. Il bacino degli inattivi stranieri (15 64 anni) è costituito da individui, di cui non comunitari. Le persone in cerca (15 anni e oltre) sono invece , di cui non comunitari e comunitari. Gli occupati (15 anni e oltre) stranieri sono tendenzialmente più giovani degli italiani: il 64% dei lavoratori non comunitari ed il 77% di quelli comunitari ha meno di 44 anni (tra gli italiani il dato scende al 44%); in entrambi i casi, poi, la maggior parte degli occupati si colloca nella coorte di età anni (il 47,8% dei non comunitari e il 60,6% dei comunitari). Tra i lavoratori non comunitari prevalgono coloro che possiedono titoli di istruzione secondaria di I grado (43%), mentre tra i comunitari prevalgono i titoli di istruzione secondaria di II grado (il 36,6%). Il 15,1% degli occupati non comunitari ed il 4 % dei comunitari non possiede alcun titolo di studio, a fronte dell 1,6% regionale. Il 9,4% dei non comunitari ha concluso solo il ciclo di istruzione primaria. Al di sotto della media regionale, infine, l incidenza di titoli di istruzione terziaria tra gli stranieri non comunitari (8,2%, a fronte del 26,6% dei comunitari e del 25,6% degli italiani in regione). Il settore di impiego prevalente tra i lavoratori stranieri è quello dei Servizi collettivi e personali, che occupa il 41,2% dei non comunitari e il 25,3% dei comunitari, a fronte di un dato regionale che evidenzia una concentrazione degli occupati in tale settore pari al 9,7%. Al secondo posto si colloca il settore delle Costruzioni, che occupa il 16,4% dei non comunitari e il 12% dei comunitari. Seguono: Alberghi e ristoranti (con il 12,6% degli occupati non comunitari e il 6,7% di quelli comunitari); il settore dell Industria in senso stretto (con il 12,3% dei comunitari e il 7,7% dei non comunitari); quello del Commercio 8 Mercato del Lavoro, Fonte RCFL Istat, media 2015; INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, 2015; C.O., Fonte Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie MLPS, di 20

15 (con il 9% dei comunitari e il 7,6% dei comunitari), e infine l Agricoltura, che occupa meno del 3% dei lavoratori stranieri. La maggioranza dei lavoratori stranieri, appartiene alla categoria professionale delle Professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi. In tale categoria professionale si concentra il 36,5% dei non comunitari ed il 24,6% dei comunitari. Nelle Professioni non qualificate si concentra invece il 36,5% dei non comunitari e il 17,8% dei comunitari. Segue la categoria degli Artigiani, Operai specializzati e Agricoltori (20,4% dei non comunitari e 22,3% dei comunitari). Poco rilevante, invece, la presenza dei non comunitari tra Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche (il 3%, contro il 21,3% dei comunitari e il 38,5% degli italiani). L 86,4% dei lavoratori dipendenti stranieri non comunitari percepisce un reddito mensile che non supera i euro. L 11,7% percepisce un reddito compreso tra 1201 e 1600 euro, mentre solamente l 1,9% dei non comunitari e il 9,3% dei comunitari percepisce oltre i 1600 euro mensili, a fronte di un 14,6% degli italiani. In base ai dati INPS 9, la Liguria registra l incidenza di operai agricoli non comunitari più alta d Italia: il numero di operai agricoli di provenienza non comunitaria incide per il 40,3% sul totale regionale e nell ultimo triennio registra un lieve aumento (da nel 2013 a nel 2015, dato provvisorio). Nel settore del lavoro domestico si registra invece un calo di lavoratori non comunitari (da nel 2013 a nel 2015, dato provvisorio) e l incidenza percentuale dei lavoratori domestici non comunitari sul totale regionale risulta pari al 60,1% (2015, dato provvisorio). Anche in questo caso, la Liguria è la regione d Italia con la più alta incidenza di lavoratori domestici non comunitari, insieme all Emilia Romagna (60,5%). Di seguito i dati INPS relativi al lavoro autonomo in regione: in aumento costante il numero degli artigiani non comunitari, che passano da (2014) a (2015), arrivando a rappresentare il 12,7% del totale regionale (l incidenza più alta registrata nelle regioni italiane). In crescita anche il numero dei commercianti che sale da nel 2014 a nel 2015, raggiungendo un incidenza dell 8,7%; gli agricoltori autonomi sono invece 95, pari all 1,1% del complessivo regionale. Per tutte e tre le categorie, si registra una prevalenza di uomini, soprattutto tra gli artigiani (91,6%) e i commercianti (70,3%); più equilibrata, invece, la proporzione di genere in agricoltura. Per quanto riguarda invece i lavoratori parasubordinati non comunitari, nel 2015 in Piemonte se ne contano 474, in diminuzione rispetto al 2014 (547) e al 2013 (552) Fonte: Sistema Statistico Attuariale INPS In riferimento ai lavoratori dipendenti non comunitari, l ultimo dato disponibile Inps, riferito all annualità 2014, ne rileva , di cui a tempo indeterminato. 15 di 20

