Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie. Scheda regionale LAZIO

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1 Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie Strumenti a supporto della programmazione integrata Scheda regionale LAZIO Analisi del fenomeno migratorio a livello territoriale Aggiornamento Novembre 2016

2 Sommario Premessa... 3 Dati demografici e flussi migratori... 5 Flussi non programmati Le giovani generazioni Il mercato del lavoro Il sistema di welfare Politiche per l inclusione socio-lavorativa Nota metodologica di 21

3 Premessa La presente scheda vuole essere uno strumento di analisi sintetica del contesto regionale, che si pone come obiettivo prioritario quello di osservare e descrivere il panorama migratorio che interessa lo specifico territorio, evidenziando, in particolare, attraverso una serie di dimensioni che attestano la strutturalità del fenomeno, le dinamiche relative alla presenza ed ai percorsi di inserimento socio-lavorativo dei cittadini stranieri (comunitari e non comunitari): Incidenza sulla popolazione autoctona Trend evolutivi della popolazione Distribuzione geografica e per nazionalità di provenienza della presenza Tipologie di soggiorno Presenza nel mercato del lavoro Inserimento nei percorsi di istruzione e formazione Accesso al sistema di welfare e tutele sociali Politiche attive e percorsi di integrazione sociale che indicano la tendenza all insediamento stabile Nel Report regionale si dà conto, pertanto, di: 1. dati demografici e flussi migratori, in termini di presenza complessiva, per genere e classe di età, province e comuni di insediamento, principali nazionalità di riferimento, tipologie del soggiorno; i dati relativi alla sezione socio-demografica sono aggiornati al 1 gennaio 2016, ultimo aggiornamento dei dati Istat sia di stock sia di flusso disponibile in merito alla popolazione non comunitaria. 2. Flussi non programmati, ovverosia minori stranieri non accompagnati, richiedenti e titolari di protezione; 3. le caratteristiche della presenza delle giovani generazioni, soprattutto nei percorsi di istruzione e formazione e relativamente al fenomeno dei NEET e della condizione occupazionale dei giovani under la condizione occupazionale, con particolare rilievo alla segmentazione per genere e classi di età, ai settori di attività economica, ai profili professionali e reddituali (per i soli lavoratori dipendenti), ai livelli di istruzione, alle tipologie contrattuali; nell analisi della presenza nel mercato del lavoro vengono considerate, inoltre, le assunzioni e le cessazioni relative al lavoro dipendente; 5. gli interventi di welfare in relazione al sistema previdenziale, assistenziale, ai trasferimenti monetari alle famiglie e alle misure di sostegno e tutela del reddito dei lavoratori (sistema degli ammortizzatori); 6. alcune dimensioni proprie delle Politiche per l inclusione socio-lavorativa e di integrazione che segnano la tendenza alla stabilizzazione: accesso ai servizi pubblici del lavoro, durata della disoccupazione, partecipazione a corsi di 3 di 21

4 formazione regionali, accesso alla cittadinanza, matrimoni, rimesse, associazionismo. A chiusura della scheda è riportata una nota metodologica nella quale sono evidenziate le diverse fonti, di natura sia statistica sia amministrativa, ascrivibili ai soggetti istituzionali competenti in materia. 4 di 21

5 Dati demografici e flussi migratori 1 Il Lazio si conferma al 1 posto all interno della macro-area Centro e al 2 (dopo la Lombardia) rispetto all intero territorio nazionale per stima della popolazione straniera regolarmente soggiornante. Figura1. Presenza (in valori assoluti) di cittadini stranieri residenti su base comunale Fonte: Elaborazione Italia Lavoro su dati Istat Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2016 sono , quasi 9mila unità in più rispetto al 2015 (+1,4%). Si tratta di un aumento che, per quanto superiore al dato nazionale e allo specifico dell area Centro (+0,2%), si va ridimensionando: tra il 2015 ed il 2014 la variazione percentuale si era attestata al +3,3%. Scomponendo poi questa variazione su base provinciale, si evidenziano ai due opposti le province di Viterbo (+0,2%) e di Latina 1 Popolazione straniera (Comunitari/Non Comunitari) residente al 1 gennaio 2016 Fonte Istat; Nuovi Ingressi popolazione Non Comunitaria nel 2015 Fonte Istat 5 di 21

6 (+5,4%). Gli stranieri residenti nel Lazio sono oltre la metà degli stranieri residenti nell area Centro (50,5%) ed il 12,8% di quanti risiedono in Italia. Si tratta di una popolazione in prevalenza femminile (52,4%, in linea con il dato nazionale), ad eccezione della provincia di Latina dove, probabilmente per la forte presenza di lavoratori agricoli, prevale la componente maschile (53,2%). L incidenza sul totale dei residenti in Regione è pari all 11%, superiore al dato medio nazionale (8,3%) ma in linea con il dato relativo all area Centro (10,6%). Questa incidenza aumenta nella provincia di Roma (12,2%), dove vivono quasi 530mila cittadini stranieri, l 82,1% degli stranieri residenti nel Lazio. Seguono Viterbo (9,4%, circa 30mila unità), Rieti e Latina (8,4%, rispettivamente e unità) ed infine Frosinone (4,9%, unità). La cittadinanza maggiormente presente è la rumena ( residenti, il 35,2% degli stranieri residenti nel Lazio ed il 19,7% dei rumeni in Italia); confrontando la composizione per cittadinanza a livello regionale e nazionale, inoltre, appare significativa la presenza di stranieri provenienti da Filippine (7%, il 27,2% dei filippini in Italia) e Bangladesh (5%, il 27,4% dei bangladesi in Italia). 6 di 21