16 Secondo i dati Unioncamere-Infocamere, al , i titolari di imprese individuali di cittadinanza non italiana presenti nella regione ammontano a , con un incremento del +24,6% rispetto al 2014; di questi, sono comunitari e non comunitari. I non comunitari incidono del 15,6% sul totale degli imprenditori regionali (una delle incidenze più alte rilevate sul territorio nazionale) e rappresentano il 3,9% del totale nazionale degli imprenditori non comunitari. I dati delle Comunicazioni Obbligatorie evidenziano che nel corso del 2015 i rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari sono stati , dato in crescita rispetto all anno precedente, quando le attivazioni erano state ; in termini di incidenza, invece, i nuovi rapporti di lavoro che coinvolgono cittadini non comunitari si attestano al 15,8% su base regionale, registrando una lieve diminuzione rispetto all anno precedente (-0,1%). Sempre con riferimento ai lavoratori non comunitari, il 51,1% dei contratti attivati è a tempo determinato, mentre quelli a tempo indeterminato sono il 40%; restano residuali l apprendistato (3,5%) e la collaborazione (1%). La maggior parte delle attivazioni interessa il settore dei Servizi (69,9%) cui segue, a notevole distanza, il settore dell Industria (16%), e in particolare il comparto delle Costruzioni che interessa il 10,3% delle attivazioni, a fronte del 5,8% dell Industria in senso stretto. L Agricoltura interessa il 9% dei nuovi rapporti di lavoro e il Commercio il 5,1%. Il settore dei Servizi è trainante anche per l occupazione dei cittadini comunitari: il 79% delle nuove attivazioni riguarda infatti questo settore. Questa percentuale risulta allineata anche rispetto alla popolazione italiana: delle nuove attivazioni che riguardano i lavoratori italiani, infatti, il 75,9% è nel settore dei Servizi. I rapporti di lavoro cessati nel 2015 sono stati, per la popolazione straniera, leggermente inferiori alle attivazioni: riguardano lavoratori non comunitari (per il 49,6% contratti a tempo determinato e per il 40,7% a tempo indeterminato) e i comunitari (per il 66,6% contratti a tempo determinato e per il 26,2% a tempo indeterminato). Anche per le cessazioni i settori maggiormente interessati sono i Servizi (71,7% per i non comunitari e 81,5% per i comunitari) e l industria (14,5% per i non comunitari e 13,1% per i comunitari). 5. Il sistema di welfare 11 Nel 2015, secondo gli ultimi dati resi disponibili dall Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono stati (solo 10 le donne), pari al 21,9% dei beneficiari nella Regione e al 4,1% del totale nazionale dei percettori non comunitari. L incidenza dei beneficiari di CIGO di cittadinanza non comunitaria sul totale regionale è la più alta d Italia. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria 11 Gli ammortizzatori sociali, Previdenza e assistenza sociale Fonte INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, di 20