7 Figura 2. Quota (in valori percentuali) degli stranieri residenti in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Fonte: Elaborazione Italia Lavoro su dati Istat La sola componente extra Ue è costituita da persone (-0,8% rispetto al 2015, si tratta del 10,3% dei cittadini extra Ue in Italia), per il 51,4% uomini (nella provincia di Latina questa percentuale sale al 58,7%) e per il 17,9% minori ( unità). L incidenza sul totale dei residenti in Regione è pari al 6,9%. La fascia di età più rappresentata è quella anni (24,3%, complessivamente quasi 98mila unità). Gli ultra 60enni sono (il 7,7% dei residenti non comunitari in Regione). Sono i cittadini extra Ue celibi/nubili. Per quanto concerne la distribuzione su base provinciale, si conferma il primato assoluto di Roma ( residenti, l 85,2% degli stranieri extra Ue in Regione ed il 7,9% della popolazione provinciale), anche se la popolazione non comunitaria ha subito una variazione del -1,2% rispetto al Seguono Latina (27.078, il 4,7% della popolazione), Viterbo (13.686, il 4,3% della popolazione), Frosinone (11.936, il 2,4% della popolazione) e Rieti (6.928, il 4,4% della popolazione). I cittadini extra Ue residenti nel Lazio provengono in prevalenza da Asia (43,7%), Europa (21,5%) e Africa (20,2%). I principali Paesi di cittadinanza dei non comunitari residenti nel 7 di 21

8 Lazio sono Filippine (46.479), Bangladesh (39.989) ed India (30.275). Molto significative, inoltre, le presenze ucraina (26.241), albanese (25.723) e cinese (25.424). Tra le dieci nazionalità più rappresentate, quelle che si caratterizzano per una maggiore presenza femminile sono l ucraina (79%), la moldova (63,9%), la peruviana (61,4%), la filippina (59,3%) e la cinese (50,4%). Figura 3. Presenza (in valori assoluti) di cittadini non comunitari su base comunale Fonte: Elaborazione Italia Lavoro su dati Istat 8 di 21

9 Figura 4. Quota (in valori percentuali) dei cittadini non comunitari in rapporto alla popolazione residente su base comunale. Fonte: Elaborazione Italia Lavoro su dati Istat I dati sui permessi di soggiorno evidenziano il consolidarsi di una immigrazione di popolamento. Tra i titolari di permesso di soggiorno, il 49,3% è lungo soggiornante ( ), incidenza sensibilmente inferiore alla media dell area Centro (56,1%) e alla media nazionale (59,5%) ma in forte crescita (+8,7% rispetto all annualità precedente). Tra quanti hanno un permesso a scadenza, invece, il 43,8% soggiorna per lavoro (-23,4% rispetto all anno precedente), il 33,4% per famiglia (+16,7%), il 4,1% per studio (-11,8%). I permessi riconducibili a una qualche forma di protezione, internazionale o umanitaria, rappresentano il 9% (-4,6%, dato in forte contrasto con la media nazionale che invece vede un aumento del 31,5% dei soggiornanti per asilo/umanitari rispetto al 2015). Dei cittadini extra Ue regolarmente presenti con permesso a scadenza, il 55,5% sono uomini. Questa incidenza si polarizza se si considerano i permessi di soggiorno per lavoro (64,6%) e soprattutto i permessi per asilo/umanitari (81,4%). In relazione ai permessi per motivi di famiglia, invece, prevale la componente femminile (60,4%). 9 di 21

10 Nell ultimo triennio ( ) gli ingressi di cittadini non comunitari sono diminuiti, attestandosi nel corso del 2015 a , il dato più basso registrato dal 2007 e molto lontano dai ingressi del 2010; rispetto all annualità precedente si assiste ad una variazione del -24,7% ( in valori assoluti). Anche in questo caso, tuttavia, si evidenzia un consolidamento delle comunità straniere sul territorio regionale: il 43,8% dei nuovi ingressi (10.395) è legato a permessi di soggiorno con validità superiore a 12 mesi, mentre per il 30,5% la durata è compresa tra i 6 ed i 12 mesi e per il 25,7% è inferiore a 6 mesi. Si tratta di ingressi per la maggior parte di uomini (56,1%), provenienti prevalentemente da India, Bangladesh e Stati Uniti. Sono stati il 37,6% (a fronte del 44,8% su base nazionale) i nuovi permessi di soggiorno rilasciati per ricongiungimento familiare, mentre per il 12,9% si tratta di ingressi per lavoro. Oltre il 49% è legato ad altri motivi (tra cui i nuovi permessi per protezione internazionale o umanitaria). Flussi non programmati 2 In Italia nel 2015 hanno fatto ingresso cittadini non comunitari; di questi, riguardano ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari), pari al 28,2% del totale. In regione, invece, gli ingressi delle persone beneficiarie di protezione nazionale o internazionale (asilo, richiesta d asilo, motivi umanitari) nel 2015 sono stati (di cui uomini), pari al 6,8% del totale nazionale, con una prevalenza delle nazionalità nigeriana e senegalese; seguono pakistani ed ucraini. Al 31 agosto 2016 i minori stranieri non accompagnati presenti nel Lazio sono 873 (il 6,3% del totale dei presenti in Italia); la Regione si attesta al 4 posto - dopo Sicilia, Calabria e Lombardia - per numero delle presenze. Gli stranieri alloggiati in strutture di accoglienza in Regione al 18 ottobre 2016 rappresentano l 8% del totale nazionale e sono , prevalentemente inseriti in strutture temporanee (8.124, pari al 61,5% degli accolti sul territorio regionale e al 6,4% degli immigrati presenti in strutture temporanee su base nazionale). Gli ospiti dei centri Sprar sono (il 31,9% delle persone inserite a livello regionale nel sistema di accoglienza, il 18,3% degli ospiti Sprar complessivamente intesi), 876 le persone presenti nei centri di prima accoglienza (6,6%). 2 Minori stranieri non accompagnati Fonte MLPS, giugno 2016; Cittadini stranieri accolti Fonte M.Int., 30 giugno di 21

11 Nel Lazio sono presenti due Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale: quella di Roma, articolata in quattro sezioni, e quella di Roma/Frosinone. Nel corso del 2015 sono state analizzate complessivamente istanze di protezione, di cui dalla sola commissione capitolina. Il riconoscimento in prima istanza di qualche forma di protezione, internazionale o umanitaria, ha interessato il 40% dei richiedenti; specificamente, il 7,7% delle audizioni si è conclusa con il riconoscimento dello status di rifugiato, il 14% con il riconoscimento della protezione sussidiaria, il 18,2% con il riconoscimento della protezione umanitaria richiedenti (il 12,7% del totale) non hanno ottenuto alcuna forma di protezione perché sono risultati irreperibili. Le giovani generazioni 3 Sono (-3,5%) i nuovi nati nel Lazio nel 2015, di cui il da genitori stranieri. Nell anno scolastico , la componente straniera è rappresentata da alunni ed incide per il 9,3% sul totale degli studenti laziali, in linea con la media nazionale. Di questi, il 5,2% ha fatto ingresso per la prima volta nel sistema scolastico italiano proprio nell a.s Il 49,5% di questi studenti è nato in Italia - dato in crescita rispetto all annualità precedente ma ancora sottodimensionato in relazione alla media nazionale pari al 55,3% - ma l incidenza dei nati in Italia oltrepassa ampliamente la metà nella scuola dell infanzia (82,8%) e primaria (63,3%). I Comuni in cui, a livello regionale, la componente straniera raggiunge il più alto tasso di incidenza sono Ladispoli (16,1%), Guidonia Montecelio (12%) e Tivoli (11,8%). La ripartizione per grado d istruzione vede i ragazzi stranieri distribuiti per il 18,5% nella scuola dell infanzia, per il 35,1% nella primaria, per il 21,2% nella secondaria di I grado e per il 25,2% in quella di II grado. Il percorso di scuola secondaria di II grado scelto dagli studenti stranieri è prevalentemente quello tecnico (39%), mentre il 36% ha optato per il percorso liceale (dato che supera di oltre 10 punti percentuali la media nazionale) ed il 25% per il percorso professionale. Gli studenti stranieri sono originari prevalentemente della Romania (38,9%, il 19,2% degli alunni rumeni presenti in Italia), delle Filippine (7,1%, il 21% degli alunni filippini presenti in Italia) e dell Albania (5,8%). Il Lazio è inoltre la prima Regione per numero di alunni rom, sinti e caminanti (2.383, il 19,2% sul totale nazionale). 3 Nuovi nati - Fonte Istat 2015; Scuola - Fonte MIUR, 2014/15; Università - Fonte MIUR, 2015/16; Neet - Fonte RCFL Istat, di 21