17 (CIGS), nel corso del 2015 sono stati 145 i beneficiari non comunitari, pari all 1,7% dei beneficiari della regione. L indennità di mobilità è stata riconosciuta a 87 cittadini non comunitari (di cui 71 uomini), con un incidenza del 2,1% sul dato regionale. Nel 2015 i percettori non comunitari di NASPI sono stati (in prevalenza donne, 52,3%), con un incidenza del 19,3% sul totale regionale dei beneficiari, una delle incidenze più rilevanti registrate nei territori regionali, dopo Lombardia e Toscana). I non comunitari che hanno beneficiato di ASPI sono e rappresentano il 24,7% del totale dei beneficiari regionali. Sono stati invece i beneficiari di MiniAspi non comunitari (il 20,2% del totale regionale). Anche per ciò che riguarda ASPI e MiniAspi l incidenza dei beneficiari non comunitari sul totale regionale è tra le più incisive d Italia. La disoccupazione agricola ha riguardato (nel 2014, ultimo dato disponibile) cittadini non comunitari, in netta prevalenza uomini (89,7%). Nel corso del 2015 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari sono state (erano nel 2014), erogate nel 71,5% dei casi a donne. Complessivamente, in Regione i percettori di pensioni IVS non comunitari rappresentano solo lo 0,3% del totale dei beneficiari. Tra il 2013 ed il 2015 le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari sono aumentate del 32,3%, passando da a 2.193; tuttavia incidono ancora solo del 2,3% sul totale regionale. Il numero di beneficiari di indennità di maternità, nel 2015, è stato pari a (il 13% del totale su base regionale), quello di beneficiari di congedo parentale a 305, in netta maggioranza donne. I lavoratori dipendenti non comunitari beneficiari di assegni al nucleo familiare sono stati 7.928, in crescita rispetto all anno precedente (+2,3%); mentre i pensionati beneficiari di assegni al nucleo familiare sono stati 93, pari allo 0,4% del dato regionale. 6. Politiche per l inclusione socio-lavorativa 12 In base ai dati Istat Rcfl 2015, il 27% degli stranieri dichiara di avere avuto contatti con il sistema dei servizi pubblici per il lavoro (circa 30mila stranieri, di cui 24mila non comunitari). Si tratta di un dato che risulta leggermente inferiore a quello riferito ai cittadini italiani (31,5%). Tra gli stranieri non comunitari che hanno dichiarato di essere in cerca di lavoro, il 40,3% risulta disoccupato da meno di 6 mesi, il 17% da meno di 12 mesi e il 40,8% protrae la propria disoccupazione da oltre un anno. Tra gli stranieri comunitari privi di impiego, 12 Accesso ai CPI, Durata disoccupazione, Qualifica professionale Fonte RCFL Istat, 2015; Cittadinanza acquisita, Fonte Ministero Interno 2012; Matrimoni, Fonte Istat 2015; Rimesse straniere verso l estero, Fonte Banca d Italia 2016; Associazionismo immigrati, Fonte MLPS. 17 di 20

18 invece, il 40,8% risulta disoccupato da meno di 6 mesi, il 27,7% da meno di 12 mesi e il 31,5% è disoccupato da oltre 12 mesi. Solo una porzione minoritaria della popolazione straniera ha dichiarato di aver conseguito una qualifica professionale a seguito alla partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dalla regione: stranieri, di cui non comunitari e 772 comunitari, ovvero il 3,2% della popolazione di riferimento. Gli italiani sono invece , pari al 6,8% della popolazione di riferimento (15 anni e oltre). Secondo il censimento 2011, su cittadinanze italiane acquisite in Liguria, sono di cittadini non comunitari. Per il 47,5% si tratta di cittadini di origine americana (7.503 individui), per il 24% di europei non comunitari; il 18,5% sono africani e il 9% cittadini di origine asiatica. Sono le cittadinanze acquisite nella sola annualità 2012 (il 3% sul totale nazionale), di cui la maggioranza per matrimonio (734, l 84%) e per la fascia di età 40 anni ed oltre (il 42%). Sono 788 i matrimoni misti rilevati in Liguria nel 2015; si tratta in prevalenza di matrimoni con la sposa straniera (59,7%), cui seguono matrimoni con entrambi i coniugi stranieri (21,1%) e, infine, matrimoni con lo sposo straniero (19%). In quest ultimo caso, lo sposo è prevalentemente di origine albanese (14,5%), mentre nel caso dei matrimoni con sposa straniera, la cittadinanza prevalente della sposa è quella ecuadoregna (10,5%). Secondo i dati di Banca d Italia, le rimesse straniere complessive verso l estero ammontano a 198 milioni di euro; mentre quelle destinate oltre lo spazio europeo, sono passate da 160,9 milioni di euro nel 2011 ai 164,9 nel 2015 (il 4,1% sul dato nazionale). Il 22,4% delle rimesse destinate a paesi extra-ue riguarda cittadini dell Ecuador, con 36 milioni di euro, 31 milioni dei quali provengono dalla sola Città metropolitana di Genova. Le associazioni e gli enti liguri che si occupano di immigrazione iscritti alla prima sezione del Registro nazionale sono 27 (dati al 30 giugno 2016), di cui 17 operano nel territorio di Genova. Le associazioni di migranti mappate in Liguria dal Centri studi e ricerche IDOS 13, sono invece 55, per la maggioranza ecuadoriane (dati aggiornati a maggio 2016). 13 Fonte: Centri studi e ricerche IDOS, nell ambito dell iniziativa IN.CO.NT.RO, promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione (dati aggiornati a maggio 2016) 18 di 20