12 Con riferimento all anno scolastico , l Istat ha condotto una Indagine sull integrazione delle seconde generazioni da cui emerge che il 53% dei neo alunni stranieri nati all estero ha avuto un primo inserimento regolare nel sistema scolastico laziale. Questa percentuale aumenta nella scuola primaria (61%), mentre nella secondaria il 74,5% dei primi inserimenti registra un ritardo. Il 20,9% degli alunni stranieri, inoltre, ha dovuto ripetere uno o più anni scolastici. Il dato aumenta in relazione agli alunni stranieri nati all estero (23,8%), mentre tra i nati in Italia l incidenza (14,4%) è più vicina agli alunni di cittadinanza italiana (11,4%). Gli alunni stranieri che stanno concludendo il percorso di istruzione secondario, infine, dichiarano nel 46,3% dei casi che hanno intenzione di iscriversi all Università (tra gli italiani la percentuale si attesta al 49,4%), mentre il 31,1% è orientato al mondo del lavoro (tra gli italiani la percentuale scende al 27,8%). Gli studenti stranieri iscritti alle università del Lazio nell anno accademico sono 9.843, pari al 13,4% del totale degli iscritti stranieri nelle università italiane e al 4,1% degli studenti universitari in Regione; di questi, il 70% (6.892) sono cittadini extra Ue (il 2,8% degli studenti universitari nel Lazio ed il 12,1% degli iscritti di cittadinanza non comunitaria a livello nazionale). L incidenza dei cittadini stranieri sulla popolazione universitaria regionale aumenta tra gli immatricolati nell ultimo anno accademico, attestandosi al 5,1%. Le studenti tra gli iscritti stranieri sono la maggioranza, pari al 61,3%, e le Università più frequentate sono le tre capitoline: La Sapienza raccoglie il 54,6% degli iscritti stranieri nel Lazio, Tor Vergata il 15,5%, Roma Tre il 15,1%. L area di studio prevalente è quella sociale (39,1% tra gli studenti stranieri, ma la percentuale sale al 43% tra la popolazione universitaria complessiva), cui segue l area scientifica (26% circa tra i cittadini comunitari e non). Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015) il tasso di occupazione dei giovani extra Ue (15-29 anni) è pari a 35,1%, mentre tra i giovani Ue si attesta al 37,5%; questi dati sono sensibilmente superiori al tasso relativo alla popolazione nativa (26,4%). I giovani occupati extra Ue sono , in prevalenza uomini (61,4%); tra gli italiani l incidenza maschile per quanto ancora maggioritaria scende al 55%, mentre tra gli occupati Ue prevale la componente femminile (51,8%). Il tasso di disoccupazione tra i cittadini extra Ue di età compresa tra i 15 ed i 29 anni (24,9%) è sensibilmente inferiore al dato relativo all analoga popolazione italiana (31,7%) e comunitaria (32,9%). Il bacino dei giovani inattivi stranieri è costituito da individui, di cui extra Ue; il tasso di inattività dei giovani non comunitari è quindi pari al 53,2%, sale al 61,3% tra gli italiani mentre scende al 44% tra i giovani Ue. Le persone in cerca, infine, sono tra i giovani extra Ue e tra i comunitari. 12 di 21

13 Rispetto al totale dei giovani occupati, la fascia di età prevalente è anni (68% tra gli extra Ue, 81,4% tra gli Ue, 66,9% tra i nativi). Si tratta in prevalenza di persone con un titolo di istruzione di scuola secondaria; si evidenzia tuttavia una differenza significativa tra i giovani occupati extra Ue - che posseggono titoli secondari di I grado nel 47,7% dei casi e di II grado nel 46,6% - e i comunitari, che per il 22,7% possiedono un titolo secondario di I grado e per il 75,4% di II grado. L istruzione terziaria è poco rappresentata: solo l 1,9% dei giovani occupati comunitari ed il 3,3% degli extra Ue possiede titoli corrispondenti; il dato sale al 21,2% nella popolazione italiana. Si evidenzia una sostanziale corrispondenza tra questi dati e la categoria professionale di appartenenza dei giovani occupati. Il 46,7% dei lavoratori extra Ue è impiegato in Professioni non qualificate (dato che scende al 25,4% tra i giovani Ue e al 6,3% tra gli italiani), mentre nelle Professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi prevalgono i comunitari, con il 40,8%, a fronte del 36,9% degli extra Ue e del 33,1% dei nativi. Significativo inoltre l impiego come Artigiani, operai specializzati e agricoltori, in particolare tra i giovani comunitari (14,8%, incidenza che scende al 10,4% tra gli italiani e all 8,6% tra i non comunitari). Minoritaria, infine, la quota di Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche (4,6% degli extra Ue e 3,6% degli Ue) che impiega invece una fascia significativa dei giovani lavoratori italiani (29,6%). Il settore di impiego prevalente tra gli occupati non comunitari tra i 15 ed i 29 anni è quello dei Servizi collettivi e personali (37%), cui seguono Alberghi e ristoranti (21,7%) e Commercio (17,7%). Per i lavoratori Ue queste percentuali risultano ridimensionate (22,8% in Servizi collettivi e personali e 19% in Alberghi e ristoranti) a vantaggio in particolare del Commercio (22,2%) e delle Costruzioni (9,2%). Sono il 61% i giovani dipendenti non comunitari che percepiscono un reddito mensile non superiore a 800 euro, mentre il 32,4% guadagna tra 801 e euro. I dipendenti di origine Ue hanno un reddito maggiore (il 37,2% percepisce fino ad 800 mensili, il 46,6% tra gli 801 ed i 1.200), più in linea con il dato relativo alla popolazione italiana. Sono (sui regionali, il 10,8%) i giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano né lavorano di origine extra Ue, pari al 34,8% della popolazione non comunitaria anni (tra i giovani stranieri Ue questa percentuale scende al 32,9%, tra gli italiani al 22,1%). È un dato in aumento rispetto all annualità precedente (+6,8%), mentre la media regionale scende di quasi 3 punti percentuali. Rispetto alla distribuzione di genere, le NEET (Not in Education Employment and Training) extra Ue risultano nettamente prevalenti: sono infatti il 71,8% (dato in forte crescita rispetto a 2014 quando le NEET rappresentavano il 64,5%), ben il 46,7% delle giovani di nazionalità extra Ue presenti in Regione. Tra la popolazione comunitaria e nativa, invece, c è una più equilibrata distribuzione di genere (Ue: femmine 49,5% maschi 50,5%, italiani: femmine 47,1% maschi 52,9%). Per quanto riguarda le coorti di età, i NEET 13 di 21

14 si concentrano nella fascia anni (55% extra Ue e 55,6% Ue, mentre la percentuale scende al 47,8% tra i giovani italiani). Il mercato del lavoro 4 Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2015) il tasso di occupazione (15-64 anni) della popolazione extra Ue è pari a 66%, dato in calo di 2 punti percentuali rispetto alla media annuale 2014 ma ancora sensibilmente superiore al dato regionale complessivo (59%). Il tasso di occupazione della popolazione Ue (60,7%), invece, si accosta maggiormente al dato complessivo regionale. Gli occupati extra Ue (15 anni e oltre) sono , in prevalenza uomini (56,4%, in linea con il valore regionale), mentre tra i lavoratori Ue prevalgono le donne (52,9%). Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) dei cittadini extra Ue è nettamente inferiore a quello relativo ai lavoratori stranieri comunitari (11,1% a fronte del 18,7%), ma sostanzialmente in linea con il dato regionale complessivo (11,8%). Il bacino degli inattivi stranieri (15 64 anni) è costituito da individui, di cui extra Ue; il tasso di inattività della popolazione non comunitaria è quindi pari al 25,8% e sale al 33% se si considera il dato regionale complessivo. Le persone in cerca (15 anni e oltre), infine, sono tra i cittadini extra Ue e tra i comunitari. Rispetto al totale degli occupati, la coorte di età prevalente tra gli stranieri è anni (il 50,9% tra i cittadini extra Ue e il 54,7% tra i cittadini Ue). Ben rappresentata anche la fascia (per i non comunitari, pari al 32,7%), che risulta, invece, preponderante nel dato relativo alla popolazione nativa (42,3%). Si tratta in prevalenza di persone con un titolo di istruzione di scuola secondaria di II grado (39,1% degli extra Ue e 62,6% degli Ue), mentre il 16,3% degli occupati non comunitari ed il 12,2% dei lavoratori Ue possiede un titolo di istruzione terziaria (il dato sale al 30,3% tra gli italiani). Eppure la categoria professionale che raccoglie il maggior numero dei lavoratori stranieri è quella delle Professioni non qualificate (50% degli extra Ue, 35,9% degli Ue), cui seguono le Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (tra il 28,8% degli extra Ue ed il 24,1% degli Ue) ed Artigiani, operai specializzati e agricoltori (tra il 10% degli extra Ue ed il 22,5% degli Ue). Minoritaria, invece, la quota di Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche (6,8% degli extra Ue e 8,4% degli Ue) che impiega invece la maggioranza relativa 4 Mercato del Lavoro, Fonte RCFL Istat, media 2015; INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, 2015; C.O., Fonte Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie MLPS, di 21