19 Nota metodologica FLUSSI MIGRATORI E DATI DEMOGRAFICI Nelle elaborazioni della sezione della scheda dedicata all inquadramento del fenomeno dell immigrazione regolare sotto il profilo demografico sono presenti: dati sullo stock dei cittadini stranieri residenti in regione; dati sullo stock di permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi non comunitari (regolarmente soggiornanti); dati sui flussi anagrafici/trasferimenti di residenza in entrata (iscrizioni) dall estero ed in uscita (cancellazioni) in Italia e negli altri paesi della UE; dati sui flussi dei permessi di soggiorno rilasciati in un determinato anno dal nostro Ministero dell interno (2015). I dati demografici utilizzati sono di fonte Istat popolazione residente al 1 gennaio FLUSSI NON PROGRAMMATI I dati relativi alla presenza dei MSNA sono desunti dal Report mensile curato dalla Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, aggiornato al La fonte dei dati relativi alla presenza degli immigrati stranieri nelle strutture regionali è il Cruscotto statistico giornaliero curato dal Dipartimento delle Libertà civili e l Immigrazione del Ministero dell Interno, aggiornato al Gli esiti alle domande di protezione internazionale presentate alle Commissioni territoriali sono estrapolati dal Quaderno statistico per gli anni , curato dal Ministero dell Interno, Dipartimento per Liberta civili e l immigrazione. LE GIOVANI GENERAZIONI le informazioni sui nuovi nati stranieri sono di fonte Istat. La sezione concernente gli Alunni stranieri usa come fonte il notiziario Gli Alunni stranieri nel sistema scolastico italiano del Servizio statistico del Ministero dell istruzione, dell Università e della Ricerca; inoltre si riportano dati dell indagine Istat su L integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni, La popolazione universitaria straniera è estratta dal sito del Miur anagrafe.miur.it (2016) I dati relativi ai NEET sono desunti dalla RCFL di Istat, 2015 e i dati sul mercato del lavoro dei lavoratori stranieri under 30 anni, usando i dati Istat Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro. MERCATO DEL LAVORO La sezione della scheda dedicata al mercato del lavoro contiene dati desunti da tre fonti e segnatamente: Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro (RCFL, 2015) di Istat, sulla base di un indagine condotta su un campione trimestrale di lavoratori e ne stima lo stock.; il Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie del MLPS (SISCO) che gestisce il flusso informativo dei dati amministrativi relativo alle C.O.; INPS (Coordinamento Generale Statistico Attuariale) che fornisce i dati di natura amministrativa raccolti negli archivi previdenziali. 19 di 20

20 SISTEMA DI WELFARE La sezione della scheda concernente Gli ammortizzatori sociali contiene dati amministrativi di fonte INPS relativi ai fruitori dei sussidi di disoccupazione, delle prestazioni di mobilità e della cassa integrazione guadagni, Aspi, Mini-Aspi e Naspi, La sezione Previdenza e assistenza sociale è stato redatto utilizzando dati di natura amministrativa di fonte INPS, POLITICHE PER L INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA I dati relativi ai contatti con i Centri per L impiego, la durata della disoccupazione e la qualifica professionale sono desunti da dati statistici fonte Istat RCFL, I dati relativi alla cittadinanza acquisita sono di fonte Ministero dell Interno; i dati relativi ai matrimoni misti sono di fonte Istat. I dati relativi alle Rimesse verso l estero degli immigrati in Italia sono di fonte Banca d Italia, relativi al Per quanto riguarda i dati sulle Associazioni che si occupano di immigrazione iscritte al relativo registro nazionale, la fonte è la Direzione Generale dell Immigrazione e delle politiche di Integrazione del MLPS, Tutti i dati, a prescindere dalla fonte utilizzata, fanno riferimento all ultimo aggiornamento reso disponibile dall istituzione competente e sono stati elaborati dallo Staff del Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie di Anpal Servizi S.p.A. (già Italia Lavoro). 20 di 20

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