15 dei lavoratori italiani (43,1%). Il settore di impiego prevalente tra gli occupati non comunitari è quello dei Servizi collettivi e personali (44,6%), cui seguono Alberghi e ristoranti (15,6%) e Commercio (13,1%). Per i lavoratori Ue queste percentuali risultano ridimensionate a vantaggio delle Costruzioni, dove trova impiego il 17,6%. Sono il 53,4% i lavoratori dipendenti non comunitari che percepiscono un reddito mensile non superiore a 800 euro, mentre il 34,8% guadagna tra 801 e euro. I dipendenti di origine Ue hanno un reddito maggiore (il 41% percepisce fino ad 800 mensili, il 38,1% tra gli 801 ed i 1.200), ma ancora distante dai dipendenti italiani, che per il 61,1% guadagnano ogni mese oltre euro. I dati forniti da Inps e relativi al 2015 mostrano un significativo incremento (+12%) degli operai agricoli dipendenti di cittadinanza extra Ue tra il 2013 ed il 2015, che rappresentano circa un terzo del totale regionale e l 8,3% del totale nazionale dei dipendenti non comunitari in agricoltura. Si tratta per oltre il 90% di uomini. Nello stesso periodo di riferimento diminuiscono, invece, i lavoratori domestici extra Ue (-9,7%), pur continuando a rappresentare la maggioranza dei lavoratori domestici in Regione (52,2%) ed il 15,6% dei lavoratori domestici non comunitari a livello nazionale. In questo casi si tratta in grande maggioranza di donne (77,2%). Tra il 2014 ed il 2015, infine, si assiste ad un netto calo (-20,5%) dei lavoratori parasubordinati, certamente per effetto della riforma dei contratti di lavoro introdotta dal Jobs Act. In relazione ai lavoratori autonomi, i dati Inps mostrano un costante incremento di questa tipologia di impiego tra la popolazione extra Ue 5. Così negli ultimi due anni tra i non comunitari aumentano sia gli artigiani (+10,7%, nel 2015 arrivano ad essere 6.462, per l 85,2% uomini, il 5,4% degli artigiani del Lazio) sia i commercianti (+25,8%, nel 2015 superano i 30mila, per l 81,2% uomini, il 14,2% dei commercianti del Lazio incidenza sensibilmente maggiore al dato medio nazionale pari al 9,2%). Quanto agli agricoltori autonomi, i numeri sono nettamente minori (i non comunitari rappresentano solo lo 0,5% degli agricoltori autonomi del Lazio), ma anch essi sono in aumento (da 110 nel 2013 a 127 nel 2015, dato provvisorio). Nel 2015 i titolari di imprese individuali nati all estero all'interno della Regione sono ; si tratta in larga maggioranza (39.926) di imprenditori non comunitari, in aumento 5 Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, gli ultimi dati resi disponibili da Inps sono relativi al 2014 ed indicano unità tra gli occupati extra Ue, di cui a tempo indeterminato; i lavoratori dipendenti stagionali di origine non comunitaria sono invece, nel 2014, 1.030, in prevalenza (oltre il 60%) uomini. 15 di 21

16 del 4,5% rispetto all annualità precedente. Gli imprenditori di origine extra Ue sono il 14,6% degli imprenditori individuali del Lazio e rappresentano l 11,3% del totale nazionale. Dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie si rileva che, nel corso del 2015, i rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari sono stati (l 8,7% delle attivazioni registrate su base regionale), dato in crescita rispetto all anno precedente quando le attivazioni erano state (+9,8%). Le attivazioni che hanno interessato stranieri di origine comunitaria sono state invece , con un incidenza del 6,5% sul totale regionale. Sempre con riferimento ai lavoratori non comunitari, il 56% dei contratti attivati è a tempo determinato (a fronte del 67,2% regionale complessivo), mentre quelli a tempo indeterminato sono il 39,9% (a fronte del 18,8% regionale complessivo). Le collaborazioni, che in Regione coprono il 4,5% delle attivazioni, sono solo l 1,1% delle attivazioni che riguardano cittadini di nazionalità extra Ue. La maggior parte delle attivazioni interessa il settore dei Servizi (70,9% per gli extra Ue, 63,3% per i comunitari, 87,7% per gli italiani), cui seguono l Agricoltura per i cittadini non comunitari (16,6%), le Costruzioni per gli stranieri comunitari (14,5%), il Commercio e riparazioni per i nativi (4,5%). Il saldo tra attivazioni e cessazioni è, nel 2015, positivo. I rapporti di lavoro cessati a livello regionale sono stati complessivamente (a fronte delle attivazioni); di questi, hanno interessato cittadini non comunitari (il 58,2% ha riguardato contratti a tempo determinato) e stranieri Ue (il 60,4% ha riguardato contratti a tempo determinato). Analogamente alle attivazioni, i settori maggiormente interessati dalle cessazioni sono stati quello dei Servizi (71,7% per non comunitari, 64,7% per i comunitari), dell Agricoltura (17,7% dei non comunitari, 16,1% dei comunitari) e delle Costruzioni (13,5% dei comunitari). 5. Il sistema di welfare 6 Nel 2015, secondo i dati Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono stati 1.163, pari al 5,2% dei beneficiari nella Regione e al 2,5% del totale nazionale dei percettori extra Ue. Sono solamente 28 le donne beneficiarie. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (CIGS), nel corso del 2015 sono 594 i 6 Gli ammortizzatori sociali, Previdenza e assistenza sociale Fonte INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, di 21

17 destinatari non comunitari (di cui 162 donne), pari all 1,1% del totale regionale dei percettori. L indennità di mobilità è stata riconosciuta a 298 cittadini non comunitari, che incidono per l 1,1% sul dato regionale. Si tratta in netta prevalenza di uomini (228). I percettori non comunitari di NASpI sono stati 7.522, parimenti suddivisi tra uomini e donne, con un incidenza dell 8,8% sul dato regionale. Gli stranieri extra Ue che hanno beneficiato di ASpI sono stati invece , per il 55,3% uomini, e rappresentano il 12,8% del totale dei beneficiari nel Lazio (in crescita rispetto al 9,4% del 2013). E pari invece a il numero di beneficiari di MiniAspi non comunitari, con un incidenza dell 8,8% sui percettori del Lazio (a livello nazionale questo dato sale al 12,2%). La disoccupazione agricola (dati 2014) riguarda cittadini extra Ue, il 37,2% dei percettori a livello regionale (in crescita rispetto al 34% del 2013), in netta prevalenza uomini (92,1%). Nel corso del 2015 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari sono state 4.305, per il 74,5% donne. Sul dato si registra un incremento di oltre 16 punti percentuali rispetto al 2013, per quanto i beneficiari extra Ue di pensione IVS rappresentino solo lo 0,4% in Regione (incidenza invariata rispetto al 2013). Anche le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari sono aumentate tra il 2013 ed il 2015, di quasi 42 punti percentuali, pur mantenendo un incidenza molto contenuta sui destinatari del Lazio (1,6%). Il numero di beneficiarie di indennità di maternità, nel 2015, è pari a (il 6,5% del totale regionale), con una variazione del -7,3% rispetto all annualità precedente. Aumentano invece dell 8,2% rispetto al 2014 i beneficiari di congedo parentale, che tra i lavoratori extra Ue sono stati 801, in netta prevalenza donne (658). Sono stati i lavoratori dipendenti non comunitari destinatari di assegni al nucleo familiare nel 2015, e rappresentano il 7,5% dei beneficiari nel Lazio; mentre tra i pensionati, 295 cittadini non comunitari hanno usufruito di questa forma di sostegno al reddito (lo 0,5% su base regionale). 6. Politiche per l inclusione socio-lavorativa 7 7 Accesso ai CPI, Durata disoccupazione, Qualifica professionale Fonte RCFL Istat, 2015; Cittadinanza acquisita, Fonte Ministero dell Interno 2012; Matrimoni, Fonte - Istat 2015; Rimesse straniere verso l estero, Fonte Banca d Italia 2016; Associazionismo immigrati, Fonte MLPS. 17 di 21

18 Sono stati , in prevalenza comunitari (56,5%), gli stranieri residenti nel Lazio che hanno avuto contatti con il sistema dei servizi pubblici per il lavoro nel corso della vita; l incidenza sulla popolazione di riferimento (15 anni e oltre) è sensibilmente inferiore al dato dei nativi (38,9%) sia per la componente Ue (25,7%) che per quella extra Ue (15,6%). Con riferimento all ultimo anno, dichiarano di aver avuto almeno un contatto con i servizi pubblici per l impiego stranieri, di cui comunitari (con un incidenza del 7,7% sulla popolazione di riferimento) e non comunitari (con un incidenza del 5,1% sulla popolazione di riferimento, in linea con il corrispondente dato relativo ai nativi). La maggioranza assoluta degli stranieri extra Ue che ha dichiarato di essere in cerca di lavoro risulta disoccupata da oltre un anno (53,1%), sostanzialmente in linea con i comunitari (52,7%) ma inferiore al dato relativo ai nativi (54,9%; la media complessiva nazionale è pari invece al 58%). Per il 13,1% delle persone non comunitarie in cerca, invece, la durata della disoccupazione è tra i 6 ed i 12 mesi (percentuale che sale al 16,9% tra i comunitari e al 15,6% tra gli italiani). Risultano infine disoccupati da meno di 6 mesi il 32,8% delle persone in cerca non comunitarie, il 30,4% degli stranieri Ue ed il 29% degli italiani. Solo una porzione minoritaria della popolazione straniera ha dichiarato di aver conseguito una qualifica professionale a seguito della partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dalla Regione: stranieri, di cui non comunitari e solo comunitari (rispettivamente l 1,8% ed il 4,8% della popolazione 15 e oltre, a fronte di un incidenza del 6,4% presso la popolazione nativa). Secondo il censimento 2011, su cittadinanze italiane acquisite nel Lazio, sono di cittadini non comunitari. Il 41,5% sono persone provenienti dall America, il 23% dall Africa, il 19,4% dall Europa non comunitaria, il 15% dall Asia. Sono le cittadinanze acquisite nella sola annualità 2012 (l 8% sul totale nazionale), di cui la maggioranza, anche se lieve, per matrimonio (1.722) e per la fascia di età 40 anni ed oltre (46%). Si noti come la grande maggioranza delle cittadinanze acquisite per matrimonio sia imputabile a donne (88%). Sono i matrimoni misti rilevati nel Lazio nel 2015, quasi il 12% dei matrimoni misti contratti in a livello nazionale, in prevalenza con la sposa straniera (62,7%), per il 12% rumena; il 20% dei matrimoni misti ha lo sposo straniero (12% marocchino) mentre sono il 18,4% i matrimoni con entrambi i coniugi stranieri. 18 di 21

19 Secondo i dati della Banca d Italia, le rimesse degli immigrati verso l estero ammontano, nel Lazio, a 920,2 milioni di euro, dato in costante calo dal 2011, quando si è raggiunto il picco di 2.130,7 milioni di euro (-56,8%). Tra queste, le rimesse destinate oltre lo spazio europeo (che rappresentano il 17,7% delle rimesse extra Ue nazionali) sono passate dai 1.926,5 milioni di euro del 2011 ai 719,5 milioni di euro del 2015 (-62,7%); 655,1 milioni di euro provengono dalla sola provincia di Roma. Infine, i tre Stati extra Ue maggiori beneficiari coprono ben oltre la metà delle rimesse inviate dal Lazio: si tratta della Repubblica Popolare Cinese (173,9 milioni di euro), del Bangladesh (131,6 milioni di euro) e delle Filippine (110,2 milioni di euro). Le associazioni straniere presenti nel Lazio sono 261 (il 55,4% di quelle presenti nell area Centro ed il 12,3% del totale sul territorio nazionale) 8. Sono rispettivamente 23 (8,8%) e 22 (8,4%) quelle costituite da cittadini peruviani ed ucraini. Seguono, relativamente alle nazionalità di origine, le associazioni bangladesi (5%), filippine (4,2%) e moldave (3,8%). Le associazioni pluricomunitarie sono il 4,2%. 8 Report della mappatura delle associazioni di migranti attive in Italia, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, giugno di 21

20 Nota metodologica FLUSSI MIGRATORI E DATI DEMOGRAFICI Nelle elaborazioni della sezione della scheda dedicata all inquadramento del fenomeno dell immigrazione regolare sotto il profilo demografico sono presenti: dati sullo stock dei cittadini stranieri residenti in regione; dati sullo stock di permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi non comunitari (regolarmente soggiornanti); dati sui flussi anagrafici/trasferimenti di residenza in entrata (iscrizioni) dall estero ed in uscita (cancellazioni) in Italia e negli altri paesi della UE; dati sui flussi dei permessi di soggiorno rilasciati in un determinato anno dal nostro Ministero dell interno (2015). I dati demografici utilizzati sono di fonte Istat popolazione residente al 1 gennaio FLUSSI NON PROGRAMMATI I dati relativi alla presenza dei MSNA sono desunti dal Report mensile curato dalla Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, aggiornato al La fonte dei dati relativi alla presenza degli immigrati stranieri nelle strutture regionali è il Cruscotto statistico giornaliero curato dal Dipartimento delle Libertà civili e l Immigrazione del Ministero dell Interno, aggiornato al Gli esiti alle domande di protezione internazionale presentate alle Commissioni territoriali sono estrapolati dal Quaderno statistico per gli anni , curato dal Ministero dell Interno, Dipartimento per Liberta civili e l immigrazione. LE GIOVANI GENERAZIONI Le informazioni sui nuovi nati stranieri sono di fonte Istat. La sezione concernente gli Alunni stranieri usa come fonte il notiziario Gli Alunni stranieri nel sistema scolastico italiano del Servizio statistico del Ministero dell istruzione, dell Università e della Ricerca; inoltre si riportano dati dell indagine Istat su L integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni, La popolazione universitaria straniera è estratta dal sito del Miur anagrafe.miur.it (2016) 20 di 21

21 I dati relativi ai NEET sono desunti dalla RCFL di Istat, 2015 e i dati sul mercato del lavoro dei lavoratori stranieri under 30 anni, usando i dati Istat Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro. MERCATO DEL LAVORO La sezione della scheda dedicata al mercato del lavoro contiene dati desunti da tre fonti e segnatamente: Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro (RCFL, 2015) di Istat, sulla base di un indagine condotta su un campione trimestrale di lavoratori e ne stima lo stock.; il Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie del MLPS (SISCO) che gestisce il flusso informativo dei dati amministrativi relativo alle C.O.; INPS (Coordinamento Generale Statistico Attuariale) che fornisce i dati di natura amministrativa raccolti negli archivi previdenziali. SISTEMA DI WELFARE La sezione della scheda concernente Gli ammortizzatori sociali contiene dati amministrativi di fonte INPS relativi ai fruitori dei sussidi di disoccupazione, delle prestazioni di mobilità e della cassa integrazione guadagni, Aspi, Mini-Aspi e Naspi, La sezione Previdenza e assistenza sociale è stato redatto utilizzando dati di natura amministrativa di fonte INPS, POLITICHE PER L INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA I dati relativi ai contatti con i Centri per L impiego, la durata della disoccupazione e la qualifica professionale sono desunti da dati statistici fonte Istat RCFL, I dati relativi alla cittadinanza acquisita sono di fonte Ministero dell Interno; i dati relativi ai matrimoni misti sono di fonte Istat. I dati relativi alle Rimesse verso l estero degli immigrati in Italia sono di fonte Banca d Italia, relativi al Per quanto riguarda i dati sulle Associazioni che si occupano di immigrazione iscritte al relativo registro nazionale, la fonte è la Direzione Generale dell Immigrazione e delle politiche di Integrazione del MLPS, Tutti i dati, a prescindere dalla fonte utilizzata, fanno riferimento all ultimo aggiornamento reso disponibile dall istituzione competente e sono stati elaborati dallo Staff del Progetto Programmazione e gestione delle politiche migratorie di Anpal Servizi S.p.A. (già Italia Lavoro). 21 di 21

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